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Trama e commento: "La Ciociara", Appunti di Italiano

Trama e commento di "La Ciociara" di Alberto Moravia.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 10/06/2021

michimassa
michimassa 🇮🇹

4.1

(12)

18 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Trama e commento: "La Ciociara" e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! “La Ciociara” TRAMA “La Ciociara” è uno dei romanzi più celebri di Alberto Moravia. Ambientato a Roma e nella Ciociaria durante la seconda guerra mondiale, racconta delle vicende di una madre e una figlia e ci mostra gli avvenimenti del conflitto mondiale dalla loro prospettiva. Cesira, la protagonista, vive a Roma con la figlia Rosetta, una ragazza buona e molto religiosa. Le due gestiscono il negozio lasciato dal marito di Cesira dopo la sua morte, ma un giorno, a causa della carestia e dei bombardamenti, sono costrette a scappare per rifugiarsi nella Ciociaria. Qui trovano ospitalità presso una famiglia di contadini, che però si rivela ostile alle due donne, che quindi decidono di fuggire. Cesira si rivolge ad un suo conoscente, Tommasino, che le aiuta sotto pagamento e le porta a Sant'Eufemia, dove madre e figlia vivono con contadini e altri sfollati e inoltre fanno la conoscenza di Michele, un giovane intellettuale comunista, di cui Cesira si innamora. Nel villaggio si respira un generale entusiasmo per l'attesa dell'arrivo dell'esercito inglese. Si hanno finalmente notizie dello sbarco degli alleati ad Anzio, ma poco prima della Liberazione, Michele viene fatto prigioniero da un gruppo di soldati nazisti. Cesira e Rosetta sono entusiaste per l'imminente ritorno a Roma e si recano a Fondi, dove si accorgono che la situazione è più grave di quello che sembrava a Sant'Eufemia. Riescono a trovare un passaggio da un inglese per Vallecorsa, il paese natale di Cesira, ma quando arrivano il villaggio è deserto. Le due donne si rifugiano in una chiesa durante la notte, ma vengono sorprese da un gruppo di soldati marocchini alleati dei francesi, che le attaccano. Cesira perde i sensi e Rosetta viene brutalmente violentata; questo cambia radicalmente le due, soprattutto Rosetta. Successivamente trovano un passaggio per Fondi e qui apprendono della morte di Michele. Il racconto si conclude con la rinnovata speranza di normalità delle due protagoniste, di ritorno alla loro casa a Roma. COMMENTO “La Ciociara” è un libro molto interessante: parla di tematiche importanti, da una prospettiva, quella di Cesira, parecchio insolita, soprattutto per il periodo in cui Moravia è vissuto. Egli è riuscito con successo ad immedesimarsi nella protagonista: penso che il punto di vista di Cesira sia reso molto bene e che ci mostri la sua percezione del mondo e delle situazioni in cui si trova a trecentosessanta gradi. Nonostante ciò, non ho amato lo stile di scrittura dell'autore, perché non mi spronava ad andare avanti con la lettura. Non è un libro difficile da leggere in sé: la storia è abbastanza scorrevole e non sono usati molti termini complicati, ma, per qualche motivo, questo libro mi ha annoiata e angosciata allo stesso tempo. Personalmente non amo i libri con temi che riguardano cronaca reale, nonostante li trovi estremamente interessanti, poiché mi trasmettono molta angoscia. Infatti impiego sempre tanto tempo per leggere questo tipo di libri, perché inconsciamente so di non volerli leggere. Quindi questa non è stata esattamente una lettura di piacere, ma sicuramente una lettura interessante. I personaggi de “La Ciociara” mi sono piaciuti molto di più rispetto a quelli de “Gli Indifferenti”, dello stesso autore, poiché essi sembrano avere più dinamismo, più spirito. Soprattutto Cesira, che ha una grande forza interiore, nonostante tutte le difficoltà, e riesce addirittura ad avere ancora speranza nel futuro dopo tutti gli affanni passati. Ovviamente i due libri mostrano due situazioni completamente differenti, ma non penso che il carattere di Cesira sia dato esclusivamente dalla situazione in cui si trova: anche in un ambiente come quello de “Gli Indifferenti” Cesira sarebbe stata un personaggio forte. Lei è inoltre un personaggio molto consapevole, come dimostra la sua affermazione: “La guerra sconvolge tutto e, insieme con le cose che si vedono, ne distrugge tante altre che non si vedono eppure ci sono”, e questo penso che sia l'argomento principale di questo romanzo, quello che l'autore vuole comunicare ai suoi lettori: Moravia, attraverso il punto di vista di Cesira, vuole mostrare quelle cose che ci sono ma non si vedono. Con questo si intende: la fame, la paura, il senso di non appartenenza e di smarrimento che si ha essendo lontani dalla propria casa, l'angoscia di non sapere cosa porterà il giorno che viene, e tutti i malesseri che la popolazione civile deve affrontare durante una guerra di tale portata. Anche Michele è un personaggio molto interessante. Egli trasmette qualcosa di diverso rispetto agli altri personaggi del romanzo. Infatti tutti i personaggi sembrano essere realisti, ma anche speranzosi; Michele al contrario è molto idealista. Infatti quando tutti nel villaggio di Sant'Eufemia sono entusiasti per l'imminente arrivo dell'esercito inglese che li avrebbe liberati, Michele non sembra condividere il loro entusiasmo. Egli è l'ideale prosecuzione e maturazione del personaggio a lui omonimo de “Gli Indifferenti”. Anche il Michele del primo libro di Moravia era idealista, ma egli era anche troppo codardo per mettere in atto il suo ideale, perciò si lamentava della sua situazione senza però fare niente per cambiarla. Il Michele de “La Ciociara”, a differenza sua, è pronto a sacrificarsi e a morire per il suo ideale, come farà quando verrà catturato da un gruppo di soldati tedeschi e poi successivamente fucilato. La figura di Michele è l'unica forma di opposizione alla violenza della guerra che Moravia mette in scena nel romanzo, poiché tutti gli altri personaggi non hanno un ideale tanto forte come il suo: la loro preoccupazione principale è sopravvivere, anche con trucchi disonesti se necessario. Questa differenza tra Michele e il resto dei personaggi si nota benissimo nella scena in cui egli legge un passo del Vangelo su Lazzaro ai contadini e agli sfollati di Sant'Eufemia. Egli infatti si adira perché essi non sembravano comprendere il messaggio insito nel passo, cioè che “erano tutti morti in attesa della risurrezione come Lazzaro” esattamente
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