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una passione infiammabile - cinema, Appunti di Storia Del Cinema

riassunti personali, schematici, date e concetti principali del libro

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 10/06/2019

virginia-ciacci
virginia-ciacci 🇮🇹

4.9

(7)

13 documenti

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Scarica una passione infiammabile - cinema e più Appunti in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! 1) Che cosa è un film muto - SUPPORTO per quello che riguarda le pellicole cinematografiche rela�ve all’epoca del muto, queste erano composte principalmente da sostanze organiche, che le rendevano altamente instabili e infiammabili. Fino al 1950, il supporto prevalente fu il nitrato di cellulosa, altamente infiammabile, poi si passò all’acetato di cellulosa, meno infiammabile ma comunque infiammabile. Per quello che riguarda le componen� fondamentali, queste rimasero pressochè invariate per alcuni decenni: una base, de�a supporto, un substrato adesivo in gela�na, un emulsione sensibile alla luce legata alla base dal substrato adesivo e composta principalmente da una sospensione di sali d’argento in gela�na. -FORMATO il formato prevalente in questo primo periodo era il 35mm, sviluppato da Reichenbach per conto di George Eastman, portato al successo da Edison, in quanto egli lo u�lizzo all’interno del suo Kinetoscopio, portandolo al successo commerciale. A edison si deve inoltre la sviluppo della pellicola dotata di qua�ro perforazioni. Ad ogni modo, questo era lo standard ritenuto come “principale” ma ovviamente ci furono numerose altre sperimentazioni [la american mutoscope & biograph company da vita al 70mm, la veriscope company al formato “veriscope” di 63mm, i fratelli lumiere al “formato grande” 77mm, la pathe da vita al 28mm ma sperimenta anche un 9,5mm, la kodak eastman 16mm fino ad arrivare ai 120mm di Proszynski nel 1913] -COLORE per quello che riguarda il colore, le prime pellicole, quelle propriamente in bianco e nero venivano definite come “ortocroma�che”, erano sensibili ai raggi ultraviole�, blu e viole� ed erano difficili da ges�re in modo preciso infa� qui l’operatore era centrale perchè si doveva assicurare in fase di ripresa dell’equilibrio croma�co prevedendo anche, per le riprese in interni, lo sviluppo di fondali dipin� con diverse tonalità di grigio. Alla fine del 1912, arriva sulla scela la pellicola “pancroma�ca”, meno sensibile alla luce ma decisamente più dispensiosa. Perme�eva, però, di sviluppare una gamma molto più ampia di grigi. Ad ogni modo, anche qui era difficile ges�re il fa�o che il colore occupasse in modo preciso l’area colorata, quindi nel 1906 la Pathè da vita al Pathecolor che sviluppa in metodo “a pochoir”/stencil, dove le aree che si intendono colorare vengono ritagliate su copie matriche che bengono poi sovrapposte alle aree della pellicola posi�va che si intende colorare, ovviamente metodo lungo e dispendioso. Esistevano quindi metodi di colorazione più semplici che perme�evano però di oclorare l’intero fotogramma/sequenza: - �ntura (si u�lizzava una vernice colorata dove per imbibizione la gela�na veniva inserita in questa soluzione colorata acquosa) - viraggio (si u�lizzava un sale metallico colorato che si sos�tuiva all’argento dell’emulsione, senza quindi colorare la gela�na) - mordenzatura (l’immagine fotografica veniva tra�ata con un sale d’argento non solubile che perme�eva di applicare un colorante organico) queste �pologie potevano anche essere u�lizzate insieme per aumentare le possibilità crea�ve/espressive del mezzo + menzione al Kinemacolor di George Albert Smith nel 1906 metodo che prevede l’apporto davan� alla macchina da presa di un dische�o semitrasparente colorato, diviso in due par� (una rossa un verde/blu) che funge da filtro colorato. -SUONO -->imbonitori (commentavano le immagini in movimento, ne facilitavano la comprensione al pubblico) --> musica (prima improvvisata a pianoforte, poi ada�ata al par�monio musicale corrente, infine composta appositamente per le immagini in movimento in ques�one) --> sound on disc/sound on film -->il cantante di jazz, crosland (1929) + la canzone dell’amore (1930) righelli, STEFANO PITTALUGA (uci) -->doppiaggio (1933) -PROIEZIONE diciamo che prima che i proie�ori a motore ele�rico facessero la loro comparsa sulla scena, la proiezione era legata all’azione a mano degli operatori che dovevano ada�are la proiezione al passo della ripresa, che a sua volta però dipendeva da diversi fa�ori (la sensibilità della pellicola, il �po di illuminazione u�lizzato, il �po di azione che la macchina da presa doveva ca�urare etc) Ag ogni modo, la velocità media di proiezione aumentò nel tempo e si stabilì in questo primo periodo ai 24 fotogrammi al secondo. Come de�o precedentemente, però, la qualità della proiezione dipendeva da diversi fa�ori, come per esempio la illuminazione. Fino a che non fece la comporsa l’illuminazione ele�rica, le principali metodologie di illuminazione erano qua�ro: --> luce ossieterica (si u�lizzava un cilindro di calce viva che veniva resa incandescente da una fiamma prodo�a da un miscuglio tra ossigeno e etere) --> luce ossidrica (stesso principio ma miscuglio tra ossigeno e idrogeno) --> luce ossicalcica (l’incandescenza della calce era prodo�a dall’ossigeno che veniva mischiato alla fiamma prodo�a dall’alcol) --> ace�lene (metodo poco u�lizzato perchè produceva luce debole e sprigionava vapori dall’odore molto forte e fas�dioso) -DECOMPOSIZIONE il nitrato di cellulosa non è solo altamente infiammabile (se in o�me condizione, brucia facilmente a 170 gradi) ma è anche sogge�o a deterioramento (la proiezione è sogge�a ad un numero limitato, e a quanto pare il suo stato o�male non supera i cento anni. Inoltre, se la pellicola in nitrato è in fase di decomposizione, brucia a temperature molto più basse, 41 gradi. Quindi se le pellicole in nitrato vengono raccolte in grandi quan�tà, il film brucia e l’incendio non può essere spento perchè la pellicola rilascia ossigeno che alimento l’incendio. Per questo si era passa� all’acetato di cellulosa ma anche il supporto safety non è considerato stabile e ininfiammabile. Dunque nelle età future si ado�erà il diacetato di cellulosa prima e il triacetato di cellulosa poi, suppor� non infiammabili ma comunque sogge� a quella che viene definita come “vinegar syndrome”, sindrome dell’aceto, ovvero il proceddo di deterioramento, in quanto se le pellicole sono in questa fase rilasciano un forte odore acido. In materia filmica, quindi, il supporto più duraturo sembra essere il poliestere. -RIPRODUZIONE (di ogni esemplare viene ricavato un nega�vo d’archivio) (FIAF = fondazione internazionale dell’archivio dei film) ogni copia safety, per quanto fedele all’originale può presentare “dife�”, non necessariamente rela�vi alla decomposizione ma all’opera di manipolazione [come per esempio avere un doppio interlinea, un quadro tagliato, alterazione nel montaggio, sonorizzazione e contrasto, perdita del colore, didascalie sos�tu�ve etc]
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