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La Turchia: Stato, Geografia, Economia e Popolazione, Appunti di Geografia Economico Politica

Studi sull'AsiaEconomia comparataGeografia del Medio Oriente

La turchia, paese situato in asia occidentale, è una repubblica parlamentare democratica con una superficie estesa e una popolazione principalmente musulmana. Confini, capitale, abitanti, religione e condizioni economiche descritti. La turchia ha attraversato un processo di industrializzazione e urbanizzazione, con un settore agricolo ancora prevalente e una crescente industria moderna. Principali prodotti agricoli e industriali elencati.

Cosa imparerai

  • Quali sono i principali settori economici della Turchia?
  • Quali sono i confini della Turchia?
  • Qual è la capitale della Turchia?

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 17/02/2022

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valeria-romano-5 🇮🇹

4.5

(61)

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Scarica La Turchia: Stato, Geografia, Economia e Popolazione e più Appunti in PDF di Geografia Economico Politica solo su Docsity! TURCHIA: La Turchia è una Repubblica parlamentare democratica, situata nella parte occidentale del continente asiatico, ed è uno stato di grandi dimensioni in termini di superficie.  La Turchia è divenuta Repubblica di Turchia nel 1923. Per secoli la Turchia è stato il centro dell'impero musulmano ottomanno ed ha conquistato gran parte dei territori di quella regione.   Confini: Grecia, Bulgaria, Georgia, Armenia, Azerbaijan, Iran, Iraq, Siria. Capitale:  La capitale è Ankara, la città più importante per l'economia interna del paese , ma è anche il centro culturale della Turchia.  Questa città è anche molto importante per la presenza del governo centrale che controlla tutto il paese da qui.   Nome degli abitanti: Gli abitanti della Turchia sono chiamati anche turchi  Religione: se lo stato turco si dichiara laico, il 99% degli abitanti della Turchia è di religione musulmana, seguita da una piccolissima cristiana ortodossa.  In Turchia quindi c'è la piena libertà religiosa garantita dallo stato. Condizioni economiche: La geografia economica della Turchia, in passato strettamente legata alla produttività agricola, si è modificata in ragione dell’industrializzazione, dell’urbanizzazione e dell’esodo rurale. Accanto ai grandi complessi industriali di più vecchia formazione, localizzati in funzione delle materie prime e del mercato locale, si registra da qualche decennio lo sviluppo di settori industriali moderni ad alta intensità di capitale (spesso straniero, dalla fine del 20° sec.) e di piccole e medie imprese orientate anche all’esportazione, la cui localizzazione è meno rigidamente vincolata ai grandi centri urbani, ma continua a prediligere le regioni occidentali e quella sud- orientale, meglio infrastrutturate. L’agricoltura occupa ancora il 30% della popolazione attiva (più che l’industria) ed è segnata da forte disomogeneità delle condizioni naturali, da strutture fondiarie in cui convivono latifondi e microfondi, da forme arcaiche di sfruttamento (seminomadismo, pastorizia) e da scarsa capitalizzazione. Principali prodotti sono i cereali (frumento, orzo), la barbabietola da zucchero, il cotone, rapidamente incrementato dall’attivazione del GAP, la frutta (nocciole, agrumi, uva), le patate, i legumi. Il patrimonio zootecnico, essenziale per parte della popolazione dell’interno, è formato da ovini (23,9 milioni di capi nel 2008) e caprini (5,5 milioni, in prevalenza capre d’Angora, produttrici di lana mohair), in consistente calo, e bovini (11 milioni). L’industria moderna, sorta negli anni 1930, malgrado un mercato interno ristretto e la carenza di manodopera specializzata e tecnologie adeguate, ha preso sviluppo con impianti minerari (lignite e carbone, ferro, cromo, materiali da costruzione), cotonifici, zuccherifici e manifatture di tabacco; l’industria meccanica, sorta per iniziativa di filiali di imprese straniere, si è nel tempo molto diversificata; l’industria siderurgica e quella chimica hanno pure conosciuto un forte progresso. I piani di sviluppo, dagli anni 1960, hanno ottenuto di modernizzare i settori più competitivi e commerciali, come il tessile e l’alimentare, oggi largamente orientati all’esportazione, benché tuttora localizzati in funzione dei mercati urbani locali. Notevole, specie in passato, l’intervento pubblico nei settori produttivi. La produzione energetica (167 milioni di kWh ca., di cui 40 di origine idrica, nel 2006) è in crescita per effetto dell’attuazione del GAP. Anche la disponibilità di petrolio (estratto nel paese in modeste quantità) è aumentata, grazie all’apertura dell’oleodotto Baku- Tbilisi-Ceyhan, pienamente operativo dal 2006. Da decenni la crescita del prodotto interno è molto positiva (oltre il 6% medio annuo negli anni 1970, il 5% ca. fra gli anni 1980 e 1990, il 9% nel 2004, il 5% nel triennio seguente), trainata in specie dall’industria e dal turismo (22 milioni di visitatori nel 2007). La disoccupazione è però ancora elevata (8%) e ingenti sono le migrazioni verso Paesi europei (Germania) e arabi, che coinvolgono circa 1,2 milioni di lavoratori. È discreto il reddito pro capite (12.700 dollari annui, a parità di potere d’acquisto), con un’inflazione da alcuni anni sotto controllo benché elevata (ca. 8% su base annua nel 2008). La rete viaria (350.000 km, di cui 95.000 asfaltati) e quella ferroviaria (8700 km) si vanno adeguando alle esigenze del Paese, ma non sono abbastanza articolate, privilegiando le regioni occidentali e l’area della capitale. I principali aeroporti sono a İstanbul, Ankara, Smirne, Adana,
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