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Tracce svolte prova scritta TFA sostegno 2 grado, Appunti di TFA Sostegno

Tracce svolte su possibili argomenti generali. Esempi utili per prepararsi alla prova scritta. Alcuni argomenti sono stati ampiamente approfonditi in quanto molto generali. Argomenti più specifici sono in righe più ridotte (15 righi) Le tracce sviluppate da me mi hanno permesso di risultare idonea sesto ciclo. Lessico appropriato e ben strutturato.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 26/01/2023

Stellina_99
Stellina_99 🇮🇹

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Scarica Tracce svolte prova scritta TFA sostegno 2 grado e più Appunti in PDF di TFA Sostegno solo su Docsity! TRACCE SVOLTE PER PROVA SCRITTA. TFA SOSTEGNO 2 GRADO 1) INCLUSIONE ( in questa traccia si dà una definizione del termine inclusione. Facendo una sostanziale differenza con l’integrazione, viene inserito un excursus storico: in particolare si ripercorre la storia dell’inclusione facendo riferimento alle leggi e alla normativa scolastica) 2) FIGURA E RUOLO DELL’INSEGNANTE DI SOSTEGNO/ DI SECONDO GRADO (in questa traccia viene proposta la figura del docente nel secondo ciclo di istruzione) 3) TIC (la traccia mette in luce le potenzialità che possono offrire le nuove tecnologie; nuove pratiche e metodi utili per promuovere un apprendimento significativo) 4) SCUOLA E TERRITORIO (si evidenzia come la sinergia fra scuola e territorio risulti indispensabile per la costruzione di una cittadinanza attiva) 5) CITTADINANZA (vengono proposte attività che possono risultare efficaci per lo sviluppo di una leadership democratica) 6) GRUPPO, SCUOLA E SOCIALIZZAZIONE (in questa traccia si dà una definizione di gruppo e di eventuali scenari positivi che si possono attuare a scuola attraverso un’ottica collaborativa) 7) EDUCAZIONE INTERCULTURALE ( “il diverso” “lo straniero” richiede specifici interventi di riprogettazione, si evidenziano gli obiettivi di un educazione interculturale) 8) CREATIVITA’ E PENSIERO DIVERGENTE (definizione di creatività, possibili tecniche che si possono utilizzare in classe per promuovere spirito creativo) 9) SCUOLA- TERRITORIO- FAMIGLIA (si evidenzia l’importanza di una collaborazione fra le 3 diverse agenzie formative) 10) BULLISMO (traccia su un fenomeno attualissimo, possibili strategie di intervento) 11) INTELLIGENZA EMOTIVA ED EMPATIA (definizione empatia, come instaurare una relazione educativa di tipo empatico) 12) MOTIVAZIONE, AUTOEFFICACIA, APPRENDIMENTO (si individuano i diversi stili di apprendimento e stili cognitivi) 13) VALUTAZIONE (definizione della valutazione, errori che compie il docente in essa) 14) UDA (vengono definite le fasi di Unità didattica di apprendimento) 15) METACOGNIZIONE (definizione, esempi di attività da proporre a scuola) INCLUSIONE In riferimento al mondo della scuola, si tende ad usare i termini di integrazione e inclusione come sinonimi, in realtà l'integrazione è un concetto superato, faceva riferimento a un modello risalente agli anni 70 in cui si incentivava l'inserimento del disabile in una classe comune. Dal 2009, in seguito ad alcuni interventi normativi, si è passati al concetto di inclusione: non è l'alunno che deve integrarsi, ma è la scuola che deve includerlo, accoglierlo, rimodellando il suo stesso approccio didattico e valorizzando la diversità che diventa risorsa anche per il gruppo. L’inclusione non investe solo la sfera della didattica, ma anche quella psicopedagogica, antropologica e culturale, essa richiede un impegno faticoso, in cui la posta in gioco non è solo la convivenza di soggetti diversi l'uno dall'altro ma la progressiva capacità di intendersi e condividere progetti. Per parlare di inclusione è necessario il riconoscimento e il rispetto di attitudini personali, di storie e tradizioni. Ad una società liquida come diceva Bauman, segnata da una molteplicità di significati e dall'indebolimento di valori tradizionali (una società dell'incertezza e dell'individualismo), dovrebbe far riscontro una scuola che faccia riscoprire alle nuove generazioni il senso della memoria vale a dire quel patrimonio simbolico che costituisce un elemento integrante del tessuto e delle relazioni sociali, dunque la storia che serve per indirizzare il presente verso un futuro, caratterizzato da evoluzione ed apertura. Solo se siamo consapevoli della nostra storia, potremo accogliere altre storie collettive, ed altre esperienze culturali nella prospettiva della comprensione del diverso e della valorizzazione. Ciò richiede per i docenti un profondo cambiamento di stile di comportamento e una capacità di progettare percorsi formativi in stretta collaborazione con i responsabili dell'educazione: famiglie, territorio, enti locali, sviluppando una struttura formativa sistemica. La scuola diventa così il luogo in cui si fa riflessione critica su tutti gli stimoli provenienti dalle diverse agenzie formative presenti sul territorio, il luogo in cui si creano le basi motivazionali e strumentali per costruire un processo evolutivo continuo. L'integrazione scolastica degli alunni con disabilità è un processo avviato da oltre trent'anni, radicato nella scuola italiana e FIGURA E RUOLO DEL DOCENTE DI SOSTEGNO/ SECONDO GRADO Il ruolo del docente nel secondo ciclo di istruzione assume una funzione di guida, in quanto funge da ponte nel delicato passaggio dell'allievo tra il periodo dell'adolescenza e l'adultità, da quello di studente a futuro lavoratore. Egli deve pertanto possedere delle specifiche competenze psicopedagogiche e didattiche. Tra le competenze psicopedagogiche il docente deve: saper rapportarsi con gli allievi, empatizzare con il gruppo classe per realizzare una positiva comunicazione didattica, saper gestire le dinamiche e i conflitti che possono insorgere all'interno della classe. Lo sviluppo di questa competenza comporta che abbia una buona conoscenza dei processi cognitivi psico-fisici dello sviluppo cognitivo, affettivo dell'età evolutiva. Le competenze didattiche riguardano: saper suscitare curiosità, interesse e motivazione verso l'apprendimento delle singole discipline, saper realizzare percorsi didattiche attive, laboratoriali e per competenze, promuovere metacognizione, pensiero critico e riflessivo, sviluppare problem solving, promuovere creatività e pensiero divergente, promuovere abilità prosociali e di cittadinanza. Al di fuori della classe, deve possedere competenze di tipo tecnico-organizzativo e curare particolarmente la propria formazione continua nell'ottica del lifelong learning. Il docente di sostegno assume la contitolarità della sezione della classe in cui opera, partecipa alla programmazione educativa e didattica e all’ elaborazione e verifica delle attività dei consigli di classe e collegio dei docenti, si occupa delle attività educativo-didattiche attraverso l'attività di sostegno al fine di promuovere il processo di integrazione degli alunni con disabilità, offre la sua professionalità per dare un contributo a supporto della collegiale azione educativo didattica e valorizza la diversità dell'alunno considerata come risorsa. A livello relazionale cura i rapporti con le famiglie, collabora con la scuola in rete, in riferimento alla documentazione di sostegno partecipa alla redazione del profilo di funzionamento, fa parte del gruppo di lavoro operativo per l'inclusione, instaurando un rapporto di fiducia in una prospettiva di supporto di valorizzazione del potenziale dell'alunno. Le competenze dei docenti nella scuola secondaria di secondo grado, nel nuovo millennio sono legati alla sfida della complessità, alla necessità di individuare i saperi per l'educazione al futuro attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie emergenti. Il docente dovrebbe promuovere il carattere multidisciplinare della conoscenza, favorendo negli studenti il pensiero complesso, un pensiero aperto, multidimensionale, costruttivo, problematico in grado di fare i conti con l’ incertezza e la pluralità dell'esperienza in modo creativo e innovativo. Per insegnare il docente dovrà affrontare la sfida della modernizzazione del sistema educativo, sperimentando nuovi modelli di lezione che facilitano la condivisione di saperi e competenze. La curiosità, l'interesse e motivazione sono strettamente connessi alla tipologia di curricolo scolastico (i docenti dovrebbero promuovere tipologie didattiche che permettano non solo di acquisire conoscenze ma soprattutto abilità trasversali come migliorare il proprio metodo di studio, saper fronteggiare i problemi, utilizzare il pensiero strategico, dunque la scuola dovrebbe incoraggiare l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, che dia luogo a un miglioramento delle conoscenze, delle capacità e competenze in una prospettiva personale, civica sociale e occupazionale. Per risultare maggiormente attrattiva, la scuola dovrebbe guardare al di fuori di essa sapendo integrare gli apprendimenti formali con quelli non formali e informali. Per quanto riguarda la didattica, dovrebbe essere centrata sullo sviluppo delle competenze, in particolare quelle rintracciabili nel mondo del lavoro: si tratta delle competenze organizzative, gestionali, relazionali, comuni a tutti gli ambiti lavorativi. L'insegnante specializzato per le attività di sostegno è un mediatore, è un facilitatore dell'apprendimento che viene assegnato alla classe in cui è presente l'alunno con disabilità certificata, egli è un docente che ha effettuato un percorso formativo ad hoc che ha acquisito competenze pedagogico-didattiche e relazionali, finalizzate a rivelare i bisogni educativi specifici di tutti gli alunni, attuare le possibili risorse per l'inclusione, progettare, realizzare, monitorare e valutare percorsi formativi personalizzati o individualizzati, tutto ciò attraverso una lettura attenta del funzionamento globale di ciascuno sulla base dell’ICF. Come sostiene Andrea Canevaro: “il docente specializzato per il sostegno deve essere un'insegnante competente che permetta al contesto scolastico di essere competente, e non limiti e chiuda quindi la competenza la sua presenza ma la colleghi all'investimento strutturale dell'ambiente scolastico”. La società contemporanea è molto complessa, essa ha bisogno di flessibilità, dinamismo, retroattività, dialogicità ; in vista di tali cambiamenti i docenti dovrebbero discostarsi dalla didattica trasmissiva e poco dialogica che conduce a cercare una risposta predeterminata. TIC Nel corso degli ultimi decenni, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione si sono diffuse ed evolute molto rapidamente, trasformando profondamente il nostro modo di comunicare ed apprendere. Già dall'inizio degli anni 80, il computer è entrato a far parte delle tecnologie e degli strumenti didattici dei docenti della scuola pubblica, seguito da Internet nel corso degli anni 90, dalla LIM (la lavagna interattiva multimediale) dai tablet e dagli smartphone negli ultimi anni. Alla luce delle Indicazioni nazionali del 2012 e del 2018, la scuola italiana cerca di proporre ai propri studenti un approccio per competenze che superi la logica dell'insegnamento fondato sui contenuti disciplinari e si proponga di realizzare di percorsi formativi in cui tutti gli alunni possano sviluppare al massimo grado le proprie potenzialità. Tra le 8 competenze chiavi per l'apprendimento permanente definite nel 2006 dalla Commissione europea, vi è anche la competenza digitale, tale competenza consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le nuove tecnologie della società dell'informazione per il lavoro, tempo libero e comunicazione. La vera sfida della scuola italiana è quella di utilizzare le tecnologie disponibili per prendere la didattica quotidiana più inclusiva, efficace e multidimensionale possibile. Le nuove tecnologie possono rappresentare una risorsa per favorire l'apprendimento degli alunni, creare alleanze e relazioni positive tra genitori docenti e professionisti. Le TIC associate alla multimedialità (testo, suono e immagine) si realizza attraverso due direzioni: in forma di disciplina autonoma o come strumenti didattici interdisciplinari. rappresentano un'opportunità per la didattica, in particolare per la didattica speciale, in quanto esse introducono nuove modalità di organizzazione del pensiero: prevale l'uso della memoria di lavoro rispetto alla memoria a lungo termine, le informazioni attraverso gli ipertesti vengono combinate facendo leva sul pensiero analogico più che sul pensiero formare all'agire consapevole, portando l'identità in modo plurimo. Il recente documento Indicazioni nazionali e nuovi scenari del 2017 evidenzia come le indicazioni richiamano l'aspetto trasversale dell'insegnamento che coinvolge i comportamenti quotidiani delle persone in ogni ambito di vita. Vi è dunque una cittadinanza attiva, autonoma da costruire e la scuola in tale obiettivo ha un ruolo centrale. In una classe che presenti un significativo indice di svantaggio è importante attivare percorsi di cittadinanza in vista della formazione di adulti consapevoli e della prevenzione di comportamenti devianti. Una programmazione di questo tipo potrebbe coinvolgere diverse discipline con il supporto delle TIC, si possono attivare gruppi di ricerca in rete e organizzare gruppi di lavoro cooperativi, gli argomenti di partenza potrebbero riguardare le 8 competenze chiave essenziali alla convivenza democratica, Si potrebbe avviare una ricerca a partire dai principi fondamentali della costituzione o dai documenti sui diritti umani, il percorso può essere accompagnato da momenti di riflessione e condivisione al fine di confrontare opinioni e pareri e costruire la conoscenza in forma interattiva, con i docenti nel ruolo di facilitatori. GRUPPO, SCUOLA E SOCIALIZZAZIONE A partire dalla scuola primaria i gruppi si formano sulla base di norme più rigorose, il gruppo dei pari in questo modo assumerà la funzione dell'integrazione sociale. A scuola come in qualsiasi altra realtà è fondamentale un clima in cui si sviluppino una società serena e delle relazioni collaborative e costruttive. Le competenze sociali e relazionali hanno carattere trasversale, accompagnano tutte le attività e consentono di realizzare condivisione. Il gruppo favorisce lo sviluppo di abilità sociali e relazionali, le quali promuovono l'apprendimento poiché esse aiutano a migliorare il clima della classe, motivano gli studenti, consentono di mettere in atto strategie complesse di lavoro e facilitano in modo significativo lo sviluppo del pensiero critico. La comunicazione è il fondamento della vita sociale, essendo la base delle interazioni fra individui. tuttavia esistono degli ostacoli o barriere comunicative che rendono più difficile la trasmissione di messaggi, queste difficoltà si accentuano nel periodo dell'adolescenza, fase in cui i ragazzi mettono in discussione i modelli acquisiti e sono impegnati nella ricerca di identità. numerosi studi hanno dimostrato che la creazione di un'atmosfera socio affettiva e relazionale è una condizione essenziale per produrre un apprendimento significativo, un contributo fondamentale è stato fornito da Thomas Gordon e da Rogers che ha parlato di comunicazione assertiva e linguaggio-giraffa. Oltre a Rogers anche Gordon ha parlato di educatore come facilitatore: colui che attraverso l'empatia sostiene il processo di sviluppo, egli deve possedere due competenze: l'ascolto attivo che non consiste nel prestare attenzione ma porsi in ascolto per cercare di capire quali sono i bisogni dell'altro, dunque comporta una vera e propria connessione con l'altra persona; e la tecnica del messaggio io che consiste nel comunicare all'altro come ci si sente in una determinata circostanza. Il modello operativo che propone Gordon è fondato su procedure in grado di promuovere l'educazione alla pace, delle relazioni interpersonali collaborative; queste abilità possono strutturare forme di leadership democratica. La socializzazione è quel processo mediante il quale gli individui acquisiscono le conoscenze, abilità, sentimenti e comportamenti che li mettono in grado di partecipare attivamente alla vita sociale. La scuola si pone come agenzia di socializzazione e formazione dell'individuo, si trova ad affrontare una sfida complessa che non la vede più come in passato finalizzata a trasmettere conoscenze ma deve piuttosto insegnare ad apprendere, ad essere, a comprendere. EDUCAZIONE INTERCULTURALE La normativa sui BES inserisce nell'area dei bisogni educativi speciali alunni con svantaggio socio economico, linguistico e culturale, esse sono difficoltà non legate a disabilità ma hanno carattere transitorio. Tra gli obiettivi enunciati dalla legge 107/2015 si indicano “lo sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell'educazione interculturale e alla pace, Il rispetto delle differenze e il dialogo tra culture”. L'educazione alla convivenza interculturale deve pertanto coinvolgere tutti gli studenti provenienti da diverse culture e deve essere ricondotta all'acquisizione di valori, conoscenze e competenze necessari per la convivenza democratica. Un progetto didattico di educazione interculturale si pone gli obiettivi di: valorizzare la ricchezza e varietà di differenti culture, attivare processi di socializzazione, promuovere le lingue diffuse tra gli allievi, sviluppare un pensiero critico sui fenomeni relativi alla globalizzazione. La lingua ha valenza comunicativa pragmatica che consente di agire e traduce i mondi interiori. Nella progettazione delle attività didattiche è importante la predisposizione di ambienti e setting altamente inclusivi che possano consentire la partecipazione di tutti. Se nelle classi sono presenti alunni di recente immigrazione, sarà importante avviare un percorso intensivo di prima alfabetizzazione finalizzato all'acquisizione di un lessico funzionale all'orientamento e alla comunicazione. In questa fase possono essere necessari le metodologie di tipo collaborativo e cooperativo che stimolano il dialogo fra pari e la socializzazione, nelle fasi iniziali sarà necessario l'ausilio di immagini e rappresentazioni a supporto della didattica. In un secondo momento diventano prioritari gli obiettivi di lettura e scrittura, che possono consentire la comprensione(utili percorsi personalizzati: mappe, schemi, didattica laboratoriale). Agli inizi del 900 fu introdotto un paradigma per spiegare come gli stranieri si integrassero nella società: il paradigma assimilazionista, ma tradizionalmente vi sono due approcci; l'educazione multiculturale ed educazione interculturale, quella multiculturale usa apprendimenti delle altre culture per produrre accettazione e tolleranza, l'educazione interculturale si propone di andare oltre la passiva coesistenza per raggiungere un modo di vivere insieme attraverso l'arricchimento reciproco, comprensione, dialogo. si intende l'individuazione di un percorso di interazioni fra soggetti di diverse culture mirante a favorire il superamento del monoculturalismo, rispetta l'identità culturale dello studente, attraverso un'istruzione di qualità culturalmente appropriata, fornisce le conoscenze, atteggiamenti e capacità necessari per una partecipazione attiva, fornisce a tutti gli studenti conoscenze, abilità che consentano loro di contribuire alla solidarietà tra individui e gruppi. Secondo l'Unesco va vista come intenzionalità pedagogica. BULLISMO Secondo Winnicott l'aggressività è un impulso naturale, una pulsione sana che esiste sin dalla nascita e che deve essere incanalata verso la giusta direzione. Un esempio di dinamica relazionale che può innescare l'aggressività o impulsi antisociali è il bullismo. Il bullismo può essere diretto quando il rapporto coinvolge solo la vittima e il provocatore o indiretto quando il provocatore coinvolge altri individui appartenenti al medesimo contesto sociale, mirando così a isolare la vittima. Gli atti di prevaricazione sono intenzionali e mirati ad arrecare un danno fisico o psicologico, creando una situazione di potere a sfavore della vittima. Le conseguenze sono significative sul piano emotivo-relazionale. Nelle scuole viene prestata attenzione alla promozione di atteggiamenti prosociali e alla gestione dei conflitti. Nel 2015 il Miur ha emanato le Linee di orientamento per azioni di prevenzione e contrasto al bullismo e al cyberbullismo, quest'ultima fa riferimento alla legge del 2017 che definisce il cyberbullismo come forma di aggressione, ricatto, diffamazione, furto d'identità realizzata per via telematica, rientra in questo il revenger porn( furto d'identità sui social). Con l'evolversi delle tecnologie il bullismo ha assunto le forme più subdole e pericolose del cyberbullismo. Centrale è la figura del docente referente il quale deve avere competenze specifiche ovvero coordinare attività di prevenzione e contrasto al bullismo e cyberbullismo, diventando un interfaccia con le forze dell'ordine INTELLIGENZA EMOTIVA ED EMPATIA Cosa ci rende umani? Esiste qualcosa che possiamo ritenere carattere distintivo dell'uomo? L'empatia è il carattere distintivo dell'essere umano, essa è un'abilità sociale ed emotiva indispensabile per sentire e comprendere le emozioni, circostanze, pensieri e bisogni degli altri. Deriva dal greco e significa “guardare dentro la sofferenza”. Goleman che trae origine dagli studi sulle intelligenze multiple di Gardner nel suo libro “L'intelligenza emotiva” del 1995 sostiene che l'empatia nasce dall'intelligenza umana e va a costituire l'intelligenza emozionale: capacità di identificare, gestire, utilizzare e regolare le proprie e altrui emozioni. Secondo Mayer e Salovey e la capacità che hanno gli individui di monitorare le azioni proprie e quelle degli altri. L'impiego dell'empatia inizia a identificarsi nella fanciullezza perché il bambino uscito dalla fase egocentrica, inizia a mettersi nei panni degli altri. L'attitudine all'empatia riveste un ruolo indispensabile: protende verso comportamenti prosociali e cooperativi instaurando una relazione positiva. L'impiego dell'empatia risulta fondamentale nella relazione educativa e didattica: significa prestare massima attenzione a ciò che l'alunno vuole comunicare ed immedesimarsi nella situazione, al fine di instaurare una relazione educativa di tipo empatica è utile che il docente sviluppi capacità di autoanalisi di sé e del suo modo di porsi con gli allievi, di autovalutazione del proprio operato. Chi insegna è immerso in un articolato campo di intrecci relazionali. Bisogni, richieste esigenze alle quali non si riesce a dare risposte concrete è necessario richiamare l'approccio olistico (integrazione degli aspetti socio-cognitivi e affettivi dell'apprendimento) MOTIVAZIONE, AUTOEFFICACIA E APPRENDIMENTO Esistono molte definizioni di cosa sia uno stile cognitivo o stili di apprendimento. Per stile di apprendimento si intende l'approccio all'apprendimento preferito di una persona, il suo modo di percepire, elaborare, immagazzinare le informazioni. Per Boscolo lo stile cognitivo è la modalità di elaborazione dell'informazione che la persona adotta, lo stile di apprendimento denoterebbe l'insieme delle caratteristiche, atteggiamenti e inclinazioni individuali nel rapportarsi all'apprendimento, includendo le dimensioni cognitive affettive emotivo culturali e di socializzazione. Possiamo definire l'apprendimento come una modificazione del comportamento. Ausubel ha fornito contributi sulla qualità dell'apprendimento da parte degli studenti, parla di apprendimento significativo ovvero quel tipo di conoscenza che richiede la messa in campo di percorsi cognitivi complessi, le nuove informazioni vanno ad agganciarsi a esperienze pregresse, in questo il docente non deve limitarsi a trasferire i contenuti infatti può utilizzare attività efficaci come attività laboratoriali, esercizi di problem solving. Novak individua le mappe concettuali come lo strumento per generare l’ apprendimento significativo. Kolb afferma che l'apprendimento si realizza a seguito della teorizzazione dell'esperienza fatta (circolo dell'apprendimento esperienziale) egli ha individuato vari stili cognitivi: stile adattivo, divergente, convergente e assimilatore. Honey e Mumford hanno individuato quattro stili di apprendimento: attivista, riflessivo, teorico e pragmatico. Il docente in quest'ottica può aiutare a individuare il proprio metodo di studio, quello che consenta un apprendimento efficace, aiutando perciò a riconoscere il proprio stile d'apprendimento (visuale, verbale, non verbale, uditivo, cinestetico) che può condurre alla comprensione di strategie di selezione, elaborazione e organizzazione di contenuti. VALUTAZIONE Il concetto di valutazione ha subìto negli anni profondi cambiamenti e trasformazioni di significato. Oggi possiamo considerare la valutazione sotto il profilo pedagogico e amministrativo. Innanzitutto bisogna distinguere una valutazione diagnostica, formativa e sommativa. Diagnostica viene effettuata prima di intraprendere un nuovo processo di apprendimento, ed è finalizzata a rilevare la situazione iniziale degli allievi circa il grado di conoscenza e competenze già acquisite su cui fondare la programmazione. Quella formativa si compie in itinere per rilevare come gli alunni recepiscono le nuove conoscenze. Sommativa si effettua per rilevare le conoscenze alla fine dell'apprendimento, è un giudizio che attesta la padronanza e comprensione raggiunta. Un esempio di lavoro di monitoraggio-valutazione viene svolta dall'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione, che ha individuato nelle prove Invalsi una modalità per testare periodicamente i risultati degli apprendimenti raggiunti dagli studenti sul territorio nazionale, individuando punti di forza e debolezza del sistema scolastico italiano, in funzione degli obiettivi stabiliti a livello sovranazionale. Spesso ci sono dei rischi a cui può andare incontro un docente nella valutazione, questi rischi sono i cosiddetti bias valutativi uno dei più frequenti è l'errore di giudizio o l'effetto alone, quando ovvero si giudica un alunno che si presenta con un abbigliamento poco curato poco consono.
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