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Ungaretti: Poeta e Vita - Ermetismo e La Poesia di Giuseppe Ungaretti, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Poesia italianaBiografia di Autori ItalianiStoria della letteratura italiana

Biografia e analisi della vita e dell'opera di giuseppe ungaretti, poeta italiano di origine lucchese, noto per la sua produzione esoterica e autobiografica. La formazione letteraria di ungaretti, la sua adesione al fascismo e la sua carriera da poeta e giornalista. Vengono inoltre analizzate le tematiche principali della sua poesia, come la sofferenza, la morte e l'allegria.

Cosa imparerai

  • Che tematiche tratta la poesia di Giuseppe Ungaretti?
  • Come si forma la visione di vita di Ungaretti?
  • Come Ungaretti si avvicina alla letteratura e alla poesia?

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 04/10/2022

sabina-novita
sabina-novita 🇮🇹

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Scarica Ungaretti: Poeta e Vita - Ermetismo e La Poesia di Giuseppe Ungaretti e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! ERMETISMO Ermetismo: da Ermes oggetto di culti misterici, accessibile solo agli iniziati, l’ermetismo ha un significato oscuro, poesia pura e simbolismo, molte analogie Pg 671, francesco flora scrisse un trattato sull’ermetismo Gli ermetici hanno uno spiritualismo di matrice cattolica, e un atteggiamento accostabile all’essenzialismo, implicite manifestazioni di dissenso per il manifesto fascista Verso libero, analogia, parole libere Ermetismo aveva scritti esoterici, Ermes considerato come dio, non lascia trapelare nulla GIUSEPPE UNGARETTI, La vita Giuseppe Ungaretti nasce nel 1888 ad Alessandria d’Egitto da una famiglia di origini lucchesi; nasce in Egitto poiché il padre vi si era stabilito per lavorare come sterratore al canale di Suez. Gli anni dell’infanzia furono fondamentali per la formazione idealistica del poeta; troviamo infatti, per esempio, il riferimento nelle sue opere al paesaggio: il deserto. Ad avvicinarlo alla letteratura è soprattutto l’amicizia con Enrico Pea, un giovane intellettuale versiliano. Ungaretti affina la sua formazione letteraria studiando soprattutto testi di Baudelaire, Mallarmé e d’Annunzio, nel quadro di una cultura bilingue (italiana e francese), alimentata dalla vorace lettura di due importanti riviste: la fiorentina “La Voce” e la parigina “Mercure de France”. Nel 1912 il poeta si trasferisce a Parigi, dove frequenta la facoltà di Lettere della Sorbona, incontra la sera nei caffè poeti e pittori dell’avanguardia e in cui si intrattiene con gli intellettuali italiani all’estero come lui in quel periodo, come Papini, ai quali si sente di svecchiare la cultura italiana tradizionale. Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Ungaretti decide di parteciparvi come volontario; viene così inviato sul Carso, ma trova molta disorganizzazione da parte dell’esercito italiano: dall’esperienza vissuta nasce la sua prima raccolta: “Il porto sepolto”. Al termine del conflitto, il poeta torna a Parigi come corrispondente del “Popolo d’Italia”, il giornale fondato da Benito Mussolini; successivamente si unisce ai Fasci di combattimento, firma il Manifesto degli Intellettuali Fascisti. Nel 1920 si sposa con una giovane ragazza francese, Jeanne Dupoix, che gli starà accanto sino alla morte per una grave malattia. Ungaretti si trasferisce con la moglie e la figlia Anna Maria a Marino, dove il poeta incontra grandi difficoltà. La poesia infatti, non gli dà da vivere e il lavoro poco gratificante ottenuto gli riserva scarsissime soddisfazioni economiche. Egli scrive anche a Mussolini, per ottenere un incarico, possibilmente in Oriente, non ottenendo tuttavia nessun aiuto da parte del Duce. Il poeta perciò inaugura una proficua attività giornalistica: è impiegato come corrispondente del quotidiano “La Gazzetta del Popolo” e si fa apprezzare anche come conferenziere in una serie di incontri politici e letterari in tutta Europa. Nel 1936 si trasferisce in Brasile, dove insegna lingua e letteratura italiana in un’università locale. In questo periodo, Ungaretti subisce diversi lutti familiari: muore il fratello Costantino e il figlio Antonietto di soli nove anni. Torna poi in Italia e prende servizio come docente all’Università La Sapienza di Roma: un ruolo che il poeta manterrà sino alla pensione. Dopo la fine del Fascismo, Ungaretti è chiamato a spiegarne la sua adesione e alla fine viene reintegrato in cattedra. Ungaretti viene omaggiato da molti scrittori stranieri e viene eletto presidente della Comunità europea degli scrittori. Non nasconde inoltre l’amarezza per non aver vinto il premio Nobel, che era stato attribuito a Salvatore Quasimodo. Ungaretti tiene lezioni e conferenze in varie università da Mosca al Sudamerica, riceve la laurea “honoris causa” e viene conosciuto e ammirato anche dalle giovani generazioni; egli appare spesso in televisione per interviste o letture. Nel 1970 a New York, viene ricoverato per una broncopolmonite e, rientrato in Italia, si dimostra ormai stanco anche per le cure; muore a Milano, dove si era recato per controlli medici. I funerali si svolgono a Roma e vi partecipano migliaia di persone, ma nessuna rappresentanza politica. I temi Ungaretti accoglie largamente in tutta la sua produzione il racconto e la riflessione autobiografici, dalla tragica concretezza dell’esperienza vissuta al fronte fino agli ultimi anni di vita. Nella poesia dell’autore si trovano spesso i temi di un continuo interrogarsi sulla vita, tramite il bisogno di calarsi nelle situazioni concrete, nei luoghi reali, nei tempi in cui l’esistenza materiale si sviluppa. Ungaretti utilizza spesso la metafora del viaggio: la sua meta immaginaria consiste nella scoperta della condizione elementare dell’uomo, grazie a uno scavo interiore per attingere alla più profonda realtà dell’io. I testi di Ungaretti non sono mai realmente immediati, ma sono il frutto di un lavoro di revisioni significative, di attenzione alle singole varianti. La letteratura per il poeta assume una forte valenza etica ed esistenziale, che si manifesta nello sviluppo di un’autoanalisi che si spinge fino alle radici dell’esperienza concreta. La poesia di Ungaretti si collega alla consapevolezza del dramma esistenziale dell’uomo e alla riflessione sul senso tragico della vita condotta da Giacomo Leopardi. La dimensione dell’essere umano è vista in tutta la sua precarietà, lacerata dal lutto e oppressa dall’incombere della catastrofe, individuale e collettiva. All’origine di questa visione della vita vi è la conoscenza personale della sofferenza, dalla quale ha inizio la meditazione che spazia dall’ “io” al “noi”, che ricorda la concezione pessimistica del mondo di Leopardi. La poesia, secondo Ungaretti, ha la funzione di comprendere la sofferenza umana e offrire conforto. Secondo il poeta, a contatto con la morte, l’anima può percepire la bellezza miracolosa della vita; il dolore rende nudi e autentici: è proprio grazie a esso che si può recuperare un sentimento di profonda fratellanza con tutte le creature viventi. L’Allegria L’ “Allegria” è l’opera di Ungaretti che riunisce con qualche esclusione i componimenti del “Il porto sepolto” (1916) e dell’ “Allegria di naufragi” (1919). Dopo un’edizione del 1923 con la prefazione di Benito Mussolini, l’opera subisce revisioni sino alla pubblicazione con il titolo e la struttura definitivi nel 1931. L’allegria secondo il poeta, è l’attimo che soltanto amore può strappare al tempo; anche nel momento in cui tutto sembra perduto, vi è il desiderio di sottrarre l’esistenza all’usura del tempo. L’ “Allegria di naufragi” rappresenta un ossimoro in cui viene contrapposta l’immagine dell’allegria, della bellezza, della vita, a quella dei naufragi, della morte, della cupezza. La scelta definitiva di esprimere solamente la valenza positiva si deve alla volontà di Ungaretti di privilegiare l’energia e la brama vitale che costituiscono la natura stessa dell’avventura umana. L’opera è suddivisa in cinque parti e formata da complessivamente settantaquattro poesie scritte tra il 1914 e il 1919 e collocate sostanzialmente in ordine cronologico. Ungaretti attua una rivoluzione linguistica, poiché abolisce i legami sintattici tra le parole e la punteggiatura, e approfondisce le qualità evocative dell’analogia; egli vuole scavare dentro i vocaboli, rendendoli di una valenza magica e in grado di esprimere i più preziosi significati di senso contenuto nella vita umana. Spesso le parole vengono isolate e la punteggiatura è quasi del tutto assente Sentimento del tempo Seconda fase della poetica ungarettiana, recupera la versificazione tradizionale, il lessico si fa aulico. Delinea i paesaggi laziali e elogia i monumenti usurati dal tempo della città di Roma. Le immagini della natura esprimono il fluire inesorabile del tempo. Contrasto tra peccato e redenzione, era considerato il cantore della religiosità. Il Dolore Raccolta di tragedie collettive: Seconda Guerra Mondiale, morte del fratello e del figlio. Affiora di continuo l’immagine della morte. La Terra Promessa Opera con evidenti influssi leopardiani, tornano i motivi della morte e del nulla; c’è un’atmosfera mitica data dal viaggio del poeta nei luoghi vicino all’antro della Sibilla cumana.
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