Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

La Psychologia del Gruppo: Norme, Ruoli, Leadership e Interazione, Appunti di Psicologia Sociale

Una panoramica della psicologia del gruppo, inclusi i concetti di appartenenza, struttura, interazione process analysis e contributo della coesione. Vengono presentate le teorìe di Tajfel e Brown sulle forme e percezioni del gruppo, la struttura di gruppi con norme, ruoli e leadership, l'analisi di interazione di Bales sui leader orientati al compito e al gruppo, e i rimedi per la perdita di produttività. Il documento illustra come l'appartenenza di gruppo influenza il comportamento individuale e la decisione di gruppo.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 29/04/2022

Arinn00
Arinn00 🇮🇹

5

(1)

19 documenti

1 / 24

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica La Psychologia del Gruppo: Norme, Ruoli, Leadership e Interazione e più Appunti in PDF di Psicologia Sociale solo su Docsity! Norma di reciprocità sociale Persone che rifiutano la prima richiesta percepiscono la seconda come una concessione/favore che gli viene fatta e sentano bisogno di ricambiare accettino seconda richiesta più esigua. Si attiverebbe quindi la norma di reciprocità per la quale ci sentiamo in debito di ricambiare quando qualcuno ci offre qualcosa; in questo caso ci si sente leggermente in colpa per aver rifiutato la prima richiesta e si accetta la seconda per sdebitarsi. Effetto contrasto Rifacendosi al giudizio sociale, la prima richiesta che risulta esageratamente alta può servire come elemento per giudicare la seconda richiesta che sembrerà meno impegnativa. Effettuiamo le nostre scelte per confronto, quindi se la prima richiesta è esageratamente alta la seconda ci sembrerà molto più abbordabile. Obiettivo è far apparire la seconda richiesta meno onerosa di quanto non sia in realtà. Tecnica è più efficace.. Per questioni sociali Entrambe le richieste devono essere state fatte dalla stessa persona (concessione del persuasore) Se c’è un breve intervallo temporale tra le due richieste = strettamente associate tra loro e presentate successivamente così persona sente di dover ricambiare e può confrontare le due proposte con obiettivo di sottovalutare impegno e onere relativo alla seconda richiesta ALTRE TECNICHE PRE-GIVING = prima di proporre richiesta alla persona viene fornita una ricompensa/favore così sente il dovere di ricambiare (senza che ci sia stata richiesta e con anche premio è molto esiguo). DI fronte a un favore si attiva norma della reciprocità induce compliance (induce soggetto ad accondiscendere a richiesta finale che si vuole far accettare). Funziona quando il target accetta la ricompensa e quando chi dà la ricompensa è un estraneo. NON è TUTTO Implica più richieste successive come le altre, ma dopo la richiesta iniziale non si consente al target di rispondere immediatamente. All’offerta iniziale viene aggiunto un “extra” (e non è tutto) = offerta più vantaggiosa. Si basa sulla norma della reciprocità che gioca sull’aspetto della concessione. RIFLESSIONI FACILI - Può risultare abbastanza facile ottenere un comportamento “costoso” attraverso strategie che non prevedono l’influenza degli atteggiamenti (come le “tecniche di vendita”). - Ma queste strategie non sono in grado di integrare l’azione attuata nel repertorio comportamentale come risposta dominate per le situazioni successive (avviene comportamento temporaneo) - Presenza di una persuasione che avviene a livello interpersonale. Struttura dell’interazione : una fonte cerca di indurre ne target dei comportamenti desiderati - L’enfasi è sullo scambio comunicativo Le tecniche basate sull’induzione di comportamenti si possono quasi sempre realizzare solo in un contesto di comunicazione interpersonale, mentre la comunicazione persuasiva (che mira a influenzare gli atteggiamenti) può essere indirizzata da una fonte verso un ampio pubblico. Probabilmente è necessario che i due processi persuasivi vengano integrati quando obiettivo è ottenere comportamenti. INFLUENZA SOCIALE (maggioritaria e minoritaria) Cambiamento è dettato dalla presenza di altre persone. Come e attraverso quali processi una maggioranza può influire sui comportamenti di gruppi più esigui di individui e poi come e attraverso quali processi gruppi esigui possono riuscire ad ottenere cambiamenti nella maggioranza delle persone con cui entrano in contatto. Secondo Allport (1954) l’influenza sociale è lo studio delle modalità con cui i processi mentali, le emozioni e i comportamenti degli individui (o dei gruppi) sono influenzati dalla presenza (effettiva o simbolica) di altri individui (o gruppi). Prende in considerazione cambiamento delle opinioni, giudizi e atteggiamenti in seguito all’esposizione di opinioni, giudizi e atteggiamenti di altre circostanze. Situazioni in cui persone si fanno influenzare dal comportamento effettivo di altri individui. PERSUASIONE E INFLUENZA SOCIALE L'influenza Sociale si differenzia dalla persuasione anche se implica il raggiungimento di uno stesso scopo ovvero il cambiamento in altri individui. La persuasione implica processi che mirano cambiamenti indotti da un agente che ha l’intenzione (aspetto intenzionale) di provocare nel ricevente un certa reazione. Parlare di influenza sociale significa riferirsi a un concetto più ampio che comprende molti fenomeni di cambiamento (cambiamento di atteggiamento, di conformità, influenza minoritaria). Cambiamenti effimeri o duraturi dettati da trasmissione di indicazioni che non sempre è intenzionale e non sempre avviene attraverso comunicazione di un messaggio (comportamento come modello). Influenza sociale è un processo generale si può riferire a qualsiasi effetto esercitato da una persona o un gruppo sugli atteggiamenti o comportamenti di un altro individuo o un altro gruppo. Nelle culture individualiste = importanza all’autonomia e indipendenza e si tende a sottovalutare l’influenza che gli altri possono avere sul nostro comportamento, ma questa influenza influisce su comportamento individuale. Aspetti sociali e culturali possono avere un'influenza con diverse accezioni. Le persone si basano sul comportamento altrui per stabilire ciò che è appropriato in una data situazione (confronto sociale). Ognuno di noi ha bisogno di sentirsi sicuro sul comportamento adeguato o corretto. Comportamento degli altri diventa un modello di riferimento al quale ci rivolgiamo come spunto per l’azione. Schemi di riferimento che sono considerate delle norme rispetto alle quali trarre informazioni su come agire. La nostra interazione con gli altri ci fornisce indicazioni sulle regole che dettano qual è l’azione giusta da mettere in atto in una determinata situazione. Quando gli individui interagiscono all'interno di un gruppo, i loro pensieri, emozioni e azioni tendono a convergere verso una posizione intermedia, dando così vita ad una norma sociale (da interiorizzare, rispetto alla quale la persona tenderà a riferirsi quando deve decidere come agire in una determinata circostanza). Persone è possibile che utilizzino in comportamento degli altri (diventa un elemento normativo dettato dall'insieme delle diverse posizioni assunte individualmente dal soggetto) per stabilire cos’è giusto fare. Secondo Sherif (1936) tale norma acquista vita propria : chi fa parte del gruppo continua a conformarvisi anche quando è solo. Cercano posizione intermedia che sia frutto delle diverse azioni e giudizi delle persone che compongono quel gruppo, posizione intermedia è una norma sociale che diventa uno schema di riferimento rispetto al quale la persona si confronta per decidere come agire in situazioni diverse anche quando il gruppo non è presente (norma utilizzata anche in momenti successivi). Comportamento maggiormente condiviso diventa schema di riferimento. Certe norme vengono interiorizzate se la persona partecipa attivamente alla formazione della norma, quando questa viene proposta come qualcosa di già data la norma diventa un punto di riferimento con cui confrontarsi che può portare a un cambiamento che può essere effimero/superficiale o che dura fino a quando sono presenti quegli elementi di influenza. FATTORI CHE FACILITANO OPPURE OSTACOLANO L'INFLUENZA MAGGIORITARIA L’influenza della maggioranza aumenta : - all’aumentare della numerosità della maggioranza (Asch 1951) - se il gruppo maggioritario è coeso (Berkowitz 1954) = se percepita unione di gruppo - se la risposta data dai membri della maggioranza è pubblica (Stowell et al. 2010) L’influenza della maggioranza varia in funzione delle differenze culturali (il fenomeno più pronunciato nelle culture collettiviste = condivisione, appartenenze e conformismo sono valori importanti) (Bond e Smith 1996). L’influenza della maggioranza si riduce con la rottura dell’unanimità (Asch, Allen e Levine, 1969) = inserimento di un altro individuo dissidente spinge soggetto sperimentale a prestar fede alle proprie opinioni e andare oltre all’influenza maggioritaria. INFLUENZA MINORITARIA (Serge Moscovici) INfluenza di una minoranza di maggioranza di persone = idea che non rientrava nell’ottica delle ricerche. Festinger (1950) sosteneva che l'influenza sociale fosse unidirezionale, gli individui in minoranza vengono considerati destinatari passivi dell’influenza dei gruppi maggioritari. Successivamente Moscovici (1976) sostiene invece che le opinioni della minoranza possono influenzare la maggioranza (a cambiare il proprio punto di vista in linea con posizioni della minoranza). Minoranze di persone possono essere in grado di contrapporsi alla maggioranza promuovendo in essa dei processi di cambiamento. ESPERIMENTO MOSCOVICI (1969) Apparente studio nel campo della percezione visiva. COmpito era di individuare colore di una serie di diapositive (verdi o blu) e dovevano dirlo ad alta volte. Soggetti sperimentali erano la maggioranza (4 su 6) ed erano ignari delle reali finalità dello studio, 2 erano i complici che fornivano sempre la stessa risposta sbagliata. Compito svolto in diverse varianti. Da questi studi si evince come la minoranza tendesse ad avere effetti di influenza sui partecipanti sperimentali quando la minoranza tendeva ad essere coerente nel dare sempre la stessa risposta sbagliata. Il numero di partecipanti che tendeva a uniformarsi alla minoranza poteva variare. L’8% delle risposte di soggetti sono conformi a quelle della minoranza (sembra influire). Il cambiamento maggiore avviene a livello interiore (cambiamento profondo), nelle opinioni private dell’individuo (conversione) e gli effetti maggiori emergono a distanza di tempo (effetto indiretto). FATTORI CHE FACILITANO O OSTACOLANO L’INFLUENZA MINORITARIA (Moscovici e Lage 1979) La minoranza è più influente quando è : - coerente ma non rigida (collaboratori danno sempre stessa risposta uguale tra loro) - consistente nel tempo - autonoma (dimostrare autonomia di giudizio a dispetto delle opinioni della maggioranza) Le fonti minoritarie percepite come appartenente al proprio ingroup risultano più influenti di quelle appartenenti ai gruppi esterni (Maass e altri 1982). L'influenza è maggiore se proviene da una minoranza ai status più elevato (leader). La censura e il diniego della maggioranza può favorire l’influenza minoritaria. Asch (USA, anni ‘50) Moscovici (Europa, anni ‘70) In che modo la maggioranza influenza la minoranza? La maggioranza ha il potere di stabilire norme e farle rispettare. Portando a un cambiamento detto → conformismo pubblico/acquiescenza (cambiamenti temporanei e superficiali). Persone si adeguano anche se non le condividono fino in fondo e per non essere esclusi. In che modo la minoranza influenza la maggioranza) La minoranza (coerente, autonoma e flessibile) produce un conflitto cognitivo → conversione (cambiamento più profondo) = nel comportamento e atteggiamento pubblico e anche privato Cambiamento interiore che emerge a distanza di tempo DUE PROCESSI O UNO? Stabilire se questi due processi potessero essere considerati come due processi distinti o come un unico processo che varia in funzione della numerosità degli elementi in grado attivare processo di influenza. - Visione monistica : tra le due forme di influenza vi sono differenza solo quantitative, entrambe sono governate dagli stessi processi - Visione dualistica ; vi sono differenze qualitative tra le due forme di influenza sia nei fattori che danno loro origine sia dagli effetti prodotti (differenze quantitative e qualitative), proposta da Moscovici VISIONE DUALISTICA, TEORIA DELLA CONVERSIONE (MOSCOVICI 1980) Maggioranza e minoranza promuovono processi diversi tra di loro. Nella sua teoria lui sostiene che : La maggioranza promuove un processo di confronto sociale : l’attenzione del soggetto (che si trova di fronte a maggioranza) è focalizzata sulle differenze tra la sua posizione e quella degli altri e sulle conseguenze del disaccordo. Individuo è preoccupato da conseguenze del sostenere posizione diversa da quella della maggioranza = preoccupazioni normative (far parte del gruppo e no escludere). Cerca di capire qual è la posizione più giusta e in funzione di questa valutazione cerca di considerare le conseguenze dell’esporre pubblicamente un'opinione discordante da quella della maggioranza. La minoranza promuove un processo di convalida : il soggetto (ha di fronte minoranza dissenziente) presta attenzione al problema su cui la fonte ha espresso la sua posizione . Individuo non è preoccupato delle conseguenze dell'esposizione della sua opinione, il suo comportamento è condiviso e appoggiato da una maggioranza. Minoranza non suscita preoccupazione sul piano normativo, ma stimola un processo. Minoranza che appare coerente può spingere maggioranza a prestare maggiore attenzione a posizione che minoranza sta presentando poiché ha comportamento inaspettato e controproducente sul piano sociale. Soggetto della maggioranza percepisce come saliente il fatto che minoranza si contrappone, per capire quali sono gli elementi che possono portare la minoranza a contrapporsi = processo di valutazione e può spingere maggioranza a cambiare opinione (conversione). EFFETTO CONVERSIONE La minoranza produce un conflitto cognitivo (discussione) e una riorganizzazione derivante dalle idee devianti, ne consegue un cambiamento latente (richiede tempo perché si esplichi), interiore e privato degli atteggiamenti della maggioranza. NEMETH (1986) Ipotizza che le minoranze esercitano la loro influenza per lo più attraverso il potenziamento di un processo di pensiero diverso da quello stimolato dalla minoranza. La maggioranza promuove processi di pensiero convergenti, mentre minoranza promuove processi di pensiero divergenti. La maggioranza produce : maggiore ansia e attivazione che possono provocare un restringimento del campo attentivo (attenzione più focalizzata). Produce poi forme di pensiero più focalizzate e convergenti : i soggetti della minoranza di fronte a una maggioranza prendono in considerazione il problema della stessa prospettiva della fonte maggioritaria cercando di stabilire se adottare il suo punto di vista o rifiutarlo. (non si considera contenuto, ma minoranza si pone allo stesso punto di vista della maggioranza e si chiede quali siano le conseguenze). La minoranza produce : minore ansia e una modalità di pensiero divergente, creativo : il soggetto presta maggiore attenzione a punti di vista diversi dal proprio portando all’espressione di scelte più originali. Maggioranza presta attenzione ai contenuti e quindi gruppo minoritario può portare maggioranza a un’elaborazione più cognitiva delle loro posizioni. Anche se cambiamento non avvenisse, il solo fatto che maggioranza presti attenzione a un punto di vista diverso dal proprio = salvaguarda il gruppo da forme di pensiero di gruppo convergente che porta il gruppo a scelte affrettate senza considerare possibili posizioni alternative. Opzione finale della maggioranza anche se non cambierà, beneficerà dal fatto di aver potuto analizzare la questione più approfondita tenendo conto posizioni diverse e arrivando a giudizio finale più ponderato. VISIONE MONISTICA TEORIA DELL’IMPATTO SOCIALE (Latanè e Wolf 1981) Considerando solo influenza sociale rispetto la la maggioranza prestando attenzione solo agli aspetti numerici (ampiezza del gruppo). In quest'ottica secondo gli autori l’impatto di una fonte varia in funzione della sua forza, immediatezza e dimensione numerica. Autori sostengono che quando una certa fonte di influenza varia in funzione della sua dimensione numerica tenderà a presentare una different influenza. Con l’aumentare della numerosità della fonte di influenza aumenterà l’impatto della fonte (livello di influenza sociale risulta più elevato). L'impatto degli stimoli aumenta in base al loro numero con accelerazione negativa. INizialmente all’aumentare del numero delle fonti di influenza aumenta anche l’impatto (livello di influenza), ma non è una relazione lineare o crescita costante e proporzionale. Dopo questo impatto tende ad essere via via meno evidente. I GRUPPI SOCIALI (Piccoli e grandi gruppi) Gruppi allargati = etnia, genere, fascia d’età. A seconda dell'elemento che prendo in considerazione posso arrivare a livelli più specifici o generici (anche gruppo astratto come italiani). Un gruppo è (Lewin 1948): - un insieme di persone che condividono un destino comune (obiettivo, scopo determinato anche dalle circostanze in cui aggregato di persone si trova, per esempio persone in gita su autobus) - una totalità dinamica basata sull’interdipendenza tra i membri (insieme di persone che interagiscono tra loro e sono legati tra loro, il cambiamento di uno stato di uno dei membri avrà ripercussioni sul gruppo nella sua interezza) IL GRUPPO è UNA TOTALITà DINAMICA Le esperienze, le azioni e i risultati di un individuo sono legati in qualche modo alle esperienze, azioni e risultati degli altri membri del gruppo (gruppo musicale, squadra sportiva). Comportamento di ogni membro ha ripercussioni su esito finale/risultato del compito svolto dal gruppo nel suo insieme. L'appartenente ad un gruppo influenza il comportamento individuale in modo caratteristico e cospicuo (legame è tale per cui una volta che persona appartiene a gruppo va a influenzare aspetti di ogni membro del gruppo, anche successo del gruppo può avere ricadute su persona stessa). ELEMENTI FONDAMENTALI DI UN GRUPPO Struttura sociale : un gruppo è un insieme di persone che interagiscono secondo norme e regole, relazioni di ruolo e status (gruppo classe). Persone che si organizzano secondo piramide gerarchica che indica differenze sul piano dello status.(Sherif e Sherif 1969) Interazione faccia a faccia : piccolo gruppi/ gruppi faccia a faccia (Bales 1950). Aspetto fondamentale per definire gruppo e determinato da presenza di questa interazione. GRUPPI PIù AMPI (etnici, classi sociali..), secondo Turner (1982) : Autocategorizzazione : un gruppo esiste quando due o più persone si percepiscono come membri della medesima categoria sociale (persone credono nel gruppo ed evidenziano esistenza di questo, percepiscono sé stessi come membri di una stessa categoria). Ambito in cui l'individuo elabora la propria identità sociale (parte del concetto di sé che dipende da appartenenza del gruppo, persona assume caratteristiche del gruppo con aspetti positivi e negativi). DEFINIZIONI PIù RECENTI Un gruppo esiste quando due o più persone : - Secondo Tajfel (1981) si definiscono e si percepiscono membri di un gruppo/categoria - Secondo Brown (2000) sono definite da altri come appartenenti al gruppo (esistenza riconosciuta da altre persone, esempio gruppo tifosi si sentono membri del gruppo e li definiamo tali = percezione, viene resa saliente appartenenza al gruppo) Proposero all’interno del contesto scolastico questi 3 tipi di leader che proponevano stili di leadership diversi e osservano lo stato d’animo della classe in funzione e dello stile di leadership, l’efficienza del gruppo in presenza del leader e anche quando si allontana. Osservarono che leader autocratico favorisce forte dipendenza dei membri (rendimento basso quando leader si allontana) e con stato d’animo non positivo. Leder meno popolare che sembra creare quasi atmosfera conflittuale e produttiva solo quando leader è presente nel guidare attività, Leader democratico sembra incitare all’autonomia, membri più indipendenti, hanno maggiore soddisfazione, clima positivo e rendimento non troppo elevato = ma preferito da membri gruppo che crea atmosfera amichevole e di cooperazione, orientata al compito ma anche associata agli aspetti emotivi, Quando leader si allontana i bambini riescono a mantenere rendimento come quando è presente. Leader permissivo = fa sì che membri siano scarsamente dipendenti da lui, rendimento scarso indipendentemente dalla sua presenza e in quando è presente chiedono chiarimenti. Atmosfera più distesa di cooperazione ma lascia membri più smarriti → cercare soluzione con poche informazioni, produttività bassa e tende ad aumentare quando leader lascia la stanza. INTERACTION PROCESS ANALYSIS (Bales 1950) Sulla base della distinzione proposta prima, alcuni anni più tardi occupandosi prevalentemente dei gruppi di lavoro finalizzati a risoluzioni di compiti in ambito lavorati, Bales propone suddivisione individuando : - Leader orientato al compito = maggiormente attento agli obiettivi da raggiungere, ha stile direttivo e importanti organizzazioni dei compiti e suddivisione dei ruoli del gruppo. Agisce al fine di raggiungere eiettivo con successo, mantengono distanza dai membri del gruppo Sembra sovrapporsi a leader autocratico e anche a quello permissivo - Leader socioemotivo = attento ai risvolti emotivi (relazioni, sentimenti, ha stile più democratico, cerca di tenere alto il morale del gruppo. Raggiungimento dell’obiettivo del gruppo non è il suo obiettivo primario,cerca di favorire il coinvolgimento del gruppo. Più attento alle dinamiche di gruppo, fare in modo che sia coeso, con atmosfera amichevole. Richiama leader democratico Modelli successivi hanno iniziato a considerare che stile di leadership possa risultare efficace in funzione della situazione in cui si può trovare il gruppo → considerare aspetti basati sull'interazione tra stile di leadership e gli elementi situazionali. MODELLO DELLA CONTINGENZA (Fiedler, 1964) Sostiene che ‘efficienza della leadership dipende dalla corrispondenza tra lo stile adottato dal leader (socioemotivo o orientano al compito) e le caratteristiche della situazione. Introduce concetto di controllo del leader sulla situazione che dipende da 3 fattori : - tipo di relazione leader-gruppo (quanto relazioni possano risultare più o meno armoniose) - struttura del compito (se obiettivi sono più o meno definiti) - posizione di potere del leader (più o meno un’autorità legittimata dal gruppo ,se suo prestigio è considerato più o meno consensuale) Leader centrato sul gruppo ottiene prestazioni migliori quando - il gruppo si comporta bene, quindi c’è scarsa necessità di occuparsi del morale e delle relazioni all’interno del gruppo → controllo alto (gruppo si comporta bene, compiti ben strutturati, posizione di prestigio riconosciuta dai membri del gruppo e c’è una buona atmosfera - il compito è poco strutturato e il gruppo ha bisogno di un leader che diriga e si concentri sul fare le cose → controlllo basso (relazioni tra leader e gruppo non particolarmente armoniose, compiti non ben definiti, leader non ha potere legittimo e quindi meglio un leader concentrato sul compito) Leader socioemotivo ottiene prestazioni migliori quando il controllo sulla situazione è intermedio. QUando il controllo situazionale è intermedio tra quello alto e basso, quando comiti sono poco chiari, leader no controllo totale sul gruppo, approccio impostato su interazione sembra adeguato per confermare potere leader al fine di favorire soluzioni più creative del i problemi non ben definiti. MODELLI TRANSAZIONALI (Hollander 1958) La relazione tra leader e seguaci è bidirezionale (processo d'influenza reciproco): - i gregari forniscono al leader approvazione sociale - il leader guida il gruppo verso obiettivi importanti gratificando i gregari per la realizzazione del compito Il leader è colui in grado di passare da una conformità inziale alle norme del gruppo al proporre idee nuovi (quindi colui che ha acquisito un credito idiosincratico). Il leader deve essere colui che inizialmente nel gruppo si dimostra accondiscende e pronto a conformarsi a norme del gruppo già presenti = indiziale conformità fa sì che possa acquisire un credito che lo legittima in momenti successivi deviare a norme per proporre proprie idee senza essere esclusi, ma acquisire ruolo importante = leader. CREDIBILITà IDIOSINCRATICA La credibilità guadagnata (da persona che diventerà leader) negli iniziali contatti fra i membri del gruppo conformandosi alle norme e provando la sua competenza (di esprimere le sue reali capacità), fornisce la legittimità successiva per esercitare un’influenza sugli stessi membri e per deviare delle norme (poter proporre anche norme diverse). Un leader può accumulare credito personale : - conformandosi inizialmente alle norme - assicurandosi che il gruppo percepisca come democratica la sua elezione - assicurandosi di essere ritenuto adeguato a soddisfare i bisogni del gruppo (rappresentate ideale) - mostrando la propria identificazione con il gruppo Risultando affidabile per il gruppo gi permetterà di emergere e proporre nuove idee. All'interno di quest’ottica in cui si prende in considerazione possibilità di interazione tra stili di leadership e contesti situazionali, sono emerse 2 teorie : TEORIA DELLO SCAMBIO LEADER-SEGUACi Proposta da Liden e altri (1997), evidenzia come l’efficacia di uno stile di leadership deriva principalmente dalla qualità della relazione e comunicazione dei suoi seguaci, si trovano in una relazione di scambio più elevata → sembrano essere più leali e più disposti a collaborare al fine di raggiungere obiettivi del gruppo proposti dal gruppo. Membri che hanno relazione con leader di qualità più scarsa tendono a condividere meno i suoi obiettivi e non fanno proprie le due idee, l’efficacia nel raggiungimento degli obiettivi è meno evidente. TEORIA DELL’IDENTITà SOCIALE DELLA LEADERSHIP Proposta da Hogg e Van Knippenberg nel 2003 sostiene che quando appartenenza di un individuo a un gruppo è particolarmente saliente è probabile che lui consideri sé stesso più sotto ottica di un'identità sociale piuttosto che sotto quella di identità strettamente personale. Il membro del gruppo si spersonalizza → percepisce se stesso come membro del gruppo e a far propri valori del gruppo e ad agire secondo questi valori. Individui che vengono percepiti come maggiormente prototipici sono quelli che si identificano maggiormente al gruppo e aderiscono ai suoi atteggiamenti e valori sono quelli che con più probabilità tendono ad emergere come leader e tendono a guidare il gruppo e i comportamenti dei membri. Cerano attraverso le loro azioni e idee di salvaguardare gli interessi del gruppo. LEADERSHIP TRADFROMAZIONALE Approccio alla leadership che si focalizza sul modo in cui il leader trasformano gli obiettivi e le relazioni del gruppo che siano efficaci al raggiungimento dell'obiettivo del gruppo (capaci di dirigere gruppo e di cambiare n modo anche radicale gli interessi di ogni membro del gruppo → anche spingere membri del gruppo ad abbandonare i propri interessi per quelli del gruppo) Leadership , personalità in grado di motivare i gregari per impegnarsi al massimo per il raggiungimento degli obiettivi del gruppo (leader carismatici, estroversi, piacevoli, dotati di apertura mentale) Impostazione che ha caratterizzato la psicologia gestionale e delle organizzazioni → concezione di leader emersa negli ambiti lavorativi LEADER TRASFORMAZIONI Hanno delle mansioni per fare in modo che il gruppo risulti più produttivo : - Stimolano i gregari ad adottare una visione che va al di là dell’interesse personale (trasformano i loro interessi in modo da far prevalere importanza del raggiungimento dell’obiettivo del gruppo) - Si prefiggono lo scopo di aumentare le abilità dei gregari e di infondere in loro energia e slancio (capaci di incoraggiare membri del gruppo, cercando utilizzare modalità di pensiero più divergente) - Motivano i gregari ad identificarsi con loro e con i valori fondamentali dell'organizzazione e ad interiorizzare il gruppo come parte della propria identità Utile in situazioni turbolente, uando gruppo presenta aspetti conflittuali o è incerto. Mentre leadership più democratiche → adatte nell aumentare produttività gruppo quando è più stabile INFLUENZA DEL GRUPPO SUGLI INDIVIDUI (Facilitazione sociale e inerzia sociale) Diverse posizioni in merito a come gruppo può influenzare individui nel comportamento e come appartenenza può andare ad influenzare prestazione del soggetto durante svolgimento del compito. FACILITAZIONE SOCIALE Fatto di essere presente mentre individuo svolge un semplice compito. Persone che corrono : da sola, in compagnia o gara → prestazione dell'individuo migliore (maggiore impegno quando si trovano in presenza di altri individui). Questi risultati sono stati emersi nello studio di TRIPLETT (1898) Osservazione di alcuni atleti in 3 condizioni : 1. Atleti correvano da soli su un percorso segnato da alcuni indicatori di velocità 2. Atleti correvano da soli venendo cronometrati 3. Situazione di gara La prestazione aumenta all'aumentare della competitività → atleti correranno più velocemente durante gara. Osservazione di alcuni bambini che avvolgevano una lenza intorno ad un mulinello : 1. da soli 2. in presenza di altre persone La prestazione migliora in presenza di altre persone FACILITAZIONE SOCIALE (Zajonc 1965) La semplice presenza di altre persone (che osservano gli altri nello svolgimento del compito) può migliorare le prestazioni nei compiti facili e ben appresi (azioni accessibili). Tuttavia è stato osservato come può peggiorare le prestazioni nei compiti complessi e nuovi (azioni men accessibili). Effetti diversi a seconda della facilità del compito. ATTIVAZIONE (Zajonc 1965) Ha ipotizzato che la presenza degli altri determina un aumento nel livello di attivazione (fisiologica) che stimola l’individuo a dare risposte dominanti (istintive, abituali) → comportamenti automatici - Nei compiti semplici (per i quali la risposta dominante è probabile sia corretta → risposta automatica) l’aumento del livello di attivazione determina un aumento della prestazione - Nei compiti complessi (per i quali la risposta dominante può essere scorretta → risposta meditata) l’aumento del livello di attivazione determina un peggioramento della prestazione Perché la presenza degli altri provoca un aumento dell'attivazione? Può essere una fonte di distrazione secondo Baron (1986) → livelli attentivi sono limitati Può poi suscitare timore di essere giudicati delle persone presenti secondo Cottrell (1972) SPIEGAZIONI DELLA POLARIZZAZIONE 1. Polarizzazione mediante confronto 2. Polarizzazione mediante persuasione 3. Polarizzazione come differenziazione intergruppi CONFRONTO SOCIALE (teoria proposta da Festinger) Secondo Sander e Baron 1997 → Nella discussione di gruppo gli individui scoprono che gli altri membri approvano posizioni ancora più vicine al polo sociale desiderabile rispetto alla loro posizione. Vi sarà un ulteriore spostamento dei soggetti in questa direzione al fine di presentarsi sotto una luce ancora più favorevole Soggetti tenderanno a confrontarsi con i membri e poiché avranno bisogno di vedersi in termini positivi è probabile che da questo confronto il soggetto decida di estremizzare propria posizione in modo da guadagnarsi approvazione degli altri e per differenziarsi in modo positivo. ARGOMENTI PERSUASIVI (Burnstein e Vinokur 1887) Durante la discussione emergeranno nuovi argomenti favorevoli ad un punto di vista già sostenuto dagli individui che si trovano a confrontarsi (favorisce scambio di opinioni e argomentazioni che fanno sì che persona si convinca ancora di più). In questo modo gli individui, come elaboratori di informazioni, reagiranno alle prove a favore del punto di vista inizialmente favorito spostando ulteriormente la propria opinione in tale direzione. DIFFERENZIAZIONE INTERGRUPPI ((hogg 2006, Turner e Oakes 1989) I membri cercano di adeguarsi più strettamente alla posizione normativa che considerano prototipica del loro ingroup. è probabile che le norme rilevanti per l’ingroup (“Noi”) diventi più estreme per poter essere differenziate più facilmente dalle norme dell’outgroup (“Loro”). L’appartenenza di gruppo è l'elemento essenziale per la popolarizzazione, quindi persona cercando di adeguarsi a posizione normativa del gruppo tenderà a estremizzarla fine di far sì che proprio gruppo si differenzi ancora più dagli altri gruppi in modo tale da delineare e definire meglio la propria appartenenza di gruppo. Polarizzazione nasce dalla tendenza di accentuare somiglianza all'interno del gruppo e le differenza del proprio gruppo da altri, in modo da creare differenziazione positiva. Tendenza di favoritismo del proprio gruppo e valutare negativamente l’output → creare pregiudizio per differenziare proprio gruppo dagli altri. IL PENSIERO DI GRUPPO (GROUPTHINK) (Janis 1982) Modalità di pensiero nei gruppi altamente coesi in cui il desiderio di raggiungere un accordo unanime (durante confronto) prevale sulla motivazione ad adottare procedure decisionali idonee e razionali. Processo che si verifica quando c’è forte necessità di arrivare velocemente a determinata conclusione → a scapito di un'analisi dettagliata delle diverse alternative o analisi adeguata della situazione. La qualità delle decisioni dei gruppo dipende dai processi decisionali sottostanti. Le decisioni raggiunte risultano imperfette/sbagliate se : - il gruppo è molto coeso (difficile proporre idee diverse dalla maggioranza) - il gruppo è isolato da informazioni provenienti dall'esterno (prendere decisione in modo autonomo) - manca la ricerca di opzioni alternative - le decisioni devono essere prese in fretta - il leader è molto direttivo SINTOMI → Porta a prendere decisioni che non necessariamente sono le migliori. Si presenta una forte tendenza a ricondurre i devianti in linea con la posizione del gruppo o a rifiutarli se questo non accade. Questo avviene in un’ottica illusoria di unanimità e correttezza. CONSEGUENZE → Tendenza sistematiche di pensiero (bias, errori decisionali) Analisi incompleta delle informazioni e dei possibili rischi che possono conseguire alla presa di decisione Scarsa considerazione dei possibili ipotesi alternative DECISIONI DI GRUPPO Vantaggiose se : - vi è un buon livello di coesione (motivazione e identità di gruppo forte, o tanto elevato da negare contributi che possono derivare da fonti esterne o da ricondurre devianti a seguire in modo acritico da decisioni del gruppo) - lo stile adottato dal leader non è troppo direttivo - vi è una tendenza a cercare di condividere tutte le informazioni possedute ( in modo tale da stimolare analisi articolata della situazione) DECISIONI DEI SINGOLI INDIVIDUI Svantaggi pratici : - decisioni molto impegnative per le capacità cognitive del singolo (importante è il confronto con altri) - mancanza di contributi derivanti dall'accumulo di idee, informazioni ed esperienze di gruppo (questi fanno sì che processo decisionale risulti limitato) STEREOTIPI E PREGIUDIZI : come si formano e possono essere superati Concetto di schema, atteggiamento, di gruppo e rapporti tra gruppi diversi. STEREOTIPO SOCIALE (Tajfel 1981) Immagine mentale semplificata al massimo riguardante una categoria di persona, un'istituzione, un evento che viene condivisa nei suoi tratti essenziali da grandi masse di persone. Alla base dello stereotipo sta alla base il processo di categorizzazione, è un generalizzazione (parte dal fatto di categorizzare certi stimoli all'interno di una categoria più ampia) diventata patrimonio degli individui ed è condivisa da più persone. Funzione dello stereotipo è di semplificare la quantità di informazioni con cui entriamo in contatto nella nostra quotidianità. Esempi di stereotipi → le donne sono emotive o i tedeschi sono razionali. Etichettare una persona come appartenente ad una certa categoria e attribuirgli caratteristiche di quella categoria. Più persone condividono questi processi di categorizzazione e i risultati. Credenze condivise circa gli attributi personali posseduti dai membri di un gruppo. Sulla base degli stereotipi si poggiano i pregiudizi. PREGIUDIZIO Definito da Allport negli anni 50 “Il pregiudizio è un sentimento di antipatia fondato su una generalizzazione (processo di categorizzazione) falsa e inflessibile (stereotipo). Può essere sentito internamente o espresso, può essere diretto verso un gruppo nel suo complesso o verso un individuo in quanto membro di quel gruppo.” Un giudizio prematuro che si sviluppa nei confronti di un oggetto sociale prima di conoscerlo a fondo. è un giudizio negativo mantenuto nel tempo a dispetto dei fatti che lo contraddicono. DIfficile modificarlo. è atteggiamento favorevole/sfavorevole verso tutti i membri di una particolare categoria/gruppo (Jones 1997) Pregiudizio presenta stesse caratteristiche dell'atteggiamento = valutazione nei confronti dei membri di una particolare categoria. Secondo Brown 1995 → “il pregiudizio è caratterizzato dal mantenimento di atteggiamenti o credenze cognitive squalificanti, l'espressione di emozioni negative o la messa in atto di comportamento ostili o discriminatori nei confronti dei membri di un gruppo per la sola appartenenza ad esso”. “Chi mette in atto il pregiudizio lo fa con tutta probabilità sulla base di un’attività mentale antecedente al momenti non ci attua il suo comportamento discriminatorio”. è il gruppo che permette di attivare un pregiudizio, è un orientamento nei confronti di certi individui perché appartengono a que gruppo. Anche pregiudizio può essere positivo o negativo (nasce da categorizzazione dell'individuo a quel gruppo). Quello negativo può essere nocivo per alcuni gruppi sociali (discriminazione). Il rapporto tra pregiudizio e discriminazione è lo stesso che può esserci tra atteggiamento e comportamento. ESEMPIO Mario sta facendo colloqui per assumere un nuovo impegnato nella sua ditta. Si presenta al colloquio X.. Mario pensa “le persone appartenenti all'etnia di X sono pigre” “Nella vita bisogna darsi da fare! Non mi piacciono le persone come X perché sono pigre” → Mario sceglie di non assumere X. La prima affermazione di Mario presenta stereotipo → etichetta X all'interno di un certa una categoria e attribuisce a X caratteristiche che sono prototipiche di quella gruppo. La seconda esprime un pregiudizio → valutazione di X in quanto appartenente a quel gruppo. Ultimo aspetto → decisione di non assumerlo rappresenta comportamento discriminatorio, non assumerla in quanto appartenente a un certo gruppo. FORMAZIONE DEI PREGIUDIZI FATTORI DI PERSONALITà COME CAUSA DEL PREGIUDIZIO Secondo Adorno (1950 → contesto storico va influenzare sviluppo di tale teorizzazioni) il pregiudizio nei confronti dell'outgroup dipende da caratteristiche di personalità. Traendo spunto dalle teorie psicoanalitiche, Adorno sostiene che l’ostilità verso alcuni gruppi dipende dal tipo di educazione ricevuto durante l'infanzia. Secondo questa prospettiva, quindi i genitori sono troppo severi, il bambino sviluppa aggressività nei loro confronti. Non potendo palesare tale aggressività, per timore delle conseguenza, essa viene ridiretta nei confronti di persone più deboli o inferiori (etichetta e identifica un tipo di personalità che lui definisce personalità autoritaria che presenta certi tratti tra cui certe tendenze fasciste e sostiene che tali caratteristiche emergono in seguito a presenza di genitori eccessivamente severi → dirige aggressività ad altri). Il risultato è una persona sottomessa all'autorità e ostile be confronti delle minoranze etniche. Esperienza di una forte figura di autorità genera aggressività e frustrazione che vengono represse e poi dirottate a soggetto meno minaccioso. APPROCCIO DEL CAPRO ESPIATORIO Si viene a creare nei gruppi di minoranza = capro espiatorio su cui riversare propria aggressività. Le ostilità verso i gruppi più deboli della società emergono in momenti di frustrazione (deprivazione assoluta dei bisogni primari). Quando la vera fonte di frustrazione è inattaccabile l’aggressività i posta verso un un bersaglio sostitutivo ,più debole. TEORIA DELLA DEPRIVAZIONE RELATIVA (Runeimann 1966) Il confronto tra gruppi risulta importante → spesso pregiudizio coinvolge ampie masse di persone e viene rivolto verso altri gruppi. Importante considerare che l’ostilità fra gruppi si attiva in rapporto alla percezione di una discrepanza fra quello che si ha e quello che si pensa di meritare Le persone esprimono scontento perché si sentono più affamate e più povere (svantaggiate di quello che dovrebbero essere o rispetto ad altre. Confronto con il passato rispetto a situazione attuale o confronto tra propria situazione reale quella ideale. Confronto con altri gruppi → aggressività rivolta da un gruppo da altri. Identificazione con il gruppo è importante per trasformare queste forme di deprivazione in forme di azione collettiva. TEORIA DEL CONFLITTO REALISTICO (sherif 1967) L’ostilità nasce dalla percezione di un'incompatibilità di obiettivi (percezione di un conflitto): - ciò che vuole una delle parti viene considerato dall'altra lesivo dei propri interessi quanto maggiore è la competizione fra gruppi per acquisire risorse limitante (situazione di interdipendenza negativa) , tanto è maggiore è l’ostilità fra gruppi Secondo Sheriff il pregiudizio non può essere spiegato da una prospettiva individuale, Importante considerare la natura delle relazioni fra gli obiettivi dei gruppi Se l’identificazione con il gruppo è forte l'individuo può (no interesse a voler abbandonare gruppo) : - ridefinire le caratteristiche del proprio gruppo attraverso espliciti conflitti con il gruppo esterno (competizione sociale → proteste collettive, sommosse, rivoluzioni soprattutto quando situazione è percepita instabile e modificabile da un’azione) - annullare la distinzione tra gruppo interno ed esterno (ricategorizzazione → nuova appartenenza allo stesso gruppo che è di livello superiore, esempio francesi e italiani = europei, identità unisce) Se l’identificazione con il gruppo è debole (appartenenza al gruppo non è rilevante o se è possibile abbandonarlo) l'individuo può → dissociarsi dal gruppo (mobilità sociale). Membri decidono di passare ad un gruppo di status più elevato in modo da migliorare la propria identità sociale e conseguentemente la propria autostima = devono percepire la possibilità di valicare limiti del grupo e possibilità di entrare in un altro. Spiegazioni cognitive del pregiudizio : ovvero tutti i processi che entrano in gioco nella percezione sociale → loro sono tutti uguali e sono diversi da noi Spiegazioni motivazionali del pregiudizio : fattori e processi che caricano di valore le differenze intergruppi → loro sono tutti uguali e sono peggio di noi (finalità che ha come miglioramento identità sociale e autostima. Minori livelli di pregiudizio negli atteggiamenti espressi pubblicamente (su atteggiamenti e comportamenti espressi a livello pubblico), ma questo non vuol dire che sta scomparendo. è l'espressione del pregiudizio che sta diventando meno diffusa, tuttavia pregiudizio permane sebbene vada a prendere forme diverse. LE DIVERSE FORME DEL GIUDIZIO (Pettigrew e Meertens 1995) Pregiudizio manifesto (si esprime in modo chiaro) : - Pregiudizio classico, carico di percezioni e sentimenti ostili, raramente espresso al giorno d’oggi nelle società moderne - Rifiuto dell’outgroup, percezione di minaccia - Rifiuto di contatti e intimità con outgroup Pregiudizio latente (sottile) : - Forma moderna di pregiudizio, espressa in modi socialmente accettabili - Difesa dei valori tradizionali dell’ingroup (più che svalutazione outgroup) - Esagerazione delle differenze culturali (soprattutto per etnia) - Negazione di emozioni positive verso outgroup PREGIUDIZIO IMPLICITO VS ESPLICITO (greenwald et al 1998, 2000) Processi espliciti : sono consi, deliberati e controllati Processi impliciti : avvengono in assenza di consapevolezza e non sono intenzionali Talvolta i pregiudizi vengono appresi così bene e usati così spesso che il loro contenuto viene alla mente in maniera quasi automatica (frutto di processi impliciti). PREGIUDIZI CHE SI AUTOALIMENTANO L'attivazione dei pregiudizi verso un gruppo sociale può avere conseguenze sui comportamenti che persone mettono in atto verso un certo gruppo e può influenzare : - le aspettative verso i comportamenti dei membri di quel gruppo [esempio stereotipo che influisce su aspettative: Gli uomini sono buoni piloti → mi aspetto che nessuna donna prenda il brevetto di volo] - l'interpretazione dei comportamenti messi in atto dai membri del gruppo (interpretazione distorta alla luce del pregiudizio affinché rimanga invariato) [se credo allo stereotipo interpreterò situazione alla luce delle mie aspettative; esempio: se una donna non prende brevetto → Non ha preso il brevetto perché le donne non sono abili pilote. → Conferma che solo gli uomini sono bravi. Circostanza in linea con miei stereotipi e la interpreterò la luce di questi e confermo stereotipi] L’individuo può distorcere la realtà al fine di mantenere il pregiudizio inalterato e costante nel tempo In tali casi se il membro dell’outgroup (donna) si comporta in modo incoerente rispetto alle aspettative (uomini sono più bravi delle donne come piloti) : ● il comportamento incoerente viene giustificato con opportune spiegazioni (se conosco donna che ha preso il brevetto di volo → potrò pensare che è stata moto fortunata durante le prove) ● viene creata una sottocategoria di individui (creo categoria delle donne pilota → hanno particolare abilità che normalmente gli altri membri del gruppo allargato non hanno) ● l'individuo che si comporta in modo incoerente rispetto alle aspettative viene considerato atipico del gruppo (penso che sia una donna, con brevetto, molto particolare) In questo modo stereotipi e pregiudizi non vengono modificati → solo uomini si meritano brevetto di volo solo perché sono bravi piloti. COME POSSONO ESSERE SUPERATI I PREGIUDIZI? CONTROLLO COSCIENTE DEI PREGIUDIZI (Devine e Monteith 1999) Le persone che rifiutano consapevolmente i pregiudizi sono in grado di superare gli effetti prodotti della lor attivazione automatica (esserne consapevole e il fatto che ci siano tendenze pregiudiziali che si attivano → primo passo per controllare processi che altrimenti si attiverebbero in modo automatico) L’impegno consapevole nella ricerca di informazioni che smentiscano il pregiudizio può portare individuo a non farvi affidamento (interpretazione che diamo di eventi può essere dettata da ragionamenti pregiudiziali o corrisponde realmente alla realtà dei fatti) Il pregiudizio può essere così modificato o eventualmente rifiutato . Quando il membro dell'outgroup si comporta in modo incoerente rispetto alle aspettative, se : - i comportamenti incoerenti sono troppi numerosi per essere neutralizzati con opportune spiegazioni - le informazioni sono troppe per creare un sottotipo - i comportamenti incoerenti provengono da membri tipici → la persona può scegliere di non fare affidamento sul pregiudizio. IPOTESI DEL CONTATTO (Allport 1954, 1958) La possibilità che il pregiudizio possa essere ridotto attraverso situazioni che stimolano contatto o ni membri del gruppo stigmatizzato “Il modo migliore per ridurre la tensione e l’ostilità nei rapporti fra gruppi è quello di porli in forme diversificate di contatto reciproco” secondo Allport. Non tutti i contatti possono riportare un successo per quanto riguarda i rapporti tra gruppi Il contatto è necessario che avvenga sotto determinate condizioni : incontro diretto tra membri di gruppi diversi sotto determinate condizioni facilitanti può portare alla riduzione del pregiudizio e ad un miglioramento degli atteggiamenti intergruppi. Condizioni facilitanti sono : - lo stato paritetico tra i due gruppi - presenza di uno scopo comune o situazione di cooperazione tra i membri dei gruppi - deve essere contatto prolungato - deve avvenire in un contesto che dà sostegno sociale e istituzionale (sostiene contatto) STATUS PARITETICO In molti casi i gruppi che si confrontano non hanno lo stesso status. Se lo status è differente, il contatto rafforzerà le asimmetrie impedendo il cambiamento (gruppo maggioritario approfitti del contatto per continuare a prevaricare su gruppo minoritario). Per i membri del gruppo di status inferiore il confronto con i gruppi di status superiore potrebbe portare ad un esito negativo. Affinché il contatto risulti una condizione facilitante nella riduzione del pregiudizio è importante che lo status sia paritetico. COOPERAZIONE (teoria del conflitto realistico ,Sherif 1966, pregiudizio poteva essere attenuato quando i due gruppi collaboravano insieme per raggiungere stesso obiettivo) Dipendenza reciproca rispetto all’acquisizione di un obiettivo comune → ragioni strumentali per sviluppare relazioni reciproche più amichevoli (se collaborazione è coronata da successo). Se il contatto non è percepito come piacevole, non indurrà alcun effetto positivo PROLUNGATO Contatto deve essere prolungato, è importante che si vada a creare attraverso contatto positivo ripetuto : - si deve creare interrelazione positiva - con acquisizione di nuove informazioni sull’outgroup - al fine di falsificare alcuni stereotipi negativi (dati per veri) dell’outgroup SOSTEGNO SOCIALE E ISTITUZIONALE Importante che si siano norme sociali e autorità riconosciute che promuovono e sostengono il contatto. Si sanziona chi ostacola gli obiettivi auspicati e si premia chi li sostiene (chi porta avanti questo comportamento). In modo tale che si crei una realtà e rapporto positivo e che venga interiorizzato (dalla costrizione all’interiorizzazione) favorendo un clima sociale propositivo. Contatto di bambini tra etnie diverse in una classe → propositivo per riduzione dei pregiudizi se bambini si percepiscono come allo stesso status, se contatto acquisisce caratteristiche positive, è prolungato nel tempo, se questo rapporto positivo di cooperazione viene favorito e istituzionalizzato dall'insegnante Ipotesi di Allport ha riscosso molto successo e ha presentato risultati importanti riguardo la riduzione del pregiudizio. è stata in parte rielaborata in funzione delle diverse prospettive teoriche che si sono susseguite nel corso degli anni. RECENTI SVILUPPI Il contatto diretto può diminuire il pregiudizio aumentando la conoscenza dell’outgroup (visione più completa del gruppo oggetto di pregiudizio → visione più realistica e non solo frutto di stereotipi), aumentando l’empatia nei suoi confronti e riducendo l’ansia intergruppo (ansia che può emergere quando una persona si trova ad entrare in contatto con un altro individuo che appartiene a un gruppo diverso dal proprio). Il contatto può risultare più efficace se incoraggia la ricategoriazzione dei gruppi in un singolo gruppo superordinato (Common Identity Group → gruppo di identità superiore che racchiude al suo interno i diversi sottogruppi) mantenendo la distintività dei sottogruppi (Dual Identity Model). I membri dei due gruppi contrapposti ricategroizzerano se stessi come membri di uno stesso gruppo più inclusivo (italiani e francesi = tutti europei, in cui viene riconosciuta la distintività dei gruppi). Condivisione di scopi comuni, stesso status, condizioni amichevoli, contatto prolungato, supporto da parte di istituzioni, rafforzato da informazioni su elementi in comune, fanno parte di gruppo che condivide identità → risultato significativo. Il contatto diretto non è sempre facile da promuovere sul piano pratico. Ampliamenti e riformulazioni, FORME DI CONTATTO : - Diretto : interazione faccia a faccia → un contatto intergruppi è più efficace nella riduzione del pregiudizio se basato su una relazione di amicizia diretta tra i membri di due gruppi diversi - Indiretto esteso : conoscenza/amicizia indiretta → la sola conoscenza del proprio gruppo che ha uno o più amici in un altro gruppo può ridurre il pregiudizio verso i membri dell’outgroup (non entra in contatto come membro dell'outgroup ma ha amici che sono entrati in contatto positivo con outgroup) - Indiretto immaginato : ricostruzione mentale di un‘interazione sociale tra i membri di gruppi differenti (immaginare situazioni in cui membri di diversi gruppi entrano in contatto positivo. es lettura storie) SE IL CONTATTO è POLARIZZATO POSITIVAMENTE - Migliora gli atteggiamenti intergruppi (verso outgroup), l'eventuale relazione reale con il gruppo in questione la percezione della eterogeneità dell’outgroup (elementi che hanno peculiarità ciascuno) - accresce la proiezione di tratti positivi dell'outgroup e la fiducia in esso - favorisce intenzioni più positive nell'impegnarsi in contatti futuri con l’outgroup - riduce l’ansia intergruppo (all’idea di entrare in contatto con persone di gruppo ignoto o che valutiamo negativamente) e il pregiudizio
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved