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Tutto su dante vita e opere Vita calvino tutto su di lui parenti e baraba, Appunti di Italiano

Tutto su calvino vita e opere Vita dante tutto su di lui parenti

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 06/03/2018

Albertone15
Albertone15 🇮🇹

11 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Tutto su dante vita e opere Vita calvino tutto su di lui parenti e baraba e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! ITALO CALVINO prof.ssa Bosisio Laura Il Visconte Dimezzato Il Barone Rampante Il Cavaliere Inesistente  Nacque nel 1923 a Cuba da genitori italiani, qui il padre lavorava come agronomo;  Nel 1925 tornarono in Italia, a Sanremo (Liguria) dove studiò e trascorse la giovinezza;  Nel 1941 si iscrisse alla facoltà di Agraria a Torino.  Durante il Regime Fascista partecipò alla resistenza partigiana in Liguria;  Dopo la Guerra si dedicò alla letteratura e prese la laurea in Lettere;  Collaborò con la casa editrice Einaudi;  Nel 1947 esordì come scrittore con il romanzo “Il sentiero dei nidi di ragno”, qui la resistenza è vista con gli occhi di un bambino.  Si dedicò poi alla Vena Fantastica con il ciclo “I Nostri Antenati” (1952-1959); Italo Calvino (1923 - 1985) ITALO CALVINO prof.ssa Bosisio Laura  Strinse amicizia con Cesare Pavese ed Elio Vittorini;  Nel 1963 pubblicò “Marcovaldo”;  La Tradizione Folkloristica del nostro Paese fu da lui raccolta ne: “Fiabe Italiane”;  Passò poi ad una produzione Fantascientifica pubblicando nel 1965 “Cosmicomiche”;  Tra il 1967 e il 1980 visse a Parigi;  Nel 1979 si cimentò in un romanzo Sperimentale “Se una notte d’inverno un viaggiatore”;  Morì a Siena nel 1985. ITALO CALVINO prof.ssa Bosisio Laura Il visconte Medardo di Terralba si arruola nell’esercito cristiano per combattere in Boemia contro i Turchi, accompagnato dal fedele scudiero Curzio. Inesperto della guerra, due giorni dopo nel campo dove ferve la battaglia, si mette davanti alla bocca di un cannone con la spada sguainata, pensando di intimorire i Turchi, ma viene colpito in pieno e diviso in due. Sul carro che trasporta i feriti viene messa la parte destra del visconte che, portata in ospedale, curata e guarita, viene dimessa perché torni a casa. Così la metà sopravvissuta del visconte torna a Terralba, ma, poiché a salvarsi è stata la parte malvagia, nelle sue terre si instaura un clima di terrore. Muore il padre ed egli diventa padrone di tutti i possedimenti e, con ferocia inaudita, uccide o mutila decine di persone e dimezza tutto ciò che trova sulla sua strada. Manda la sua balia a Pratofungo, il paese dei lebbrosi e tenta di uccidere il nipote, (il narratore), figlio illegittimo di sua sorella. Da mastro Pietrochiodo fa costruire macchine moderne per uccidere i cittadini che non fanno ciò che lui vuole e terrorizza gli Ugonotti, gente molto religiosa. Durante il suo malvagio peregrinare per i suoi possedimenti, incontra una graziosa contadinella, Pamela, e si innamora di lei. La ragazza in principio lo contraccambia, ma poi, spaventata dalla sua cattiveria, fugge nei boschi. Un giorno, il nipote, che trascorre le giornate con il suo amico Trelawney, un medico naufrago della nave di James Cook e che si è stabilito a Terralba, si trova davanti la sagoma dello zio il quale, vedendo che non ha pescato neppure un pesce, gli regala un anello. Il bambino è meravigliato da tanta inaspettata bontà e si preoccupa quando lo zio viene punto su una mano da un ragno velenoso, ma si accorge che a gonfiarsi è la destra, mentre il visconte da lui conosciuto ha solo la sinistra. Qui si scopre che è tornata l’altra metà di Medardo, la parte buona e tutti lo vengono a sapere, ma la sua bontà è così esagerata che esaspera la gente. Pamela è costretta dai genitori a sposare uno dei due visconti, ma fino al giorno del suo matrimonio non sa chi dei due sarà il suo sposo. In chiesa si presenta per primo il Buono e la funzione inizia, ma viene interrotta dall’arrivo del cattivo (Gramo) che lo sfida a duello. I due si scontrano e cadono feriti uno vicino all’altro, in modo che le due parti tagliate durante la battaglia in Boemia combacino. Interviene il dottor Trelawney che riesce a bendarle strettamente. Dopo alcuni giorni il visconte miracolosamente guarisce e torna ad essere intero. Medardo sposa Pamela, mentre il dottor Trelawney torna a bordo della nave del capitano Cook, lasciando ai suoi giochi infantili il bambino - narratore del racconto. Il visconte dimezzato 1952 Riassunto ITALO CALVINO prof.ssa Bosisio Laura Il visconte di Terralba è il protagonista e per la maggior parte del romanzo è diviso fisicamente in due parti: il malvagio: è la metà destra del visconte, si comporta in maniera crudele e senza cuore. È un violento e un vendicativo. È un solitario, si aggira nelle campagne con il suo cavallo nero, ”vestito di un mantello nero col cappuccio che gli scende dal capo fino a terra” sempre pronto a compiere soprusi e angherie verso gli abitanti di Terralba. Viene odiato da tutti e soprannominato: ”il Gramo” il buono: è la metà sinistra del visconte. È gentile, disponibile a dar consigli ed ad aiutare chiunque senza chiedere nulla in cambio. Anche lui alla fine diventa antipatico, esagerando nel suo comportamento troppo altruista e gentile. Il nipote: è il narratore del racconto. È un bambino orfano dei genitori ed è cresciuto solo con gli insegnamenti della balia e del dottor Trelawney. È il bersaglio delle cattiverie del Gramo che tenta inutilmente di ucciderlo. Il dottor Trelawney: è un uomo di circa sessant’anni, dal viso rugoso come una castagna secca, le sue gambe sono sproporzionate come quelle di un grillo e indossa una marsina color tortora sopra la quale porta sempre una borraccia piena di vino “cancarone”. E’ inglese e, naufrago di una nave, è arrivato a Terralba a cavallo di una botte. Invece di curare i malati gira prima per i campi, poi per i cimiteri alla ricerca dei fuochi fatui. Al termine del romanzo si imbarca sulla nave del capitano Cook in cerca di altre avventure. Pamela: è la graziosa contadinella di cui si innamorano sia il Gramo che il Buono e che finisce con lo sposare il visconte tornato intero. E’ una graziosa fanciulla, un po’ grassottella, che va in giro per i campi scalza, in compagnia di capre e anatre. E’ semplice e ingenua, ma trova il coraggio di ribellarsi ai genitori quando la offrono al visconte dimezzato in cambio di soldi, anche se poi cede alla loro volontà. Durante la cerimonia del matrimonio, quando Gramo e Buono litigano è lei a proporre il duello. Personaggi Principali ITALO CALVINO prof.ssa Bosisio Laura In questo romanzo si narra di un adolescente di 12 anni, Cosimo, figlio del barone di un paese della Liguria, che, stanco della vita piena di regole e costrizioni, decide, come segno di protesta, di andare a vivere sugli alberi e di non scendere mai più. Dapprima Cosimo conosce una bambina, Violante, di cui si innamora perdutamente; ma inseguito questa parte, spezzandogli il cuore. Negli anni seguenti Cosimo si adatta alla vita sugli alberi sopravvivendo grazie alla caccia e vivendo molte avventure e molti avvenimenti: lotta contro i pirati, legge molti libri diventando un filosofo conosciuto in tutta Europa, conosce un pericoloso brigante, che riesce a redimere grazie alla cultura ma che vede poi morire sulla forca, fonda una squadra di vigili del fuoco, incontra un gruppo di persone spagnole che come lui vivono sugli alberi e conosce Ottimo Massimo, il cane che gli tiene compagnia per molti anni. Un giorno Violante ritorna a casa, e tra i due nasce un grande amore, che però si conclude male e quindi la ragazza riparte. Cosimo passa tranquillamente gli ultimi anni della sua vita e alla fine muore, a sessantacinque anni, dopo essersi ammalato gravemente, attaccandosi all'ancora di una mongolfiera in volo e buttandosi lontano dal suo paese, per non dare agli abitanti la soddisfazione di vederlo alla fine toccare la terra. Il personaggio principale de “Il barone rampante” è senza ombra di dubbio Cosimo. Anche se del suo aspetto fisico l'autore non scrive niente, il suo comportamento e il suo carattere vengono riportati nel romanzo con estrema cura. L'aspetto più importante del suo carattere è sicuramente il grande anticonformismo e la grande avversione nei confronti delle regole del suo ceto sociale. Nonostante questo suo stranissimo modo di vivere cerca di procurarsi tutte le comodità che possedeva durante la vita con i piedi per terra oltre a procurarsi un caldo giaciglio, un fucile per cacciare e un modo per potersi lavare. Dedica gran parte del suo tempo allo studio e alla lettura: continua a prendere lezioni dal suo vecchio maestro, fino a diventare, grazie alla lettura, più colto di lui e di molti letterati di fama mondiale, diventando un filosofo di fama internazionale conosciuto addirittura da Voltaire. Un altro personaggio fondamentale del racconto è Biagio, fratello minore di Cosimo, che deve la propria Il Barone Rampante 1957 Riassunto Personaggi Principali ITALO CALVINO prof.ssa Bosisio Laura diventare anch’egli un paladino, per coprirsi di gloria e difendere la fede cristiana. Ma Agilulfo smentì subito questa falsa illusione, facendo capire a Rambaldo le responsabilità di un’eventuale nomina al grado di paladino. L’indomani Rambaldo ritrovò il cavaliere pervinca, di nome Bradamante e la sfidò a tiro con l’arco. Agilulfo, che passava di lì per caso, fu notato dalla bella Bradamante, che si innamorò perdutamente di lui: egli, infatti, non era uno sciattone come gli altri cavalieri, ma era preciso e metodico, infallibile e severo, proprio come Bradamante sognava; lo invitò a tirare con l’arco, e Bradamante se ne innamorò ancora di più, colpita dalla sua precisione. Rambaldo, rassegnandosi all’amore che ormai legava Agilulfo e la bella Bradamante, seguì gli altri cavalieri, ed incontrò Torrismondo, un giovane guerriero convinto che la guerra per la santa fede fosse inutile e che solo i Cavalieri del San Gral si sarebbero salvati. L’indomani ancora, Agilufo andò al banchetto imperiale e, poiché tutti i cavalieri si vantavano inutilmente delle loro imprese raccontando solo un mucchio di fandonie, lui seguiva meticolosamente il filo del discorso correggendoli e smentendoli, citando anche i documenti in cui si poteva costatare tutto ciò che affermava. A questo punto, si alzò Torrismondo, il quale affermò che in realtà anche Agilurfo aveva una piccola macchia in quanto la donna che aveva tratto in salvo dai briganti non era una vergine come lui sosteneva, ma in realtà era Sofronia, sua madre, che lo aveva dato alla luce vent’anni fa, ancora tredicenne, e, temendo le ire dei genitori, era scappata nei boschi. Questo significava che Agilulfo non poteva essere riconosciuto cavaliere poiché non aveva mai salvato una donna vergine come invece lui credeva; così decise di partire in cerca di Sofronia, che si era fatta monaca, seguito da Gurdulù. Quando Bradamante vide Agilulfo partire, piena di amore volle seguirlo in tutta fretta, e, appena Rambaldo vide che Bradamante partiva, per lo stesso motivo, volle seguirla. Dal canto suo Torrismondo, non poteva più essere cavaliere, poiché avendo confessato di essere figlio di Sofronia, non era di nobile stirpe; anch’egli allora partì, cercando l’Ordine del San Gral, che aveva messo incinta Sofronia, e tentando di farsi riconoscere come figlio dall’Ordine in generale. Per facilitare la comprensione del racconto, divido il viaggio di Agilulfo da quello di Torrismondo. Durante il viaggio Agilulfo incontra Priscilla, una dama che si innamora di lui e con cui trascorre una notte bellissima, elogiando e vezzeggiando la dama. Poi Agilulfo approda finalmente in Inghilterra, dove risiede il convento di Sofronia: purtroppo però il convento era stato raso al suolo da un gruppo di pirati Mori, che avevano deportato le monache in Marocco, come schiave. Allora Agilulfo e gli altri si imbarcarono per il Marocco, in cerca della bella Sofronia. Giunti in Marocco chiesero notizie ad un gruppo di pescatori di perle per il sovrano marocchino, e scoprirono che Sofronia era stata destinata in sposa al sultano: giunto all’interno della stanza in cui alloggiava Sofronia, la prese e fuggì con lei inseguito dalle guardie saracene. ITALO CALVINO prof.ssa Bosisio Laura Torrismondo, invece, cavalcando per foreste e per boschi, raggiunse la terra di Curvaldia, dove apprese che i Cavalieri dell’Ordine erano in una foresta. Finalmente incontrò l’Ordine dei Cavalieri del San Gral, che purtroppo non poterono riconoscerlo loro figlio. I Cavalieri gli proposero però di rimanere con loro e di entrare a far parte dell’Ordine. Per molti giorni si concentrò, pensando solamente alla natura e alla fede. Ma quando giunse il giorno della riscossione dei tributi e i cavalieri si accanirono senza motivo sui contadini che non avevano nulla da dare loro, Torrismondo si schierò dalla parte dei contadini, difendendoli con accanimento. Lasciò allora i Cavalieri dell’Ordine e fuggì a cavallo. Scorse una grotta e si recò al suo interno, per riflettere. Proprio lì si nascondeva Sofronia con la quale si intrattenne piacevolmente. Ma ecco che, all’improvviso, giunse Carlo Magno e i due vennero scoperti. Scoprendo dunque che Sofronia non era una vergine, Agilulfo vide svanire il suo titolo paladino, nonché la sua intera personalità. Rambaldo cercò Agilulfo ma al suo posto trovò soltanto la sua armatura, che si apprestò ad indossare in ricordo di colui che gli era stato amico. Sofronia e Torrismondo, celebrate le nozze al cospetto di Carlo Magno, si recarono in Curvaldia, di cui erano diventarono i conti, e che nel frattempo era rifiorita. Nel frattempo Bradamante ritornò al suo convento, poiché essa in verità era una suora: si faceva chiamare Suor Teodora. Aveva dunque due personalità: Bradamante, era la donna che si innamorava sempre di uomini diversi e collezionava delusioni su delusioni, Suor Teodora era invece la religiosa che si rifugiava nel convento dopo ogni sofferenza d’amore. Riflettendo però, questa volta scoprì di amare veramente il giovane Rambaldo. Egli, intanto, l’aveva cercata per mari e per monti, ma adesso era lì, proprio sotto il portico del convento che la chiamava innamorato. Bradamante uscì dal convento sperando che questo suo amore fosse durato per sempre in modo da non doverci più tornare! Il protagonista del romanzo è Agilulfo, un valoroso cavaliere di Carlo Magno, sempre pronto a combattere "per la santa causa", cioè per cristianizzare tutto il mondo attraverso le Crociate. Indossa una lucida armatura bianca, è incline alla perfezione e alla nobiltà d'animo, sempre pronto a risanare i torti, pieno di spirito e razionalità che però ha un unico difetto: non esiste! Ha una voce metallica e meccanica, è molto freddo, pignolo e perciò spesso abbastanza impaziente; è molto sincero, dice sempre la verità poiché è incapace di dire il falso. Inizialmente è molto razionale e calcolatore, pian piano riesce però a “umanizzarsi”, scoprendo di avere anch'egli dei sentimenti. Invaghita di Agilulfo è l'intrepida guerriera amazzone Bradamante, innamoratasi dello spirito di perfezione del cavaliere e stanca della monotonia degli altri uomini. Bradamante ha un’armatura splendente, un mantello color pervinca e una sottoveste color topazio, è molto fiera di sé ed è anche molto bella e leggiadra: solo alla fine è amata da Agilulfo, il Personaggi Principali ITALO CALVINO prof.ssa Bosisio Laura quale contraccambia i suoi sentimenti verso di lei quando oramai è però troppo tardi: Agilulfo scompare infatti nell'aria. Troviamo poi Gurdulù, lo scudiero di Agilulfo che è praticamente matto, anche se Agilulfo cerca di “mettergli a posto la testa”. Come personalità, egli può essere definito “complementare” ad Agilulfo poiché è tutto corpo, carnalità e natura, senza un briciolo di coscienza. Insieme i due girano l'Europa, vivendo varie avventure. Inoltre è presente Rambaldo, un giovane amico di Agilulfo e innamorato di Bradamante che vuole vendicare il padre, il defunto marchese Gherardo di Rossiglione, ucciso dagli infedeli; inizialmente un po' incapace e impacciato, con l’aiuto di Agilulfo riesce a diventare abile nel combattimento e animato da una grande voglia di lottare. Torrismondo, invece, è un cavaliere cupo e fosco, che arriva all'accampamento insieme a Rambaldo, pur non conoscendolo. Andrà poi alla ricerca del santo Gral per far valere il suo onore e dichiarerà di esser figlio di Sofronia, la vergine salvata dai Briganti da Agilulfo. Tra i personaggi minori figurano Re Carlo Magno e molti altri cavalieri, come Orlando, Rinaldo di Montalbano, Astolfo, Angiolino di Baiona, Riccardo di Normandia e molti altri, tutti arroganti e fieri delle proprie imprese. Verso la fine del romanzo, viene introdotta una giovane nobildonna di nome Priscilla, con cui Agilulfo passerà una notte nel suo castello. L'antagonista non è presente in questo racconto anche se per certi versi può riconoscersi in Torrismondo, poiché egli è la causa di gravi conflitti interiori di Agilulfo e della sua scomparsa.
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