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URFAUST analisi e commento e accenni al Faust definitivo, Sbobinature di Letteratura Tedesca

Appunti e sbobine riguardo all’Urfaust, riferimenti anche al Faust prima e seconda parte della tragedia. (La versione analizzata e commentata dell’Urfaust è quella di Specchio).

Tipologia: Sbobinature

2022/2023

Caricato il 14/02/2024

giadaa.a
giadaa.a 🇮🇹

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Scarica URFAUST analisi e commento e accenni al Faust definitivo e più Sbobinature in PDF di Letteratura Tedesca solo su Docsity! - URFAUST E FAUST: in qualche misura esistono 3 versioni dell’opera massima di Goethe. Urfaust è la prima versione non pubblicata del grande capolavoro. Le prime prove risalgono al G 24enne, le ultime parole che G scrive nel Faust risalgono alla fine del 1831, a pochi mesi prima dalla morte. Per 60 anni ha continuato a lavorare a questo progetto. L'opera è in tutto e per tutto un 'opera che SI FA, viene costantemente costituita e ricostituita, continuamente aggiornata e arricchita nel suo farsi. E’ un classico della sua epoca ma anche di quelle successive. E’ stata un’opera che è anche stata piegata agli usi e utilità del potere e della politica. Vi fu una lettura nazista del Faust che è stata perfettamante passibile, in quanto Faust è un personaggio altamente variegato. Ha anche incarnato un'immagine della psicologia tedesca. FAUST di G., che è un intellettuale lacerato, è una NOVITÀ–> INCARNA L'ANSIA della MODERNITÀ. Questo personaggio scopre l’IO DIVISO. Il personaggio si frantuma. ficanti la. Entra nella letteratura la DISSONANZA, non c'è più una consonanza con il destino. C’è l’impossibilità di armonizzarsi con il proprio destino con il proprio genio. ZWEI SEELEN WOHNEN, ACH, IN MEINER BRUST! → DUE ANIME ABITANO, AHIME’, NELLO STESSO PETTO. E’ uno dei versi più noti del Faust, indica la divisione dell'anima di Faust, la SCISSIONE INTERIORE. E’ uno dei versi più celebri dell’opera e si tratta di un elemento ( questa presenza di due anime dentro di lui ) di straordinaria modernità che tra l’altro l’aggancia alla nostra epoca. Così come questa dissonanza tra personaggio e destino. C'è una frantumazione della personalità del protagonista che tra l’altro trova un’eco nella frantumazione stilistica dell’opera. Da qualche secolo noi sappiamo che è difficile avere una visione univoca, che la nostra visione possa essere considerata oggettiva, siamo approdati nel relativismo. IMMAGINE della SCISSIONE L'alter ego è MEFISTOFELE→ la figura del demonio. E’ più simpatico di Faust, grazie a lui vi è una costante cristica e irrisione di tutto ciò che è importante e sacro per Faust. Mefistofele rappresenta l'altra faccia, è la demistificazione di tutto quello che Faust dice e pensa. Secondo alcuni critici tedeschi e anche italiani Mefistofele rappresenta per la 1° volta il NICHILISMO → Critica costante e demolitiva della continuità. Faust si fa ringiovanire da Mefistofele e insegue un’innocenza straordinaria, anela a una sorta di innocenza che gli è completamente preclusa proprio in quanto intellettuale; il possesso della cultura preclude il raggiungimento di essa. G. arriva a Faust attraverso uno straordinario giro di questo mito moderno. Nei primi decenni dell'era della stampa: "Storia del dottor Faust ben noto mago e negromante" di Johann Spies del 1587. La Storia pubblicata da Spies ha ispirato nel corso dei secoli la penna di scrittori e musicisti di tutta Europa: Marlowe, Goethe, Pusˇkin, Bulgakov, Mozart, Gounod, Wagner, Berlioz, Boito, Schumann, Liszt e molti altri. E’ la storia di un mago che girava in Germania per le fiere e si guadagnava da vivere con opere di magia e raccontava storie mirabolanti.La storia tratta di un avventuriero che vende l'anima al diavolo per ottenere potere sulla terra. (Nel 1500 - 1600 erano molto frequenti sottotitoli lunghi.) Si tratta di un libro che si inserisce nel filone robustissimo nel 500-600 per l’educazione del popolo. Si trattava di libelli che intrattenevano, dilettavano, ma avevano anche un fortissimo connotato morale. Letteratura edificante: aveva l’intento di edificare il prossimo attraverso esempi negativi. Passavano il vaglio della chiesa e dovevano contenere elementi volti all’educazione del popolo, in particolare modo presentavano esempi negativi funzionali all’educazione della gente, incutevano paura nel commettere peccati. Erano funzionali al fatto che tra il popolo si sviluppasse una maggiore temperanza e osservanza delle leggi. L’intento era pio, attraverso le vicende di un cattivo il popolo capisce cosa si deve e non si deve fare. (Tutti noi siamo attratti più o meno consapevolmente da ciò che è negativo.) Anche la storia di Spies doveva servire ad ammonimento agli uomini, di modo che essi non venissero spinti ad oltrepassare i limiti, i confini di ciò che è imposto da Dio, dalla Natura e dalle autorità. Quest' opera è stata presa dagli attori girovaghi, entra nel loro repertorio. Fino alla creazione di teatri stabili gli attori normalmente erano attori girovaghi, andavano di villaggio in villaggio spostandosi con dei carrozzoni e quando erano fortunati si esibivano anche nei castelli. Probabilmente è attraverso gli attori girovaghi che il mito di Faust arriva anche in Inghilterra, Christopher Marlowe un poeta, drammaturgo e traduttore britannico, all’incirca nel 1590 scrive “Doctor Faustus” —> “La tragica storia del dottor Faust”. Si tratta di un’opera straordinaria, molto vicina a quella di Spies, è la prima stesura in inglese della storia di Faust. A Goethe la storia di Faust non è arrivata mediante Christopher Marlowe, ma tramite gli attori girovaghi, è entrata nel teatro dei burattini e G. L’ha conosciuta così Con la stampa inizia una grande produzione di opere dedicate al diletto del popolo. Nasce la pratica della lettura domestica. In ambito tedesco rimase molto importante fino a circa l’invenzione della televisione, in particolar modo si trattava di lettura serale. Ad esempio anche Thomas Mann aveva l’abitudine familiare di leggere ai propri figli. G. racconta che quando era giovane aveva un “archivio segreto” dove conservava i suoi progetti letterari: -''ebreo errante" -‘'Hans Wurst"—> letteralmente significa mangiatore di salsiccia. È un personaggio del teatro dei burattini. Entrambi restano progetti che non sono stati sviluppati. - inoltre nell’archivio c’è anche un progetto su Faust —› questo è stato sviluppato. Goethe però introduce una variazione rispetto al mito che è di portata straordinaria: il suo Faust non è un mago e illusionista ma un intellettuale. Sia Faust che Werther sono intellettuali ma hanno età diverse. G. lo situa nel 1500 come quello del mito, traspone la vicenda nel tardo 500, ma lo riveste di una consapevolezza del caratteristica del 1700. Il suo Faust è professore in crisi che non riesce più a trovare un nesso tra le cose che sa e che deve comunicare - L’intellettuale Faust: vende la sua anima non per avere più poteri ma per ottenere più conoscenza. G. Mostra invece un uomo, un intellettuale, tormentato da domande e angosce che condivide con i suoi contemporanei. È un atto di empietà volto a conseguire maggiore conoscenza. Un cammino verso la verità, c’è un anelito positivo che anima Faust. Le differenze tra l’Urfaust e Faust prima parte sono notevoli, nel senso che il testo dell’Urfaust è molto più stringato, asciutto, mancano una serie di scene, infatti gli accordi sono spesso molto bruschi, ma ai giovani dello sturm und drang non importava niente che le cose fossero tonde, anzi le cose dovevano essere spigolose, dure, non gradevoli all’orecchio dei lettori. io parlo di lettori più che di spettatori perché si tratta sempre di una drammaturgia che è assai pensata assai più per la lettura ed eventualmente per la lettura recitata, anziche per la rappresentazione a teatro, questo vale per l’Urfaust e per il faust, il che non ha impedito e non impedisce minimamente che ci siano rappresentazioni del Faust di maggiore o minore successo. - Nel 1808 esce la prima parte di Faust, intitolata FAUST. DER TRAGÖDIE ERSTER TEIL → Faust. Prima parte della tragedia. - Dopo la pubblicazione della prima parte G. continua a lavorare negli anni alla seconda parte, che conclude ammesso che un’opera del genere, un’opera che è dichiaratamente un’opera aperta possa mai essere conclusa. FAUST. DER TRAGÖDIE ZWEITER TEIL→ Faust. Seconda parte (della tragedia). Uscita nel 1832, postuma. Uscita quindi dopo la morte di G. G. stesso teneva che il libro uscisse comunque postumo perché diceva che non è un libro per questa generazione, è un’opera che potranno eventualmente apprezzare i posteri ma che i contemporanei non potrebbero comprendere. Effettivamente la seconda parte del Faust è un libro estremamente affascinante ma anche estremamente complesso. Sia la Vocazione teatrale che Urfaust vennero rifiutati, perduti e poi ritrovati; sempre grazie al fatto che i manoscritti originali sono stati copiati da devote ammiratrici della corte di Weimar che ne fecero una copia, così si sono conservati. ???? LETTURA URFAUST ● NOTTE - In una stanza angusta dall’alta volta gotica Ci troviamo davanti un personaggio che capiremo essere non giovane, almeno non giovane per le abitudini del tempo, un uomo probabilmente di 40-50 anni, che allora era considerata già un’età ragguardevole. Quest’uomo è un intellettuale e questa stanza angusta dall’alta volta gotica è uno studio in un'abitazione cinquecentesca. E’ uno studio dagli alti soffitti, dalle strette finestre, dai muri molto spessi, è un’atmosfera cupa, il tutto si svolge di notte e alla luce di una candela e alla luce lunare che filtra attraverso queste finestre gotiche. Nel Faust primo la didascalia indicherà direttamente la parola "Studio-Arbeitszimmer", cioè camera di studio. Questo protagonista, inquieto, sta facendo un soliloquio, un colloquio con se stesso, un monologo in cui maledice la sua scienza, il suo sapere e il suo lavoro. “Mi chiamano dottore, professore perfino…per il naso i miei studenti” → E’ la consapevolezza dell’insegnante di star trasmettendo nozioni, principi e valori che non hanno nessuna attinenza nella realtà. Questa crisi della conoscenza, G. la situa nel 500, cioè nell’epoca in cui è vissuto il personaggio reale che ha poi dato origine alla leggenda del dottor Faust, ma chiaramente gli elementi del malcontento e della frustrazione del protagonista sono quelli della vita e del mondo in cui si muovono G. e i suoi amici dello sturm und drang. Il tema è sempre quello, che è molto presente anche all’interno della theatralische sendung: il tema del rapporto tra il sapere e quindi dell’erudizione e la natura. Quindi la necessità di stabilire un nesso, una connessione forte, operante e operativa, tra conoscenza e natura. Mentre G, e i suoi amici soffrono della frattura intervenuta nella cultura, per cui la cultura si avvia a diventare una cultura eminentemente libresca, riservata ad una circolazione limitata mentre la vita “scorre altrove£, il loro tentativo è quello di restituire un legame tra natura e cultura. “Certo sono più intelligente… e non temo né diavolo né inferno” →Il personaggio è fortemente consapevole di sé e consapevole anche di essere comunque molto più avanti della media dei suoi coetanei e della media dei suoi colleghi. Quindi Faust è rispetto ai suoi contemporanei comunque uno spirito libero, comunque un intellettuale che non si lascia intimidire, infastoiare dalle diverse autorità soprattutto religiose, ma anche statali. Ritiene di essere un uomo libero al di là di certi timori reverenziali, è libero anche perché non è legato a prebende e ricerca di denaro. Ma è profondamente infelice perché non trova la connessione con l’intimità della natura→ “Se mai riuscissi alfine a penetrare…non annaspare tra le parole” → Le parole non sono più in grado di comunicare e interpretare la realtà, bisogna cercare altre strade → questo è un elemento di grande modernità. - (Stacco) A un certo punto c’è uno stacco grafico, immaginiamo in una ipotetica regia teatrale che il monologo si ferma, possiamo immaginare che il protagonista alzi gli occhi alla finestra e veda la luna fuori dalla sua stanza. “O tu, luce di plenilunio… in un bagno di rugiada" → Qui c’è l’immagine icastica dell’erramento, dell'erranza nella natura, nella natura notturna, vista come alternativa al chiuso dello studio. “Soffocato dagli arredi degli avi.” → Lui sta in questa casa, in questo studio, dove si sono affastellati, accavallati i materiali di studio di più generazioni, lo studio è lo studio delle lettere ma è appunto scienza umanistica, quindi uno studio onnicomprensivo, quindi lo studio delle lettere, della filologia va di pari passo allo studio della chimica, gli alambicchi,quindi gli strumenti per sperimentare. Ma questo peso degli arredi degli avi rimanda anche ad un altro aspetto evidente ossia il peso della tradizione, anche qui si sente molto lo Sturm und Drang e il G rivoluzionario. Cioè il desiderio dei giovani dello sturm und drang e che è comune a tutti i movimenti giovanili, lo Sturm und Drang è interessante proprio perché ha i connotati tipici dei movimenti giovanili e cioè il desiderio forte di fare piazza pulita di ciò che precede, fare i conti con la generazione dei padri e far fuori la generazione dei padri, liberarsi dal peso, dal gravame della tradizione. Questo è un desiderio ricorrente nella storia dell'umanità ed è un’istanza che caratterizza i movimenti giovanili. In genere alla fine della fiera della storia, non ci si libera o non ci si libera facilmente del peso della tradizione, la strada non è buttare a mare la tradizione ma è venire a patti e rifunzionalizzare la tradizione. E’ il passaggio dall'indole rivoluzionaria a un’indole più incline alla mediazione e all’integrazione delle diverse forze. C’è un passaggio che va spiegato perché è inappariscente ma invece è sostanziale, qui Faust prende in mano il misterioso scritto di Nostradamus e passa dalla scienza alla magia. Dice basta affannarsi per spiegare i nessi che regolano i rapporti tra le cose, molto meglio evocare direttamente, quindi la magia diventa una sorta di alternativa e scorciatoia rispetto all’incapacità della scienza di dare risposte. La scienza non è in grado di dare le risposte finali, profonde che faust da tanti anni va cercando e allora decide di deporre la scienza e votarsi alla magia e quindi di addentrarsi in un campo diciamo minato in quanto proibito e di arrivare così dove vuole arrivare. Quindi attraverso Nostradamus sarà la natura ad ammaestrarti e non più la dottrina, non più la scienza. Il testo di nostradamus era stato finora tra i suoi libri un’opera da studiare, da decifrare, adesso Faust decide di fare un salto veramente sacrilego per uno studioso, ossia abbandona la via maestra dello studio, dell’indagine per darsi all’evocazione. Non usa più quel testo come un testo da studiare ma lo usa per evocare gli spiriti. Quindi apre il libro e scorge il segno del macrocosmo e ancora misura la sua impotenza, dice che sono solo segni, non arrivo da nessuna parte se continuo così. - Sfoglia di malanimo il libro e scorge il segno dello Spirito della Terra. Lo spirito della terra è lo spirito che anima la natura secondo le teorie magiche. Lui evoca, sta facendo una vera e propria evocazione magica e avverte questa presenza. Cos’è che distingue dai classici un libro che non è un classico? (DEFINIZIONE BREVE DI LIBRO CLASSICO + NAZISMO E USO STRUMENTALE) Un classico parla alle diverse generazioni ma parla anche lingue diverse alle diverse generazioni. Un classico può essere letto in molti modi e può essere piegato a molti scopi. G. è stato un grandissimo classico anche per i nazisti, la politica culturale del nazismo si è appropriata di quei pochi che gi erano rimasti, perché la follia dle razzismo antiebraico ha fattosicghe la cultura della gemania nazista si privasse di grandi artisti in quanto ebrei. Il nazismo ha quindi avuto buon gioco con il personaggio di Faust e leggendo soprattutto questo primo Faust capiamo anche abbastanza bene perché. In Faust ci sono degli aspetti che hanno prestato il fianco a un'interpretazione aberrante come quella del nazismo. Tra l’altro la parola “Ubermensch” che il nazismo ha mutuato facendone un uso anche li strumentale da Nietzsche, viene da Nietzsche da Goethe e da Goethe del Faust. Quindi questa idea nazista del superuomo, poi mutuata anche dal fascismo mussoliniano, l’idea aberrante del superuomo cioè della razza superiore che ha il diritto di conculcare le razze inferiori, viene da qui, da un misunderstanding, da un terribile malinteso, da un uso distorto del pensiero di G. ma il pensiero di g. offriva il fianco al rischio di abberrazioni del genere. CERCA NAZISMO E SUPERUOMO Cos’è un classico? Un classico è un libro che riesce a continuare a parlare alle generazioni successive a quelle del suo autore, finché continua a parlare un testo è vivo, Shakespeare è vivo perché continua a parlare, ad es. l’Amleto ci parla così come il Faust ci parla. Parla a noi la stessa lingua che parlava ai contemporanei di G o a due generazioni dopo? ovviamente no. La cosa misteriosa che hanno detto Friedrich Hölderlin prima eWalter Benjamin poi è che i classici, le grandi opere che hanno fatto la storia e che continuano a fare la storia della cultura dell’umanità hanno dentro di sé un cosiddetto potenziale di senso che è in buona parte ignoto ai loro stessi autori e questo potenziale di senso si libera piano piano nel tempo grazie alle sollecitazioni delle diverse generazioni. Questo per dire che ogni generazione trova e continua a trovare in un classico qualcosa che le parla, ma ciò che parla a noi di quel classico non è necessariamente ciò che parlava 200 anni fa. Quindi ogni generazione trova finché continua ad amare un opera, finché un opera continua ad essere letta vuol dire che le diverse generazioni trovano in quell’opera elementi capaci di parlare loro, molto al di là dell'intenzione dell’autore. C’è un nucleo di senso, in parte ignoto allo stesso autore, che si libera piano piano nel tempo, e ogni generazione finché continuano a riconoscersi in un’opera riesce a cogliere nell’opera ciò che può giovarle, ciò che può esserle utile, nell’epoa in cui l’opera viene letta. Un’opera cessa di essere un classico quando cessa di parlare alle generazioni. G. aveva capito che il futuro era nella velocità delle comunicazioni in un’opera del 1832, lui era fortemente aperto alla modernità e aveva intuito che uno degli elementi della modernità era la facilità delle comunicazioni. limati qua e la e ci sono delle aggiunte, ma l’urfaust è inserito nel faust, solo che naturalmente è rivestito di tutta una serie di elementi e di parti volte a rendere il dramma fruibile e interessante per un pubblico, la grande svolta rispetto alla scrittura giovanile è il pensiero di un pubblico al quale rivolgersi, e quindi la necessità di attribuire alla scrittura una certa rotondità e soprattutto emerge la necessità di motivare azioni e psicologia dei vari personaggi, questa esigenza, il Goethe dell’urfaust non ce l'ha non l’avverte perché tutto la psicologia e l’aspetto costruttivo e strutturale dei personaggi è già noto nei dialoghi tra Goethe e i suoi amici. Nel Faust è cambiato il pubblico, cioè c’è finalmente un pubblico e quindi c’è la necessità di rendere l’opera fruibile. Il Faust del 1808 si apre con una dedica in ottave in metro italiano quindi, scritta nel 1797, Goethe è tornato dall’italia sono passati circa otto anni dall’ultimo suo trattamento del soggetto, riprende il soggetto, lo rilegge e scrive una dedica ai lettori che è anche una dedica a sé in cui rivede davanti a sé le figure un tempo evocate che sono ancora lì e che aspettano di essere trattate a questa dedica aggiunge un preludio nel teatro e un prologo in cielo. Quindi prima dell'inizio dell’opera vera e propria ci sono 500 versi dedicati a queste tre fasi, quindi dedica, preludio nel teatro e prologo in cielo. Questi tre blocchi diversi servono per introdurre l’opera presso i lettori. E’ interessante per noi il preludio nel teatro L’aspetto assolutamente straordinario e di modernità incredibile del Faust è il continuo gioco dell’opera con l’opera, cioè continuamente Goethe entra nell’opera e esce dall’opera e accompagna i suoi lettori a godere dell'illusione creata dall’opera ma nello stesso tempo li invita continuamente a guardare dietro le quinte, a guardare come è costruito il drama e perché il dramma si costruisce. Il preludi nel teatro racconta esattamente questo, è un dialogo tra l’impresario di una compagnia di teatranti girovaghi, che ne è il direttore, il poeta che scrive e adatta i testi e l’attore che recita il ruolo di comici. Qui vediamo l’eterno conflitto tra il poeta che ha una visione assolutamente idealizzata e astratta dell’arte, l'impresario che deve conciliare le esigenze di un prodotto artistico che sia almeno decente con il gusto del pubblico e quindi con la possibilità di avere o non avere in teatro abbastanza pubblico che paghi e che mantenga o meno tutta la baracca. L'attore comico che ironizza sul poeta e che conosce anche lui il pubblico e sa quali sono i meccanismi che servono per far funzionare le cose. PAG. 7 L’IMPRESARIO : Voi due, che nelle angustie e negli affanni tante volte mi siete stati a fianco, ditemi un po', in terra di Germania cosa sperate per la nostra impresa? Alla folla vorrei riuscire grato, tanto più perché vive e lascia vivere. I pali e le assi sono a posto, e tutti si aspettano una festa. Siedono già, le sopracciglia in alto, rilassati, e vorrebbero stupirsi. So come farmi amico il popolo, eppure non son mai stato tanto in imbarazzo. Non è che siano abituati al meglio; hanno letto, però da far spavento. Come rendere tutto fresco e nuovo, piacevole, ma significativo? (Ha letto tutto questo il prof) Allora l’impresario ha a che fare con un pubblico. Il tipico rappresentante del pubblico è Werner, ovvero il borghese che coltiva l’arte come un piacevole passatempo e come un orpello da aggiungere al suo ruolo sociale, il ruolo sociale del borghese si completa con la partecipazione agli eventi artistici a essi sono soltanto puro intrattenimento , pura estetica. L'impresario a quel pubblico si rivolge perché è quello il pubblico pagante. Gli risponde il poeta IL POETA Non parlarmi di folla variopinta, lo spirito a guardarla fugge via. Nascondimi le onde della calca, che a dispetto ci afferra nel suo vortice. Ma guidami nell'angolo silenzioso di cielo dove solo al poeta fiorisce gioia pura, dove amore e amicizia con mano benedetta coltivano nel cuore divina beatitudine. Ah, ciò che là sgorgò dal profondo del petto, ciò che timido il labbro balbettava per sé, ora fallito, ora forse riuscito, è inghiottito dall'attimo crudele. Spesso per anni e anni si travaglia e solo allora appare nel suo volto perfetto. Per l'attimo è nato ciò che brilla,→ Quindi le cose che fanno effetto sono assolutamente effimere. l'autentico rimane, imperituro, ai posteri. A questo punto subentra l’attore comico che dal suo punto di vista dice: L'ATTORE COMICO I posteri lasciamoli da parte. Se io volessi dedicarmi ai posteri, allo spasso dei vivi chi ci pensa? Ma lo pretendono, e vanno accontentati. (letto questo) L'IMPRESARIO Soprattutto, però azione in abbondanza! Si viene per guardare, si vuol veder qualcosa. Se molta roba sfila sotto gli occhi, in modo che la folla rimanga a bocca aperta, il successo all'ingrosso è assicurato, sarete il beniamino della gente. L’aspetto divertente è che Goethe si mantiene assolutamente equidistante dalle 3 posizioni e il Faust rende ragione a tutte e tre le posizioni. - C’è l'aspetto fortemente spettacolare, anche l’aspetto scabroso, ci sono tutti gli ingredienti che servono per avere un pubblico: quindi l’elemento scabroso come la seduzione di una fanciulla innocente che si perde per amore fino a diventare assassina della propria madre e del proprio figlio e complice dell’assasinio del fratello, quindi ci sono gli elementi bruti per suscitare l’attenzione del pubblico, quindi c’è ciò che piace all’impresario, c’è fantasmagoria, molti colori, molta varietà di scene. - Esigenza del poeta: un’arte alta, sublime e che inneschi meditazione sui massimi sistemi e tutto questo c’è nell’opera. - Effetti di recitazione che inneschino nel pubblico attenzione, ilarità, piacevolezza e divertimento. Nel Faust sono rappresentate tutte e tre le istanze che qui sembrano assolutamente inconciliabili Il poeta risponde all’impresario: IL POETA Non capite che è un pessimo mestiere, che non si addice affatto al vero artista? Tirar via, purché piaccia ai benpensanti, eccolo qua, tutto il vostro vangelo. Finale del prologo: L’IMPRESARIO Sulle scene tedesche, lo sapete, ognuno tira fuori quel che vuole. Oggi perciò non fate economia né di fondali né di attrezzature. Su coi fari celesti, il grande e il piccolo, le stelle le potete scialacquare; acque, fuochi, rocce altissime, bestie e uccelli non ne mancano. Su queste quattro assi percorretemi l'arco tutto intero del creato e passate, rapidi ma cauti, dal cielo per il mondo giù all'Inferno. E così si conclude il prologo. Segue, scritto due anni dopo, nel 1800, il prologo in cielo, altra parte importantissima perché è la parte in cui si presenta Mefistofele. Mefistofele nell’Urfaust entra e appare completamente ex abrupto. Nel Faust, non solo la sua apparizione è sapientemente preparata ma anche la sua psicologia è preparata, quindi quando mefistofele arriva davvero sulla scena, il pubblico già lo conosce perché ha imparato a conoscerlo grazie al prologo in cielo. Quindi tutto ciò avviene prima dell’opera vera e propria, si tratta di prologhi che immaginiamo si svolgano sempre sulla scena, ma staccati dalla vera rappresentazione, quindi c’è continuamente il gioco del teatro nel teatro, l’ammiccamento continuo agli spettatori, l'ammiccamento continuo agli spettatori. Il prologo in cielo si svolge tra Mefistofele, il Signore, le schiere celesti e i 3 arcangeli (Raffaele, Gabriele e Michele). Mefistofele risponde al coro dei 3 arcangeli, che appare sulla scena e ha la parola prima ancora di Dio, prima ancora del Signore. MEFISTOFELE Poiché tu, o Signore, di nuovo ti avvicini e domandi come va giù da noi, e solevi vedermi volentieri, ecco, vedi anche me con il tuo seguito. Perdona, non so dire alte parole, e mi schernisca pure tutta la compagnia; (Cioè gli angeli) certo il mio pathos ti farebbe ridere, L’altra volta noi ci siamo fermati all’uscita di Wagner, colloquio con l’assistente pedante Wagner che finalmente se ne va e Faust resta solo. Qui c’è un cambiamento di scena. C’è un colloquio tra Mefistofele mascherato da Faust e lo studente. Prima di arrivare a questo colloquio che è presente anche nel Faust, nel Faust abbiamo tutta una serie di scene importantissime che adesso noi ripercorriamo brevemente: Nel momento in cui resta solo, Faust, dopo il colloquio con Wagneer, è sul pnto di compiere un suicidio. Inizia una sorta di soliloquio contemplando un ampolla di veleno, quindi la vita gli è insopportabile e decide di uccidersi. Sta per portare la fiala di veleno alla bocca quando il suono delle campane che annunciano la Pasqua gli sommuove ricordi dell’infanzia e lo fa desistere da questo proposito. Segue una scena assente nell’Urfaust, in cui Faust passeggia con Wagner per la città in festa per la Pasqua. Durante questa passeggiata si accompagna a loro un cane nero, (il famoso) canbarbone che non si stacca da loro. A quel punto Faust rientra nel suo studio e il cane barbone continua a seguirlo e lo accompagna anche nello studio. Riprende la lettura, a cui lo avevamo visto dedicarsi nell’Urfaust, e mentre va leggendo e interrogandosi, assistiamo alla metamorfosi del canbarbone che diventa sempre più grande e poi assume le sembianze di Mefistofele. Colloquio, dialogo tra Faust e Mefistofel: Faust vorrebbe subito stringere un patto con Mefistofele, non ha nessuna paura di lui. Mefistofle è ironico e molto sicuro di sé ma ha una grande fretta di andarsene, ma c’è un problema, sulla soglia c’è una croce che gli impedisce il passaggio, Faust lo prende in giro. E’ molto interessante che il rapporto tra i 2 è perfettamente equilibrato, Mfistofele è in possesso di forze sovrannaturali di cui Faust si servirà per ringiovanire, per spostarsi da un luogo all’altro, per cavarsi di impaccio, per vincere dei personaggi nei duelli e nelle contrapposizioni, ma Faust mantiene un sorta di superiorità spirituale, sulla quale Mefistofele ironizza, ma alla quale Mefistofele in qualche modo è costretto a piegarsi e non capisce nemmeno lui perché; questo è un elemento che nell’Urfaust si vede poco. Faust prende in giro mefistofele per la sua paura di un semplice simbolo tracciato sulla porta, lo prende in giro e tenderebbe a umiliarlo. A quel punto M. ricorre alle sue arti magiche, suscita un coro di spiriti che intontisce Faust, evoca un topo il quale rosicchia il disegno sulla porta, la croce sparisce e M. può uscire. Ora altra scena che si svolge nello studio, a questo punto Faust è assente, c’è solo M. che assume le sue sembianze, e incontra lo studente, la scena con lo studente e una scena che sta molto meglio, molto più appropriata nell’Urfaust anziché nel Faust, nel Faust appare molto piu ridondante. Nell’urfaust si inserisce in quel filone che abbiamo già visto nel colloquio tra faust e wagner che è la critica all’istituzione. Contiene ancor più estremizzata e esplicitata la critica al sapere ufficiale, qui è proprio la critica all’istituzione universitaria. M. ha assunto i tratti di Faust, anche qui si vede l’eleganza dello scrittore già da giovane, ricorre a degli elementi microscopici per ingannare lo studente, non è una sostituzione di persona, se vedete la didascalia nell’Urfaust : Mefistofele in vestaglia con una gran parrucca in testa. “La vostra cortesia mi fa molto onore” Dinanzi a voi sta un uomo come tanti” Il presunto Faust, il professore che riceve lo studente attua subito una serie di strategie retoriche: 1- da del voi. 2- la finta umiltà. Contestualizzazione: “Avete già una sistemazione… l’essenziale è questo” sono parti che ci danno un quadro della Germania del tempo, delle istituzioni e istituzioni culturali del tempo. Lo studente vorrebbe già scappare perché trova che tutto intorno a lui sia squallido, ha lasciato il suo piccolo paesello e è venuto in città. Gli scambi tra le diverse nazioni sono diventati ormai all’ordine del giorno, ci capita a noi ragazzi di frequentare razzi di altra nazionalità infinitamente più spesso che in passato. Per loro, diversamente che per noi, è assolutamente usuale andare a studiare lontano da casa. Mentre da noi questo è ancora qualcosa di abbastanza raro e si cerca di studiare vicino a casa per i costi e per tante ragioni. In Germania, in Austria e in genere in Nord Europa è strano il contrario, è strano che un ragazzo, una volta presa la maturità, resti a casa e non vada a studiare altrove. C’è, molto più che da noi, questa abitudine di uscire di casa e andare a studiare in un'altra città. Ci sono certi elementi come questa e la wanderung e camminare e vivere nella natura, ci sono certi elementi che risalgono molto indietro nel tempo e poi rimangono in qualche modo nel dna di una popolazione. I giovani tedeschi vanno via di casa presto, c’è in Germania questa abitudine dell’andare a studiare fuori, molto più che in Italia, probabilmente per ragioni geografiche e anche perché noi siamo molto più familisti e mammisti. Questa abitudine rimonta alla nascita delle istituzioni universitarie, quando i giovani, con grandi sacrifici delle famiglie, andavano nelle città a studiare. Lo studente aveva uno status sociale, diversamente da oggi. Nel ‘600 e nel ‘700, lo studente aveva, soprattutto in Germania, uno status perché si vedeva in lui il futuro dottore, il futuro possessore di una scienza che lo avrebbe posto al di sopra degli altri. Quindi lo studente era per definizione povero e squattrinato, ma godeva di uno status, quindi di un certo rispetto da parte di chi gli affittava una camera, di chi gli preparava da mangiare, ecc. Che spesso si accontentava di paghe miserevoli o ritardate o non versate in cambio di una futura attenzione da parte del futuro laureato. La figura dello studente è ancora nel 700 socialmente rilevante, quindi lo studente è povero ma è depositario o almeno futuro depositario della scienza, quindi è una figura socialmente rispettata. Oggi non è più così, allora lo studio era l’unico in grado di dare accesso a posizioni, professioni le uniche in grado di dare un certo status e un certo reddito, oggi non è più così perché ci sono anche posizioni socio economiche che si possono ottenere senza studio che pongono anche più in alto di quanto si può fare con lo studio. E’ in Germania che nascono le associazioni goliardiche. Hanno un’origine, come spesso succede, anche nobile, sono associazioni professionali antelitteram che raccolgono gli studenti delle varie materie, giocano su questo status dello studente. Hanno e avevano già in germania dei rituali stupidi e raccapriccianti, come il duello iniziatico in cui si procuravano delle cicatrici, dei tagli che li rendevano degni di appartenere all’associazione. Quindi avevano degli aspetti non intelligenti, di cui Goethe si prenderà gioco, si farà beffe. Ad esempio il bere senza fondo considerato un atto di grande viralità, chi regge di più l’alcol, quindi ci sono tutti questi aspetti che poi sono passati nella goliardia italiana e che poi in quasi in tutta Italia sono finite nel 1968, con i grandi movimenti studenteschi, soprattutto quando l’università ha cessato di essere d’elite diventando di massa, queste associazioni sopravvivono in città chiuse come Siena. Lo studente quindi arrivava nella città straniera, era il primo momento di uscita dalla casa paterna, lo studente era povero e cercava di far quadrare i conti. Gli studenti pagavano i professori, gli studenti quando si prenotavano agli esami dovevano pagare e quegli oboli costituivano il bilancio dell’università, quindi era quella la forma di tasse universitarie. Quindi a seconda degli esami che davano pagano di più o di meno e con il loro piccolo bilancio dovevano occuparsi del mangiare, del pagare le lezioni, dell’abitare. Intorno alle uni fioriva un’organizzazione di affittacamere che lucrava su questi poveri studenti. 1- Il professore, impersonato da Mefistofele teme la concorrenza delle altre istituzioni e quindi “caffè e biliardo” e le ragazze, su queste avrà dei suggerimenti. Lo mette in guardia perché non spenda i soldi lì ma piuttosto venga alla corte del professore (Infondo pag 5) 2- Madama schizzabirra è un’affittacamere di dubbia moralità. La demistificazione di tutti gli ideali dello studente è assolutamente sistematica. 3- Lo studente vorrebbe parlare delle lezioni di quello che vorrebbe imparare, vorrebbe delle informazioni su questo aspetto piuttosto che su aspetti pratici. 4- altro aspetto di critica del sapere, il giovane studente che arriva pieno di illusioni e di meravigliosi propositi pronto ad inoltrarsi nel campo del sapere e poi arrivato al dunque si rende conto dell’assoluta aridità di quello che poi viene chiesto. 5- è ancora un sapere di tipo umanistico, in cui lo studio della medicina comprende lo studio poi di tutte le scienze. Lo stesso Faust è anche medico, perché lo studio principale era quello della medicina a cui poi si accompagnava lo studio in generale delle arti. Si trattava di un’istruzione ancora onnicomprensiva. 6- Qui Mefistofele sta passando in rassegna qui un lettore del tempo riconosceva immediatamente le materie di studio e l’ironia su di esse. Collegium Logicum = lo studio della logica e della filosofia Stivali spagnoli = forse allude all’insegnamento dei gesuiti (non è sicuro) 7- L'applicazione dei concetti filosofici, teorici, alla vita pratica. Ciò che era assoluta spontaneità e naturalità viene smontato e reso artificiale dall’osservanza delle regole. 8- L’immagine di un telaio. Quindi da un colpo si diffondono infiniti movimenti, a questi infiniti movimenti sovrintenderà il filosofo il quale dimostrerà che tutto avviene secondo un disegno, secondo un principio preciso. Quindi Mefistofele si sta prendendo gioco oltre che del giovane studente anche delle varie discipline che vengono impartite. 9- Encheiresin naturae = significa afferrare la natura, era un detto, una frase che ripeteva continuamente il professore di chimica le cui lezioni Goethe aveva ascoltato a Strasburgo. Quindi la critica, anche fortemente dissacrante, la presa in giro dell’istituzione accademica era fortemente presente e viva in questi brani. Chi capiva questo? lo capivano i suoi amici, il suo circolo ristretto, i suoi contemporanei di quelli che condividevano o che avevano condiviso con lui anche l’esperienza universitaria e che quindi potevano riconoscere questi meccanismi. Quindi è chiaro che si tratta di parti del poema fortemente influenzate dal contesto storico. 10- Non è importante che tu capisca, non devi capire, è chiaro che tu non capisci, devi invece imparare a compendiare, a prendere appunti e a riassumere. Quindi la critica all’istituzione accademica è forte e distruttiva. 11- La metafisica era una delle materie centrali, oggi ci sembra estremamente curioso ma questo era il panorama delle materie che venivano studiate veramente. Mefistofele ritiene che la metafisica sia una scienza inesistente, una scienza non scienza Parola sfarzosa = parola che darà importanza a concetti assolutamente incomprensibili in quanto non verificabili. → polemica dello sturm und drang nei confronti di tutto ciò che aveva attinenza a una spiegazione metafisica della realtà. Loro volevano riportare tutto alla natura e alla chimica della natura e quindi rifuggivano da ogni spiegazione non solo teologica ma anche più genericamente metafisica, di qui la polemica con la metafisica che non viene considerata una scienza. 12- per essere un bravo studente non è necessario essere intelligenti, studiare, leggere, comprendere ma seguire 5 ore al giorno, stare in aula al suono della campana, studiare ogni paragrafo… 13- Lo studente ricerca informazioni circa la medicina. L’uso delle competenze professionali a fine di potere. circondava, con il loro ambiente. In questa scena c’è un interessante presa di distanza da un habitus sociale che connotava lo studente. Lo studente era uno squattrinato assoluto e quindi sesso campava a credito dalle affittacamere e così via, ma allo stesso tempo aveva un potenziale sociale molto alto poiché studiava, sarebbe diventato un medico, un avvocato, un oitaio.. cioè una persona che cominciava ad essere di riguardo. I giovani sturmer, da buoni rivoluzionari, non appuntavano le loro critiche e la loro ironia dissacratoria soltanto alle istituzioni e ai maestri ma anche ai loro contemporanei, ai loro simili, ai loro colleghi studenti, che invece di porsi problemi di tipo più profondo, vivevano stancamente e stupidamente una routine accademica. Questa routine accademica ha avuto una lunga fortuna, cioè la retorica dello studente universitario e della vita studentesca ha avuto una lunghissima impronta nei secoli successivi. Le associazioni studentesche hanno avuto un ruolo fondamentale anche nelle guerre antinapoleoniche in Germania e poi hanno avuto anche dopo un ruolo importante come organizzazioni di tipo pre lobbistico, c'erano delle associazioni goliardiche che si chiamavano BURSCHENSCHAFTEN. der bursche è il ragazzo, ma oggi è un termine caduto abbastanza in disuso, fino a non molto tempo fa era il ragazzo di bottega, il ragazzo apprendista. Entra nell’uso tra il 500 e 600 proprio ad indicare lo studente e viene da borse→ è la borsa quella delle azioni, il termine deriva dall’italiano borsa, che indica sia la borsa che la borsa delle azioni. Quindi der bursche era il giovane che aveva la borsa, la borsa con dentro i libri e gli strumenti per apprendere, ma anche la borsa nel senso di borsellino. Le burschenschaft hanno avuto un ruolo pre lobbistico, infatti per tutto l’800, fino agli anni ‘30, fino all’avvento del nazismo in pratica, le associazioni studentesche avevano un ruolo fondamentale per garantire il funzionamento interno delle università. Non esistevano le rappresentanze studentesche, che hanno iniziato ad esistere sull’onda del grande movimento studentesco, che è partito da parigi e investì tutta l’europa e gli stati uniti nel 1968, da allora è nata la rappresentazione da parte delle rappresentanze studentesche. (il potere prima si difende e si rifiuta, poi lo accoglie e lo governa. Adesso agli studenti è assicurata rappresentanza in tutti gli organi di governo dell’ateneo. La richiesta di rappresentanza bella fresca spontanea e positiva è stata inglobata e digerita dal sistema) Le associazioni studentesche nell’800 e ancora nel Novecento, ebbero, almeno in germania, una funzione importantissima di para rappresentanza all’interno dell’istituzione, si tratta di una rappresentanza non riconosciuta ma che aveva un peso. In più erano associazioni pre lobbistiche perché gli aderenti alle diverse burschenschaft, che erano diverse a seconda del colore politico che le ispirava e a seconda della componente razziale che le ispirava, già nell’800 gli ebrei in Austria e in Germania erano esclusi dalla partecipazione alle burschenschaft, quindi gli studenti ebrei fondarono le loro associazioni studentesche che coabitavano con le associazioni non ebraiche in modo armonico o disarmonico a seconda dei periodi o delle zone, ma erano pre lobbistiche perché l’essere iscritti a una società accademica studentesca era qualcosa che ti portavi avanti tutta la vita e che ti aiutava professionalmente perché ci si riconosceva come appartenenti a una specifica burschenschaft e ci si aiutava. quindi hanno avuto una funzione non indifferente. Resistenza bere molto, il culto della sbronza, l’eccesso, i duelli, aspetti abbastanza idioti. La taverna di Auerbach è interessante per vedere l’atteggiamento di G. nei confronti di questi aspetti, di queste pratiche. Il brano risale agli anni 1772-1773, quindi probabilmente rappresenta una delle scene più antiche in assoluto del Faust. E’ direttamente influenzata dalla permanenza a Lipsia di G. quindi dalla prima stazione universitaria di G. Quando a 16 anni stava a Lipsia a studiare malvolentieri il diritto. A Lipsia esiste un locale/ cantina Auerbach = Auerbach keller, con il soffitto a volte e dove ci sono due affreschi che risalgono al 500 e che rappresentano proprio il dottor faust, quello della storia del dottor faust dello stampatore spies, quindi la prima leggenda scritta in germania del dottor faust in cui il dottor faust era ben noto mago e negromante. In questi due affreschi uno il vino che zampilla dal tavolo e l’altro il dottor faust che vola via a cavallo di una botte, queste due immagini ritornano dalla rappresentazione I nomi in Goethe hanno sempre un ruolo importante Margherita = Margarethe detta Greheien, tchien è il suffisso del diminutivo. Ad aver ispirato Goethe nella costruzione di questo personaggio è Susanne Margarete Brant che fu giustiziata a Francoforte come infanticida. Quindi questo nome per G aveva un richiamo forte. I nomi di questi 4 studenti perdigiorno che stanno lì a bere sono tutti caratteristici. - FROSCH: der frosch è il rospo. Il ragazzo di leva appena arrivato era la spina mentre quelli vicino al congedo erano i nonni, il frosch è l’equivalente della spina nel mondo militare, è la matricola, lo studente appena arrivato che deve in qualche modo servire gli studenti più anziani che deve dimostrare di essere maschio, di saper bere e deve sopportare sulla sua testa gli scherzi degli anziani. E’ quello più giovane e più inesperto che si vuole far notare dai più anziani. - BRANDER: der brand è l’incendio, quindi ha a che fare con il fuoco, ma brand fuchs è un tipo di volpe, la volpe rossa, rossiccia, sarebbe la volpe incendiata, color fuoco. Brander indica la furbizia della volpe ma anche la capacità incendiaria, quindi Brander è un estroverso che prende fuoco facilmente. - SIEBEL: vuol dire setacciare, quindi ha a che fare - ALTEN: Nel Faust 1 diventerà altmaier, Alt rimanda a vecchio, è quindi lo studente più anziano, l’eterno studente. 1- L’inizio di questa scena è in versi, ma solo la primissima parte. Questo andamento strofico-metrico è un calco e una voluta presa in giro ai canti luterani. Elemento fondante della riforma di lutero è stata la traduzione della bibbia, attraverso la traduzione Lutero volle sottrarre la bibbia dall’ipoteca della chiesa romana, la volle tradurre direttamente dall’ebraico per restituire al testo sacro i suoi originali significati, fece anche ovviamente un’operazione “democratica” perché la tradusse nella lingua che parlava il popolo della germania di modo che tutti potessero capirla. Accanto alla traduzione della bibbia Lutero decise di comporre anche una certa quantità di canti, proprio perché un elemento decisivo della religiosità evangelica, è la lettura e riflessione comune, quindi una svalutazione del ruolo del sacerdote e un accrescimento del valore del ruolo della comunità. Questi canti religiosi si fondavano proprio sul fatto di essere cantati dalla comunità, ancora oggi hanno un ruolo fondamentale nella religiosità evangelica questi Lieder, canti corali. Questa forma metrica che G. adotta nei primi passi della taverna di Auerbach corrisponde al metro dei lieder luterani. Quindi subito si parte con una violenta e sacrilega presa in giro della religione ufficiale. 2- Cantate alla ronda = cantate a giro, si cantavano le canzoni un pezzo per uno, cantare insieme stornelli ecc. 3- volta = riferimento immediato al luogo, questo in letteratura è un aspetto abbastanza nuovo, viene tematizzato in letteratura un luogo reale. Questa taverna realmente esistente a lipsia con davvero quel soffitto. 4- Qui si fa finta che siamo nel 500, ma i nessi storici saltano completamente, quindi in realtà stiamo parlando dell’epoca del giovane Goethe, una realtà di tanti piccoli stati o entità statali in cui era divisa la germania, riunite tutte sotto l’egida dell’antico sacro romano impero che oramai era un’assoluta sopravvivenza della storia che non aveva più nessun ruolo politico effettivo, nella storia delle varie entità territoriali. Questo quindi è un dato storico che riguarda non il 500 in cui si svolgeva la vicenda, ma relativo all’epoca di Goethe. Cioè l’idea che il sacro romano impero fosse ormai una sorta di facciata ma che non aveva più nessuna funzione né storica, né politica né operativa è un dato di fatto . Ma naturalmente c’è anche l’elemento sacrilego, da parte dei giovani sturmers, di prendere in giro la sacra istituzione. Quindi la canzoncina è dedicata al sacro romano impero. 5- Questo è uno degli elementi su cui i commentatori insistono molto, Goethe è una delle rappresentazioni più autorevoli della cosiddetta presunta apoliticità o impolicità dell’arte, G. aveva nei confronti della politica e dei politici, un’autentica repulsione. La politica considerata come un’arte assolutamente secondaria, un intrigo, a meno che non si trattasse di politica altissima, come Napoleone, allora il massimo rispetto di fronte ad attuazioni di altissimo livello. In generale considerata adatta a persone meschine. Soprattutto riteneva che la politica non dovesse e non potesse avere nulla a che fare con l’arte, sia il giovane rivoluzionario che il g maturo e vecchio ritenevano che le due sfere non dovessero incontrarsi, la politica doveva solo garantire all’arte un suo spazio di manovra. La vita attiva di cui la politica è stata una parte importante, per lui è stata un'occasione assolutamente straordinaria, perché è entrato, grazie al duca di Weimar e alle sue qualità, in una sfera che in quegli anni era assolutamente interdetta a quelli come lui, cioè ai non aristocratici, ai borghesi, quindi lui ha colto al volo questa occasione. Ma se vogliamo essere veramente precisi lui non ha fatto politica, non si è occupato di essa, si è occupato di tutta pratica, quindi ha preso ordini dal suo regnante, dal suo duca e ha attuato delle misure. Goethe è stato più un tecnico che un politico. 6- Si rifà ad un uso goliardico, per cui gli studenti, dopo le grandi bevute ecc eleggevano tra loro un papa, una specie di capo della serata, a cui gli altri dovevano portare e pagare da bere, aiutare a mettere il cappotto. 7- Frosch inizia a cantare una canzone: l’usignolo, l’uccello poetico per eccellenza, dal canto glorioso, è femminile in tedesco Nachtigall, intitolati a Frau nachtigall, esistono una quantità di lieder. Das lied è il canto, nel senso di composizione poetica. il plurale è dei lieder. C'erano sull’usignolo infinite canzoni popolari, ed essendo l’usignolo femminile, erano intitolati a signora usignolo = frau nachtigall. Quindi lui canta una canzoncina piuttosto di moda e chiede alla signora usignolo di levarsi in volo e di portare i saluti al mio amore. Ma Siebel ha una reazione abbastanza violenta; Siebel che è stato appena lasciato e cacciato di casa da un amante, da una fidanzata, dice: per carità, tutto ma non i saluti all’amor mio. 8- Qui inizia uno dei lieder inseriti nel faust, diventati assolutamente proverbiali. Le canzoni, sia del topo che della pulce che seguirà, risalgono entrambe a questi anni. Questa canzone del topo è un’altra canzone religiosa, contro Lutero. Lutero fa rima con il burro, butter. E’ la tipica cosa anticlericale. L’anticlericalismo è un altro dei connotati tipici delle associazioni studentesche / goliardiche, qui la presa in giro di G. è nei confronti delle finte velleità rivoluzionarie delle associazioni studentesche che sono assolutamente finte, questi goliardi sono rappresentati da G. per quello che sono, ossia dei finti rivoluzionari, queste irrisioni del mondo com'è non sono altro che conferme del mondo come è. Ci sono anche tutta una serie di allusioni anche sconce, il topo nell’agonia fa dei rantoli ecc. che la cuoca irride come fischia dal buco più basso. L’anticlericalismo è nel richiamo a lutero e nella similitudine tra il topo che ingrassa a spese della casa e i clerici, i preti che si ingrassano a sbafo. 9- Si rivolge al compare e richiama quella similitudine del topo che sfiata dal buco di sotto 10- Entrano Faust e Mefistofele. Qui ci sono delle differenze tra il Faust prima parte, Faust ha un atteggiamento abbastanza diverso, sembra divertirsi molto poco, è molto inorridito e infastidito da questa vicenda. Invece nell’Urfaust è molto più presente alla scena. I 2 entrano, l’entrata è completamente ex abrupto, non è minimamente annunciata da alcunché. spiriti fa cadere con una magia il crocifisso e può uscire dalla porta. Quindi il tema della croce era già presente nell’urfaust ma in questa microscena che introduce l’incontro tra Faust e Margherita. Il tema della croce, che è una delle idiosincrasie di G., la croce ha anche un ruolo particolare, è enfatizzato nella religione cattolica che si serve in maniera molto più cospicua e in modo strumentale e politica di tutta la simbologia legata al cristo e alla passione di cristo, di qui probabilmente il fastidio di G. per questo simbolo e per gli aspetti mortuari, di martirio ecc. 2- Goethe usa un termine Fräulein che allora aveva effettivamente la valenza di damigella. Fräulein è un termine che è stato neutro fino a quarant’anni fa, era l'equivalente preciso del nostro signorina in epoca moderna. Esattamente come oggi il nostro signorina è un termine desueto. Fräulein è un diminutivo di Frau = donna, signora. Il diminutivo in tedesco si ottiene aggiungendo a seconda della parola il suffisso LEIN (lain pronuncia) o CHEN e addolcendo la vocale radicale. Il termine che fino a trent'anni fa era nel linguaggio comune e oggi è un po’ uscito dall’uso, viceversa nel 1700 indiceva fraulein le fanciulle nobili, quindi faust si rivolge a Margherita che è una ragazza del popolo con un termine che assolutamente non le compete, non le appartiene, opera per adularla un indebito salto di classe. E lei risponde infatti che non è una damigella. Lui avrebbe dovuto usare secondo i critici il termine JUNFER la cui traduzione più immediata è vergine, sarebbe insomma la ragazza di piccola condizione. Da questo primissimo scambio subito impariamo delle cose su questi due personaggi, Faust ha un atteggiamento fortemente seduttivo e strumentale, a ragazza è perfettamente conscia della sua condizione ma anche della sua dignità personale e reagisce con fastidio almeno apparente a questo corteggiamento. G. teneva molto per ragioni sia autobiografiche che di carattere “politico” a questa contrapposizione tra i due : la contrapposizione è tra l’autenticità odesta, vera, sincera e l’intellettualismo complicato, contraddittorio e sostanzialmente inconcludente. Lui coglieva in fondo il punto debole dello Sturm und drang e di tutti i movimenti avanguardistico e rivoluzionari, cioè l'aspetto sostanzialmente velleitario, la pretesa di essere vicini alla natura e alla naturalità , pretesa minata da un sostanziale intellettualismo, e quindi da una sostanziale inautenticità. 3- Faust dice che splendida creatura mi ha acceso dentro qualcosa e nota che la ragazza è pudica e virtuosa e al tempo stesso ha qualcosa di provocante, seducente, g. usa un termine molto del linguaggio parlato. Immediatamente vede in marherita una doppia essenza, da una parte il mito della fanciulla pudica virtuosa timorosa di dio ecc. dall’altra parte intuisce o crede di intuire una potenzialità di segno opposto e questa sarà proprio la vicenda di margherita. Tutta la critica 800entesca ha molto insistito, sbagliando, su un aspetto influenzato dalla morale, dallo spirito del tempo e dal culto quindi della verginità e dalla visione della donna di un certo tipo ha visto e trasmesso una vulgata critica per cui Margherita sarebbe una povera fanciulla sedotta ed abbandonata (noi siamo oggetto del nostro tempo e il nostro tempo ci domina). Il classico cliché della fanciulla pura e timorata che viene corrotta dal maschioi privo di scrupoli e traviata. Io invece vi suggerisco e vi propongo una lettura diversa che è perfettamente riconoscibile tra le pieghe del testo. noi la riconosciamo non perché siamo più bravi di quanto fossero i critici e i lettori ottocenteschi noi la riconosciamo perché le potenzialità Del testo che si liberano nel corso del tempo ci consentono oggi una lettura che non sarebbe stata possibile nell'ottocento. la lettura che noi senza nessuno sforzo poi voi mi potrete Confermare questa lettura o invece smentirla vede in Marghrita non una povera creatura sedotta ed abbandonata ma diversamete una giovane donna che Attraverso il contatto con quest'uomo Infinitamente più colto, più evoluto, corruttore, arriva attraverso un percorso spaventoso, matura una Consapevolezza di sé e della propria personalità. cioè la mia percezione è che Margherita non sia - URFAUST E FAUST: in qualche misura esistono 3 versioni dell’opera massima di Goethe. Urfaust è la prima versione non pubblicata del grande capolavoro. Le prime prove risalgono al G 24enne, le ultime parole che G scrive nel Faust risalgono alla fine del 1831, a pochi mesi prima dalla morte. Per 60 anni ha continuato a lavorare a questo progetto. L'opera è in tutto e per tutto un 'opera che SI FA, viene costantemente costituita e ricostituita, continuamente aggiornata e arricchita nel suo farsi. E’ un classico della sua epoca ma anche di quelle successive. E’ stata un’opera che è anche stata piegata agli usi e utilità del potere e della politica. Vi fu una lettura nazista del Faust che è stata perfettamante passibile, in quanto Faust è un personaggio altamente variegato. Ha anche incarnato un'immagine della psicologia tedesca. FAUST di G., che è un intellettuale lacerato, è una NOVITÀ–> INCARNA L'ANSIA della MODERNITÀ. Questo personaggio scopre l’IO DIVISO. Il personaggio si frantuma. ficanti la. Entra nella letteratura la DISSONANZA, non c'è più una consonanza con il destino. C’è l’impossibilità di armonizzarsi con il proprio destino con il proprio genio. ZWEI SEELEN WOHNEN, ACH, IN MEINER BRUST! → DUE ANIME ABITANO, AHIME’, NELLO STESSO PETTO. E’ uno dei versi più noti del Faust, indica la divisione dell'anima di Faust, la SCISSIONE INTERIORE. E’ uno dei versi più celebri dell’opera e si tratta di un elemento ( questa presenza di due anime dentro di lui ) di straordinaria modernità che tra l’altro l’aggancia alla nostra epoca. Così come questa dissonanza tra personaggio e destino. C'è una frantumazione della personalità del protagonista che tra l’altro trova un’eco nella frantumazione stilistica dell’opera. Da qualche secolo noi sappiamo che è difficile avere una visione univoca, che la nostra visione possa essere considerata oggettiva, siamo approdati nel relativismo. IMMAGINE della SCISSIONE L'alter ego è MEFISTOFELE→ la figura del demonio. E’ più simpatico di Faust, grazie a lui vi è una costante cristica e irrisione di tutto ciò che è importante e sacro per Faust. Mefistofele rappresenta l'altra faccia, è la demistificazione di tutto quello che Faust dice e pensa. Secondo alcuni critici tedeschi e anche italiani Mefistofele rappresenta per la 1° volta il NICHILISMO → Critica costante e demolitiva della continuità. Faust si fa ringiovanire da Mefistofele e insegue un’innocenza straordinaria, anela a una sorta di innocenza che gli è completamente preclusa proprio in quanto intellettuale; il possesso della cultura preclude il raggiungimento di essa. G. arriva a Faust attraverso uno straordinario giro di questo mito moderno. Nei primi decenni dell'era della stampa: "Storia del dottor Faust ben noto mago e negromante" di Johann Spies del 1587. La Storia pubblicata da Spies ha ispirato nel corso dei secoli la penna di scrittori e musicisti di tutta Europa: Marlowe, Goethe, Pusˇkin, Bulgakov, Mozart, Gounod, Wagner, Berlioz, Boito, Schumann, Liszt e molti altri. E’ la storia di un mago che girava in Germania per le fiere e si guadagnava da vivere con opere di magia e raccontava storie mirabolanti.La storia tratta di un avventuriero che vende l'anima al diavolo per ottenere potere sulla terra. (Nel 1500 - 1600 erano molto frequenti sottotitoli lunghi.) Si tratta di un libro che si inserisce nel filone robustissimo nel 500-600 per l’educazione del popolo. Si trattava di libelli che intrattenevano, dilettavano, ma avevano anche un fortissimo connotato morale. Letteratura edificante: aveva l’intento di edificare il prossimo attraverso esempi negativi. Passavano il vaglio della chiesa e dovevano contenere elementi volti all’educazione del popolo, in particolare modo presentavano esempi negativi funzionali all’educazione della gente, incutevano paura nel commettere peccati. Erano funzionali al fatto che tra il popolo si sviluppasse una maggiore temperanza e osservanza delle leggi. L’intento era pio, attraverso le vicende di un cattivo il popolo capisce cosa si deve e non si deve fare. (Tutti noi siamo attratti più o meno consapevolmente da ciò che è negativo.) Anche la storia di Spies doveva servire ad ammonimento agli uomini, di modo che essi non venissero spinti ad oltrepassare i limiti, i confini di ciò che è imposto da Dio, dalla Natura e dalle autorità. Quest' opera è stata presa dagli attori girovaghi, entra nel loro repertorio. Fino alla creazione di teatri stabili gli attori normalmente erano attori girovaghi, andavano di villaggio in villaggio spostandosi con dei carrozzoni e quando erano fortunati si esibivano anche nei castelli. Probabilmente è attraverso gli attori girovaghi che il mito di Faust arriva anche in Inghilterra, Christopher Marlowe un poeta, drammaturgo e traduttore britannico, all’incirca nel 1590 scrive “Doctor Faustus” —> “La tragica storia del dottor Faust”. Si tratta di un’opera straordinaria, molto vicina a quella di Spies, è la prima stesura in inglese della storia di Faust. A Goethe la storia di Faust non è arrivata mediante Christopher Marlowe, ma tramite gli attori girovaghi, è entrata nel teatro dei burattini e G. L’ha conosciuta così Con la stampa inizia una grande produzione di opere dedicate al diletto del popolo. Nasce la pratica della lettura domestica. In ambito tedesco rimase molto importante fino a circa l’invenzione della televisione, in particolar modo si trattava di lettura serale. Ad esempio anche Thomas Mann aveva l’abitudine familiare di leggere ai propri figli. G. racconta che quando era giovane aveva un “archivio segreto” dove conservava i suoi progetti letterari: -''ebreo errante" -‘'Hans Wurst"—> letteralmente significa mangiatore di salsiccia. È un personaggio del teatro dei burattini. Entrambi restano progetti che non sono stati sviluppati. - inoltre nell’archivio c’è anche un progetto su Faust —› questo è stato sviluppato. Goethe però introduce una variazione rispetto al mito che è di portata straordinaria: il suo Faust non è un mago e illusionista ma un intellettuale. Sia Faust che Werther sono intellettuali ma hanno età diverse. G. lo situa nel 1500 come quello del mito, traspone la vicenda nel tardo 500, ma lo riveste di una consapevolezza del caratteristica del 1700. Il suo Faust è professore in crisi che non riesce più a trovare un nesso tra le cose che sa e che deve comunicare - L’intellettuale Faust: vende la sua anima non per avere più poteri ma per ottenere più conoscenza. G. Mostra invece un uomo, un intellettuale, tormentato da domande e angosce che condivide con i suoi contemporanei. È un atto di empietà volto a conseguire maggiore conoscenza. Un cammino verso la verità, c’è un anelito positivo che anima Faust. Le differenze tra l’Urfaust e Faust prima parte sono notevoli, nel senso che il testo dell’Urfaust è molto più stringato, asciutto, mancano una serie di scene, infatti gli accordi sono spesso molto bruschi, ma ai giovani dello sturm und drang non importava niente che le cose fossero tonde, anzi le cose dovevano essere spigolose, dure, non gradevoli all’orecchio dei lettori. io parlo di lettori più che di spettatori perché si tratta sempre di una drammaturgia che è assai pensata assai più per la lettura ed eventualmente per la lettura recitata, anziche per la rappresentazione a teatro, questo vale per l’Urfaust e per il faust, il che non ha impedito e non impedisce minimamente che ci siano rappresentazioni del Faust di maggiore o minore successo. - Nel 1808 esce la prima parte di Faust, intitolata FAUST. DER TRAGÖDIE ERSTER TEIL → Faust. Prima parte della tragedia. - Dopo la pubblicazione della prima parte G. continua a lavorare negli anni alla seconda parte, che conclude ammesso che un’opera del genere, un’opera che è dichiaratamente un’opera aperta possa mai essere conclusa. FAUST. DER TRAGÖDIE ZWEITER TEIL→ Faust. Seconda parte (della tragedia). Uscita nel 1832, postuma. Uscita quindi dopo la morte di G. G. stesso teneva che il libro uscisse comunque postumo perché diceva che non è un libro per questa generazione, è un’opera che potranno eventualmente apprezzare i posteri ma che i contemporanei non potrebbero comprendere. Effettivamente la seconda parte del Faust è un libro estremamente affascinante ma anche estremamente complesso. Sia la Vocazione teatrale che Urfaust vennero rifiutati, perduti e poi ritrovati; sempre grazie al fatto che i manoscritti originali sono stati copiati da devote ammiratrici della corte di Weimar che ne fecero una copia, così si sono conservati. ???? LETTURA URFAUST ● NOTTE - In una stanza angusta dall’alta volta gotica Ci troviamo davanti un personaggio che capiremo essere non giovane, almeno non giovane per le abitudini del tempo, un uomo probabilmente di 40-50 anni, che allora era considerata già un’età ragguardevole. Quest’uomo è un intellettuale e questa stanza angusta dall’alta volta gotica è uno studio in un'abitazione cinquecentesca. E’ uno studio dagli alti soffitti, dalle strette finestre, dai muri molto spessi, è un’atmosfera cupa, il tutto si svolge di notte e alla luce di una candela e alla luce lunare che filtra attraverso queste finestre gotiche. Nel Faust primo la didascalia indicherà direttamente la parola "Studio-Arbeitszimmer", cioè camera di studio. Questo protagonista, inquieto, sta facendo un soliloquio, un colloquio con se stesso, un monologo in cui maledice la sua scienza, il suo sapere e il suo lavoro. “Mi chiamano dottore, professore perfino…per il naso i miei studenti” → E’ la consapevolezza dell’insegnante di star trasmettendo nozioni, principi e valori che non hanno nessuna attinenza nella realtà. Questa crisi della conoscenza, G. la situa nel 500, cioè nell’epoca in cui è vissuto il personaggio reale che ha poi dato origine alla leggenda del dottor Faust, ma chiaramente gli elementi del malcontento e della frustrazione del protagonista sono quelli della vita e del mondo in cui si muovono G. e i suoi amici dello sturm und drang. Il tema è sempre quello, che è molto presente anche all’interno della theatralische sendung: il tema del rapporto tra il sapere e quindi dell’erudizione e la natura. Quindi la necessità di stabilire un nesso, una connessione forte, operante e operativa, tra conoscenza e natura. Mentre G, e i suoi amici soffrono della frattura intervenuta nella cultura, per cui la cultura si avvia a diventare una cultura eminentemente libresca, riservata ad una circolazione limitata mentre la vita “scorre altrove£, il loro tentativo è quello di restituire un legame tra natura e cultura. “Certo sono più intelligente… e non temo né diavolo né inferno” →Il personaggio è fortemente consapevole di sé e consapevole anche di essere comunque molto più avanti della media dei suoi coetanei e della media dei suoi colleghi. Quindi Faust è rispetto ai suoi contemporanei comunque uno spirito libero, comunque un intellettuale che non si lascia intimidire, infastoiare dalle diverse autorità soprattutto religiose, ma anche statali. Ritiene di essere un uomo libero al di là di certi timori reverenziali, è libero anche perché non è legato a prebende e ricerca di denaro. Ma è profondamente infelice perché non trova la connessione con l’intimità della natura→ “Se mai riuscissi alfine a penetrare…non annaspare tra le parole” → Le parole non sono più in grado di comunicare e interpretare la realtà, bisogna cercare altre strade → questo è un elemento di grande modernità. - (Stacco) A un certo punto c’è uno stacco grafico, immaginiamo in una ipotetica regia teatrale che il monologo si ferma, possiamo immaginare che il protagonista alzi gli occhi alla finestra e veda la luna fuori dalla sua stanza. “O tu, luce di plenilunio… in un bagno di rugiada" → Qui c’è l’immagine icastica dell’erramento, dell'erranza nella natura, nella natura notturna, vista come alternativa al chiuso dello studio. “Soffocato dagli arredi degli avi.” → Lui sta in questa casa, in questo studio, dove si sono affastellati, accavallati i materiali di studio di più generazioni, lo studio è lo studio delle lettere ma è appunto scienza umanistica, quindi uno studio onnicomprensivo, quindi lo studio delle lettere, della filologia va di pari passo allo studio della chimica, gli alambicchi,quindi gli strumenti per sperimentare. Ma questo peso degli arredi degli avi rimanda anche ad un altro aspetto evidente ossia il peso della tradizione, anche qui si sente molto lo Sturm und Drang e il G rivoluzionario. Cioè il desiderio dei giovani dello sturm und drang e che è comune a tutti i movimenti giovanili, lo Sturm und Drang è interessante proprio perché ha i connotati tipici dei movimenti giovanili e cioè il desiderio forte di fare piazza pulita di ciò che precede, fare i conti con la generazione dei padri e far fuori la generazione dei padri, liberarsi dal peso, dal gravame della tradizione. Questo è un desiderio ricorrente nella storia dell'umanità ed è un’istanza che caratterizza i movimenti giovanili. In genere alla fine della fiera della storia, non ci si libera o non ci si libera facilmente del peso della tradizione, la strada non è buttare a mare la tradizione ma è venire a patti e rifunzionalizzare la tradizione. E’ il passaggio dall'indole rivoluzionaria a un’indole più incline alla mediazione e all’integrazione delle diverse forze. C’è un passaggio che va spiegato perché è inappariscente ma invece è sostanziale, qui Faust prende in mano il misterioso scritto di Nostradamus e passa dalla scienza alla magia. Dice basta affannarsi per spiegare i nessi che regolano i rapporti tra le cose, molto meglio evocare direttamente, quindi la magia diventa una sorta di alternativa e scorciatoia rispetto all’incapacità della scienza di dare risposte. La scienza non è in grado di dare le risposte finali, profonde che faust da tanti anni va cercando e allora decide di deporre la scienza e votarsi alla magia e quindi di addentrarsi in un campo diciamo minato in quanto proibito e di arrivare così dove vuole arrivare. Quindi attraverso Nostradamus sarà la natura ad ammaestrarti e non più la dottrina, non più la scienza. Il testo di nostradamus era stato finora tra i suoi libri un’opera da studiare, da decifrare, adesso Faust decide di fare un salto veramente sacrilego per uno studioso, ossia abbandona la via maestra dello studio, dell’indagine per darsi all’evocazione. Non usa più quel testo come un testo da studiare ma lo usa per evocare gli spiriti. Quindi apre il libro e scorge il segno del macrocosmo e ancora misura la sua impotenza, dice che sono solo segni, non arrivo da nessuna parte se continuo così. - Sfoglia di malanimo il libro e scorge il segno dello Spirito della Terra. Lo spirito della terra è lo spirito che anima la natura secondo le teorie magiche. Lui evoca, sta facendo una vera e propria evocazione magica e avverte questa presenza. Cos’è che distingue dai classici un libro che non è un classico? (DEFINIZIONE BREVE DI LIBRO CLASSICO + NAZISMO E USO STRUMENTALE) Un classico parla alle diverse generazioni ma parla anche lingue diverse alle diverse generazioni. Un classico può essere letto in molti modi e può essere piegato a molti scopi. G. è stato un grandissimo classico anche per i nazisti, la politica culturale del nazismo si è appropriata di quei pochi che gi erano rimasti, perché la follia dle razzismo antiebraico ha fattosicghe la cultura della gemania nazista si privasse di grandi artisti in quanto ebrei. Il nazismo ha quindi avuto buon gioco con il personaggio di Faust e leggendo soprattutto questo primo Faust capiamo anche abbastanza bene perché. In Faust ci sono degli aspetti che hanno prestato il fianco a un'interpretazione aberrante come quella del nazismo. Tra l’altro la parola “Ubermensch” che il nazismo ha mutuato facendone un uso anche li strumentale da Nietzsche, viene da Nietzsche da Goethe e da Goethe del Faust. Quindi questa idea nazista del superuomo, poi mutuata anche dal fascismo mussoliniano, l’idea aberrante del superuomo cioè della razza superiore che ha il diritto di conculcare le razze inferiori, viene da qui, da un misunderstanding, da un terribile malinteso, da un uso distorto del pensiero di G. ma il pensiero di g. offriva il fianco al rischio di abberrazioni del genere. CERCA NAZISMO E SUPERUOMO Cos’è un classico? Un classico è un libro che riesce a continuare a parlare alle generazioni successive a quelle del suo autore, finché continua a parlare un testo è vivo, Shakespeare è vivo perché continua a parlare, ad es. l’Amleto ci parla così come il Faust ci parla. Parla a noi la stessa lingua che parlava ai contemporanei di G o a due generazioni dopo? ovviamente no. La cosa misteriosa che hanno detto Friedrich Hölderlin prima eWalter Benjamin poi è che i classici, le grandi opere che hanno fatto la storia e che continuano a fare la storia della cultura dell’umanità hanno dentro di sé un cosiddetto potenziale di senso che è in buona parte ignoto ai loro stessi autori e questo potenziale di senso si libera piano piano nel tempo grazie alle sollecitazioni delle diverse generazioni. Questo per dire che ogni generazione trova e continua a trovare in un classico qualcosa che le parla, ma ciò che parla a noi di quel classico non è necessariamente ciò che parlava 200 anni fa. Quindi ogni generazione trova finché continua ad amare un opera, finché un opera continua ad essere letta vuol dire che le diverse generazioni trovano in quell’opera elementi capaci di parlare loro, molto al di là dell'intenzione dell’autore. C’è un nucleo di senso, in parte ignoto allo stesso autore, che si libera piano piano nel tempo, e ogni generazione finché continuano a riconoscersi in un’opera riesce a cogliere nell’opera ciò che può giovarle, ciò che può esserle utile, nell’epoa in cui l’opera viene letta. Un’opera cessa di essere un classico quando cessa di parlare alle generazioni. G. aveva capito che il futuro era nella velocità delle comunicazioni in un’opera del 1832, lui era fortemente aperto alla modernità e aveva intuito che uno degli elementi della modernità era la facilità delle comunicazioni. limati qua e la e ci sono delle aggiunte, ma l’urfaust è inserito nel faust, solo che naturalmente è rivestito di tutta una serie di elementi e di parti volte a rendere il dramma fruibile e interessante per un pubblico, la grande svolta rispetto alla scrittura giovanile è il pensiero di un pubblico al quale rivolgersi, e quindi la necessità di attribuire alla scrittura una certa rotondità e soprattutto emerge la necessità di motivare azioni e psicologia dei vari personaggi, questa esigenza, il Goethe dell’urfaust non ce l'ha non l’avverte perché tutto la psicologia e l’aspetto costruttivo e strutturale dei personaggi è già noto nei dialoghi tra Goethe e i suoi amici. Nel Faust è cambiato il pubblico, cioè c’è finalmente un pubblico e quindi c’è la necessità di rendere l’opera fruibile. Il Faust del 1808 si apre con una dedica in ottave in metro italiano quindi, scritta nel 1797, Goethe è tornato dall’italia sono passati circa otto anni dall’ultimo suo trattamento del soggetto, riprende il soggetto, lo rilegge e scrive una dedica ai lettori che è anche una dedica a sé in cui rivede davanti a sé le figure un tempo evocate che sono ancora lì e che aspettano di essere trattate a questa dedica aggiunge un preludio nel teatro e un prologo in cielo. Quindi prima dell'inizio dell’opera vera e propria ci sono 500 versi dedicati a queste tre fasi, quindi dedica, preludio nel teatro e prologo in cielo. Questi tre blocchi diversi servono per introdurre l’opera presso i lettori. E’ interessante per noi il preludio nel teatro L’aspetto assolutamente straordinario e di modernità incredibile del Faust è il continuo gioco dell’opera con l’opera, cioè continuamente Goethe entra nell’opera e esce dall’opera e accompagna i suoi lettori a godere dell'illusione creata dall’opera ma nello stesso tempo li invita continuamente a guardare dietro le quinte, a guardare come è costruito il drama e perché il dramma si costruisce. Il preludi nel teatro racconta esattamente questo, è un dialogo tra l’impresario di una compagnia di teatranti girovaghi, che ne è il direttore, il poeta che scrive e adatta i testi e l’attore che recita il ruolo di comici. Qui vediamo l’eterno conflitto tra il poeta che ha una visione assolutamente idealizzata e astratta dell’arte, l'impresario che deve conciliare le esigenze di un prodotto artistico che sia almeno decente con il gusto del pubblico e quindi con la possibilità di avere o non avere in teatro abbastanza pubblico che paghi e che mantenga o meno tutta la baracca. L'attore comico che ironizza sul poeta e che conosce anche lui il pubblico e sa quali sono i meccanismi che servono per far funzionare le cose. PAG. 7 L’IMPRESARIO : Voi due, che nelle angustie e negli affanni tante volte mi siete stati a fianco, ditemi un po', in terra di Germania cosa sperate per la nostra impresa? Alla folla vorrei riuscire grato, tanto più perché vive e lascia vivere. I pali e le assi sono a posto, e tutti si aspettano una festa. Siedono già, le sopracciglia in alto, rilassati, e vorrebbero stupirsi. So come farmi amico il popolo, eppure non son mai stato tanto in imbarazzo. Non è che siano abituati al meglio; hanno letto, però da far spavento. Come rendere tutto fresco e nuovo, piacevole, ma significativo? (Ha letto tutto questo il prof) Allora l’impresario ha a che fare con un pubblico. Il tipico rappresentante del pubblico è Werner, ovvero il borghese che coltiva l’arte come un piacevole passatempo e come un orpello da aggiungere al suo ruolo sociale, il ruolo sociale del borghese si completa con la partecipazione agli eventi artistici a essi sono soltanto puro intrattenimento , pura estetica. L'impresario a quel pubblico si rivolge perché è quello il pubblico pagante. Gli risponde il poeta IL POETA Non parlarmi di folla variopinta, lo spirito a guardarla fugge via. Nascondimi le onde della calca, che a dispetto ci afferra nel suo vortice. Ma guidami nell'angolo silenzioso di cielo dove solo al poeta fiorisce gioia pura, dove amore e amicizia con mano benedetta coltivano nel cuore divina beatitudine. Ah, ciò che là sgorgò dal profondo del petto, ciò che timido il labbro balbettava per sé, ora fallito, ora forse riuscito, è inghiottito dall'attimo crudele. Spesso per anni e anni si travaglia e solo allora appare nel suo volto perfetto. Per l'attimo è nato ciò che brilla,→ Quindi le cose che fanno effetto sono assolutamente effimere. l'autentico rimane, imperituro, ai posteri. A questo punto subentra l’attore comico che dal suo punto di vista dice: L'ATTORE COMICO I posteri lasciamoli da parte. Se io volessi dedicarmi ai posteri, allo spasso dei vivi chi ci pensa? Ma lo pretendono, e vanno accontentati. (letto questo) L'IMPRESARIO Soprattutto, però azione in abbondanza! Si viene per guardare, si vuol veder qualcosa. Se molta roba sfila sotto gli occhi, in modo che la folla rimanga a bocca aperta, il successo all'ingrosso è assicurato, sarete il beniamino della gente. L’aspetto divertente è che Goethe si mantiene assolutamente equidistante dalle 3 posizioni e il Faust rende ragione a tutte e tre le posizioni. - C’è l'aspetto fortemente spettacolare, anche l’aspetto scabroso, ci sono tutti gli ingredienti che servono per avere un pubblico: quindi l’elemento scabroso come la seduzione di una fanciulla innocente che si perde per amore fino a diventare assassina della propria madre e del proprio figlio e complice dell’assasinio del fratello, quindi ci sono gli elementi bruti per suscitare l’attenzione del pubblico, quindi c’è ciò che piace all’impresario, c’è fantasmagoria, molti colori, molta varietà di scene. - Esigenza del poeta: un’arte alta, sublime e che inneschi meditazione sui massimi sistemi e tutto questo c’è nell’opera. - Effetti di recitazione che inneschino nel pubblico attenzione, ilarità, piacevolezza e divertimento. Nel Faust sono rappresentate tutte e tre le istanze che qui sembrano assolutamente inconciliabili Il poeta risponde all’impresario: IL POETA Non capite che è un pessimo mestiere, che non si addice affatto al vero artista? Tirar via, purché piaccia ai benpensanti, eccolo qua, tutto il vostro vangelo. Finale del prologo: L’IMPRESARIO Sulle scene tedesche, lo sapete, ognuno tira fuori quel che vuole. Oggi perciò non fate economia né di fondali né di attrezzature. Su coi fari celesti, il grande e il piccolo, le stelle le potete scialacquare; acque, fuochi, rocce altissime, bestie e uccelli non ne mancano. Su queste quattro assi percorretemi l'arco tutto intero del creato e passate, rapidi ma cauti, dal cielo per il mondo giù all'Inferno. E così si conclude il prologo. Segue, scritto due anni dopo, nel 1800, il prologo in cielo, altra parte importantissima perché è la parte in cui si presenta Mefistofele. Mefistofele nell’Urfaust entra e appare completamente ex abrupto. Nel Faust, non solo la sua apparizione è sapientemente preparata ma anche la sua psicologia è preparata, quindi quando mefistofele arriva davvero sulla scena, il pubblico già lo conosce perché ha imparato a conoscerlo grazie al prologo in cielo. Quindi tutto ciò avviene prima dell’opera vera e propria, si tratta di prologhi che immaginiamo si svolgano sempre sulla scena, ma staccati dalla vera rappresentazione, quindi c’è continuamente il gioco del teatro nel teatro, l’ammiccamento continuo agli spettatori, l'ammiccamento continuo agli spettatori. Il prologo in cielo si svolge tra Mefistofele, il Signore, le schiere celesti e i 3 arcangeli (Raffaele, Gabriele e Michele). Mefistofele risponde al coro dei 3 arcangeli, che appare sulla scena e ha la parola prima ancora di Dio, prima ancora del Signore. MEFISTOFELE Poiché tu, o Signore, di nuovo ti avvicini e domandi come va giù da noi, e solevi vedermi volentieri, ecco, vedi anche me con il tuo seguito. Perdona, non so dire alte parole, e mi schernisca pure tutta la compagnia; (Cioè gli angeli) certo il mio pathos ti farebbe ridere, L’altra volta noi ci siamo fermati all’uscita di Wagner, colloquio con l’assistente pedante Wagner che finalmente se ne va e Faust resta solo. Qui c’è un cambiamento di scena. C’è un colloquio tra Mefistofele mascherato da Faust e lo studente. Prima di arrivare a questo colloquio che è presente anche nel Faust, nel Faust abbiamo tutta una serie di scene importantissime che adesso noi ripercorriamo brevemente: Nel momento in cui resta solo, Faust, dopo il colloquio con Wagneer, è sul pnto di compiere un suicidio. Inizia una sorta di soliloquio contemplando un ampolla di veleno, quindi la vita gli è insopportabile e decide di uccidersi. Sta per portare la fiala di veleno alla bocca quando il suono delle campane che annunciano la Pasqua gli sommuove ricordi dell’infanzia e lo fa desistere da questo proposito. Segue una scena assente nell’Urfaust, in cui Faust passeggia con Wagner per la città in festa per la Pasqua. Durante questa passeggiata si accompagna a loro un cane nero, (il famoso) canbarbone che non si stacca da loro. A quel punto Faust rientra nel suo studio e il cane barbone continua a seguirlo e lo accompagna anche nello studio. Riprende la lettura, a cui lo avevamo visto dedicarsi nell’Urfaust, e mentre va leggendo e interrogandosi, assistiamo alla metamorfosi del canbarbone che diventa sempre più grande e poi assume le sembianze di Mefistofele. Colloquio, dialogo tra Faust e Mefistofel: Faust vorrebbe subito stringere un patto con Mefistofele, non ha nessuna paura di lui. Mefistofle è ironico e molto sicuro di sé ma ha una grande fretta di andarsene, ma c’è un problema, sulla soglia c’è una croce che gli impedisce il passaggio, Faust lo prende in giro. E’ molto interessante che il rapporto tra i 2 è perfettamente equilibrato, Mfistofele è in possesso di forze sovrannaturali di cui Faust si servirà per ringiovanire, per spostarsi da un luogo all’altro, per cavarsi di impaccio, per vincere dei personaggi nei duelli e nelle contrapposizioni, ma Faust mantiene un sorta di superiorità spirituale, sulla quale Mefistofele ironizza, ma alla quale Mefistofele in qualche modo è costretto a piegarsi e non capisce nemmeno lui perché; questo è un elemento che nell’Urfaust si vede poco. Faust prende in giro mefistofele per la sua paura di un semplice simbolo tracciato sulla porta, lo prende in giro e tenderebbe a umiliarlo. A quel punto M. ricorre alle sue arti magiche, suscita un coro di spiriti che intontisce Faust, evoca un topo il quale rosicchia il disegno sulla porta, la croce sparisce e M. può uscire. Ora altra scena che si svolge nello studio, a questo punto Faust è assente, c’è solo M. che assume le sue sembianze, e incontra lo studente, la scena con lo studente e una scena che sta molto meglio, molto più appropriata nell’Urfaust anziché nel Faust, nel Faust appare molto piu ridondante. Nell’urfaust si inserisce in quel filone che abbiamo già visto nel colloquio tra faust e wagner che è la critica all’istituzione. Contiene ancor più estremizzata e esplicitata la critica al sapere ufficiale, qui è proprio la critica all’istituzione universitaria. M. ha assunto i tratti di Faust, anche qui si vede l’eleganza dello scrittore già da giovane, ricorre a degli elementi microscopici per ingannare lo studente, non è una sostituzione di persona, se vedete la didascalia nell’Urfaust : Mefistofele in vestaglia con una gran parrucca in testa. “La vostra cortesia mi fa molto onore” Dinanzi a voi sta un uomo come tanti” Il presunto Faust, il professore che riceve lo studente attua subito una serie di strategie retoriche: 1- da del voi. 2- la finta umiltà. Contestualizzazione: “Avete già una sistemazione… l’essenziale è questo” sono parti che ci danno un quadro della Germania del tempo, delle istituzioni e istituzioni culturali del tempo. Lo studente vorrebbe già scappare perché trova che tutto intorno a lui sia squallido, ha lasciato il suo piccolo paesello e è venuto in città. Gli scambi tra le diverse nazioni sono diventati ormai all’ordine del giorno, ci capita a noi ragazzi di frequentare razzi di altra nazionalità infinitamente più spesso che in passato. Per loro, diversamente che per noi, è assolutamente usuale andare a studiare lontano da casa. Mentre da noi questo è ancora qualcosa di abbastanza raro e si cerca di studiare vicino a casa per i costi e per tante ragioni. In Germania, in Austria e in genere in Nord Europa è strano il contrario, è strano che un ragazzo, una volta presa la maturità, resti a casa e non vada a studiare altrove. C’è, molto più che da noi, questa abitudine di uscire di casa e andare a studiare in un'altra città. Ci sono certi elementi come questa e la wanderung e camminare e vivere nella natura, ci sono certi elementi che risalgono molto indietro nel tempo e poi rimangono in qualche modo nel dna di una popolazione. I giovani tedeschi vanno via di casa presto, c’è in Germania questa abitudine dell’andare a studiare fuori, molto più che in Italia, probabilmente per ragioni geografiche e anche perché noi siamo molto più familisti e mammisti. Questa abitudine rimonta alla nascita delle istituzioni universitarie, quando i giovani, con grandi sacrifici delle famiglie, andavano nelle città a studiare. Lo studente aveva uno status sociale, diversamente da oggi. Nel ‘600 e nel ‘700, lo studente aveva, soprattutto in Germania, uno status perché si vedeva in lui il futuro dottore, il futuro possessore di una scienza che lo avrebbe posto al di sopra degli altri. Quindi lo studente era per definizione povero e squattrinato, ma godeva di uno status, quindi di un certo rispetto da parte di chi gli affittava una camera, di chi gli preparava da mangiare, ecc. Che spesso si accontentava di paghe miserevoli o ritardate o non versate in cambio di una futura attenzione da parte del futuro laureato. La figura dello studente è ancora nel 700 socialmente rilevante, quindi lo studente è povero ma è depositario o almeno futuro depositario della scienza, quindi è una figura socialmente rispettata. Oggi non è più così, allora lo studio era l’unico in grado di dare accesso a posizioni, professioni le uniche in grado di dare un certo status e un certo reddito, oggi non è più così perché ci sono anche posizioni socio economiche che si possono ottenere senza studio che pongono anche più in alto di quanto si può fare con lo studio. E’ in Germania che nascono le associazioni goliardiche. Hanno un’origine, come spesso succede, anche nobile, sono associazioni professionali antelitteram che raccolgono gli studenti delle varie materie, giocano su questo status dello studente. Hanno e avevano già in germania dei rituali stupidi e raccapriccianti, come il duello iniziatico in cui si procuravano delle cicatrici, dei tagli che li rendevano degni di appartenere all’associazione. Quindi avevano degli aspetti non intelligenti, di cui Goethe si prenderà gioco, si farà beffe. Ad esempio il bere senza fondo considerato un atto di grande viralità, chi regge di più l’alcol, quindi ci sono tutti questi aspetti che poi sono passati nella goliardia italiana e che poi in quasi in tutta Italia sono finite nel 1968, con i grandi movimenti studenteschi, soprattutto quando l’università ha cessato di essere d’elite diventando di massa, queste associazioni sopravvivono in città chiuse come Siena. Lo studente quindi arrivava nella città straniera, era il primo momento di uscita dalla casa paterna, lo studente era povero e cercava di far quadrare i conti. Gli studenti pagavano i professori, gli studenti quando si prenotavano agli esami dovevano pagare e quegli oboli costituivano il bilancio dell’università, quindi era quella la forma di tasse universitarie. Quindi a seconda degli esami che davano pagano di più o di meno e con il loro piccolo bilancio dovevano occuparsi del mangiare, del pagare le lezioni, dell’abitare. Intorno alle uni fioriva un’organizzazione di affittacamere che lucrava su questi poveri studenti. 1- Il professore, impersonato da Mefistofele teme la concorrenza delle altre istituzioni e quindi “caffè e biliardo” e le ragazze, su queste avrà dei suggerimenti. Lo mette in guardia perché non spenda i soldi lì ma piuttosto venga alla corte del professore (Infondo pag 5) 2- Madama schizzabirra è un’affittacamere di dubbia moralità. La demistificazione di tutti gli ideali dello studente è assolutamente sistematica. 3- Lo studente vorrebbe parlare delle lezioni di quello che vorrebbe imparare, vorrebbe delle informazioni su questo aspetto piuttosto che su aspetti pratici. 4- altro aspetto di critica del sapere, il giovane studente che arriva pieno di illusioni e di meravigliosi propositi pronto ad inoltrarsi nel campo del sapere e poi arrivato al dunque si rende conto dell’assoluta aridità di quello che poi viene chiesto. 5- è ancora un sapere di tipo umanistico, in cui lo studio della medicina comprende lo studio poi di tutte le scienze. Lo stesso Faust è anche medico, perché lo studio principale era quello della medicina a cui poi si accompagnava lo studio in generale delle arti. Si trattava di un’istruzione ancora onnicomprensiva. 6- Qui Mefistofele sta passando in rassegna qui un lettore del tempo riconosceva immediatamente le materie di studio e l’ironia su di esse. Collegium Logicum = lo studio della logica e della filosofia Stivali spagnoli = forse allude all’insegnamento dei gesuiti (non è sicuro) 7- L'applicazione dei concetti filosofici, teorici, alla vita pratica. Ciò che era assoluta spontaneità e naturalità viene smontato e reso artificiale dall’osservanza delle regole. 8- L’immagine di un telaio. Quindi da un colpo si diffondono infiniti movimenti, a questi infiniti movimenti sovrintenderà il filosofo il quale dimostrerà che tutto avviene secondo un disegno, secondo un principio preciso. Quindi Mefistofele si sta prendendo gioco oltre che del giovane studente anche delle varie discipline che vengono impartite. 9- Encheiresin naturae = significa afferrare la natura, era un detto, una frase che ripeteva continuamente il professore di chimica le cui lezioni Goethe aveva ascoltato a Strasburgo. Quindi la critica, anche fortemente dissacrante, la presa in giro dell’istituzione accademica era fortemente presente e viva in questi brani. Chi capiva questo? lo capivano i suoi amici, il suo circolo ristretto, i suoi contemporanei di quelli che condividevano o che avevano condiviso con lui anche l’esperienza universitaria e che quindi potevano riconoscere questi meccanismi. Quindi è chiaro che si tratta di parti del poema fortemente influenzate dal contesto storico. 10- Non è importante che tu capisca, non devi capire, è chiaro che tu non capisci, devi invece imparare a compendiare, a prendere appunti e a riassumere. Quindi la critica all’istituzione accademica è forte e distruttiva. 11- La metafisica era una delle materie centrali, oggi ci sembra estremamente curioso ma questo era il panorama delle materie che venivano studiate veramente. Mefistofele ritiene che la metafisica sia una scienza inesistente, una scienza non scienza Parola sfarzosa = parola che darà importanza a concetti assolutamente incomprensibili in quanto non verificabili. → polemica dello sturm und drang nei confronti di tutto ciò che aveva attinenza a una spiegazione metafisica della realtà. Loro volevano riportare tutto alla natura e alla chimica della natura e quindi rifuggivano da ogni spiegazione non solo teologica ma anche più genericamente metafisica, di qui la polemica con la metafisica che non viene considerata una scienza. 12- per essere un bravo studente non è necessario essere intelligenti, studiare, leggere, comprendere ma seguire 5 ore al giorno, stare in aula al suono della campana, studiare ogni paragrafo… 13- Lo studente ricerca informazioni circa la medicina. L’uso delle competenze professionali a fine di potere. circondava, con il loro ambiente. In questa scena c’è un interessante presa di distanza da un habitus sociale che connotava lo studente. Lo studente era uno squattrinato assoluto e quindi sesso campava a credito dalle affittacamere e così via, ma allo stesso tempo aveva un potenziale sociale molto alto poiché studiava, sarebbe diventato un medico, un avvocato, un oitaio.. cioè una persona che cominciava ad essere di riguardo. I giovani sturmer, da buoni rivoluzionari, non appuntavano le loro critiche e la loro ironia dissacratoria soltanto alle istituzioni e ai maestri ma anche ai loro contemporanei, ai loro simili, ai loro colleghi studenti, che invece di porsi problemi di tipo più profondo, vivevano stancamente e stupidamente una routine accademica. Questa routine accademica ha avuto una lunga fortuna, cioè la retorica dello studente universitario e della vita studentesca ha avuto una lunghissima impronta nei secoli successivi. Le associazioni studentesche hanno avuto un ruolo fondamentale anche nelle guerre antinapoleoniche in Germania e poi hanno avuto anche dopo un ruolo importante come organizzazioni di tipo pre lobbistico, c'erano delle associazioni goliardiche che si chiamavano BURSCHENSCHAFTEN. der bursche è il ragazzo, ma oggi è un termine caduto abbastanza in disuso, fino a non molto tempo fa era il ragazzo di bottega, il ragazzo apprendista. Entra nell’uso tra il 500 e 600 proprio ad indicare lo studente e viene da borse→ è la borsa quella delle azioni, il termine deriva dall’italiano borsa, che indica sia la borsa che la borsa delle azioni. Quindi der bursche era il giovane che aveva la borsa, la borsa con dentro i libri e gli strumenti per apprendere, ma anche la borsa nel senso di borsellino. Le burschenschaft hanno avuto un ruolo pre lobbistico, infatti per tutto l’800, fino agli anni ‘30, fino all’avvento del nazismo in pratica, le associazioni studentesche avevano un ruolo fondamentale per garantire il funzionamento interno delle università. Non esistevano le rappresentanze studentesche, che hanno iniziato ad esistere sull’onda del grande movimento studentesco, che è partito da parigi e investì tutta l’europa e gli stati uniti nel 1968, da allora è nata la rappresentazione da parte delle rappresentanze studentesche. (il potere prima si difende e si rifiuta, poi lo accoglie e lo governa. Adesso agli studenti è assicurata rappresentanza in tutti gli organi di governo dell’ateneo. La richiesta di rappresentanza bella fresca spontanea e positiva è stata inglobata e digerita dal sistema) Le associazioni studentesche nell’800 e ancora nel Novecento, ebbero, almeno in germania, una funzione importantissima di para rappresentanza all’interno dell’istituzione, si tratta di una rappresentanza non riconosciuta ma che aveva un peso. In più erano associazioni pre lobbistiche perché gli aderenti alle diverse burschenschaft, che erano diverse a seconda del colore politico che le ispirava e a seconda della componente razziale che le ispirava, già nell’800 gli ebrei in Austria e in Germania erano esclusi dalla partecipazione alle burschenschaft, quindi gli studenti ebrei fondarono le loro associazioni studentesche che coabitavano con le associazioni non ebraiche in modo armonico o disarmonico a seconda dei periodi o delle zone, ma erano pre lobbistiche perché l’essere iscritti a una società accademica studentesca era qualcosa che ti portavi avanti tutta la vita e che ti aiutava professionalmente perché ci si riconosceva come appartenenti a una specifica burschenschaft e ci si aiutava. quindi hanno avuto una funzione non indifferente. Resistenza bere molto, il culto della sbronza, l’eccesso, i duelli, aspetti abbastanza idioti. La taverna di Auerbach è interessante per vedere l’atteggiamento di G. nei confronti di questi aspetti, di queste pratiche. Il brano risale agli anni 1772-1773, quindi probabilmente rappresenta una delle scene più antiche in assoluto del Faust. E’ direttamente influenzata dalla permanenza a Lipsia di G. quindi dalla prima stazione universitaria di G. Quando a 16 anni stava a Lipsia a studiare malvolentieri il diritto. A Lipsia esiste un locale/ cantina Auerbach = Auerbach keller, con il soffitto a volte e dove ci sono due affreschi che risalgono al 500 e che rappresentano proprio il dottor faust, quello della storia del dottor faust dello stampatore spies, quindi la prima leggenda scritta in germania del dottor faust in cui il dottor faust era ben noto mago e negromante. In questi due affreschi uno il vino che zampilla dal tavolo e l’altro il dottor faust che vola via a cavallo di una botte, queste due immagini ritornano dalla rappresentazione I nomi in Goethe hanno sempre un ruolo importante Margherita = Margarethe detta Greheien, tchien è il suffisso del diminutivo. Ad aver ispirato Goethe nella costruzione di questo personaggio è Susanne Margarete Brant che fu giustiziata a Francoforte come infanticida. Quindi questo nome per G aveva un richiamo forte. I nomi di questi 4 studenti perdigiorno che stanno lì a bere sono tutti caratteristici. - FROSCH: der frosch è il rospo. Il ragazzo di leva appena arrivato era la spina mentre quelli vicino al congedo erano i nonni, il frosch è l’equivalente della spina nel mondo militare, è la matricola, lo studente appena arrivato che deve in qualche modo servire gli studenti più anziani che deve dimostrare di essere maschio, di saper bere e deve sopportare sulla sua testa gli scherzi degli anziani. E’ quello più giovane e più inesperto che si vuole far notare dai più anziani. - BRANDER: der brand è l’incendio, quindi ha a che fare con il fuoco, ma brand fuchs è un tipo di volpe, la volpe rossa, rossiccia, sarebbe la volpe incendiata, color fuoco. Brander indica la furbizia della volpe ma anche la capacità incendiaria, quindi Brander è un estroverso che prende fuoco facilmente. - SIEBEL: vuol dire setacciare, quindi ha a che fare - ALTEN: Nel Faust 1 diventerà altmaier, Alt rimanda a vecchio, è quindi lo studente più anziano, l’eterno studente. 1- L’inizio di questa scena è in versi, ma solo la primissima parte. Questo andamento strofico-metrico è un calco e una voluta presa in giro ai canti luterani. Elemento fondante della riforma di lutero è stata la traduzione della bibbia, attraverso la traduzione Lutero volle sottrarre la bibbia dall’ipoteca della chiesa romana, la volle tradurre direttamente dall’ebraico per restituire al testo sacro i suoi originali significati, fece anche ovviamente un’operazione “democratica” perché la tradusse nella lingua che parlava il popolo della germania di modo che tutti potessero capirla. Accanto alla traduzione della bibbia Lutero decise di comporre anche una certa quantità di canti, proprio perché un elemento decisivo della religiosità evangelica, è la lettura e riflessione comune, quindi una svalutazione del ruolo del sacerdote e un accrescimento del valore del ruolo della comunità. Questi canti religiosi si fondavano proprio sul fatto di essere cantati dalla comunità, ancora oggi hanno un ruolo fondamentale nella religiosità evangelica questi Lieder, canti corali. Questa forma metrica che G. adotta nei primi passi della taverna di Auerbach corrisponde al metro dei lieder luterani. Quindi subito si parte con una violenta e sacrilega presa in giro della religione ufficiale. 2- Cantate alla ronda = cantate a giro, si cantavano le canzoni un pezzo per uno, cantare insieme stornelli ecc. 3- volta = riferimento immediato al luogo, questo in letteratura è un aspetto abbastanza nuovo, viene tematizzato in letteratura un luogo reale. Questa taverna realmente esistente a lipsia con davvero quel soffitto. 4- Qui si fa finta che siamo nel 500, ma i nessi storici saltano completamente, quindi in realtà stiamo parlando dell’epoca del giovane Goethe, una realtà di tanti piccoli stati o entità statali in cui era divisa la germania, riunite tutte sotto l’egida dell’antico sacro romano impero che oramai era un’assoluta sopravvivenza della storia che non aveva più nessun ruolo politico effettivo, nella storia delle varie entità territoriali. Questo quindi è un dato storico che riguarda non il 500 in cui si svolgeva la vicenda, ma relativo all’epoca di Goethe. Cioè l’idea che il sacro romano impero fosse ormai una sorta di facciata ma che non aveva più nessuna funzione né storica, né politica né operativa è un dato di fatto . Ma naturalmente c’è anche l’elemento sacrilego, da parte dei giovani sturmers, di prendere in giro la sacra istituzione. Quindi la canzoncina è dedicata al sacro romano impero. 5- Questo è uno degli elementi su cui i commentatori insistono molto, Goethe è una delle rappresentazioni più autorevoli della cosiddetta presunta apoliticità o impolicità dell’arte, G. aveva nei confronti della politica e dei politici, un’autentica repulsione. La politica considerata come un’arte assolutamente secondaria, un intrigo, a meno che non si trattasse di politica altissima, come Napoleone, allora il massimo rispetto di fronte ad attuazioni di altissimo livello. In generale considerata adatta a persone meschine. Soprattutto riteneva che la politica non dovesse e non potesse avere nulla a che fare con l’arte, sia il giovane rivoluzionario che il g maturo e vecchio ritenevano che le due sfere non dovessero incontrarsi, la politica doveva solo garantire all’arte un suo spazio di manovra. La vita attiva di cui la politica è stata una parte importante, per lui è stata un'occasione assolutamente straordinaria, perché è entrato, grazie al duca di Weimar e alle sue qualità, in una sfera che in quegli anni era assolutamente interdetta a quelli come lui, cioè ai non aristocratici, ai borghesi, quindi lui ha colto al volo questa occasione. Ma se vogliamo essere veramente precisi lui non ha fatto politica, non si è occupato di essa, si è occupato di tutta pratica, quindi ha preso ordini dal suo regnante, dal suo duca e ha attuato delle misure. Goethe è stato più un tecnico che un politico. 6- Si rifà ad un uso goliardico, per cui gli studenti, dopo le grandi bevute ecc eleggevano tra loro un papa, una specie di capo della serata, a cui gli altri dovevano portare e pagare da bere, aiutare a mettere il cappotto. 7- Frosch inizia a cantare una canzone: l’usignolo, l’uccello poetico per eccellenza, dal canto glorioso, è femminile in tedesco Nachtigall, intitolati a Frau nachtigall, esistono una quantità di lieder. Das lied è il canto, nel senso di composizione poetica. il plurale è dei lieder. C'erano sull’usignolo infinite canzoni popolari, ed essendo l’usignolo femminile, erano intitolati a signora usignolo = frau nachtigall. Quindi lui canta una canzoncina piuttosto di moda e chiede alla signora usignolo di levarsi in volo e di portare i saluti al mio amore. Ma Siebel ha una reazione abbastanza violenta; Siebel che è stato appena lasciato e cacciato di casa da un amante, da una fidanzata, dice: per carità, tutto ma non i saluti all’amor mio. 8- Qui inizia uno dei lieder inseriti nel faust, diventati assolutamente proverbiali. Le canzoni, sia del topo che della pulce che seguirà, risalgono entrambe a questi anni. Questa canzone del topo è un’altra canzone religiosa, contro Lutero. Lutero fa rima con il burro, butter. E’ la tipica cosa anticlericale. L’anticlericalismo è un altro dei connotati tipici delle associazioni studentesche / goliardiche, qui la presa in giro di G. è nei confronti delle finte velleità rivoluzionarie delle associazioni studentesche che sono assolutamente finte, questi goliardi sono rappresentati da G. per quello che sono, ossia dei finti rivoluzionari, queste irrisioni del mondo com'è non sono altro che conferme del mondo come è. Ci sono anche tutta una serie di allusioni anche sconce, il topo nell’agonia fa dei rantoli ecc. che la cuoca irride come fischia dal buco più basso. L’anticlericalismo è nel richiamo a lutero e nella similitudine tra il topo che ingrassa a spese della casa e i clerici, i preti che si ingrassano a sbafo. 9- Si rivolge al compare e richiama quella similitudine del topo che sfiata dal buco di sotto 10- Entrano Faust e Mefistofele. Qui ci sono delle differenze tra il Faust prima parte, Faust ha un atteggiamento abbastanza diverso, sembra divertirsi molto poco, è molto inorridito e infastidito da questa vicenda. Invece nell’Urfaust è molto più presente alla scena. I 2 entrano, l’entrata è completamente ex abrupto, non è minimamente annunciata da alcunché. spiriti fa cadere con una magia il crocifisso e può uscire dalla porta. Quindi il tema della croce era già presente nell’urfaust ma in questa microscena che introduce l’incontro tra Faust e Margherita. Il tema della croce, che è una delle idiosincrasie di G., la croce ha anche un ruolo particolare, è enfatizzato nella religione cattolica che si serve in maniera molto più cospicua e in modo strumentale e politica di tutta la simbologia legata al cristo e alla passione di cristo, di qui probabilmente il fastidio di G. per questo simbolo e per gli aspetti mortuari, di martirio ecc. 2- Goethe usa un termine Fräulein che allora aveva effettivamente la valenza di damigella. Fräulein è un termine che è stato neutro fino a quarant’anni fa, era l'equivalente preciso del nostro signorina in epoca moderna. Esattamente come oggi il nostro signorina è un termine desueto. Fräulein è un diminutivo di Frau = donna, signora. Il diminutivo in tedesco si ottiene aggiungendo a seconda della parola il suffisso LEIN (lain pronuncia) o CHEN e addolcendo la vocale radicale. Il termine che fino a trent'anni fa era nel linguaggio comune e oggi è un po’ uscito dall’uso, viceversa nel 1700 indiceva fraulein le fanciulle nobili, quindi faust si rivolge a Margherita che è una ragazza del popolo con un termine che assolutamente non le compete, non le appartiene, opera per adularla un indebito salto di classe. E lei risponde infatti che non è una damigella. Lui avrebbe dovuto usare secondo i critici il termine JUNFER la cui traduzione più immediata è vergine, sarebbe insomma la ragazza di piccola condizione. Da questo primissimo scambio subito impariamo delle cose su questi due personaggi, Faust ha un atteggiamento fortemente seduttivo e strumentale, a ragazza è perfettamente conscia della sua condizione ma anche della sua dignità personale e reagisce con fastidio almeno apparente a questo corteggiamento. G. teneva molto per ragioni sia autobiografiche che di carattere “politico” a questa contrapposizione tra i due : la contrapposizione è tra l’autenticità odesta, vera, sincera e l’intellettualismo complicato, contraddittorio e sostanzialmente inconcludente. Lui coglieva in fondo il punto debole dello Sturm und drang e di tutti i movimenti avanguardistico e rivoluzionari, cioè l'aspetto sostanzialmente velleitario, la pretesa di essere vicini alla natura e alla naturalità , pretesa minata da un sostanziale intellettualismo, e quindi da una sostanziale inautenticità. 3- Faust dice che splendida creatura mi ha acceso dentro qualcosa e nota che la ragazza è pudica e virtuosa e al tempo stesso ha qualcosa di provocante, seducente, g. usa un termine molto del linguaggio parlato. Immediatamente vede in marherita una doppia essenza, da una parte il mito della fanciulla pudica virtuosa timorosa di dio ecc. dall’altra parte intuisce o crede di intuire una potenzialità di segno opposto e questa sarà proprio la vicenda di margherita. Tutta la critica 800entesca ha molto insistito, sbagliando, su un aspetto influenzato dalla morale, dallo spirito del tempo e dal culto quindi della verginità e dalla visione della donna di un certo tipo ha visto e trasmesso una vulgata critica per cui Margherita sarebbe una povera fanciulla sedotta ed abbandonata (noi siamo oggetto del nostro tempo e il nostro tempo ci domina). Il classico cliché della fanciulla pura e timorata che viene corrotta dal maschioi privo di scrupoli e traviata. Io invece vi suggerisco e vi propongo una lettura diversa che è perfettamente riconoscibile tra le pieghe del testo. noi la riconosciamo non perché siamo più bravi di quanto fossero i critici e i lettori ottocenteschi noi la riconosciamo perché le potenzialità Del testo che si liberano nel corso del tempo ci consentono oggi una lettura che non sarebbe stata possibile nell'ottocento. la lettura che noi senza nessuno sforzo poi voi mi potrete Confermare questa lettura o invece smentirla vede in Marghrita non una povera creatura sedotta ed abbandonata ma diversamete una giovane donna che Attraverso il contatto con quest'uomo Infinitamente più colto, più evoluto, corruttore, arriva attraverso un percorso spaventoso, matura una Consapevolezza di sé e della propria personalità. cioè la mia percezione è che Margherita non sia una vittima o meglio sia una vittima ma maturi anche una diversa consapevolezza del suo ruolo nel mondo della sua Immagine di sé e del proprio modo di vivere la propria libertà la propria sessualità e così via, attraverso un processo di maturazione, che poi finirà Malissimo ma che non è un processo di banale traviamento e corruzione cioè c'è da parte sua una crescente consapevolezza Di sé, ma questo lo potrete verificare ed eventualmente smentire dalla vostra ventura e Fausto vede in lei Subito una doppia faccia, se rileggiamo un attimo: che splendida creatura mi ha acceso dentro qualcosa è pudica e virtuosa e al tempo stesso ha qualcosa di provocante e poi descrive il rosso delle labbra, la luce delle guance non basterà la vita a dimenticarli e quel modo di abbassare gli occhi mi si è impresso in fondo al cuore e poi come ha tagliato corto, anche questo è stata deliziosa. E’ ambiguo anche l’atteggiamento di Faust : → Mi si è impresso in fondo al cuore → addirittura? Che cosa vede Faust in questa ragazza? Faust vede una facile avventura? → mi devi procurare la ragazza → quindi vuole vuole avere con lei una facile avventura di una notte o due o C'è qualcosa di più profondo? anche in lui c'è una doppia c'è dentro al suo animo un combattimento tra il Il maschio che vuole banalmente la prenda e che gode del fatto di esercitare su di lei una superiorità di età, una superiorità intellettuale, una superiorità sociale : Il maschio predatore per usare un termine della nostra attualità. Ma c’è anche in lui l’innamorato, quindi c’è una curiosissima contraddizione. 4- Specchio traduce cin don giovanni il termine tedesco che è invece hans liederlich (?) → si legge liderlich , che è uno di quei nomignoli come hans wurst, il comico del teatro tedesco. Liederlich è un agg. che vuol dire superficiale. 5- Faust in qusta fase tende a servirsi di Mefistifele come una specie di mezzano, gli dice di procurargli una ragazza, e Mefistofele risponde che non è così facile perché quella è assolutamente monda da ogni peccato e l’opera di seduzione e corruzione richiede un po’ di tempo e Faust gli dice di non far storie perché o me la fai avere subito stanotte oppure la compagnia è sciolta. Faust non vorrebbe aspettare tanto tempo. 6- Qui Mefistofele richiama a Faust il fascino della seduzione come azione intellettuale, “parlate già quasi come un francese” → di nuovo torna l’idea dei francesi detentori di tutto ciò che attiene al godimento, alla fatuità,vi ricordate anche per i vini eccetera eccetera. L’antipatia per i francesi storicamente determinata che tende ad attribuire ai francesi tutta una serie di particolarità. Il fascino della seduzione come azione intellettuale come insegnano certe novelle meridionali. → Naturalmente si riferisce con tutta probabilità a Boccaccio, al Decameron. 7- Qui ritorna un aspetto molto presente nel goethe giovane, non sappiamo e nel G. maturo invece questa tendenza al feticismo sia rimasta e sia stata soltanto occultata o se invece fosse un portato della giovinezza. Comunque torna in Goethe giovane molto questo aspetto e gioca un ruolo molto importante nel Werther, lì la perversione di G. tocca vertici inusitati, nel Werther sara addirittura albert a regalare a werther, palesemente innamorato di Lotte che di Albert è la fidanzata, a regalare un Certo nastro che Lotte si legava e che lui conserva come una reliquia. Anche qui Faust vuole qualcosa di Margherita, vuole che sia condotto nella camera da letto e che Mefisofele gli procuri un feticcio da tenere con sé. 8- Continua questa dialettica interna in Faust tra Il giovane innamorato dell'innocenza e il rapace, il maschio predatore. 9- Lei sarà da una vicina quando andranno nella stanza da letto. 10- Sono presenti nell’Urfaust queste piccole scenette, questi siparietti di Mefi che chiaramente si rivolge al pubblico, Mefi. Istituisce con il pubblico una complicità immediata contro Faust. SERA 11- Questo primo monologo di Margherita resta identico anche nel primo Faust. Anche lei è stata ovviamente colpita dall'ardire, da questo modo sfacciato ma che allo stesso tempo denota una grande sicurezza e superiorità sociale da parte di questo misterioso straniero. l'insolenza È per Margherita un portato della provenienza aristocratica se non provenisse da una nobile casata non sarebbe stato così insolente, Anche lei esce dalla stanza ed entrano Mefistofele e Faust. 12- Ritorna questo tema che è veramente una presenza vagamente ossessiva dell'ordine borghese. Costantemente all'opera nella Sendung, il fastidio inconfessato di Wilhelm, di quando andava a casa di Marianne, per il disordine dell'artista che trovava nella casa e che tanto ripugna al suo senso dell'ordine. Senso dell'ordine che porterà con sé anche nel momento in cui si lascerà alle spalle il mondo borghese di provenienza e adotterà la vita degli attori girovaghi e condividerà con loro la vita; vedremo che questa idea dell'ordine continuerà a portarla avanti, è un'idea e un ideale borghese, l’idea della pulizia, della funzionalità della casa, dell'ordine eccetera. Mefistofele nota subito questo particolare nella cameretta di Marghita, questa lindura, questa pulizia ed ordine della sua cameretta. Naturalmente questo ordine così sottolineato è una delle immagini dell' ordine generale che sarà sconvolto e profanato dall’intervento di faust e mefistofele. 13- In questa fase del rapporto tra i due, in Faust domina il sentimento diciamo così “buono”, lui è conquistato appunto da questo ordine, da questa pulizia che corrisponde perfettamente all’immagine di Margherita che lui si fa. l'ordine della cameretta e della pulizia ed è che anche la pulizia interiore di Margherita rimanda ad un ordine del mondo per il quale Fausto prova nostalgia, un ordine del mondo al quale Faust non appartiene più. se vogliamo trasferire anche in termini di in termini abitativi vi ricordo che Lo studio di Faust in cui si apre su cui si apre la vicenda è polveroso, con la muffa, i vetri non lasciano filtrare quasi filtrare più la luce, quindi in Faust Non c'è più l'ordine borghese Faust si lascia cadere su una poltrona di cuoio e questa poltrona diventa l’immagine della Dimensione domestica e affettuosa di un mondo piccolo e raccolto che ignora le grandi vicende del mondo e che ha un suo ordine e una sua interiore armonia che lui rimpiange anche se per lui sarebbe solo e unicamente un carcere. Poltrona di cuoio = retaggio familiare, dove probabilmente si sono seduti e addormentati i nonni, i bisnonni che resta come retaggio della famiglia, il mobile importante, tutto questo è grande idealità borghese, la continuità della famiglia, tutto nel segno di un'armonia restbabiliam un mondo piccolo fatto di piccole cose, perfettamente armonico e rispondente in qualche modo. Lo spirito che ogni giorno ti ammaestra, le faccende domestiche, pulire il pavimento e stendere la tovaglia, come parte di un idillio di vita semplice e modesta che trasforma la capanna, la casupola in un paradiso e qui solleva una cortina del letto. 14- Bella immagine della trasformazione: lui scosta la cortina, vede il letto e naturalmente la sua immaginazione e di tipo voluttuoso e non direttamente carnale, e lui vede con gli occhi dell’immaginazione che cosa su questo letto è avvenuto, come questa ragazza da bambina si è sviluppata, è cresciuta. Naturalmente qui dovremmo essere molto teoricamente nel ‘500, molto teoricamente perché la ricostruzione goethiana è abbastanza incurante dei dati storici, quindi la polemica dovrebbe essere ancora contro la chiesa cattolica. 3- Nella risposta di Faust: non c’è da stupirsi di fronte alla presenza dell’ebreo e l’intento spregiativo, il tema dell’antisemitismo in ambito linguistico tedesco è un tema che non è nato, non è stato inventato dalla Shoah, è un tema presente e ricorrente, nelle zone più orientali quindi appartenenti all'ex imperoaustro ungarico un diffuso antisemitismo anche se non nelle forme spaventose che ha assunto con la Shoah, è presente in territori di lingua tedesca e non solo, è presente in modo latente da entrare nella normalità dei proverbi → “attaccato al denaro come un ebreo” qui è il senso. I pogrom all’epoca erano già molto diffusi, vi erano anche in Oriente, in Russia, ecc. L’antisemistismo era un dato endemico nell’ex impero austro ungarico, con il quale si conviveva in maniera del tutto pacifica, normale, ironica e spesso autoironica da parte degli ebrei. 4- Faust vuole che Mefistofele procuri a Margherita novi gioielli perché gli altri se li è presi il prete. CASA DELLA VICINA 5- Adesso inizia la scena con la vicina, Marta e Margherita. Anche Marta è un personaggio interessante che racchiude certi luoghi comuni su certi ruoli femminili del teatro, la vicina ha il ruolo di consigliera, ma anche il ruolo di mezzana, perché è lei che favorirà gli appuntamenti di margherita con Faust. Ma è anche depositaria di virtuosi piccoli borghesi che il diavolo si occuperà di sbugiardare e svillaneggiare. Si vede immediatamente la contrapposizione Margherita Mefistofele, quando Margherita dice a pag. 18 in alto “Ah quanto sono infelici gli uomini, reciterò per lui diversi Requiem” e lui le dice che sarebbe degna di trovare subito marito e lei risponde prima che non è ancora il momento, poi lui insiste: se non un marito almeno un cavaliere e lei risponde secca “non è questa l’usanza del paese”. E’ immediata la contrapposizione tra i due. Poi da notare la perfida e fortissima ironia di mefistofele, come lui si prende gioco di tutto il bagaglio “piccolo borghese", il dolore stereotipato per il marito morto lontano, tutta questa retorica che viene completamente irrisa. Interessante il fatto che il marito viaggiatore inquieto e infedele sia andato a cercare frtuna in Italia, siamo in atmosfera piu o meno malamente ricostruita ciquecentesca, gli uomini che non facevano i contadini venivqno come soldati i ventura in italia e spesso si arricchivano di bottono addirittura il amrito di marta viene rappresentatocome un priata→ quando parti da malta la nostra nave catturpun vascello musulmano, quindi battaglie navali e occupazione e rapina del vascello musulmano che aveva un tesoro, quindi temi dell’esotismo, la pirateria, l’italia ecc. 6- Lo spolpò di tutti i suoi averi questa ragazza a Napoli. Napoli c’entra sia perché luogo dell’esotismo, sia perche considerata come sessualità alle citta portuali per tutto il 1600, luogo di incubazione della sifilide, in Italia veniva chiamata mal francese, perche so diceva che venisse dalla Francia. Altrove era conosciuta come il male napoletano, perche si riteneva che ordinasse da napoli, in genere erano le città portuali, con grandi scambi e quindi con grande promiscuità sessuale da cui poi si irradiavano queste epidemie che allora lo flagellavano soprattutto i giovani uomini erano a loro volta portatori. Quindi napoli considerato luogo di massima perdizione dove non c’era nulla di più facile per un uomo che avesse ottenuto una piccola fortuna di venire circuiti da una ragazza del posto che si appropriava di tutti beni. Marta ha un atteggiamento nei confronti del marito che è stereotipato, una sorta di “morale piccolo borghese” ante litteram, nel cordoglio stereotipato c’è la richiesta del ricordo → possibile non ha lasciato nulla per me, che meglio ancora sarebbe denaro, dei beni. Lei a sua volta vuole partecipare il suo lutto alla sua comunità, anche qui c’è un anacronismo, nel 500 non c’erano i giornali, lei vuole mettere un annuncio nel giornale locale settimanale. Le pubblicazioni periodiche iniziano ad avere una qualche diffusione nel 1600 soprattutto come gazzette edificanti, che consentivano ai pochi che erano alfabetizzati, di avere un intrattenimento domestico che poi i leggevano nel corso dell’anno e nel corso dei mesi alla famiglia riunita e leggeva agli altri e in qualche modo li edificava. Lei quindi vuole comunicare alla sua comunità il fatto di essere diventata vedova. Questo era anche un modo socialmente per immettersi sul mercato, che è esattamente cio che gli suggerisce Mefistofele “lei si guardi intorno” → tant’è che marta fara un pensiero successivamente anche sullo stesso mefistofele. - Sant’Antonio da Padova → la citazione non è casuale, era come dire San Pietro, era luogo principe della cristianità, era una sorta di garanzia riguardo al fatto che anche se è morto è morto secondo i crismi di santa romana chiesa. -Marta si chiama con il nome del marito Schvertlain (è la pronuncia), che vuol dire spadino, la spada piccola, secondo i commentatori questo è un nome non casuale che rimanda al mestiere appunto di soldato di ventura del marito di Marta, secondo il prof è un po' una sciocchezza non crede che sia questa l'origine, forse rimanda più all’idea del nomignolo, ma che non ha a che fare con l’attività militare del personaggio. dialogo TRA FAUST EMEFISTOFELE Zingara → robusto sottofondo razzista, soprattutto se lo leggiamo con la nostra ottica di oggi. Zingara stava ad indicare una donna di liberi costumi. M. intravede subito un punto di belozza attraverso il quale poter far breccia. Marta al di là di questo suo ordine borghese, di convinzione nel ricordo del marito eccetera eccetera ha una tendenza diciamo eversiva alla morale corrente: è lei che incoraggia Margherita a non confessare alla madre la seconda cassetta di gioielli è lei che consentirà a Margherita e a Faust di incontrarsi. Questo dialogo tra i due è piuttosto interessante, allora è interessantissimo questo aspetto del giuramento. Mefistofele gli dice che dobbiamo giurare che quello è morto a Padova, che tu c'eri, in modo che la morte venga certificata. E Faust risponde, bene allora dobbiamo andare a Padova a vedere, a verificare ecc.cioè Faust interpreta ancora la correttezza e ha sempre bisogno della certezza scientifica della prova di quanto dice. In questo la sua è un'indole dello studioso, un'indole ordinata, di colui che prima di fare un'affermazione deve trovare gli appigli, le prove a quanto afferma. Mefistofele lo svillageneggia e lo fa prendendolo in giro e facendoci vedere in una chiave drammaticamente ironica tutta la prima parte del poema. Mefistofele ripercorre tutto il monologo iniziale di Faust, dice: quando con assoluta convinzione parlavate di dio, del mondo, di ciò che in esso freme, dell’uomo… in realtà non sapevi assolutamente niente di più. E poi dice non solo quello ma quello che tu domani racconterai a Margherita per ottenere l'unica cosa che vuoi cioè averla, le giurerà amore eterno sapendo perfettamente che tutto questo non e ver. 8- Faust si muove in una profonda incertezza, abbiamo visto che c'è questa doppia valenza e in questo l’UrFaust denuncia la sua origine giovanile, la psicologia di di Faust è scissa: da una parte Un desiderio diciamo banalmente carnale di avere questa ragazza, dall'altra c'è tutta una retorica Dell'amore e della passione amorosa, dell'impeto eccetera. Qui Faust è serissimo quando dice “se provo un sentimento e per esso per questo…è una finzione?” Faust dice ma questo è vero, questa è la parte migliore di me. E Mefistofele dice sì sarà pure così però alla fine è il diavolo ad avere ragione. Nella scena conclusiva del colloquio tra Faust e Mefistofele vi è un’effusione sentimental pietistica di Faust, quando Mefistofele lo prende in giro e gli dice bene bravo, poi si parlera di amore etero, fi eterna fedelta, di una passione unica e Travolgente, ache questo verra da cuore? E Faust gli risponde molto risentito e fa una perorazione che puo sembrare a tratti anche vagamente comica ma non e assolutamente intesa in senso comico, qui e proprio un esempio di effusione sentimentale molto tipica del periodo e molto tipica del goethe di questa fase, fusioni di questo genere che a Leggerle oggi ci danno vagamente fastidio o esercitano su di noi una funzione straniante, sono invece molto comuni Nel 700 e costellano per esempio il Werther, gran parte dei momenti in cui Werther si rivolge direttamente al suo corrispondente, cioè a quel Wilhelm, omonimo della zendug, che è colui che riceve le sue lettere, questa effusione sentimentale è sempre molto presente e rischia di avere sui lettori moderni un effetto straniante e anche vagamente dissonante. Dobbiamo cercare di Contestualizzarla e di inserirla nel suo nel suo giusto contesto e questo vale anche per queste parole di Faust: 8- “Smettila… finzione?” → Qui Faust è completamente sincerpo ed è nel’atto di perorare la propria causa, che si nutre di quella duplicità, così evidente nel personaggio: da una parte il cinismo della della conquista, di tutto, di qualsiasi cosa, di qualsiasi bene che sia la virtù della povera Margherita o si tratti di acquisizione di potere → Faust è totalmente privo di scrupoli. Dall'altra parte però è continuamente alla ricerca di nobiltà e di assoluto. Questa contraddizione è proprio insita al suo carattere e inscindibile a lui e fa assolutamente parte del personaggio. EFFUSIONE SENTIMENTAL PIETISTICA → E’ questo modo di effusione del cuore, questo sentimentalismo anche nella scelta dei termini, noi vediamo per es, nel Werther nelle lettere come Werther si rivolge al suo amico → dilettissimo, amatissimo mio, termini che noi ci appaiono esagerati e sdolcinati ma che fanno parte dell’atteggiamento sentimentale dell’epoca. La risposta di Mefistofele è raggelante ma anche sacrosanta→ “eppure sono io ad avere ragione” GIARDINO Cambio di scena, le due coppie che passeggiano nel giardinetto di di Marta. Vi prego sempre di tenere presente l'ambientazione e come Faust e Mefistofele agiscono in questo mondo che G. stesso ha chiamato il piccolo mondo, opponendolo poi al grande mondo che comparirà soprattutto nella seconda parte del Faust, quando faust sarà portato da Mefistofele a cospetto dell’imperatore e tratterà da pari a pari con l’imperatore, gli spaccerà come sua rivoluzionaria invenzione l’invenzione della carta moneta, e quindi l’invenzione del del capitalismo aggressivo, portato del diavolo come Goethe intuisce perfettamente. Nella contrapposizione che ci sarà nel Faust grande tra grande mondo e piccolo mondo, il mondo di Margherita, mondo che Faust profanerà in maniera spaventosa, è rappresentato come un idillio che noi oggi definiremmo “piccolo borghese”, def. antistorica, ambiente angusto, prevedibile, dove tutto si svolge secondo un certo ordine. Faust trova suo piacere a rientrare in questa dimensione che gli sembra garantire una sorta di semplicità e di ordine rassicurante, tutto questo è fittizio, destinato alla rovina, questo culto di faust dell’innocenza margherita radicata in questo ambiente e contesto e un mito falso, è un autoillusione, perché poi la realtà effettiva del mondo di Margherita adesso lo vediamo non è per niente idilliaca e leggiamo proprio in quest’ottica. soprattutto su questo tumulto del desiderio, che è chiaramente desiderio erotico, grava l'ipoteca diabolica che Margherita sente sempre, poi vedremo la sua ostilità istintiva nei confronti di Mefistofele. Anche in questa canzone si sente “sopra” questo incombere del male. GIARDINO DIMARGHERITA 1- Sono insieme Margherita e Faust e Margherita interroga faust che è naturalmente sotto falso nome, si chiama Heinrich (hainrich) nel rapporto con Margherita quindi ancora una volta il gioco di G. con le identità, quindi la scena inizia con “dimmi una cosa Enrico” Margherita lo interroga sulla religione e Faust Heinrich svicola naturalmente ma costretto poi ad esprimere la propria posizione fa una professione di fede in puro stile sturmeriano panteistico in cui afferma la presenza di Dio e della divinità in tutte le cose. E’ proprio un inno alla concezione sturmeriana di un Dio identificato con la natura e assolutamente desacralizzato e privato di qualsiasi canone religioso che agisce in tutte le cose e che è motore di sentimento e nel sentimento. Naturalmente la povera Margherita è colpita da queste parole, ma riesce però a dar loro una sistemazione tutto questo è bello e giusto. Più o meno dice le stesse cose il catechismo, solo con parole un po' diverse. Eppure Margherita sente che c’è qualche cosa che non torna → in verità tu non senti da Cristiano. Faust di nuovo cerca di svicolare e qui arriva la perorazione di Margherita contro Mefistofele, lo avevamo già visto in alcuni passaggi molto vaghi, questa repulsione istintiva che Margherita prova per Mefistofele. Questo è un elemento interessante perché è un elemento che tornerà nel Faust prima parte della tragedia, laddove interverrà rispetto all?urfaust un cambiamento radicale nel finale, nel momento in cui nella tragicisimma e straziante scena finale interverrà una voce fuoricampo come diremmo oggi, da fuori il palcoscenico, che farà eco alla frase di Mefistofele “lei è condannata” → parlando sopra alla frase di Mefistofele questa voce senza corpo dirà “no lei è salvata”. Quindi ci sarà nella prima parte della tragedia questo intervento soprannaturale che muterà completamente la vicenda nel senso che darà una sorta di assoluzione a Margherita,che invece nel nostro primissimo Faust è ancora condannata. 2- In questa determinazione e ripulsa di Margherita così così forte e così decisa nei confronti dell'elemento demoniaco c'è il germe di quella che anni dopo sarà la sua salvazione. 3-In più lo considero un poco di buono questo→ l’orrore che Mefistofele ispira a Margherita è un orrore assolutamente immediato cioè non mediato da nulla è un orrore assolutamente istintivo, quindi indipendente dai suoi modi e dal suo comportamento. In aggiunta lo considero anche un poco di buono. Faust minimizza. In sua presenza mi sembra di non amarti più → Margherita nella scena finale che è comunque prenda del delirio, nel momento in cui compare accanto a Faust, che sta cercando in tutti i modi di Convincerla a uscire dalla prigione, la cui porta egli ha aperto grazie alle arti magiche di Mefistofele. Nel momento in cui Margherita vede Mefistofele accanto a Faust prende la decisione di non muoversi da lì e di preferire il giudizio degli uomini al commercio con Mefistofele. 4- Margherita deve andarsene e Faust lamenta il fatto che non possono mai stare insieme a lungo, e Lei ingenuamente gli dice se soltanto dormissi sola ti lascerei volentieri l’uscio aperto questa notte ma mia madre non ha il sonno pesante se per caso dovesse sorprenderci né morirei all’istante → a questo punto Faust le consegna il famoso sonnifero che si rivelerà invece grazie sempre alla solerzia di Mefistofele un veleno di cui la madre di Margherita morirà e quindi Margherita essendo colei che le ha versato il contenuto della boccetta nella sua bevanda diventerà di fatto colpevole di questo delitto. Quindi per colpa di Faust e Mefistofele Margherita si macchia di un triplice delitto uccidendo o comunque consentendo l’uccisione delle tre persone a lei più vicine e più care → quindi la madre che muore che muore proprio per mano inconsapevole di Margherita che ne versa il sonnifero. Il bambino che evidentemente lei soffoca o affoga, uccidere tramite infanticidio com'era prassi nel periodo storico. Sarà comunque complice anche se non direttamente artefice dell'omicidio da parte di Faust aiutato da Mefistofele del povero Valentino, il fratello di Margherita. Tutta la scena e il contesto dell'uccisione di Valentino nell’Urfaust è praticamente inesistente il contesto, e invece nella prima parte della tragedia tutta la storia di Valentino sarà molto più motivata. Quindi Faust le da la famosa boccetta 5- Esce Margherita e rientra Mefistofele molto divertito dalla ripulsa che Margherita ha espresso. 6-Quella notte sarà la notte in cui grazie alle arti di Mefistofele la madre di Margherita sarà addormentata, anzi passerà dal sonno alla morte e Faust godrà dei favori di Margherita. ALLA FONTANA 7-Passa evidentemente un po' di tempo e c'è questa scena celeberrima alla fontana. LA FONTANA, LA FONTE è luogo mitico per eccellenza, è alla fonte che già nell'antichità convenivano le fanciulle ad attingere l'acqua per le faccende domestiche ed era alla fonte che si decidevano amori, fidanzamenti, convegni eccetera eccetera. E’ un luogo mitico per eccellenza presente nei miti di tutto il mondo, è presente la fonte come luogo di incontro in particolare tra i giovani, è presente nei poemi omerici così come nel Faust, così come nella grande canzone napoletana di tradizione, alla fonte si incontravano i ragazzi, andavano perché era il luogo dove le figlie di famiglia venivano ad attingere l'acqua; quindi luogo mitico per eccellenza e luogo dell'incontro. E quindi qui abbiamo alla fontana Margherita e LISETTA ad attingere l'acqua, sono lì con delle brocche. Tra l'altro la fonte è presente e ha un ruolo massiccio anche nelWerther . 8- Qui entra tutta la malignità del perbenismo, quella che c'è cascata. Queste parole dell’invidia gretta di Lisetta. 9- Qui ci viene data una misura di qual era la prassi sociale in queste in queste comunità in cui vigeva un ordine morale all’insegna della ferocia, repressione delle donne e la punizione. 10- C’era proprio una morale di gruppo, una morale di comunità che era assolutamente feroce e che non perdonava l'infrazione alla regola della verginità, la ragazza non doveva darsi prima perché fino al matrimonio, c’era un ordine feroce che vessava la donna. Chi contravveniva poteva sposarsi lo stesso ma comunque la comunità sapeva che aveva peccato e quindi era comunque allontanata dalla comunità oppure l’altra risorsa era quella di cercare di nascondere la gravidanza e liberarsi dell’incomodo in qualche modo. Naturlamente in queste epoche non si parla di aborto. La via più sicura era liberarsi del bambino una volta nato. BASTIONE 11-C’è questa celeberrima preghiera alla mater dolorosa che è stata anche questa musicata da Schubert. Invocazione di M. alla mater dolorosa. E’ chiaro, tra le righe, che sarà la mater dolorosa, alla fine della prima parte della tragedia ci sarà questa voce fuoricampo che sarà la mater dolorosa che ha intercesso per Margherita. DUOMO 1- L’Urfaust rispetto al Faust è costruito quasi tutto sulla giustapposizione, l’affastellamento di singole scene, senza o con scarsissima cura del legame delle singole scene. Quindi scarsa cura di un habitus narrativo da fornire al dramma, cosa che invece nel Faust l’attenzione da questo punto di vista è vigilissima. Qui noi saltiamo tutta una serie di passaggi e di snodi che sono lasciati chiaramente alla immaginazione del lettore e comunque alla sua conoscenza della vicenda. Qui apprendiamo di botto che la madre di Margherita è morta per via del famoso Sonnifero con aggiunta dello zampino di Mefistofele e questa scena in Duomo rappresenta le esequie della madre di Margherita, mentre nel faust prima parte della tragedia questa scena non è legata specificamente all'evento della morte della madre. Il personaggio che si alterna con Margherita, questo spirito malvagio, è chiaramente una personificazione non si è scomodato Mefistofele Per tormentarla, ma è chiaramente una personificazione di quello che qualche anno dopo si sarebbe definito il senso di colpa. Lo spirito malvagio è la personificazione, visibile evidentemente alla sola Margherita, del suo senso di colpa. 2- La madre passò dal sonno al tormento secondo la credenza religiosa perché morta senza i conforti della religione e quindi senza sacramento dell'estrema unzione e il sacramento della confessione; quindi il tormento indica chiaramente le pene transitorie del Purgatorio e “Grazie a te, per tua colpa” quindi è passata dal sonno ad una morte con non giusta diciamo NOTTE 3- A proposito della mancanza totale di suture tra una scena e l'altra e mancanza totale anche di motivazione ed introduzione dei personaggi, vedete che nella scena seguente intitolata NOTTE, noi troviamo improvvisamente di colpo il fratello Valentino, invece le scene relative al fratello Valentino e al suo duello mortale con Fast, FAust vergognosamente aiutato nel duello da efistofele e quindi reso vilmente invincibile, è tutto nella prima parte della tragedia ed è completamente assente qui, qui manca completamente la scena del duello. Qui c'è soltanto questo monologo di Valentino davanti alla casa di Margherita, Valentino che del tutto ex abrupto viene immesso nella scena e racconta la passata fortuna, il passato compiacimento per la virtù di Margherita e adesso invece la rovina e la vergogna perché tutti hanno il diritto di sparlare della povera margherita per quello che ha fatto. Dopodiché Valentino, così come entra, esce dalla vicenda e solo alla fine noi avremo contezza dalle parole di Mefistofele, che tra i delitti di cui si è macchiato Faust c'è anche l'uccisione di Valentino. 4- Alla scena di Valentino segue un un dialogo tra Faust e Mefistofele. pag. 29 5-Segue qui un monologo totalmente sturmeriano da parte di Faust. Questa perorazione che è molto forte, qui vi è trionfalmente lo spirito dello sturm und drang che poi sarà lo spirito del preromanticismo, ma queste parole arrivano proprio dirette a Nietzsche, se pensate anche all’essenza dello ubermensch nietzscheano, questa sua disperazione che nasce dal rapporto inevitabilmente fallato con la realtà e qui la derivazione è proprio nettissima. D’altra parte che Nietzsche avesse con Goethe e con il Faust un rapporto di assunta preferenza è noto. 6- Questa scena come si può vedere anche graficamente è in prosa e tale è rimasta anche nella prima parte della tragedia, e nella prima parte della tragedia nel Faust uno è l'unica scena rimasta in prosa, quindi lì Goethe non l’ha evidentemente voluta mettere in versi proprio perché qui la prosa svolge un ruolo opposto diciamo così, cioè mentre normalmente sono i versi che enfatizzano e elevano il tono del discorso, in un poema in versi la piccola scena tutta in prosa serve esattamente alla stessa funzione cioè a enfatizzare l'importanza e la tragicità di quello che si sta dicendo e la scena è famosa, le parole sono famose.
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