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Ugo foscolo, Appunti di Lingue e letterature classiche

appunti per liceo su ugo foscolo

Tipologia: Appunti

2015/2016

Caricato il 14/03/2016

isabella_gherghel
isabella_gherghel 🇮🇹

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Scarica Ugo foscolo e più Appunti in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! UGO FOSCOLO Vita → Ugo Foscolo nasce nel 1778 a Zacinto, isola ionica sotto il dominio della Repubblica di Venezia. Suo padre è veneziano e sua madre greca. Quando muore il padre, nel 1792, la famiglia si trasferisce a Venezia. Qui Ugo Foscolo sente il fascino delle idee nate dalla rivoluzione francese e diviene un convinto sostenitore della politica di Napoleone Bonaparte: rimane però profondamente deluso quando l'imperatore francese cedette Venezia agli austriaci in seguito al trattato Campoformio. ( 1797) Costretto ad abbandonare Venezia, si trasferisce prima a Milano poi a Bologna e Firenze, poi di nuovo a Milano. Sebbene critico nei confronti di Napoleone, non vedendo alternative migliori, continua a sostenerlo combattendo come ufficiale di cavalleria nell'armata francese. Nel 1808 diventa professore di letteratura all'Universita di Pavia. Nel 1814, dopo l'esilio di Napoleone all'Elba e la caduta del Regno d'Italia, preferisce allontanarsi da Milano, tornata sotto il dominio austriaco e si rifugia prima in Svizzera poi in Inghilterra. Ugo Foscolo muore in un villaggio presso Londra nel 1827. Nel 1871 le sue spoglie vengono portate a Firenze e oggi riposano nella chiesa di S.Croce dove sono sepolti molti grandi personaggi della cultura Italiana. Pensiero → Nella formazione di Foscolo convergono le componenti tipiche della cultura del suo tempo: la cultura classica, il preromanticismo e l’Illuminismo settecentesco. Inizialmente la sua formazione è quella della letteratura arcadica ma poi, a questa letteratura frivola ed evasiva, si aggiunge il modello dei grandi classici latini e greci, insieme a Dante e Petrarca. Tra i moderni, Foscolo ammira molto Parini, il suo rigore morale e civile e la sua indipendenza, e anche Alfieri con la sua ansia di libertà. Nello stesso tempo è attratto dal sentimentalismo di Rousseau e del Werther di Goethe, dalla barbarica cupezza dei canti di Ossian e dai poeti cimiteriali inglesi che vengono da lui interpretati in chiave laica, civile e patriottica. Per quanto riguarda le idee inizialmente abbracciò quelle di Rousseau, il senso di uguaglianza, il culto della natura come un insieme di cose autentiche e positive, il culto della passionalità intensa, l’idea che l’uomo è buono ed è la società che lo corrompe. Più tardi abbandonò questi principi, divenne più pessimista circa la bontà dell’uomo, abbracciò le idee di Machiavelli e del filosofo inglese Hobbes secondo i quali l’uomo è malvagio per natura e tenta sempre di sopraffare gli altri. MATERIALISMO → A questo pessimismo si aggiunge il materialismo che gli proviene dalla cultura illuministica ma anche dai filosofi come Epicuro e dai poeti latini come Lucrezio; tutta la realtà non è altro che materia che si aggrega e si disgrega e con la morte finisce tutto, non c’è vita nell’aldilà. Queste concezioni pessimistiche e materialiste vengono in parte superate perché gli provocano insoddisfazione, la sua vita è attiva, eroica, egli deve trovare un’alternativa al materialismo e al pessimismo, anche se non li abbandonerà mai del tutto. Un valore alternativo e fondamentale che Foscolo propone è la bellezza che si trova nelle arti e nella letteratura. Ad esse è assegnato una triplice funzione: • 1° Funzione di conforto ► L’arte deve confortare la vita dell’uomo e deve costruire una dimensione in cui si dimenticano le miserie e i limiti per vivere in una posizione di bellezza e di armonia. • 2° Funzione civile ►le arti e la letteratura, rasserenando e purificando l’animo lo rendono più umano, lo allontanano dalla ferocia primitiva, gli insegnano il rispetto per gli altri e la compassione per i deboli e i sofferenti. • 3° Funzione patriottica ►Foscolo assegna quindi alle arti e alla letteratura una funzione civilizzatrice e anche quella di tramandare le memorie che rappresentano l’anima di un popolo per far sì che un popolo arretrato e diviso come quello italiano possa trasformarsi in una nazione. Per Foscolo l’ideale e il reale devono quindi convivere, l’uno non può fare a meno dell’altro: bisogna tenere conto della realtà ma non per questo schiacciarsi nella realtà, nessuna delle due dimensioni, reale e ideale, da sola dà una vita degna. Le ultime lettere di Jacopo Ortis → "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" è un romanzo epistolare,caratterizzato da lettere che il poeta scrive all'amico Lorenzo Alderani,realizzato da Ugo Foscolo agli inizi della sua carriera letteraria sul quale egli lavorò dal 1798 fino al 1817. Il modello dell'opera è soprattutto” I dolori del giovane Werther” di Goethe , ma fu influenzato anche dalla “ Nouvelle Heloise “ di Rousseau. E’ allo stesso tempo anche un romanzo autobiografico per il fatto che Jacopo, il protagonista, riproduce spesso l’essenza e il carattere del Foscolo: infatti è ardente, appassionato, facile all’ira e impulsivo; ma è anche tenero, attento, sensibile e capace di compassione. Inoltre vi confluiscono i suoi amori infelici, le sue esperienze politiche, in primo luogo quella di Campoformio, tanto più grave perché segnò il crollo di quegli ideali che dopo il tramonto della fede religiosa erano divenuti per il poeta unica ragione di vita. La trama dell’Ortis ---> Jacopo, un giovane repubblicano costretto all’esilio sui colli Euganei per le sue idee politiche, s’innamora di Teresa, che il padre ha promesso in sposa a Odoardo per motivi economici. Attraverso i suoi discorsi, Jacopo intuisce che lei potrebbe amarlo, ma il loro destino è già scritto e questi, deluso dalla situazione di schiavitù della sua patria e dal matrimonio di Teresa con Odoardo, sceglie il suicidio. Scrive un’ultima lettera al suo amico Lorenzo (destinatario delle lettere che compongono il romanzo) e a Teresa e si uccide pugnalandosi al petto. Jacopo, diversamente da Werther, mescola al motivo amoroso quello politico, incarnando il tipo dell’eroe pre-risorgimentale e pre-romantico. Pare addirittura superfluo sottolineare gli elementi di somiglianza, che rendono Jacopo l’alter ego di Foscolo. CONFRONTO ----> • Entrambi i giovani si innamorano perdutamente di una ragazza, e vengono catturati da una passione che sconvolge nel profondo i loro animi. • Contrariamente al Werther, in cui è presente solamente l’elemento amoroso, l’Ortis è un romanzo in cui il tema dell’amore si interseca continuamente con il tema della patria. • Entrambi i romanzi abbondano di numerose citazioni dai più disparati testi della letteratura internazionale; ma, mentre per Werther queste citazioni provengono nel primo libro da Omero e nel secondo da Ossian, e sono un ulteriore specchio degli stati d’animo del giovane, per Ortis la faccenda si fa più complessa; sono frequenti citazioni da tutti gli autori: Dante, la Bibbia, Plutarco, LE ODI E I SONETTI Foscolo cominciò a scrivere sin da ragazzo, odi, sonetti, canzoni e altre composizioni di vario metro: sono esercizi letterari, testimonianza di un apprendistato poetico che rivelano l’influsso della galanteria arcadica alla serenità neoclassica. Il poeta stesso fece una scelta rigorosa di tutta questa produzione , pubblicando nel 1803 le POESIE che comprendevano solo 2 odi e 12 sonetti. LE ODI: 2 risalgono al periodo della scrittura dell’Ortis ma rappresentano tendenze opposte.  L’Ortis: con la sua passionalità e il suo soggettivismo esasperati, con la figura dell’eroe sventurato ed esule. Con il rincorrere ossessivo del tema della morte e le tonalità cupe che questo evoca, rimanda a tematiche ti tipo romantico.  Le Odi: tendenze più neoclassiche della tendenza foscoliana. C’è il vagheggiamento della bellezza femminile, trasfigurata attraverso la sovrapposizione delle immagini di divinità greche. Ricorrono continui rimandi mitologici, evocati con raffinata erudizione. Il lessico è aulico e sublime e la struttura sintattica riproduce le architetture del periodo classico. A luigi pallavicini: conserva maggiormente un carattere di omaggio galante e settecentesco alla bella donna. All'amica risanata: vuole essere un discorso filosofico sulla bellezza ideale, sul suo effetto di purificare le passioni e di rasserenare l’animo inquieto degli uomini. Il tema dell'Ode e di natura prettamente classicheggiante. I SONETTI: Si tratta di 12 componimenti, pubblicati assieme alle Odi nel 1803, scritti nel corso dei primissimi anni dell’Ottocento. Presentano la struttura tradizionale del sonetto, ma con significative innovazioni metrico-sintattiche; tende infatti a essere del tutto superata la corrispondenza tra misura metrica e misura sintattica: celebre la costruzione di A Zacinto, in cui le prime tre strofe costituiscono un unico periodo sintattico, ricco di anastrofi e iperbati. I temi derivano spesso dalla mitologia classica, ma sono parallelamente presenti istanze preromantiche e un’atmosfera tormentata, ‘romantica’, che nulla ha a che vedere con l’equilibrio e l’armoniosa serenità tipici della cultura classica. I sonetti sono caratterizzati da un forte impulso soggettivo ma vengono anche ripresi i temi centrali dell'ORTIS. ALLA SERA Il sonetto “Alla sera “ venne collocato da Foscolo in apertura della raccolta Poesie nel 1803. Il titolo della poesia, come in quasi tutti gli altri sonetti dell’autore, indica l’interlocutore immaginario, in questo caso la sera, che rappresenta metaforicamente la morte ma osservata da un altro punto di vista, che la rende quasi positiva. L’autore rende progressivo il passaggio tra il tema della sera, trattato nelle prime due quartine, e quello della morte, presentato invece nelle due terzine. • Nella prima strofa Foscolo presenta le sue considerazioni sulla sera, spiegando che forse è così suggestiva e attesa da lui perché rappresenta la “fatal quiete”, che è evidentemente considerata dall’autore come un aspetto positivo della vita, una sorta di sonno tranquillo ed eterno né doloroso né terribile. • La seconda strofa descrive l’arrivo della sera, sempre e comunque desiderato ed invocato dall’autore, sia d’estate quando il buio è accompagnato dolcemente dalle nuvole e dalle brezze leggere, sia d’inverno quando giunge pesante sul cielo già scuro e spesso temporalesco. • La terza e la quarta strofa spiegano il motivo per cui la sera è tanto apprezzata da Foscolo: il suo arrivo spinge l’autore a riflettere sull’Aldilà (che secondo l’autore è solo una concezione ideale, non un luogo reale), sul “nulla eterno” e mentre è impegnato in questi pensieri il tempo presente scorre via, non si ferma e avvicina sempre più l’autore alla “fatal quiete”, secondo dopo secondo. L’autore cerca proprio questo nella sera, un momento per distrarsi e lasciarsi alle spalle tutti gli affanni che rendono quasi malvagio il suo presente, come se volesse concedersi per qualche momento il riposo del “nulla eterno” mentre fuori dalla sua mente brulicano le preoccupazioni quotidiane, e il suo animo ribelle non può che placarsi di fronte alla serenità della sera e alla quiete, seppur fatale, del “nulla eterno”. Foscolo utilizza un registro medio-alto, con molte parole classiche e dotte ma abbastanza comprensibili. Complessivamente il sonetto ha un tono riflessivo e un ritmo solenne e meditativo che accompagna la riflessione sui temi trattati. IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI Questo sonetto è stato scritto dopo la morte del fratello del poeta, suicidatosi nel 1801 o forse proprio nel 1803, l'anno della pubblicazione della lirica. Come in altri sonetti, il fatto autobiografico offre a Foscolo lo spunto per trattare alcuni dei suoi temi preferiti: la lontananza dalla patria a causa dell'esilio, le inquietudini del suo animo, il problema della sepoltura. Il sonetto può essere diviso in due parti. • La prima è costituita dalle quartine; il poeta dichiara fin dall'inizio la sua situazione di esiliato: deve sempre fuggire, di popolo in popolo, e perciò non può ora piangere insieme alla madre la morte del fratello; tuttavia spera che un giorno potrà recarsi sulla sua tomba, per piangerne la giovinezza perduta. Ora, la madre anziana e sola non ha nessuno che la consoli e deve parlare con i resti senza vita del figlio morto, che non possono più risponderle, mentre il poeta può solo tendere da lontano le sue mani verso di lei e verso la tomba. • Nella seconda parte, composta dalle due terzine, il poeta riflette sulla propria situazione: dice di sentire anche lui le medesime preoccupazioni intime che hanno portato suo fratello alla morte ed è tentato di cercare anch'egli pace nello stesso modo. Di fronte alla triste mancanza di speranza, perduta ormai ogni illusione giovanile, non resta che rivolgere un invito alle popolazioni straniere presso cui si trova, perché rendano almeno i suoi resti alla madre e alla patria. TEMI --->In questo sonetto sono espressi i temi fondamentali della poesia foscoliana. ► Motivo dell'esilio: Foscolo si sente esule in primo luogo dalla sua patria d'origine, la Grecia, che assume i caratteri di una patria ideale, non tanto biografica quanto culturale; in secondo luogo egli è esule da Venezia, la sua seconda patria, che ha dovuto lasciare dopo che Napoleone l'ha ceduta all'Austria. ►Un secondo tema è quello della tomba, che sarà al centro dell'opera più celebre di Foscolo, i Sepolcri. La tomba del fratello Giovanni diventa il centro degli affetti di una famiglia, quella del poeta, che idealmente si raccoglie su di essa; nei Sepolcri a questa funzione della tomba si aggiunge un valore politico: la tomba degli uomini forti e grandi può ispirare coraggiose imprese ai connazionali. ►Un terzo tema è costituito dalla morte, e dal suicidio in particolare, tema che si incontra anche nel romanzo di Foscolo Le ultime lettere di Jacopo Ortis. Nel sonetto il suicidio del fratello ha ragioni biografiche ben precise e costituisce un gesto di disperazione; nel romanzo, invece, il suicidio è la scelta di chi non ha più possibiltà di agire nella storia. Qui Foscolo sembra augurarsi anche per sè una morte veloce, ma in realtà egli affrontò sempre i mali che il destino gli aveva riservato. A ZACINTO
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