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Una questione privata- Fenoglio, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Analisi e riassunto di Una questione privata, romanzo di Fenoglio

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 04/02/2020

giulia_mannino
giulia_mannino 🇮🇹

4.4

(10)

16 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Una questione privata- Fenoglio e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! GIUSEPPE FENOGLIO UNA QUESTIONE PRIVATA 1) BASTA COI PARTIGIANI- ALLA RICERCA DEL ROMANZO Fenoglio aveva sempre pensato alla “materia partigiana” come a una tappa necessaria ma transitoria del proprio percorso di scrittore. Come per tanti altri autori della sua generazione, la Resistenza dovrebbe rappresentare solo il punto d’avvio della sua attività di narratore, la grande esperienza sulla quale non si può fare a meno di tornare. Il percorso artistico e umano di Fenoglio e sei suoi coetanei andrebbe raccontato come la storia di una generazione di doppi reduci: reduci della guerra innanzitutto, ma reduci anche dai temi e dalle forme del proprio esordio letterario. Nella generazione di Fenoglio ci furono più punti di vista rispetto a come trattare ancora la resistenza: vi erano i fedelissimi all’impegno di tipo vittoriano; chi come Calvino preferì valorizzare gli elementi fantastici del romanzo d’esordio; chi come Primo Levi, esaurito il patrimonio di memorie collettive e private, giunge al romanzo e poi al romanzo storico. Fino a quel momento Fenoglio ha ragionato in termini di testimonianza. Egli tuttavia si rende conto che c’è un grande assente: il romanzo. Quando si accinge a scrivere “Una questione privata” dice: “il nuovo libro, anziché consistere in una cavalcata 1943-1945, si concentrerà in un unico episodio, fissato nell’estate del 1944, nel quale io cercherò di far confluire tutti gli elementi e gli aspetti della guerra civile. Mentre “Primavera di bellezza” è un libro lineare, il nuovo libro sarà circolare, nel senso che i medesimi personaggi che aprono la vicenda la chiuderanno”. Ma che cos’è un romanzo per Fenoglio? Egli disse: “un vero romanzo non si limita a seguire le peripezie di un personaggio dall’inizio alla fine della guerra, secondo il progetto originario del libro grosso, ma prende forma piuttosto intorno a un nucleo narrativamente coeso, in modo da far confluire in un solo punto tutti gli elementi e gli aspetti della guerra civile”. La novità strutturale di Una questione privata, rispetto al libro grosso, Il partigiano Johnny, salta subito agli occhi: lì è il personaggio, e non l’intreccio, a garantire coerenza e unità al romanzo. Quindi per Fenoglio romanzesco è il predominio dell’intreccio sul personaggio. In ogni caso l’interrogativo che affliggeva Fenoglio era: come raccontare la propria esperienza nella guerra civile senza per questo trasformarsi in un semplice memorialista, una vittima o un protagonista casuale degli eventi, che quando scrive non è mosso da preoccupazioni di natura estetica perché intende solo lasciare una traccia della propria giovinezza? Il magazzino di ricordi, fatto di voci, facce, sensazioni fisiche, stati d’animo, aneddoti e esperienze vissute, non basta più. D’ora in avanti Fenoglio vuole partire dall’intreccio. Egli preferisce non seguire in modo lineare tutti gli eventi notevoli accorsi al protagonista, ma avere un disegno preciso rappresentando la resistenza di scorcio, soffermandosi sulla grande storia solo quando essa viene direttamente a incrociare la vicenda particolare che costituisce la materia ma anche il senso del suo racconto. In Una questione privata il rapporto tra la piccola storia del protagonista e la Grande Storia collettiva assume una configurazione completamente inedita. Nel suo romanzo partigiano Fenoglio vuole assolutamente saldare la vicenda del protagonista al suo tempo. Ma fra la trama individuale e il grande affresco collettivo è la prima che deve prevalere, quindi tutto ciò che non è strettamente funzionale all’intreccio può venire sacrificato. La vera novità di Una questione privata e quindi il suo tratto distintivo rispetto alla memorialistica di finzione, va identificato nel diverso rapporto che il protagonista intrattiene con gli eventi della seconda guerra mondiale e nel rifiuto del narratore di concedere alcunché alla pura rievocazione. 2) PRIMA DI FENOGLIO Il sospetto che nessun narratore avesse ancora offerto una rappresentazione complessiva di quella stagione drammatica ed esaltante era stato sollevato a più riprese negli anni Cinquanta. Calvino ad esempio sosteneva che la resistenza avesse dato molto ed avesse arricchito la letteratura italiana, ma che purtroppo ancora non ci fosse un’opera in cui si possa riconoscere tutta la resistenza. Più o meno con le stesse parole si espresse Raffaele Ramat. Si tratta di parole che potevano funzionare un po’ da rimprovero e un po’ da stimolo. Fenoglio alle spalle, nel 1960, quando scriveva Una questione privata, si ritrovava soltanto la memorialistica. I romanzi che avevano lasciato una traccia duratura erano pochi: Uomini e no di Vittorini, L’Agnese va a morire di Renata Viganò, Il sentiero dei nidi di ragno di Calvino. In ogni caso dal 1949 fino al 1960 c’era stato un eclissarsi della lotta partigiana nella narrativa (forse per saturazione). Dopo, però, c’è una seconda proliferazione di romanzi partigiani (anche sulla scia dell’imponente mobilitazione popolare contro la decisione del presidente del consiglio Tambroni di autorizzare il congresso dei neofascisti a Genova). Vi è dunque una seconda ondata affinché quella stagione non venga dimenticata con in più la garanzia che i libri saranno diversi rispetti a quelli nati all’indomani del 25 aprile. Fenoglio tuttavia non vuole optare per il romanzo storico (nel quale i personaggi vennero moltiplicati oscurando quello principale e fascisti e antifascisti vennero equiparati). Egli optò per un modo di raccontare la lotta partigiana senza far sentire la distanza cronologica ma soprattutto senza cadere né nella memorialistica di finzione né nel romanzo storico. Il personaggio di Fulvia gli ha permesso senza ombra di dubbio di tenere a distanza il modello del racconto semiautobiografico. Nel corso della vicenda di Una questione privata Fenoglio si dirige verso la massima concentrazione: diminuisce verticalmente il numero di personaggi (Giorgio e Silvia diventano due fantasmi). Le due missioni di Milton, affrettare la guerra e rivedere Fulvia, vengono a coincidere: “Fulvia è lontana da me quanto la fine della guerra”. Strutturalmente la grande forza di Una questione privata dipende dalla tensione che viene a crearsi tra l’architettura della forma di inchiesta (il personaggio X compie le azioni q,z,w per conoscere la verità su Y) e l’opacità delle motivazioni psicologiche che spingono ciascun personaggio ad agire. Fulvia è un personaggio importante più di quanto si pensi, perché sovverte le norme elementari della narrativa partigiana. La sua presenza complica tutto. Calvino paragonò questo romanzo all’Orlando Furioso definendolo “Un romanzo di follia amorosa e cavallereschi inseguimenti”.
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