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Trama e commento: "La Storia", Appunti di Italiano

Trama e commento di "La Storia" di Elsa Morante.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 10/06/2021

michimassa
michimassa 🇮🇹

4.1

(12)

18 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Trama e commento: "La Storia" e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! “La Storia” RIASSUNTO Il romanzo “La Storia” di Elsa Morante, pubblicato nel 1974, si svolge tra il 1941 e il 1947 a Roma, devastata dalla guerra. Ida Ramundo è una maestra elementare vedova. Suo marito Alfio, un affarista, è morto di cancro, lasciandola da sola con il figlio Nino, in quanto aveva perso anche entrambi i genitori. La madre era ebrea e di conseguenza anche Ida e Nino avevano origini ebraiche, anche se erano stati battezzati per sicurezza. Questo era un segreto di famiglia, che Ida non rivela neanche a Nino, che lo scoprirà da sé. Un giorno Ida viene violentata da un giovane soldato tedesco e rimane incinta. Per nascondere la verità, Ida partorisce di nascosto e, tornata a casa dal figlio maggiore, dice di aver trovare Giuseppe, meglio conosciuto come Useppe, per strada, ma Nino non ci mette molto a capire che il bambino è suo fratello e lo accoglie a braccia aperte. Nino diventa un partigiano e la casa di Ida viene distrutta da un bombardamento, in cui muore anche il loro cane Blitz. Senzatetto, Ida e Useppe si rifugiano in un camerone per gli sfollati a Pietralata, dove Ida si sente più sicura circondata da altri sfollati. Si trasferiscono poi in una stanza della casa dei Marocco, una famiglia che Ida aveva trovato grazie ad una conoscenza. A guerra conclusa tornano a Roma, dove Useppe vede delle immagini della guerra in un giornale e inizia ad avere incubi e a parlare nel sonno. Quando le scuole riaprono Ida porta con sé Useppe, che però non si integra nell'ambiente scolastico. La madre è quindi costretta a lasciarlo con la nipote della portinaia. Useppe ha il suo primo attacco di epilessia, di cui soffriva anche la madre da bambina, e Nino muore in una lotta armata in cui è coinvolta anche la polizia. L'amico di Nino, che lo aveva aiutato ad entrare tra i partigiani, muore di overdose, e anche Useppe viene a mancare a causa di un altro attacco epilettico. Ida impazzisce dopo l'avvenimento e viene ricoverata in un ospedale psichiatrico, dove vive per altri nove anni. COMMENTO La lettura de “La Storia” di Elsa Morante è stata molto interessante e spunto di riflessione per me. L'autrice è stata molto abile nell'intrecciare la storia drammatica degli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale, con il punto di vista di una famiglia sfortuna qualunque, come lo erano molte famiglie in quegli anni. La Morante ci dà una percezione diversa di quegli avvenimenti tragici, descrivendo il terrore di una madre in relazione alla guerra, che incombe nella sua vita senza preavviso, ma allo stesso tempo fornisce riferimenti storici molto precisi. Infatti l'autrice scrive una cronologia dettagliata dei fatti storici per ogni anno di cui racconta. Per questo penso che il romanzo storico in questione abbia anche un valore educativo. La voce narrante è quella dell'autrice, un narratore onnisciente che descrive i fatti in ordine cronologico, inserendo talvolta delle analessi e delle digressioni, anche piuttosto sostanziose, perciò la fabula e l'intreccio non corrispondono. Tali digressioni, come ad esempio la lunga descrizione all'inizio del romanzo sul passato della famiglia di Ida, sono a mio parere un po' troppo estese. La Morante va molto nel dettaglio nelle sue digressione, quando invece penso che non ce ne sarebbe alcun bisogno, soprattutto quando sono a proposito di personaggi molto marginali. Secondo la mia opinione, uno dei pochi difetti di questo libro è la sua estensione: penso che essendo meno corposo potrebbe essere letto da più persone. Queste parti rendono il romanzo molto lungo, e inoltre fanno perdere di vista il filone principale del racconto. Nonostante questo, esse sono molto interessanti e fondamentali al fine del romanzo, penso soltanto che dovrebbero essere trattate per quello che sono, ovvero parti secondarie, non come un ulteriore racconto dentro la storia principale. Tra i personaggi che più mi sono piaciuti di questo libro c'è la protagonista, Ida. Un personaggio umile, timido ed ubbidiente, abituata sempre ad assecondare i desideri degli altri prima dei suoi, ma anche volenterosa e capace di grande forza d'animo nelle situazioni di difficoltà. Infatti, nonostante non sia nella sua indole, dimostra un grande coraggio durante tutto il racconto. È una donna piena di ansie e di paure, ed in questo assomiglia molto alla madre Nora: entrambe vivono nel terrore a causa delle loro origini ebraiche, terrore per qualcosa di cui non hanno alcun controllo. Questo in particolare mi ha fatto molto riflettere e mi ha fatto pensare come anche ai giorni nostri esistano gruppi di persone che provano ancora un sentimento simile a quello che si sono portate dietro per tutta la vita Ida e Nora. Nonostante tutti gli avvenimenti tragici della Seconda Guerra Mondiale, ci sono ancora persone che non comprendono il semplice concetto universale di “umanità”. Mi ha portato a chiedermi quante volte dovremo pentirci dei nostri errori prima di imparare la lezione. Anche Nino, primo figlio di Ida, è una vittima della storia. A causa del suo carattere volubile e della sua giovane età, compie molte scelte pericolose e sbagliate. Inoltre egli è uno dei tanti adolescenti a cui viene fatto il lavaggio del cervello da parte dei fascisti, che lo porta ad arruolarsi nell'esercito. Presto la sua ammirazione verso il fascismo si trasforma in disprezzo e diventa partigiano, ma alla fine si accorge di essere solo una pedina della storia e cerca di liberarsi, dichiarando apertamente che con la caduta del regime sono cambiati solo i capi e non la sostanza delle cose. Il piccolo Useppe è probabilmente il mio personaggio preferito, sia per gli occhi meravigliati e inconsapevoli con cui guarda il mondo crudele che lo circonda, sia per il dolore e la tenerezza che provoca il vedere quella stessa meraviglia trasformarsi in trauma. Useppe è un bambino arrivato da una violenza, ma è comunque una gioia per la piccola famiglia
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