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vademecum cartografico, Sintesi del corso di Geografia

vademecum cartografico per sostenere l'esame di didattica della geografia

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017

Caricato il 08/07/2017

19aral
19aral 🇮🇹

4.7

(6)

11 documenti

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Scarica vademecum cartografico e più Sintesi del corso in PDF di Geografia solo su Docsity! VADEMECUM CARTOGRAFICO La cartografia è il complesso degli studi e delle operazioni scientifiche, artistiche e tecniche che si svolgono a partire dai risultati delle osservazioni dirette o dalla utilizzazione di una documentazione, al fine di elaborare ed allestire carte, piante ed altri modi d’espressione atti a risvegliare l’immagine esatta della realtà. È la prima espressione geografica che gli antichi abbiano realizzato. CAPITOLO 1 - SINTESI DELLA STORIA DELLA CARTOGRAFIA Medio oriente: babilonesi. Abbozzi cartografici su tavolette di argilla con territori conosciuti (mesopotamia, circa 2400 anni ac). • Tavoletta di argilla raffigurante nippur (centro culturale sumeri) • Mappamondo babilonese (uruk, 700 ac) Egizi: mappe catastali che delimitavano proprietà. Papiri con giacimenti d’oro della numibia (1200 ac). Val camonica: graffiti con disegni di luogo Polinesiani: rielaborazione di una carta nautica fatta di liste di bambù (rotte) e conchiglie (isole). Pietra di jebel amud: giordania meridionale. Masso inciso e ricoperto di una fitta rete di coppelle collegata da una complicata rete di canalini. Ipotesi che si tratti di una mappa. Graffito di mezin: in ucraina. Incisione di un accampamento con fiume che scorre nei pressi. Più antico reperto cartografico conosciuto (15.000). • Territorio come oggetto di rappresentazioni allo scopo di esprimere il possesso\indicare ad altri un itinerario. Grecia: primo esempio di cartografia a fini culturali (600 ac). Carta di anassimandro di mileto (filosofo scuola ionica) è colui che volle costruire la prima carta del mondo abitato (ecumene). Con i greci la cartografia si sviluppò sulla base di intuizioni di principi scientifici. Claudio tolomeo (alessandria d’egitto, 90-162 ac): stabilì il fondamento della geografia matematica e della cartografia cosmografica antica. Rappresenta il legame tra antichità ed età moderna. Opera: atlante di 27 carte che influenzò il mondo arabo e la cartografia dell’età moderna. Roma: da eredità geografica greca, costruirono le “carte itinerarie” (sfondo pratico). Un esempio è la tabula peutingeriana (striscia di carta lunga circa 7 metri che rappresenta i lineamenti dell’impero romano, la pen. Iberica e il mar caspio. Evidenzia aspetti fisici, strade e distanze tra stazioni di tappa). Dopo cristo: raffigurazione di luoghi biblici, idee cosmografiche desunte dalla bibbia. Caratteristica: gerusalemme in posizione preminente rispetto al mondo intero e orientamento a oriente. Medioevo: no progressi in cartografia. Mappamondi caratteristici di quest’epoca, a T o a ruota. Oriente in alto, terre conosciute separate da una t (mediterraneo in verticale, il don a sinistra e il nilo a destra). Età moderna: 1518: nonostante la scoperta delle americhe, la tripartizione del mondo permane. Le nuove terre compaiono solo nel margine in basso a sinistra. Nuove scoperte e conoscenze, introduzione stampa e incisione su legno e rame, affinamenti tecnici dei procedimenti geometrici, nuovi strumenti di precisione fioritura di nuove carte regionali e generali che raccolte formarono gli atlanti (italia e olanda nel 1500\1600 maggiormente attivi in questa produzione). Nuovo slancio della cartografia nautica (non solo il mediterraneo, ma anche nuove rotte oceaniche; c’era stato il perfezionamento della bussola e della rosa dei venti). Solo ora compaiono le riproduzioni in pianta. Importanza per studi storici, economici e architettonici. Dal 1700: in europa, promozione studi cartografici per avere buone carte per uso amministrativo e militare. Ogni stato cominciò ad elaborare una propria carta topografica (scale e proiezioni diverse ma stesso ellissoide di base). Francia primo stato con carta topografica nazionale. Italia: istituto geografico militare (1882, IGM): dopo l’unificazione fece la nuova carta nazionale. * carta topografica e corografica: evidenziava aspetti fisici ed umani del territorio. Tentativo di risvegliare l’immagine della terza dimensione (il rilievo, la cui rappresentazione più efficace divennero le isoipse\curve a livello). Da alcuni decenni: foto aeree e da satellite. Carte metacartografiche (aree degli stati proporzionate alla quantità del fenomeno rappresentato). CAPITOLO 2 – INFORMAZIONI SULLE CARTE GEOGRAFICHE Realizzazione di una carta geografica: Prima fase: Rappresentazione degli originali dei disegno e dei nomi. Gli originali sono costituiti da diversi fogli trasparenti, su ognuno dei quali viene disegnata una specifica variabile fisica p umana da abbinare a determinati colori. Fasi intermedie: richiedono un lungo laborioso ed attento lavoro attuato con speciali strumenti e tecniche. Ù Ultima fase: Dai vari originali sovrapposti e formanti globalmente la carta si ottengono le diverse copie definitive, che sono rappresentate da pellicole trasparenti e indeformabili. Fase finale: stampa successiva dei vari colori che compongono la carta. • Blu: idrografia e idronimi • Rosso: strade principali, capisaldi insieme formano la stampa finale a quattro colori • Giallo: strade • Nero: centri abitati, toponimi vari Carta geografica: rappresentazione grafica in piano della superficie della terra o di una sua parte. Essa è una rappresentazione: 1. Ridotta (impossibile mantenere nel disegno le distanze reali scala) 2. Approssimata (impossibile sviluppare senza deformazioni ed errori una superficie sferica su di un piano proiezioni) 3. Simbolica (ricorso a simboli o segni convenzionali per significare i vari elementi geografici/fisici/ politici… legenda) Scala: rapporto tra il valore delle distanze misurate sulla carta e quelle normali. È una distanza planimetrica o orizzontale (la carta ha solo due dimensioni). La scala si riferisce solo a misure lineari. È una frazione: unità valore della riduzione (numero di volte che si deve moltiplicare una distanza sulla carta per ottenere la distanza reale sulla superficie terrestre) A un piccolo denominatore corrisponde una scala grande, a uno grande una piccola scala. Esistono scala grandissima, grande, media piccola, piccolissima. Scala grafica/lineare (segmento opportunamente diviso in trattini, ciascuno dei quali corrisponde alla lunghezza nella scala numerica). Classificare le carte: • Piante –planimetria di centri abitati- e mappe –planimetria proprietà rurali- (scala grandissima) 1 : 10.000 • Carte topografiche (scala grande) Superfici territoriali poco estese, evidenzia elementi fisici e antropici. • Carte corografiche/regionali (scala media) Regioni abbastanza estese, evidenzia reticolo stradale. • Carte geografiche/generali (scala piccola) Superfici estese, statali e continentali. • Planisferi e mappamondi (piccolissima scala) Tutta la superficie della terra, caratteristiche geografiche ed economiche essenziali. 1 : 30.000.000 Problema più difficile dei cartografi: rappresentare su di una superficie piana, attraverso la griglia di paralleli e meridiani, una superficie sferica. Raffigurazione più aderente alla realtà: globo, ma soluzione più funzionale: planisfero o mappamondo. Ma sulla superficie piana sorgono difficoltà: cercare di tenere ferma l’equivalenza (la proporzione tra aree rappresentate sulla carta e le rispettive aree della terra), isogonia o conformità (conservazione inalterata degli angoli), equidistanza (proporzione tra distanze corrispondenti della carta e della terra. Alla fine solo lo scopo orienta l’adozione di un tipo di proiezione rispetto ad un altro. Il planisfero di mercatore Deriva da una proiezione cilindrica modificata. I paralleli, invece di avvicinarsi fra loro procedendo verso i poli, si allontanano in modo proporzionale all’allontanamento dei meridiani. I paralleli vengono tracciati sulla base di una tabella (tabella delle latitudini crescenti) che per ogni parallelo dà la distanza in km dall’equatore. Ne deriva quindi una carta che: • Elimina il difetto che schiaccia e riduce le superfici vicino ai poli • Ingrandisce e deforma i territori alle latitudini alte Il planisfero di peters Sostiene che la cartografia tradizionale distorce il mondo a vantaggio dei paesi coloniali europei immagine eurocentrica del mondo. Inoltre distorce il mondo a vantaggio dei paesi in cui prevale la razza bianca. Peters decise di inventare una nuova cartografia rivoluzionaria: promuovere un atteggiamento di solidarietà internazionale. Suddivide la superficie terrestre in 100 parti uguali (meridiani e paralleli) quadrangoli piani che hanno forma di rettangoli verticali nella zona equatoriale, si trasformano poi in quadrati e infine ai poli assumono la forma di rettangoli orizzontali. Sposta anche il meridiano di greenwich. Questo planisfero è fedele alle superfici, ma non alle distanze (impossibilità di ottenere contemporaneamente l’equivalenza, l’equidistanza e l’isogonia). Secondo peters la sua carta assegna ad ogni paese la sua esatta posizione, stabilendo per ciascuno la sua esatta dimensione e collocazione. Il planisfero di robinson La sua proiezione è ortofana, cioè non rispetta nessuna delle regole classiche della cartografia (equivalenza, equidistanza e isogonia). Egli cerca di attuare un compromesso equidistante fra le tre condizioni tradizionali. La carta che si realizza non penalizza e non favorisce nessuna zona in particolare. Rappresentazione della terra comprensibile, corrispondente alla realtà e soddisfacente dal punto di vista estetico, anche se meno rigorosa delle proiezioni abituali dal punto di vista matematico. CAPITOLO 8 – MODALITA’ DI UTILIZZAZIONE DELLA CARTOGRAFIA NELLA DIDATTICA DELLA GEOGRAFIA Cartografia: il complesso degli studi e delle operazioni scientifiche, artistiche e tecniche che si svolgono a partire dai risultati delle osservazioni dirette o dalla utilizzazione di una documentazione, al fine di elaborare ed allestire carte, piante ed altri modi d’espressione atti a risvegliare l’immagine esatta della realtà. Didattica: studio dei metodi d’insegnamento, l’arte cioè di comunicare, di insegnare qualche cosa a qualcuno; la capacità di farsi capire, di far capire l’oggetto formale della disciplina con i suoi obiettivi e contenuti. Cartografia e didattica, utilizzate in funzione dell’insegnamento della geografia, implica da un lato la fruizione di materiale disponibile sul mercato, dall’altro che siamo noi stessi con i nostri studenti i costruttori di cartografia. Obiettivo finale: fare in modo che i nostri studenti riescano a capire, tramite le carte a disposizione, l’organizzazione territoriale, il tipo di paesaggio sulla quale si è chiesti di esporre il punto di vista geografico e sulla quale non si abbia mai letto niente. È necessario affrontare e perseguire una educazione e informazione geografica permanente. Sapere autorevole e convincente perché fondato su basi cartografiche ufficiali (ritenute veritiere e rappresentative della realtà) e sull’elaborazione di dati oggettivi. Obbligo di ragionare con la propria testa. È noto uno stretto legame tra geografia e cartografia. Per ogni periodo dell’età evolutiva e degli studi compiuti, lo studente dovrebbe impossessarsi di prerequisiti, abilità e nozioni geografiche e cartografiche. Si dovrebbe inoltre formare una carta mentale che gli permettano di dare risposte pronte a certi tipi di relazioni tra ambiente naturale e umano. L’importante è che il docente insegni allo studente la grammatica e la sintassi della sua materia, non solo contenuti o nozioni. Le chiavi di lettura si trasmettono soprattutto con la localizzazione ed il trasferimento concreto di quanto proposto, su base cartografica già esistente o realizzabile. La carta deve essere sempre presente e costituire il maggior centro di attenzione della nostra materia. La geografia acquista il pregio della scientificità e quindi è essa stessa scienza. La prima cattedra di geografia a livello mondiale è stata quella di berlino nel 1820. In italia, a padova nel 1872. Il bisogno geografico in passato era soddisfatto semplicemente dalla risposta e dalla localizzazione cartografica: risposta descrittiva senza spiegazione del perché. Occorre abituare gli studenti a osservare concretamente, a documentarsi su fonti idonee recenti e diverse e aggiornare le cognizioni continuamente. Durante l’industrializzazione del 18secolo, il geografo si pose domande a cui la cartografia non poteva rispondere (prima di questo momento geografia e cartografia significavano la stessa cosa). Così la geografia divenne sempre più esigente: da geografia descrittiva divenne geografia interpretativa. Ora occorreva quindi capire e collegare i perché, la cause che esplicano un fenomeno. La geografia rileva ed interpreta le modificazioni, i nuovi rapporti instaurati dalle componenti umane e fisiche, per capirne le modalità, la dinamica da cui è scaturito il cambiamento. La cartografia ci permette di avvicinare il lontano, il vicino, il passato, il presente e il futuro. Il linguaggio più appropriato è quello della “graficità”, o meglio “geograficità”, nel quale rientra tutta la cartografia conosciuta. La cartografia è una parte della geografia ed è al suo servizio. Il linguaggio “visivo- spaziale”, vale a dire cartografico, è facilmente accostabile da tutti, da sempre. L’efficacia dipende dalla capacità di lettura. Si tratta di guardare didatticamente e pedagogicamente il momento in cui la lettura, l’uso e l’interpretazione della carta acquista un effetto che incentiva l’approccio al discorso geografico. Montaggio della carta Partire dal punto di vista metodologico e scientifico dalla modalità di attuazione della carta geografica: evidenziare quindi le fasi di montaggio della carta (valido punto di partenza per operare poi lo smontaggio della carta). Si parte dalla cartografia perché è il punto di partenza per fare la geografia vera, il primo necessario gradino. È necessario che lo studente compia lo sforzo di scoprire e localizzare sulla carta quanto appreso, letto, sentito. Fasi di realizzazione della carta geografica: 1. Prima fase Rappresentazione degli originali del disegno e dei nomi. Gli originali sono costituiti da diversi fogli trasparenti, su ognuno dei quali viene disegnata una specifica variabile fisica o umana da abbinare a determinati colori. 2. Fasi intermedie Richiedono un lungo e attento lavoro attuato con speciali strumenti e tecniche (incisione, fotocomposizione, mascherature, procedimenti fotografici, negativi, diapositive…) 3. Ultima fase Dai vari originali sovrapposti e formanti globalmente la carta, si ottengono le diverse copie definitive (pellicole trasparenti e indeformabili). La fase finale della compilazione della carta consiste quindi nella stampa successiva dei vari colori che a compongono. Smontaggio della carta Attingere dalla carta una o più componenti alla volta ottenendo quindi una serie di lucidi, ognuno dei quali è visivamente efficace a presentare analiticamente una singola variabile e dalla cui sovrapposizione viene ad emergere una o più relazioni tra le componenti del territorio. Svolgere una serie di operazioni da realizzarsi su fogli lucidi: 1. Sovrapporre il lucido alla nostra area e quindi, in colore nero, segnare i confini dell’area presa in considerazione. 2. Su un altro lucido con il marrone: caratteristiche morfologiche. 3. Su un altro foglio, idrografia con il colore azzurro. 4. Altro foglio in cui si rappresentano i centri abitati col relativo toponimo (nero). 5. Vie di comunicazione con il rosso sull’ultimo lucido. Ricordarsi di non abbondare né con lucidi né con elementi territoriali: lo scopo è quello di far desumere dalla carta l’essenziale per gli obiettivi che si intendono raggiungere. Il vero obiettivo della geografia è quello dello studio delle relazioni tra i vari elementi del territorio: l’analisi della singola componente è finalizzata alla comprensione del tutto. CAPITOLO 9 – L’USO DELLA CARTOGRAFIA COME STRUMENTO DI CULTURA GEOGRAFICA Molte informazioni vengono spesso date dalla carta stessa, che non sempre però riesce a soddisfare i quesiti che ci poniamo. È necessario quindi fare riferimento ad altre fonti, consultare, leggere studiare. (se vuoi leggitelo, è corto, io non l’ho fatto perché un esempio un po’ troppo dettagliato secondo me). CAPITOLO 10 – OSSERVAZIONI SULLO SMONTAGGIO DELLA CARTA GEOGRAFICA Lo smontaggio risulta essere un itinerario didattico educativo fondato su un autentico processo di scoperta personale e sulla partecipazione attiva e consapevole. Lo studente diviene attore e protagonista della ricerca personale. Smontaggio come metodo induttivo di ricerca, di scoperta, di indagine che scatena una serie di domande, le cui risposte richiedono logica e ragionamento. Nella misura in cui giunge da solo alla comprensione e soluzione di problemi, lo studente interiorizza le nozioni, facendole proprie in modo sostanziale. Smontaggio: riprodurre con diversi colori, mediante la sovrapposizione di fogli lucidi sulla carta del territorio che si vuole prendere in esame, gli elementi fondamentali che caratterizzano quella particolare zona. Con la opportuna sovrapposizione dei lucidi dovranno nascere e giustificarsi ipotesi e in tal modo lo studente riuscirà a comprendere le relazioni tra le componenti fisiche ed antropiche del territorio, cioè a fare vera geografia. Prima di far usare l’atlante, conviene far disegnare agli studenti la carta mentale del territorio prescelto, perché si rendano conto di quanto siano sbiadite e vaghe le idee e le nozioni che possiedono su di esso. Utile anche far disegnare una seconda carta mentale, questa dopo lo smontaggio, a raffronto di quella realizzata in precedenza. Con l’esperienza riferita, l’atlante assume una nuova identità: non è più un semplice sussidio o fonte di consultazione arbitraria e facoltativa, ma strumento essenziale, centro di interesse per una scuola attiva. Lo smontaggio è una tecnica che permette di coniugare in modo utile cartografia e geografia. Permette di tocare con mano, in modo analitico, le singole componenti fisiche ed antropiche del territorio prescelto, conduce a una percezione dello spazio concreta, vissuta, per questo più sentita dallo studente. Si genera ora
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