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La Nobiltà e il Consumo di Lusso: Economia e Cultura in Europa (1400-1700), Appunti di Storia Economica

Il rapporto tra la nobiltà europea e il consumo di lusso durante il Rinascimento. dei comportamenti economici dei ceti abbienti, dalla rifiutazione di investire al desiderio di distinzione attraverso l'ostentazione di consumi vistosi. Vengono anche analizzate le campagne moralizzatriche contro i banchieri, i mercanti e gli usurai, e le leggi 'suntuarie' che limitavano l'accesso ai beni di lusso ai non nobili. Il testo conclude con un dibattito tra economisti sul ruolo del consumo di lusso nell'economia.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 11/12/2021

Francescaaaaaaq
Francescaaaaaaq 🇮🇹

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Scarica La Nobiltà e il Consumo di Lusso: Economia e Cultura in Europa (1400-1700) e più Appunti in PDF di Storia Economica solo su Docsity! Società, consumi, lusso in Antico regime Per Antico regime si intendono le economie e società europee dal tardo Medioevo fino all’età moderna. Questa caricatura realizzata da un bolognese rappresenta la struttura sociale che caratterizzava la gran parte delle comunità preindustriali. Si può notare una struttura piramidale rigida dove ognuno cerca di prevalere sull’altro. Struttura della società dell'Antico regime: 1- Nobili e aristocratici = gruppo sociale a cui si appartiene solo per nascita. 2- Clero = si appartiene a questo gruppo sociale in quanto si è ordinati sacralmente. 3-. La borghesia= comprendono gli ordini professionali (medico, avvocato, artigiano...). Si differenziano dal popolo minuto poiché non dipendono strettamente dal lavoro+ risparmi, seconde case, patrimoni. Sono capaci di far fronte a difficoltà economiche. 4- Popolo minuto= in città, dipendenti dal lavoro 5- Contadini = lavoratori in campagna, comprendono oltre la metà della popolazione. Le classi più alte godono di molti privilegi anche a livello giuridico, come la partecipazione alla vita politica. Questo gruppo sociale inoltre, tende ad attrarre i ceti sociali inferiori, ovvero questi ultimi tendono a emulare i primi. La nobiltà tende ad escludere coloro che non appartengono al loro ordine, arrivando addirittura (a Venezia e a Cremona) alla chiusura dei loro ranghi nuove famiglie non possono entrare in questo ceto. Come si accede alla nobiltà? (numero esiguo) = bisogna dar prova di avere determinati requisiti sia sociali, economici e morali. Questo processo può durare decenni. A causa della chiusura di questo gruppo sociale si hanno in seguito addirittura delle estinzioni di questa classe in alcune comunità. I comportamenti economici dei ceti più abbienti: Rifiuto di investire il capitale mercantilismo considerato vile e inconciliabile con la nobiltà, (arti meccaniche contrapposte alle arti liberali) Propensione a trasformare la liquidità in immobili> vivere di rendita Ricerca della distinzione attraverso l’ostentazione di consumi vistosi (obbligo morale nobiliare) Importanza del casato e del lignaggio-+ | matrimoni sono esclusivamente endogamici. Sistema patriarcale J Come tutelano il patrimonio tra le varie generazioni? Singletudine (celibato/ nubilato) Maggiorasco (tutto al primogenito) Fedecommesso o Strict Settlement= vincolo che obbliga tutti gli eredi a mantenere intatto il patrimonio Esclusione delle donne dall’eredità, solo contratto di dote (somma monetaria). “economia dell’eccesso e del superfluo” Come già menzionato, questo tipo di economia era diffusa tra le corti principesche, pontificie e nobiliari e presentava delle caratteristiche: Consumo di beni raffinati e voluttuari (forte dinamismo nelle domande) Tesaurizzazione del denaro Ingenti spese per la servitù Palazzi in città e ville Committenza artistica (mecenatismo, spettacoli etc...) Il consumo sfrenato doveva però seguire un'etica, poiché la chiesa condannava l’accumulamento di ricchezze e promuoveva le opere di bene verso i più poveri. A volte vi erano anche delle campagne moralizzatrici contro: 1 2 3 Banchieri, mercanti, usurai (maggior parte ebrei) + visti come causa della povertà Contro coloro che hanno il superfluo+ dunque istituiti fondi solidaristici da parte di famiglie benestanti Alcune Opere d'arte considerate uno spreco di denaro + roghi delle vanità di fra Girolamo Savonarola a Firenze. Avvenne l'eliminazione di qualsiasi oggetto considerato potenzialmente peccaminoso, oppure inducente allo sviluppo della vanità, includendo articoli voluttuari come specchi, cosmetici, vestiti lussuosi, ed anche strumenti musicali. Altri bersagli includevano libri "immorali", manoscritti contenenti canzoni "secolari" o "profane", e dipini Le limitazioni riguardo i consumi sfrenati non riguardano solamente la sfera religiosa e morale, bensì anche quella giuridica. Vi erano delle magistrature pubbliche con la funzione di imporre un limite al sovra Durante il ‘700 e ‘800, un gruppo di persone si distaccano da queste convenzioni sociali; sono gli intellettuali, poiché facevano parte della borghesia e credevano nella libertà di espressione. Francia: gli la borghesia intellettuale si assimila ai modelli aristocratici Nel pensiero illuministico francese la “civilisation” consiste in un affinamento dei costumi che è comunque parte della cultura. Germania: gli intellettuali borghesi sono estranei all’aristocrazia ed estranei alla politica+ illuminismo tedesco critica profondamente il modello aristocratico di cultura. Kant+ seguire norme e comportamenti è sinonimo di inciviltà (non si segue la natura umana), mentre la vera cultura risiede nell'inseguire i comportamenti della natura umana. Francia: -Cambiamenti strutturali e giuridici del XIX secolo della nobiltà- Abolizione fedecommesso (vedi appunti sopra) Eredità ugualmente spartita tra gli eredi+ incremento matrimoni poiché la Singletudine viene contrastata da questa nuova riforma (non serve più essere single per preservare il patrimonio) Si continua a consumare eccessivamente Indebitamento da parte dei nobili per acquistare immobili nazionali confiscati alla chiesa+ crisi nobiltà dovuta a eccessi consumi e debiti (es nobiltà Veneziana) + costretti a adottare strategie economiche borghesi e a sposarsi con famiglie abbienti della borghesia -L'artigianato tra arte e mestiere- Per artigianato si intende la produzione di qualità di determinati beni. La lavorazione poteva avvenire a domicilio o negli Atelier, a seconda del bene. Uno stretto legame tra arte e artigianato (nel senso di produzione di beni quotidiani Manifatture =ricoprivano un ruolo centrale nell'economia delle città e dei territori circostanti Lunghe “filiere” = dalla materia prima al prodotto finito vi sono moltissime filiere strettamente specializzate. Es seta+ estrazione + lavorazione + decorazione Prezzi elevati dovuti alle lunghe filiere e al commercio internazionale a cui dà vita. + Paesi come Francia e Italia sperimentano le prime economie mercantilistiche, come riduzione dei costi di importazione dei materiali> problema di know-how relativo alla lavorazione delle materie prime Anche l'artista più famoso è un artigiano. E ogni artigiano è potenzialmente un po' artista, questo perché entrambe le professioni condividono dei tratti: Creatività = In entrambe la creazione convive con manualità, fabbrilità, lavoro della materia; l'ingegno convive con il mestiere. Anche nei manufatti artigianali vi sono sempre elementi di creatività; a maggior ragione nelle produzioni di qualità, che mirano a seguire gusti e mode Unicità /serialità = Anche l‘artista in senso stretto si dedica talvolta alla produzione di beni di lusso, che sono relativamente unici: a volte realizzati in piccole serie, rivolgendosi a un pubblico più allargato che non il singolo committente+ seguire una moda (artista visto come imprenditore di se stesso in grado di autopromuoversi) - Importanza del know-how = il sapere era contestuale, ovvero una conoscenza pratica plasmata dall'esperienza. La trasmissione di queste conoscenze avveniva di padre in figlio e talvolta nelle Botteghe, viste come scuole (figura maestro e garzone) - Luogo delle attività= avveniva all'interno di una associazione di livello corporativo + regolano il settore, talora curano qualità e «marchio» * NOTA BENE=Dall'antichità alcune tecniche e arti, come architettura e scultura, sono considerate più elevate. Ma non c'è una gerarchia rigida, questo perché in ogni arte vi è una componente che può essere appresa, mentre l’altra riguarda il talento e l'ingegno. Dal ‘500 (almeno in Italia) la coscienza e l'immagine dell'artista tende a distinguersi ed elevarsi rispetto a quella dell’artigiano in generale. Ciò porterà alla creazione delle arti maggiori e minori, e all'istituzione di Accademie delle Belle Arti. L'artigianato però non perderà importanza: nel ‘700 troverà pieno riconoscimento delle tecniche e delle procedure di realizzazione all’interno di enciclopedie. Adam Smith riconoscerà anche il valore imprenditoriale dell'artigianato. Cosa succede all'artigianato con l’industrializzazione? Y Ovviamente si perde la qualità del prodotto. Come riconciliare artigianato e industrializzazione? Y - Gli imprenditori riconoscono l’importanza della qualità del prodotto, dunque promuovono il design e la creatività del prodotto. + importanza estetica - Nascita di industrie culturali > il cinema Come reagisce l'artigianato? | - Sviluppo movimenti intellettuali (Arts and Crafts in GB, William Morris e altri) che puntano a favorire la trasformazione dell'artigianato in piccole industrie artistiche attraverso la formazione di scuole artistiche e istituzione di luoghi per l'esposizione di modelli per stimolare la creatività. In Italia= sviluppo di progetti per rilanciare le grandi città d’arte come “capitali d'artigianato” Con l'industrializzazione si crea dunque una domanda diversificata: - ceti più alti continueranno con la committenza, talora riferita alle antiche tradizioni artigiane - Borghesie + nascita di mode e grandi magazzini per soddisfare la domanda RIASSUNTO LETTURA OBBLIGATORIA N4 PARAGRAFO 2 Per lungo tempo, la netta distinzione tra spese/investimenti produttivi e improduttivi ha pesato sulle scelte degli storici. La nobiltà europea, in un momento o nell'altro, è stata pesantemente criticata per aver tradito gli ideali economici dell’investimento e aver abbracciato il mondo delle spese voluttuarie. Adam Smith però, invita a far distinzione tra spese e spese. Ad esempio, un busto di marmo, un arazzo, un dipinto o qualsivoglia bene durevole di lusso, oltre ad essere una spesa può rappresentare un investimento, poiché col tempo accrescerà quasi sicuramente il suo valore al contrario di una cena o una festa sfarzosa. Qui cito Adam Smith: «Il reddito di un individuo può essere speso o in cose che vengono consumate immediatamente, e nelle quali la spesa di un giorno non può né alleviare né sostenere quella di un altro giorno, oppure in beni più durevoli, che possono perciò essere accantonati [...]. Ad esempio, un uomo ricco può spendere il suo reddito per pasti lauti e sontuosi e per mantenere un gran numero di domestici e una moltitudine di cani e cavalli, oppure può contentarsi di pasti frugali e di pochi domestici, e impiegare cosi la maggior parte del suo reddito per adornare la sua casa o la sua villa di campagna con costruzioni utili o ornamentali, con mobili utili, con collezioni di libri, statue, quadri [...]. Se due uomini egualmente ricchi spendessero i loro redditi l'uno nel primo modo, e l’altro nel secondo, la magnificenza della persona che ha speso prevalentemente in merci durevoli aumenterebbe continuamente, dato che la spesa di ogni giorno contribuirebbe molto a sostenere e ad aumentare l’effetto di quella del giorno seguente [...]. Inoltre, il primo sarebbe, alla fine del periodo, il più ricco dei due. Egli avrebbe un fondo di oggetti, di qualsiasi tipo, che sebbene possano non valere quanto sono costati, varrebbero sempre qualcosa. Della spesa del secondo non rimarrebbe invece nessuna traccia, e gli effetti di dieci o venti anni di prodigalità sarebbero completamente annullati come se non fossero mai esistiti». In parole povere, colui che compra beni durevoli di lusso sarà sempre più ricco del nobile che spende in cose che vengono consumate immediatamente, dato che il fondo oggetti varrà sempre qualcosa. Adam Smith inoltre, è favorevole alle spese di beni durevoli per altri due motivi: 1-1 palazzi e le ville contribuiscono al prestigio del paese 2- Quei luoghi mantengono i lavoratori produttivi (produzione merci e accumulazione capitale) accresce la pubblica prosperità L.Stone: svolge un'indagine sull'aristocrazia inglese da Elisabetta a Cromwell. Considera i consumi di lusso come uno dei fattori che causarono la decadenza di molte famiglie tra '500 e '600. Vanno distinti i beni in cui le famiglie spendevano, una prima distinzione è tra spese per servizi e oggetti non durevoli e quelle per oggetti durevoli. Sottolinea con acutezza la differenza anche profonda dei valori di riferimento tra antica e nuova nobiltà. | consumi di lusso hanno una funzione sociale come giustificazione simbolica dell'acquisto o della conservazione di uno stato sociale. Le famiglie di più antica origine spendono senza alcuna ostentazione+ stato sociale già affermato. La nuova ricchezza che impone certi modelli di comportamento, come la ricerca delle novità, della moda, l'esibizione del fasto, per la semplice ragione che la ricchezza non è in sé una fonte sufficiente d'onore. Ha bisogno di farsi pubblicità continuo affermarsi dello stato sociale. Spese e consumi di lusso non dipendono dal reddito, bensì dalle mode. AI signore feudale si sostituisce il conoscitore+ quest'ultimo spende in libri, monete quadri. Citando il Duca di Urbino:” Ma vi è un tesoro che supera di molto in splendore tutte queste meraviglie. In queste sale ci sono colonne di candido marmo e oro, figure dipinte in profonde nicchie; all’interno, le pareti sono decorate con la leggenda di Troia; all’esterno: vi sono odorosi giardini di fiori vivaci e verzure. La casa, dentro e fuori, è magnifica. Ma tutte queste cose sono mute; soltanto la biblioteca è eloquente”. Dunque, i valori e gli ideali avevano un valore reale agli occhi dei nobili, nonostante le mode imposte. In conclusione, ogni famiglia aveva un reddito annuo che poteva essere utilizzato saggiamente o meno, ma ovviamente imponeva delle scelte più o meno chiare delle spese, le quali variavano a seconda del luogo e del tempo.
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