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Ungaretti sbobbine italiano, Schemi e mappe concettuali di Italiano

prima parte lezione ungaretti italiano

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 07/06/2023

francesca-mace
francesca-mace 🇮🇹

11 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Ungaretti sbobbine italiano e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! Biografia Ci sono due modi di vivere la guerra: quello di D'Annunzio, il superuomo che vola dall'alto dei cieli volando su Vienna su cui butta i volantini, e invece Ungaretti che da volontario vive il fango delle trincee. Lui nasce ad Alessandria d'Egitto nel 1888 perché la madre gestiva un forno e il padre lavorava come operaio impegnato nella costruzione del canale di Suez. Purtroppo perde il papà in un incidente quando era bambino ma la madre, donna forte, con grandi sacrifici fa studiare il figlio in una scuola di lingua francese, poi egli ha la possibilità di trasferirsi nel 1912 a Parigi che in questo periodo è una delle capitali culturali più vivaci d'Europa e qui lui approfondisce quella sua formazione che era basata sui poeti simbolisti, sui poeti maledetti francesi, naturalmente sui poeti italiani dell'epoca quindi D'Annunzio, Carducci, Pascoli, e in più approfondisce Leopardi. Il suo percorso lo porterà in Italia recandosi ai luoghi di origine dei genitori che erano della Toscana in provincia di Lucca, le sue radici erano un tema a lui molto caro. La nascita in Egitto, la lontananza dalla patria, dall'Italia ha alimentato in lui il tema dello sradicamento, di quel nomadismo esistenziale che lui associava alle immagini dei nomadi del deserto che lui vedeva da bambino. Questa ricerca delle sue radici che sentiva profondamente e questo attaccamento all'Italia come sua patria lo portò ad entrare volontario nell'esercito italiano nell'ingresso in guerra. Lui prima del 1915 in Italia aveva già conosciuto mussolini a cui si era legato anche in amicizia e al quale farà scrivere la prefazione della raccolta "L'allegria". Questi rapporti con il fascismo che lo porteranno prima ad aderire al partito fascista e poi anche ad aderire al manifesto degli intellettuali fascisti. Le motivazioni di Pirandello erano di tipo economico per sostenere la sua compagnia teatrale ma pensando al nichilismo di Pirandello non può esserci un collegamento con gli ideali fascisti, invece Ungaretti ha dovuto fare i conti per tutta la vita con il rapporto col fascismo e probabilmente proprio questo gli ha impedito di ricevere il premio nobel che andò invece a Quasimodo, su questa sua esclusione pesa sicuramente la sua vicinanza la fascismo e a mussolini, lui incontrò mussolini quando era un socialista e quindi ci fu un vero rapporto di familiarità, di amicizia. La sua partecipazione alla guerra lo vede impegnato prima sul fronte del Carso di cui la testimonianza più importante è la sua raccolta "L'allegria", poi viene trasferito sul fronte francese. Finita la guerra lui rimane prima a Parigi e poi, dopo il matrimonio con Jean Du Pois da cui ebbe due figli, si trasferì a Roma. Il soggiorno a Roma fu testimoniato nella seconda raccolta del 1923 che si intitola "Sentimento del tempo". Mentre la prima è caratterizzata dalla presenza della morte, della guerra, questa seconda raccolta testimonia innanzitutto la crisi religiosa e poi il ritorno alla fede, e inoltre in questa raccolta è molto presente l'influenza del barocco, quel barocco dove è molto presente il senso della morte, della fugacità del tempo, sono opere molto complesse. Una svolta si ebbe nella sua vita nel 1936 quando accetta la cattedra di letteratura italiana a San Paolo in Brasile. Ci sarà un primo momento felice in questo ambiente geograficamente così diverso dagli orizzonti abituali, ma lui qui subisce un gravissimo lutto, la perdita del figlio Antonietto di 9 anni per un'appendicite malcurata, fu un dolore fortissimo a cui si aggiunse poi la perdita del fratello nella 2a guerra mondiale. Di questo trauma troviamo testimonianza nella raccolta "Il dolore" che pubblicò nel 1947 dopo essere tornato in Italia nel 1942. In questa raccolta c'è sia il dolore personale per la morte del figlio e del fratello ma anche la sofferenza universale rappresentato dal dramma della 2a guerra mondiale. Quando tornò nel '42 c'era ancora il fascismo, gli venne offerto prima il titolo di accademico d'Italia che per il fascismo era un merito dato solo ai più grandi intellettuali, questa compromissione con il fascismo continua perché accetta questo riconoscimento. Nel dopoguerra vive un periodo fino alla morte di grande presenza dal punto di vista divulgativo, partecipa a trasmissioni radiofoniche in cui legge le sue opere, televisive e inoltre cura la raccolta con tutte le sue opere con il nome "Vita d'un uomo". Per ben 2 volte il suo nome fu fatto tra i candidati del premio nobel e questo fatto di non essere riuscito a raggiungerlo lo ha sempre amareggiato. Poetica Ungaretti insieme a Montale è uno dei poeti più rappresentativi del '900. In lui troviamo quelle innovazioni che lo collegano alla poesia europea e che faranno da guida a tutti i poeti successivi. Noi possiamo rintracciare all'interno della sua poetica una prima fase, quella di più forte sperimentalismo, quella che poi farà da guida alla corrente dell'ermetismo e che si ricollega strettamente al simbolismo francese e poi la seconda caratteristica di questa prima fase è la presenza di un forte autobiografismo cioè luo afferma che la poesia non può essere né vera né sincera se non scava nel profondo dell'io del poeta. Questo autobiografismo non deve però portarci a pensare che lui voglia concentrare esclusivamente su di sé il discorso perché la sua poesia diventa specchio di una condizione universale dell'uomo, riportando la propria esperienza di soldato al fronte lui non fa altro che fotografare una condizione vissuta da qualsiasi uomo si sia trovato in quella condizione di essere cioè ogni giorno a contatto con la morte, di vivere la precarietà come condizione giornaliera, parlando di sé stesso poeta fante lui ha parlato di tutti gli uomini al fronte. Lo sperimentalismo della sua prima raccolta è fortissimo e segna una rottura completa con la tradizione precedente che era stata già anticipata da Pascoli nei suoi versi brevi e da D'Annunzio con la sua ricerca musicale e questo sperimentalismo sarà caratterizzato da innovazioni profonde. La prima è la frammentazione del verso, il verso è ridotto spesso a una sola parola infatti si parla di verso-parola. Il secondo elemento è l'adozione del verso libero cioè senza l'obbligo delle rime ma soprattutto senza l'obbligo di rispettare un numero fisso di sillabe però spesso in Ungaretti ricostruendo i versi spezzati in una linea continua è possibile rivedere i versi della tradizione (endecasillabi e settenari). Terzo elemento è la frammentazione della sintassi cioè l'abbandono della punteggiatura tranne il punto interrogativo che lui continua ad utilizzare. Quarto elemento è la verticalizzazione della poesia che è una conseguenza dei versi brevi. Poi la presenza degli spazi bianchi che circondano le parole chiave e che vogliono rendere la pausa il silenzio che carica di valore simbolico tutti gli elementi del testo, a volte anche le preposizioni e le congiunzioni vengono isolate. E poi l'uso della figura retorica che caratterizza il '900, l'analogia che è la figura più utilizzata in quanto permette di collegare per rapide illuminazioni il mistero della vita. L'allegria La prima raccolta di Ungaretti è "l'allegria". Mentre lui combatteva sulla montagna sul Carso e anche sul fiume Isonzo cominciò a scrivere poesie su carta che trovava, nascondeva nello zaino e che il suo amico fece pubblicare con il titolo "Porto sepolto". Poi nel dopoguerra la raccolta fu pubblicata nel 1919 con il titolo "L'Allegria di naufragi" e poi nel 1921 il titolo definitivo "L'Allegria". La tematica che si nasconde dietro il primo titolo il porto sepolto è la poesia, simile alle poetica del simbolismo, anche Pascoli. Invece il titolo "L'Allegria di naufragi" è un ossimoro, si mette in rapporto il concetto positivo dell'allegria con quello negativo del naufragio. Col naufragio si riferisce al periodo storico, alla guerra che ha rappresentato il naufragio della civiltà, è come se il poeta esaltasse il ritorno alla vita dopo aver visto in faccia la morte. L'ultimo titolo invece abolisce l'elemento negativo quindi valorizza l'elemento positivo perché finalmente la poesia è riuscita a rassicurare il poeta. Qui Ungaretti ha voluto esaltare il ruolo della poesia, cioè il dramma e il dolore che la prima tanti compagni persi. In questo intreccio di piani il poeta lavora sulla antropomorfizzazione della natura del borgo di San Martino che viene rappresentato come un cadavere dalla carne strappata. “Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro” costruzione della frase, il termine brandello si usa con la carne. Questo a livello esterno, mentre a livello interno “di tanti che mi corrispondevano” cioè di tanti con cui aveva un legame non è rimasto più tanto perché sono morti dall’artiglieria in guerra. Corrispondenze di “amorosi sensi” di Foscolo nei Sepolcri. La corrispondenza di affetti, c’è un ma (come nei sepolcri), ma nel cuore non manca nessuna croce cioè che in lui nel suo cuore gli amici morti continuano a vivere. “Infatti il mio cuore è il paese più straziato” anche qui vediamo un andamento ciclico perché inizia col riferimento al paese reale ma alla fine si arriva ad una metafora. A questa divisione concettuale corrisponde una organizzazione strutturale. Nella prima strofa troviamo la figura retorica, un inversione. Prima ci sono I complimenti e dopo I soggetti. “Di queste case” e “di tanti” sono comp partitivi, le ultime 2 strofe sono introdotte da un “ma” in posizione forte e che apre una posizione di centralità ad una parola “cuore”. Strazio della natura e del paesaggio. Questo ci restituisce Ungaretti. Soldati-L'Allegria Bosco di Courton luglio 1918. La poesia del 900 a differenza della poesia della tradizione ha bisogno del titolo, spesso è il titolo che guida il lettore alla comprensione. Questo testo paragona la precarietà della vita dei soldati alle foglie che in autunno aspettano solo di cadere. Questa poesia ci fa capire la poetica dell’allegria con la parola pura ridotta all’essenziale. In questa poesia l’essere umano, il soldato, è visto come una foglia d’autunno che rischia di cadere al minimo soffio. La precarietà della vita al fronte viene sintetizzata da Ungaretti in queste 9 parole in cui il confine tra la vita e la morte è talmente labile che quasi si annulla ma il poeta non vuole restituirci un’esperienza solo personale e lo capiamo dal verbo impersonale “si sta” e diventa quindi questa una riflessione di tipo universale e da notare che nell’intestazione il poeta non mette giorni ma indichi solo il mese, in tutte le altre mette anche il giorno. L’immagine della fragilità della foglia appartiene alla tradizione letteraria già da Virgilio e Dante ma l’originalità di Ungaretti sta nella sinteticità espressiva che isola le singole parole creando un ritmo quasi affannoso. Anche qui ci sono figure retoriche, un iperbato “agli alberi le foglie”, questo iperbato caratterizza tutto l’andamento della poesia. Fratelli-L'Allegria La data è il 15 Luglio 1916. I primi anni dal 15-17 Carso, gli ultimi anni ai confini con la Francia. Il poeta si rivolge agli altri soldati chiamandoli fratelli. Si può interpretare che lo chiama fratello perché è un soldato che appartiene allo stesso esercito. Questo perché tutti condividono la stessa sofferenza, la stessa situazione di precarietà ma qui Ungaretti sta dicendo qualcosa di ancora più profondo, non è solo chi è fratello in quanto italiano, si è fratelli in quanto uomini. Parola tremante della notte “saluti fratelli”, trema perché pronunciare questa parola in un contesto dove c’è odio e violenza è faticoso. “foglia appena nata” metafora della foglia, tenera e facile. Invece degli aggettivi usa i participi presenti dando dinamicità al testo. (fine appunti di miccoli) Veglia-L'Allegria La data è 23 dicembre 1915, siamo al primo anno di guerra. La lirica nasce da una reale esperienza di guerra come dice lui stesso in una nota. Il titolo può avere 3 significati: la veglia può essere quella funebre, in guerra i corpi dei morti non potevano essere trattati con riguardo; la veglia di Natale che si sta avvicinando, una veglia che però in senso religioso si proietta alla nascita del salvatore; la veglia del soldato che fa da sentinella e aspetta quindi l'arrivo del mattino. Come in tutti i testi di Ungaretti anche in questo l'esperienza personale realmente vissuta dal poeta nelle trincee diventa discorso universale che coinvolge tutti gli uomini. Altra notazione è che questa poesia richiama i tanti pleniluni (luna piena) descritti dai poeti dell'800 a cominciare da Leopardi ma qui il punto di vista è opposto. Il poeta dice di aver passato un'intera nottata accanto al corpo di un compagno massacrato che ha il viso rivolto alla luna, al plenilunio e tutto è circondato dal silenzio, in questa atmosfera di morte, di dolore il poeta ha scritto lettere piene d'amore. Quindi quello che Ungaretti ci vuole trasmettere è che quanto più l'uomo sente vicino a sé la morte, tanto più sente l'attaccamento alla vita e ne percepisce la bellezza. Questo concetto viene chiarito nell'ultima strofa. Mentre in Leopardi la luna con i suoi raggi illuminava un paesaggio sereno, qui invece tutto è pervaso dalla tragedia, ma in comune i due poeti hanno il fatto che dal dolore traggono un forte slancio vitale cioè il non arrendersi. Tutti hanno notato che questi 16 versi sono caratterizzati da una forte carica espressiva cioè la descrizione cruda della situazione. Innanzitutto prevalgono i participi passati che nel suono richiamano anche una parola che non è participio ovvero "nottata". Questi participi che hanno un suono aspro, duro vogliono dare anche a livello fonico un'immagine dell'atrocità della guerra quindi livello fonico e livello di significati coincidono perfettamente, solo alla fine c'è un elemento che addolcisce tutto quando dice "nel mio silenzio ho scritto lettere piene d'amore" quindi se il poeta chiude la strofa con la parola amore è perché si sta aprendo alla speranza, non si sta arrendendo al dolore della guerra cioè se lui può pensare all'amore vuol dire che c'è speranza per lui e per l'umanità. Congestione vuol dire "il gonfiore del cadavere" quindi sta usando la figura retorica del concreto per l'astratto, non dice le sue mani congestionato ma la congestione delle sue mani. Usa l'astratto invece del concreto per un discorso analogico e facendo un discorso più astratto diventa più universale. Sono una creatura-L'Allegria Si collega a veglia perché è collegata al grande isolamento vissuto in trincea ed è scandita da un ritmo cadenzato e silenzioso. Tutta la raccolta testimonia sicuramente l'esperienza personale di Ungaretti al fronte ma il poeta si apre sempre a un discorso che abbraccia tutti gli uomini come Leopardi nella fase del pessimismo cosmico. Anche qui c'è uno stretto rapporto tra la natura e l'io del poeta. La poesia ci si presenta divisa in 3 periodi. Il paesaggio carsico è un paesaggio brullo, scavato, desolato e "refrattaria" cioè che non cambia. La prima parte è dedicata alla descrizione del paesaggio, come il paesaggio intorno a lui è desolato, così è il suo animo, anche il suo animo è pietrificato come dice nella seconda strofa. Lui descrive la condizione del soldato che l'orrore della guerra priva l'uomo della sua umanità, anche lui diventa una pietra, però dentro di lui c'è un'anima che piange ma non si vede. L'ultima strofa è quasi una sentenza, la morte qui è vista come una liberazione dal dolore, dall'angoscia e si ottiene soltanto attraverso la sofferenza della vita giorno per giorno. Mattina-L'Allegria Sarà presa come riferimento ella poesia ermetica, ecco perché ne sarà considerato il padre. Questa concentrazione di una poesia formata di due versi di 4 e 3 sillabe che in realtà sarebbero sole due parole per l'apostrofo che le collega. È quasi un manifesto, poesia come illuminazione. Dobbiamo immaginare il poeta che al mattino assista al sorgere del sole e prova a descrivere la profonda sensazione che prova in pochissime parole. La lirica non segue lo schema metrica ed è priva di punteggiatura, le 5 parole compreso il titolo scandiscono il momento dell'esperienza vissuta dal poeta quindi mattina ci dà l'indicazione temporale, m'illumino sensoriale e d'immenso spaziale. Non c'è nulla di autobiografico ma capiamo che è vissuta da lui dalla prima persona. Che il poeta ci voglia far comprendere che siamo all'interno di un'atmosfera di guerra si capisce dall'intestazione, Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917 quindi è ancora la guerra lo sfondo. Come sempre il livello fonico e il significato compenetrano perfettamente, questo suo illuminarsi d'immenso, di percepire l'immensità come Leopardi nell'infinito, a livello fonico si vede nella ripetizione della lettera M, inoltre c'è un altro elemento che fa coincidere suoni e significato cioè la paronomasia che è l'accostamento di parole che hanno suono simile ma significato diverso cioè la parola illuminarsi è molto simile nel suono alla parola immenso. Poi c'è anche un'altra figura retorica cioè la sinestesia perché provengono da sfere sensoriali diverse, illumino è una sensazione visiva mentre immenso è spaziale. Ovviamente anche qui c'è Leopardi, in lui la sensazione di naufragio è una sensazione piacevole che torna anche qui in questo naufragio del poeta nella luce. Sentimento del tempo Ungaretti si trasferiace a Roma e qui scrive la sua seconda raccolta che oltre al suo soggiorno a Roma è caratterizzata dalla forte influenza del barocco, dei suoi autori di riferimento Petrarca e Leopardi e dalla conversione religiosa, ritorna al cattolicesimo. È una seconda fase che viene da tutti e dallo stesso Ungaretti definita "ritorno all'ordine" cioè il poeta recupera i versi della tradizione, in particolare l'endecasillabo. Anche a livello sintattico non troviamo più brevi periodi, versi spezzati come ne L'Allegria, abbiamo ora la reintroduzione della punteggiatura, in alcuni casi delle stesse rime e anche il lessico così scarno, essenziale della prima raccolta si fa ora aulico, complesso, denso di significati, cambia anche il paesaggio che fa da sfondo alla raccolta, ai panorami del deserto oppure del Carso presenti in allegria ora il poeta introduce monti, alberi, boschi, spiagge dove si muovono creature mitologiche come ninfe, fauni. In primo piano troviamo il panorama del Lazio, Roma, Tivoli, raffigurato soprattutto nella stagione estiva (Alcyone-D'Annunzio). Il titolo ci riporta al tempo come durata di Bergson, questa raccolta segna un cambiamento profondo nella sua poetica di Ungaretti, il poeta che riscopre i versi della tradizione e soprattutto i suoi autori di riferimento cioè Petrarca e Leopardi. In questa raccolta in particolare i versi sono l'endecasillabo e il settenario, non ci sono più i versi brevi, spezzati dell'allegria ma sono composizioni più lunghe, complesse, in cui si recupera la punteggiatura, l'uso delle figure retoriche come il chiamo, le rime e il lessico diventa più alto, si fa alico e un uso dell'analogia che diventa molto più complesso.u Oltre al cambiamento stilistico c'è anche il cambiamento dello scenario, il paesaggio di Roma, Tivoli, abbiamo la presenza di boschi, spiagge, alberi, figure mitologiche, però quello che caratterizza il paesaggio di Roma dove gli antichi edifici rovinati dal passare degli anni sono il simbolo dello scorrere inesorabile del tempo. Questa è una raccolta in cui domina il barocco, che ha un senso molto acuto della precarietà della vita, della vanità dell'esistenza umana, infatti i toni dominanti di questa raccolta sono cupi e malinconici. Il poeta si sofferma sullo scorrere del tempo e sulla morte. E poi c'è anche il sentimento religioso vissuto però con angoscia e inquietudine, infatti Ungaretti convertito al cristianesimo sente in modo drammatico la presenza del peccato nella vita umana e allo stesso tempo il desiderio di salvezza.
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