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Guide e consigli
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Vademecum, Guide, Progetti e Ricerche di Contabilità Pubblica

Guida alla tesi di laurea Per la facoltà Cesare alfieri di Firenze, laurea Scienze Politiche.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2014/2015

Caricato il 18/09/2015

nappetta92
nappetta92 🇮🇹

1 documento

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Scarica Vademecum e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Contabilità Pubblica solo su Docsity!     1   COME SI COSTRUISCE UNA TESI DI LAUREA TRIENNALE ALLA “Cesare Alfieri” PREMESSA……………………………………………………………............ p. 2 1. La tesi triennale alla “Cesare Alfieri”…………………………………......... p. 2 1.1 Come scegliere un argomento……………………………………………………. p. 2 1.2 Come definire il tema……………………………………………………….......... p. 3 2. La ricerca delle fonti……………………………………………………....... p. 4 2.1 Strumenti appropriati……………………………………………………………... p. 4 2.2 Catalogo di biblioteca e servizi di Ateneo……………………………………....... p. 4 2.3 Banche dati………………………………………………………………….......... p. 5 2.4 Emeroteca………………………………………………………………................ p. 5 3. Le citazioni…………………………………………………………….......... p. 6 3.1 A cosa servono e come si usano………………………………………………….. p. 6 3.2 Le note……………………………………………………………………………. p. 7 3.2.1 Le note recanti riferimenti giuridico-normativi o giurisprudenziali……............. p. 10 3.3 Come si individuano e usano i dati quantitativi e analitici……………………….. p. 11 4. Struttura……………………………………………………………………... p. 13 4.1 Titolo………………………………………………………………………............ p. 13 4.2 Indice……………………………………………………………………………... p. 13 4.3 Introduzione………………………………………………………………............. p. 14 4.4 Capitoli……………………………………………………………………............ p. 15 4.5 Paragrafi…………………………………………………………………………... p. 15 4.6 Conclusioni……………………………………………………………………….. p. 15 5. Bibliografia…………………………………………………………….......... p. 16 5.1 Riferimenti bibliografici………………………………………………………….. p. 16 5.1.1 Come citare una fonte in bibliografia…………………………………………... p. 16 5.2 Riferimenti a siti web……………………………………………………………... p. 17 5.3 Appendice metodologica…………………………………………………………. p. 18 APPENDICE 1 – Indicazioni per citare fonti normative e della giurisprudenza p. 19     2   PREMESSA Il presente documento vuole essere una guida per gli studenti dei corsi di laurea triennale della Scuola di Scienze Politiche "Cesare Alfieri", un vademecum che serva a orientare e indirizzare gli studenti che, al termine del loro percorso di studi, si trovino – come è probabile – per la prima volta nella loro vita a dover redigere un elaborato di notevole complessità. La tesi triennale è il traguardo del percorso di crescita intrapreso nella carriera universitaria, e questo Corso di studi assieme alla Scuola di Scienze politiche e sociali “Cesare Alfieri” conferisce ad essa un importante valore formativo. All'interno del presente documento troverete, da una parte, dei consigli di carattere generale, i quali mirano a orientarvi nei più svariati ambiti: come scegliere un argomento e condividerlo con un relatore, il metodo da utilizzare, come selezionare la bibliografia, e molte altre informazioni; dall'altra, troverete delle vere e proprie regole da osservare durante la stesura dell'elaborato, che sono state qui sintetizzate e riorganizzate in modo tale da facilitare la loro comprensione. 1. La tesi triennale alla “Cesare Alfieri” Alla fine del percorso di studi triennale alla "Cesare Alfieri", gli studenti sono chiamati a presentare l'elaborato di tesi. In questa impresa sono affiancati da un docente, tale docente è chiamato relatore. A partire dall'anno accademico 2015/2016 ogni studente dovrà definire con almeno cinque mesi di anticipo rispetto alla sessione di laurea prescelta un apposito programma di tesi in accordo con il docente-relatore. Ricordiamo che la tesi non è un riassunto di ciò che si è fatto o un compito assegnato da un docente. Si tratta di un elaborato che deve essere redatto basandosi sulla riflessione scientifica di riferimento, vale a dire quella correlata all’argomento scelto e all’ambito disciplinare che a questo fa da cornice, e proprio rispetto a tale riflessione scientifica il testo dovrà risultare difendibile. Nella costruzione di questo elaborato lo studente ha l’occasione di mettere a frutto tutti gli strumenti, le capacità e le conoscenze acquisite nel corso di studi, così come i suoi ulteriori "talenti". 1.1. Come scegliere un argomento La scelta dell'argomento rappresenta il primo fondamentale passaggio per la costruzione di una tesi di laurea. Spesso è facile fare confusione, considerare troppi temi nello stesso momento, oppure soffermarsi su argomenti di scarso valore. È preferibile un tema che susciti interesse e desiderio di approfondimento, il quale deve essere proposto al docente in sede di colloquio preliminare. Scegliere un argomento che stimoli il lavoro di ricerca e di scrittura lo facilita, dando valore aggiunto ad un interesse specifico sul quale in parte si sia già riflettuto o si stia riflettendo.     5   congiuntamente alla selezione - in una tendina - dell’ambito in cui si vuole cercare: tutti campi, autore, parole del titolo, soggetto, ecc. Altri tipi di ricerca (“ricerca per campi” e “ricerca avanzata”) permettono di riempire più campi separati e specificamente individuati. Dopo essersi identificati (con matricola e password) è possibile, tramite il pulsante “Dove lo trovo”, conoscere l'ubicazione esatta del testo e controllare se esso è disponibile per il prestito o la consultazione, oppure reperirne l'eventuale copia digitale, che è comunque consultabile all’istante ovvero scaricabile in PDF. Va rimarcato che le nostre biblioteche offrono un servizio, previo appuntamento, di assistenza allo studente che deve compiere una ricognizione bibliografica o documentale. È previsto un esperto che farà da guida alle operazioni di ricerca, illustrando le funzioni disponibili (dal prestito inter-bibliotecario ai servizi di emeroteca [vedi il paragrafo 2.4]). 2.3 Banche dati Si tratta di grandi archivi elettronici di dati, ordinati solitamente per contenuto o ambito disciplinare, in cui è possibile compiere ricerche per parole chiave. Direttamente dal sito del sistema bibliotecario di ateneo è possibile effettuare ricerche su numerose banche dati, previa identificazione attraverso le nostre modalità di collegamento. Ciò può avvenire attraverso due modalità: essendo fisicamente collegati dall’interno della struttura universitaria, oppure collegandosi tramite proxy da postazioni esterne (anche da casa). La procedura è molto semplice ed è illustrata in una guida reperibile sul sito http://www.sba.unifi.it/CMpro-v-p-66.html agli sportelli in biblioteca. Le banche dati raccolgono e organizzano informazioni di varia natura. Esse possono contenere: registrazioni bibliografiche, estratti, abstract o full text relativi a periodici, atti di congressi, monografie, rapporti di ricerca, tesi di laurea, rapporti tecnici, risorse multimediali, documentazione legislativa e giurisprudenziale, rapporti e rendicontazioni di analisi empiriche, dati statistici. Alcune di queste banche dati sono convenzionate con l'Ateneo e consentono di conseguenza l'accesso al testo completo in PDF (previa identificazione). Dal sito http://www.sba.unifi.it, sotto il menu a tendina “Trova le risorse”, si può accedere ad un motore che consente la ricerca da una lista di banche dati a vostra scelta. Tale lista è ordinata alfabeticamente e per ambito disciplinare. 2.4 Emeroteca Collocata spesso all'interno di una biblioteca, una “emeroteca" presenta una raccolta di giornali, riviste e altre pubblicazioni periodiche di vario genere che, proprio per il loro carattere tendenzialmente divulgativo, possono rivelarsi indispensabili nella costruzione di tesi di laurea. È particolarmente indicata per quegli elaborati che debbano avvalersi di specifiche fonti “testimoniali” o inerenti al divenire delle pubbliche opinioni, del clima culturale o del dibattito pubblico su una certa tematica, oppure ancora delle strategie di mobilitazione sociale o di sensibilizzazione civile. In definitiva, l’emeroteca è uno strumento utile per quelle tesi che debbono usare i media come lente o finestra o angolazione per trattare una questione, un tema, una vicenda, un personaggio, un evento     6   o un periodo storico. Tali riviste e giornali sono conservati sia in forma cartacea che su microfilm. L'emeroteca, localizzata al primo piano della Biblioteca delle Scienze Sociali, contiene quattro tipologie di documenti: 1. Quotidiani italiani, tra cui: Avanti, Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, Il Foglio, Il Giornale, il Giorno, I Manifesto, Il Mattino, Il Messaggero, La Nazione, La Repubblica, Il Resto del Carlino, Il Sole 24 ore, La Stampa, Il Tempo e l'Unità; 2. Quotidiani stranieri, tra cui: Belfast Telegraph, Le Figaro, Financial Times, The Guardian, L'Humanitè, The Indipendent, International New York Time, Liberation, Le Monde, El Mundo, The New York Times; 3. Settimanali italiani, tra cui: L'Espresso, L'internazionale, Il Mondo, Panorama, Wired; 4. Settimanali stranieri, tra cui: Neijing Review, The Economist, L'Express, Le Monde, The New York Review of Books, The Sunday Times, Die Zeit A seconda della tipologia del documento sarà possibile consultare le seguenti versioni: cartacea, on-line, CD-ROM/DVD, microfilm, ecc. Le modalità di accesso sono le stesse della biblioteca. 3. Le citazioni2 3.1 A cosa servono e come si usano Secondo la legislazione italiana presentare tesi copiate o procurate da altri costituisce un reato. A tal proposito la Scuola di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" si è dotata da alcuni anni di un software anti-plagio in grado di assicurare l'autenticità del lavoro di tesi, evitando che lo studente utilizzi in maniera impropria materiale già pubblicato o elaborati di altri. La procedura per verificare l'autenticità dell'elaborato è semplice e richiede la sottoposizione della tesi (in formato elettronico) alla verifica che si avvale del software suddetto. Tutte le indicazioni in merito sono descritte nella Pagina Web della Scuola "Cesare Alfieri" in Scuola > Per Laurearsi > Deposito di Tesi di Laurea Triennale sul software anti-plagio [http://www.sc-politiche.unifi.it/cmpro-v-p-149.html].                                                                                                                 2  Le   seguenti   indicazioni   non   sono   da   intendersi   come   tassative,   bensì   come   delle   "linee   guida":   sarà   cura   di   ogni   docente-­‐relatore   consigliare   al   singolo   studente   gli   adeguamenti   eventualmente   necessari   al   contesto   della   tesi.   L'essenziale   è   che   lo   studente,   una   volta   adottato  un  metodo  redazionale  per  le  note,  lo  segua  per  l'intero  elaborato  di  tesi.         7   Ogni passaggio di quel nostro testo che diventerà tesi di laurea deve quindi essere sorretto e giustificato da una fonte, di qualsiasi natura essa sia [vedi il paragrafo 2]. Questa fonte deve essere citata ogni qualvolta si utilizzino informazioni o elaborazioni sorte dal lavoro di ricerca. Una fonte può essere citata: a) in modo diretto: in questo caso citeremo una proposizione o un brano in maniera “testuale”, …senza tralasciare una virgola! Il testo che utilizziamo come fonte a sostegno di ciò che stiamo sostenendo o richiamando deve essere riportato tra virgolette rendendo inequivocabile il fatto che stiamo riproducendo il testo di un autore che non siamo noi. Per questo tipo di citazioni occorre indicare anche la pagina o le pagine del testo che stiamo riproducendo; b) in modo indiretto: ossia sintetizzando o parafrasando con parole proprie quanto leggiamo in una data fonte, che deve essere indicata in nota, nella quale si trova il sostegno dell’affermazione che avremo formulato con parole nostre. Potrà trattarsi di una nota nel corpo del testo o a piè di pagina o in fondo al testo (vedi il paragrafo 3.2) che in ogni caso non potrà mancare: pena l’accusa di plagio! 3.2 Le note Qualunque tesi di laurea si compone di due parti inscindibilmente necessarie le une alle altre: il testo e le note. Sono le note che forniscono sostegno e credibilità a un dato testo ed è il testo che giustifica l’esistenza stessa di quelle note. Si può vincere un Nobel anche senza note ma capita una volta nell’arco di qualche secolo. Tra comuni mortali, che magari verranno riconosciuti come “geni” solo post mortem o comunque assai tardivamente, l’umiltà e la fatica delle note è condizione di credibilità del testo e dello stesso rigore scientifico con cui una tesi è stata costruita. In generale le note possono essere formulate secondo una triplice modalità: • note di chiarimento: si usano per approfondire o specificare un tema o una proposizione che si ritiene possa risultare utile a sostegno di un argomento, ma che preferiamo collocare in nota perché riteniamo di non dover appesantire la trattazione nel testo; • note di rinvio: sono brevissimi richiami ad altre parti del testo al fine di evitare nel testo stesso inutili ripetizioni di considerazioni già svolte; • note bibliografiche: sono le note del tutto “inevitabili”, quelle da cui dipende la nostra capacità di dimostrare che le posizioni che esprimiamo hanno un fondamento nella letteratura scientifica o in specifiche banche dati, ovvero in verificabili documenti, ovvero ancora richiamano testimonianze di peculiare rilevanza a sostegno dei nostri argomenti.     10   Alcune cose da tenere a mente quando si redigono le note a piè di pagina: • Se si tratta di un'opera citata in precedenza nel testo, la formulazione deve seguire questa impostazione: nome (abbreviato) e cognome dell'autore, titolo dell'opera abbreviato (in corsivo), cit., pagina/e di riferimento. Esempio: E. Di Nolfo, Storia, cit., p. 627. • Se di uno specifico autore si è citata una sola opera, basterà indicare - dopo la prima citazione integrale - solamente il nome e il cognome dell'autore, seguito dalla sigla op. cit. (in corsivo), con eventualmente l'indicazione della/e pagina/e di riferimento. Esempio: E. Di Nolfo, op. cit., p. 789. • Se si deve far riferimento a un'opera che è stata citata nella nota antecedente, ma si vuole indicare una pagina diversa, si scrive "Ivi" oppure “Op. ult. cit.” seguito dal numero della pagine ovvero delle pagine interessate. Esempio: Ivi, p. 907. Oppure, Op. ult. cit., p. 907. • Se si deve far riferimento alla stessa pagina e alla stessa opera della nota citata subito prima, basterà inserire la formula Ibidem (in corsivo). • Alla fine di ogni nota si mette il punto. I due metodi (note "all'americana" e note a piè di pagina) si possono anche combinare tra loro: ad esempio si possono usare note "all'americana" nel corpo delle note a piè di pagina, ma in tal caso occorre adottare le regole riguardanti le une e le altre. Esempio: ‹‹come sottolinea Di Nolfo, la guerra civile spagnola fu utilizzata dalla Luftwaffe come terreno di prova per l'uso di nuove armi e tecniche militari (Di Nolfo, 2008: 543-567).››. Ad ogni modo, sebbene venga sovente utilizzata la seconda opzione, vi possono essere ambiti tematici nei quali si preferisce utilizzare il metodo delle note "all'americana". Entrambi i metodi sono ovviamente validi e quindi la soluzione migliore è quella di decidere assieme al docente-relatore quale dei due adottare. L'importante è che una volta scelta la modalità preferita con cui integrare il testo mediante note, quella stessa modalità venga rispettata in ogni parte dell'intero elaborato. 3.2.1 Le note recanti riferimenti giuridico-normativi o giurisprudenziali Quando occorre citare fonti normative e/o giurisprudenziali è opportuno attenersi alle regole descritte in appendice al presente documento (appendice 1).     11   3.3 Come si individuano e usano i dati quantitativi e analitici È normale il ricorso a dati quantitativi nell’elaborazione di una tesi di laurea ed è molto probabile che questo accada anche ai fini di una tesi triennale. A tal proposito è opportuno distinguere tra quei dati che vengono raccolti ed eventualmente elaborati appositamente durante e ai fini del lavoro di ricerca di cui può consistere una tesi triennale, e i dati che possiamo ricavare da fonti “altre” e preesistenti alla costruzione di una tesi. Nel primo caso i dati raccolti ad hoc devono rimandare all'appendice metodologica [vedi il paragrafo 5.3] apponendo ad ogni citazione dei dati utilizzati (sia in forma estesa che sintetica) una nota di rimando alla raccolta e/o elaborazione compiuta ai fini della tesi. Tutti i dati che non sono stati appositamente raccolti mediante il lavoro di tesi costituiscono dati secondari. Ebbene, quando si ha a che fare con questa particolare tipologia di dati bisogna fare attenzione all'autorevolezza della fonte [vedi paragrafo 2.1]. Infatti, non è ammissibile richiamare o utilizzare a sostegno di un qualche assunto o di un qualche argomento un qualsiasi valore percentuale ascoltato magari frettolosamente al telegiornale per giustificare una nostra posizione su una specifica questione o materia. La statistica esercita un fascino particolare sull'immaginario contemporaneo ed è facile cadere nella tentazione di assumere un dato ammontare quantitativo quale prova “scientifica” della dinamica un certo fenomeno la cui consistenza e i cui effetti dipendono, invece, da una gamma di fattori che vanno diversamente apprezzati e misurati. Insomma, una tesi di laurea deve almeno saper porsi qualche domanda critica a fronte delle evidenze quantitative prima di assumerle come indicatori utili a descrivere un fenomeno. Ogni dato secondario deve basarsi su una fonte che ne legittimi l’utilizzo; dunque, anche in questo caso, è necessario verificarne l'attendibilità, l’autorevolezza e la difendibilità argomentativa. Alcune strade sono senza dubbio più sicure (gli istituti statistici nazionali, come ISTAT), altre meno (qualsiasi fonte che non faccia riferimento alle modalità di raccolta dati), ma in tutti i casi bisogna citare le fonti nello stesso modo in cui si cita un testo, ponendo particolare attenzione alla data di aggiornamento [in caso di dati recuperati da internet, vedi paragrafo 5.2] e provvedendo a inserire dette fonti in bibliografia [vedi 5.1]. Potremmo altresì essere interessati a presentare i dati mediante grafici e/o tabelle o anche figure: è opportuno ricordare che tali elementi non devono mai essere riportati in copia (presi ed incollati dal documento di origine) ma vanno riprodotti utilizzando un software ad hoc (Excel o simili) in maniera tale da non comprometterne la leggibilità. Sia le tabelle che i grafici che le figure vanno numerate consecutivamente, adoperando un'unica serie numerica per tutto l'elaborato oppure serie numeriche differenziate capitolo per capitolo (ad esempio, la quarta tabella della tesi sarà la Tabella 4, oppure la prima tabella del quinto capitolo sarà la Tabella 5.1). Nel testo vi faremo riferimento adoperando la numerazione scelta. La fonte originale va riportata in fondo alla tabella/grafico/figura.     12   Esempio di presentazione di una tabella: Popolazione in migliaia in 9 Paesi sviluppati (1870, 1994) Popolazione (migliaia) in nove Paesi sviluppati - Tabella 3.1 - Fonte: Massimo Livi Bacci, Storia minima della popolazione del mondo, Bologna, Il Mulino, 1998, p. 183. [versione semplificata]. Istogramma concernente l’andamento della Popolazione in 9 Paesi sviluppati (1870, 1994) Illustrazione 3.1: Elaborato del candidato su dati di cui alla Tabella 3.1     15   specificando ciò che intendiamo dimostrare o almeno sostenere mediante il nostro elaborato; - una giustificazione della rilevanza dell’oggetto di studio, ovvero una spiegazione del perché l’argomento scelto è degno di essere approfondito e studiato; - la delimitazione dei confini della trattazione; - un’anticipazione sommaria dei contenuti (… nel capitolo 1 si parlerà di X, nel capitolo 2 di Y, nel capitolo 3 di Z); - l’indicazione della metodologia adottata, vale a dire il tipo di ricerca che si è inteso seguire (….una ricognizione in una data letteratura di riferimento; la scelta di una data periodizzazione) nonché gli strumenti adottati per sviluppare il lavoro (…quale genere di fonti, di dati, di elaborazioni documentali o quantitative, di ricognizioni empiriche, e via dicendo). 4.4 Capitoli I capitoli sono le parti, più o meno ampie, in cui un testo è suddiviso. La suddivisione in capitoli dovrebbe ricalcare, seguendo criteri di organicità e proporzione, l’articolazione logica di una trattazione; ad esempio attraverso una suddivisione temporale (si sta facendo una tesi sulla partecipazione elettorale e si vuole che i capitoli rispecchino i vari periodi storici analizzati); una suddivisione in ambiti (si sta facendo una tesi sulla città- stato di San Marino e si vuole studiare la sua storia, la sua economia e la sua struttura politico-istituzionale); oppure ancora una suddivisione in merito al grado di “approfondimento progressivo” che intendo sviluppare (nel primo capitolo mi preme solo contestualizzare il fenomeno studiato, nel secondo entrare più nel merito specifico della questione e nel terzo riportare tutti i risultati ottenuti con la mia ricerca); e così via. 4.5 Paragrafi Dividere un capitolo in paragrafi serve a evidenziare le componenti della trattazione e a orientare il lettore lungo il filo logico della argomentazione. La suddivisione in paragrafi riflette il concatenarsi degli argomenti trattati all’interno del capitolo e a rendere appunto chiaro ed evidente il filo logico che li connette. 4.6 Conclusioni Nelle conclusioni sono indicate le considerazioni finali della ricerca svolta, facendo emergere i risultati ottenuti e la loro congruenza al quesito o all’obiettivo di ricerca che ci siamo posti. A tal fine si può fare sinteticamente riferimento alle tappe più importanti del percorso svolto, ma ciò che serve è partire dal quesito o dall’obiettivo iniziale per enunciare la tappa finale a cui si è arrivati, sulla base, ovviamente, del materiale accumulato e analizzato durante la ricerca. È del tutto necessario non fondare le conclusioni su mere opinioni personali soprattutto se “sganciate” dalla trattazione delle fonti utilizzate. E’ su di esse, infatti, che vanno costruite conclusioni difendibili in sede di Commissione di laurea.     16   5. Bibliografia La bibliografia è corredo essenziale di una tesi di laurea: la testimonianza della fondatezza dell’argomentazione e della cura con cui l’elaborato è stato costruito. E' importante che la bibliografia testimoni la pertinenza delle fonti utilizzate, evitando qualunque inutile ridondanza “arredativa” ed esprimendo l’effettività della ricognizione letteraria compiuta dal candidato. 5.1 Riferimenti bibliografici La bibliografia, pertanto, non deve trasformarsi in una raccolta indiscriminata di testi. Può anzi essere opportuno prendere le mosse da pochi titoli particolarmente pertinenti al tema e di lì sviluppare una ricerca bibliografica conseguente. Insomma, è utile procedere attraverso un'analisi preventiva di base della letteratura, che porti alla individuazione di alcuni autori fondamentali per la trattazione di un dato argomento. In seguito si procederà con un'analisi a cascata: consultare la bibliografia usata dagli autori che abbiamo individuato inizialmente, prendendo in considerazione ciò che risulta (anche e soprattutto con l’aiuto del docente-relatore) rilevante per l'oggetto della ricerca (ossia, analisi selettiva della bibliografia). Sul piano redazionale i riferimenti bibliografici compongono la parte conclusiva della tesi, e devono indicare ogni volume, saggio, articolo di riviste scientifica e/o divulgativa unitamente al resto del materiale documentale utilizzato, anche se non citati nel corpo del testo o delle note a piè di pagina. A tal proposito, in base alla quantità di materiale raccolto, si potrà decidere di suddividere la bibliografia in diverse sezioni, ognuna facente capo a un'area circoscritta: la prima dedicata alle monografie e ai volumi collettanei, la seconda agli articoli di riviste, la terza alle fonti normative e giurisprudenziali, la quarta ai siti web, e via dicendo. 5.1.1 Come citare una fonte in bibliografia Nella redazione della bibliografia è bene ordinare alfabeticamente per cognome dell'autore i titoli dei libri e degli articoli utilizzati e che si ritiene di dover richiamare in tale bibliografia. Ecco alcuni esempi per redigere l’elenco dei riferimenti bibliografici: • Se si tratta di un testo (monografia) dovranno essere inseriti COGNOME (per intero) e nome (puntato) dell'autore, TITOLO del libro in CORSIVO (senza virgolette ""), LUOGO, CASA EDITRICE e ANNO (in italiano - Londra e non London) di pubblicazione. Es: ROSSI P., Titolo del Libro, Firenze, Giunti editore, 2007. • Nel caso si tratti di testi scritti da più autori, è sufficiente indicare il COGNOME di tutti, separati da "e" o, se sono più di due, da una virgola.     17   Nel caso di volumi collettanei (più saggi di autori diversi) dovranno comparire COGNOME (per intero) e NOME (puntato) dell'autore del singolo saggio, specificando poi COGNOME (per intero) e Nome (puntato) del o dei curatori dell’opera collettanea. Esempio: FLORIDIA, A., Le ”buone ragioni” di una legge, in Morisi, M. e PERRONE, C. (a cura di), giochi di potere, Utet, Torino, 2013. • Nel caso si tratti di una rivista scientifica (articoli di riviste), si dovrà inserire COGNOME e NOME (puntato) dell'autore, TITOLO tra virgolette della rivista in corsivo, NUMERO DELLA SERIE, VOLUME, ANNO, MESE O STAGIONE, PAGINE in cui l'articolo è contenuto. Esempio: Rossi P., "Titolo dell'Articolo", Titolo della rivista, Vol. XII, Anno 52, No. 18, Luglio 2007. • Se si tratta di un articolo di quotidiani o periodici di larga diffusione (Le Monde - The Guardian - The Economist - L'Espresso - Die Welt) talvolta non siamo in grado di individuarne l'autore. In tal caso è sufficiente indicare il TITOLO del giornale e la DATA completa. Esempi: Corriere della Sera, 14 Luglio 2001. The Economist, Aprile 1998. • Se dobbiamo citare un'opera tradotta in italiano da un testo in lingua straniera si può procedere in vari modi: - citare come si fa con un'opera italiana, ponendo subito dopo il titolo la data dell'edizione originale tra parentesi (...); - oppure porre, alla fine della citazione bibliografica, tutti i dati dell'edizione originale preceduti dalla sigla «ed. or.» seguita da una virgola ( , ); Esempio: ZURCHER E. J., Storia della Turchia, Donzelli Editore, Londra, 2003 (ed. or., Turkey A Modern History, Cambridge Press, London, 2002). - un’ultima modalità di citazione bibliografica potrebbe essere il contrario, ossia inserire tra parentesi l'opera tradotta in italiano; Esempio: ZURCHER E. J., Turkey A Modern History, Cambridge Press, London, 2002 (trad. it., Storia della Turchia, Donzelli Editore, Londra, 2003). 5.2 Riferimenti a siti web Nel caso in cui la fonte fosse un sito internet, possiamo decidere di procedere in quest'ordine: 1. Citare il sito di riferimento: www.nome-del-sito.it/sezione/pagina.html; 2. Se un documento (rivista) è disponibile in rete, si deve citare in tal modo: COGNOME e INIZIALE del nome, ANNO, "TITOLO DEL DOCUMENTO", NOME DEL SITO, DATA, URL; 3. La citazione del sito web non dovrà apparire con caratteri sottolineati e/o colorati.     20   B) NELLE NOTE A PIE’ DI PAGINA a) Fonti nazionali. E’ senz’altro preferibile l’indicazione della fonte in forma abbreviata, con riferimento al numero e all’anno, secondo quanto sopra indicato ed esemplificato al punto A) a). b) Fonti UE. E’ consigliabile attenersi a quanto sopra indicato ed esemplificato al punto A) b). C) IN APPENDICE A) Fonti nazionali. La citazione va fatta per esteso, senza ricorrere ad abbreviazioni o sigle di sorta (salvo che per il numero), e con l’indicazione, oltre che dell’anno, anche del giorno e del mese. Esempi. Costituzione: Costituzione della Repubblica italiana. Legge ordinaria: legge 6 maggio 2015, n. 52. B) Fonti UE. Conviene attenersi a quanto sopra indicato ed esemplificato al punto A) b). 2. CITAZIONI DELLA GIURISPRUDENZA A) NEL TESTO a) Corti nazionali. Si suggeriscono citazioni in forma estesa, anche con l’indicazione del tipo di provvedimento, salve semmai l’abbreviazione del termine “sezione”, e la sola indicazione dell’anno e del numero (senza alcun ulteriore riferimento cronologico). Nel caso delle Corti d’Appello e dei Tribunali ordinari, peraltro, andrà soltanto indicata per esteso la data. Esempi. Corte costituzionale: sentenza (ordinanza) della Corte costituzionale n. 1/2014. Corte di cassazione: sentenza (ordinanza) della Corte di cassazione, Sez. I civ. (o pen.), n. 980/2014. Consiglio di Stato: sentenza (ordinanza) del Consiglio di Stato, Sez. VI, n. 1532/2015. Tribunali amministrativi regionali: sentenza (ordinanza) del Tribunale amministrativo regionale (opp. T.A.R.) del Lazio, Roma, Sez. I, n. 1797/2009. Corti d’Appello: sentenza (ordinanza) della Corte d’Appello di Bari del 13 giugno 2006. Tribunali ordinari: sentenza (ordinanza) del Tribunale di Bergamo del 15 febbraio 2008.     21   b) Corte di giustizia UE. Anche qui si suggeriscono citazioni in forma estesa, salva peraltro la necessità di indicare, invece che il numero della pronunzia, la relativa data, nonché gli estremi della causa e della parte ricorrente. Esempio: sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 22 giugno 2010, causa C-224/01, Koebler. c) Corte europea dei diritti dell’uomo. Anche qui si suggeriscono citazioni in forma estesa, tenendo presente che in questo caso, oltre alla data della pronunzia, è necessario e sufficiente specificare le parti in causa. Esempio: sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, 20 marzo 2008, Budayeva ed altro v. Russia. B) NELLE NOTE A PIE’ DI PAGINA a) Corti nazionali. Si suggeriscono citazioni in forma abbreviata, anche per quanto concerne l’indicazione dell’autorità giudicante. La specificazione del tipo di provvedimento (sentenza, ordinanza, etc.) non è necessaria quando si tratta di una sentenza. Esempi: Sentenza della Corte costituzionale: Corte cost., n. 1/2014. Ordinanza della Corte costituzionale: Corte cost., ord. n. 33/2015. Sentenza della Corte di cassazione: Cass. civ., sez. I, n. 980/2014. Sentenza del Consiglio di Stato: Cons. Stato, sez. VI, n. 1532/2015. Sentenze dei Tribunali amministrativi regionali: T.A.R. Lazio, Roma, sez. VI, n. 1797/2009. Sentenze delle Corti d’Appello: App. Bari, 13 giugno 2006. Sentenze dei tribunali ordinari: Trib. Bergamo, 15 febbriao 2008. b) Corte di giustizia UE. Si suggerisce la citazione in forma abbreviata dell’autorità giudicante. Esempio: Corte giust. UE, 22 giugno 2010, causa C-224/01, Koebler. c) Corte europea dei diritti dell’uomo. Anche qui si suggerisce la citazione in forma abbreviata dell’autorità giudicante. Esempio: Corte eur. dir. uomo, 20 marzo 2008, Budayeva ed altro v. Russia. C) IN APPENDICE a) Corti nazionali. Le citazioni vanno fatte per esteso e senza abbreviazioni di sorta, con l’indicazione completa della data della pronunzia prima del numero.     22   Esempi. Corte di cassazione: Corte di cassazione, I Sezione civile, 15 febbraio 2008, n. 980. Tribunali amministrativi regionali: Tribunale amministrativo regionale per il Lazio, Roma, I Sezione, 20 febbraio 2009, n. 1797. b) Corte di giustizia UE. Le citazioni vanno fatte per esteso e senza abbreviazioni di sorta. Esempio: Corte di giustizia dell’Unione europea, 22 giugno 2010, causa C-224/01, Koebler. c) Corte europea dei diritti dell’uomo. Le citazioni vanno fatte per esteso e senza abbreviazioni di sorta. Esempio: Corte europea dei diritti dell’uomo, 20 marzo 2008, Budayeva ed altro v. Russia.
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