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trascrizione e traduzione del video "les routes de l'esclavage", Sbobinature di Storia Del Diritto

...trascrizione e traduzione del video "les routes de l'esclavage"

Tipologia: Sbobinature

2022/2023

Caricato il 14/05/2024

lucia-buscaglia-1
lucia-buscaglia-1 🇮🇹

Anteprima parziale del testo

Scarica trascrizione e traduzione del video "les routes de l'esclavage" e più Sbobinature in PDF di Storia Del Diritto solo su Docsity! Les routes de l’esclavage Le strade della schiavitù La storia di un mondo in cui la schiavitù ha disegnato i suoi territori e i suoi confini; un mondo dove la violenza, il dominio e il profitto hanno imposto il loro corso. Questo sistema criminale ha plasmato la nostra storia e fondato i più grandi imperi in tutto il mondo. All’epoca, prima del petrolio, gli schiavi erano la forza trainante dei nuovi imperi che si stavano creando. Nel XIV secolo, l'Europa si aprì al mondo, scoprendo di essere ai margini della zona commerciale più importante del pianeta: in quel momento lo spazio per la produzione di ricchezza è l'Africa. Questa mappa, l'atlante catalano, stuzzica l'appetito per la conquista degli europei. E’ un piccolo regno il primo ad attaccare la costa africana: il Portogallo, sulla sua scia emerge una nuova tratta di schiavitù. All'inizio, era un progetto portoghese. I portoghesi stavano uscendo dalle crociate dove avevano condotto una terribile guerra contro i musulmani nel sud. Parte dell'avventura africana era in realtà quella di proteggersi e forse anche di mantenere un vantaggio sui musulmani. Lisbona è la prima città del Portogallo e l'unica capitale europea situata sulla costa atlantica. Alla foce del Tajj, il monumento delle scoperte evoca la nostalgia di un tempo in cui i portoghesi pensavano a se stessi ovunque a casa. Scalfiti nella pietra, a 52 metri sopra il fiume, gli eroi del Portogallo, pionieri della conquista, dominano l'oceano che ha portato loro tanto prestigio e ricchezza. Al loro comando, il principe Enrico, noto come Enrico il Navigatore, architetto di un progetto pericoloso, apre sull'Oceano Atlantico una nuova rotta commerciale per aggirare i musulmani del Mediterraneo e andare a prendere l'oro dall'Africa. Questa figura mitica, grande principe cristiano portoghese, è stato presentato come qualcuno molto devoto. Nel XIV secolo i portoghesi riuscirono a buttare fuori gli arabi dal loro territorio. Il regno ha ora carta bianca per conquistare il mondo. Promettendogli oro e potere, Enrico il Navigatore convince tutta la nobiltà a seguirlo in questa avventura. Per sfidare l'Atlantico, l'oceano su cui nessun marinaio europeo aveva osato avventurarsi, il principe Enrico ha una macchina rivoluzionaria: le Caravelle, barche a vela ad alta tavola in grado di resistere alle tempeste in alto mare. 1434 I portoghesi tracciano la prima rotta marittima al largo dell'Africa, Capo Bojador, l'isola di Arguin, le isole di Capo Verde. Ogni chilometro percorso è una battaglia vinta contro i musulmani presenti su tutta la parte settentrionale del continente. Si tratta inizialmente di un'economia di razzie estremamente violenta dei portoghesi, che scendono dalle loro navi e, con l’arma in mano, si lanciano dietro le povere popolazioni di pescatori che vivono su queste coste africane, principalmente sulle coste della Mauritania, poi del Senegal, catturando dozzine per portarli a bordo di queste nuove navi, le Caravelle, per trasportarli in Europa. In un secolo, Lisbona è diventata la capitale più ricca d'Europa, molto più avanti di Parigi, Londra o Amsterdam: vasi della Cina, ceramiche dell'Indonesia, vetreria di Macao passavano tutti per Lisbona. La città ha glorificato a lungo i suoi grandi esploratori, ma si dimentica che la maggior parte di loro ha costruito le proprie fortune sulla tratta degli schiavi. Oggi, Lisbona si sta rinnovando. Dopo il monumento delle scoperte, i lavori di ristrutturazione si sono estesi al quartiere di Alfama. Man mano che la costruzione procede, le ricchezze della prima città del mondo salgono in superficie. Per caso, gli operai hanno scavato le fondamenta del vecchio porto commerciale, tra i detriti di porcellana provenienti da tutto il mondo, lo scheletro di una donna: i primi test del DNA hanno rivelato che si trattava di un prigioniero africano sepolto lì, anonimo. L'archeologia della schiavitù, disciplina recente, riesuma una storia a lungo silenziata: quella di milioni di africani che furono deportati in Europa tra il XV e il XVII secolo. Lo studio degli scheletri operato da studiosi di paleopatologia ha confermato che le condizioni di vita degli schiavi nelle piantagioni erano durissime. Sono ancora evidenti i segni dei traumi causati dalle fatiche e dalle sofferenze a cui venivano sottoposti. 1444 Tra Marocco e Mauritania, i mercenari del principe Enrico rapiscono civili disarmati. Deportati in Portogallo, questi primi prigionieri furono scaricati nel primo porto sulla via del ritorno, Lagos. Su questa spiaggia, una mattina di agosto del 1444, quasi 250 uomini, donne e bambini catturati sulla costa atlantica furono venduti al miglior offerente. Questa vendita è un evento, il primo bottino riportato nel paese dai conquistadores. Andarono alla ricerca dell'oro, ma in mancanza di questo, tornarono con degli schiavi. Tutto il Portogallo ne parlò. Il giorno dopo, l'8 agosto, a Zurara, molto presto la mattina a causa del caldo gli equipaggi iniziarono a preparare i canali e vi misero dentro i prigionieri per portarli dove era stato ordinato. Alcuni chinano la testa e i loro volti si bagnano di lacrime mentre si guardano; altri gemevano dolorosamente, alzavano gli occhi al cielo e fissavano e gridavano forte come se implorassero l'aiuto del Padre della natura; altri si colpivano la fronte con le mani; altri si lamentavano alla maniera di una canzone, secondo l'usanza del loro paese. E sebbene le parole della loro lingua non potessero essere comprese dalle lingue dei conquistatori, rivelavano il grado della loro tristezza. Ma il dolore aumentò ulteriormente quando apparvero presto coloro che erano incaricati della divisione e cominciarono a separarli gli uni dagli altri. Perché i gruppi fossero uguali, bisognava separare i figli dai loro genitori, le mogli dai loro mariti e i fratelli dai loro fratelli. Non si teneva conto dell'amicizia o della parentela, ognuno sarebbe capitato dove il destino avrebbe prevalso. Gli schiavi che vivono dai loro padroni sono integrati nella famiglia, considerati come membri della famiglia allargata sui quali si può contare, ai quali si dà il proprio cognome. Quindi potremmo dire che è una società che integra, ma in realtà esclude, perché integra come schiavi. All'inizio del XV secolo, la tratta di esseri umani era comune in tutto il Mediterraneo, in Portogallo, ma anche nel sud della Francia, in Spagna, in Italia o in Sicilia. La maggior parte dei prigionieri che circolano nel Mediterraneo provengono dai Balcani e passano attraverso i società congolese. Da questo momento, per la prima volta c’è una situazione di monopolio del territorio africano. I primi missionari arrivati in Congo si rapportano a questo nuovo sistema di baratto, ma la febbre dell’oro spinge i portoghesi a continuare la conquista. Capiscono che a Elmina ci sono le miniere d’oro di Akans. Per loro, il solo modo di procurarsi i minerali preziosi è di offrire ad Akans ciò di cui ha bisogno: gli schiavi che lavorano in miniera. Diventeranno così i “ne*rieri” di questo regno. «Elmina» significa «la mine» “la miniera”, luogo che chiamano anche “costa d’oro”. La produzione dell’oro a Elmina, che esiste da secoli in Africa dell’Ovest (che comprende la Guinea, il Mali e una parte del Senegal), era essenzialmente emigrata verso i giacimenti di Akans in Ghana. L’oro era considerato un valore sicuro e un segno di ricchezza. L’arrivo dei portoghesi cambia totalmente la situazione perché crea una connessione diretta tra Sao Tomé, le miniere di Akans e il regno del Congo. Prende luogo il primo commercio triangolare della storia, il sistema che fiorirà nelle americhe e che comincia ad essere sperimentato proprio in questa regione: le merci europee vengono scambiate con gli schiavi in Congo, e gli schiavi vengono barattati con l’oro a Elmina. Grazie a questo sistema di scambio, i portoghesi creano uno spazio commerciale autonomo. E’ a Sao Tomé che i portoghesi creeranno la prima piattaforma di trasporto massivo degli schiavi e che passeranno da un semplice commercio di schiavi all’invenzione di un sistema di produzione dalla redditività ineguagliata, le piantagioni di canne da zucchero. Con migliaia di prigionieri sbarcati su queste spiagge, Sao Tomé diventa un'isola esclusivamente dedicata alla produzione di zucchero, un laboratorio, il matrimonio dell’uomo nero con la canna da zucchero. Ciò ha anche permesso successivamente il trasferimento della produzione verso il Brasile e più tardi verso i Caraibi. Ogni anno i saotomesi rivivono in una festa questo primo matrimonio tra l'Africa e l'Europa. Per esorcizzarne la violenza, incarnano tutti i ruoli e indossano tutti i costumi di un tempo. Nella cerimonia si svolge una danza dove vittime e carnefici convivono, in quanto figli di un'identica famiglia. Il nome di tale corteo, Tchiloli, verrebbe dalla parola "tragedia". Tutti gli anni 4000 schiavi arrivavano su uno spazio molto ridotto, a quel tempo due terzi di quest’isola non erano ancora disboscati, né utilizzati per la coltivazione di canne da zucchero. Quando un commerciante andava ad abitarci, l’amministratore delegato del re gli assegnava terreno da poter essere coltivato. Il padrone comprava immediatamente tanti ne*ri con le loro rispettive ne*re quanto gli è necessario e non gli forniva niente. Non doveva preoccuparsi di procurare loro del cibo o dei vestiti, né di costruire rifugi, perché lo facevano da soli. C’era bisogno di schiavi perché al momento della raccolta li facevano lavorare anche 14 ore consecutive, fino a tarda notte, ed essendo stanchi, aumentava il rischio di farsi male: per la prima volta, possiamo parlare di una colonia nera, di una società schiavista e di un nuovo modello, un sistema globale. Tutt'oggi Sao Tomé sembra vivere in un tempo sospeso. La canna da zucchero è stata sostituita prima dal caffè, poi dal cacao. Gli operai agricoli continuano ad abitare le vecchie case un tempo riservate agli schiavi. Sbarcando sull’isola, i primi schiavi hanno portato con loro conoscenze tecniche della terra sotto i tropici e quando, nel XV secolo, i marinai sbarcavano a Sao Tomé, molti guardavano con curiosità le nuove pratiche messe in atto in quell'isola dell’altra parte del mondo. Ma nonostante le loro competenze, Sao Tomé rimane uno degli stati più poveri al mondo. 1500 La ricerca dell’oro era la priorità per i portoghesi, ma ormai sapevano che sarebbe fallito e la canna da zucchero avrebbe rimpiazzato il metallo prezioso. Dopo Cristoforo Colombo, Pedro Cabral, ingaggiato dal re del Portogallo, apre una nuova via marittima verso l’occidente. Il 23 aprile 1500, la nave di Pedro Cabral attracca un territorio sconosciuto. I Portoghesi di Sao Tomé avevano il compito non solo di cercare schiavi sulle coste del regno africano, ma anche di portarli a Sao Tomé. A partire dal 1516, inizieranno a portarli in Brasile, ma a Sao Tomé restava il monopolio delle forniture di schiavi in Brasile. 1516 Alla partenza da Sao Tomé, iniziano a imbarcarsi contingenti di prigionieri verso il Brasile e i Caraibi. Tra il regno del Congo, Sao Tomé, il Brasile e il Portogallo nascono le prime vie della tratta transatlantica. In Europa, ogni anno, arrivavano centinaia di schiavi portati dai Portoghesi. A Lisbona le aristocrazie nere e bianche vivono una vita egualitaria, condividono lingua e interessi e si arricchiscono entrambe grazie al commercio dello zucchero. Infatti, questa è soprattutto un'economia che sta in mano alle élite politiche e di mercato, siano esse società europee o società africane. E così, i sovrani iniziarono a collaborare con i portoghesi e alcuni si convertirono al cristianesimo e presero nomi portoghesi, mandarono i loro figli in Portogallo per essere latinizzati e studiare a Coimbra, nell'università portoghese. Quindi vediamo chiaramente élite che diventano élite predatorie. La tratta degli schiavi ormai riguarda solo i neri, ci sono solo schiavi africani in questa economia, ed è la principale fonte di reddito per la corona portoghese e per una parte delle élite portoghesi. Il Portogallo diventa uno stato che si basa sulle entrate estere, divora ricchezze che sembrano inesauribili: si sta chiaramente passando ad un'altra fase economica e storica. Per esempio, nel distretto di Belem, la costruzione del monastero di Jeronimos è finanziata con denaro proveniente dal commercio, dallo zucchero e dalle spezie. Lo splendore della sua architettura ricorda il tempo in cui Lisbona dominava il mondo e inondava le altre capitali europee con le sue merci. Con l'arrivo degli europei in Africa, la storia della schiavitù è entrata in una nuova dimensione. La tratta di esseri umani è confinata esclusivamente all'Africa equatoriale. E con i mezzi implementati, il numero di deportazioni ha raggiunto livelli senza precedenti. Non è paragonabile in termini di scala, perché la tratta degli schiavi islamici copre circa mille anni, mentre l'impatto è molto maggiore in un periodo di tempo più breve nelle Americhe. A Lisbona, la storia degli schiavi africani arrivati in Europa era caduta nell'oblio. Le tracce della loro presenza furono distrutte durante il terremoto del 1755, ma a pochi chilometri dalla capitale, un dipinto di un artista fiammingo, “La Fontana del Re”, raffigura Lisbona nel 1580. Questo dipinto mostra un quartiere ormai scomparso dove bianchi e neri ballavano insieme. Qui, sono raffigurate scene come quella di un uomo nero con le scarpe che fa indossare e allaccia le scarpe ad una donna bianca a piedi nudi; dei musicisti suonano per una coppia di amanti; un sacerdote cristiano. Incatenati o in abiti cerimoniali, gli africani portarono la loro ricchezza nel regno più piccolo d'Europa. Il dipinto raffigura immagini represse di un tempo in cui il matrimonio tra Africa e Portogallo ha reso Lisbona la prima capitale europea. Oggi, si stima che nell'Europa meridionale, Portogallo, Italia, Spagna e Provenza, tra il 50% e il 60% della popolazione avrebbe antenati africani. “Tra di noi È tempo di parlarsi Lavorare insieme Chiedersi chi ci fu prima e dopo Che le caravelle ci hanno deportato I neri negano il loro passato africano Perché credono a coloro che affermano Che non siamo stati nulla, non abbiamo costruito nulla, non abbiamo trasmesso nulla Negano ancora la presenza dei neri in Europa prima della tratta degli schiavi.” Domanda che tutti i ricercatori che lavorano sulla schiavitù hanno affrontato: cosa è successo ai neri in Europa? Ci sono persone che dicono: "Beh, i numeri non sono così importanti, quindi si sono mescolati nella popolazione e man mano sono scomparsi”. Ma è difficile che migliaia, o decine di migliaia, o centinaia di migliaia di uomini e donne scompaiono senza lasciare traccia e senza tramandare nulla alle generazioni successive. È per questo che gli storici, quando lavorano sugli archivi, trovano facilmente un antenato africano. D'altra parte, le persone a volte dimenticano o non vogliono evidenziare una parte della loro storia familiare. In questo periodo storico, i mercanti vanno a cercare gli schiavi nelle regioni vicine al regno. Le espulsioni si moltiplicano dappertutto e Luanda diventa uno degli incroci della tratta transatlantica e diventa, a partire dal 1590, il porto più importante per l'imbarco di africani per le Americhe. Approssimativamente il 23% di tutti gli africani è partito da quel luogo per andare in Brasile. In Congo il rapporto di uguaglianza tra africani e portoghesi si rovescia. Si stabilisce anche che un mercante dovrà introdurre 20.000 schiavi all'anno, dunque si firmano dei contratti su dei capi di schiavi. Si è passati a qualcosa di diverso dallo scambio: ora si è chiaramente in qualcosa di molto speculativo, dove le cifre si contano in migliaia e dove, più lontano, si conterà per gruppi di schiavi e in quel momento anche la terminologia
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