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Ugo Foscolo: Una Vita di Esilio e Passione, Sintesi del corso di Letteratura

Storia politica d'ItaliaStoria della letteratura italianaBiografia di scrittori italiani

Biografia di ugo foscolo, nato a zacinto, una delle isole ionie della repubblica di venezia, figlio di un medico veneziano e di una donna greca. Trascorse infanzia felice a zacinto, studiò a spalato e venezia, entrò in contatto con importanti letterati e acquisì fama. A causa delle sue idee rivoluzionarie, fu costretto all'esilio a milano, dove collaborò con giornali e strinse amicizia con intellettuali. Partecipò alle guerre napoleoniche e visse in esilio a londra, dove morì in povertà. In dettaglio la vita di foscolo, dalla nascita a morte, e illustra come le sue idee politiche lo portarono all'esilio. Inoltre, vengono descritte le opere di foscolo, tra cui 'le ultime lettere di jacopo ortis', un romanzo epistolare.

Cosa imparerai

  • Che isole Ionie appartengono alla Repubblica di Venezia?
  • Perché Ugo Foscolo fu costretto all'esilio a Milano?
  • Che opere scrisse Ugo Foscolo?

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 11/07/2021

Oscar-da-Bagno
Oscar-da-Bagno 🇮🇹

4.6

(17)

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Scarica Ugo Foscolo: Una Vita di Esilio e Passione e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura solo su Docsity! UGO FOSCOLO La vita Niccolò Foscolo (si fece chiamare Ugo dal 1794) nacque nel 1778 nell'isola greca di Zacinto, oggi Zante, una delle isole lonie, allora possedimento della Repubblica di Venezia. Era figlio di Andrea Foscolo, un medico veneziano, e di Diamantina Spathis, una donna greca, ed era il primo di quattro fratelli. A Zacinto trascorse un'infanzia felice, di cui conservò sempre un ricordo mitico e favoloso; del resto la nascita in terra greca creò un legame ideale con la cultura e la poesia classica, di cui si sentì erede e continuatore. Nel 1785 la famiglia si trasferì a Spalato, dove il padre dirigeva l'opedale locale. Qui Foscolo compì i primi studi frequentando la scuola del seminario arcivescovile e qui morì il padre nel 1788. Nel 1789 la madre e i fratelli si trasferirono a Venezia presso i parenti del padre, Foscolo tornò a Zacinto presso una zia, per poi raggiungere la famiglia a Venezia nel 1793. A Venezia, frequentò la scuola di San Cipriano a Murano, poi proseguì autonomamente gli studi, frequentando la Biblioteca Marciana, studiando assiduamente la lingua italiana e la letteratura classica e contemporanea. Parallelamente, iniziò a comporre i primi versi, entrò in contatto con importanti letterati del tempo, come Melchiorre Cesarotti e Ippolito Pindemonte, e acquisì fama nella società veneziana. Nel 1796, a causa delle sue idee rivoluzionarie, in contrasto con il governo oligarchico veneziano, lasciò Venezia e si stabilì sui Colli Euganei. In seguito si arruolò a Bologna nelle truppe della Repubblica Cispadana, abbracciando con entusiasmo la causa di Napoleone, cui dedicò un'ode, A Bonaparte liberatore. Nel 1797 tornò a Venezia, dove era stato istituito un governo democratico, ma dopo la cessione di Venezia all'Austria, avvenuta nello stesso anno con il trattato di Campoformio, si trasferì a Milano in esilio volontario. Seppur profondamente deluso da Napoleone, continuò a operare all’interno del regime napoleonico, rifiutando di sottostare alla dominazione austriaca. A Milano ebbe modo di entrare in contatto con importanti intellettuali dell'epoca: conobbe Giuseppe Parini e strinse amicizia con Vincenzo Monti. Collaborò inoltre con un giornale, il “Monitore italiano”, per cui scrisse articoli di polemica politica e patriottica. Nel 1798 si trasferì a Bologna come aiutante cancelliere del tribunale. Nel 1799, quando Bologna fu abbandonata dai Francesi e occupata dagli Austriaci, si arruolò come volontario nell'esercito contro l’Austria. Nel 1800 partecipò alla difesa di Genova a fianco dei Francesi. Ancora nel 1800, dopo la vittoria di Marengo, con cui Napoleone riconquistò l’Italia, Foscolo fu nominato capitano della Guardia nazionale della Repubblica Italiana. Tra il 1800 e il 1801 soggiornò a Firenze; nel 1801 tornò a Milano. Tra il 1804 e il 1806 partecipò, in Francia, alla spedizione napoleonica contro l'Inghilterra. Nel 1806, tornato in Italia, soggiornò per breve tempo a Venezia per rivedere la madre. Nel 1808 ottenne la cattedra di eloquenza all’Università di Pavia, che tuttavia fu presto soppressa dal governo. Tornato a Milano, le sue posizioni critiche nei confronti del regime napoleonico gli inimicarono molti e gli attirarono le ostilità dell'ambiente letterario milanese. Tra il 1812 e il 1813 visse a Firenze. Nel 1813, dopo la sconfitta napoleonica a Lipsia, tornò a Milano, dove si arruolò nell'esercito. Nel 1815, sconfitto Napoleone a Waterloo e rientrati gli Austriaci a Milano, rifiutò di giurare fedeltà al nuovo ordine restaurato e fuggì in Svizzera, a Zurigo, poi, nel 1816 a Londra, dove visse in condizioni economiche difficili, collaborando con riviste inglesi. Morì nel sobborgo londinese di Turnham Green, ammalato e in povertà, nel 1827, a 49 anni. Le sue spoglie furono portate in Italia e sopolte in Santa Croce a Firenze. Le Ultime lettere di Jacopo Ortis Le Ultime lettere di Jacopo Ortis sono un romanzo epistolare giovanile, i cui modelli sono Giulia o la nuova Eloisa di Rousseau e | dolori del giovane Werther di Goethe, appartenenti anch'essi al genere del romanzo epistolare. Nel progetto originario risalente al 1796, l’opera avrebbe dovuto intitolarsi Laura. Lettere. La prima edizione, incompleta, fu pubblicata a Bologna nel 1798. Foscolo riprese in seguito e ultimò la stesura del romanzo, pubblicandone una seconda edizione a Milano nel 1802. Durante l'esilio, l'autore revisionò ulteriormente l’opera, che fu ripubblicata nel 1816 a Zurigo. L'ultima edizione fu pubblicata nel 1817 a Londra, con ulteriori ritocchi e aggiunte. Il racconto è strutturato in una serie di lettere che il protagonista, Jacopo Ortis, scrive all'amico Lorenzo Alderani. Il protagonista è dunque anche io-narrante e racconta eventi contemporanei in forma di confessione immediata e soggettiva. La sequenza epistolare è interrotta talvolta da raccordi narrativi, nei quali l’amico Lorenzo informa il lettore su avvenimenti che non trovano posto nelle lettere, come le ultime drammatiche vicende della vita di Jacopo: nella parte finale il narratore è infatti Lorenzo, che riferisce i fatti a posteriori e in modo oggettivo. Al Werther di Goethe sono ispirati l'intreccio e la struttura bipartita dell’opera. Nella prima parte il protagonista Jacopo, per sfuggire alle persecuzioni in seguito alla cessione di Venezia all'Austria con il trattato di Campoformio, si rifugia sui Colli Euganei. Qui si innamora di Teresa, ma il suo è
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