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“Una passione infiammabile”, P. C. Usai, Sintesi del corso di Storia Del Cinema

Riassunto del libro “Una passione infiammabile” per l’esame di filmologia col prof. Canosa

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 09/02/2021

bianca00x
bianca00x 🇮🇹

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Scarica “Una passione infiammabile”, P. C. Usai e più Sintesi del corso in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! Una passione infiammabile Epoca del muto: 1895-1927 = date di brevetto del cinematografo LumièreTrasformazione strutturale del cinema: Tra 1917-1919 Crepuscolo del muto: esperimenti di registrazione diretta del suono su pellicola → il passaggio da muto a sonoro sconvolse l’industria cinematografica: - molti si ritrovarono disoccupati/altri ne fecero la loro fortuna - da allora il muto è diventato oggetto di archeologia e raramente di spettacolo: tradizione estinta 1. Che cos’è un film muto? Pellicola: SUPPORTO/BASE + STRATO ADESIVO (sottilissimo substrato in gelatina) + EMULSIONE (sospensione di sali d’argento in gelatina) → possono esserci altri due strati di sottile patina in gelatina, per proteggere l’emulsione dai danni →fino al 1950 la base è in nitrato di cellulosa: 2 problemi 1) IPERDEPERIBILE: la basa inizia a decomporsi immediatamente, e non supera i 100 anni → numero limitato di proiezioni - col tempo sviluppa gas + acqua (contenuta dalla gelatina) + aria = acido nitrico e nitroso → corrodono i sali d’argento della base e le immagini - pellicola in fase di decomposizione: si restringe ed emana un odore pungente, la base diventa brunastra 2) IPERINFIAMMABILE: un film in decomposizione brucia anche a 41° → è impossibile spegnere l’incendio, in quanto bruciandi la pellicola sprigiona O2 ° a partire dal 1950 si sostituisce la base con acetato di cellulosa/polistirolo Formati: ° Perforazioni sui 2 lati del fotogramma per il trascinamento meccanico della pellicola, stampati su supporto flessibile di 35mm (elaborato nel 1889 da Reichenbach) → formato standard dal 1909 - la pellicola a 35 mm presenta 4 perforazioni a profilo vagamente rettangolare - dal 1905 al 1924 le perforazioni diventarono più grandi e il loro profilo fu ridisegnato (leggermente circolari) - ci sono dei formati alternativi → 1912, Pathè: formato 28mm → eccellente qualità d’immagine Colore: ° Fino alla metà degli anni ‘20: pellicola ORTOCROMATICA = → sensibile a raggi ultravioletti, violetti e blu → poco sensibile a verde e giallo, per nulla sensibile al rosso → vantaggio di prestarsi bene all’applicazione diretta del colore → un sistema low cost consentiva nel dare alla pellicola un colore uniforme per ogni seq./inq., attraverso 3 sistemi: 1) Tintura:; 2) Viraggio = si sostituisce ai sali d’argento nell’emulsione un sale metallico colorato, senza tingere la gelatina; 3) Mordenzatura: L’immagine fotografica viene trattata con un sale d’argento non solubile ° Fine 1912, Kodak → pellicola PANCROMATICA: sensibile a quasi tutte le radiazioni visibili dello spettro → poco usata per gli alti costi, dal 1916 divenne il supporto preferito delle grandi compagnie → meno sensibile alla luce, ma in grado di riprodurre una gamma + vasta di grigi intermedi ° Tentativi di realizzare film a colori mediante la sovrappoisizione di immagini in rosso, verde e blu - 1906: G. A. Smith inventa il KINEMACOLOR: si monta davanti all’obiettivo un disco semitrasparente diviso in due settori : 1. rosso 2. verde/blu ° 1° supporto cinematografico sensibile al colore = KODACHRONE, Kodak, 1915 → poteva registrare solo 2 colori in fase di ripresa Suono: ° Inizialmente le presentazioni erano accompagnate da imbonitori che commentavano e interpretavano le immagini sullo schermo + accompagnamento improvvisato al pianoforte ° Successivamente le musiche venivano composte su commissione da orchestre 1889: Edison brevetta il KINEPHONOGRAPH (sincronizzava un grammofono a cilindro al Kinetoscopio) 1927: La WB fa uscire “The jazz singer” Proiezione: °L’operatore doveva adattare la V di proiezione al passo di ripresa, che dipendeva da diversi fattori: 1. Qualità dell’illuminazione 2. Sensibilità della pellicola 3. Tipo di azione ° Affinché i movimenti sullo schermo risultassero naturali, l’operatore di fine ‘800/inizio ‘900 proiettava a una V variabile tra 14/18 fotogrammi al minuto ° La qualità della proiezione era influenzata anche dal tipo di illuminazione adottato (almeno 4 sistemi) ° Musica: era parte integrante dello spettacolo, e molte cineteche ne affidano la riproduzione a grandi orchestre // restaurando i film muti aggiungono una colonna sonora → dibattito senza soluzione tra puristi (per cui aggiungere una colonna sonora nonnrispetta lo spirito originario dello spettacolo) e riformatori, a cui interessa valorizzare il film CONSULTAZIONE COPIE SAFETY: ° Si fa passare il film attraverso gli ingranaggi della visionatrice → dotata di un comando che permette l’avanzamento del film alla V STANDARD di 24 fot/sec.: questo comando permette anche l’avanzamento veloce, ma > V = > danno → azionare con gentilezza ° Spesso un film presenta parti non originali: inserite in una distribuzione successiva o prese in prestito ad altri film (i distributori tagliavano, rimaneggiavano e incollavano a loro piacimento). ° Anche tagli di censura: bisognava ricucire il tessuto narrativo: al loro posto si trovano dei “Flash Title” = linee incrociate → a volte gli archivisti riproducono le didascalie usando gli stessi caratteri delle originali: si riconoscono in quanto non presentano i graffi e i difetti di stampa tipici di una didascalia originale ° Un film non è mai del tutto finito: intorno ad esso ci sono sempre “lavori in corso”→ nel cinema muto, gli operatori hanno quasi sempre lasciato tracce del loro passaggio: - una copia originale in nitrato presenta molte giunture (si univano 2 lembi di pellicola saldandone le estremità con un collante adatto), presenti per almeno 3 motivi: 1. La pellicola si è rotta; 2. Il contenuto è stato alterato; 3. Il prodotto è stato ottenuto dall’unione di diverse porzioni del film - giuntura su neg = linea chiara // giuntura su pos. = linea scura La scheda di visionatura: Su cui trascrivere le informazioni ricavate ° Si deve distinguere le informazioni ricavate da una copia (fonte primaria) e ricavate dalla consultazione di altre fonti (secondarie) ° Si deve distinguere le pellicole senza nome → titoli (...) o […] e le pellicole con un’identità sospetta o incerta ° La data si riporta tra (…): se si dubita delle informazioni dell’archivio / tra […] se la datazione è solo un’ipotesi ° Accanto alla data si dice qualcosa sul genere del film, ma senza dare definizioni ° Inoltre, tutti i teorici dovrebbero annotarsi: - Luogo (da cui il film proviene) - Formato - Natura del Supporto - Assenza/presenza del Colore - Lingua delle didascalie - Tipo di apparecchiatura utilizzata per visionare il film - Data 5. Saper vedere il cinema muto ° Bisogna tener conto della “storia interna” del film = alterazioni subite dalla copia nel corso degli anni ° Bisogna tener conto della distanza temporale, psicologica e culturale tra la nostra situazioine e quella di uno spettatore del 1910 ° Saper vedere un film muto significa RENDERSI CONTO DI COME UN FILM È STATO MODIFICATO PER RENDERLO VISIBILE: ° Restauro > compiuto = quando il risultato finale riflette il disegno originario del film e le incongruenze e lacune della copia originale →es. se il film è privo di 1 inq il restauratore inserirà un’inquadratura scura/neutra per segnalare allo spettatore che l’oggetto del restauro era incompleto - Se si recuperano le didascalie bisogna riportarle con i loro caratteri originali e sottolineare che si tratta di una ricostruzione - Se il film viene presentato come è stato trovato, l’intervento si limiterà a duplicare il film su un altro supporto e ad eliminare i difetti + evidenti → dibattito senza soluzione: meglio un’incompleta autenticità o una bellezza artificiale? ° Inoltre, le copie originali erano spesso colorate, ma quelle a nostra disposizione sono in B&N → se non lo sono, quasi sicuramente il colore è stato riprodotto
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