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TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO, Dispense di Storia dell'Educazione

TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO (storia dell'educazione e della pedagogia)

Tipologia: Dispense

2018/2019

Caricato il 06/08/2019

seadg92
seadg92 🇮🇹

4.8

(5)

25 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO e più Dispense in PDF di Storia dell'Educazione solo su Docsity! In tale periodo vi fu la fine delle due grandi istituzioni universalistiche medievali, il Papato e l’Impero. Sul piano politico è importante la pace di Augusta nel 1555, con la quale venne riconosciuto ai principi tedeschi il diritto di aderire alla confessione cattolica o a quella luterana e ai sudditi veniva fatto obbligo di seguire la religione del principe. In Francia, Inghilterra, Portogallo e nei paesi baltici le monarchie nazionali si sforzavano di concentrale il potere solo nelle mani del singolo sovrano, eliminando i residui dei particolarismi feudali e dei corporativismi ancora presenti. La Riforma accentuò, le richieste che emergevano dalle nazioni nascenti o alla ricerca di una propria autonomia. Il XV secolo è per l’Europa un secolo di grandi cambiamenti: la caduta di Costantinopoli (1453) portò in occidente scienziati e libri; la scoperta dell’America aprì orizzonti fino allora impensabili e pose gli europei a contatto con un ambiente fisico totalmente nuovo e con modalità di vita e forme di organizzazione sociale radicalmente diverse da quelle allora conosciute; disinteresse per l’oro e per la proprietà privata, abitudini religiose e alimentari, erano aspetti che colpivano profondamente l’immaginazione e creavano costumi inconcepibili, se non assurdi per la mentalità europea. Da tutte queste “scoperte” scaturirono profonde riflessioni il cui punto focale divenne la constatazione che i valori etici dominanti erano differenti nei diversi luoghi: ciò, infatti, che in certi luoghi era considerato virtù, in altri era considerato vizio e viceversa. Tali riflessioni portarono all’affermazione esplicita dell’esistenza di condizionamenti culturali operanti in tutti gli aspetti del comportamento umano: la formazione dell’uomo si lega, quindi, all’ambiente di vita, alle strutture socio-culturali, ai valori condivisi. Tale riconoscimento metteva in crisi il concetto di coscienza come sede di contenuti universali, originari e comuni per ogni uomo. Nella storiografia, il termine Rinascimento designa il periodo storico e il movimento di pensiero fioriti in Italia e diffusisi nel resto dell’Europa nei secoli XV e XVI, caratterizzati dall’affermarsi di un nuovo ideale di vita e dal rifiorire degli studi e delle arti. Il termine “rinascimento” venne usato per la prima volta nel 1855 dallo storico francese J. Michelet, in riferimento alla “scoperta del mondo e dell’uomo” avvenuta nel XVI secolo, dopo il periodo buoi del medioevo. L'Umanesimo è un movimento culturale che si afferma in Italia nel 1400, cioè in un periodo storico in cui tutti i tentativi di creare uno Stato unitario (almeno nell'Italia centro- settentrionale) erano falliti; cinque Stati regionali avevano imposto a tutta la penisola una politica di equilibrio e di spartizione delle zone d'influenza (Milano, Venezia, Firenze, Roma e Napoli). Vi è la riscoperta del mondo classico greco-latino: la preoccupazione è quella di ristabilire l'esatto testo degli autori antichi, non più accettati nella lezione tradizionale medievale. Umanista non è solo lo studioso di retorica e di grammatica, ma un soggetto di "nuova umanità", cioè non solo nel senso che studia poesia, retorica, etica e politica (humanae litterae), senza più fare riferimento alla teologia scolastica, ma anche nel senso che lo studioso non è soggetto a una tradizionale autorità, essendo capace di autonomia critica e di senso storico, dovuto alla sua altissima cultura. Gli umanisti sono intellettuali al servizio di una corte signorile, sono ricercatori eruditi e collezionisti di codici antichi, studiati in maniera filologica, al fine di stabilirne l'autenticità, la provenienza, la storicità (ad es. Lorenzo Valla dimostrò che la Donazione di Costantino è un falso medievale dell'VIII sec. elaborato per giustificare le pretese temporali del papato). Alcuni metodi di critica testuale o filologica sono validi ancora oggi: ad es. il carattere disinteressato della ricerca, per "amore" della verità. Grazie a loro nascono le prime biblioteche (quella Malatestiana a Cesena è del 1447-52) e nuove figure professionali: mercante di codici, libraio, tipografo... Il fervido interesse per l’antichità si esprimeva nella ricerca dei manoscritti classici: i Dialoghi di Platone, le Storie di Erodoto e di Tucidide nonché le opere dei drammaturghi e dei poeti greci, furono riscoperti e pubblicati. Poiché gli intellettuali provenienti da Costantinopoli, dopo la conquista della città compiuta dai turchi, insegnarono a Firenze, a Ferrara e a Milano, lo studio del greco fiorì tra il XV e il XVI secolo. Gli studi umanistici vennero incoraggiati e sostenuti dalle famiglie dei Medici di Firenze, degli Este di Ferrara, degli Sforza di Milano, dei Gonzaga di Mantova e dei duchi di Urbino, dei nobili di Venezia e della Roma papale. Architetti e ingegneri passano dalla progettazione di singoli edifici a quella di intere città. Geografi e cartografi saranno di grandissimo aiuto ai navigatori e agli esploratori dei nuovi mondi (vedi ad es. l'uso della bussola e delle carte geografiche). Lo studio della geografia venne trasformato dalla nuova conoscenza favorita dalle esplorazioni extraeuropee, ma anche in seguito alla prima traduzione delle opere di Tolomeo (100-175 d.C.) e Strabone (58 a.C.- 21/25 d. C.). Il Rinascimento realizzò notevoli progressi nel campo della medicina e dell’anatomia, scienze per le quali venne redatta anche, a cavallo tra il XV e il XVI secolo, la prima traduzione delle opere di Ippocrate (460-377 a.C.) e Galeno (129-216 d.C. ). In campo tecnologico, l’invenzione della stampa a caratteri mobili nel XV secolo rivoluzionò la diffusione del sapere. La nuova invenzione rese possibile aumentare la quantità di libri in circolazione, aiutò a eliminare gli errori di trascrizione e trasformò lo sforzo intellettuale in un’attività di confronto e di scambio piuttosto che di elaborazione solitaria.
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