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Tutto l'arazzo di Bayeux, Dispense di Storia dell'arte medievale

descrizione della tela medievale

Tipologia: Dispense

2017/2018

Caricato il 29/08/2018

Veronica.87
Veronica.87 🇮🇹

4.7

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Scarica Tutto l'arazzo di Bayeux e più Dispense in PDF di Storia dell'arte medievale solo su Docsity! 1 Tutto l’ arazzo di Bayeux. Scheda: Andrea Cenerelli. L’arazzo di Bayeux. Costituito da nove tele di lino di 50 cm di altezza che, unite insieme, raggiungono la lunghezza complessiva di quasi 70 m. Manca la parte finale, di cui si ignorano il contenuto e l’estensione. I ricami sono di lana colorata e utilizzano due punti: un punto disteso, detto punto di Bayeux, e un punto erba per il contorno. I colori usati, di straordinaria intensità nonostante i quasi mille anni di vita, sono il bianco, il verde, il rosso, il giallo con le loro sfumature. Non esistendo la prospettiva, il senso della profondità e delle distanze è dato dall’uso sapiente dei colori: per esempio, le zampe dei cavalli presentano sfumature e colori diversi a seconda che si tratti di zampe in primo piano o in secondo piano. L’arazzo è diviso in tre fasce nel senso della lunghezza: quella centrale, la principale, rappresenta gli avvenimenti storici chiosati da brevi frasi in latino che chiariscono chi sono i protagonisti dell’epopea, i luoghi e gli snodi della vicenda. Il soggetto storico occupa circa 33-34 cm in altezza ed è diviso in una sessantina di scene. Questa sorta di fregio risulta delimitato, nella parte superiore e inferiore, da due bande ricamate con gli stessi punti e gli stessi colori, dall’altezza di 7/8 cm ciascuna; tali bande rappresentano, in dimensioni nettamente inferiori, alcuni particolari degli eventi storici narrati oppure elementi più esornativi come animali, draghi e anche fabulae di Fedro. Iniziato, con ogni probabilità all'indomani stesso della celebre battaglia di Hastings ( 14 ottobre 1066) che fece del duca Guglielmo di Normandia il nuovo re d'Inghilterra, l'Arazzo fu ultimato nell'arco dei dieci anni successivi per essere esposta all’interno della cattedrale di Bayeux, dove era tesa da pilastro a pilastro all’interno della navata principale. La sua funzione era di presentare ai fedeli, spesso illetterati, le gesta di Guglielmo il Conquistatore e la disfatta di Aroldo Godwinson, usurpatore del trono inglese. Come si è detto, secondo la leggenda la tapisserie sarebbe stata ricamata dalla regina Matilde, ma gli studiosi dubitano fortemente di tale attribuzione e, pur confermando la datazione dell’arazzo negli anni successivi al 1066, non escludono che sia stato voluto e progettato dal conte Oddone di Conteville, vescovo di Bayeux e fedelissimo del duca Guglielmo all’epoca di Hastings. È plausibile che questo personaggio, presente nelle raffigurazioni dell’arazzo con un ruolo decisamente positivo, ma senza invadenza, abbia voluto quest’opera per propagandare la versione normanna della controversia e della lotta per il trono inglese. si presuppone che la prima esposizione dell’arazzo avvenne in occasione dell’inaugurazione della cattedrale di Bayeux, il 14 luglio 1077. Ipotesi di valore è quella che vede l’arazzo non come il racconto storico della conquista dell’Inghilterra nel 1066 da parte di Guglielmo il Conquistatore, ma che questo, abbia alle spalle una motivazione religiosa probabilmente: mostrare attraverso le illustrazioni delle disgrazie capitate ad Aroldo e al popolo inglese, quali conseguenze provocasse l’inosservanza di un giuramento solenne prestato sulle sante reliquie. 2 Le vicende narrate dall’arazzo. Scena 1-2. 1. Eadward(us) rex ( Il re Edoardo ). Nell'anno 1064, il re Edoardo di Inghilterra accolse il cognato Aroldo nel proprio palazzo, con ogni probabilità quello di Winchester. Gli affida l'incarico, durante il colloquio, di recarsi in Normandia per avvisare il cugino, il duca Guglielmo, che in mancanza di un erede diretto, il re ha deciso di nominarlo successore. 2. Ubi Harold dux Anglorum et sui milites equitant ad Bosham ( Dove Aroldo, duca degli Inglesi, cavalca verso Bosham con i propri armigeri ). Aroldo trova certamente opportuno, da un punto di vista politico, accettare e raggiunge quindi, circondato dai propri compagni, con una placida cavalcata, la costa meridionale dell'Inghilterra. La spedizione assomiglia ad una tranquilla battuta di caccia: Aroldo in testa, falco in pugno, in mezzo ai latrati della sua muta. Scena 3-4. 3. Ecclesia ( Una chiesa ). Ma Aroldo ben conosce i pericoli della traversata e si ferma passando nella chiesetta di Bosham dove prega assieme allo scudiero, per avere "mare buono e buon vento" . 4. Hic Harold mare navigavit ( Qui Aroldo salpa ). Il racconto prosegue in maniera molto semplice, come l'illustrazione della vita quotidiana. Tutti giungono al maniero gentilizio dove, nell'alta sala d'onore, festeggiano allegramente aspettando l'imbarco. Il banchetto avviene tutto improntato alla recente eredità dei Vichinghi: mentre Aroldo sta bevendo in una coppa, i suoi compagni suonano il corno. Un servitore viene con premura ad avvisare che bisognerebbe sfruttare il flusso montante; togliendosi i calzari, la compagnia avanza scalza fino alla nave che i marinai si apprestano a far salpare. 5 rappresentato con i baffi ) si presenta a Guglielmo. Il duca l'ascolta, presenziando nelle proprie vesti da gran signore e impartisce immediatamente a due uomini d'arme ordini urgenti ( è noto da altre fonti che aveva accettato di pagare il riscatto : un buon castello ai confini con il ducato e le terre ad esso collegate). Scena 13. 13. Hic Wido adduxit Haroldum ad Wilgelmum Normannorum ducem ( Qui Guido conduce Aroldo presso Guglielmo, duca dei Normanni ). Una volta ottenuta soddisfazione, Guido di Ponthieu si muove senza tardare cavalcando all'incontro di Guglielmo. Le due scorte armate si incontrano ai confini del ducato. Scena 14-15. 14. Hic dux Wilgelm cum Haroldo venit ad palatium suum ( Qui il duca Guglielmo, accompagnato da Aroldo, si reca al suo palazzo ). La scorta normanna è tornata indietro. Aroldo è ora ospite del duca di Normandia che lo invita nel proprio castello di Brionne. (Guglielmo di Poitiers aggiunge : " Qui trattò Aroldo e il suo seguito con grande ospitalità, sforzandosi di far loro dimenticare le vicende del viaggio; Guglielmo aveva non posche ragioni di rallegrarsi della venuta di questo ospite importante, giunto innanzi a lui quale messo dell'amico più nobile e caro.") Gli concede un'udienza solenne, e con ogni evidenza, scambiano un colloquio molto animato. Aroldo si mette a raccontare il naufragio ? O parla forse di una missione di cui sarebbe stato incaricato da Edoardo? Guglielmo dal canto suo non sta forse precisando le proprie formali intenzioni di cingere la corona di Inghilterra alla morte di Edoardo? Con prudenza diplomatica, gli arazzi restano muti, ma sulla lista che sormonta la scena, due pavoni, uno dei quali sta facendo la ruota, stanno a simboleggiare i due capi. 6 15. Ubi unus clericus et Aelfgyva ( Qui un chierico ed Elfia ). Abilmente, onde compensare la delusionepossibile di Aroldo, si assicura che Guglielmo gli offrì il matrimonio della figlia. Sotto un porticato viene raffigurata una deliziosa adolescente, in atteggiamento orante, che riceve un buffetto da un chierico con la tonsura. Il gesto ci consente di vedere una conferma di fidanzamento. Scena 16-17. 16. Hic Willelm dux et exercitus eius venerunt ad Monte Michaelis ( Qui il duca Guglielmo e il suo esercito vennero presso il Mont-Saint-Michel ). Aroldo si unisce a Guglielmo per soccorrere Rivallon di Dol, che si era ribellato contro il conte bretone Conan II. Circondato dai propri uomini d'arme, Guglielmo varca il Couesnon all'altezza di Mont-Saint-Michel, che si riconosce grazie alla chiesa costruita sulla roccia. Accanto ai cavalieri, che indossano le loro cotte di maglia e che portano l'elmo con il nasale, i fanti sono rappresentati con semplici tuniche. 17. Et hic transierunt flumen Cosnonis. Hic Harold dux trahebat eos de arena. (E qui attraversarono il fiume Couesnon. Qui il duca Aroldo li estrae dalle sabbie mobili ). Nelle grandi sinuosità delle sabbie mobili, uomini e cavalli rischiano di sprofondare e Aroldo, che cammina in testa, salva coraggiosamente, e da solo, due di loro (l'arazzo, opera cortese, rende in tal modo omaggio al gesto cavalleresco). 7 Scena 18. 18. Et venerunt ad Dol et Conan fuga vertit - Rednes ( E vennero a Dol e Conan fu posto in fuga. Rennes ). Mentre i Normanni si preparano all'attacco di Dol, i Bretoni e Conan stesso, hanno abbandonato la città e mimetizzato la loro ritirata mediante file di scudi. Conan riuscì a raggiungere Rennes, ma essendo inseguito dalla cavalleria normanna, dovette di nuovo fuggire dalla città e cercare dove rifugiarsi a Dinan. Scena 19-20. 19. Hic milites Willelmi ducis pugnant contra Dinantes ( Qui i soldati del duca Guglielmo combattono contro Dinan ). Essendo riuscito, con un movimento avviluppante, ad obbligare i Bretoni a rinchiudersi in Dinan, che le fortificazioni in legno rendevano vulnerabile, Guglielmo pose l'assedio della città. Mentre i cavalieri attaccano il ponte levatoio, due soldati appiccano il fuoco alle palizzate con i loro tizzoni di stoppa. 20. Et Cunan claves porrexit ( E Conan consegnò le chiavi ). Conan, sconfitto, dovette capitolare; consegna, con la punta della lancia, le chiavi della città al vincitore. Così si conclude la spedizione in Bretagna. 10 celebrata il 28 dicembre 1065. Al di sopra della navata, la mano del Signore, di notevole bellezza plastica, simboleggia la recentissima consacrazione, come l'operaio che sistemerà il gallo sulla chiesa. Avvolto in una ricca Sindone , il corpo di Edoardo viene portato su di una barella da otto uomini del casato reale, i chierichetti fanno risuonare i loro tintinnaboli, chierici e prelati cantano le loro orazioni funebri. Scena 27-28-29-30-31. 27. Hic Eadwarus rex in lecto alloquitur fideles. Et hic defunctus est ( Qui il re Edoardo, nel suo letto, si intrattiene con i suoi. E qui è morto ). Mentre un servitore sostiene il vecchio re, nelle sofferenze dell'agonia, ai piedi del letto piange una donna (la regina Editta? ). Il re trova ancora la forza di parlare con il prete, che non ne ha mai abbandonato il capezzale, e con Aroldo che affermerà ulteriormente che Edoardo lo ha nominato in extremis quale successore. Il 5 gennaio 1066, mentre un prete recita le ultime preghiere, due servitori procedono alla sepoltura del re. 28. Hic dederunt Haroldum coronam ( Qui hanno dato ad Aroldo la corona reale ). L'indomani stesso, alle esequie, il Witenagemot (assemblea dei notabili ) decide di offrire ad Aroldo la corona d'Inghilterra. Ed è allora che, risolutamente e nonostante il giuramento prestato, Aroldo accetta. 29. Hic residet Haroldum rex Anglorum ( Qui impera Aroldo, re degli Inglesi ). Aroldo è pertanto re d'Inghilterra. Il suo regno si svolgerà sotto il nome di Aroldo II. Imperante in maestà sul trono reale, la fronte cinta con la corona, egli tiene in mano lo scettro e il globo, ossia le insegne della monarchia. I vassalli, con la spada levata, vengono a rendergli il tradizionale omaggio. 30. Stigant archiepiscopus ( L'arcivescovo Stigant ). Stigant, arcivescovo di Canterbury, ha appena finito di celebrare la cerimonia, secondo certi storici. Altri storici, al contrario, affermano che la cerimonia era stata presieduta da Alfredo, arcivescovo di York, ma, dal momento che Stigant era stato scomunicato dal Papa, la presenza di quest'ultimo sulla scena non fa che acuire le colpe di Aroldo. 31. Isti mirant stella ( Questi guardano con stupore una stella ). All'esterno del palazzo, sei uomini in preda allo spavento additano in cielo una grande palla di fuoco con la coda fiammeggiante. Si tratta della cometa di Halley, che fu visibile in Inghilterra tra il 1 maggio e il 24 agosto 1066 ( come è noto, la cometa è spesso associata a messaggi di sventura, secondo una radicata credenza popolare ). 11 Scena 32-33. 32. Harold ( Aroldo ). Un armigero corre ad avvisare Aroldo di questo funesto presagio. Oramai in preda al timore, il re ha un presentimento, addirittura la visione di una flotta ( una flotta fantasma, appena tratteggiata sul bordo inferiore ). 33. Hic navis angelica venit in terram Willelmi duci ( Qui una nave inglese approda sul territorio del duca Gugliemo ). Guglielmo si consiglia immediatamente con il fratellastro, ossia il vescovo Oddone di Conteville di cui sollecita, chiaramente, il parere. Mente sottile, dotato di notevolissima intelligenza e uomo di chiesa, Oddone trova immediatamente la soluzione. Aroldo deve essere punito, bisogna "portare il castigo fin dove si trova lo spergiuro; fa costruire una flotta e sbarca in Inghilterra". Scena 34. 34. Hic trahunt naves ad mare ( Qui le navi sono tirate verso il mare ). Immediatamente vengono impartiti gli ordini: lungo tutta la foresta normanna gli alberi cadono sotto i colpi dei boscaioli, i falegnami piallano le assi, i carpentieri incavigliano i fasciami delle navi. Nell'arco di pochi mesi la flotta di invasione è ormai pronta: le imbarcazioni, messe in mare mediante un complesso sistema di pulegge e di gomene si allineano sulle rive. 12 Scena 35. 35. Isti portant armas ad naves et hic trahunt carrum cum vino et armis ( Questi portano le armi a bordo delle navi e qui tirano un carro colmo di vino e armi ). Per una spedizione di questo genere, non si deve trascurare nulla. Si caricano a bordo le cotte di maglia, le spade, gli elmi. Sia per comodità che per alleggerire il loro carro, gli uomini si sono messi in due per portare una cotta infilata su di un bastone (le cotte pesavano fra i 14 e i 15 kg). Altri trasportano un altro carro sul quale è poggiata una botte di vino. Scena 36. 36. Hic Willelm dux in magno navigio transivit et venit ad Pevensae ( Qui Guglielmo attraversa il mare su una grande nave e approda a Pevensey ). A metà agosto dell'anno 1066 la flotta si raduna interamente sulla foce del Dives e nei porti vicini, ma è pur invano che Guglielmo aspetta un vento favorevole. Per calmare l'impaziente ardore delle truppe, bisogna far risalire le navi bordeggiando fino a Saint-Valery, sulla foce della Somme...e per settimane l'attesa perdura...finalmente il 27 settembre 15 42. Odo eps. Subito dopo il pasto, il duca tiene di nuovo consiglio. Presiede al centro con la spada innalzata ed interroga Oddone, che gli siede accanto. Roberto di Mortain, con la spada già sguainata, si tiene pronto ad eseguire gli ordini. Scena 43-44-45. 43. Iste iussit ut foderetur castellum ad Hestenga castra ( Questi ordina di edificare una fortificazione innanzi al campo di Hastings ). Durante il consiglio, una tra le prime decisioni prese è stata sicuramente quella di edificare una specie di ridotta fortificata che avrebbe costituito riparo in caso d'attacco a sorpresa del nemico. Mentre uno dei capi dirige i lavori, un gruppo di uomini di fatica attendono allo scavo dei fossati attorno ad uno di questi castelli di legno, inventati da Guglielmo medesimo, ed i cui elementi avevano fatto parte del carico delle navi. Due sterratori brandiscono i loro badili, pronti a regolare fra loro un'ignota contesa. 44. Hic nuntiatus est Willelm de Harold ( Qui vengono recati a Guglielmo notizie di Aroldo ). In una ricca dimora posta nelle vicinanze del campo, un messaggero annuncia a Guglielmo che Aroldo è stato vittorioso a Stamford Bridge sui Norvegesi e sul fratello Tostig, e che a deciso il ripiegamento a marce forzate verso Hastings per respingere in mare i Normanni. 45. Hic domus incenditur ( Qui una casa viene incendiata ). Guglielmo non ha per nulla l'intenzione di lasciarsi sorprendere dal nemico ed ordina di appiccare il fuoco ad uno di quegli alti manieri sassoni che ostacolano la visibilità. Una donna che tiene un bimbo per mano fugge dalle fiamme. Essi simboleggiano la vedova e l'orfanello simbolo senza tempo delle vittime della guerra. È la terza ed ultima donna ad essere rappresentata nelle scene centrali dell'arazzo. (Ultima scena segue nell’immagine successiva). Scena 46. 16 46. Hic milites exierunt de Hestenga et venerunt ad proelium contra Haroldum regem ( Qui i soldati uscirono da Hastings e andarono a combattere contro il re Aroldo ). Uscendo dalla città di Hastings, Guglielmo si fa condurre da uno scudiero il proprio cavallo in battaglia: un superbo stallone spagnolo di cui andava molto fiero e che gli era stato offerto dal re Alfonso d'Aragona. Il duca, già pronto al combattimento, ha indossato una magnifica cotta di maglie, azzeccatissima dal punto di vista protettivo, in quanto un cappuccio di maglia proteggeva la nuca sotto il casco a nasale, i cui gonfaloni, quali sventolanti bandiere, consentivano ai cavalieri di riconoscere i loro capi in mezzo alla mischia. Mettendogli la cotta, il suo scudiero gliela ha infilata alla rovescia. Davanti all'espressione stupita del servitore, che già vi vedeva un cattivo presagio, Guglielmo si era accontentato di mettersi a ridere. Al riparo in un piccolo bosco, la cavalleria normanna si è raggruppata dietro i gonfalonieri. Uno di questi protende un gonfalone a semicerchio, tutto frangiato ed ornato con una colomba, quella di Roberto di Mortain; all'altro è stato affidato lo stendardo del duca, il famoso stendardo crociato. Narrano le Cronache di Normandia che Guglielmo si sforzò allora di evitare lo scontro cruento, inviando a tale scopo un monaco di Fecàmp, il monaco Margot, latore di un messaggio per Aroldo, per ricordargli il giuramento prestato sulle reliquie ed anche per proporgli un combattimento in "singola tenzone" dove il giudizio di Dio avrebbe dato il responso. Aroldo non ne volle sapere in quanto il regno, asserisce, gli era stato dato in lascito dallo stesso Edoardo sul letto di morte. Scena 47. 47. Hic Willelm dux interrogat Vitale si vidisset exercitum Haroldi ( Qui il duca Guglielmo domanda a Vitale se abbia visto l'esercito di Aroldo ). Guglielmo si è posto alla testa delle sue truppe. Tiene in mano il bastone di comando, che rimarrà la sola sua arma durante tutto il combattimento. Immediatamente dietro di lui, il vescovo Oddone la cui pesante mazza a tre teste farà "innumeri" morti tra i combattenti: non aveva infatti il diritto, in quanto prelato, di far scorrere il sangue con la spada, ma "per testar non si dimezza"! Il cavaliere Vitale viene incontro a loro, facendo galoppare il suo cavallo a tutta foga. L'indice proteso verso la collina di Telham avverte il duca che l'avanguardia normanna ha individuato l'esercito sassone. 17 Scena 48-49. 48. Iste nuntiat Haroldum regem de exercitu Willelmi ducis ( Questo annuncia al re Aroldo l'esercito del duca Guglielmo ). Dall'altra parte del bosco, una vedetta sassone scorge i primi cavalieri normanni: compie immediatamente un dietrofront e corre in tutta fretta ad avvisare Aroldo. Il re, quasi in piedi sulle sue staffe, si fa precisare la posizione dell'esercito di Guglielmo (circa 1500 metri). Albeggia e il combattimento decisivo si avvicina : dalla vittoria dipende un regno. 49. Hic Willelm dux alloquitur suis militibus ut preparent se viriliter et spaienter ad proelium contra Anglorum exercitum ( Qui il duca Guglielmo incita con arte oratoria i suoi soldati, affinchè si tengano pronti a combattere coraggiosamente e con saggezza contro l'esercito degli Inglesi ). Al mattino presto, Guglielmo ha sentito la messa e si è comunicato : l'esercito normanno al gran completo ha assistito alla funzione celebrata all'aperto dal vescovo Oddone. Sul punto di affrontare il nemico, Guglielmo, in conformità agli usi del tempo, pronuncia il rituale discorso del capo. Esorta le proprie truppe a lottare valorosamente ma anche con saggezza (si dovrebbe tradurre con "disciplina"). Gli storici, e fra questi Guglielmo di Poitiers e Henri de Huntingdon, narrano il suo
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