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Umberto Saba: Vita e Poesia - Biografia e Caratteristiche della Poesia di Umberto Saba, Appunti di Italiano

Biografia di umberto saba, poeta italiano nato a trieste in una famiglia mistica. Suo padre italiano, sua madre di origine ebraica. Abbandonato dalla famiglia, viene allevato da una nutrice slovena. La sua infanzia difficile e malinconica influenzerà la sua poesia. Autodidatta, si dedica alla poesia e alla tradizione letteraria italiana. La sua posizione geografica e culturale lo rende un intellettuale periferico. La sua poesia è caratterizzata dal linguaggio della quotidianità e dalla tradizione letteraria, non per un tono alto ma per creare una comunicazione con le cose di tutti i giorni.

Tipologia: Appunti

2016/2017

In vendita dal 04/03/2024

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Scarica Umberto Saba: Vita e Poesia - Biografia e Caratteristiche della Poesia di Umberto Saba e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! UMBERTO SABA VITA Saba è una voce isolata nel panorama poetico novecentesco, non inquadrabile nelle principali correnti del secolo come per esempio l’ermetismo. È considerato l’esponente di una linea anti-novecentista. La sua marginalità è anche geografica poiché nasce nel 1883 a Trieste, che apparteneva allora all’impero austroungarico. Il suo vero nome era Umberto Poli. Il padre era italiano, la madre di origine ebraica. Quando il padre abbandonò la moglie prima che il figlio nascesse, il piccolo fu messo a balia presso una nutrice di origine slovena, Peppa Sabaz, che il poeta amò moltissimo. In suo onore adottò più tardi il soprannome di Saba che in ebraico significa pane. Tale nome ebraico era un omaggio anche alla madre naturale, donna severa e rigida quanto la nutrice era invece tenera e affettuosa. Questi eventi della primissima infanzia incisero sul carattere del futuro poeta, lacerato tra assenza del padre e tra le due figure materne. La sua infanzia difficile e malinconica sarà rievocata nelle poesie intitolate “Il piccolo Berto”. Saba frequenta le scuole con scarso profitto, interrompe gli studi regolari decidendo di proseguirli come autodidatta. Si impiega in una ditta triestina e si dedica presto alla poesia privilegiando i poeti della nostra tradizione letteraria in particolare Petrarca e Leopardi. Per accostarsi dal vivo alla lingua italiana, soggiorna nel primo decennio del novecento a Firenze senza però partecipare alla battaglia per il rinnovamento letterario che in quella città i giovani intellettuali avevano avviato tramite le cosiddette riviste fiorentine come per esempio “La voce”. Come Svevo, anche Saba sconta la sua collocazione di intellettuale periferico, di frontiera, più legato alla cultura mitteleuropea. Nel 1928 uscirà però un numero unico della rivista fiorentina “Solaria” dedicato al poeta con saggi dei critici Giacomo Debenedetti, Giorgio Solmi e del poeta Montale. Agli inizi del novecento Saba compie il servizio militare a Salerno, un’esperienza che si riflette nei “Versi militari”. Tornato a Trieste sposa Carolina Wolfler, cantata nelle sue poesie con il nome di Lina. Dal matrimonio nasce una figlia che verrà cantata con il nome di Linuccia. Il poeta a Trieste, al termine della prima guerra mondiale, apre una libreria antiquaria che sarà l’occupazione di tutta la sua vita. Nel 1921 Saba pubblica la prima edizione del canzoniere in cui raccoglie la sua precedente produzione poetica e in cui farà confluire tutte le poesie che scriverà. Sofferente di disturbi nervosi, intraprendere una terapia psicoanalitica con il triestino Edoardo Weiss, un allievo di Freud. La psicoanalisi gli offre strumenti più adeguati per indagare le profondità dell’io. Colpito dalle leggi razziali nel 1938, Saba lascia l’Italia per trasferirsi a Parigi. Nel 1939 va a Roma, dove Ungaretti cerca di proteggerlo. Durante l’occupazione nazista vive in clandestinità a Firenze, ospite anche nella casa di Montale. Terminata la guerra, Saba pubblica, nel 1945, presso l’editore Einaudi la seconda edizione del canzoniere notevolmente accresciuta. L’edizione definitiva uscirà postuma nel 1961. La tiepida accoglienza riservata dalla critica all’opera spinge Saba a farsi interprete di sé stesso scrivendo il saggio “Storia e cronistoria del canzoniere” ricco di osservazioni umane e politiche. Saba muore nel 1957. Nel 1964 esce il volume complessivo delle prose; nel 1975 il romanzo incompiuto di fondo autobiografico “Ernesto”, storia di un amore omosessuale di un adolescente in cui l’ambiente triestino è rappresentato con un’originale mescolanza di lingua e dialetto. 1 ASPETTI DELLA POESIA DI SABA La formazione da autodidatta di Saba centrata sui testi della nostra tradizione letteraria resta sostanzialmente estranea alla vivace sperimentazione linguistica delle avanguardie e di alcuni poeti del primo novecento. Saba usa generalmente nella sua poesia il linguaggio della quotidianità per immettersi nella parola di tutti, nel discorso che tutti vivono e parlano. Insieme al linguaggio della quotidianità, il poeta riprende volutamente quello della tradizione letteraria, non per realizzare un tono alto ma per creare una sorta di comunicazione con le cose di tutti i giorni il cui insieme suggerisce il senso corale dell’esistenza. Saba predilige la parola che nomina e definisce con precisione al posto della parola che allude ed evoca. Questa parola si inserisce poi in una struttura sintattica regolare e ben definita che tende spesso alle cadenze popolari e alla cantabilità del melodramma. Il poeta usa pure forme metriche del passato, per esempio il sonetto e ricorrere con frequenza alla rima generalmente abbandonata dalla poesia novecentesca, la poesia dell’ermetismo nel rifiuto del gioco analogico che crea una poesia difficile da decifrare, enigmatica. Pur collocandosi nel cuore del ‘900, la poesia di Saba è stata considerata come espressione di una linea anti-novecentista lontana dalle ardite innovazioni della poetica del proprio tempo. Solo nelle ultime raccolte confluite nel canzoniere, Saba apre al verso libero di derivazione ungarettiana e a toni di pura evocazione. I TEMI E LA STRUTTURA DEL CANZONIERE La poesia di Saba si ispira spesso a situazioni autobiografiche legate alle consuetudini di vita del poeta, alle presenze familiari e domestiche; è dunque una poesia radicata nel vissuto dell’autore, definita da Saba stesso “poesia onesta”, in contrapposizione alla poesia inautentica di D’Annunzio. I temi dominanti sono la moglie Lina, la figlia Linuccia, gli animali della campagna, la città di Trieste in cui il poeta vive. La città e la donna sono amate proprio per ciò che esse hanno di inconfondibile. Il poeta dopo aver indugiato sulle cose familiari, le rende simbolo di una condizione dell’uomo e della vita in un costante passaggio dal particolare all’universale. Le vicende vissute dal poeta assumono quindi un valore archetipico cioè diventano simbolo delle esperienze di tutti gli uomini. Il desiderio tipico del poeta di tuffarsi nella vita di tutti presuppone la solitudine e l’esclusione dell’individuo. Il senso di gioia che la partecipazione alla vita degli uomini provoca si accompagna dunque al senso doloroso dell’isolamento, per cui la dialettica fra la gioia e il dolore diventa il carattere essenziale della poesia sabiana. Dalle sollecitazioni autobiografiche nasce il bisogno di confessarsi e raccontarsi che caratterizza la struttura poetica del canzoniere come organismo in fieri, nel quale le singole parti si comprendono pienamente solo in rapporto al tutto. Saba tende a raccontare poeticamente per blocchi tematici che corrispondono a momenti particolari della sua vita. Il canzoniere si configura così come romanzo con una trama, con personaggi e una cronologia da seguire passo dopo passo nella lettura. “A MIA MOGLIE” In questo testo Saba elogia la moglie Lina paragonandola a diversi animali domestici che rappresentano simbolicamente le qualità della donna: la maternità, la fedeltà gelosa, la laboriosità. Paragonare la donna agli animali è paradossalmente farle un tributo di umanità. La poesia si può leggere come un rovesciamento della concezione della donna dannunziana poiché egli prediligeva l’amore per la femme fatale facendo della donna un oggetto di lussuria e non di amore coniugale. 2
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