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Differenze tra Marketing e Business Plan: Previsioni, Realtà, Fattori produttivi e Costi, Appunti di Economia

Marketing MixStrategie AziendaliBusiness AdministrationComunicazione di MarketingMarketing

Una introduzione alle strategie di marketing e al business plan, con un focus sulla differenza tra le previsioni e la realtà, e l'importanza di considerare i fattori produttivi e i costi. Il testo copre le differenze quantitative e qualitative di quantità e prezzi di prodotti e fattori produttivi, la fissazione dei costi fissi e dei ricavi, e i vantaggi di un business plan. Vengono inoltre presentati i concetti di segmentazione, fattibilità, e il processo di redigere un business plan.

Cosa imparerai

  • Quali sono le strategie di consolidamento e di espansione di un'impresa?
  • Quali sono le tipologie di pubblicità?
  • Che cos'è un business plan?
  • Come si calcolano gli scostamenti di costi e ricavi?
  • Come si fissa il prezzo di vendita di un prodotto?
  • Come si segmenta il mercato?

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 09/01/2020

scatecate
scatecate 🇮🇹

4.3

(31)

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Scarica Differenze tra Marketing e Business Plan: Previsioni, Realtà, Fattori produttivi e Costi e più Appunti in PDF di Economia solo su Docsity! MAPPE DI ECONOMIA PIANIFICAZIONE pianificazione ≠ programmazione PIANIFICAZIONE: tiene in considerazione il medio-lungo periodo, definisce le scelte di fondo dell’impresa (che cosa produrre, in quali mercati operare, le risorse umane, tecniche e finanziarie da impiegare ecc.) PROGRAMMAZIONE: si attua nel breve periodo, rende possibile il raggiungimento degli obiettivi della pianificazione attraverso la gestione corrente, è un mezzo per realizzare gli obiettivi strategici. PIANIFICAZIONE: vuol dire definire gli obiettivi strategici, per farlo devo seguire alcune fasi. Il processo di pianificazione aziendale si sviluppa nelle seguenti fasi: 1. ANALISI DELLA SITUAZIONE ESTERNA 2. ANALISI DELLA SITUAZIONE INTERNA 3. FISSAZIONE DEGLI OBIETTIVI AZIENDALI; 4. INDIVIDUAZIONE DI STRATEGIE 5. REDAZIONE DEI PIANI 6. ATTUAZIONE DEI PIANI E CONTROLLO DEI RISULTATI (controllo di gestione). 1) ANALISI DELLA SITUAZIONE ESTERNA: si compone di 2 parti:  analisi ambientale: raccolta di informazioni sul contesto ambientale (macro e microambiente) in cui opera o opererà l’impresa. - fattori economici e socio politici - ambiente culturale e naturale - sviluppo tecnologico - mercato del lavoro - andamento della domanda interna ed esterna. - presenza di infrastrutture e strutture turistiche e ristorative nell’area in cui opererà l’impresa.  analisi previsionale: si effettuano delle previsioni sulle condizioni in cui l’azienda si troverà in futuro a operare. - opportunità: tutte le situazioni ambientali favorevoli all’impresa. - minacce: situazioni sfavorevoli (condizioni ambientali sfavorevoli al turismo, quali inquinamento, aumento della criminalità ecc., difficoltà a trovare personale specializzato, nuovi concorrenti…). 2) ANALISI DELLA SITUAZIONE INTERNA o analisi aziendale: si individuano i punti di forza e i punti di debolezza.  PUNTI DI FORZA (vicinanza al mare, personale qualificato…)  PUNTI DI DEBOLEZZA (personale non qualificato, lontananza dal mare…) 3) FISSAZIONE DEGLI OBIETTIVI AZIENDALI: definire ciò che l’impresa vuole e può attuare. Esempi di obiettivi aziendali sono: il raggiungimento di un certo livello di vendite, l’aumento del fatturato di una determinata percentuale, la riduzione degli oneri finanziari di un certo importo... 4) INDIVIDUAZIONE DI STRATEGIE: le attività da svolgere e le risorse da destinare al conseguimento degli obiettivi aziendali. Le strategie possono essere: ● strategie di consolidamento, se l’impresa vuole mantenere gli stessi prodotti negli stessi mercati; ● strategie di espansione, se l’impresa intende incrementare le vendite espandendosi in nuovi mercati e/o offrendo nuovi prodotti. 5) REDAZIONE DEI PIANI: i piani sono i documenti che definiscono gli obiettivi economici, finanziari e patrimoniali e le strategie per ottenerli. Il piano aziendale si divide in:  piano economico, (costi, ricavi e risultati economici programmati);  piano patrimoniale (composizione dello Stato patrimoniale);  piano degli investimenti, (previsione di investimenti in immobilizzazioni e di eventuali disinvestimenti);  piano finanziario (entrate e uscite previste dai precedenti tre piani, cioè necessità e disponibilità finanziarie nei diversi anni). 6) ATTUAZIONE DEI PIANI E CONTROLLO DEI RISULTATI (controllo di gestione). Nel controllo di gestione si assicura anno dopo anno il conseguimento degli obiettivi mediante: - la programmazione di esercizio (individua obiettivi di breve periodo e le modalità per conseguirli); - l’attuazione della gestione - il controllo dell’attività svolta (confronto tra i risultati ottenuti e quelli programmati). Lo strumento fondamentale della programmazione di esercizio è il budget di esercizio. Budget di esercizio = documento che formalizza e quantifica monetariamente i programmi aziendali annuali, evidenziando i risultati economico-finanziari da conseguire e le risorse da impiegare nel successivo esercizio. Il budget stabilisce ciò che dovrebbe accadere date certe condizioni. E’ un vero e proprio bilancio preventivo composto da una situazione economica preventiva (budget economico) e da una situazione patrimoniale preventiva (budget patrimoniale), che prefigurano la composizione del bilancio dell’anno successivo e vengono elaborati anche sulla base di altri budget (budget degli investimenti e budget finanziario). LA STRUTTURA DEL BUDGET BUDGET: strumento della programmazione. Documento contabile e amministrativo che contiene la quantificazione delle risorse a disposizione e gli obiettivi che l’azienda intende realizzare in due anni consecutivi, tenuto conto della mission e della vision (obiettivi strategici). È un documento non obbligatorio. Si riferisce a una pianificazione strategica (quindi di medio-lungo periodo) e verifica man mano il raggiungimento degli obiettivi. Il budget generale d’esercizio è composto da: I) il budget degli investimenti; II) il budget economico; III) il budget finanziario. Il budget degli investimenti prevede le operazioni che si intendono realizzare nel campo delle immobilizzazioni immateriali e materiali in base ai piani a medio-lungo termine in via di attuazione. Il budget economico prevede i ricavi e i costi di competenza dell’esercizio futuro e deriva dall’insieme di numerosi budget settoriali, ciascuno relativo a un singolo centro di responsabilità. Il budget finanziario prevede le entrate e le uscite del futuro esercizio in modo da poter determinare e controllare il fabbisogno finanziario. Il budget finanziario si articola a sua volta in due budget:  il budget delle fonti e degli impieghi;  il budget di cassa o di tesoreria. I budget possono infine essere classificati secondo le diverse ipotesi produttive e di vendita in:  budget fissi (riferiti a un unico volume di produzione assunto come attendibile).  budget flessibili (costruiti facendo riferimento a diverse ipotesi di volumi di produzione).  budget scorrevoli (è previsto il controllo dei risultati al termine di ogni periodo di riferimento; per esempio alla fine di ogni mese).  budget a base zero (sono formulati ripartendo sempre da zero, cioè non tengono conto dei risultati ottenuti a consuntivo). COSTI STANDARD I costi standard rappresentano i realistici costi di produzione; si tratta, perciò, di valori costanti di riferimento determinati in base a un certo livello di efficienza dell’attività produttiva in rapporto ai quali è possibile definire il rendimento effettivo dei fattori produttivi e l’efficienza della produttività aziendale. I costi standard possono essere calcolati:  osservando e misurando con precisione i costi necessari a compiere una determinata Il business plan (o studio di fattibilità) è lo strumento attraverso il quale può essere valutata la convenienza dell’effettiva realizzazione della nuova impresa e con cui vengono definite le caratteristiche che essa dovrebbe assumere. Per redigere un BUSINESS PLAN occorre tener presente i seguenti punti: - IDEA IMPRENDITORIALE - LA FATTIBILITÀ (realizzabilità dell’idea)  Analisi dell’ambiente esterno - descrizione dei prodotti da offrire - segmenti di mercato prescelti - obiettivi di vendita e strategie di marketing - localizzazione - dimensione - forma giuridica (esistono imprese individuali o imprese collettive) - processi produttivi (tipo di prodotti, con quali processi…) - organizzazione del personale. - IL PIANO ECONOMICO FINANZIARIO (piano aziendale) Contiene gli investimenti da effettuare, i costi da sostenere, i ricavi e profitti attesi nei primi anni di vita e del fabbisogno finanziario iniziale. È composto da quattro piani: 1. Piano investimenti, evidenzia e quantifica le mobilitazioni necessarie per la costituzione e l’avviamento dell’impresa. 2. Piano finanziario, - È effettuato sulla base degli investimenti. - prevede il fabbisogno finanziario necessario per l’avviamento; - individua le fonti e le forme di finanziamento. La liquidità deve essere sufficiente a coprire, fino al conseguimento dei primi ricavi, le uscite derivanti dal pagamento di retribuzioni, acquisto materiali e generi alimentari. 3. Piano economico, valuta la convenienza economica della nuova impresa. Per valutare la convenienza si confronta il risultato economico con gli oneri figurativi. 4. Piano patrimoniale, indica la composizione delle attività, passività e patrimonio netto al termine di ciascun anno del piano aziendale Obbligazioni = titolo di credito che la società emette per reperire finanziamento, sono quote di prestito. Azioni = sono quote di capitale Che cos’è il business plan? È lo studio della fattibilità di un’idea imprenditoriale in termini economico finanziario. Perché si fa l’analisi interna ed esterna? Interna: per pianificare la realizzazione e quindi anticipare eventuali problemi. Esterna: per valutare l’ambiente/territorio di riferimento (ambientale socio economico…) per presentare l’azienda in modo convincente agli investitori. Come viene realizzato? Viene realizzato in un documento composto da due parti generali: - una parte descrittiva composta da 1. analisi del territorio, 2. analisi del mercato, 3. analisi tecnico organizzativa - una parte “numerica” composta da 1. analisi finanziaria, 2. analisi economica  e formata da: piano degli investimenti finanziario economico patrimoniale) Quando? Si inizia nuova attività imprenditoriale, si crea/ristruttura un nuovo ramo aziendale, acquisto un’azienda già funzionante. Differenze fra business plan e budget Caratteristiche Business plan budget Orizzonte temporale (proiezione negli anni, per quanto viene utilizzato?) Medio-lungo periodo (sopra i 3 anni) Breve termine (sotto i 3 anni) Contenuto Riguarda tutta l’azienda (azienda nella sua totalità) Riguarda dai settori alla totalità dell’azienda complessità È più complesso, ha molte variabili È meno complesso, si basa sul business plan Natura dell’informazione Le informazioni hanno una natura previsionale Le informazioni hanno una natura previsionale MA che si riferiscono a dati storici (esercizio precedenti) Persone coinvolte decisi dall’alta direzione (soci, imprenditore) decisi dall’alta direzione manager Attività mentale È un’attività più creativa È un’attività più esecutiva e amministrativa Finalità Si indicano i risultati attesi Si indicano i risultati attesi o sperati MARKETING Definizione: Insieme di attività realizzate per soddisfare le esigenze dei consumatori attraverso la vendita di beni e servizi. Fasi del processo di marketing: 1. si fissano gli obiettivi generali dell’impresa; 2. si studiano i bisogni dei clienti; 3. si progettano i prodotti che soddisfano sia i clienti sia l’azienda; 4. si producono i prodotti; 5. si vendono i prodotti al target individuato. Esistono: - Imprese orientate alla produzione Vendono ciò che producono. - Imprese orientate alle vendite Si esercitano pressioni sui clienti attraverso attività promozionali e pubblicitarie. - Imprese orientate al marketing Le imprese orientate al marketing Le imprese orientate al marketing producono ciò che il mercato richiede. L’azienda specifica quali esigenze vuole e può soddisfare e sviluppa un’offerta che incontri tali richieste. Alla base del concetto di marketing c’è quello di bisogno. Bisogno = lo stato di insoddisfazione che un individuo avverte per la mancanza di qualcosa. Il mezzo necessario per soddisfare i bisogni sono i beni. Il marketing stimola anche la nascita di un desiderio, anche se il consumatore non avverte il bisogno di quel prodotto. Marketing interno: si rivolge alla crescita del personale che deve essere coinvolto negli obiettivi, nelle strategie. Marketing esterno: si rivolge al consumatore e si parla di sovranità del consumatore. La sovranità del consumatore ha dei limiti: 1. Il consumatore non dispone di adeguate informazioni sulle alternative offerte dalla concorrenza. 2. Il consumatore non si rende conto di quei prodotti che potrebbero danneggiarlo. Per operare secondo una logica di marketing, occorre conoscere il cliente e convincerlo. Si possono però incontrare degli ostacoli: - il cliente cambia rapidamente i propri desideri; il cliente è portato a cambiare in fretta i propri bisogni rendendo difficile per l’azienda conoscere le sue esigenze. - La concorrenza esercita forti pressioni. - Le decisioni di marketing comportano dei costi per l’impresa che incidono sulla redditività aziendale. - Le decisioni di marketing sono prese dopo un’attenta valutazione, in tempi non rapidi, con il rischio per l’impresa di arrivare tardi. LA SEGMENTAZIONE SEGMENTAZIONE = metodologia attraverso la quale l’impresa procede ad una suddivisione del mercato della domanda in gruppi omogenei secondo alcuni parametri.  PARAMETRI per effettuare la segmentazione : - DEMOGRAFICI (età, sesso, composizione famigliare…) - GEOGRAFICI (area di provenienza, mezzi di trasporto utilizzati…) - SOCIO-ECONOMICI (professione, grado di istruzione, reddito…) - PSICOLOGICI (personalità, atteggiamento innovativo o conservatore…) - MOTIVAZIONALI (scopo del viaggio, motivo della scelta di effettuare o no un acquisto…) - COMPORTAMENTALI (clientela abituale o di passaggio, clienti di alta o bassa stagione…)  REQUISITI dei gruppi di una segmentazione - OMOGENEITÀ  all’interno del segmento (età, livello di istruzione…) - Metodo della disponibilità. In questo metodo l’investimento viene fissato in base alle risorse disponibile dell’impresa. Soglia minima di investimento: l’investimento solitamente è effettuato dalle grandi imprese. Tutto ciò perché l’investimento deve essere tale da far perdurare la pubblicità un certo tempo al di sotto del quale il messaggio non raggiunge il consumatore. All’aumentare del tasso di fidelizzazione della clientela l’investimento in comunicazione può essere ridotto.  FORME DI COMUNICAZIONE - pubblicità. Consiste in qualsiasi forma a pagamento di presentazione o promozione di prodotti, acquistando uno spazio o tempo sui mezzi di comunicazione. Fasi di una campagna pubblicitaria. 1. si fissano gli obiettivi, 2. si sceglie il target al quale rivolgere il messaggio, 3. si definisce il messaggio e si scelgono i media 4. si determina il budget 5. si valutano i risultati Nella creazione di un messaggio bisogna distinguere: 1. target del destinatario del messaggio, 2. il beneficio che il prodotto può offrire, 3. argomenti che provano e supportano il beneficio in termine razionali ed emotivi, 4. il tono (linguaggio, stile in funzione al target e all’immagine del prodotto). Tipologie di pubblicità 1. istituzionale o di prodotto 2. individuale o collettiva 3. di massa o selettiva 4. di lancio o di sostegno 5. attraverso i mass-media 6. attraverso il punto vendita 7. relazionale - Promozione delle vendite. Consiste nella temporanea offerta di un vantaggio supplementare a un target definito per indurlo alla prenotazione di un servizio. Esempi: risparmi sul prezzo di acquisto, uno o più servizi addizionali, tessere fedeltà, offerte speciali, raccolta punti, agevolazioni a chi prenota prima, buoni sconti per acquisti futuri, distribuzione di gadget. - Relazioni pubbliche. Sono attività tese a mantenere un rapporto favorevole fra l’impresa e il suo target. Sono uno strumento fondamentale per la costruzione dell’immagine aziendale. Mirano a diffondere opinioni favorevoli dell’impresa. Le relazioni esterne si concretizzano: - nella sponsorizzazione di eventi culturali e sportivi; - nella partecipazione a esposizioni, fiere, seminari o convegni; - nell’organizzazioni di visite aziendali; - in omaggi da inviare ad un certo tipo di clientela; - nei rapporti con la stampa e altri mezzi di comunicazione. - Sponsorizzazione  consistono in un supporto finanziario concesso da un’impresa per un evento culturale o sportivo non direttamente collegato alla propria attività economica con l’obiettivo di associare il nome dell’azienda a valori positivi. 4) DISTRIBUZIONE Consiste nel rendere disponibile il prodotto turistico nei luoghi e nei tempi in cui viene richiesto. Il canale distributivo può essere:  BREVE o DIRETTO, produttore – cliente  il prodotto viene venduto direttamente dal produttore al cliente senza intermediari. Es. vendita biglietti ferroviari direttamente alla stazione.  MEDIO, produttore – intermediario – cliente es. vendita di biglietti ferroviari tramite agenzie di viaggi.  LUNGO, produttore – intermediari – intermediari – cliente  es. vendita di posti da parte di una compagnia aerea a un tour operatore, il tour operator li assembla e li vende tramite agenzia di viaggio dettaglianti (cioè i negozi in cui entri per comprare un viaggio) 5) PERSONALE Insieme delle risorse umane di cui l’impresa si avvale per il contatto diretto con il cliente finale e con gli intermediari. Il personale si relaziona con il cliente sia all’interno della struttura che all’esterno. INTERNO ESTERNO - Vende direttamente ai turisti, - Il successo dipende da tutto il personale (front- office  personale a diretto contatto con il cliente) - è importante la formazione per rafforzare la motivazione - il personale si reca presso tour operator e agenzie di viaggi - si tratta di personale specializzato che presenta la struttura. - è bene riconoscere incentivi economici LE STRATEGIE DI MARKETING IN BASE AL MERCATO IN CUI INTENDONO PENETRARE - MARKETING INDIFFERENZIATO: l’azienda si rivolge all’intero mercato. - MARKETING DIFFERENZIATO: l’azienda si rivolge a più segmenti non collegati fra loro. - MARKETING CONCENTRATO: l’azienda si rivolge a uno specifico segmento. - IN FUNZIONE DEL TIPO DI VITA DEL PRODOTTO Nell’intervallo di tempo compreso tra l’introduzione nel mercato di un nuovo prodotto e il suo ritiro, l’impresa può modificare le strategie di marketing per adeguarle ai cambiamenti della domanda e delle pressioni della concorrenza. Le fasi in cui si divide il ciclo di vita del prodotto sono: Introduzione  è la fase in cui il prodotto viene introdotto sul mercato. - in questa fase le vendite crescono lentamente e i profitti sono modesti. - i prezzi in genere sono alti, così come i costi che l’azienda sostiene per la distribuzione e la promozione. L’azione di marketing va orientata a creare la domanda per il prodotto informando il consumatore dell’esistenza di un prodotto nuovo e dei suoi benefici incoraggiandolo a provarlo. È possibile scegliere alcune strategie quali: - scrematura rapida  prezzi alti e promozione alta L’impresa mira a occupare piccoli settori di mercato (consumatori di élite, nicchia) Il guadagno deriva da profitti unitari elevati. - scrematura lenta  prezzi alti e promozioni bassa Il guadagno deriva da profitti unitari elevati. - penetrazione rapida  prezzi bassi, elevati investimenti promozionali L’impresa mira a raggiungere larghe fasce di mercato (consumatori di massa) - penetrazione lenta  prezzi bassi, bassi investimenti promozionali Propone un prodotto a basso prezzo. Il guadagno si ottiene dagli alti volumi di vendita e dalle economie di scala, mentre i profitti unitari sono bassi Sviluppo  è la fase in cui la domanda comincia a crescere perché ogni consumatore soddisfatto funziona da veicolo promozionale. I prezzi restano alti poiché la domanda è forte (secondo la legge di mercato i prezzi iniziano a scendere quando diminuisce la vendita). I costi di produzione e di distribuzione sono ora ripartiti su volumi elevati di vendita, determinando una crescita dei profitti. Nuove imprese iniziano ad entrare nel mercato. Le strategie che l’impresa adotta in questa fase sono: - entrare in nuovi segmenti di mercato - migliorare il prodotto, aggiungendo nuovi servizi accessori - prevedere un sistema di prezzi diversificato per attirare nuovi consumatori. Maturità  è caratterizzata da un rallentamento delle vendite (tendono a stabilizzarsi), da un intensificarsi della concorrenza. I profitti cominciano a diminuire perché i prezzi sono spinti verso il basso dalla competizione. Strategie: - ridurre il prezzo di vendita attuando sconti e offerte promozionali - sostenere elevati costi di pubblicità - diversificare il prodotto introducendo elementi di novità e migliorare la qualità (vantaggio competitivo). Questi interventi evitano o rimandano l’ingresso nella fase di declino. Può essere attuata una strategia di sostituzione. Declino  le vendite cominciano a diminuire in seguito al cambiamento del consumatore, all’introduzione di nuovi prodotti sostitutivi e all’innovazione tecnologica. Strategie: - ridurre al minimo le spese - cercare usi alternativi del prodotto (rilancio) - eliminare il prodotto WEB MARKETING SCOPO: promozione sul web di un prodotto e/o servizio OPPORTUNITÀ: mercato potenziale più vasto e un feedback immediato CRITICITA’: la destinazione (turistica) non ha più il pieno controllo della propria immagine e deve fare i conti con la reclutazione turistica online (ad esempio i commenti), mancanza di contatto umano. PUNTI DI FORZA: è un canale diretto di distribuzione del prodotto e consente l’ottimizzazione dei costi di gestione. Il web è disponibile 24h su 24 con prezzi concorrenziali e una grande quantità di informazioni. PUNTI DI DEBOLEZZA: molte persone vedono ancora con diffidenza i pagamenti via web. CONSUETUDINI Sono vincolanti per tutti gli stati e sono caratterizzate da un comportamento costante e uniforme tenuto dagli stati accompagnato dalla convinzione che si tratti di un comportamento obbligatorio. TRATTATI Sono fonti normative di diritto internazionale che vincolano gli stati che li hanno sottoscritti (bilaterali= sottoscritti da 2 stati, multilaterali= sottoscritti da più stati) REGOLAMENTI E DECISIONI Sono fonti normative dell’Unione Europea, obbligatorie e immediatamente applicabili, che vincolano gli stati membri e i cittadini degli stati membri. DIRETTIVE Sono fonti normative dell’Unione Europea che diventano obbligatorie solo dopo essere state recepite dagli ordinamenti giuridici dei singoli stati membri che sono obbligati ad adeguare la normativa interna a quanto previsto dalla direttiva. ATTI GIURIDICI NON VINCOLANTI PARERI: sono i pareri con i quali l’Unione Europea rende noto a terzi qual è la sua opinione in merito a una determinata materia. RACCOMANDAZIONI: sono le raccomandazioni con le quali l’Unione Europea richiede a un destinatario di mantenere un certo comportamento ritenuto più conforme agli interessi comuni ATTI ATIPICI Sono le dichiarazioni, le comunicazioni, le risoluzioni, i libri verdi, i libri bianchi, che non vincolano i cittadini o gli stati ma che rappresentano riflessioni o programmi di azioni future riguardo a determinati temi. ORGANISMI INTERNAZIONALI OMT ( o rganizzazione m ondiale del t urismo)  principale organizzazione internazionale che opera nel settore del turismo. Ha sede a Madrid e comprende 156 paesi e 400 membri affiliati. OBIETTIVI: promozione e sviluppo del turismo al fine di contribuire allo sviluppo economico, alla pace, prosperità. ORGANI:  Assemblea generale  si riunisce ogni due anni  Consiglio esecutivo  è composto da 31 membri eletti dall’Assemblea, che restano in carica 4 anni. Deve assicurare la corretta esecuzione delle decisioni e delle raccomandazioni dell’assemblea.  Segretariato  i occupa della gestione dell’ente, del bilancio e della predisposizione di piani di lavoro. UNIONE EUROPEA Nasce dopo la Seconda Guerra Mondiale con lo scopo di creare un’area di stabilità e di pace in Europa. ORGANI:  Consiglio Europeo  Parlamento Europeo  Commissione Europea  Consiglio dell’Unione Europea ORIGINE:  1951 CECA (comunità economica per il carbone e l’acciaio)  prima cooperazione economica e sociale  1957 Trattato di Roma (CEE)  è stato stipulato da Belgio, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Francia e prevede: - la realizzazione di un mercato comune, con libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali - l’eliminazione di dazi doganali fra le nazioni europee - l’adozione di una politica comune nel settore agricolo e trasporto  1967 Trattato di Fusione  istituisce una Commissione ed un Consiglio delle Comunità Europee unici.  1990 Accordi di Schengen  è stato stipulato a Lussemburgo, obiettivo degli accordi è favorire la libera circolazione dei cittadini e la lotta alla criminalità organizzata all'interno dello Spazio Schengen, mediante: - l'abolizione dei controlli alle persone alle frontiere interne tra gli Stati partecipanti - la costituzione di un sistema comune di controllo alle frontiere esterne  1993 Trattato di Maastricht  prevede la nascita dell’Unione Economica e Monetaria (UEM), l’indicazione dei parametri che ciascun paese deve rispettare per far parte dell’Eurozona e l’adozione della Moneta Unica nel 2002.  2009 Trattato di Lisbona  ha attribuito all’Unione Europea una competenza specifica in materia di turismo. L’Europa è attualmente il continente più visitato perché può vantare un’offerta turistica diversificata e di qualità. Con il trattato di Lisbona l’Europa si impegna ad adottare provvedimenti di sostegno alle politiche dei singoli stati membri e a creare condizioni favorevoli allo sviluppo delle imprese turistiche. Altri atti dell’Unione Europea a sostegno del turismo sono:  la Comunicazione del 30/06/2010  è un programma di azione che indica i seguenti obiettivi: - stimolare la competitività nel settore turistico in Europa - promuovere lo sviluppo di un turismo sostenibile, responsabile e di qualità - consolidare l’immagine dell’Europa come destinazione turistica  il Regolamento Unione Europea 2011 del Parlamento Europeo e del Consiglio  obbliga gli stati membri a trasmettere periodicamente all’EUROSTAT (Ufficio Statistico Unione Europea) i dati relativi al numero di esercizi ricettivi, di camere, di posto letto e i relativi tassi di occupazione.  la Revisione della Direttiva sui viaggi “tutto compreso”  la direttiva CEE del 13/06/1990 garantisce una tutela completa a chi prenota vacanze “tutto compreso”, caratterizzata da una combinazione di servizi quali il volo, l’albergo, l’autonoleggio. La protezione comprende il diritto di ricevere tutte le informazioni necessarie prima della stipulazione del contratto, assicurando così che l’impresa di viaggi sia responsabile dell’esecuzione di tutti i servizi inclusi nel pacchetto e il diritto di essere risarcito in caso di fallimento dell’operatore turistico. La Revisione prevede: - controlli più severi sugli aumenti di prezzo (10% massimo) - maggiori diritti di annullamento - maggiori informazioni in materia di responsabilità - maggiori diritti di ricorso - presentazione di reclami e denunce.  Regolamento Europeo sull’OVERBOOKING. L’overbooking consiste nell’accettare prenotazioni in numero superiore ai posti disponibili, confidando sul dato statistico che una parte degli acquirenti non si presenti all’imbarco. Il Regolamento del 2004 ha disciplinato le compagnie aeree comunitarie. In caso di overbooking la compagnia aerea deve trovare delle persone che rinuncino volontariamente alla partenza, compensandoli con benefici da concordare. Se il numero dei volontari è insufficiente, la compagnia nega l’imbarco alle persone in soprannumero. Il passeggero al quale è stato negato l’imbarco può scegliere tra il rimborso entro 7 giorni del prezzo del biglietto oppure la RI-protezione, cioè l’imbarco sul primo volo disponibile o in una data di suo gradimento. Questi passeggeri hanno diritto anche all’assistenza gratuita per eventuali pasti e pernottamenti e una compensazione pecuniaria (in denaro) per il danno subito. Quando il volo viene cancellato il passeggero ha diritto alle stesse compensazioni. In caso di ritardo prolungato nella partenza si deve garantire ai passeggeri l’assistenza gratuita per i pasti e l’eventuale pernottamento. Quando il ritardo supera le 5 ore si offrirà al cliente la scelta tra il rimborso del biglietto o l’imbarco su un volo alternativo  Il Codice di Comportamento ECTAA/HOTREC  i firmatari di questo Codice sono da una parte tour operator e agenzie di viaggi, dall’altra hotel, ristoranti e bar in Europa. Il Codice di Comportamento: - regolamenta i contratti alberghieri nell’ambito dell’Unione Europea - regolamenta le relazioni tra agenti di viaggio/organizzatori ed alberghi nell’ambito dell’Unione Europea - è valido salvo che non venga stabilito diversamente mediante un contratto redatto tra l’albergo e l’agente di viaggio. DEFINIZIONI Turismo responsabile = turismo che tiene conto degli aspetti etici e delle conseguenze che l’attività turistica determina sulla popolazione locale. Turismo sostenibile = turismo che tiene conto degli aspetti etici che si riferiscono al rapporto tra attività turistica e ambiente. IL CONTRATTO DI VIAGGIO Con il contratto di viaggio un soggetto (organizzatore) si impegna, a proprio nome e rischio, a fornire a un altro soggetto (viaggiatore), dietro pagamento di un prezzo, un insieme di prestazioni che comprendono alloggio, ristorazione e altri servizi turistici (visite guidate, animazione etc)che egli stesso organizza e combina tra loro. - le associazioni dei consumatori sono le formazioni sociali che hanno per scopo statutario la tutela dei diritti e degli interessi dei consumatori. Un prodotto è definito sicuro quando non comporta alcun rischio per il consumatore oppure presenta rischi minimi, compatibili con l’impiego del prodotto. È considerata pubblicità ingannevole quella che può indurre in errore i soggetti ai quali è rivolta, o la pubblicità che danneggia un concorrente. Le clausole vessatorie (messe alla fine del contratto scritte in piccolo) sono clausole che determinano a danno del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto e pertanto sono nulle. NORMATIVA NEL SETTORE ALIMENTARE Lo sviluppo economico ha causato profondi cambiamenti nel modo di nutrirsi. Si è passati da un’alimentazione basata su prodotti fabbricati in casa a una produzione industriale su larga scala con prodotti commercializzati tramite la grande distribuzione organizzata (GDO = grande distribuzione organizzata) come supermercati e ipermercati. L’allungarsi della filiera agro-alimentare, cioè del numero di operatori che intervengono nella produzione di un determinato alimento, ha reso necessario introdurre una serie di norme, per tutelare la sicurezza degli alimenti e la salute dei consumatori. La normativa alimentare è costituita da leggi e regolamenti che disciplinano la produzione, il confezionamento, il trasporto, la conservazione, la vendita e la somministrazione degli alimenti. Negli ultimi anni, in materia di igiene e sicurezza alimentare, si sono succeduti numerosi interventi legislativi e regolamentari a livello nazionale e comunitario, miranti allo sviluppo di sistemi di controllo, alle informazioni in tema di sicurezza alimentare. FILIERA ALIMENTARE DI UNA BISTECCA BOVINA: AGRICOLTORE  PRODUZIONE MANGIMI  ALLEVATORE BOVINI  MACELLAZIONE ANIMALI  TRASPORTATORE DI CARNI  MACELLERIA o GDO  RISTORANTI o CONSUMATORE FINALE LA NORMATIVA NEL SETTORE ALIMENTARE Il Libro Bianco sulla sicurezza alimentare (raccoglie un insieme di misure europee per la sicurezza alimentare) è stato approvato nel 2000 dalla Commissione Europea e contiene i principi relativi alla costituzione di un’autorità alimentare indipendente allo sviluppo di sistemi di controllo, alle informazioni in tema di sicurezza alimentare, alla promozione della sicurezza alimentare a livello internazionale. INFORMAZIONI SUGLI ALIMENTI Il regolamento CEE 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, ha introdotto nuove norme sull’etichettatura dei prodotti alimentari. La finalità del regolamento CEE 1169/201 è di garantire al consumatore la massima trasparenza relativa alle informazioni sugli alimenti. Il regolamento si applica agli operatori del settori alimentari in tutte le fasi della catena alimentare e a tutti gli alimenti destinati al consumatore finale. Le informazioni devono essere fornite in modo chiaro, comprensibile e non devono indurre in errore il consumatore. TRACCIABILITÀ E RINTRACCIABILITÀ Con il regolamento CEE 178/2002 è stata istituita l’autorità europea per la sicurezza alimentare ed è stata introdotta nel diritto alimentare europeo la rintracciabilità di tutti gli alimenti e mangimi. La tracciabilità è il processo che permette di ricostruire il percorso del prodotto “dal campo alla tavola”. Tutti i componenti della filiera alimentare sono coinvolti nel sistema di tracciabilità che parte della raccolta dei prodotti alimentari fino ad arrivare alla tavola del consumatore. Ciascun passaggio richiede la registrazione degli alimenti o dei prodotti in ingresso, in tal modo l’azienda che commercializza un prodotto finito può risalire alle materie prime. La rintracciabilità è il processo che consente di ricostruire la storia del prodotto “dalla tavola al campo”; si tratta di un processo importante perché permette di identificare le responsabilità di ciascun operatore della filiera e di fornire informazioni precise ai consumatori e funzionari responsabili dei controlli. Sono oggetto della rintracciabilità gli alimenti, i mangimi, le materie prime, e ogni altra sostanza destinata a far parte dell’alimento o di un mangime. I soggetti che devono osservare la normativa sono tutti operatori che entrano in contatto con i materiali sopraindicati, lungo tutta la filiera produttiva. PRODOTTI A KM 0 Un prodotto viene considerato a Km0 quando per arrivare dal luogo di produzione al luogo di consumo e vendita ha percorso il minor numero di km possibile. Ciò consente di ridurre l’impatto ambientale che il trasporto di un prodotto comporta, in particolare l’emissione di anidride carbonica che aumenta il livello di inquinamento. Inoltre, il ricorso a prodotti a km0 consente di promuovere il patrimonio agro-alimentare regionale o locale, di ridurre i prezzi e fornire un prodotto fresco e stagionale. MARCHI DI QUALITÀ DI PRODOTTI AGRO-ALIMENTARI L’UE ha approvato alcuni regolamenti in materia di marchi di qualità e prodotti alimentari. Sono stati individuati i seguenti marchi: - DOP (prodotto a DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA) - IGP (prodotto a INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA) - STG (SPECIALITÀ TRADIZIONALE GARANTITA) La certificazione DOP viene attribuita a quei prodotti alimentari e agricoli originali di un territorio la cui qualità dipende da elementi ambientali e umani legati al territorio stesso nel quale si eseguono tutte le fasi di lavorazione (produzione-trasformazione- elaborazione). Es: Asiago, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Prosciutto di Modena. La certificazione IGP: la qualità dipende da elementi ambientali e umani legati al territorio stesso nel quale si esegue almeno una fase di lavorazione. Es: arancia rossa di Sicilia, cappero di Pantelleria, limoni di Sorrento, pomodoro Pachino. La certificazione STG: prodotti agricoli e alimentari collegati ad un territorio nel quale si esegue almeno una fase di lavorazione, ma che vengono prodotti anche in altri territori. Es: pizza napoletana.
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