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Utopia - Girolamo Imbruglia, Appunti di Storia Moderna

Riassunto del libro Utopia di Girolamo Imbruglia

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 28/05/2024

miriam-botti
miriam-botti 🇮🇹

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Scarica Utopia - Girolamo Imbruglia e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! UTOPIA- Girolamo Imbruglia L'umanesimo e lo spazio dell'Utopia Il profetismo di Savonarola e il controllo spirituale della politica. Savonarola tentò di dare al cristianesimo la forza politica della profezia. La politica di Savonarola fu un ibrido tra la repubblica romana e l'ideale religioso di Gerusalemme Cristiana. Instaurò la sua Repubblica 1900 nel 1494 dopo la Cacciata dei medici e morì nel 1498. La sua nuova idea di profezia è ispirata alla prassi profetica dell'Antico Testamento e in contrapposizione a quella della Chiesa di Roma perché questa non aveva più una direzione sacra. La fede di Savonarola nega la centralità della teologia nel cristianesimo. Al centro la semplicità, la Carità e la giustizia. Conferma la verità del Cristianesimo ed ha valore religioso e morale all'azione politica. Denuncia la tirannia a Firenze,qui si deve instaurare un nuovo governo sulla base della storia del popolo. Caduta La Tirannia a Firenze si poté sperare in un regime cristiano in quanto i fiorentini erano molto inclini ad un culto divino. se a Firenze ci fosse stato un buon governo si sarebbe potuto replicare lo stile di vita dei primi cristiani e il suo buon governo avrebbe indirizzato il popolo verso una democrazia. Savonarola riconobbe l'importanza del Consiglio grande, il quale doveva essere concepito come un dono di Dio. Bene comune, vivere in Concordia, imporre giustizia avrebbero riportato Firenze alla Repubblica Romana. Il governo di Firenze doveva essere più di Dio che degli uomini. La Repubblica di Savonarola era un connubio tra l'ideale biblico del timore di Dio all'esperienza classica. questo connubio caratterizzava l'elite della cultura umanista Fiorentina di quegli anni. Ancora però la definizione di Repubblica non era chiara, ma la Repubblica teocratica si può dire comparsa nella realtà politica moderna. L'esperienza di Moro e Machiavelli furono due opposte risposte alla cultura di Savonarola. Machiavelli e la politica senza cristianesimo Alla morte di Savonarola Machiavelli fu nominato segretario alla Seconda Cancelleria. Egli pone una forte critica verso il monaco, affermando che i legislatori devono rinunciare all'ausilio dell'illusione della credenza religiosa e fidarsi solamente delle armi e della politica. L'errore più grande, infatti, commesso da Savonarola, secondo Machiavelli fu quello di aver collegato la politica al cristianesimo. Savonarola affermò di voler riprendere la cultura umanista romana per fondare il nuovo governo di Firenze, ma quest' ultima era completamente diversa dal cristianesimo: la prima vista come una religione nata dalla politica e agente secondo la sua funzione. La ragione dell'interesse di Machiavelli nei confronti del frate stette perciò nell'essere stato il primo politico Cristiano moderno. Allo stesso tempo pensare che si potesse governare con le preghiere avrebbe significato togliere autonomia alla politica, sottomettere alla religione e trasformarla in ubbidienza al papato e alla chiesa di Roma. secondo Machiavelli gli stati non sono eterni, e pensarne uno perfetto significherebbe pensare a un utopia. Il progetto politico di Moro e Machiavelli si formò sull'obiettivo di trasformare la politica secondo la ragione. Utopia ed eresia nell'autunno del rinascimento Pucci e la salvezza del genere umano Pucci ha l'idea di creare un nuovo cristianesimo in chiave millenaristica, per tornare all'origine del Cristianesimo. Attraverso il nicodemismo, si crea una sorta di utopia invisibile. L'altrove è dentro di noi, credendo a ciò che vogliamo senza mostrarlo al mondo esterno. Il nicodemismo condannato da Calvino era necessario per diffondere la vera dottrina Cristiana. Pucci difese la formazione della chiesa invisibile, che era stato un tema famoso e svolto da Calvino in un senso rigidamente collegato alla più rigorosa predestinazione. Questa Repubblica nicodemita era priva di ogni obiettivo politico come conquista espansione della nazione. Coloro che si sentivano cittadini di questa utopia invisibile avrebbero dovuto rispettare le istituzioni pubbliche, perché essa si insinua negli interstizi del mondo terreno secondo le forme concrete della società segreta. In Pucci non c'è più uno stato felice, non vi è più uno stato e se di religione si parlava, non si parla di religione civile, ma divenne irenismo. Irenismo l'unione di correnti religiose cristiane in base ai loro punti comuni. Questo permetteva di costruire Forme di convivenza naturali e felici che ricordano le teorie di Rabelais. Bodin e la sovranità L'utopia è una soluzione di emergenza per raggiungere il vero obiettivo: la pacificazione dei conflitti religiosi. E fondamentale dare un valore assoluto e supremo alla sovranità. Critica Machiavelli e Moro in quanto utopie irrealizzabili e quindi inutili: approccio pragmatico, bisogna commisurare le aspirazioni utopiche alla realtà. La famiglia è la prima cellula della società. Si chiede se l'utopia possa avere utilità politica in una fase di trasformazione come le guerre di religione in Francia. Per un cambiamento Pacifico e naturale è necessaria la sovranità di uno Stato. Questo è la forma di governo giusto che esercita potere ed è fondato dalla sovranità: ● La sovranità unisce le famiglie e le istituzioni nel corpo perfetto dello Stato. ● La sovranità è la potenza assoluta e Perpetua della Repubblica, produce e impone le leggi. ● Chi detiene la sovranità decide i funzionari e i loro compiti, decide la guerra o la pace, decide sulla vita o sulla morte. Bodin rifiuta la visione di Repubblica ideale di Moro in quanto non tiene conto delle categorie politiche di sovranità e famiglia, Lo scopo della Repubblica non è vivere bene e felicemente, ma vivere secondo virtù. Infine la felicità interna ed esterna è irrealista, servono regole politiche e realistiche. L'utopia repubblicana è violenta e contro natura, viola le leggi della storia della natura. Infine per Bodin le leggi pensate secondo le regole della sovranità sono in funzione alla conservazione dello Stato. Egli rifiuta il principio della comunione dei beni, perché distrugge la famiglia e fa scomparire giustizia e fede. Anton Francesco Doni L'insofferenza per la politica del tempo e il desiderio di rapporti sociali basati sulla comunità dei beni caratterizzano le opere di doni. La religione cristiana è la credenza su cui basare la realtà, le idee e le regole degli altri mondi. ● Nel mondo della realtà lo Stato e la religione convergono, il cristianesimo deve regolare la police. ● La Chiesa Cattolica ha funzione di guida attraverso il culto, basato sul sacrificio e sulla certezza della vita morale, fondata sul principio della Carità. Doni riconosce grande merito a Savonarola per aver unito religione e Police, ma non segue la sua via del profetismo. ● Rifiuto del millenarismo Nell'altrove di doni La struttura è geometrica e tutto è in comune. ● Comunismo integrale, economico e sessuale: scompariva la famiglia. ● Mondo uniforme, senza furti e ambizioni, ignorato il valore dell'individuo, che era senza passioni e rispondeva solo ai bisogni elementari. nel viceregno del Perù e governate dalla compagnia di Gesù dall'inizio del Seicento al 1756. Per evangelizzare selvaggi occorreva una predicazione nuova come nuove erano quelle popolazioni, che erano diverse dalle popolazioni Mediterranee e dalle popolazioni orientali. Gli indios erano animali politici, il quale è istinto dava regole che garantivano la pace all'interno della tribu. Questi selvaggi si dovevano far diventare pienamente uomini e poi cristiani, in questo modo sarebbero stati trainati nell'universo del cristiano. Il modo di vita instaurato nelle missioni per questo scopo frantumò quello precedente indigeno. Le tribù furono costrette a divenire sedentarie e a fermarsi in villaggi costruiti secondo uno stesso modulo. I gesuiti formalmente controllati dalla corona spagnola erano indipendenti: potevano vietare l'accesso nelle missioni a chiunque e molte altre operazioni amministrative.Le narrazioni che i gesuiti pubblicarono sulle loro missioni nel Sud America ebbero una caratteristica simile a quella dei racconti utopistici. Nel primo Settecento la diffusione di queste relazioni fu grandissima, tanto che gli stessi Gesuiti si chiesero se fossero sensate queste missioni. Si risposero di aver creato un governo spirituale basato sulla spontanea annessione degli indios, ma è chiaro che venne esaltata la loro Police cristiana. Così al centro delle barbarie si era realizzato il celebre progetto della Repubblica di Platone. I gesuiti negano che le emissioni fossero la realizzazione del sistema politico dell'utopia di Moro, tanto da non far riferimento alla teocrazia ebraica. Il solo modello di vita sociale al quale guardare fu per loro quello della chiesa primitiva. Il sacro esperimento dei puritani - Christianopolis Di Andreae Nel 1603 alcuni puritani inglesi si imbarcarono per l'America del Nord. Lasciavano una nazione che a loro sembrava corrotta cercando di costruire una nuova Gerusalemme. La teocrazia fu la sostanza anche del Sacro esperimento che i puritani stavano conducendo nell'America del nord ed era divenuta la forma politica e storica dell'utopia. I puritani erano certi della fragilità umana dunque non vi era più la cinquecentesca aspettativa utopistica di una soluzione definitiva, ma la volontà e il bisogno di costruire una nuova realtà in cui vivere. Hartlib, nel 1641,descrisse la fantastica città di Macaria, colpito dall'opera di Valentin Andreae. Questo quest'ultimo si era rivolto a tutti coloro che desideravano moderati cambiamenti politici. La sua Christianopolis è un'isola con una minuscola comunità, descritta fin nella topografia con molta minuzia. Il culto della religione era rispettosa della divinità e animata dell'amore per il prossimo. Importante era la famiglia la cui abitazione era di proprietà pubblica. La proprietà era ammessa e regolata dallo Stato attraverso un'attenta opera di amministrazione e di educazione. Christianopolis era una società priva di conflitti; il Governo era gestito da un aristocrazia. Christianopolis non ebbe la potenza naturalistica della Città del Sole. Pure in Macaria l'aspirazione all'uguaglianza assoluta è cancellata e sostituita da quella alla tranquillità e al benessere, a sua volta sostenuta dalla passione per il miglioramento tecnico. Anche nelle utopie il discorso sulla felicità individuale comincia ad essere collegato alla logica dello Stato e ai suoi interessi. Nello stesso anno il ministro puritano Case affermò che la riforma deve essere universale. Dovevano restare soltanto le istituzioni volute da Dio. Tra le voci più radicali sul il bisogno di libertà, il diritto alle uguaglianze al comunismo, è importante quella di Winstanley. La richiesta di approvvigionamento centralizzato e di regolamento del consumo ricordava l'utopia di Moro. Nella repubblica ispirata al cristianesimo radicale Winstanley non chiede di cancellare il commercio ma pensa a un baratto dentro il comunismo. Harrington e Oceana Harrington fu l'altra faccia di Winstanley. Harrington tracciò un quadro muovendosi da utopia a storia.Nel 1656 scrisse Oceana un'utopia con la quale volle comprendere quale fosse la natura del sistema repubblicano che si era costituito a Londra con Carlo I Stuart. Harrington analizzò le costituzioni delle maggiori repubbliche del passato e del presente che non si potevano chiamare chimere, perché rappresentavano l'esperienza della democrazia. Nessuna di queste si adattava a quella della Gran Bretagna della metà del Seicento, perciò Harrington pensò ad Oceana: qui fa un minuziosissimo elenco di lavori, compiti e funzioni, elaborato da una commissione di legislatori guidata da Archon.In questo stato gli uomini non sarebbero stati malvagi o folli, perché le istituzioni avrebbero assicurato la ragionevolezza della vita. In Oceana non c'era uguaglianza politica ma limitazione della proprietà attraverso la legge agraria biblica. Le cariche ruotano ogni triennio: non soltanto metteva ordine nel sistema della proprietà ma conservava l'equilibrio tra le varie identità sociali da cui Oceana era formata, e che anzi venivano consolidate. Il più importante tra i principi era la proprietà, che determinava l'autorità sociale e politica e dunque la bilancia dei poteri, cioè il principio del necessario equilibrio tra il Governo e la società. Il controllo della proprietà terriera e l'andamento ciclico delle cariche pubbliche erano garantiti dalla periodica rotazione agraria. Questo equilibrio aveva l'appoggio della religione. In Oceana esistevano preti, il cui modello era Apostolico. I sacerdoti venivano scelti attraverso una procedura democratica. La chiesa era costituita da tutto il popolo e la religione era parte della ragione naturale harrington condannava le teorie che rendevano il potere religioso indipendente. Oceana era l'insieme di un puzzle di tradizioni eterogenee da Mosè a Numa, da Solone a Licurgo alla Cina.La difficoltà della riflessione di Harrington stava nel rapporto confuso tra religione e politica. La teocrazia ebraica segnò la strada per unire l'utopia alla realtà storica. Questa si poteva conoscere con certezza secondo le regole della Scienza storica e poteva divenire oggetto di scienza politica. L'ebraismo politico si rivelò una strada senza sbocchi. Nel 1660 Walter Moyle scrisse le Reflections upon the roman commonwealth. La repubblica romana gli parve il modello politico della compattezza sociale della tolleranza cui guardò il repubblicanesimo britannico di fine secolo, che tentò di unire le esperienze di Roma e Venezia entro il sistema monarchico. Saldatura che era stata possibile grazie all'opera di Harrington un'utopia immaginaria come tutti i progetti di governo che prospettano grandi riforme dei costumi e dell'umanità. Con Harrington si era chiusa l'epoca in cui i piani immaginari di repubbliche erano stati largamente discussi e il mondo britannico si indirizzò con il riformismo Wing verso il modello perfetto di monarchia limitata. Nel declino dell'utopismo dell'ebraismo politico la fine dell'entusiasmo religioso ebbe un ruolo decisivo, perché lo stato ebraico perse di consistenza politica e divenne un oggetto di analisi storiografica fine a se stessa. Si apri un nuovo confronto della politica con l'utopia. Spinoza e la rinuncia alla teocrazia Negli Opera Posthuma di Spinoza nel 1677 apparve il tractatus politicus.Nella storia del mondo si erano viste tutte le forme possibili di organizzazione sociale, sicché non era più possibile nella realtà progettare di nuove. In questo trattato spinosa aveva definito in altra maniera il problema della politica il cui problema era la natura di jus e potestas. Spinoza volle fare una scienza politica che come la matematica fosse lavoro di comprensione non di derisione o deplorazione. Analizzò le forme del potere che erano tutte uguali perché il potere vi era sempre lo stesso cioè assoluto.Ogni altra forma era mito e andava esclusa, anche la teocrazia. La religione era un linguaggio del cuore non della ragione, e la teocrazia era una politica adatta a chi decide di vivere fuori dalla società. Spinoza afferma l'esistenza di una religione nazionale priva di fondamento irrazionale e superstizioso, che doveva essere gestita dai Patrizi del Senato e avrebbe guidato le cerimonie delle religioni. Tale religione civile non condusse alla ripresa del discorso utopistico. La teoria politica inseriva religione nella sovranità repubblicana ma rinuncio all'utopia per l' esigenza di realismo. Locke e lo stato senza imperfezioni Nemmeno John Locke scrisse utopie. Nel 1659 nello scambio epistolare con William Godolphin il tema dell'utopia compare. Questi gli scrisse di disporre di lui a proprio piacimento, come Moro aveva fatto dei cittadini di utopia, dove aveva insegnato non come andasse il mondo, ma come avrebbe potuto andare. D'altra parte Godolphin sapeva che Locke preferiva a tutti l'oceano di Herrington. Locke era consapevole però che queste erano utopie, e per fare nella vita reale un nuovo popolo occorrevano norme pubbliche che fossero in grado di guidare tutti noi al di là della morale privata e individuale. Posteriormente Locke si ritrovò ad affrontare il problema di dare istituzioni al nuovo popolo delle colonie nordamericane. Tra il 1669 e il 1675 lock si ritrovò come segretario dei Lord protettori della colonia della Carolina. In questo incarico partecipò alla stesura della Costituzione della Carolina. Un elemento del breve testo che colpi molto I lettori settecenteschi fu la clausola che obbligava il governo, dopo 100 anni alla revisione delle leggi. Alla colonia fu riconosciuto lo stato di County Palatine. In questo progetto si risente il ricordo di Oceana oltre All'attenzione dell'amministrazione, soprattutto per la cura con cui si assegna la terra ai colonie, che riproduce lo schema di Harrington ed esprime il medesimo bisogno di stabilizzare le strutture sociali su una base agraria. Nel 1672 Locke conobbe a Londra un ugonotto francese Vernisse che scrisse The History of Savarities or Serverambers. Questo scritto fu nell'ambito del filone letterario utopista settecentesco la più importante e fortunata imitazione del modello di Moro. L'elemento di novità di questo testo è il fatto che l'autore racconta la genesi di questa società introducendo un tratto nuovo nella narrazione utopistica che si inserisce nella cultura storica della fine del Settecento.In questa società si venera il dio sole che a sua volta delega al potere a un sacerdote che diventa il sovrano. Questa struttura piramidale poggia su una società basata sul lavoro agricolo, abolizione della proprietà e delle classi. il lavoro obbligatorio e l'eguaglianza è completata tra i severambi i cittadini dell'utopia, vi è una religione ufficiale, pensata secondo lo schema Graziano e deista, cui tutti si devono sottomettere; ma è anche riconosciuto il diritto a praticare culti diversi. non è una religione di salvezza. E la religione razionale del Cosmo meccanicista che ha assunto un valore politico, perché assicura la forza del potere politico e allo stesso tempo la tolleranza in un crea nessuna casta sacerdotale. Tra il 1676 e il 1679 inseri nel Commonplace una sezione che intitolò Atlantis che evoca ovviamente la nuova Atlantide di Francesco Bacone.La nuova Atlantide era costituita anch'essa sullo schema tradizionale del viaggio di un gruppo di europei che dall'America andava in Oriente e sul loro naufragio, risoltosi nella scoperta di una nuova terra: Bensalem dove si trovarono inizialmente tra la vita e la morte . Presto scoprono di trovarsi fra gente Cristiana e piena di umanità.La maggiore preoccupazione ha Bensalem era l'arrivo di stranieri che potevano minare il sereno equilibrio della comunità e di conseguenza è attivato un rigoroso controllo sia sugli arrivi sia sui comportamenti degli stranieri, che possono acquisire e fornire insegnamenti scientifici e tecnologici. Proprio questo aspetto è ripreso da Locke nella eutopia: nel villaggio ogni 10 abitazioni vi è un loro responsabile, il tithingaman il quale controlla la vita di tutti ed è tenuto ad informare i giudici se conosci infrazioni o reati. La funzione di quest'ultimo non è soltanto di vertice ma dà voce al potere spirituale dei costumi, alla circolare orizzontale forma di controllo interno. La police viene ripresa da Locke come rappresentazione utopista, la quale diventa motore e la condizione dell'Indipendenza e dell'autogoverno che veniva riconosciuto alle piccole comunità Nordamericane, le quali potevano apparire come piccole realtà utopistiche. Né Atlantis né la costituzione della Carolina possono all'interno delle città, ogni anno si tiene un ulteriore senato ad Amauroto con tre rappresentanti di ogni città. L'intero stato è basato sulla democrazia che viene materialmente rappresentata dai comitia publica, sede e istituzione principale. Non esiste un capo assoluto, addirittura ci sono leggi che evitano l'insediarsi di un potere tirannico, come per esempio il prendere decisioni politiche al di fuori del senato. Le leggi sono poche e chiare, in modo che la reggenza dello stato sia basata su pochi ma saldi pilastri, e che in questo modo possano essere tenuti bene a mente dai cittadini. Per la difesa dell'isola non esiste un esercito stabile, di conseguenza, in caso di guerra saranno gli stessi cittadini a difenderla. Preciso dicendo "difenderla" in quanto gli utopici non attaccano mai una popolazione vicina, ma si limitano a difendere l'isola o le loro colonie quando queste vengono attaccate. Il diverso modo di pensare influisce sugli utopici anche durante le guerre, in quanto essi ritengono vergognosa una vittoria ottenuta con un grandissimo spargimento di sangue, poiché secondo loro "sembra ignoranza pagar troppo caro una merce, per quanto di pregio". Secondo questo loro modo di vedere è molto più gratificante una vittoria ottenuta con un inganno, ma che riesca a ridurre le vittime. A Utopia vige un sistema religioso formato da una religione generale che e la religione naturale. La religione civile è guidata da sacerdoti che regolano il culto divino e si occupano delle questioni religiose e intervengono quali Censori dei costumi. La religione utopiana sembra essere una forma di teocrazia non biblica ma deista. A utopia successivamente si affermano diverse religioni. la tolleranza religiosa in questa città vigeva senza contraddire l'unicità della religione civile e l'unità delle compagnie sociale né riceveva, accrescimento e non pericolo. Il cristianesimo era Ignoto. il primo a parlare di Cristo fu Itoledo, il quale non portava con sé una bibbia. Togliere il sacrificio della figura di Cristo e salvare i soli insegnamenti morali era quel che aveva fatto anche Erasmo i Toledo portò ai cittadini di utopia L'interpretazione del Cristianesimo ristretta ai fondamenti, cercando di convertire gli utopiani al cristianesimo Apostolico. A Utopia venivano capovolti comportamenti che sono tenuti dai cristiani, proprio come il comunismo che li regnava ristabilire la vera condizione naturale umana. La biografia di Pico secondo Moro Moro tradusse nel 154 la biografia che Francesco Pico della Mirandola aveva scritto del proprio zio, il grande umanista che alla fine della sua vita si era legato a Savonarola. La biografia sottolinea la discontinuità della vita di Giovanni Pico quando si affidò a Savona. Egli trovò tra Savonarola e l'umanesimo la definizione di cosa fosse il Cristiano. Della biografia protagonista è Pico; il deuteragonista è Savonarola che voleva trasformare Firenze nella Nuova Gerusalemme e i suoi abitanti in cittadini di una teocrazia. la seconda parte della sua vita fu animata dalla rigida spiritualità savonaroliana che lo spinse a bruciare i propri libri e rinunciare i suoi ideali. La sua vita divenne un esempio di quello che il domenicano voleva che fosse la vita cristiana. Savonarola esaltò il valore della scelta di Pico sottolineando in senso profetico la coincidenza dell'ingresso di Carlo VIII a Firenze e della morte di Pico. Per Moro il cristianesimo fu quello del Vangelo non della profezia biblica. Il distacco dall'umanesimo di Pico lo spinse verso Erasmo. L'interpretazione della crocifissione di Cristo fu al centro dell'Umanesimo di Erasmo e di moro. Dal capovolgimento della presunta ma falsa saggezza delle forme rituali della vita civile religiosa si attinge la verità profonda della natura. anche in utopia Moro descrive un mondo capovolto. Lutero e l'utopia nella storia Secondo Lutero vi è un rapporto complesso e mutevole tra religione e utopia. Il movimento settario, i moravi e gli ussiti, avevano affermato con forza il bisogno di tornare alla tradizione apostolica e di indirizzare attraverso questa scoperta il rinnovamento sociale. I movimenti tra il 1521 e il 1524 che erano sorti dal basso della società e dall'alto della cultura umanista, alimentò il filone utopista luterano che si trovò subito nel vivo della lotta religiosa e politica, quasi oltrepassando il tempo e lo spazio utopisti. Il credente per Lutero desiderava una trasformazione globale nel presente, senza proiettarsi nel futuro senza aggrapparsi all' immaginazione utopica.Il mondo protestante si andò ad organizzare istituzionalmente guardando alla storia e al riferimento di Savonarola. Montagne e l'utopia della società selvaggia La riflessione sulla barbarie come categoria di relazione tra civiltà fu sviluppata da Montaigne che ne fece il fondamento della sua idea di utopia e della sua critica alla civilizzazione. Secondo montagne non era necessario conoscere la storia sacra per parlare di tutto il resto del mondo. Il mondo al quale si riferisce è quello americano che egli divide in due gruppi: da un lato gli imperi del Messico e del Perù e dall'altro il mondo della sauvagerie. lI paese che montagne descrive nella seconda parte, è il Brasile del quale egli descrive in modo dettagliato sulla base delle informazioni assunte attraverso la testimonianza diretta. il Brasile secondo questo filosofo sembrava una comunità serena: c'è assenza di lavoro, di superfluo e di competizione: c'è felicità. È una società serena all'interno che pratica una guerra Nobile e generosa e che conosce il cannibalismo che è considerata da montaigne un'usanza barbarica ma non peggiore della crudeltà delle torture europee. L'immagine della società selvaggia rappresenta in Montaigne la società felice ed ebbe una funzione di critica alla società europea. La rappresentazione della società selvaggia senza religione e preti, libera e senza leggi e si inserisce nei discorsi politici dei fronti in lotta nelle guerre di religione di quei decenni li stravolge sovvertendo il senso. La novità del primitivismo di montagne stette nell'essere un discorso utopistico che si affermò dentro una visione relativistica della cultura: tutte le popolazioni possono essere chiamate Barbare se sono giudicate in nome di questo atteggiamento, perché una legge che abbia una simile universalità non esiste. Montaigne critica non solo l'ordinamento politico esistente, ma i pilastri stessi della civilizzazione europea. L'altra nozione che viene a meno è l'universalità di alcune leggi morali che sarebbero espressioni della coscienza e avrebbero la forza di obbligare ciascun uomo a comportarsi secondo quanto esse prescrivono. Montaigne frantumò la struttura della stessa. la coscienza era un magazzino di norme formatesi nel corso della storia, notevoli per clima e condizioni politiche e sociali, che non potevano avere alcuna pretesa di universalità. Montaigne aveva costruito un utopia naturalistica e il suo scetticismo la riportò alla storia. Montaigne aveva detto che l'utopia sfidava la comprensione filosofica, successivamente Leibniz afferma che la Concordia nella società naturale sfida la teoria politica. L'europa terre di utopie: Rabelais Questo filosofo non si limitò a ricorrere a dei temi classici e costrui una topografia fantastica per ripensare l'utopia ma si spinse in una direzione contraria a quella di Moro, per il quale nel mondo europeo le istituzioni utopiche non erano possibili. In la molto orrifica vita del grande Gargantua viene descritta un'istituzione simile opposta a ogni fantasia utopistica, l'abbazia di Thèlemè, che con le sue regole capovolge la logica e lo stile delle comunità conventuali. Qui vivevano uomini e donne, i quali non vivevano secondo le leggi ma secondo il libero arbitrio. La loro unica legge era quella del far quel che si vuole. Si impartiva l'educazione di Scienze Naturali, storia, letteratura, arti cavalleresche,arti guerresche e di morale. Coloro che vivevano in questa comunità erano virtuosi e colti, animati da questa educazione che li spingeva ad abbandonare l'abbazia per vivere nel mondo con quei principi e con coloro che vi avevano conosciuto. Gli uomini e le donne che si sono formati a thélème avrebbero vissuto nel mondo serbando la propria autonomia socievolezza e libertà. Utopia ed eresia nell'autunno del rinascimento Pucci e la salvezza del genere umano Pucci ha l'idea di creare un nuovo cristianesimo in chiave millenaristica, per tornare all'origine del Cristianesimo. Attraverso il nicodemismo,si crea una sorta di utopia invisibile. L'altrove è dentro di noi, credendo a ciò che vogliamo senza mostrarlo al mondo esterno. Il nicodemismo condannato da Calvino era necessario per diffondere la vera dottrina Cristiana. Pucci difese la formazione della chiesa invisibile, che era stato un tema famoso e svolto da Calvino in un senso rigidamente collegato alla più rigorosa predestinazione. Questa Repubblica nicodemita era priva di ogni obiettivo politico come conquista espansione della nazione. Coloro che si sentivano cittadini di questa utopia invisibile avrebbero dovuto rispettare le istituzioni pubbliche, perché essa si insinua negli interstizi del mondo terreno secondo le forme concrete della società segreta. In Pucci non c'è più uno stato felice, non vi è più uno stato e se di religione si parlava, non si parla di religione civile, ma divenne irenismo. Irenismo l'unione di correnti religiose cristiane in base ai loro punti comuni. Questo permetteva di costruire Forme di convivenza naturali e felici che ricordano le teorie di Rabelais. Bodin e la sovranità L'utopia è una soluzione di emergenza per raggiungere il vero obiettivo: la pacificazione dei conflitti religiosi. è fondamentale dare un valore assoluto e supremo alla sovranità. Critica Machiavelli e Moro in quanto utopie irrealizzabili e quindi inutili: approccio pragmatico, bisogna commisurare le aspirazioni utopiche alla realtà. la famiglia è la prima cellula della società. Si chiede se l'utopia possa avere utilità politica in una fase di trasformazione come le guerre di religione in Francia. Per un cambiamento Pacifico e naturale è necessaria la sovranità di uno Stato. Questo è la forma di governo giusto che esercita potere ed è fondato dalla sovranità: ● La sovranità unisce le famiglie e le istituzioni nel corpo perfetto dello Stato ● La sovranità è la potenza assoluta e Perpetua Della Repubblica, produce e impone le leggi ● Chi detiene la sovranità decide i funzionari e i loro compiti, decide la guerra o la pace, decide sulla vita o sulla morte. Bodin rifiuta la visione di Repubblica ideale di Moro in quanto non tiene conto delle categorie politiche di sovranità e famiglia, Lo scopo della Repubblica non è vivere bene e felicemente, ma vivere secondo virtù. Infine la felicità interna ed esterna è irrealista, servono regole politiche e realistiche. L'utopia repubblicana è violenta e contro natura, viola le leggi della storia della natura. Infine per Bodin le leggi pensate secondo le regole della sovranità sono in funzione alla conservazione dello Stato. Egli rifiuta il principio della comunione dei beni, perché distrugge la famiglia e fa scomparire giustizia e fede. Anton Francesco Doni L'insofferenza per la politica del tempo e il desiderio di rapporti sociali basati sulla comunità dei beni caratterizzano le opere di doni. la religione cristiana è la credenza su cui basare la realtà, le idee e le regole degli altri mondi. ● Nel mondo della realtà lo Stato e la religione convergono, il cristianesimo deve regolare la police. Lo spirito delle leggi Nello spirito delle leggi Montesquieu osservò i più illustri teorici politici, da Aristotele a Machiavelli, a Moro e Harrington. I loro progetti furono descrizioni di stati immaginari e mitologici, diversi da quelli descritti da Platone Licurgo e Numa, i quali descrissero stati su testimonianze di fonti certe. la teoria politica doveva muoversi dalla storia. Montesquieu si sistematizzò le forme politiche, le quali scaturiscono dall'incrocio della natura e del principio. In questa teoria non c'è posto per la teocrazia. In questo caso la società si reggerebbe sulla sola religione e la politica vi sarebbe subordinata e impotente, come nel caso dei puritani. Questi non riuscirono nel loro progetto perché furono repubblicani senza virtù che credettero alla teocrazia. La politica umana non nasce dalla credenza irrazionale ma su leggi divine in modo che l'autorità si basi su un valore condiviso. la teocrazia repubblicana era mitologia. Questa era inizialmente caratterizzata dalla comunità di beni e un'educazione generale che mirava a educare la popolazione come una famiglia. Divenuta Repubblica i suoi caratteri persero quello della Police e acquista il tratto della sovranità. Police e legislazione sono due cose diverse anche le leggi e i regolamenti sono differenti. Le prime sono garanzie di libertà. Nel modello dello spirito delle leggi ritornano tutti gli elementi della tradizione utopista, che era stata pensata da Moro in poi, però si inseriscono in un discorso politico della realtà. Montesquieu riconobbe all'utopia la funzione di ordinare il presente e Progettare un ideale alternativo. L'utopia doveva essere un progetto che unisce antropologia e storia, desiderio di felicità, libertà, eguaglianza e capacità pratica di pensare a istituzioni coerenti e necessari. Nello spirito delle leggi Montesquieu non descrive un'utopia ma una teoria. La trasformazione che Montesquieu fece fu una svolta radicale. La comunità dei beni Montesquieu costruì la politica della comunità dei beni della Repubblica di Platone. Elaborò anche un'altra forma di comunità di beni, quella delle popolazioni selvagge. questa società restò esterna alla sua tripartizione delle forme politiche. Nel XVII secolo il discorso sulle società comuniste proseguì. A iniziare tale analisi fu Grozio, secondo il quale erano due le esperienze alle quali si poteva fare riferimento: le comunità selvagge e le comunità apostoliche. Le società primitive con comunità dei beni non ebbero istituzioni in grado di fronteggiare conflitti e la rivalità che le investono. L'instabilità sociale determinò la rinuncia alla comunità dei beni. Questa non scomparve dalla storia, perché lo stabilimento della proprietà non estinse il diritto prodotto dalla comunità dei beni, e questa riemergeva nei casi di estrema necessità. L'altra fonte storica di società con comunità era quella Apostolica che venne meno abbastanza rapidamente in quanto l'esperienza delle rivolte dei contadini fece paura. Importante l'opinione di Mosheim il quale affermò che nella chiesa originaria era esistito un tesoro pubblico. Questo era una risorsa riservata ai poveri e alle vedove . egli indagò l'origine ideologica dell'esclusione del Comunismo Cristiano. A parlare della famiglia dei comunisti erano stati gli anabattisti, immorali e altri faziosi e fanatici millenaristi che credevano nel ritorno del primo secolo Cristiano. I più pericolosi erano i deisti che sostenevano che la sola religione vera fosse quella della ragione, e che il cristianesimo non avesse nulla di sacro e che non fosse altro che un essenismo. La riflessione sulla comunità dei beni restò dunque nella sola area del diritto naturale. Hobbes sosteneva che la condizione primitiva dello stato di natura nel quale gli uomini vivevano secondo il libero arbitrio e senza leggi, nella quale poche famiglie vivevano in concordia era la ragione per la quale nacque lo Stato politico che bloccò questa condizione di violenza e per cancellare la comunità dei beni origine dei conflitti e non della pace. lo stato di natura non furono invece In opposizione per Pufendorf, nella sua filosofia l'elemento di novità è la distinzione tra società e stato. Locke sviluppò questa idea, affermava che le società primitive fossero descritte sulla base di caratteri mitici e letterari. La comparsa della proprietà fece scomparire l'innocenza di queste società e provoco la nascita dello Stato. La libertà politica era incompatibile con la comunità dei beni in quanto questa era possibile in condizioni determinate. Una grande libertà Queste società primitive erano quelle delle Americhe. Il fatto che in America vi fossero così tante nazioni selvagge dipendeva dal fatto che queste società non conoscevano il lavoro sociale perché la natura permetteva loro di vivere in condizioni che esse percepivano di Abbondanza. In esse vi era anche l'uguaglianza. L'assenza di proprietà consentiva l'assenza di moneta, di cui non si sentiva il bisogno, immediato era il consumo di quello che il lavoro della caccia e l'agricoltura mettevano nella comunità dei beni. Ad assegnare il passaggio dalla società selvaggia alla società politica, fu l'agricoltura. Le leggi politiche fanno ritornare gli uomini eguali ma in modo diverso. La differenza che stava tra la società politica e la Repubblica utopistica è il fatto che la seconda aveva l'obiettivo e la necessità di essere frugale e restringersi tramite l'autorità della politica e non la rinuncia al desiderio. Questo secondo tipo di società comunista era scomparso per sempre con la formazione dei grandi stati. Nella discussione sui due tipi di comunismo, tra la società dello Stato politico e quella della società selvaggia senza stato, Montesquieu ritrovò il tema della politica. La novità di Mentesque sta nell'aver indagato cosa fossero libertà e uguaglianza, e di essersi interrogato sulla loro distinzione e sulla possibilità di un loro incontro. L'utopia filosofica La storia filosofica illuminista collegò antropologia, riflessioni sui tempi della Storia, religione, politica in un sistema che poteva essere osservato da due prospettive: la natura del governo e la natura umana. L'utopia in questa prospettiva era assente perché l'incrocio della storia politica e quella umana imponeva un vincolo che sembrò pericoloso superare. Robertson e 24 Mandeville costruirono nelle loro opere una critica straordinaria sulle vicende politiche sociali che avevano condotto alla nascita della società commerciale. La società settecentesca era caratterizzata dall'esito positivo e irrinunciabile della morte dell'età feudale. Adam Smith si oppose a ogni tipo di utopismo anche quello primitivo. Diverso fu la storia francese,nella quale i filosofi costruirono una visione ambivalente della società contemporanea che non escluse il progetto utopistico. Rousseau. Libertà e uguaglianza 1. Il progresso produce utilitarismo, che produce competizione 2. ll processo economico è inversamente proporzionale alla regressione morale. Condanna del lusso perché il lusso è L'aspetto generativo della corruzione. Trattato sulle inuguaglianza: la società moderna è basata sull'uguaglianza, frutto del pensiero malato del colonialismo europeo. I valori sociali positivi si trovano solo nelle campagne. Le leggi spezzano l'armonia della società e creano un conflitto tra Ricco e povero, potente e debole. Non ci può essere un progresso economico senza deriva morale. Problema del monopolio legittimo della forza da parte dello stato. Il contratto sociale si afferma che tra la sovranità e il popolo vi è un corpo intermedio che è il governo. Ogni governo rischia di diventare dispotico. Il cristianesimo è un'imposizione, una concorrenza al potere politico. Esiste una sorta di vangelo interiore. ● In Rousseau vi sono due diversi tipi di utopie. Nel primo discorso l'utopia è quella del cittadino che vive in comunità, nella Repubblica del mondo classico o negli angoli nascosti del mondo moderno. Per il secondo discorso, fedele a Montesquieu ha descritto un'utopia ferma sulla soglia tra natura e storia. Non era più possibile trovare un solo angolo di Universo dove fosse assente il gioco delle leggi e della corruzione. ● Rousseau capovolse il principio del Salus populi suprema lex esto, sostenendo che questo impone regole anche allo stato. L'interesse dello Stato deve contenere quello di tutti e non solo dei dirigenti che vi sono al potere= potere tirannico. Dunque sacrificare il bene, anche economico, da parte del potere politico viene letto come opposto al volere della società.Il Governo è necessario legittimo quando rispetta i vincoli del legislativo, ma è pericoloso perché può diventare preda di interessi particolari e quindi causa di dispotismo. Il sovrano può controllare questa dinamica e Dunque il problema dell'uguaglianza e della libertà è risolto perché il cittadino coincide con il suddito. Con questa affermazione Rousseau rinunciò all'elemento ● Centrale dell' utopismo ovvero la comunità dei beni. ● II contratto sociale si rivolge a quei popoli che sono ancora liberi perché le loro istituzioni non hanno degenerato in dispotismo, non sono ancora sottomessi al gioco politico. Il legislatore in questo caso si limita a descrivere la ragion d'essere di una repubblica espressione di desiderio di eguaglianza e libertà e sicurezza. Sarà poi sovrano indicare le forme procedurali. ● Secondo gli atei nessuna religione era utile. Eppure di una religione c'era bisogno. Il problema era evitare la fondazione teocratica della politica. la religione del contratto sociale una religione civile i cui articoli sono fissati dal sovrano. Questi principi non devono essere accettati ma debbono essere creduti. Bisogna appropriarsi secondo le norme della religione secolarizzata e non dell'impostatura teocratica il disincanto del mondo è confutato dalla religione civile per la quale si realizza il sogno dell'utopia, che sta nella fusione dei cittadini in una sola comunità morale e il mantenimento da parte di ciascun cittadino dei diritti naturali. La Nouvelle Héloïse Quest'opera fu la descrizione di un mondo incantato che aveva un non so che di magico e sovrannaturale nel quale si poteva dimenticare di tutto anche di se stessi. Julie nel suo giardino aveva fatto un luogo cosi selvaggio e solitario da dare l'impressione di trovarsi nella micronesia dell'Oceano Pacifico. A Clarens non si sa più dove si è ed è questo effetto di spaesamento a produrre il sentimento, l'illusione di felicità utopista. Questo luogo è un ibrido. E una società frugale come nelle repubbliche virtuose, non conosce il lusso e il Fasto del ricevimento e tuttavia vi sono L'abbondanza e la gioia. Clarens è caratterizzata dalla mancanza di denaro. Il Governo è dei padri di famiglia i quali guidano i servitori e i figli non per denaro ma per il potere sacro della stima e della generosità. Lo charme di questo luogo sta nel comune sentimento, ogni pensiero e questo fa sì che ciascuno sentendosi quel che deve essere si mostra qual è a tutti. Clarens non è un'utopia politica ma è un mondo incantato del sentimento. Helvetius, la politica utilitaristica Cerca di descrivere il benessere: produrre un vantaggio generale per il maggior numero di sudditi. Visione anti Rousseau. E il denaro e la gloria che rende possibile il funzionamento dello Stato. Condizione determinante per la natura dello Stato ideale è il volume. Più lo stato è piccolo più i cittadini possono condividere le leggi che sono fatte con il consenso generale. Nel piccolo Stato ideale legislazione amministrazione si identificano, dunque si identifica la virtù di tutti i popoli con la saggezza del governo. La scienza della morale è la scienza della legislazione e il loro comune ● Nel suo stato utopico la legge di natura e la ragione che dà a se stessa la propria legge, mancherà avidità e ambizione, non vi sarà malvagità né competizione né passioni fittizie. Si vivrà nella completa uguaglianza. ● L'utopia si realizzerà da sola senza effusione di sangue nella pace e nella ● Concordia. Babeauf: pre- rivoluzionario ● Lavorare in comune in un grande territorio. Da 20 a 50 persone avrebbero potuto vivere associati nelle ferme e così il dove c'era la miseria sarebbe fiorito il benessere, perché nelle fattorie collettive famiglie assai povere avrebbero trovato agio con il lavoro comune. Il progetto di babeuf prefigura l'assoluta uguaglianza. ● Il diritto naturale è il diritto di vivere secondo le esigenze e non soltanto fisiche ma ● anche morali dell'organizzazione fisica, è il diritto alla felicità naturale ● Babeuf tracciò una storia naturale della donna e affermò che la futura generale uguaglianza avrebbe eliminato l'interiorità delle donne e le sofferenze sociali, tramite un istituto di giustizia. Tutti gli altri diritti che ne derivano erano di convenzione compreso ovviamente il diritto di proprietà. ● Babuf e Mareschall fecero una critica alla rivoluzione, situazione uguale all'antico regime ma con persone diverse. La rivoluzione è comunque stato un movimento di Élite. Essi sono i precursori del pensiero marxista: parlano della distribuzione equa di tutte le terre, l'idea di cooperativa dei beni. La nascita del pensiero socialista ottocentesco è la critica radicale di un pezzo della rivoluzione a un altro pezzo della rivoluzione. L’effetto utopia della rivoluzione Con Mercier e Marechal, Finisce la prima fase della storia della Rivoluzione e dell'utopismo rivoluzionario che potremmo andare a identificare con il dibattito sulla dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789. I Lumi con l'utopia avevano dato voce al bisogno di una trasformazione politica e sociale rinunciando alla sua realizzazione, perché giudicarono impensabile la attuazione attraverso la rivoluzione che creò invece l'effetto utopia. La realtà aveva bisogno dell'utopia per riempire il vuoto di una situazione inimmaginabile e costruire quindi una nuova società. La realtà generò l'utopia. Scomparvero le fantasie letterarie mentre restarono i temi della utopia filosofica. Il discorso utopista creato dall'effetto utopia rivoluzionario fu la dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino stessa; con il termidoro si aprì la nuova e ultima traiettoria del utopismo settecentesco che condusse alla congiura degli eguali di Babeuf e Marechal. Nel preambolo risuona il grande accordo con il quale il pensiero utopista rivendicò la creazione di un nuovo diritto politico che descrisse a sua volta una società ideale che richiamava l'ordine presente. Sovranità e Governo erano entrambe regolate dalla dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, la quale sembrava poter risolvere il contrasto tra Libertà ed uguaglianza, tra legislativo e Governo, e poter dirigere la rigenerazione in atto dello Stato e della società. Gli uomini nascono e rimangono liberi ed uguali. La dichiarazione del 1789 quella successiva del 1793 si basano sulla logica individualistica del diritto naturale, nel quale è importante il concetto di eguaglianza e libertà, che furono in feroce contrasto nell'età rivoluzionaria. Il discorso del 2 dicembre 1792 si apre con un principio radicale e individualista del diritto naturale verso le aspirazioni comunitarie sanculotte, e precisò che Nella dichiarazione del 24 aprile 1793 la proprietà era il diritto di ogni cittadino di godere di disporre della porzione dei beni che gli è garantita dalla legge, e questo diritto era limitato come tutti gli altri dà l'obbligo di rispettare i diritti altrui. La lotta per la conquista universale dei diritti politici implica a sua volta la lotta contro gli effetti politicamente disabilitanti della proprietà stessa. Come all'interno del giusnaturalismo la proprietà era definita in negativo. La politica rivoluzionaria aveva senza esitazioni rinunciato al caposaldo dell'utopia (comunismo). La Dichiarazione del 1789 aveva mantenuto uno scarto rispetto alla traduzione pratica. Al cuore della politica la dichiarazione aveva posto la sovranità, la fondazione di leggi che sono l'espressione della volontà generale, formulata da cittadini personalmente o dai loro rappresentanti,dunque le leggi non potevano essere promulgate solo dalle costituzioni. Il tema più Arduo all'interno della dichiarazione è il contratto sociale. Per Rousseau la difficoltà stette nello stabilizzare la nuova associazione secondo regole condivise che non potevano essere quelle della volontà generale, ma che gli individui ancora non conoscevano. Per fondare uno stato libero questa disarticolazione era indispensabile: governo e il legislativo. Per i francesi del 1789 e degli anni successivi il problema non stava nelle condizioni della nuova associazione: la rivoluzione aveva creato una nuova società. La nozione dell'utopia della dichiarazione esisteva e il popolo che così si era generato era un popolo virtuoso. La dichiarazione dei diritti aveva avuto l'effetto di rispondere al bisogno di utopia del Popolo virtuoso cui aveva dato le strutture di esistenza e di conservazione. Robespierre difese la dichiarazione, sia nella struttura dei poteri costituzionali che nelle regole dell' amministrazioni. Tuttavia la convenzione aveva detto l'opposto. A Buzot negò la completa libertà di stampa. L'interesse della rivoluzione può esigere misure che esprimano una cospirazione fondata sulla libertà di questa. L'utilitarismo che stava alla base della politica esigeva il sacrificio dei diritti naturali alle decisioni del governo. La dichiarazione aveva perso l'utopia. Il contratto sociale era divenuto un mito. Successivamente si cercò di sciogliere la contraddizione, ma i girondini e giacobini furono d'accordo nel sostenere che i diritti dell'uomo e del cittadino fossero anche Diritti Sociali e convenzionali.Come Ferguson ammettono dunque che la condizione naturale dell'uomo fosse quella sociale.Tra potere legislativo e Governo prevalse il secondo. II soggetto della politica era la nazione virtuosa, riferimento di tutti i cittadini che erano virtuosi se si identificavano con quest'ultimo. La politica giacobina rispose facendo nascere la nazione despota pensata da Helvetius Maréchal e il correctif à la révolution All'utopia non si poteva rinunciare. Nel Correctif à la révolution, Marechal sostenne che nella rivoluzione si era spalancata una contrapposizione tra due utopie possibili: l'utopia della condizione naturale (famiglia) e l'utopia della vita politica (mondo giacobino). Da un lato la vita di natura Dall'altro la civilizzazione politica. Marchal conosceva bene la cultura illuminista e mandeville gli aveva mostrato che la vita sociale era fondata sulla violenza e sull'inganno= negazione dell'utopia. Annullando la società familiare e le virtù private naturali, la politica aveva creato una nazione fittizia, dove la felicità, la libertà erano una menzogna e dove vivevano miseramente milioni di individui fanatici e non educati. Nel 1789 Marechal afferma che le riforme opportune che avrebbero messo fine alla logica della civilizzazione commerciale. Ma non fu così. La disuguaglianza aveva continuato a dominare la vita francese e la rivoluzione aveva conservato la logica politica della società Mercantile. L'educazione era trascurata, la corruzione dominava la Francia, l'espressione era inutile e pericolosa in quanto il patriottismo non poteva essere criticato. Il patriottismo genera irrazionalismo, religione ed esaltazione. Una passione nociva. L'amore per la patria non è una passione Naturale, perché non è naturale esaltarsi per un figlio caduto per la conquista di un mero territorio. Il patriottismo era una virtù di una società che si reggeva su un dispotismo che esige cieca obbedienza. La rivoluzione aveva dichiarato che il popolo era libero e sovrano, invece si continuava a seguire la vecchia scienza della politica che poggia su principi contrari alla natura delle cose. Le buone leggi erano dovute non dalle assemblee ma al popolo in piazza. La rivoluzione aveva mostrato la realtà della democrazia diretta e del Comunismo. Si erano combattuti gli ecclesiastici, ma nella costituzione il fondamento era religioso. La rivoluzione dunque aveva bisogno di un correctif, per abbandonare la vita della civilizzazione della società commerciale e tornare sul binario dell'utopia.Il patriarcalismo era la riscoperta del mondo naturale. Soltanto le virtù private sono virtù reali, solo la vita familiare è autentica. La comunità familiare ignora le leggi politiche, l'impostura del governo e la violenza e del dominio politico. La tradizione politica del contratto sociale e di Helvetius era conclusa. L'esempio di comunità alla quale fece esempio Marechal, fu quello della comunità d'Auvergne, dove le diverse funzioni sono comuni a tutti gli uomini che le esercitano senza distinzioni.II correttivo alla rivoluzione era la tradizione utopistica delle comunità rurali della cultura illuminista, che non era un sogno platonico ma un'esperienza storica. La dichiarazione di Marechal racchiudeva i diritti e i doveri dell'uomo in tre parole: padre, figlio, sposo. Successivamente al termidoro cambiò la situazione. La congiura degli eguali Babeuf sembrò schierarsi sulla sponda del direttorio, criticando aspramente la politica terrorista successivamente all'esperienza giacobina la sua valutazione cambiò. Babeuf ribadì che era tempo di parlare della democrazia, di definirla, di dire quel che doveva essere e quel che doveva costruire, soprattutto di concentrare con tutto il popolo i mezzi per fondarla e conservarla. Quando una società arriva alla crisi è inevitabile che i poveri si rivoltino. Anche Raynal,aveva mostrato che la rivoluzione scoppia quando il popolo non aveva più nulla da perdere.La crisi di nuova esplose nel 1794 e con le drammatiche giornate del 20- 21 maggio del 1795, fu risolta dal direttorio con ferocia, la cui parola d'ordine era stata data da Pamphlet Insurrezione del Popolo per ottenere pane e riconquistare il suo diritto. Occorreva completare con la rivoluzione nelle cose la rivoluzione che si era operata negli espirts. La costituzione del 93 era stata condivisa dal popolo perché sembra preparare la strada a nuove istituzioni che però non furono create. Il correttivo a cui pensò Babeuf, non fu quello di Marechal, per il primo la politica era importante: le istituzioni plebee avrebbero generato una nuova Costituzione assicurato alla felicità comune, e agio a tutti gli associati. Bisognava predicare la religione della pura uguaglianza, con la quale collegare stabilmente l'eguaglianza di diritto e l'uguaglianza di fatto, che era stato l'obiettivo sanculotto nel 1793 e che era la negazione di ogni impostura politica. Non bisognava avere paura di contrasti, della rivolta e del conflitto civile. Si poteva immaginare una Vandea plebea nella quale il popolo riconquista i propri beni e i propri diritti di libertà ed uguaglianza che gli erano stati sottratti da leggi inique. Si doveva istituire l'amministrazione comune con cui sopprimere la proprietà individuale; il lavoro individuale andava consegnato in un magazzino comune; l'amministrazione e distribuzione del lavoro comune dovevano essere rigorosamente egualitarie. Nel marzo del 1796, Babeauf fondò il comitato insurrezionale che avrebbe dovuto preparare la Vandea popolare e il progetto di nuove istituzioni. Riuscì ad allargare il gruppo rivoluzionario, ma l'equilibrio era difficile da raggiungere, infatti furono pensati istituzioni che si muovevano tra l'obiettivo del comunismo e quello della legge agraria. Marechal espose il Manifesto degli eguali: uguaglianza di fatto e diritto erano l'obiettivo che il popolo di Francia poteva trarre dai sei anni di rivoluzione e nei quali si erano create nuove attese e speranze di libertà e Giustizia. L'esperienza politica rivoluzionaria aveva insegnato che non era sufficiente esporre il progetto per trasformare la realtà. Quella era stata la politica utopistica dell'illuminismo ma quell'età era finita. Il manifesto rese evidente il doppio passo degli uguali: educare e istruire il popolo ed intervenire politicamente, preparare e guidare la nuova
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