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Transizione dal Comune alla Signoria e all'Età degli Stati in Italia: Differenze tra Signo, Appunti di Storia

Storia Moderna ItalianaStoria Politica ItalianaStoria Medievale Italiana

Il processo di evoluzione politica in italia dalla vita comunale al dominio di signori e repubbliche. Il xiii e xiv secolo videro la concentrazione del potere in mani di oligarchie, portando alla formazione di signorie e stati regionali. Le differenze tra signorie e repubbliche riguardano il potere ereditario e la struttura istituzionale. L'italia settentrionale vide la nascita di importanti signorie come gli scaligeri, estensi, gonzaga e savoia, mentre le repubbliche di genova e venezia mantennero una struttura repubblicana. Il periodo vide anche la scoperta di nuove culture, monete e religioni, caratterizzato dalla presenza di molte città-stato. Il documento include anche informazioni sulle lotte interne in firenze e la pace di lodi.

Cosa imparerai

  • Quali erano le importanti signorie e repubbliche dell'Italia settentrionale?
  • Come si evolse la vita comunale in Italia verso la formazione di signorie e stati regionali?
  • Quali erano le differenze tra signorie e repubbliche in Italia?

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 26/02/2022

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Ma_ciaooo 🇮🇹

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Scarica Transizione dal Comune alla Signoria e all'Età degli Stati in Italia: Differenze tra Signo e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! CAPITOLO 8 INTRODUZIONE: Nepotismo: quando il papa principalmente, o altri esponenti del clero romani, distribuisce cariche importanti o benefici ecclesiastici (i titoli nobiliari venivano acquistati). In Europa, c’erano le monarchie nazionali, ovvero Francia, Spagna e Inghilterra. Nella penisola Italica, invece, vi erano gli stati regionali (più ampi dei comuni, un territorio sottoposto al Signore che riesce a espandere il suo dominio su aree sempre più vaste). Dagli stati regionali, si passa poi alle Signorie (istituzione in cui il potere è nelle mani di un singolo) e alle Repubbliche (al contrario delle Signorie, il potere non è accentrato nelle mani di uno solo ma distribuito nelle varie magistrature, ovvero le famiglie più ricche e potenti). Differenza tra Signorie e Repubbliche: - Signorie, un Signore, quindi UNA sola famiglia aristocratica (esempio: Medici, Visconti e Sforza) ed è per via ereditaria. L’evoluzione delle Signorie sono i Principati: i signori diventano principi, un’evoluzione politica. - Repubbliche (Venezia e Genova), hanno un doge, il “capo”, circondato da altre persone; vengono eletti da delle elezioni. Genova: Barcellona; Venezia: Adriatico e Costantinopoli. 8.1 DAI COMUNI AGLI STATI REGIONALI Nel corso del XIII e del XIV secolo (‘300/’400) la vita dei Comuni fu caratterizzata da continui contrasti interni e lotte per il potere tra fazioni e ceti sociali diversi che finirono per favorire la progressiva concentrazione del governo nelle mani di un ristretto numero di famiglie, ovvero in oligarchie (governo di pochi), portando alla diminuzione di conflitti interni. Addirittura in alcuni centri urbani, si passò addirittura a una sorta di governo assoluto di un unico Signore, il quale, pur lasciando intatte formalmente le istituzioni comunali, riuniva nelle proprie mani tutti i poteri effettivi: in questi casi, quindi, si verificò il passaggio dal Comune alla Signoria. La Signoria rappresentò per certi aspetti l'ultima tappa dell'evoluzione delle istituzioni comunali. In linea generale, la Signoria, come istituzione politica formalmente riconosciuta, non si impose con la forza, ma non mancarono tuttavia situazioni in cui la Signoria venne imposta con la violenza, come nel caso di podestà e capitani del popolo che conquistarono con le armi il dominio su un determinato territorio; dato che il Signore aveva comunque bisogno di dare legittimità al proprio potere. Questo processo di concentrazione del potere andò di pari passo con la tendenza delle città più forti a espandersi a scapito delle città avversarie, grazie anche all'impiego di truppe mercenarie e capitani di ventura. Le conseguenze economiche di queste guerre, portarono a un inevitabile aumento delle spese pubbliche. Lo stato signorile portò alla transizione verso la formazione dello Stato moderno. A differenza delle monarchie nazionali europee, dove c’era un'unica moneta, un’unica cultura e un’unica religione, in Italia, c’erano più culture, più monete e più religioni, dato che era ancora frammentata, si fermò alle dimensioni provinciali o regionali dando vita al cosiddetto particolarismo politico. Le compagnie di ventura: L'esercito con il quale i Comuni avevano vinto nel XII secolo le milizie germaniche del Barbarossa era costituito da tutti i cittadini atti alle armi. Quando però le guerre cominciarono a essere frequenti, lunghe e combattute anche lontano dalle mura, si rese necessaria una riforma: il Comune pagava un capitano di ventura, o condottiero, che assumeva a pagamento un certo numero di professionisti delle armi, che, dietro una certa ricompensa, o soldo, facevano per mestiere il "soldato". 8.2 L'ITALIA SETTENTRIONALE: SIGNORIE E REPUBBLICHE Tra le Signorie dell'Italia centro-settentrionale sono da ricordare gli Scaligeri a Verona che si affermarono con Cangrande della Scala, gli Estensi a Ferrara, i Gonzaga a Mantova, uno dei più importanti centri culturali e artistici del rinascimento, nonché patrimonio dell’umanità, e i Savoia in Piemonte (Torino, Val d’Aosta). Al contrario, le repubbliche di Genova e Venezia (commercio su mare e terra) mantennero una struttura istituzionale repubblicana: un ristretto numero di famiglie dell'aristocrazia mercantile gestì collegialmente lo Stato, evitando che il potere si concentrasse nelle mani di un solo Signore. Entrambe erano governate da un doge, ma la carica, seppur vitalizia, non divenne mal ereditaria. In seguito alla guerra di Chioggia, Genova iniziò una fase di declino, mentre Venezia, per tutelarsi militarmente e favorire i commerci verso la Germania, si espanse anche verso la terraferma, costituendo il suo "Stato da Tera", mentre sui mari, la repubblica dovette fare i conti con la spinta espansione dei Turchi padroni di Costantinopoli. 8.3 LA MILANO DEI VISCONTI E LA FIRENZE DEI MEDICI A Milano già alla fine del Duecento si affermò la Signoria dei Visconti. Un secolo dopo Gian Galeazzo ottenne il titolo di duca dall'imperatore, trasformando così la Signoria in Principato. In questo periodo il ducato raggiunse la sua massima espansione, giungendo a conquistare gran parte dell'Italia settentrionale e insidiando Venezia e Firenze. In seguito alla morte senza eredi di Filippo Maria Visconti si aprì una breve parentesi repubblicana (repubblica ambrosiana), conclusasi con la presa del potere da parte del condottiero Francesco Sforza (1450). Il Comune di Firenze era stato teatro di continue lotte interne che terminarono con il passaggio di potere a un governo oligarchico che promosse anche l'espansione territoriale dello Stato fiorentino. Nel corso del Trecento si assiste anche allo scoppio di rivolte tra i lavoratori salariati che chiedevano maggiori diritti, tra queste il cosiddetto tumulto dei Ciompi (1378). Nei decenni seguenti si affermò la Signoria dei Medici, una famiglia di ricchi banchieri fiorentini; Cosimo il Vecchio tuttavia badò a non modificare l'assetto formale delle istituzioni fiorentine e non assunse mai ufficialmente il titolo di Signore. Nella penisola italiana, Cosimo promosse l'equilibrio tra gli stati, infatti per sedare e poi concludere i conflitti tra gli stati italiani, nel 1454, Firenze si impegnò per siglare la pace di Lodi, dove in poche parole, si impegnavano a non farsi più guerre. Con Lorenzo, detto il Magnifico, nonché maggior esponente della famiglia dei Medici, proseguì la politica stabilita dalla pace di Lodi, prendendosi l’appellativo di “ago della bilancia”; con lui Firenze divenne uno dei centri culturali più importanti della Penisola. 8.4 LO STATO PONTIFICIO E L’ITALIA MERIDIONALE Durante il periodo della cattività avignonese lo Stato pontificio e l’Italia meridionale (Regno di Sicilia e Regno di Napoli) attraversarono un periodo di profonda crisi: all'interno del suo territorio erano nate numerose Signorie e nella stessa Roma si era assistito al tentativo di governo di tipo comunale promosso da Cola di Rienzo. Papa Innocenzo intraprese quindi un riordinamento dello Stato, inviando a Roma il cardinale Albornoz; questa iniziativa fu il preludio del rientro a Roma dei pontefici (1377). Tuttavia poco dopo la Chiesa piombò nuovamente nel caos con il Grande Scisma d'Occidente, che terminò con l’elezione di Martino V (1417). Nel corso del Quattrocento l'Italia meridionale, suddivisa tra Angioini e Aragonesi, venne temporaneamente unificata da Alfonso V d'Aragona (1442). Ma prima di morire il re suddivise di nuovo i domini: la Sicilia resto al ramo principale degli Aragonesi e Napoli passò a un ramo autonomo della dinastia.
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