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Trama LA CHIMERA di Sebastiano Vassalli, Guide, Progetti e Ricerche di Letteratura Italiana

Analisi personale della trama del romanzo storico di Sebastiano Vassalli 'La chimera', con rapidi cenni al contesto storio del Seicento ed estratti significativi e funzionali ai fini della corretta comprensione narrativa del libro. Analisi tratta dalla mia tesi di laurea triennale in Lettere.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2022/2023

In vendita dal 15/09/2023

LiciniaeSestiae36799
LiciniaeSestiae36799 🇮🇹

6 documenti

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Scarica Trama LA CHIMERA di Sebastiano Vassalli e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! TRAMA “LA CHIMERA” DI SEBASTIANO VASSALLI La Chimera è uno dei romanzi più celebri di Sebastiano Vassalli, pubblicato nel 1990 e vincitore del Premio Strega1. Il romanzo, ambientato nei dintorni della città di Novara, ben nota allo scrittore, deve il suo titolo sia in riferimento al Monte Rosa che assiste imperturbabile alle scellerate vicende umane che avvengono in pianura, sia alle “chimere”, cioè a quelle invenzioni fantasiose, senza basi di verità oggettiva ma, anzi, pregne di credenze soggettive, che caratterizzano sia gli uomini del Seicento ma, ovviamente, anche gli uomini del presente. Il titolo inoltre è anche un chiaro omaggio ad un componimento di Campana, Le coordinate temporali di questo viaggio vassalliano sono la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento. È infatti nel 1590 che una bambina viene ritrovata, il giorno di Sant’Antonio2, alle porte del convento di San Michele. Nulla si sa dei suoi genitori, né tanto meno delle sue origini, fatto sta che dal quel giorno ella prende il nome di Antonia Renata Giuditta Spagnolini: Antonia, perché qualunque fosse stato il giorno in cui realmente aveva visto la luce, era rinata (Renata) sopra il “torno” il 17 gennaio, Sant’Antonio; Giuditta, in ricordo della “bayla” che l’aveva salvata dalla morte per assideramento, e che s’era presa cura di lei; Spagnolini, infine, perché il colore nero dei suoi occhi e la pelle scura avevano fatto pensare ad una diretta discendenza da qualcuno dei non pochi ufficiali e soldati spagnoli che costituivano la guarnigione di Novara[…]3 La bambina dunque cresce, assieme alle altre esposte, in questo ambiente rigido e severamente religioso, diventando, al tempo stesso, sempre più bella. Accanto alla vicenda di Antonia, vengono narrate anche le vicende di altri personaggi, tra cui Carlo Bascapè, nuovo vescovo di Novara, allontanato da Roma per il suo eccessivo fermento religioso: I suoi programmi restavano immutati: anziché cambiare il mondo partendo da Roma lui lo avrebbe cambiato partendo da Novara […]4 Uno dei pochi momenti in cui gli sguardi di questi due personaggi si incrociano è durante l’arrivo e la presentazione del vescovo nel Convento di San Michele. Qui la piccola Antonia, incaricata di 1 Il Premio Strega è un premio letterario nato nel 1947 per essere assegnato, annualmente, all’autore di un libro pubblicato in Italia. 2Sant’Antonio Abate: 17 gennaio. 3 S. Vassalli, La chimera, BUR, Milano, 2020 (ed. or. 1990), pp. 13-14. 4 Ivi, p. 29. recitare una poesia di benvenuto, dopo essere stata incalzata e preparata in maniera eccessiva e ossessiva dalle suore, perde i sensi e sviene dinanzi al vescovo. La svolta della vita di Antonia arriva all’età di dieci anni, quando viene adottata da due contadini, Bartolo e Francesca Nidasio. Si trasferisce dunque in un paesino della Bassa, Zardino. […] e chissà mai cosa le passava per la testa vedendo per la prima volta le montagne riflesse e frantumate negli specchi delle risaie, e le lunghe file dei salici con i rami tagliati, e tutto il resto. Forse pensava ancora a San Michele e a ciò che le sue compagne stavano facendo in quel momento, a suor Clelia, a suor Leonarda, alla cagna Diana; forse cercava di prefigurarsi ciò che l’attendeva: chi può dirlo!5 Allo stesso tempo, il vescovo Bascapè ha ormai avviato il suo processo di purificazione del clero, i cui effetti arrivano anche a Zardino dove Don Michele (un prete anomalo e mago6), viene sostituito dal cattolicissimo quanto rigidissimo Don Teresio: Tanto per cominciare - annunciò Don Teresio - avrebbe liquidato tutte le attività dell’uomo che per anni aveva usurpato il nome e le funzioni di prete allevando “bigatti”, prestando denaro a usura, vendendo farmaci e unguenti per il corpo e compiendo ogni genere di azioni, indegne d’un vero prete. Citò i Vangeli: «La mia casa era la casa del Signore, e voi ne avete fatto una spelonca di ladri! Un vero prete» disse don Teresio, indicando se stesso «deve vivere, secondo dicono le scritture, delle elemosine e dei tributi dei fedeli».7 Tornando ad Antonia, crescendo diventerà sempre più bella e, se a questo aggiungiamo la sua carnagione scura, non dovremmo sorprenderci di come gli abitanti di Zardino inizino a nutrire sempre più diffidenza nei suoi confronti. Di lì a poco, ella diventerà, nei loro pensieri, la causa di tutti i mali, colei che, con i suoi malefici, causa incendi, blocca le piogge e provoca disgrazie: Sul finire di quello stesso inverno, nel villaggio di Zardino incominciarono anche a manifestarsi alcuni fatti prodigiosi, o strani, o semplicemente curiosi, che però tutti denotavano in modo inequivocabile - così, almeno, dissero le persone esperte - l’esistenza in paese di una strega, Animali che improvvisamente s’ammalavano di mali misteriosi, e stramazzavano a terra; bambine e donne che dalla sera alla mattina si ritrovavano senza più voce; segni indecifrabili che apparivano tracciati nella neve in alcuni punti dove questa s’era conservata intatta, senza impronte umane e senza tracce d’animali attorno […] Queste cose, ed altre ancora di cui poi si fece cenno nel corso 5 Ivi, p. 56. 6 Ivi, p. 62. 7 Ivi, pp. 119-120.
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