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Trascrizione video lezioni di kant di storia della filsofia., Sbobinature di Storia Della Filosofia

Le vie del trascendentale: da Kant all’idealismo post-kantiano.

Tipologia: Sbobinature

2015/2016

Caricato il 22/10/2016

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Scarica Trascrizione video lezioni di kant di storia della filsofia. e più Sbobinature in PDF di Storia Della Filosofia solo su Docsity! Trascrizione di Video lezione approfondimenti kant che chiede all’esame. Titolo della lezione “Le vie del trascendentale: da Kant all’idealismo post-kantiano” Argomento I: L’illuminismo tedesco: Kant e la “rivoluzione copernicana”. Argomento II: Struttura della Critica della ragion pura. Estetica trascendentale; Analitica trascendentale; Dialettica trascendentale. Argomento III: Dall’Io penso” di Kant all’ “Io puro” di Fichte Argomento IV: I fondamenti della libertà nel pensiero trascendentale di J.G. Fichte Kant nacque nel 1724 a Königsberg questa città portuale della Prussia. Oggi nell’attuale Russia Kaliningrad. Luogo dove c’è un centro kantiano. Non è una semplice nozione questa sua nascita, questa sua formazione al Collegium Fridericianum Königsberg Perchè? Perchè in questa città c’erano due correnti della spiritualità moderna e del pensiero filosofico medorno che si intrecciano e che danno luogo appunto ad una sintesi fondamentale. Così le grandi correnti di pensiero e di spiritualità sono il pietismo e l’illuminismo. Ecco Kant ha una formazione pietistica che significa? Il pietismo era un grande movimento religioso nato in seno alla riforma luterana. La madre di Kant era pietsta. Il pietismo era avverso a una religione di stato, il pietismo cioè era una religiosità tutta fondata sulla interiorità, tutta fondata quindi sulla intenzionalità etica. Questi aspetti del pietismo Kant si ricorderà anche nel lessico utilizzato dai pietisti il quale diede anche delle espressioni poetiche il conte conzinzerghe che studiano anche nella letteratura tedesca. Il pietismo sarà perciò presente in Kant quando parlerà della religione all’interno della semplice ragione. Un’opera kantiana del 1793 La religione all'interno dei limiti della sola ragione. Ecco Kant utilizzerà un lessico dal carattere di tipo pietistico. Lo stesso imperativo categorico che troviamo nella Critica della ragione pratica. Ecco l’etica del dovere per il dovere risente di questa religione dell’interiorità del carattere appunto tipica del pietismo. Tuttavia Kant all’università albertina trova come suo grande maestro Martin Knutzen matematico, esperto di fisca che lo introduce alla Scienza moderna a Newton fondamentalmente. Quindi Kant all’università si accosta alla cultura illuministica. Già la Prussia aveva conosciuto l’lluminismo grazie a Federico II il grande. Federico II era amico di Voltaire che ospita addiritura a Berlino nella villa di Sussi costruita da Federico II il grande. Che difese ideali illuministici come la tolleranza, la libertà di pensiero e anche Kant partecipa pienamente al cultura illuministica del suo tempo. Anzi diciamo con chiarezza Kant è il filosofo dell’illuminimso questo diciamolo senza reticenze. Kant è il filosofo dell’atunomia del soggetto, Kant è il filosofo che difende la libertà di espressione la cosìddetta libertà della penna. Kant è teorico e difensione dell’autonomia etica del soggetto, Kant è filosofo e difensorre di ogni libertà esteriore e libertà politica. Kant per intenderci è illuminista e liberale. Difensore dello stato di diritto. Nel 1784 Kant dà alle stampe un bellissimo pamphlet è chiarissimo. Il pamphlet si intitola Risposta domanda che cos’è l’illuminismo (Aufklärung in tedesco)? Le parole di questo testo come dice all’inizio sono emblematiche. Kant all’inzio di questo testo che cos’è l’illuminismo? L’Illuminismo è l’uscita dell’uomo da uno stato di minorità cioè l’uscita dall’uomo dal medioevo, dall’ubbidienza ceca all’utorità. Sapere Aude! questo è il motto dell’illuminismo. Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! Autonomia di giudizio. In ambito conoscitivo, in ambito etico, in ambito politico. Kant è filosofo della libertà, Kant filosofo dell’illuminismo. Partendo da questo sostrato di idee Kant da una parte relgiose e dall’altra politico e di libertà costruisce, tenta di edificare il suo sistema. Sistema Trascedentale. E poi spiegheremo il perchè e anche i termini per chiarezza. Il pensiero kantiano si articola intorno a 4 domande fondamentali. Queste 4 domande scadiscono tutto l’intinerario del pensiero kantiano. Kant queste 4 domande le formula già nelle pagine finali della Critica della region pura. Ecco le pagine di questa opera fondamentale del 1781 articolano queste 4 domande fondamentali: 1. Was kann ich lernen Che cosa posso conoscere? La conoscenza per Kant è l’elemento fondamentale prima di tutto del sistema filosofico. Quindi Kant a questo domanda Che cosa posso conoscere risponde soprattutto nella prima critica La Critica della region pura è un’opera di carattere teoretico, di carattere noseologico cioè conoscitivo. Kant in quest’opera tenta di rispondere alla domanda Come avviene la conoscenza umana? E a partire dalla risposta a questa domanda che cosa posso conoscere? 2. Rispondere alla domanda Che cosa l’uomo può conoscere? Quali sono le condizioni, i limiti possibilità di conoscenza del soggetto umano. 3. Arriva all’altra questione fondamentale Che cosa debbo fare? in maniera libera Quindi problema etico. Kant quindi si occupa del problema conoscitivo della Ragion Pura, del problema praitoc Critica della ragion pratica. 4. Che cosa posso sperare? La speranza allora diventa l’opera fondamentale del Kant che si occupa della teologia e dell’aspetto religioso. La religione entro i limiti della sola ragione tale è il titolo di un’opera kantiana. Tuttavia sono queste le domande fondamentali che articolano il sistem filosofico kantiano. Si racchiudono queste 4 domande nella questione basilare dell’illuminismo Aufklärung. Che cosa è l’uomo? Il problema antropologico racchiude tutte e tre queste domande. Ora facciamo la spiegazione di come si articola la prima Critica della ragion pura Ove Kant tenta a rispondere a Come l’uomo conosce? Quesa è un opera di carattere illuminista perché? Perchè in quest’opera la ragione diventa giudice di se stessa. Dice Kant nell’intoduzione bisogna istituire un tribunale della ragione. La ragione umana giudica se stessa e ciò che può conoscere in maniera scientifica. La risposta di Kant sarà questa anticipiamola la fisica è una conoscenza scientifica, la matematica è una conoscenza scientifica; invece tutto l’ambito del metafisico cioè tutti quegli oggetti di pensiero che vanno metà fisica oltre le cose la fisiche cioè l’esistenza di Dio, l’immortalità dell’anima, la libertà umana non sono oggetto di conoscenza scientifica, vanno al di là dei nostri limiti conoscitivi. Kant è il filosofo dei limiti della ragione umana. E vediamo perchè? Se nel mondo greco classico e medioevale il primato è dato all’essere nel mondo moderno il primato è dato dal pensiero, alpensiero umano, alla pura ragione. Questo lo vediamo appunto definendo il concetto di trascedentale. Vediamo il nuovo significato che Kant dà al concetto di trascedentale. Trascendatale dice Kant indica ogni conoscenza umana in quanto questa deve essere possibile a priori. In Kant trascendentale è sinonimo di apriori, di universale. La sfera del trascedentale per Kant sono le 12 categorie dell’intelletto. Eccon noi abbiamo nella nostra mente 12 concetti fondamentali che sono a priori, cioè che non derivano dall’esperienza sensibile e tramite i quali appunto noi articoliamo il sensibile. Ecco perchè rivoluzione coopernicana. L’io per Kant è come il sole per Copernico illumina tutto il resto, illumina tutto il sistema dei pianeti. E i passi fondamentali dove Kant ci parla di questa sua rivoluzione coopernicana e di questo suo fondamentale soggettivismo ecco è il paragrafo 16 della Critica della ragion pura. E‘ il paragrafo dal titolo Unità originaria dell’appercezione. Leggo solamente la prima frase <<L’io penso deve poter accomopagnare tutte le mie rappresentazioni>>. Per Kant la conoscenza è forstellung cioè letteralmente un porsi innamzi il mondo dell’esperienza e un articolarlo secondo le 12 categorie. Ecco perchè in Kant c’è la rivoluzione copernicana, ecco perchè in Kant l’io penso diventa il legislatore dell’intero sistema dell’esperienza. L’io penso dice Kant è una spontaneità originaria è un’autocoscienza origirnaria. Ecco dice a un certo punto orma Kant come fa a rendersi conto di tutto questo? Perchè l’io penso è il pensiero che prende ad oggetto se stesso e poi in seconda battuta il suo rapporto con l’essere. E dice Kant <<l’io penso è il punto più alto al quale dice si deve legare tutto l’uso dell’intelletto, tutta la logica stessa. E dopo di questa tutta la filosofia trascedentale, anzi questa facoltà è lo stesso intelletto>>. Ricapitoliamo brevemente: Per Kant la conoscenza ha due fonti, due radici: la sensibilità a posteriori e l’intelletto a priori. La conoscenza per Kant scaturisce da una sintesi cioè un mettere insieme le intuizioni sensibili con le categorie pure dell’intelletto. Ecco perché secondo Kant quello che ci dà fondamentalmente la conoscenza che ci portà naturalmente novità sono i giudizi sintetici a priori articolati dall’io penso. L’io penso che è la categoria logica suprema. Rivoluzione copernicana l’io che diventa il legislatore autonomo dell’esperienza. Kant è quel Kant illuminista, è quel Kant che analizza quei limiti e le concrete possibilità della conoscenza umana. Domande, osservazioni, richieste di chiarimento: Sofia vanni rovighi introduzione allo studio di kant editrice la scuola di Brescia. Chiarimento sullo schematismo trascedentale? E‘ il cuore del kantismo, è la dove Kant spiega come concretamente avviene l’applicazione delle categorie a priori alle intuizioni dei sensi in generale. Lo schema che cos’è? E la funzione intermediaria tra un intelletto che è a priori e l’intuizioni sensibili che sono a posteriori. Che significa questo? Dice Kant queste due facoltà cioè l’intuizioni sensibili il mondo dell’estetica e il mondo dell’intelletto sarebbero come due realtà distinte e separate incomunicabili. Allora questo è il problema del ponte. Il ponte tra queste due realtà distinte e separate. Kant si pone come risolvere questo problema del ponte. Kant introduce una facoltà dice che è anfibia cioè è sia a priori che posteriori, che è sia empirica sia trascedentale. E questa è lo schema. Lo schema trascedentale quindi è a priori e a posteriori ad un tempo. Però secondo Kant e qua viene il problema difficile che cos’è questo schemtismo trascedentale? Questo è uno dei punti deboli del kantismo teoretico perché leggo da Kant<< lo schematismo afferma Kant è un’arte oscura calata nel profondo nell’anima umana e di cui il vero maneggio cioè come realmente funziona difficilmente noi comprenderemmo“. Cioè questo è uno dei punti deboli del kantismo cioè Kant cerca di spiegare come avviene tutta la conoscenza umana, questo none della priori con la posteriori introduce la dottrina dello schematismo. E‘ letto nel capito della Ragion pura dello schematismo <<lo schematismo è un’zpplicazione della categorie a priori alle intuizioni sensibili tramite lo schema>>. Questo schema dice Kant è il prodotto della nostra immaginazione produttiva. Ecco c’è una produttività dell’io penso. L’io penso produce il mondo della nostra esperienza, coordina il mondo dell’esperienza. L’immaginazione per Kant è quella che produce lo schema trascedentale, ma come questo in concreto avviene Kant non ce lo spiega. Ecco perchè la lezione di oggi si intitola da Kant ai post-kantiani. Per intenderci salvo Hume, Fichte tenteranno di spiegare come questo punto centrale dello schematismo trascedentale che Kant lascia insoluto. Questo schematismo trascedentale dice Kant giace nel profondo dell’anima umana, ma il vero maneggio cioè come realmente funziona noi difficilmente lo comprenderemmo è il punto sucro, è il punto debole, è il tallone d’Achille del pensiero kantiano. Quindi lo schematismo trascedentale è il cuore del kantismo ma è anche il punto debole se vogliamo dinnanzia al quale lo stesso Kant si ritira è una spontaneità originale. Io penso e quindi l’articolazione dello schematismo dice Kant è il frutto di una spontaneità conoscitiva originaria, ma in ultima analisi è un qualcosa di inspiegabile in sé. L‘ interessante di Kant è che nella sua posizione tenta di spiegare secondo le parole kantiane l’idea di Kant è di stabilire l’isolotto della conoscenza umana cioè noi possiamo conoscere in maniera certa e indubitabile. L’isolotto della conoscenza umana al dì là del quale c’è l’oceano del nomenico. L’oceano cioè tutti quegli aspetti che noi non possiamo conoscere. L’immagine kantiana è di stabilire i limiti della conoscenza umana, le sue concrete posizioni di possibilità. Ecco allora che Kant introduce una distinzione fondamentale che può davanti a Kant avere dei fraintendimenti. Cioè la distinzione tra fenomeno e noumeno. Che cos’è il fenomeno? Il fenomeno è la realtà concreta che noi possiamo conoscere tramite i giudizi sintetici a priori. Quindi il mondo fenomenico è il mondo di cui ci parla Newton, è il mondo come noi possiamo conoscere della scienza. È l’isolotto della consocenza umana; il noumeno invece dal greco noúmenon pensare, e tutto ciò che è pensabile, ma che non è oggetto di esperienza sensibile, tutto ciò che non è oggetto di esperienza sensibile ecco non è oggetto di scienza, ecco non possiamo conoscerlo. Afferma Kant in latino in maniera chiarissima scientia numerorum non dabis dei numeri non si dà di una conoscenza. Che cosa sono questi numeni? I numeni dice Kant sono le idee della ragione. Dicevamo prima Kant fa una tripartizione architettonica delle facoltà della scienza umana: sensibilità, intelletto, ragione. La ragione che cos’è per Kant? La definisce l’organo dell’incodizionato cioè la ragione umana che è al disopra dell’inttelletto contiene delle idee che appartenevano all’ambito della metafisica, ma che di per sé sono inconoscibili. In primo luogo l’idea di Dio, l’idea dell’anima umana immortale, l’idea di mondo inteso come totalità dei fenomeni e connessi a questo l’idea della libertà. Quindi de noumeni delle realtà metafisiche Dio, l’anima umana immortale, la libertà la metafisica non è possibile come scienza. Questo è il dettato kantiano. Per intenderci nei passi in cui Kant parla della dialettica trascedentale dove analizza l’uso delle idee della ragione Dio, l’anima e il mondo inteso come totalità ci dice appunto che la metafisica classica e le stesse idee per dimostrare l’esistenza di Dio, per intenderci le 5 vie di cui parlava Tommaso D’aquino, le 5 vie di cui parlava la Summa teologica non sono percorribili cioè non sono oggetto di scienza, le dimsotrazioni razionali per dimsotrare l’essitenza di Dio non sono oggetto di scienza. Per Kant Dio non può essere conosciuto perchè manca l’esperienza sensibile. Se manca l’esperienza sensibile e universale e necessaria siamo al dì là del discorso scientifico. Però c’è da dire subito questo ciò che Kant elimina dalla conoscenza sesnbile è il mondo del noumenico questo non è detto che è privo di valore tutt’altro. Ecco arriviamo allora a un’espressione kantiana ho indebolito il sapere per far posto alla fede. Cioè per Kant le idee della metafisica non sono oggetto di scienza, ma possono essere oggetto invece di una fede morale. Ecco perchè Kant ci parla di un primato della ragione pratica. E tutto questo tema del pratico, ecco questo primato della fede morale nell’inconoscibile dal punto di vista scientifico cioè Dio nell’anima umana negli oggetti della religione ecco. Però Kant sviluppa tutto questo tema nella seconda critica La critica della ragion pratica. E su questo fra breve ci soffermeremo. (contesto storico, politico, culturale, vita opere, l’idea di fondo) Un filosofo francese dice ogni sistema filosofico nasce da un sistema di fondo, un’idea di fonda a partire dalla quale si articola tutto il sistema. E così anche possiamo dire che anche in Kant c’è un’intuizione di fondo che articola il tutto, questa intuizione di fondo è il trascedentale. In Paltone era la teoria delle idee. In Aristotele era appunto l’usia l’idea della sostanza come metafisica che articolava tutto il suo discorso a carattere ontologico e matafisico. In Spinoza era l’idea di sostanza come natura, in Leibniz l’idea di sostanza nella monache. Ecco in Kant l’idea di fondo che articola tutto è il trascedentale e il nuovo senso che Kant dà al termine trascedentale. Mentre nel mondo classico e medioevale Kant di queste cose c’è ne parla nel paragrafo 12 della Critica ragione pura. Ecco perché afferma Kant ho limitato il sapere lui disse la conoscenza scientifica per far posto alla fede, alla fede etica. Dio scaccito dalla conoscenza ritorna però nell’etica come postulato pratico, come sommo legislatore. Nella mia autonomia ecco la morale di Kant. L’uomo morale è autonomo. Imperativo categorico. Tuttavia nella mai autonomia dice Kant devo moralmetne ammettere l’esistenza di un sommo legislatore che assicuri alla virtù l’eterna felicità. Felicità e virtù post-mortem ossia dopo la morte cioè nella vita eterna. Ecco perchè i tre postulati della Ragion pratica c’è l’immorataltià dell’animo umano e l’esistenza di Dio come sommo bene, come sommo legislatore. Come regno appunto nel quale analizza virtuosa corrisponderà anche l’eterna felicità che in questa terra purtroppo dice Kant è assente. Abbiamo cercato di spiegare come Kant elabora il suo primato della Ragion pratica, primato pratico sul teoretico. E ci staimo chiarendo in un’espressione anche riportata bella tomba di Immanuel Kant c’è scritto due cose non stupiranno mai il meravigliabile, cioè il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me. Due cose non mi meravigliarmi, di stupirmi cioè il cielo stellato sopra di me ciò che posso conoscere il mondo della scienza, invece l’altra cosa che non necesserà ma di stupirmi è la vertiggine della mia propria libertà, della mia autonomia, che è la ragion d‘essere della mia moralità. Ecco a questo punto si crea un altro dei celibri dualismi kantiani, non della conoscenza, limiti della conoscenza, mondo dell’etica, libertà, ma però è fondata sulla realtà nomenica di riconoscibile come quella della libertà. Per Kant la libertà è un patto con il originale, dice Kant libertà è fondamentale perché se non fossimo liberi non saremmo esseri morali. Per Kant gli animali non sono liberi ecco non posseggono questa facoltà, esercitano una spontaneità ma non una libertà di ciò che è bene e di ciò che è male. Ecco per Kant la libertà è un fatto numenico appunto un fondamento di una razionalità. Kant egli elabora una teologia razionale, in che senso? Kant è contrario a una teologia razionale, Kant è contrario alle 5 vie di San Tommaso, Kant è contrario alla scolastica medieovale cioè quel progetto di dimostrare razionalmente l’esistenza di Dio. L’esistenza di Dio non si dimostra per via razionale o meglio per via teoretica, per via conoscitiva, Kant rimane in questo agnostico cioè sospende il giudizio. Dal punto di vista della conoscenza Dio non è conoscibile perché manca l’esperienza sensibile, però Dio è ammissibile in sede etica. E qui ecco una distinzione tra una reagione teoretica e una ragione etica. Kant se vogliamo è contrario a una teologia razionale una scienza, ma è invece favorevole a una teologia morale. Ecco ciò che noi non possiamo conoscere, ma noi lo possiamo ammettere postulare dal punto di vista etico. Ecco perché Kant è contrario ad una teologia razionale, ma è favorevole invece a delle dimostrazioni dell’esistenza di Dio dal punto di vista pratico. Ecco perché Kant elabora un primato della Ragion pratica. Diciamo anche che Kant invita a pranzo l‘amico di un benedettino Maters illors, il quale abbe alcun scambio epistolare. E chiaramente c’è stato dunque un kantismo etico che diventa addiritura difesa ed esempio della spiritualità tipicamente cristiana, cioè Kant stesso è stato favorevole a una fede razionale. Ecco Kant è teorico dei limiti della conoscienza umana, ma c’è una conoscenza ulteriore una conoscenza etica, non una ragione amativa, quello che Pascal definiva Ord luter.In questo caso Kant è pascaliano. Perché? Perché c’è stata tutta una letteratura che ha uniti e nel profondo in questo caso fra Kant e Pascal cioè ciò che è conoscibile dal punto di vista come se conoscessimo gli oggetti della scienza, però è ammissibile secondo l’Ord luter secondo l’ordine del cuore. Dio sensibile al cuore e non alla ragione. Diceva Pascal che Kant ci torna sopra coeur, l'éthique, la morale a ses raisons que la raison ne connaît cioè il cuore, l’etica, la morale ha le sue ragioni che la ragione conosce. Ecco Kant è illuminista ma rimane pietista. Kant è teorico dei limiti della ragione rigoroso, però Kant anche rimane romantico. E la Critica del giudizio e la tera critica che kant scrisse nel 1790 tenta appunto di articolare una romantica, una bisogna romantica, ritorna di elementi di una fede romantica. E Kant nel parte finale della Critica del giudizio afferma <<questa senza l’uomo che le dà un senso che le dà significato non sarebbe che una landa oscura. E ancora di più bisogna ammettere per via orale, per via telologica appunto finalistica che esiste un sommo legislatore che è creatore di tutto questo nostro mondo per bene fiesca>>. Quindi Kant è teorico dei limiti della ragione, Kant è illuminista, ma Kan è anche romantico. Kant cioè è illuminista ma anche fideista. E‘ questo il Kant che emerge molto bene nella letturatura di due grandi autori italiani come Armando Rigobello Kant nei limiti del trascendentale in Kant un’opera del 63 e il Kant che invece è analizzato anche da Dario Antiseri cioè il Kant fideista, il Kant teorico primato della Ragion pratica. Il kant che si dichiara direttamente alla lezione pascaliana l’etica ha le sue ragioni che le ragioni non conosce Kant ha tentato di elaborare un sistema organico della conoscenza umana. Ma abbiamo visto come che ci sono dei punti grazie ai quali Kant che si arresta, grazie ai quali il sistema kantiano di tutto deve organizzare un sistema che rispondesse nel reale nella sua interezza, ma poi non vi riesce poiché ci sono dei punti che rimangono incompiuti. Ecco il dualismo kantiano cioè il dualismo tra estetica e intelletto, il dualismo tra fenomeno e numeno, il dualismo ancora più fondamentale e incisivo tra il mondo della fisica il cielo che ci descrive Newton ecco e il mondo della morale la libertà. Dalla risoluzione delle aporie cioè del discorso lasciato incompiuto del kantismo avrà origine tutto il grande movimento di idee noto come Idealismo trascendentale post-kantiano. Gli autori che dibattono sulle aporie del kantismo sono molti si parla dunque in Germania morto Kant nel 1804. Si è potuto ex epoca kantiana di rielaborazioni a partire dal feticismo. Una miriade di autori anche da studiare ad esempio nelle nostre tesi di laurea che ci sono moltissimi test da tradurre, da scoprire. Kant è tutto tradotto è chiaro. Però ci sono tutti questi autori minori per esempio Leonard laino come per esempio Schulderz come per esempio di origine ebraica Shiloh Maine un giovane che andava a casa di Kant che scrisse nel 1890 un avant-goût de la philosophie transcendantale un saggio della filosofia trascendentale non ancora tradotto in italiano ad esempio dice tutto la ricerca. Fichte Invece ecco è stata completata l’opera Omnia la Critica di Santos Gabbia di Fichte e grazie all’opera del filosofo contemporaneo del 1900 Rainald Lauth possiamo leggere tutta l’opera di Fichte. Un’opera completa, anche gli scritti non pubblicati da Fichte in vita in tedesco. Molte cose non sono tradotte in italiano. Quindi c’è tutto veramente una ricerca. Tra breve veniamo al pensiero fichtiano, quindi a come Fichte con la sua dottrina della scienza ha elaborato cercando di portare a compimento le aporie del sistema kantiano. Per presentare il pensiero fichtiano mi permetto di fare riferimento anche ad un mio lavoro fatto a Monaco di Baviera presso l’Accademia bavariera delle scienze anche sotto la guida e il consiglio di Rainald Lauth. Ecco diciamo questo negli ultimi decenni vi è stato un rinnovamento degli studi sul pensiero classico tedesco. Parliamo di autori dio testi che c’è ancora oggi appunto ricerca. Nel 1962 Rainal Lauth a Monaco di Baviera ha iniziato un’edizione critica l’Opera Omnia delle edizioni di Fichte di questo autore che fino ad allora era spesso frainteso. E quest’opera Omnia è terminata nel 2012 in 42 volumi. Vediamo allora quest’opera decennale ecco nel 62 e 64 la vediamo arrivare nel 2012. Ora chi vuole leggere Fichte lo leggere tutto. Tutto ciò che ha scritto Fichte è stato anche ... anche altre opere che arrivano essere inedite tutto adesso è leggibile in tedesco. Non tutto però è certamente tradotto. E questo ha portato un rinnovamento ad una nuova interpretazione veramente del sistema fichtiano. Una volta Fichte può essere letto nella sua interezza. Fino a qualche decennio orsono di Fichte era conosciuto soprattutto presso il Fichte popolare che la volgata conosceva Fichte soprattutto per i suoi discorsi alla nazione tedesca. E putroppo tantè ebbero durante il Terzo Reich durante appunto l’età hitleriana. E quindi Fichte era filosofo del nazionalismo tedesco. Purtro Fichte è stato visto anche negli studiosi il Fichte politico. kopler e Neiche hanno visto che i discorsi della nazione tedesca vanno contestualizzati. Il giovanissimo Fichte è fin dalla prima ora filosofo della libertà, filosofo che si entusiama della Rivoluzione Francese. Il giovane Fichte è Gicobino e tale rimarrà anche quando scrive I discorsi alla nazione tedesca opera del 1807. Discorsi tenuti appunto a Berlino durante l’occupazione napoleonica. La Berlino occupata dalle truppe napoleoniche. Quindi lo stoicismo di Fichte il suo estremo nazionalismo si spiega per cause occasionali cioè la Germania occupata dalle truppe francesi. Però I discorsi alla nazione tedesca vanno letti all’interno di tutta la sua filosofia della libertà e e li teorizza la riscossa dell’Europa. Fichte è un filosofo che voleva euperista anche li per dovere agli Stati Uniti d’Europa. Ecco questo l’ha messo in evidenza il compianto Professor Nicolau Verde Filosofo che voleva l’unità degli Stati Uniti d’Europa con una guida spirituale della Germania perché la Germania era patria della libertà, della libertà anche religiosa grazie a Lutero, grazie alla libera. La Germania fu anche la prima nazione liberata dalla Chiesa cattolica diceva Fichte. In Germania si era scoperta la libertà di pensiero, la libera interpretazione delle scritture ad esempio Lutero. In Germania si era scoperto appunto che era la patria anche della liberazione dell’illuminismo. La Germania è la patria di Kant. Cioè Fichte fa un’analisi a tutto campo del fenomeno della libertà dal politico da cui parte nnei versetti fichtiani c‘è di carattere politico, c‘è una libertà di pensiero appunto. Però indaga di origini teoretiche, di origini neosiologiche cioè conoscitive della libertà. Il grande avversario di Fichte è stato il determinismo e cioè il mondo macchina, il mondo di cui parlava Newton per cui goni fenomeno era sottoposto al rapporto di causa ed effetto. Un mondo macchina di cui parla la scienza moderna nel cui apparentemente non c’era posto di una libertà umana. Dice Fichte è una cosa fondamentale. Fichte si accorge che nell’Io vi è una libera casualità, cioè nell’ordine dei fenomeni in cui è sottoposto il rapporto di causa ed effetto la soggettività umana inserisce qualcosa di nuovo nell’ordine delle cuase. L’uomo dice Fichte è una liberà casualità cioè con il nostro agire libero noi introduciamo qualcosa di nuovo nel sistema della natura, qualcosa di nuovo che non era previsto, cioè libertà originaria che nel sistema della natura dice è qualcosa di inspiegabile. Ecco come Fichte diventa idealista, elabora il suo sistema di idealismo etico, di idealismo produttivo, appunto proprio perché afferma che nell’uomo clima di costruttivo che è la libertà umana e che spiega tanto la conoscenza quanto l’azione. Quanto un’azione libera e responsabile. E dice Fichte noi siamo chiamati. Ecco perché Fichte è anche filosofo della pedagogia. Nel 1794 Lezioni sulla missione del dotto cioè il dotto e l’intellettuale è chiamato appunto ad un compito etico fondamentale a realizzare nella storia la libertà, libertà politica sistema delle libertà della piena autonomia degli individui. Fichti quindi diventa teorico di una filosofia della storia incentrata sul progresso, incentrata sulla storia per Fichte e storia della libertà. Il fondamento del mondo per Fichte il concetto, l’idea fondamentale l’assoluto che è in sé pura libertà. Se dovessimo da una frase comprendere che cos’è l’idealismo fichtiano, l’idealismo trascendentale? Dice Fichte il concetto è fondamento del mondo. Cioè noi dice Fichte come esseri razionali e liberi, con la nostra concettualità, con la nosta libertà creiamo, costituiamo il mondo, anzi di più siamo chiamati a formare il mondo che ci circonda a costituirlo, a programmarlo secondo libertà, e così costituiamo agenti etici. Il concetto è fondamento del mondo e noi quindi siamo chiamati a relizzare il mondo secondo la nostra concettualità, secondo la nostra libertà. E per Fichte Dio stesso non è altro che la realizzazione dell’etica. Dice non vi è altra divinità secondo Fichte che l’eticità e la chiamata responsabile e appunto ad essere soggetti che portano nel mondo la libertà, che educano la libertà. La libertà è la chiave di volta di tutto il sistema fichtiano. Quella la libertà che è politica, che è conoscitiva, che è fondamento stesso della pedagogia fichtiana, fondamento stesso della nazione tedesca che per prima ha scoperto l’autonomia. Che è quindi chiamata a portarla in tutta la storia. Ecco perché dice Fichte il mio sitema è il primo sistema della libertà. Fichte analizza la libertà con tutto lo spettro delle sue possibilità. Fichte teorico della libertà e tramite questa sua dottrina della scienza tenta di sanare le aporie del kantismo, tenta di sanare soprattutto quello che era la crus del kantismo cioè la cosa in sé. L’origine apparentemente oscura della nostra conoscenza. Ecco per Fichte la cosa in sé che per tanti era irriconoscibile, per Fichte diventa conoscibile in ordine all’assoluto. L’assoluto per Fichte contiene in sé ogni realtà. L’assoluto che cosa è? E un Dio manetizzato, un Dio laetizzato, al quale tutti noi partecipiamo in puro pensiero in quanto tale. Ultimo aspetto che può indurre a qualche fraintendimento ecco Fichte non nega la realtà esteriore, la sua forma di idealismo è sempre un real idealismo o realismo superiore dice Fichte. L’assoluto in sé in cui partecipiamo è sempre unità, un’unità di materia e forma pura, è il nostro puro pensiero. Nel pensiero l’assoluto appunto vive in sé stesso come mondo più pura realtà, pensiero al quale la nostra mente appunto partecipa. Noi siamo dice Fichte la nostra mente non è altro che una schematizzazione dell’assoluto e nell’assoluto stesso noi partecipiamo, ci muoviamo, siamo. Il linguaggio di Fichte si nutre due grandi contenitori e due grandi spiritualità da una parte quella cristiana dall‘altra quella massonica. L’idea di fondo da cui nasce il pensiero fichtiano in relazione a Kant. In una elaborazione del sistema della libertà. Domande Spiegare meglio il real idealismo? Il realismo non nega la presenza della realtà esteriore. L’assoluto abosulutus proprio dal punto di vista etico della parola cioè ciò che non è limitato alla quale noi partecipiamo, è un’unione strettissima tra materia e tra pensiero, tra Res cogitans e Res extensa. Dice Fichte l’assoluto è l’assoluto e tutto il resto viene dal maligno. L’assoluto per Fichte è e rimane qualcosa di fondamentale nel suo sistema, ma qualcosa inultima analisi di inspiegabile. Se no altrimenti i filosofi spiegano tutto. L’assoluto io lo postulo partendo da un’analisi dell’io, partendo da un’analisi del pensiero emprico io postulo che alla base fondamento del nostro pensiero empirico devesservi una volontà dice Fichte io avverto volontariamente che io partecipo di una volontà che mi sorpassa, che mi fonde. Questa realtà debbo necessariamente pensarla come unione di materia e di forma che è il puro pensiero. Però cosa sia l’assoluto, ecco ci torto tante volte Fichte dice ma questo resta la crus del pensiero idealistico. Tanté vero che Fichte non scrisse una sola edizione della Dottrina della scienza, ma Fichte ogni anno a Vienna e a Berlino ridava una nuova esposizione della Dottrina della scienza, cioè esponeva il suo sistema abinefondamentis. Ecco non dando mai alle stampe una versione definitiva. Quello di Fichte è un sistema che lo rende anche interessante, oggetto in interpretazione e di infraintendimenti. Ecco ogni anno Fichte riesponeva il suo sitema cercando di spiegare cosa lui intendesse con realismo e con ideal realismo. Ecco allora ad un certo punto afferma Fichte <<per evitare fraintendimenti non chiamiamo la mia filosofia idealismo>>. C’erano Varis e questo autori contemporanei e suo contemporaneo allievo di Fichte che rielaborò un idealismo magico, un idealismo che sembra abbia un fondamento delle cose. Idealismo indica primato dello spirituale, primato dell’idea, cioè il fatto stesso che la nostra mente legiferi il reale e sia il fondamento del reale. La nostra mente ma non come mente individuale, ma come mente universale. Noi partecipiamo nella natura stessa dell’assoluto. Cioè per Fichte oltre al mondo sensibile ecco realismo è un mondo intelleggibile mondo dell’apriori, mondo dice geistigkeit mondo della spiritualità della kaskeikar che costituisce il reale. Ecco perché per Fichte tutto il sistema del mondo è spiegabile come real idealismo, come filosofia della libertà, come filosofia dell’assoluto. E il linguaggio che lui utilizza Fichte per spiegare questo ha delle profonde affinità con il linguaggio del cristianesimo e del vangelo di Giovanni sopratutto e con il linguaggio della massoneria. Spieghiamo questo elemento. Nel 1806 Fichte pubblicò un testo dal titolo Introduzione alla vita beata Einführung in das gesegnete Leben nel quale afferma per altre cose la mia dottrina della scienza è una logopedia una dottrina del logos cioè una rilettura filosofica del vangelo di Giovanni il quale afferma all’inizio il principio era il verbo era l’arché del logoos, il principio era il verbo, il principio era la ragione der absolute Grund la ragione assoluta. Ecco l’idealismo. L’idealismo è una teologia razionalizzata, giusto possiamo dirlo una teologia ebraico-cristiana imanetizzata. Al posto di Dio Fichte tenette l’io assoluto nel quale noi partecipiamo. Ma è il linguaggio di cui si nutre ancora Fichte. Fichte studia teologia a Lipsia ad esempio, Fichte studia come precettore si prepara appunto come predicatore anche, si prepara alla carriera eclesiastica alla quale abboandona. Però è un linguaggio quello idealistico ricco di teologia così anche Scheler così anche Hegel si formano in un clima teologico nel suo scritto Fumingher, il giovane Scheler, il giovane Hegel appunto scrivono e rielaborano forme di teologia. I primi scritti di Hegel sono a carattere teologico. L’idelismo è una teologia secolarizzata. Ecco è un pensiero teologico ma laicizzato, secolarizzato, razionalizzato, una teologia razionalizzata. Si nutre del linguaggio teologico. E però sono autori laici, autori Fichte, Shelling ed Hegel la grande triade idealistica. Ecco sono autori che utilizzano il linguaggio teologico ma che però sono illuministi stessi, sono autori che si entusiasmano per la Rivoluzione francese, per gli ideali di libertà, sono autori che si avvicinano in particolar modo Fichte all’esperienza massonica, le logge massoniche, alla filosofia della borghesia, all’ideale di tolleranza per esempio tra la religione, all’ideale di libertà la libertà della penna, la libertà di espressione. La filosofia idealistica in quanto scoperta di un primato dello spirituale di un primato del mondo intelleggibile sono filosofie delle libertà di una libertà finalizzata in tutte le sue pensioni dal politico al pedagogico, dall’etico al religioso, al teologico. Sono filosofie che nascono da quell’espressione che troviamo nel vangelo di Luca <<perché non giudicate da voi stessi ciò che è buono>>. Sono filosofie cioè dell’autonomia etica, dell’autonomia etica e morale spiegata in tutte le sue forme. Su queste battute di autonomia e libertà ecco io mi arresto e iniziamo qualche feedbeek. Lettura kantiano e post-kantiano della bellissima antologia è quella appunto di Claudio Cesa. Filosofo dell’idealismo kantiano e post-kantiano. E vediamo come Fichte rielabora il primo idealismo trascedentale. Claudio Cesa grande studioso dell’idealismo di Kant. Come dicevo prima anche gli scritti di Luigi Payrison tradotto negli anni 70 e repubblicato proprio 2013 e nel 2014. Per l’Edizioni Mursia di Milano Fitche il sistema della libertà opera veramente chiarissima in cui Fitche elabora una filosofia dell’assoluto, ma riamanendo fedele al punto di vista del fischte. Soprattutto i primi studiosi di Fichte i suoi contemporanei vedevano le due filosofie Fichte di Vienne e Fichte di Berlino. Fichte elabora così Luigi Payrison un unico sistema della libertà, un unico sistema di filosofia trascedentale con Kant oltre Kant. Ecco con Kant perché il pensiero fichtiano tutto letto come Fichte si pone fuori di Kant.
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