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Un altro sole, storia delle immagini e storia della percezione di Andrea Pinotti Wolfflin,, Appunti di Estetica

Un altro sole, storia delle immagini e storia della percezione di Andrea Pinotti Pro storicità dello sguardo: Wolfflin, Benjamin, Jay e Wartofsky Vs storicità dello sguardo: Panofsky, Baxandall, Sveva Alpers e Danto

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 04/06/2023

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martina-riva-15 🇮🇹

4.7

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Scarica Un altro sole, storia delle immagini e storia della percezione di Andrea Pinotti Wolfflin, e più Appunti in PDF di Estetica solo su Docsity! Un altro sole, storia delle immagini e storia della percezione di Andrea Pinotti Quando parliamo di storia delle immagini e della percezione, parliamo di storicità dello sguardo. Ci sono autori/critici che abbracciano questo pensiero e sono “Pro storicità dello sguardo”, e chi no “Vs storicità dello sguardo”. Pro storicità dello sguardo: Wolfflin, Benjamin, Jay e Wartofsky Vs storicità dello sguardo: Panofsky, Baxandall, Sveva Alpers e Danto La domanda attorno alla quale verte questa concezione di pro/vs è: “L’artista sarà solo portato a raffigurare o a vedere anche secondo lo schema dell’epoca?” -Wolfflin: partendo dal passaggio dall’arte del 500 all’arte del 600, arriva a dichiarare che era improbabile una stabilità percettiva ma vi era un mutamento dell’occhio interiore. Credeva che non fosse la cultura a cambiare ma che cambiasse la struttura interna dell’occhio: infatti pensava all’arte come un prosecco psichico e non come processo ottico (storicità occhio in senso psichico: con storia cambia occhio ma proprio struttura) -Walter Benjamin: (allievo di Wolfflin ma scontento), segue un progetto di ricerca che interseca il maggior numero di sfere sensoriali, dalla biologia all’antropologia, per arrivare a parlare di “impressioni visive”: il modo in cui si organizza la percezione umana è condizionato in senso naturale (come Wolfllin?) e in senso storico: vi è quindi un duplice statuto della percezione umana. Con Benjamin ci avvicineremo al contemporaneo in quanto si parlerà di apparato percettivo umano in correlazione all’apparato tecnico dei dispositivi ottici (partendo dalla nozione di Innervation, si arriverà a vedere terminata la rigida contrapposizione tra natura e cultura) -Jay (guarda libro prof. Bertolini) + dire che approda alla teoria di Riegl secondo il quale nemmeno la natura è costante e coerente, infatti anche lei ha un suo carattere storico -Wartofsky: crede nella storicità dello sguardo ma è un caso particolare: finisce per invertire il concepimento (prima rappresentazione—>dopo sguardo). Crede che ciò che viene spacciato per visione naturale in realtà sia una modalità acquisita, e quindi il mondo è come un costrutto bidimensionale che viene processato mentalmente a seconda delle epoche e cultura. Non è la raffigurazione pittorica a dipendere dai nostri processi visivi ma sono i nostri processi visivi a dipendere dalla raffigurazione pittorica. Coloro che credono che l’occhio sia “unico”: -Panofsky: cade nella dicotomia di natura-cultura, secondo la quale: la natura, ovvero la percezione, è sempre uguale a se stessa, mentre la cultura, cambiando epoche, cambia stili -Baxandall: crede che la percezione di un fenomeno visivo sia condizionata dallo stile vigente in una determinata epoca (ad es: un aggregato di linee viene percepito da chiunque ma il significato di tale figura varia a seconda del contesto) (Baxandall vorrebbe una visione neutra, che però come diciamo nel libro di Bertolini non è possibile)
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