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V. Woolf e Mrs Dalloway, Appunti di Letteratura Inglese

monologo interiore e moments of beings

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 15/07/2019

ksenia-maggi
ksenia-maggi 🇮🇹

4.3

(36)

18 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica V. Woolf e Mrs Dalloway e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! VIRGINIA WOOLF “MRS DALLOWAY” Woolf fa uso della tecnica del monologo interiore, i moments of being, per descrivere lo scenario. Un determinato oggetto contiene in sé il mistero di un qualsivoglia ricordo disperso nei meandri dell'inconscio. In questo modo la teoria di Marcel Proust riguardo al potenziale magico che contengono in sé oggetti e situazioni, trova un nobile specchio nelle intenzioni di Woolf di esplicare al meglio la pratica dell'asserzione. Così il movimento ondeggiante di una foglia in uno dei tanti parchi londinesi può ricordare a Clarissa la passione per la danza o le lunghe cavalcate a Bourton, e l'incontro mattutino con Hugh Withbread porta a bussare alla mente di Clarissa diversi ricordi riguardanti la sua giovinezza come quello della figura di Peter Walsh. Il pensiero di Peter l'accompagna quasi ogni giorno: per le strade mentre passeggia, a una delle tante feste che organizza la sera in casa (e pensa quanto Peter la giudicherebbe ridicola se solo la vedesse). Questo sottile gioco della Woolf - un flusso eterno di ricordi e realtà, passeggiata, ricordi e considerazioni, se, possibilità, domande, risposte, impossibilità della risposta - porta il romanzo a sfornare un flusso continuo di informazioni già dall'inizio. Woolf presenta tutta la sua società, quella borghese spicciola, la parte viscida di Londra, e quella nobile e reale a cui tende tutta la civiltà, i sobborghi poveri - quasi tralasciati, sullo sfondo - la gente infima, i colti, i belli e quelli brutti, orrendi e emarginati dalla società. Perché l'Inghilterra in fondo è snob, come Clarissa. Perché Clarissa incarna in tutto e per tutto la società britannica d'inizio Novecento, tutti i difetti e pregi, e sono i suoi stessi amici e ammiratori ad accorgersi e a mal sopportare l'atteggiamento snob della stessa. Peter sa perfettamente che Clarissa è snob, ma ciò nonostante non riesce a smettere di amarla. E così pure Sally Seton sopporta le bizze dell'amica. Quello che provano i due è una sorta di amore patriottico inconscio verso l'Inghilterra, i suoi vizi e le sue creature. Clarissa è il perfetto prodotto dell'alta società inglese d'altro secolo e Peter è costretto a fuggirne, a tentare la fortuna nell'altrettanto britannica India (se l'Inghilterra è nobile e accoglie i nobili, l'India è la colonia povera che accoglie i "mercanti" in cerca di fortuna). Ma egli sa, in cuor suo, che fuggire dalla patria e dai prodotti sociali che tanto afferma di odiare della sua Inghilterra, è perfettamente inutile. D'altro canto, la stessa Clarissa porta in sé una venatura di mistero. La malattia dalla quale è da poco uscita non viene mai affrontata in modo diretto dalla Woolf, anzi pare quasi celata, con ostinazione e vergogna. Sembra quasi che Virginia voglia trasferire in Clarissa tutta la frustrazione che può sentire una donna bella e intelligente - tanto più d'alta società - in modo sottile, quasi nascosto. Eppure si sente tutto il dolore di quel "mostro, quell'odio come un formicolio lungo la schiena"; tutto il dolore della stessa Virginia Woolf - che nella realtà ha davvero tentato diverse volte il suicidio prima di riuscirci - e tutta la sua emancipata natura di donna. Si percepisce la frustrante abnegazione di Clarissa in quel ruolo al di sotto delle proprie possibilità. E qui nasce l'alter-ego fantastico - o reale, che dir si voglia - di Septimus. La Woolf fa trovare sfogo di sé stessa, del proprio mostro, del proprio lato maschile, nella figura di Septimus. Mentre Clarissa nasce da un continuo tendere alla perfezione dell'autrice - un personaggio che non poteva andare sgualcito, un personaggio che doveva rimanere immacolato, pur con tutta la frustrazione che si portava dentro - Septimus nasce dal diavolo interiore della Woolf. La signora Dalloway (pubblicato il 14 maggio 1925) è uno dei romanzi più noti della Woolf. La storia del romanzo racconta una giornata nella vita di Clarissa Dalloway, l'eroina del romanzo, nel periodo della post-guerra mondiale in Inghilterra. Clarissa Dalloway, sposata con il conservatore Richard Dalloway, è una signora dell'alta società londinese di 51 anni. Apparentemente, il romanzo narra le vicende dei preparativi per una festa, ma questo viene mescolato con flashback di un'estate di una trentina di anni prima. Lei si ricorda dell’incontro del marito, Richard con il rivale per il suo amore, Peter Walsh. Clarissa alla fine sposò l’affidabile Richard Dalloway al posto del meno affidabile Peter Walsh. Nel racconto c'è poca azione, ma molto movimento nel tempo dal presente al passato e dentro e fuori delle menti dei personaggi per ricostruire la vita di Clarissa. Lei lotta costantemente per bilanciare la sua vita interna con il mondo esterno e per riconciliare se stessa con la vita. In Mrs Dalloway, tutta l'azione, ad eccezione dei flashback, si svolge in un giorno di giugno. E 'un esempio di narrazione di flusso di coscienza , che permette al lettore di accedere pensieri dei personaggi e alle loro emozioni. La sua vita era apparentemente felice, perfetta, ma dentro la sua vita interiore era infelice: era una vita superficiale, una falsa vita (non la vita che vorrebbe vivere). Tuttavia Clarissa non si lascia mai andare al dubbio riguardo alle decisioni che hanno plasmato la sua vita, in particolare la sua decisione di sposare Richard al posto di Peter Walsh. Capisce che la vita con Peter sarebbe stata difficile, ma allo stesso tempo è consapevole del fatto che ha sacrificato la passione per la sicurezza e la tranquillità di una vita in un ceto sociale superiore. La signora Dalloway illustra anche le conseguenze della Prima Guerra Mondiale. Septimus Smith è un veterano della guerra, la cui storia è raccontata in tandem con la signora Dalloway's. Septimus soffre di shell-shock (post-traumatico da stress) ha allucinazioni frequenti e indecifrabile, perlopiù riguardanti il suo caro amico Evans, morto in guerra. Egli è anche veementemente contro l'assistenza di medici che si propongono di mandarlo in un istituto psichiatrico. Questo permette Woolf di tessere la sua critica del trattamento dei malati di mente con il suo argomento più grande, che è la critica della struttura di classe della società. Ci sono somiglianze nella condizione di Septimus con la lotta di Virginia Woolf contro il disturbo bipolare (Woolf una volta ha tentato di gettarsi dalla finestra come Septimus). Woolf alla fine si suicidò per annegamento. Sentendo che Septimus si è suicidato, Clarissa si identifica gradualmente con lui e capisce le sue motivazioni. Ambientato nel periodo della post-guerra mondiale in Inghilterra, il romanzo inizia in una giornata di giugno del 1923 quando, intorno alle dieci del mattino, Clarissa Dalloway si dirige al mercato di Bond Street per comprare dei fiori per la festa che sta organizzando in serata. Lungo il tragitto, Clarissa rivive tantissimi ricordi: l’incontro con il marito Richard e con il suo rivale in amore, Peter Walsh. Mentre era intenta ad acquistare i fiori, Clarissa viene distratta dal rumore di un auto che si ferma proprio lì davanti: è Septimus Smith, ex combattente della prima guerra mondiale, a passeggio con sua moglie Lucrezia. Il signore, dopo aver assistito alla morte del suo migliore amico durante la guerra, soffre di shell-shock, un post trauma da stress che gli provoca allucinazioni frequenti e indecifrabili. Per questo motivo, viene quotidianamente accompagnato dallo psicologo, il dott. William Bradshaw, di cui, però, non apprezza l’assistenza. Al rientro a casa, la signora Dalloway riceve la visita di Peter Walsh – l’uomo che lei decise di non sposare perché meno affidabile del marito – rientrato dall’India, dove si era trasferito. Anche Peter, dopo aver incontrato Clarissa, dirigendosi verso Regent’s Park, ritrova Septimius e Lucrezia: il signore era reduce da un’ultima seduta dallo psicologo che lo aveva dichiarato infermo e destinato ad essere rinchiuso in una clinica psichiatrica. Nella serata, Septimius Smith si uccide e, durante il party organizzato da Clarissa Dalloway, è proprio la famiglia dello psicologo William Bradshaw a portare la notizia. Stranamente, la signora Dalloway, pur non conoscendo Septimius, si sente inquieta e molto vicina al suicida. Il libro è stato scritto nel 1925, periodo in cui l'autrice era nella fase di più acuto contrasto con il romanzo tradizionale. In Clarissa Dalloway l'autrice, avendo preso consapevolezza della natura lirica del suo talento, infuse, a mio avviso, tutto il suo senso di attaccamento e amore nei confronti della vita. (...) E' uno dei romanzi che testimonia come tra Ottocento e Novecento il romanzo naturalista decade. Da questo sistema nasce un nuovo romanzo nel quale non esiste una realtà oggettiva e tutto si spinge verso il soggettivismo. Tale spinta ci porta dunque verso l’interiorità dei personaggi e rende chiara tra la “rottura” dell’orologio del romanzo . In Mrs Dalloway, gli onnipresenti rintocchi del Big Ben si pongono a dimostrazione di come il tempo oggettivo non combaci con la durata interiore, quest’ultima tutta giocata su contrazioni, dilatazioni, rievocazioni passate. In questo quadro, non è difficile comprendere come il romanzo di Virginia Woolf si sviluppi in un unico giorno, una normalissima giornata di giugno dal mattino alla sera. Questo romanzo dice molto nella profondità e ricchezza di pensiero dei suoi personaggi, in cui la scrittrice “affonda la penna” e lo sguardo. Lo stile modernissimo si costruisce, come accade con molti romanzi del Novecento, seguendo quell’arte di montaggio che nella Woolf si serve del paesaggio metropolitano che diviene catalizzatore della svolta narrativa ed eco del vario sentire dei personaggi; ed anche si realizza nella grandiosa abilità nel passare da un personaggio all’altro fino ad arrivare, dopo averci fatto addentrare nella più profonda e recondita interiorità di tutti i caratteri (da Clarissa a Septimus da questo a Peter Walsh), al finale, alla festa di Clarissa, dove non qualcosa si capisce, ma tanto, tanto si capisce; della vita, della morte,
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