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Unificazione d’Italia - Regno d’Italia - Seconda Riv. Ind. - Socialismo, Appunti di Storia

Appunti su Unificazione d’Italia - Regno d’Italia - Seconda Riv. Ind. - Socialismo

Tipologia: Appunti

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Scarica Unificazione d’Italia - Regno d’Italia - Seconda Riv. Ind. - Socialismo e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! CAPITOLO 21-L’UNIFICAZIONE D’ITALIA Il regno di Sardegna dal 1850 al 1859 Negli anni successivi alle rivoluzioni del 48 e 49 la situazione italiana è caratterizzata da due tratti fondamentali: i gruppi mazziniani vedono fallire tutti loro tentativi insurrezionali, e con ciò una parte dell'opinione pubblica si allontana dalle associazioni guidate da Mazzini. Così i delusi da Mazzini trovano nel regno di Sardegna uno stato in grado di accogliere il movimento risorgimentale. Le basi per questa convinzione sono offerte da un'importante scelta effettuata da re Vittorio Emanuele II, dopo la sconfitta subita dagli austriaci egli conferma per il suo stato lo Statuto Albertino. Inoltre, il regno di Sardegna viene maggiormente sostenuto quando la guida del governo viene assunta da Camillo Benso Conte di Cavour. Cavour è un liberale convinto ma è diffidente nei confronti delle iniziative mazziniane o altri gruppi patriottici. Dal 1850 copre il ruolo di ministro dell’agricoltura, industria e commercio e dal 1851 ministro delle finanze. Nel 1852 diventa capo del governo e sotto la sua guida prosegue l'azione di ridimensionamento dei privilegi ecclesiastici già avviata precedentemente dal governo con le leggi Siccardi nel 1850. Queste prevedono l'abolizione del tribunale speciale riservato alla trattazione di procedimenti che riguardano i membri del clero, l'abolizione del diritto di asilo attribuito alle chiese e luoghi di culto, la riduzione delle feste religiose riconosciute dallo stato e il divieto agli istituti ed enti morali ecclesiastici e laici di acquisire immobili per acquisti, eredità o donazioni, senza autorizzazione regia. Cavour continua con una legge del 1855 che abolisce le congregazioni religiose che non si dedicano ad attività utili come l’insegnamento, i beni degli enti ecclesiastici aboliti vengono espropriati ed assegnati a una cassa ecclesiastica, un'istituzione statale che con le rendite derivanti dai beni espropriati paga lo stipendio ai parroci del Regno. Facendo ciò Cavour si scontra con il re Vittorio Emanuele II che non vuole che i rapporti tra il suo regno e la Santa Sede diventino ancora più tesi di quanto non siano già. Cavour riesce a proiettare il piccolo regno in una dimensione politica europea. La prima mossa significativa è la partecipazione del Regno alla guerra di Crimea al fianco della Francia e della Gran Bretagna. L'intervento non è militarmente determinante, né garantisce particolari vantaggi diplomatici o territoriali ma gli assicura un prestigio. La mossa successiva è la stipulazione di un'alleanza politico-militare con Napoleone III in funzione antiaustriaca. Nel 1858 Napoleone invita Cavour a un incontro diplomatico riservato che si tenne in Francia, a Plombieres. Napoleone III è disposto ad aiutare militarmente il regno di Sardegna in una guerra contro l'Austria in vista di un riassetto geopolitico della penisola, da concretizzarsi con la formazione di una Confederazione italiana. Viene inoltre stipulato un trattato di alleanza tra Francia e regno di Sardegna il 24 gennaio 1859. Qui si prevede la cessione di Savoia e Nizza alla Francia e si stabiliscono le condizioni dell'aiuto militare francese. Le condizioni sono che le spese di guerra sono a carico del Piemonte, che però deve essere prima attaccato dall’Austria così agli occhi dell’opinione pubblica internazionale la Francia appaia come salvatrice di un piccolo Stato. L’unificazione italiana (1859-1860) La situazione di tensione tra regno di Sardegna e impero d’Austria ha come esito un ultimatum militare che i diplomatici austriaci comunicano al governo di Torino il 24 aprile 1859, inizia così la seconda guerra di indipendenza. Napoleone III unisce le sue truppe con quelle del Regno di Sardegna, la guerra si combatte e gli italiani riescono a occupare La Lombardia. Quando la conquista del Veneto è a portata di mano del re francese egli decide di interrompere la guerra e di stipulare un armistizio con gli austriaci, quello di Villafranca dell'11 luglio 1859. Le ragioni per cui Napoleone III ferma la guerra sono il malumore che si diffonde in Francia per l’alto numero di vittime, il pericolo che le truppe prussiane possano attaccare la Francia sul Reno e l’evoluzione della situazione politica nel Ducato di Modena, di Parma, in Emilia-Romagna e quello del Granducato di Toscana. Tra la fine di aprile e il giugno del 1859 il granduca di Toscana viene cacciato, così come il duca e la duchessa di Modena e di Parma e le autorità pontificie di Bologna e della Romagna. Questi governi provvisori che si formano sono favorevoli alla loro unione con il nuovo Stato che si sta formando al Nord tramite l’unione tra Lombardia e Regno di Sardegna. La formazione dei governi in Emilia-Romagna e in Toscana sarà la premessa della convocazione di plebisciti di annessione, che si terranno l'11 e il 12 marzo 1860. Il 25 marzo 1860 in Piemonte, Sardegna, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana si tengono le elezioni per il Parlamento di Torino. Il mese più tardi si celebrano i plebisciti di annessione di Nizza e Savoia alla Francia che danno risultati favorevoli. Giuseppe Garibaldi raccoglie a Genova un migliaio di volontari con i quali tra il 5 e il 6 maggio 1860 si dirige verso la Sicilia. Si tratta di un'impresa militare autonoma che inizia a Quarto per poi fermarsi a Talamone in centro Italia, infine per raggiungere la Sicilia a Marsala per poi risalire conquistare Napoli. L'11 maggio i garibaldini riescono a sbarcare a Marsala e da qui Garibaldi riesce a sbaragliare l'esercito borbonico procedendo poi verso Napoli dove entra il 7 settembre 1860. Nel corso dell’impresa Garibaldi e i suoi hanno dovuto constatare la gravità delle tensioni sociali che attraversano il Mezzogiorno. In Sicilia l'arrivo delle camicie rosse spinge diverse comunità contadine a ritenere che sia giunto il tempo della giustizia e quindi della distribuzione delle terre demaniali mai divise. I demani erano le terre sulle quali potevano essere esercitati usi civici, questi usi erano stati riservati fin allora a specifiche categorie di persone. Le leggi che abolivano i demani avevano stabilito che una parte delle terre demaniali fosse divisa tra coloro che avessero in precedenza goduto del diritto di queste terre. In alcuni casi la suddivisione aveva avuto luogo, in altri era stata ritardato o ostacolata dagli amministratori locali poiché essi avevano tentato di appropriarsi abusivamente di una parte se non di tutte le terre. E ciò ha provocato una forte reazione da parte delle famiglie contadine che avrebbero avuto diritto a una parte delle terre ex feudali e che invece se l’era vista negare. Scoppiano così varie rivolte e occupazioni di terre come a Bronte, un centro agricolo nei pressi di Catania. Ma Garibaldi non intende ascoltare le ragioni di queste rivoluzioni e per questo reprime la rivolta scoppiata e procede subito a giudizi sommari e a esecuzioni immediate. Nonostante queste varie rivolte Garibaldi riesce a mantenere il controllo e il 21 ottobre 1860 in Sicilia e nel Mezzogiorno continentale si tengono i plebisciti di annessione. Nel settembre Cavour invia un esercito nelle Marche e in Abruzzo e il 26 ottobre 1860 Vittorio Emanuele II incontra Garibaldi a Teano. Così nel giro di un anno e mezzo si forma una Stato-nazione italiano. Il risultato è stato raggiunto grazie all’abilità politica e diplomatica di Cavour. Difficilmente solo l’esercito sardo, senza l’aiuto dei francesi, sarebbe riuscito a conquistare la Lombardia in mano agli austriaci e le sollevazioni nel centro Italia e l’impresa di Garibaldi sarebbero andati a buon fine se la diplomazia sarda non avesse compiuto le giuste mosse. Ma bisogna tener conto che tutto questo processo è stato sostenuto da un ampio settore di opinione pubblica. La società italiana al momento dell’Unità In Italia nel 1861 meno del 10% della popolazione usa la lingua italiana come strumento di comunicazione quotidiana. Nel censimento dello stesso anno solo il 20% della popolazione sa leggere e scrivere in italiano. Inoltre, la nuova Italia non è nemmeno unita dal punto di vista economico e sociale. Abbiamo tre diverse regioni economiche: l’area della Valle Padana, l’Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche), l’Italia meridionale e le isole. L’agricoltura della Valle Padana è organizzata intorno ad aziende capitalistiche che utilizzano tecniche molto efficienti. Inoltre, al Nord è molto diffuso l’allevamento dei bachi da seta e la produzione manifatturiera di filati e tessuti di seta, e comincia anche a diffondersi la produzione di cotone e lana. L’Italia centrale è caratterizzata dalla divisione delle terre in tantissime unità produttive piccole, i poderi. Queste sono lavorate dalle famiglie contadine alle quali la terra è stata concessa dal proprietario in mezzadria. Questo contratto stabilisce che il raccolto deve essere diviso a metà tra la famiglia di contadini e il proprietario. Nell’Italia meridionale il tratto caratteristico è la diffusione dei latifondi, ovvero grandi appezzamenti di terreno che vengono divisi in diverse parti. Un’area di coltivazione è diretta dal proprietario con l’impiego stagionale di braccianti salariati, un’altra area viene affittata agli affittuari che a loro volta una parte la affittano e un’altra la gestiscono tramite i braccianti salariati. Francesco Crispi Nel 1887 Depretis muore, al suo posto subentra Francesco Crispi dal 1887 al 1896. Crispi formula un programma politico che si basa su quattro punti fondamentali: nazionalizzazione delle masse, per far sentire gli italiani un unico popolo; riforma istituzionale; repressione di conflitti sociali; avvio di una politica coloniale. Con la sinistra la classe politica italiana si impegna in un’azione di diffusione dei simboli e dei valori che devono servire a insegnare la nazione alle masse. Nel 1894 i nuovi programmi di studio per la scuola elementare vengono riformati e si dispone che si insegni la lingua italiana, la storia e la geografia col fine di far conoscere ed amare la patria. Inoltre, in tutte le piazze d'Italia sorgono i monumenti di Mazzini, Vittorio Emanuele II e Garibaldi. Crispi attua delle riforme significative: nel 1888 pubblica la legge comunale e provinciale dove abbassa i requisiti richiesti per poter partecipare alle elezioni amministrative; nel 1889 pubblica un nuovo Codice penale e abolisce la pena di morte e riconosce la legittimità degli scioperi; approva una nuova legge di pubblica sicurezza dove lascia alla polizia ampi poteri di intervento. Queste riforme non sono bene accolte dalla popolazione, e in Sicilia tra il 1891 e il 1893 si formano associazioni politiche che prendono il nome di fasci dei lavoratori. Sono guidati da borghesi di idee democratiche e socialiste. Chiedono la riforma dei contratti agrari e protestano contro le tasse e contro le amministrazioni locali. Nel gennaio del 1894 Crispi decide di intervenire proclamando lo stato d'assedio nell’isola. Nel luglio del 1894 Crispi presenta in Parlamento tre leggi anti- anarchiche. Queste leggi servono a Crispi per attaccare il partito socialista dei lavoratori italiani costituitosi a Genova, sciolto poi il 22 ottobre 1894. Crispi vorrebbe trasformare l'Italia in una delle grandi potenze mondiali. Le imprese coloniali italiane incominciano nel 1882 quando viene conquistata la baia di Assab sul Mar Rosso. Nel 1885 la presenza coloniale nell'area si rafforza con l'invio di una spedizione militare che occupa il porto di Massaua. Da lì gli italiani cercano di muoversi verso l'Etiopia però senza successo perché subiscono una sconfitta a Dogali nel gennaio del 1887. Crispi però non abbandona l’idea, inizia delle trattative diplomatiche con l’imperatore etiope Menelik e poi invia un nuovo corpo di spedizione che però fallisce in quanto è sconfitto a Adua il 1° marzo 1896. La sconfitta ha gravi ripercussioni politiche, Crispi il 9 marzo 1896 dà le dimissioni e il 26 ottobre 1896 viene firmato il trattato di pace dove l’Italia riconosce l’indipendenza dell’Etiopia. CAPITOLO 17-UN PROGRESSO CHE SEMBRA NON AVERE OSTACOLI Trionfi dell’Occidente All'avanguardia del progresso sta sicuramente l'Europa e l'America del Nord con i loro scienziati, filosofi, imprenditori e politici con la pelle bianca. Nel 1859 viene pubblicato il libro l'origine della specie, scritto da Charles Darwin e sostiene che la vita ha avuto origine milioni di anni prima della comparsa dell'uomo. A partire da questa constatazione egli costruisce una teoria dell'evoluzione che suggerisce che nuove forme biologiche derivino da quelle precedentemente esistenti e che tale successione sia regolata dal principio secondo il quale solo le forme di vita più adatte sopravvivono e si riproducono. Essenziale in tutto ciò è la scelta dei partner migliori che consente di dar vita a nuove generazioni, questo Darwin lo chiama selezione naturale. Anche se tutte le razze umane discendono da un ceppo originario comune, si sono differenziate a causa proprio della selezione naturale. Dal 1851 vengono organizzate le grandi Esposizioni Universali nelle grandi città europee. Qui troviamo macchine e merci diverse, segno del trionfo del progresso tecnologico occidentale. Una delle più famose è quella di Parigi del 1889 quando venne costruita una struttura in acciaio alta 300 m, la torre Eiffel. CAPITOLO 25-LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Un’ulteriore crescita della popolazione Dalla metà dell'Ottocento fino al primo decennio del 900 la popolazione europea è in crescita costante. I miglioramenti nell’alimentazione e nell’igiene personale favoriscono questa evoluzione. Nel 1832 Londra viene colpita da un'epidemia di colera e fu la prima città a essere trasformata da una serie di lavori di risanamento che vengono replicati in un gran numero di altre città europee e nordamericane. Questi lavori prevedono: la creazione e la cura di grandi parchi interni alla città; il risanamento dei quartieri più poveri; la costruzione di un moderno sistema di fogne; la costruzione di un sistema idrico; la depurazione delle acque potabili. Si registrano anche progressi nelle conoscenze mediche: si costruiscono nuovi ospedali; il progresso nelle scienze ottiche consente di disporre di microscopi che permettono l'identificazione dei microrganismi. L’inventore fu Louis Pasteur, grazie allo strumento Robert Koch individuò il bacillo della tubercolosi; la particolare cura per l'igiene, la sterilizzazione e la disinfezione degli strumenti chirurgici e delle ferite; i miglioramenti tecnici delle industrie chimiche mettono a disposizione nuovi farmaci o sostanze da utilizzare nel corso degli interventi come l'aspirina. Le grandi migrazioni In molte aree europee la crescita della popolazione si rivela superiore alla domanda di forza lavoro e per questo molte persone prendono la decisione di partire. I flussi migratori che derivano da questa decisione sono di due tipi: quelli a breve media percorrenza e quelli a lunga percorrenza. Il primo riguarda la popolazione che dalle aree rurali decide di trasferirsi nelle città, il secondo invece riguarda le persone che cercano fortuna in terre lontane. Grazie a queste migrazioni verso l'estero si ha un aumento di popolazione nel continente americano. La seconda rivoluzione industriale L'attrazione che le città e le fabbriche esercitano sulle popolazioni rurali europee e nordamericane è alimentata dalle importanti innovazioni produttive. Si parla così della seconda rivoluzione industriale: le invenzioni non provengono solo da inventori o dagli stessi imprenditori, è spesso essenziale il contributo di inventori o da scienziati di professione; le invenzioni non sono più realizzate e applicate dai britannici ma dai tedeschi, dai francesi, dagli svedesi, dagli italiani e dagli statunitensi; le innovazioni riguardano settori produttivi nuovi come quello dell'acciaio, delle materie chimiche e dell'energia elettrica; i nuovi settori produttivi richiedono impianti e macchinari grandi e molto costosi e ciò impone una serie di trasformazioni nelle modalità di finanziamento, di management e di organizzazione delle linee produttive. Uno dei settori che più caratterizzano la seconda rivoluzione industriale è quello della produzione dell'acciaio, un metallo che si distingue dal ferro per il contenuto di carbonio. Questo ha una qualità nettamente migliore, è robusto e facilmente lavorabile. Accanto al settore siderurgico è il comparto chimico svilupparsi: le innovazioni principali sono la fabbricazione della soda e la sintesi di composti organici. Il procedimento più conveniente per la fabbricazione della soda venne applicato dal chimico belga Ernest Solvay. I laboratori chimici riescono a produrre coloranti artificiali, catrame, vernici, fibre artificiali e farmaci. L'industria chimica ha una vasta diffusione soprattutto in Germania e in Svizzera. Altre produzioni chimiche importanti sono quelle utili per i procedimenti fotografici, quella dei fertilizzanti artificiali, quella della dinamite che venne brevettata nel 1866 dallo svedese Alfred Nobel, e quello della gomma. Tra gli anni 60 e 70 dell'Ottocento vengono costruiti e perfezionati i primi motori a scoppio, nel 1885 Daimler e Benz riescono a montare un motore a scoppio su veicoli a tre ruote brevettando le prime automobili. Il combustibile usato è un distillato del petrolio, la benzina. Nel 1897 Rudolf Diesel inventa il motore alimentato a nafta. Nei primi anni del 900 sono molte le vetture in circolazione in questo permette di sviluppare l'estrazione del petrolio soprattutto nel Nord America. Il motore a scoppio viene applicato per la costruzione di un mezzo di trasporto, l'aereo. Inizialmente i velivoli erano ancora a livello sperimentale ma nel 1909 un imprenditore francese riesce ad attraversare in volo il Canale della Manica. In molti paesi europei vengono costruite delle centrali elettriche che possono essere termoelettriche o idroelettriche. Grazie all'utilizzo dell'energia elettrica nel 1879 Thomas Edison inventa la lampadina a filamento incandescente che sostituirà le lampade a gas. Altre invenzioni dovute dall’energia elettrica furono il telefono, il grammofono, la ferrovia elettrica e il cinematografo. Nuove forme di organizzare In alcuni settori produttivi le fabbriche stanno diventando molto grandi e le macchine utilizzate sono molte e di conseguenza le fasi di lavorazione sono numerose, è possibile quindi che ci siano delle inefficienze. Per eliminare questi problemi e rendere più produttivi gli impianti alcuni imprenditori iniziano a studiare dei sistemi per razionalizzare la produzione. La prima applicazione di queste teorie sì ha negli Stati Uniti dove nel 1913 in una delle officine automobilistiche di Henry Ford viene messa in funzione la prima catena di montaggio, ovvero un sistema nel quale le varie componenti delle parti che devono essere montate sono fatte scorrere su alcuni binari davanti a operai adibiti al montaggio di quel dato pezzo. CAPITOLO 26-IL SOCIALISMO Le origini del pensiero socialista Nel corso dell'Ottocento l'esperienza sociale degli strati più umili delle popolazioni occidentali è stata attraversata da molte trasformazioni. Tra i primi critici dell’industrialismo troviamo Claude- Henri de Saint Simon, un aristocratico francese che teorizza la nascita di una futura società dominata da produttori capaci di impiegare le innovazioni tecnologiche a beneficio dell’intera collettività sociale. Robert Owen costruisce in Scozia un'impresa modello nella quale edifica case per gli operai mettendo in piedi anche scuole per i loro figli e luoghi di ritrovo per tutti i membri della comunità, però questa iniziativa si rivela economicamente e socialmente fallimentare. Molto simile al pensiero di Owen fu la proposta di Charles Fourier che immagina di costruire tante piccole comunità autosufficienti chiamate falansteri, ma anche questa proposta non ha successo. Per descrivere la possibile società futura che deve nascere venne utilizzata la parola comunismo, il primo a utilizzarla fu Etienne Cabet. Karl Marx e Friedrich Engels elaborano una dottrina che fonda il moderno movimento operaio. Questi due pensatori devono la loro fama e il loro impatto sul movimento socialista dall'analisi delle modalità di funzionamento del sistema capitalistico, queste analisi vengono chiamate socialismo scientifico per differenziare la loro proposta dalle precedenti teorie che vengono definite utopiste perché basate solo su principi umanitari e non su analisi economico politiche. Marx ed Engels presentano un primo disegno delle trasformazioni in corso e dei loro effetti nel manifesto del partito comunista, pubblicato nel 1848. Fu soprattutto Marx a esplorare le caratteristiche del sistema industriale nel Capitale, opera di tre volumi di cui solo il primo venne pubblicato prima della morte dell'autore nel 1867, mentre il secondo e il terzo sono stati pubblicati postumi nel 1885 e nel 1895. Uno degli aspetti socialmente e politicamente più rilevanti secondo Marx ed Engels è la progressiva polarizzazione sociale che tende a contrapporre due classi ben distinte la borghesia e il proletariato. La profonda differenza tra queste due classi produrrebbe uno stato di tensione sociale permanente che viene chiamato lotta di classe. Il compito di coloro che vogliono superare questa società sta nella creazione di organizzazioni politiche capaci di diffondere visioni critiche del sistema socioeconomico vigente. L'esasperazione del conflitto sociale avrà come esito una rivoluzione che porterà alla crisi conclusiva del capitalismo industriale e al suo superamento attraverso la formazione di una società nuova.
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