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Tra Umanesimo e Riforma, Sintesi del corso di Letteratura Inglese

parte storica, Utopia e More, Tyndale

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 05/07/2020

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4.4

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Scarica Tra Umanesimo e Riforma e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! TRA UMANESIMO E RIFORMA: LA FUCINA DELLA GRANDEZZA Il XVI secolo fu per l`Inghilterra il secolo più sconvolgente dopo la conquista normanna. Fu il secolo ricco di eventi cruciali, sia dal punto di vista politico, quello religioso, sociale, economico e letterario. Il Cinquecento fu l’inizio esplosivo di tutto: della sua identità nazionale, linguistica, della letteratura, politica, economia e della sua espansione mondiale. A partire dal 1558 I sovrani Tudor con la propria corte trasformarono gli svantaggi e vari rischi nella loro maggiore fortuna. Si trattava di raggiungere una indipendenza, di unificare isola attraverso il Galles, la Scozia e l’Irlanda. Fu così che Enrico VIII dichiarò l’Indipendenza della Corona inglese dalla Santa Sede e si proclamò il Capo Supremo della chiesa d’Inghilterra con un atto di Supremazia del 1534. Egli fece l’uso delle idee riformiste di Martin Lutero per appropriarsi delle ricchezze ecclesiastiche e per affermare il potere assoluto del suo regno. La Riforma in Inghilterra distrusse tradizioni e fece decollare un nuova cultura politica e letteraria. UTOPIA ‘Utopia” 1516 è una parola coniata sul suolo inglese da Thomas More. È il titolo della sua opera più nota, che vuol significare “non-luogo” o “luogo del bene”: “ou”=senza, “eù”=bene, “tòpos”=luogo: è il nome dell’isola visitata da Raphael Hythlodoeus in una località indefinita del Nuovo Mondo. Un’isola che contiene 54 città-stato, tutte magnifiche, identiche nella lingua, tradizioni, costumi e leggi. More qui stabilisce la sede di una Stato ideale dove non esistono proprietà privata, né denaro, dove la guerra è sconosciuta e tutti lavorano 6 ore al giorno, dove la famiglia condivide beni e figli con la comunità e non c’è posto per l’ambizione personale o il conflitto politico, ma le principali caratteristiche di Utopia sono uniformità, la giustizia, sane relazioni sociali e abbassamento dell’aggressività dell’io. Utopia serve a stanare i vizi del reale e rappresenta per lo stesso More quello che la società ideale dovrebbe essere. Nel primo dei 2 libri, il dialogo fra il troppo integro Raphael Hythlodoeus (dotto in nonsenso) e un raffinato Morus (matto), mette in luce i dubbi sul pericolo che l’abolizione della proprietà privata costituisce per il possesso interiore dell’individuo. Tale dialogo mette in scena il dilemma cruciale dell’umanesimo europeo: “può il sapere agire sulla prassi civile?” “può il sapiente avere un ruolo nella vita politica del suo paese?”, un dilemma che assume una forma concreta nel 1516 quando Enrico VIII offrì a More l’incarico di Lord Chancellor = la carica più importante del governo. Furono infatti proprio questi anni che segnarono il passaggio dal More umanista a More teologo e polemista. L’umanesimo che fu importato in Inghilterra dall’Italia, fu soprattutto grazie a William Grocyn e Thomas Linacre, grazie ai quali nell’università di Oxford furono inseriti lo studio della letteratura greca, della filosofia e delle scienze. Inoltre, c’è da precisare che, More fu il promotore del cristianesimo che avrebbe costituito un riferimento fondamentale per il futuro sviluppo della cultura laica e religiosa di tutta l’Europa. Quando Martin Lutero fu scomunicato, il programma di rivitalizzazione del cristianesimo da suo interno si era trasformato in un attacco dall’esterno. Lutero non rimase passivo e pubblicò “La prigionia di Babilonia”, un trattato in latino indirizzato a un clero colto in cui proponeva liberazione della spiritualità della Chiesa cattolica e respingeva la validità di tutti i sacramenti, tranne battesimo e l’eucarestia. Per Lutero, la grazia, salvezza nell’aldilà è concessa da Dio solo a un certo numero di eletti, indipendentemente dai meriti, la teoria, definita da Calvino, predestinazione. Quest’ultima prevedeva una distribuzione uguale a tutti gli individui della salvezza e toccava al singolo individuo farne buon uso. Per i cattolici invece, questa si guadagnava attraverso le opere buone. Le tesi che maggiormente interessavano More erano quelle di domandarsi se la volontà umana era libera e se l’uomo poteva scrivere il proprio destino. Egli, pur condividendo con Lutero la necessità di una riforma, temeva la disobbedienza civile e la frammentazione dell’Europa cristiana, poiché per egli l’unità del cristianesimo e il sistema giuridico garantiti dalla Chiesa cattolica andavano difesi a tutti i costi.
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