Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Uomini e case nel Medioevo tra Occidente e Oriente, Sintesi del corso di Storia Medievale

Riassunto di "Uomini e case nel Medioevo tra Occidente e Oriente" di Paola Galetti

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017

Caricato il 10/10/2017

giacomob95
giacomob95 🇮🇹

4.6

(57)

21 documenti

1 / 13

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Uomini e case nel Medioevo tra Occidente e Oriente e più Sintesi del corso in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! “Uomini e case nel Medioevo tra Occidente e Oriente” Capitolo 1: Modelli insediativi a confronto nei primi secoli del Medioevo • Le stirpi germaniche 98 d.C. Tacito: scrisse il “De origine et situ Germanorum” (descrizione minuziosa delle consuetudini germaniche). Tacito prese informazioni da opere precedenti, da militari e mercanti. “Germani”: numerose popolazioni sconosciute stanziate a oriente dal Reno [limes romano] (Giulio Cesare). IV/V sec: progressiva aggregazione di gruppi minori diversi attorno a gruppi etnici dominanti e la creazione di stirpi di grandi dimensioni (periodo grandi migrazioni)goti, franchi, alamanni, longobardi. Germani all’età di Tacitosi dedicavano alla guerra, razzia, caccia, allevamento di bestiame e agricoltura. Gli uomini validi erano i guerrieri (in tempi di pace si dedicavano alla caccia, sonno e ai piaceri di gola). Donne, vecchi e più deboli: agricoltura, allevamento, cura della casa e famiglia. Praticando un’agricoltura elementare erano costretti con regolarità a ad abbandonare le terre divenute improduttive. Punto socio-politico: condizione che si basava sui clan, che a loro volta formavano la tribù: gruppo di famiglie discendenti da un antenato comune cui erano affidate le terre, la cui proprietà a livello individuale era sconosciuta. Il loro tessuto insediativo era caratterizzato dall’assenza di città e dalla presenza di villaggi, le cui abitazioni erano costruite interamente in legno, al massimo intonacate con argilla. Edilizia semplice ed elementareil legno dominava come materiale da costruzione; insediamenti e strutture destinate a durare per breve tempo. Le stagioni primaverili e quelle estive erano le più favorevoli alla guerra. Tacito ci parla delle loro abitudini giornaliere (pag. 6). La vita comunitaria rivestiva un ruolo importante, in una società non ancora fortemente segnata da rigide stratificazioni sociali. Tutte le tribù avevano i loro boschi e foreste sacriquercia sacra di Irminsul abbattuta da Carlo Magno (772) in una campagna contro i Sassoni. I Semononi (si vantavano di essere i più antichi e nobili tra tutti) testimoniavano il loro sacro rispetto per la loro foresta sacra, entrandovi solo legati a una corda, “attestando così la propria inferiorità e la grandezza della divinità”. • I nomadi delle steppe Tacito parlando dei peucini, veneti e fenni, è incerto se considerarli Germani o Sarmati (popolazioni nomadi delle steppe). Modi diversi di abitare (carattere distintivo): sono annoverati tra i germani perché hanno abitazioni fisse, in tutto questo dissimili dai Sarmati che vivono sul carro o a cavallo. I nomadi delle steppe (tra Cina e Ungheria), esercitarono un’incisiva influenza sulle stirpi germaniche più orientali, su tutti i Goti. Si trattava di popolazioni nomadi che basavano la loro sussistenza sull’allevamento di bestiame (il terreno non era adatto all’agricoltura) ed erano contraddistinte da una forte mobilità (vagabondare a casaccio). Centrale nella loro vita quotidiana era il cavallo (spostamenti e combattimenti). Gli autori bizantini definivano il loro governo come “metodo di governo punitivo efficiente ma senza consenso”. Unni/Attila: la corte multietnica di Attila venne descritta da Prisco (storico della Tracia), ma dei costumi degli Unni ci informa dettagliatamente già nel IV sec lo storico Ammiano Marcellino (soldato di origine orientale): aspetti ferini e subumani del modo di vivere di questo popolo. “Barbaro è il loro modo di procurarsi i viveri (no agricoltura) e soprattutto lo è il loro modi di abitare. Gli uomini vivevano praticamente in sella”. Alani (popolazione iranica): meno selvaggi nel tenore di vita e negli abiti e di più bell’aspetto (sempre Marcellino). Avari (100 anni dopo gli Unni, popolazione asiatico mongolica) sconfitti da Carlo Magno; Bulgari (origine turco-slava-tracica) verso la fine del VII diedero vita a un regno destinato a durare fino al XI sec. I Turchi “abitano sotto sotto tende di feltro” (fonti cinesi). Principali occupazioni: allevamento di bestiame e la caccia. Anche i Turchi muovevano costantemente da un pascolo all’altro. Nuovo elemento nel sistema abitativo: la tenda di feltro, la yurta progresso tecnico nell’organizzazione della vita del nomade pastore: il carro/abitazione diventa il carro/tenda. Khazari (nomadi eurasiatici, lingua turca): diedero vita nel VIII sec a un vasto dominio che durò fino al X sec nel territorio a ovest del basso Volga e del Caspio (fonti musulmane). Esercitavano sia l’allevamento sia l’agricoltura e conduceva una vita seminomade. • Slavi, Ungari, Normanni A partire dal VII e fino al X-XI, fecero la loro comparsa “nuovi barbari” (fonti occidentali) che venivano semplicemente indicati come “pagani”. L’area dell’originario insediamento si trova a sud dai Carpazi e a est del Dnepr. Slavi occidentali (polacchi, slavi, cechi, slovacchi); slavi orientali (russi, ucraini) e slavi meridionali (sloveni, croati, serbi, macedoni, bulgari). Gli slavi praticavano soprattutto l’agricoltura, poi pastorizia, caccia, pesca e raccolta di frutti. Primi stanziamenti: piccoli agglomerati all’interno dei quali vivevano comunità molto coese, i cui legami non erano solo di sangue, ma anche e soprattutto derivavano dall’opera collettiva di colonizzazione della terra e poi dalla gestione comunitaria dello spazio coltivato. Fortilizio: luogo dove ci si riparava in caso di pericolo, esaminare i problemi comuni e celebrare i riti religiosi. Scavi archeologici hanno identificato 3 tipologie costruttive: 1. Zona foresta 2. Zona steppa 3. Steppa boschiva 1) tronchi scortecciati incastrati gli uni sugli altri, appoggiati sul terreno o palafitte (abitazioni non fatte per durare nel tempo) 2) argilla, sassi e sabbia direttamente sul suolo 3) per metà interrata e di forma rettangolare (dimensioni molto ampie). Tre elementi erano comuni: affumicatoio, il silos sotterraneo e la sauna. Il legno era la materia base per la costruzione delle abitazioni, complessi difensivi e ponti. Per il riscaldamento e la cottura dei cibi il fuoco veniva acceso su focolari aperti. Gli oggetti di uso casalingo erano generalmente scarsi e soprattutto poco diversificati nell’assortimento. Verso la fine del IX sec fece la sua comparsa una nuova etnia, quella degli Ungari (ceppo ungro- finnico). Sconfitti dal sovrano germanico Ottone I nel 955, si stabilizzarono sul loro territorio, si convertirono al cristianesimo e si organizzarono come un regno autonomo che rappresentò un baluardo rispetto alla minaccia dell’invasione di altre stirpi di cavalieri nomadi. All’origine gli Ungari furono pastori nomadi; già nei secoli VIII-IX una parte di essi si stabilì in villaggi fissi e abbandonò la pastorizia per l’agricoltura e l’allevamento intensivo del bestiame. Quando la minaccia dei Peceneghi rese necessaria una nuova migrazione, l’intera popolazione si mosse verso la Pannonia (insediamento permanente) fu favorita dalle diverse condizioni climatiche e geologiche della nuova patria. Cominciarono a costruire abitazioni permanenti, e villaggi e a dedicarsi alla coltivazione dei campi e un allevamento più stanziale. Cavalieri molto abilisaccheggio e razzia. La tipologia abitativa più diffusa era la casa monofamiliare. Muri in graticcio, pavimento di terra battuta o legno o pietre. Esterno: forno, silos interrato, pozzo. E’ documentata una buona produzione in ceramica di pentole, piatti, ciotole; diffusa era anche l’attività metallurgica. X sec, struttura insediativa particolare: “il fortino di terra” interpretazione incerta, anche se per la maggior parte rimandano a centri di potere; forse erano anche luoghi di rifugio, residenza dei capi delle provincie o centri della vita ecclesiastica. Il fortino aveva una vasta superficie e il terrapieno. Queste strutture erano molto simili alle opere difensive che tra il IX e X furono costruiti nei regni occidentali. Alla fine dell’VIII emersero altre genti, provenienti dalla Scandinavia: Danesi, Svedesi e Norvegesi. “Uomini del nord” nelle fonti latine. Dopo le scorrerie a caccia di bottino la loro pressione sulle civiltà meridionali andò lentamente scemandolento adattamento ai quadri di una vita più regolare . I Normanni erano contadini, artigiani, mercanti e non meno guerrieri. In patria erano soprattutto agricoltori. Gli artigiani specializzati godevano di una grande considerazione (fabbri e carpentieri, costruzione delle navi). Contrari ad associare il commercio alla pirateria, crearono mercati fortificati, • La casa contadina: arredi e suppellettili Non vi era una netta differenziazione funzionale dello spazio interno della casa. L’unica vera separazione era tra lo spazio degli uomini e quello degli animali, che però potevano convivere sotto lo stesso tetto. Perfezionamento delle tecniche costruttive case di maggiori dimensioni e complessità (campagna); ma rimasero comunque le case modeste, a 1 o 2 vani. Oscurità: carattere comune delle costruzioni: le aperture erano molto pochesi voleva preservare la temperatura dello spazio interno. Focolare all’interno: rischio di incendi e fuoriuscita del fumo difficile. Soluzioni: metterlo fuori dall’abitazione o isolarlo il più possibile anche con delle pietre. Quindi oscurità e fumosità furono 2 aspetti importantimiglioramenti con stufe, camini e canne fumarie. “Stube”locale riscaldato libero dal fumo, perché il calore, proveniva da una stufa, murata con argilla e pietra. La stufa era alimentata esternamente così il fumo non invadeva la stanza interna. Anche la struttura del camino preservava da incendi e fumo. La sua diffusione in ambito rurale fu tardiva ed ebbe tempi diversi a seconda delle aree regionali. Prese piede nel XIII sec e si diffuse abbastanza presto in Italia e con ritardo nelle campagne inglesi, dal XV sec. L’estrema semplicità della vita contadina faceva sì che non venissero previsti servizi igienici al loro interno e probabilmente neppure strutture apposite all’ esterno. Nulla doveva andare sprecatoraccolta di escrementi di uomo e animale. essenzialità della dotazione domestica di beni mobili; l’essenzialità del corredo domestico era una costante (garantirsi la sopravvivenza più che la bellezza). Principali pezzi del mobilio: letto, tavolo, sgabelli e panche. L’armadio non rientrava nella tradizione del tempo. Altro: utensili da fuoco, recipienti per cuocere il cibo, contenitori per conservare le vivande, taglieri ecc. Capitolo 3 – Nelle campagne medievali: la residenza signorile La decadenza dei centri urbani e dei ceti cittadini, l’indebolimento progressivo nelle campagne dei piccoli e medi proprietari, causato dalla crisi agricola e commerciale e dalla pesante pressione fiscale, avevano provocato una crescente divaricazione tra la maggioranza della popolazione ridotta in condizioni economiche disagiate e un ristretto ceto di ricchi potenti (grandi proprietari fondiari). • La “villa” tardo-antica Era posta sotto la sovraintendenza di un villicus (fattore) controllato a sua volta da un amministratore, e aveva un suo centro direttivo, che costituiva un vero e proprio insediamento, nel quale si contrapponevano la residenza signorile (villa urbana) e la fattoria (granai, stalle, fienili, magazzini). La villa urbana (del dominus) nel corso del tempo tese ad avvicinarsi nel lusso alla domus di città, potendo avere possibilità d’espansione che il tessuto urbano non poteva garantire. La parte “urbana” della villa (pietra e mattoni) si articolava in diversi locali decorati con marmi, mosaici, affreschi (villa di Sette Bassi, vicino a Roma). Del sistema della villa (tradizione romana) fecero tesoro i Franchi, nell’elaborare quella forma organizzativa dell’economia e del lavoro che fu l’azienda curtense (da curtis). • Dalla “curtis” alla villa rinascimentale Curtis: centro di aggregazione insediativa, sociale, politica e grande struttura di organizzazione economica. Fu alla base dello sviluppo di veri e propri poteri signorili. Dal IX rappresentò il sistema più diffuso dell’organizzazione della terra: lo applicarono le grandi proprietà laiche ed ecclesiastiche, ma col tempo anche le medie e piccole proprietà contadine tesero ad acquistarne la particolare fisionomia. Caratteristica essenziale divisione dell’azienda agraria in 2 parti, complementari tra loro: la parte dominicale (pars dominica) e il massaricio (pars pars massaricia). La prima era gestita direttamente dal proprietario attraverso il lavoro di servi; la seconda era frazionata in aziende minori date in concessione a coltivatori. “Capitulare de villis”: stabiliva norme dettagliate sulle modalità di gestione delle ville (pag. 77). Residenza signorile: maggiore solidità costruttiva e maggiori dimensioni; IX secolo: residenza signorile caratterizzata da elementi difensivi visto il periodo di instabilità politica e di insicurezza. In molte regioni (Francia) il potere signorile era molto forte; non in Inghilterra, dove un potere centrale regio più forte riuscì a riuscì a imporsi limitando il potere signorile. Sistema curtense: frazionamento progressivo e lottizzazione del dominio, grande frammentazione fondiaria curtis: organismo diverso dal passato (no riferimento preciso). Residenza/fattoria signorile medievale: 1) “grande hall”: parte più estesa, centro della vita “pubblica”, con un focolare che divideva la zona del signore da quella della servitù. Forme aziendali e negoziali nuove tardavano a imporsi. Sulle trasformazioni della proprietà ebbe un ruolo decisivo la città, dove venivano investiti maggiori capitali. I nuovi proprietari cittadini volevano stabilire un diretto controllo sulla terra stessa. Un nuovo tipo di contratto fu la mezzadria (si diffuse dal tardo Medioevo). I nuovi proprietari spesso si recavano nelle campagne; a fianco della casa da lavoratore si aggiungeva quella da signore. “Trattato della agricoltura” (1305, Pier de Crescenzi): manuale professionale per i nuovi proprietari cittadini, influenzò fortemente la teoria e la pratica agraria dei secoli XIV-XVI. • Le residenze fortificate Già dall’età tardo antica (Europa) di fronte a un senso diffuso di insicurezza, villaggi rurali e residenze signorili erano circondati di recinzioni per proteggersi dai pericoli esterni. A fianco di queste strutture ve ne erano altre per le quali era prevalente l’aspetto militare rispetto a quello insediativo. Ma è fra il secolo IX e X che nelle campagne cominciò a svilupparsi un’organizzazione difensiva capillarmente diffusa. Castra/castella di antica fondazione si sommarono a fortificazioni di nuclei insediativi preesistenti, in particolar modo di centri direttivi di strutture curtensi, e a fortificazioni di nuova progettazione. Nella generale debolezza delle grandi strutture di inquadramento territoriale (impero, regni) la società trovò nuove forme di aggregazione, attorno a locali nuclei di potere di potentes. Grande varietà nell’aspetto materiale delle fortificazioninon è possibile individuare una struttura tipo per il medioevo europeo. X-XI: Italia diversa dal resto d’Europain Europa il castrum era inteso come villaggio fortificato (con popolazione civile ecc.). 1200anche qui funzioni insediative e militari tesero sempre di più a distinguersi nelle strutture fortificate, per far fronte a nemici esterni. La realtà incastellata signorile doveva rispondere a 2 esigenze: essere una struttura per essere difesa e quella di servire da abitazione a un signore, alla sua famiglia ecc. X secolo in Francia, G.Bretagna, Germania e Siciliamotta: accumulo artificiale di terra battuta, circondato da un fossato e da una palizzata, sul quale si ergeva una torre. Nel corso del tempo il castello a motta si rinnovò, con la sostituzione delle strutture in terra con altre in muratura. Il castello/ villaggio (realtà italiana) constava di una serie di opere di difesa diverse: posizione favorevole; un apparato fortificatorio che nei secoli X e XI consisteva in fossati dotati di merlatura e di una torre. Vi doveva essere una piazza, edificio religioso, cimitero, pozzi e la dimora del signore. Castelli dei più ricchi e potenti: architettura più complessa. XI secolo: si svilupparono i mezzi d’attaccoperfezionamento di quelli di difesa (maggiore solidità delle mura e raddoppio dei fossati). Gli elementi fortificatori erano scaglionati in su 3 ordini concentrici: cinta muraria esterna, nuova cinta più interna e infine il torrione e palazzo signorile. “Dongione”: ridotto difensivo interno al castello a sua volta fortificato con mura e fossato, che racchiudeva gli edifici più importanti (in Italia). La dimora garantiva sicurezza (edificio a più piani), per questo era netta la distinzione tra bassa-corte e alta-corte, che rispecchiava la separazione sociale tra signori e dipendenti. Capitolo 4 – Nella città medievale Città: la sua fondazione e il suo sviluppo come centro della vita associata e dell’organizzazione di un territorio erano considerati elementi propulsivi del processo di civilizzazione, che di fatto equivaleva alla “romanizzazione” delle regioni dominate. Negli ultimi 2 secoli civitas è diventato sempre più l’equivalente di civilitas. • Il periodo tardo-antico e altomedievale L’impero romano, nel momento della sua massima espansione (II d.C.) dominava su moltissimi territori; un importante elemento di unità di questi ultimi era rappresentato dal fatto che la preminente forma di organizzazione politica e sociale era costituita dalla città. Le città romane occidentali, come molte orientali, presentavano alcuni tratti comuni (conformazione generale e edifici sparsi)cultura aggressivamente omogenea estesa; si cercava di realizzare concretamente una forma ideale di città. La crisi economica (II-IV sec) e quella politica (IV-V sec) determinarono la decadenza dei ceti urbani e la crisi delle città nella loro conformazione materiale. Scontro/incontro tra mondo romano e tradizioni germaniche provocarono una profonda trasformazione nell’organizzazione del tessuto insediativo urbano e anche nell’edilizia abitativa. Abitazioni della gente comune: insulae (grandi casamenti a più piani): rappresentavano un fenomeno soprattutto legato ai grandi entri urbaniforte pressione demografica. Erano alloggi popolari in quanto erano prive di servizi idraulici, cucine o focolari. Domus signorili: presentavano variazioni tipologiche. Elementi: atrio, cortile interno, impluvio (x raccogliere l’acqua piovana). Attorno al cortile interno si disponevano i locali di abitazione. L’elevazione era ridotta al minimo. Pavimenti, pareti e soffitti erano decorati con mosaici, dipinti che costituivano un importante elemento di arredo. IV secoloperiodo di trasformazione dell’edilizia abitativa urbana, causata dal frazionamento politico della pars Occidentis. IV-VIdissoluzione di una diffusa edilizia residenziale di livello medio-alto (lussuose domus). Solo l’aristocrazia tardo-romana poteva permettersi di abitare le domus di maggiore rilevanza costruttiva. La tecnica edilizia più utilizzata era quella mista: reimpiego di murature antiche. Trasformazione del tessuto edilizio urbano (VI-X sec.)accelerazione dovuta all’arrivo dei Longobardi intorno alla metà del VI secolo (Italia). Fuori dall’Italia si verificò prima. I re visigoti e quelli burgundi preferivano vivere nelle loro case di campagna piuttosto che in città; così come i sovrani carolingi, nonostante avessero Aquisgrana. Nella “Longobardia” la decadenza urbana si accentuò, mentre la campagna divenne il luogo primario di organizzazione. Fonti: centri urbani avevano un aspetto ruralizzato; si ritrovava anche in ambito urbano la struttura “a corte”. Archeologia: conferma quanto detto primada un lato un’edilizia di buona qualità che testimonia la continuità di tecnologie costruttive romane; dall’altro un’edilizia più fragile e precaria. E’ soprattutto l’edilizia in legno ad essere documentata. Nella “Romania” (territori rimasti a lungo intoccati dalla penetrazione di Longobardi e franchi) il legame con la tradizione romana sembra essersi mantenuto più stretto, attraverso la mediazione bizantina. Qui le città continuarono ad avere un ruolo primario nell’organizzazione della vita politica, economica e sociale. Documentazioneedilizia residenziale cittadina abbastanza complessa e articolata: edilizia medio-alta, delle grandi famiglie e della piccola aristocrazia locale. Troviamo così dimore a due piani, suddivise in vani con qualifiche funzionali diverse. Le pareti erano in muratura e per i tetti si ricordano tegole ed embrici. In età tardo-antica e altomedievale (crisi VII-VIII) nei territori dell’impero d’Oriente si mantenne una certa vitalità urbana; che pur segnata da momenti di crisi aveva la sua rappresentazione migliore in Costantinopoli (ex Qubilai trasferì la capitale da Qaraqorum a Pechino (1260). La Mongolia divenne una provincia. Con la conquista della Cina meridionale nel 1280 il continente asiatico fu unificato politicamente sotto un sovrano mongolo. Il cuore dell’impero divenne la Cina (testimonianza di Marco Polo). Pax Mongolica (XIII): scambi commerciali tra occidente e oriente. 3 itinerari commerciali1) marittimo, avvio dai porti sul Mar Rosso, per unirsi nel Mare arabico e procedere verso est 2) piste che congiungevano Kiev con la Mongolia 3) Via della Seta. “Il Milione” (Marco Polo): racconti dettagliati e attenti; traspare sempre la mentalità del mercante (aperta, dinamica). Rivolge la sua attenzione all’impianto economico dei luoghi visitati. Contrapposizione tra la civiltà mongolo-cinese e le antiche consuetudini di vita dei Tartari. In Cina i Mongoli erano dovuti venire a patti con una antica civiltà agraria e sedentaria e aveva da essa mutato atri modi comportamentaliagricoltura, artigianato, commercio e allevamento. Descrizione poco dettagliata della yurtail veneziano doveva sentire come più vicina alla sua cultura di occidentale la nuova civiltà mongolo-cinese, piuttosto che quella tradizionale mongola, ormai “di provincia”. Altre città visitate: Marco Polo dedica una minore attenzione al loro impianto urbanistico. La differenziazione di materiali costruttivi per l’edilizia popolare e quella “alta” caratterizzava anche la capitale (odierna Pechino). Impianto quadrato. Capitale molto popolosa: fuori da essa si erano sviluppati 12 borghi. Il khan stava nel palazzo reale d’inverno e in estate/primavera variavano. Tra i palazzi reali il più imponente era quello di Cambaluc2 cinte murarie (ciascuna con 8 palazzi). Residenza estiva in Mongolia: c’era un palazzo di marmo per le occasioni ufficiali, quello di legno (tenda) era per la vita quotidiana. A lungo parla della Cina anche Odorico da Pordenone nella sua Relatio: diario di viaggio, trattato geografico-commerciale, libro etnografico, ci parla della Cina dopo la morte di Qubilai, sotto il khan Yesun Timur. Stretto è il rapporto tra la sua opera e il Milione: si potrebbe considerare quasi un’integrazione del Milionefattori simili: descrizioni di costumi, aspetto economico. L’immagine della Cina che Odorico ci fornisce è positiva, vi si potrebbe ravvisare quasi una forzatura ottimistica. Il khan garantisce stabilità / grandiosità e magnificenza della corte rispecchiano un benessere generale. Il territorio cinese era in gran parte densamente popolato, mentre man mano che ci si avvicinava alla Mongolia il popolamento diminuiva. In gran parte, nella sua opera, le descrizioni più dettagliate di città ricalcano le parole di Marco Polo, ma un elemento di novità è il riferimento all’edilizia popolare urbana. Chunsai: importante centro mercantile densamente abitato”palazzi condominiali” sviluppati in altezza per sfruttare al meglio lo spazio a disposizione in una condizione evidente di sovraffollamento / Porto fluviale di Munco. La positiva descrizione della realtà cinese sembra contrapporsi nettamente a quella delle terre attraversate dal francescano nei suoi viaggi di andata e ritornoil mondo fuori dalla Cina è presentato come fiabescamente irreale, pieno di mostri e di situazioni pericolose. • L’India e le isole dell’Oceano Indiano Odorico da Pordenone aveva toccato le coste indiane nel suo viaggio di andata verso la Cina (Bombay, 1321). L’India è il luogo delle “novitadi” per eccellenza, una terra di meraviglie e stranezze. La contrapposizione con la descrizione del mondo cinese è netta; si tratta di una costruzione intenzionale: il disordine dell’itinerario corrisponde alla mancanza di ordine etico e politico dei paesi attraversati. Le città costituiscono anche qui il quadro di riferimento dell’insediamento; città che sono generalmente connotate come scali commerciali e qualificate dalle loro principali risorse e attività economiche. Anche nel Milione l’attenzione alle dinamiche del popolamento e alle sue caratteristiche materiali nella penisola indiana è decisamente scarsa. Marco Polomanca la conoscenza diretta, l’esperienza di prima persona, a differenza per il soggiorno cinese (17 anni). Recupera elementi di pura fantasia a fianco di accorte considerazioni sulle concrete condizioni di vita in quella terra e sulle sue ricchezze. La precisione di Marco Polo si nota nell’ordine quasi sempre rispettato nell’elencazione dei suoi scali, da oriente verso occidente. Città = civilitas. Mediterraneo-oceano indianorelazioni fin dal I secolo. Per molto tempo l’oceano indiano furono teatro dell’espansione politica e commerciale musulmana. Abu abdallah ibn Battuta (1304-68): gran viaggiatore marocchino per eccellenza in terra d’Islam. Arrivato via terra in India aveva deciso poi di visitare la Cina e vi si era diretto via mare, toccando durante il suo viaggio diverse isole 1) Maldive: popolazione dedita alla pesca e ai commerci marittimi, convertiti all’Islam nel XII secolo. Non c’erano città vere e proprie; vi era il palazzo reale sull’isola di Male. 2) isola di Ceylon: meglio organizzata anche se suddivisa in potentati diversi. La sua successiva fase verso la Cina risulta confusa (alcuni dubitarono che vi sia realmente andato) 3) porto delle isole Andamane: commercianti musulmani che controllavano i traffici tra India e Cina (1368). L’estrema semplicità costruttiva delle abitazioni delle isole è confermata anche dal mercante veneto Nicolò di Conti (1415-39)isola di Sumatra: case molto basse, murate di pietra e coperte di scorze di tartarughe di mare. Caratteristica comune: case basse sviluppate a pinterreno. Lodovico di Varthema (1° europeo ad arrivare nel XV sull’isola di Bandan). Man mano che passava il tempo e i viaggiatori si spingevano più a fondo nella perlustrazione dell’Asia meridionale e dell’estremo oriente, le memorie di viaggio le memorie di viaggio perdettero progressivamente l’elemento favolistico. Dell’India erano soprattutto frequentati e conosciuti i porti e gli scali commerciali; Marco Polo ne visitò alcune zone costiere verso la fine del XIII durante il suo viaggio di ritorno. Lodovico di Varthena (1500): si dirige in Birmania e ancora verso est. Sono i nuclei urbani ad attirare la sua attenzione, ma a differenza di Nicolò di Conti, l’elemento discriminante che li caratterizza non è tanto la loro dimensione, quanto il fatto di essere “ben murati”, come le città europee. Ci fornisce anche indicazioni sul valore degli immobiliCalicut: le case non avevano buone basi (“cavando la terra di 4 o 5 palmi si trova l’acqua”); differenza tra casa dei mercanti (15/20 ducati) e quella del popolo (2 ducati massimo). Palazzo del re: impressiona l’italiano l’abbondanza delle luci che di notte illuminavano la sala delle udienze, considerata simbolo di lusso; più semplice era il cerimoniale dei banchetti (si mangiava per terra). La penetrazione musulmana (Turchi che governavano Afghanistan) iniziò nell’XI sec. Nel 1206 Delhi fu proclamata capitale di un uovo stato militare musulmano. Nel sultanato una ristretta minoranza della popolazione imponeva la sua autorità sulla maggioranza indù. La popolazione si distribuiva in 2 capitali: Delhi e Dualatabad. Ibn Battuta descrive Delhi: una parte la descrive come vasta e grandiosa città, mentre in un’altra parte come vuota e spopolata. La contraddizione doveva riflettere probabilmente le conseguenze della fondazione della nuova capitale Dualatabad. La prima Delhi musulmana era solo un campo fortificato all’interno della vecchia città indù. • L’area islamica Nel 1300 il pensatore tunisino ibn Khaldun elaborò una visione del divenire storico avente come tema centrale il ciclico scontro del mondo nomade e del mondo sedentario. L’ultimo grande movimento nomade si verificò nel XIII con i Mongoli; ma gruppi di popolazioni nomadi continuarono anche in seguito, soprattutto a livello locale, a costituire una minaccia costante per quelle sedentarie. Arabia pre-islamica aveva una struttura politica e sociale a diversa delle latitudiniSud: tribù organizzate in città-stato (+agricoltura e commerci) / Nord: tribù beduine nomadi che si spostavano dedicandosi alla pastorizia / Centro: beduini, “gente del deserto”, e città attive commercialmente. Nell’Arabia centro meridionale la vita nomade poteva essere una scelta imposta dai raccolti insufficienti. Espansione araba verso il Mediorientecontatto con due stati in crisi (bizantino e sassanide)profondi cambiamenti nella vita sociale. VIII-XI: il mondo musulmano fu teatro di un prodigioso rigoglio urbano. Da Samarcanda a Cordoba la civiltà musulmana è una civiltà urbana notevolmente unita, in cui circolano liberamente uomini, mercanzie e ideeserie di piccole isole urbane collegate tra loro da linee commerciali. XI-XVI: continua espansione dell’Islam come fede religiosa e come modello coerente di civilizzazionefavorita dall’avanzata delle popolazioni di nomadi musulmani turchi dall’Asia al Medioriente e dalla loro espansione anche verso oriente sino all’India (Oceano indiano). Le tradizioni di vita nomadica continuarono a persistere. Frate Nicolò da Poggibonsi (1346, pellegrinaggio in Terra Santa)il cammello era un animale di grande utilità per i nomadi; oltre che pastori, quest’ultimi erano anche predatori in caso di bisogno. Elemento che colpisce i viaggiatori: presenza di grandi, popolose e ricche città in determinate aree. [762] fondazione di Baghdad: centro urbano di pianta rotonda formato da una serie di cinte concentriche. La crescita della popolazione favorì l’espansione della città verso sud, dove si sviluppò il quartiere dei commerci e dell’artigianato. Declino: iniziato nel X secolo, terminò nel 1258 con la conquista mongola. Visitò Baghdad l’ebreo Beniamino di Tudela. Altre città della Mesopotamia, così come Baghdad, erano state fondate tenendo conto della rete fluviale. Principale materiale da costruzione: argilla dei terreni alluvionati. Il legno era rarole zone ricche di selve erano molto ristrette nel mondo musulmano. Prezzo del legno molto alto, pietra poco utilizzata. Muratura in mattoni tecnica costruttiva più diffusa. Samarcanda: la città aveva una pianta a raggiera, suddivisa in 4 cerchi concentrici delimitate da altrettante cinte murarie. Se Baghdad fu la capitale degli Abbasidi, Damasco lo fu precedentemente della dinastia omayyade. Visitata dal frate Niccolò da Poggibonsi. Damasco: uso del legno frequente come materiale da costruzione e alla tecnica del mosaico per la pavimentazionela Siria era ricca di foreste. Fiorentino Simone Sigoli: aggiunge particolari sull’alta densità abitativa; Sigoli ci riporta alle tecniche di muratura prevalenti nel mondo musulmano. Giorgio Gucci: sistema di distribuzione delle acque (aspetto che caratterizza le città musulmane). Storia del Cairo: successione di città: 1) città greco-romana di Babilonia 2) nel 671 fu fondata dagli invasori arabi Fustat come accampamento militare, che dal VIII si sviluppò come centro della vita fluviale con la costruzione di edifici pubblici e il palazzo del governo3) 749-50, fondata nuova città dai generali abbasidi 4) 872, il governatore Ibn Tulun diede vita a un nuovo insediamento 5) 972, i Fatimiti fondarono finalmente il Cairo. Ciò che colpisce i pellegrini occidentali è la grandezza della città, il gran numero di abitanti e la densità del popolamento. Era il punto d’incrocio delle vie commerciali e di traffico dal Mar Rosso al Nilo ecc. / XV: il Cairo aveva conosciuto un notevolissimo sviluppo edilizio. Lavori pubblici: preferite pietre ai mattoni. Il legno era scarso e molto caro, come il ferro. Grande carestia di legname: obbliga gli uomini a usare le foglie come combustibile (erano molto abbondanti le palme da dattero). Le abitazioni dovevano essere molto essenziali. Alessandria: apparve nella seconda metà del XII secolo a Beniamino di Tudela chiassosa e trafficata. Le sue alte case erano edificate sul vuoto per mezzo di arcate e pilastri, con un sistema sotterraneo di canali, cisterne e pozzi; il porto era dotato di un faro collegato alla terraferma da un lungo molo. Le case erano sviluppate verso l’alto con cortili interni e loggiati. Anche nel territorio dell’Occidente arabo tra VIII e XI si sviluppò una rinascita urbana particolarmente vivace. Cordoba e Palermo (X secolo); Tunisi (670 circa): ottimo porto ben difeso da un sistema complesso di fortificazioni. Lo sviluppo urbano in Africa sett fu favorito dall’intensificarsi delle relazioni con la penisola iberica, la Sicilia e con l’aprirsi di un nuovo orizzonte commerciale, quello dell’Africa più interna (Sudan, oro e schiavi). AfricaVIII-IX: consolidamento del regno del Ghana (commercio oro). Nel XIII venne sostituito dall’impero del Mali. Stretti rapporti commerciali tra mercanti musulmani e cammellieri del Magreb/Saharacreazione di quartieri musulmani nel principali centri del regno del Ghana. XIIIreligione musulmana fu adottata come religione di stato del mali. Si recò nella capitale del Mali ibn Battuta; non si sa con certezza però dove fosse questa città, perché anche la Rihla non lo precisa. Era una cittadina priva di mura, situata in una zona collinare, con i palazzi fortificati del sovrano; c’erano moschee e semplici abitazioni della popolazione, case di fango, non intonacate, ricoperte da cupole di legno e canne. “Da Samarcanda a Cordoba la civiltà musulmana fu una civiltà urbana notevolmente unita”.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved