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Ungaretti, Montale e Quasimodo, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Vita e opere di Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo con particolare attenzione ai due momenti caratterizzanti le loro scritture.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 22/12/2020

user0108
user0108 🇮🇹

5

(2)

9 documenti

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Scarica Ungaretti, Montale e Quasimodo e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! GIUSEPPE UNGARETTI  Ungaretti nacque nel 1888 ad Alessandria d’ Egitto.  A Parigi venne a contatto con il simbolismo francese, che influì molto sulla sua formazione.  Partecipò alla Prima Guerra Mondiale.  Si trasferì in Brasile dove a causa di un errore medico, gli morì il figlio Antonello.  Ritornò in Italia e insegnò per diversi anni letteratura moderna all’ Università di Roma.  Morì a Milano nel 1970. Vita di un uomo è la raccolta finale di Ungaretti che spiega le diverse fasi dell’ esistenza simboleggiata dalle diverse poesie. Le raccolte sono:  Il porto sepolto (1916)  Allegria di naufragi (1919)  Sentimento del tempo (1933)  Il dolore (1947)  La terra promessa (1950)  Un grido e paesaggi (1952)  Taccuino del vecchio (1960) “Il porto sepolto” e “L’ Allegria” contengono le impressioni della Prima Guerra Mondiale, i sentimenti che questo grande evento, vissuto in prima persona, hanno suscitato. Tante persone a lui care sono morte a causa della guerra ma questi eventi hanno suscitato in lui un sentimento di attaccamento alla vita. A differenza di D’Annunzio, Ungaretti reputa la guerra come un evento fatale che si abbatte sulla povera popolazione. La guerra mette in risalto la fragilità dell’ uomo; Ungaretti scrive diverse poesie sulla condizione umana di combattente diseroicizzato. Sono poesie brevi, ma cariche di significato in cui rinuncia alla retorica, ai metri e ai versi tradizionali. Dopo la guerra, continua a meditare sulle poesie e sulla condizione umana che lo portano all’ utilizzo dell’ endecasillabo e dei settenari, che riflette l’ esigenza morale del poeta di comunicare le sue arcane scoperte. Il “sentimento del tempo” è la nuova raccolta, in cui il titolo è allusivo: significa sentimento del veloce scorrere del tempo, della vita che fugge. Di conseguenza al fluire delle cose appare il sentimento di Dio in cui si placa l’ angoscia esistenziale. Le poesie raccolte in “Il dolore” trattano una vicenda personale e tragica del poeta e una universale, ovvero la Seconda Guerra Mondiale. “La terra promessa” è una raccolta di liriche che inizialmente dovevano comporre un poema, ma non venne completato. Il tema è il lungo viaggio di Enea. EUGENIO MONTALE  Nacque a Genova nel 1896.  Partecipò come ufficiale di fanteria alla Prima Guerra Mondiale.  Si trasferì a Firenze dove per alcuni anni fu direttore del “Gabinetto scientifico- letterario Vieusseux”.  Dopo la Seconda Guerra Mondiale si trasferì a Milano.  Nel 1967 fu nominato senatore a vita.  Nel 1975 vinse il premio Nobel per la letteratura.  Morì a Milano nel 1981. Montale è un poeta che simboleggia il “male di vivere” che non si può colmare ma si può evitare con indifferenza nella maggior parte dei casi. In “Ossi di seppia” questa intuizione tragica della vita ha un’ intuizione esteriore; basta infatti guardarsi attorno per scoprire il male di tutti i giorni. Ogni paesaggio e ogni oggetto sono esaminati da un punto di vista fisico e metafisico attuando una tecnica che viene definita correlativo oggettivo. La verifica interiore dell’ intuizione tragica della vita è esplicitata in “Le occasioni” in cui rievoca amori, incontri, paesaggi del passato per analizzarli e capirli nel loro valore simbolico come ulteriori “esemplificazioni del male di vivere”. La memoria per Montale si dissolve in una conferma della solitudine e angoscia esistenziale. Parla anche della memoria come una forza che col passare del tempo porta via i ricordi più belli. Analoghi temi sul male di vivere si trovano in “La bufera ed altro” in cui medita sulla guerra e “Satura” che comprende una serie di colloqui tra il poeta e la moglie. Per Montale, da Ossi di seppia a Satura non c’ è un’ evoluzione, come in Ungaretti e Quasimodo, ma la poesia diventa sempre più oscura, in cui non si riesce a trovare una via di uscita dall’ angoscia esistenziale.
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