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Variazione di prefissi: variazione di valenza e ruoli semnatici, Tesi di laurea di Lingua Tedesca

Analisi dei verbi con prefissi, analisi della variazione delal valenza del verbo e dei ruoli semantici che essi comportano

Tipologia: Tesi di laurea

2019/2020

Caricato il 10/07/2020

anna-picardi
anna-picardi 🇮🇹

4.3

(11)

4 documenti

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Scarica Variazione di prefissi: variazione di valenza e ruoli semnatici e più Tesi di laurea in PDF di Lingua Tedesca solo su Docsity! Istituto Universitario Orientale Napoli Facoltà di Lingue e Letterature straniere Tesi di Laurea in Lingua e Letteratura tedesca Variazione di prefissi: variazione di valenza e di ruoli semantici Relatrice Candidata Ch.ma Prof. Matr.LL/4240 Maria Teresa Bianco Picardi Anna Correlatrice Ch.ma Prof. 1 Clara Montella 2 Premessa: oggetto di studio della ricerca e motivazioni In questo mio lavoro di tesi mi sono occupata della prefissazione verbale (Präfigierung) tenendo conto delle sue ripercussioni nell’ambito linguistico della morfologia, della sintassi e della semantica. Ho considerato le modificazioni inerenti alla valenza logica, sintattica e semantica, determinate dall’unione di un prefisso (Vorsilbe, Präfix, Verbzusatz1) con un verbo semplice (in tedesco Simplex dal latino simplex che vuol dire “semplice”), in altre parole, dall'unione di un prefisso con un tema o una radice verbale. Nella lingua tedesca sono presenti in gran quantità verbi che premettono alla radice (Grundverb, Wurzel) un prefisso. Analizzando i vari tipi di formazioni con prefisso presenti nella lingua tedesca, ha colpito particolarmente la mia attenzione la presenza dei seguenti fenomeni linguistici: 1. la relazione diretta esistente tra la semantica dei morfemi formativi (i prefissi) e l’obbligatorietà o facoltatività dei complementi pertinenti di verbo (Ergänzungen), quindi la relazione diretta intercorrente tra Wortbildung e Valenz. I prefissi “prospettivizzano” nella loro semantica determinati Partner o relazioni tra Partner (ruoli semantici o tematici), che vengono indicati come obbligatori nella valenza sintattica del verbo prefissato. A mo’ di esempio valga la considerazione del prefisso be- e il confronto dei verbi schenken “regalare”/beschenken2 “fare un regalo a”: la semantica del prefisso be- in beschenken è “provvedere di quanto indicato nel verbo di base” e contiene già di per sé l’indicazione che qualcosa è stata regalata, quindi tale prefisso mette in prospettiva il rapporto tra i due 1 Il termine Vorsilbe o Präfix “prefisso” è solitamente usato per riferirsi ai prefissi inseparabili: be-/ent-/er-/ge-/mib-/ ver-/ zer-, mentre il termine Verbzusatz “preverbo” (cfr. Engel 1996 pag. 439 e Dreyer-Schmitt 1985 pag. 41) allude abitualmente ai prefissi separabili (ab-/an-/aus-/bei-/ ein-/ vor-/ zu- ...). 2 La parte sottolineata del verbo beschenken vuole evidenziare la posizione dell’accento che, come si vedrà in seguito, permette di distinguere tra verbo con prefisso separabile e verbo con prefisso inseparabile. Handlungsträger “partner dell’azione” del suddetto: tra l’Agente (Subjekt) e il Destinatario (Akkusativergänzung) che sono Partner di contesto (Kontextpartner) obbligatori; cioè rende obbligatoria, sintatticamente, la realizzazione non solo di colui che compie l’azione, comunemente definito “soggetto”, ma soprattutto di colui che la riceve; il Paziente (Patiens), che con schenken designa la cosa regalata ed è obbligatorio, risulta, invece, rispetto all’Agente e al Destinatario di beschenken, facoltativo, perché appunto già implicito nel significato del prefisso. 2. Il prefisso, responsabile dunque della modificazione semantico- sintattica del patrimonio verbale di base, con la sua semantica può precisare ulteriormente il significato del verbo di base, intensificarlo o modificarlo totalmente. Ciò vuol dire che il significato di una serie di verbi prefissati varia a secondo del prefisso che compare con una stessa base: 1) Der Verlobte hat sein Wort gebrochen ® brechen “Il fidanzato non ha mantenuto la parola” 2) Der Junge hat den Ast abgebrochen ® abbrechen3 “Il giovane ha spezzato l’asta” 3) Vier Häftlinge sind aus dem Gefängnis ausgebrochen ® ausbrechen “Quattro prigionieri sono evasi dalla prigione” 4) Der Gast hat das Glas zerbrochen ® zerbrechen “L’ospite ha rotto il bicchiere”. 3 La parte sottolineata dei verbi menzionati in questi esempi, e in quelli che seguiranno, vuole evidenziare la posizione dell’accento che, come si vedrà in seguito, permette di distinguere tra verbo con prefisso separabile e verbo con prefisso inseparabile. 3. La prefissazione influisce semanticamente sull’aspetto del verbo e sul tipo di azione da esso espresso, creando il più delle volte un sistema di gradazioni semantiche di una stessa azione o di uno stesso processo verbale (cfr. blühen “fiorire”/erblühen “sbocciare”/verblühen “appassire”). Avendo, quindi, i prefissi verbali funzione morfologica così come funzione sintattica e semantica, ho considerato non solo la categoria dei prefissi in sé e per sé, quali elementi morfologici predisposti alla formazione di nuovi verbi, ma ho proposto, inoltre, la semantica di ogni prefisso, le possibili sinonimie e antonimie che si possono stabilire tra i vari prefissi, creando con ciò lemmi verbali differenziati, ed infine ho tenuto conto delle ripercussioni che la prefissazione ha sul contorno sintattico dei verbi. La mia analisi non si è limitata, tuttavia, alla pura e semplice catalogazione dell’apparato dei prefissi e alla considerazione delle modificazioni semantiche e sintattiche che i prefissi apportano, ma ho voluto dare ad essa anche un taglio pragmatico proponendo un tipo d'indagine confrontativa tra il tedesco e l’italiano allo scopo di mettere in evidenza di volta in volta le comunanze o le differenze intercorrenti nell’uso dei verbi delle due lingue sul piano dell’espressione sintattica o del significato. A conclusione di questa presentazione generale dell’argomento della ricerca, va aggiunto che questo mio lavoro non vuole avere pretese di esaustività e di completezza, ma vuole semplicemente fornire un approccio analitico ad una problematica, quella relativa alle variazioni di sintassi o di semantica connesse ai verbi con prefisso, che tanti dubbi genera negli studenti italiani di lingua tedesca. Anzi, è stato proprio il ricordo delle difficoltà che io stessa ho incontrato nell’uso “corretto” dei verbi tedeschi con prefisso che mi ha indotta a occuparmi in particolare di tale problematica. Si pensi che ad un verbo italiano corrispondono il più delle volte più verbi tedeschi, per di più prefissati e con sfumature semantiche a volte sottilissime; per citare solo qualche esempio: per il lemma verbale italiano “guarire” sono previsti in tedesco tre lemmi: un avverbio (heim + suchen ® heimsuchen “affliggere, colpire”); un sostantivo (Brust + schwimmen ® brustschwimmen “nuotare a rana”). La maggior parte dei verbi composti sono Determinativkomposita cioè composti in cui la prima parte “determina” la seconda. · La composizione più frequente che si verifica nell’ambito dei Determinativkomposita è quella costituita da un aggettivo + un verbo (A+V): blobstellen “compromettere”; breittreten “trattare diffusamente, esporre dettagliatamente”; gesundschreiben “dichiarare guarito”; klarstellen “chiarire”; sicherstellen “assicurare”; stillsitzen6 “essere disoccupato”; sichergehen7 “andare sicuro”; vollenden “finire, concludere”; schönfärben “colorire, abbellire”. La prima parte di tali composti, l’aggettivo, assume rispetto al verbo una duplice funzione: esso può costituire ora il complemento avverbiale del verbo (adverbiale Bestimmung) ora l’attributo predicativo dell’oggetto. Illustriamo quanto detto considerando i due verbi sichergehen “andarci sicuro” e breittreten “trattare diffusamente”. Nella frase: 1) Er will in dieser Sache sichergehen “Lui vuole andarci sicuro in questa faccenda” l’aggettivo sicher assume la funzione di complemento avverbiale: determina l’azione del verbo gehen nella modalità ® das Gehen ist sicher. Invece, nella frase: 2) Er tritt sein Lieblingsthema breit “Lui tratta diffusamente il suo tema preferito”, 6 Still sitzen “sedere tranquillo” si scrive separato. 7 Di tale verbo è possibile anche la forma separata sicher gehen “camminare sicuro” in cui l’aggettivo ha significato concreto: Er ist in diesen Schuhen sicher gegangen “Lui ha camminato comodo con queste scarpe”. l’aggettivo breit rappresenta l’attributo predicativo riferito all’oggetto (sein Lieblingsthema ® sein Lieblingsthema ist breit dargelegt “il suo tema è esposto diffusamente”). L’aggettivo in pochi composti può corrispondere anche ad un attributo predicativo riferito al soggetto. Si consideri il verbo heiblaufen “riscaldarsi per attrito, surriscaldarsi”: 3) Die Maschine läuft heib “la macchina si surriscalda” ® Die Maschine ist heib. Gli elementi determinanti di tali composti si comportano come Verbzusätze “preverbi”: vengono separati nelle forme finite della loro base: 4) Sie stellte ihn mit diesem Hinweis völlig blob “Lei lo compromise completamente con quest’allusione”. · Dei composti di nome + verbo (N + V) ve ne sono pochi che si scrivono ancora uniti (esempio: kopfrechnen “calcolare mentalmente”). Alcuni ammettono, comunque, anche la forma di scrittura separata (cfr. staubsaugen “passare l’aspirapolvere” accanto a Staub saugen “passare l’aspirapolvere”; haushalten “fare economia, risparmiare” accanto a Haus halten che ha lo stesso significato). Gli altri composti sono in realtà Zusammenrückungen dei semplici “accostamenti” ed è per questa ragione che con la recente riforma ortografica hanno ripreso a scriversi separati. Si prenda in esame il seguente esempio: 5) Er wischt den Boden blank “Lui lava fino a far diventare il pavimento lucido” da cui l’espressione blank wischen “lavare fino a far diventare lucido”. Non sono da considerare composti quei verbi in cui la parte determinante, la prima, è costituita di avverbi indicanti direzione quali fortfahren “partire”, hingehen “andarci”, hinausgehen “andar fuori, uscire”, weglaufen “fuggir via”. fort, hin, hinaus, weg rappresentano Direktivergänzungen che in base a convenzioni ortografiche sono scritte insieme. A dimostrazione di ciò, si consideri il verbo fortfahren e la seguente serie di costrutti in cui la prima parte (fort) è sostituibile in modo abbastanza libero con una Direktivergänzung, cioè con un complemento locativo dinamico: fort fahren “partire” zum Bahnhof fahren “andare alla stazione” in ein fernes Land fahren “andare in un paese lontano”. Da ciò ne consegue che il verbo fortfahren non è il verbo prefissato che ha il significato di weitermachen “continuare”, ma vale wegfahren/ irgendwohin fahren e ha la valenza <soggetto, complemento locativo dinamico>. Allo stesso modo Fleischer 19825 precisa che il verbo an-laufen, col significato di 1. “mettersi in moto, avviarsi” (di motore e sim.); 2. “iniziare”, è da considerare verbo prefissato in quanto il morfema /an/ non ha, in tali accezioni, funzione di avverbio di direzione (Richtungsadverb) o di preposizione con significato locale, ma ha sviluppato nella costruzione verbale una variabile significativa più generale e astratta (ingressiva). Il corrispondente morfemo libero /an/, genera, invece, il composto verbale (Zusammensetzung) anlaufen: “venire (o avvicinarsi) di corsa, accorrere”, dove è visibilmente riconoscibile il significato della preposizione an. 1. 2. Formazione da radice La formazione da radice (Stammbildung) in Engel8 1988 e sviluppo (Entwicklung) in Hentschel9 1994, vede invece lo sviluppo di nuovi verbi a partire da un sostantivo o da un aggettivo, che 8 Engel 1988, pag. 438 9 Hentschel 19942, pag. 82 forme infinite del verbo (esempio an- in ankommen “arrivare”, ma Er kommt an “Lui arriva”). Sono numerosi in tedesco i verbi che premettono alla radice un prefisso, la cui funzione può essere quella di precisarne ulteriormente il significato, di modificarlo in modo considerevole o di capovolgerlo del tutto. Ad esempio abbiamo prefissi che indicano una direzione, un tipo di azione, prefissi negativi o che hanno funzione perfettiva. Un prefisso può essere unito a diverse radici verbali, in quanto precisa un particolare significato, e, viceversa, ad una stessa radice verbale possono essere uniti diversi prefissi. Per esempio, con il prefisso ein- (ingresso, inizio di un’azione) si hanno eintreten “entrare”, einsteigen “salire su”; einschlafen “addormentarsi”; einladen “invitare”; con il verbo kommen “venire” si hanno ankommen “arrivare”; entgegenkommen “venire incontro”; umkommen “morire”; zurückkommen11 “ritornare”. Anche in italiano è possibile trovare numerosi esempi di verbi prefissati, dove il prefisso è “prefisso” ad una base verbale per meglio definirla, ma il corpus di tali verbi non costituisce un sistema organico come in tedesco, ad esempio: “di-scendere” rispetto a “scendere”; “ri-conoscere” rispetto a “conoscere”; “s-fatto” rispetto a “fatto”; “premettere” rispetto a “mettere”; “postdatare” rispetto a “datare”. In italiano, infatti, il premettere ad un verbo un prefisso avviene solo a scopi lessicali, vale a dire per formare parole nuove; in altre lingue, per esempio in quelle slave, come si avrà modo di accennare in 2. 1. 2. Aspetto e azione nel verbo, ha, d’altra parte, anche scopi morfologici. Qualche indizio di quest’uso morfologico si trova anche in italiano, per esempio nel rapporto fra “volgere”, di valore momentaneo, e “svolgere”, di azione che dura; e, ancora, in quello tra “voltare” e “svoltare” etc.. L’apparato dei verbi prefissati tedeschi è, invece, molto più ricco e vario. Il tedesco moderno comprende, infatti: v prefissi debolmente accentati e inseparabili dal tema verbale (feste o untrennbare Präfixe): be-/ent- (emp-)/er-/ver-/zer-/ge- e mib-. 11 Le parti sottolineate indicano la posizione dell’accento, che permette di riconoscere un verbo separabile (la vocale del prefisso è accentata) da uno inseparabile (il tema verbale è accentato). Tra di essi il prefisso ge- non è più ritenuto un morfema formativo: non è più né produttivo, né attivo in ambito verbale, ma ha solo funzione grammaticale: è utilizzato nella formazione del participio perfetto; mentre il prefisso mib- è ancora attivo in ambito verbale, ma ricorre anche in ambito nominale. Accanto a questi vanno menzionati anche quei prefissi inseparabili d’origine straniera che in genere si uniscono solo a basi verbali di altrettanta origine straniera: de-(s)-/dis-; in-; re-. v prefissi fortemente accentati e separabili dal tema verbale (unfeste o trennbare Präfixe o Verbzusätze): ab-/an-/auf-/aus-/ bei-/ein-/fehl-/los-/nach-/vor-/zu-. v prefissi separabili-inseparabili (trennbare untrennbare Präfixe): un gruppo minore di prefissi ha un uso alternato cioè si comporta ora come separabile, ora come inseparabile: durch-, hinter-, über-, um-, unter-, wider-, wieder-. Prefissi inseparabili Prefissi separabili Prefissi separabili- inseparabili be-: benutzen “usare” ab-: ab-fahren “partire” durch-: durch-schlagen “sfondare” durchschneiden “fendere” ent-: enttä u schen “deludere” an-: an-kommen “arrivare” hinter-: hinter-gieben “tracannare” hinterlegen “deposiitare” er-: erzeugen “produrre” auf-: auf-räumen “riordinare” über-: über-nehmen “coprirsi” übertreten “violare” ge-: gebrauchen “usare” mit-: mit-nehmen “portar con sé” um-: um-arbeiten “rimaneggiare” umschreiben “perifrasare” mib-: mibtrauen “diffidare” nach-: nach-denken “riflettere” unter-: unter-bringen “sistemare” unternehmen “intrapendere” ver-: verfolgen “inseguire” vor-: vor-stellen “presentare” wider-: wider-hallen “risonare” widerlegen “confutare” zer-: zerstören “distruggere” zu-: zu-hören “stare a sentire” wieder-: wieder-finden “ritrovare” wiederholen “ripetere” Le basi dei verbi prefissati sono, nella maggior parte dei casi, verbali (ausüben “esercitare” da üben “esercitare, esercitarsi”). Di tali verbi saranno oggetto di ricerca solo quelli che mostrano un qualche legame con il verbo di base (aufhorchen “tendere l’orecchio” e horchen “origliare”); saranno invece trascurati i casi lessicalizzati come per esempio beginnen “iniziare” o ausmerzen “cancellare”, oppure quei verbi nei quali non sussiste più alcuna relazione semantico-sintattica col verbo semplice, che, tuttavia, è presente nel composto solo formalmente: verwildern “inselvatichirsi/essere abbandonato” è semanticamente e sintatticamente da riferirsi all’aggettivo wild, ma non al verbo wildern. In misura minore si trovano anche basi nominali o aggettivali; sostantivi e aggettivi possono in ogni caso essere talvolta verbalizzati anche senza prefisso, come si è già analizzato in 1. 2. Formazione da radice. Sia le basi verbali che quelle costituite da un sostantivo o un aggettivo con prefisso possono costituire a loro volta la base per un’ulteriore prefissazione. Si può in altre parole verificare una doppia prefissazione (Doppelpräfigierung). Essa rappresenta una percentuale bassa nell’ambito dell’intero apparato dei verbi con prefisso. All’interno di tale percentuale ricorre con più frequenza la sequenza prefisso accentato + prefisso non accentato (auferstehen “risorgere”; vorbereiten “preparare”), mentre più raramente la sequenza prefisso non accentato + prefisso accentato (beabsichtigen “avere l’intenzione di”; beeinflussen “influenzare”), in misura ancora minore è invece presente la sequenza prefisso non accentato + prefisso non accentato (vergesellschaffen “socializzare”). er- inizio di un processo: erblühen “sbocciare”, erblassen “impallidire, diventar pallido” conclusione positiva di un’azione: erbauen “finire di costruire”, erhalten “ricevere”; erzwingen “conseguire con la forza; estorcere” divenire: erklären “spiegare”; ermöglichen “rendere possibile” ge- perfettivo: gebrauchen “usare”; gefallen “piacere”; gehören “appartenere”; gewöhnen “abituare” in-14 significato ornativo: indoktrieren “indottrinare” movimento in qualcosa: infiltrieren “infiltrare” mib- negativo: mibbrauchen “abusare”; mibverstehen “fraintendere” mibbilligen “disapprovare”; miblingen “non riuscire, fallire”; mibtrauen “non fidarsi, diffidare” re-15 ripetizione di uno stato precedente: remilitarisieren “rimilitarizzare”; reprivatisieren “riprivatizzare”; reorganisieren “riorganizzare” 14 Gran parte delle formazioni con in- viene presa in prestito da altre lingue come“fertige Präfixbildungen” 15 Gran parte delle formazioni con re- viene presa in prestito da altre lingue come “fertige Präfixbildungen” ver- (è il più produttivo dei prefissi verbali) azione o avvenimento compiuti o portati alle estreme conseguenze: verhungern “morire di fame”; versinken “sprofondare” inizio: veralten “invecchiare” conclusione: sich verabschieden “congedarsi”; verkaufen “vendere”; verbessern “migliorare” senso negativo (azione del verbo di base eseguita in modo errato): versalzen “salare”; sich verschreiben “sbagliarsi scrivendo” significato ornativo: vergolden “dorare”; verglasen “invetriare, munire di vetri” zer- movimento di distacco o rottura: zerreiben “strappare”, zerbrechen “rompere”; zerlegen “dividere; smontare; trinciare”; zerfallen “cadere in pezzi, sfasciarsi”; zerfasern “sfibrare, sfilacciare” Esempi: 1) Das Wintersemester hat schon begonnen “Il semestre invernale è già iniziato” 2) Der Gast wurde höflich empfangen “L’ospite fu accolto gentilmente” 3) Das konnte nur aus Nachlässigkeit geschehen “Questo potè avvenire solo per trascuratezza” 4) Ich habe diesen Begriff gut verstanden “Ho capito bene questo concetto”. Prefissi separabili ab- allontanamento: abreisen “partire”; abnehmen “togliere, levare”; absetzen “deporre”; abgeben “consegnare” diminuzione: abnehmen “diminuire (di peso)”; abschaben “raschiare” an- movimento verso un punto determinato: ankommen “arrivare”; ansprechen “rivolgere la parola”; anblicken “guardare” inizio: anzünden “accendere”; anfangen “iniziare” esecuzione parziale: anbraten “rosolare”; anzahlen “dare in acconto, anticipare” auf- movimento verso l’alto: aufstehen “alzarsi”; aufblicken “sollevare lo sguardo, levare gli occhi” apertura: aufbrechen “aprire con forza; sbocciare”; aufmachen “aprire” inizio improvviso: aufheulen “mandare un urlo”; aufleuchten “risplendere, mandare luce improvvisa”; auflachen “scoppiare a ridere” conclusione completa di un’azione: aufessen “mangiare interamente”; aufbrauchen “consumare, esaurire” ripetizione come miglioramento, rafforzamento o rinnovamento: aufhellen “schiarire”; aufbügeln “dare una stirata a” “avvicinarsi a” zusammen- insieme: zusammenarbeiten “collaborare”; zusammenfassen “riassumere, raccogliere”; zusammenkommen “riunirsi”; zusammenspielen “giocare insieme” Esempi: 5) Wann kommt der Zug an? Quando arriva il treno? 6) Ich mache das Fenster zu “Chiudo la finestra” 7) Ich zeige den Pab vor “Mostro il passaporto” 8) Ich mag mit dem neuen Kollegen nicht zusammenarbeiten “Non mi piace collaborare col moi nuovo collega”. Prefissi separabili-inseparabili durch- inseparabile passaggio attraverso: durchdringen “penetrare attraverso”; durchschauen “penetrare con lo sguardo”; durchleuchten “illuminare” totalità (dall’inizio alla fine): durchfahren “attraversare (un paese)”; durchtanzen “trascorrere ballando”; durchnässen “bagnare completamente, inzuppare”; durchschneiden “solcare” separabile passaggio (anche in senso figurato): durchgehen “attraversare, passare” completamente: durchflieben “scorrere (di liquidi); durchbrechen “rompere (in due parti); sfondare” hinter- inseparabile negazione, impedimento: hinterziehen “sottrarre, defraudare”; hintertreiben “mandare all’aria, sventare” separabile giù hintergieben (ostmd.) “tracannare”; hinteressen (ostmd.) “mangiare tutto” um- inseparabile accerchiamento spaziale: umfassen “circondare”; umgeben “circondare, cingere”; umringen “circondare, attorniare” separabile mutamento , trasformazione : umsteigen “cambiare mezzo di trasporto”; umziehen “cambiare alloggio”; umschreiben “riscrivere, rifare” intorno: umfahren “girare, fare giri” über- inseparabile sopra: überzuckern “inzuccherare”; überbrücken “gettare un ponte” violazione di una norma: überheizen “riscaldare troppo”, übertreiben “esagerare” “ein ganzes umfassend” überlegen/überdenken “riflettere” passaggio provocato: übersetzen “tradurre”; übertragen “trasmettere; affidare”; separabile oltre (in senso reale): übersetzen “trasportare al di là”; überlaufen “traboccare” oltre (in senso figurato come “superare un limite”): überwerten “sopravvalutare” unter- inseparabile sotto: untermalen “dare la tinta di fondo a”; unterfangen “sottomurare” impedimento , interruzione : unterbrechen “interrompere”; unterdrücken “reprimere” separabile movimento verso il basso: untergehen “tramontare; andare in rovina”; untergraben “interrare, sotterrare” wider- inseparabile avvenimento contrario , opposto : widersprechen “contraddire, affermare il contrario”; widerstehen/widerstreben “resistere, opporsi a”; sich widersetzen “opporsi” separabile significato intensivo 16 : sich widerspiegeln “rispecchiare”; widerhallen “risuonare”; 16 “...che risulta dall’addizione delle singole azioni ripetute...”: Tekavcic, P., 19742 pag. 156 tedesco, oltre che con un termine di origine latina quale Verba anche col termine tedesco Verben e con i termini Zeitwörter o Tätgkeitswörter. La suddivisione di tipo semantico che tradizionalmente viene operata è la seguente: · verbi di azione (Handlungsverben o Tätigkeitsverben) · verbi di processo (Vorgangsverben) · verbi di stato (Zustandsverben). 2. 1. 1. Verbi di azione, di processo, di stato I verbi possono denotare: · azioni (Tätigkeiten): Ich komme nach Hause “Io vengo a casa” · processi (Vorgänge): Gestern hat es gestürmt “Ieri c’è stata una tempesta” · stati (Zustände): Neapel liegt am Meer “Napoli si trova sul mare”. · Per verbi di azione (Handlungsverben/Tätigkeitsverben) si intendono quei verbi che designano un’azione (Handlung/Tätigkeit) eseguita intenzionalmente dal soggetto. Tali sono i verbi: gehen “andare”; spielen “giocare/suonare”; kämpfen “lottare, combattere”; laufen “correre”. In tutti questi verbi il soggetto fa qualcosa, agisce mentre va, mentre gioca o suona, mentre lotta o combatte. Essi perciò implicano sempre la presenza, a livello di struttura profonda, di un Agente, vale a dire la presenza di una persona che compie l’azione, che può assumere qualsiasi caso sintattico a livello di struttura superficiale, vale a dire nella forma sintattica della frase. Spesso le azioni di tali verbi sono dirette ad uno Scopo, che può essere registrato nella frase come oggetto dipendente dal verbo. Così, ad esempio, l’attività dello scrivere, che ha per Scopo o Risultato un romanzo, viene espressa nella frase, a livello di struttura superficiale da un complemento all’accusativo: 1) Ich schreibe einen Roman “Io scrivo un romanzo”. Lo Scopo o il Risultato di un verbo può essere realizzato oltre che da un complemento all’accusativo, anche da altri tipi di complementi, per esempio nella frase: 2) Meine Mutter fährt nach Neapel “Mia madre va a Napoli”, lo scopo dell’azione di “andare”, nach Neapel, è reso da un complemento locativo (Direktivergänzung). Tali concetti di Agente, Scopo e Risultato e di struttura superficiale e profonda saranno approfonditi, in seguito. · Verbi quali fallen “cadere”; wachsen “crescere”; sterben “morire”; verfaulen “marcire, putrefarsi” sono ritenuti verbi di processo (Vorgangsverben). Essi si differenziano chiaramente da quelli precedenti perché non designano un’azione autonoma, ma indicano un processo (Vorgang/Prozeb) che si compie in un soggetto, indipendentemente dalla sua volontà. Per questo motivo questi verbi non prevedono uno scopo e non hanno un oggetto espresso. · Ai verbi di stato (Zustandsverben) appartengono verbi come stehen “stare”; wohnen “abitare”; leben “vivere”; bleiben “rimanere”. A differenza dei verbi di azione che indicano un cambiamento che è provocato intenzionalmente, e dei verbi di processo dove il cambiamento si realizza nel soggetto stesso, con i verbi di stato non si assiste ad alcun cambiamento dello stato (Zustand) in precedenza osservato, nonostante esso abbia una durata nel tempo. Le suddette divisioni interne non devono essere considerate rigidamente poiché in genere è il modo d’uso di un verbo a stabilire se si tratta di un verbo di azione, di processo o di stato. Si considerino a tal proposito: 3) Das Holz schwimmt im Flub “Il legno galleggia nel fiume” 4) Michael schwimmt im Flub “Michele nuota nel fiume”. Nell’esempio 3) il verbo schwimmen è sicuramente da considerarsi verbo di processo perché il legno non ha la volontà o l’intenzione di “nuotare” nel fiume; invece nell’esempio 4) Michael compie l’azione di “nuotare” in modo intenzionale, quindi schwimmen è in tal caso verbo di azione. La differenziazione di uno stesso verbo in verbo di processo o di azione ha una sua importanza in tedesco in quanto ha delle conseguenze morfologiche. Infatti, si può formare un passivo impersonale solo del verbo schwimmen inteso come verbo di azione. Descrivendo un gruppo di persone che nuotano, un parlante di lingua tedesca si esprimerebbe in questi termini: 3a) Da wird lustig geschwommen “Lì si divertono a nuotare”. Non si potrebbe, invece, utilizzare lo stesso passivo impersonale osservando un pezzo di legno che galleggia nel fiume: 4a) *Da wird geschwommen *“Là si nuota”. Un parlante di lingua italiana non potrebbe per niente formulare un simile passivo impersonale di un verbo intransitivo quale “nuotare”. La lingua italiana, infatti, si esprimerebbe in tale situazione in altri termini, come si può ben notare dalla traduzione dell’esempio 3)a. 2. 1. 2. Aspetto ed azione nel verbo L’aspetto e l’azione sono due fondamentali caratterizzazioni semantiche delle forme verbali. Nonostante esistano connessioni tra loro, il concetto di aspetto va tenuto distinto da quello di azione. Visto che ogni lingua esprime a modo suo questa caratteristica semantica dei verbi, è stato supposto che questi due tipi di possibili coppie aspettuali appartengano agli universalia della lingua umana. Il concetto di aspetto è reso però anche utilizzando i significati dei tempi verbali: si pensi a quelle lingue, tra cui l’italiano, il tedesco o l’inglese, dove si ricorre a due tempi verbali per rendere l’idea del passato. In italiano troviamo ad esempio il passato prossimo e il passato remoto; in tedesco il Perfekt e il Präteritum; in inglese il simple past e il past continous. Nei verbi italiani l’aspetto è per lo più presente in forma coperta e appare ora grammaticalizzato ora lessicalizzato: i lemmi verbali col prefisso ad- esprimono l’aspetto perfettivo (cfr. “addormentarsi”, “addentrarsi”), ma non si può certo affermare che tale prefisso sia produttivo a tal fine. Inoltre vi sono alcune forme temporali che hanno insieme la funzione di localizzare gli eventi nel tempo e di imporre ad essi uno specifico aspetto, come già visto sopra. L’imperfetto rende, ad esempio, normalmente imperfettive le voci lessicali che adottano la sua flessione: 2) Giovanni andava a scuola. Il passato remoto rende, invece, perfettivi gli eventi: 3) Improvvisamente si mise a piovere. Occorre, tuttavia, aggiungere che la flessione di un verbo di per sé perfettivo come “trovare” può assumere un carattere aspettuale diverso se è all’imperfetto: 4) Cercavo e cercavo, ma non trovavo mai niente. L’intreccio di caratteri temporali ed aspettuali offre, in realtà, una scala “ideale” molto più complessa di quella presentata con gli esempi sopra citati. In questo mia tesi mi sono limitata alla considerazione di alcuni lati dell’argomento in quanto esso non è direttamente pertinente al mio discorso. Questi due diversi modi di considerare un’azione o un processo, “concluso” o “non-concluso”, sono presenti anche in lingue come il tedesco che non mostra alcun sistema aspettuale perfezionato e anche in questa lingua l’aspetto appare ora grammaticalizzato ora lessicalizzato. In molte grammatiche accanto al termine aspetto (Aspekt) si trova quello di azionalità (Aktionsart) volendo con questo indicare le specifiche “modalità dell’azione” con riferimento al suo specifico svolgimento (Ablauf des Geschehens): ad esempio un’azione può durare (aspetto durativo), ripetersi (aspetto iterativo), cominciare (aspetto incoativo), finire (aspetto egressivo). Per azionalità si intende, quindi, una categoria puramente semantica, che può apparire già lessicalizzata nel verbo o essere espressa con procedimenti morfologici quali la prefissazione o l’infissazione. Non è possibile tuttavia operare una netta divisione nel considerare l’aspetto e l’azionalità nel verbo e affermare che l’aspetto è realizzato sempre morfologicamente mentre l’azione è sempre lessicalizzata, in quanto ci sono lingue come il russo che possiedono accanto ai procedimenti morfologici, quali quelli citati sopra, anche lemmi verbali tra loro diversi che costituiscono una coppia aspettuale di opposizione perfettivo/imperfettivo. Si parla maggiormente di sistema aspettuale e non azionale perché, da un lato, in quasi tutte le lingue la differenza tra i due principali aspetti appare sistematica (quasi tutti i verbi sono presenti in modo doppio, ora perfettivi, ora imperfettivi); dall’altro lato è l’aspetto del verbo ad essere determinante per il significato e l’uso delle forme temporali. Possiamo perciò considerare le due coppie perfektiv/imperfektiv come sovracategorie rispetto all’appartenenza ad un particolare tipo di azione come egressivo o iterativo. Si considerino a tal proposito i seguenti enunciati italiani in cui si pertinentizzano fasi diverse del processo indicato dal verbo: 2) Olga dorme 2a) Olga schläft Imperfettivo (Aspekt): durativo (Aktionsart) Imperfettivo (Aspekt): durativo (Aktionsart) 3) Olga si addormenta 3a) Olga schläft ein. Negli enunciati 2) e 2a) il predicato “dorme” indica un processo già instaurato e dotato di una certa durata; negli enunciati 3) e 3a) il predicato “si addormenta” indica, invece, l’inizio di quel processo. Una differenza analoga è registrabile in enunciati quali: 4) Ho trovato il libro Ich habe das Buch gefunden 4a) Ho cercato il libro Ich habe das Buch gesucht. I quattro verbi citati (“dormire” schlafen, “addormentarsi” einschlafen17, trovare finden, cercare suchen) focalizzano ciascuno fasi diverse del processo indicato dal verbo: “addormentarsi” sottolinea la fase iniziale del processo, “dormire” indica che il processo è già instaurato e dura da un po’ di tempo; “cercare” enfatizza, invece, il tratto durevole, mentre “trovare” quello conclusivo. Quindi, i verbi “dormire” e “cercare” sono verbi imperfettivi e durativi, ”addormentarsi” e “trovare” sono invece perfettivi: l’uno è incoativo mentre l’altro è egressivo. In tedesco l’aspetto imperfettivo è presente in verbi come blühen “fiorire”, schlafen “dormire” o wachen “vegliare; sorvegliare” che esprimono azioni, processi o stati che durano un determinato tempo; l’aspetto perfettivo, invece, indica avvenimenti o stati di cui viene focalizzato l’inizio o la fine, ed è presente in verbi quali verblühen18 “appassire”, einschlafen19 “addormentarsi”, aufwachen20 “svegliarsi”. Come si può notare dagli esempi ciascun verbo identifica un momento particolare dell’azione o processo e ci impone di operare all’interno della categoria perfettivo/imperfettivo altre sottocategorie semantiche. 17 La sottolineatura indica la posizione dell’accento e che si tratta di un prefisso separabile. 18 La sottolineatura indica la posizione dell’accento e che si tratta di un prefisso inseparabile. 19 Cfr. Nota 18 20 Cfr. Nota 18 Perfettivo (Aspekt): incoativo (Aktionsart) Perfettivo (Aspekt): incoativo (Aktionsart) Imperfettivo (Aspekt): durativo (Aktionsart) Imperfettivo (Aspekt): durativo (Aktionsart) Perfettivo (Aspekt): egressivo (Aktionsart) Perfettivo (Aspekt): egressivo (Aktionsart) verscheiden “morire” Infissazione (per la realizzazione di tipi aspettuali) I verbi in -eln sono o diminutivi o iterativi. Esempi: lächeln tröpfeln “sorridere” (diminutivo) “gocciolare” (iterativo) Molti verbi onomatopeici in -ern sono pure iterativi: flattern meckern “svolazzare” “belare” L’appartenenza ad uno di questi tipi di azione ha indirettamente ripercussioni sulla formazione delle forme verbali, nel senso che, quando i verbi sono perfettivi, cioè incoativi, egressivi o puntuali, essi vanno a far parte del gruppo di verbi che, se intransitivi, formano il Perfetto con l’ausiliare sein (cfr. paragrafo 2. 2. 2). A conclusione di questo paragrafo si ripropone la scala “ideale” considerata all’inizio allo scopo di rappresentare schematicamente i vari tipi aspettuali sopra elencati: 2. 2. Classificazione morfologica I verbi tedeschi possono essere divisi al loro interno, oltre che secondo criteri semantici, anche secondo criteri morfologici. Per morfologia (dal greco morphe, in tedesco Form o Gestalt “forma” da cui in tedesco Gestaltlehre o Formenlehre) del verbo si intende lo studio delle varie forme che il verbo può assumere esteriormente per esprimere le diverse specificazioni temporali. Nella suddivisione morfologica è soprattutto importante la formazione dei tempi verbali. Il tedesco forma i suoi tempi principalmente in due modi: secondo una formazione sintetica e secondo una formazione analitica. Questi due concetti appartengono propriamente alla tipologia delle lingue: il primo designa la formazione di una forma grammaticale senza l’aiuto di altre parole; il secondo, invece, la formazione di forme grammaticali per mezzo di parole supplementari. In tedesco si formano in modo sintetico il tempo Presente (Ich komme “Io vengo”) e il tempo Preterito (Ich kam “Io venni”); analiticamente si formano, invece, i tempi Perfetto (Ich habe gearbeitet “Io ho lavorato”; Ich bin gegangen “Io sono andato”); Piuccheperfetto (Ich hatte gearbeitet “Io avevo lavorato”; Ich war gegangen “Io ero andato”); il Futuro (Ich werde kommen “io verrò”) e, inoltre, il Passivo dinamico (Er wird ausgelacht “Lui viene deriso”). 2. 2. 1. Tempi sintetici Nell’ambito dei tempi formati in modo sintetico, secondo il modo in cui i verbi tedeschi formano il loro Preterito e il Participio passato, si distinguono: · verbi deboli · verbi forti · verbi irregolari o misti · verbi con prefissi separabili e inseparabili. Si definiscono verbi deboli (schwache Verben) quei verbi che non presentano il cambiamento della vocale radicale (Stammvokal) nelle forme primitive (Stammformen), vale a dire in quei tempi da cui si possono derivare tutte le altre forme come l’Infinito, il Presente, il Preterito e il Participio passato; e che inoltre al Preterito e al Participio passato hanno rispettivamente le desinenze -te, e ge- e -t. Sono, invece, verbi forti (starke Verben) quei verbi che non solo cambiano la vocale radicale al Preterito o al Participio passato, ma a volte anche all’Indicativo presente, e precisamente alla seconda e terza persona singolare: ich fahre - du fährst - er fährt; i verbi che hanno l’alternanza vocalica e/i conservano il cambiamento pure all’Imperativo singolare: ich helfe - du hilfst - er hilft - hilf! Ai verbi deboli e forti si deve aggiungere un piccolo numero di verbi che presentano caratteristiche di coniugazione di entrambi i suddetti gruppi, i Presente e del Preterito e occupano l’ultimo posto nella frase: aufstehen “alzarsi”: sie steht/stand auf “lei si alza/si alzò”. I prefissi inseparabili (be-, ent-, emp-, er-, ge-, mib-, ver-, zer-) rimangono, al contrario, sempre uniti alla radice verbale: versprechen “promettere”: er verspricht / versprach es “lui lo promette/promise”. La separabilità o meno del prefisso ha ripercussioni anche sulla formazione del Participio perfetto e dell’Infinito preceduto da zu: i verbi con prefisso separabile inseriscono le sillabe ge- e zu tra prefisso e radice verbale: aufmachen “aprire” fa al participio II aufgemacht “aperto” e all’infinito aufzumachen “di aprire”, ma verstehen “capire” fa verstanden “promesso” e zu verstehen24 “di capire”. Esempi: 1) Er hat seine Lage sehr gut beschrieben “Lui ha descritto molto bene la sua condizione” 2) Es war für ihn nicht eifach, seine Lage zu beschreiben “Non fu per lui facile descrivere la sua situazione” 3) Ich habe ein Paket aufgemacht “Ho aperto un pacchetto”. 4) Es macht mir Spab, ein Paket aufzumachen “Mi diverte aprire un pacchetto”. 24 Le parti sottolineate vogliono indicare la posizione dell’accento. Verbi con prefisso inseparabile Indicativo Presente Ich verstehe kein Wort (Io non capisco una parola) Preterit o Ich verstand kein Wort (Io non capii una parola) Perfetto Ich habe kein Wort verstanden (Io non ho capito una parola) zu + infinito Es war kein Wort zu verstehen (Non si poteva capire una parola) Verbi con prefisso separabile Indicativo Presente Ich mache dieTür auf (Io apro la porta) Preterito machte die Tür auf (Io aprii la porta) Perfetto Ich habe die Tür aufgemacht (Io ho aperto la porta) zu + infinito Die Tür ist nicht aufzumachen (La porta non deve essere aperta) Per distinguere i prefissi inseparabili da quelli separabili, occorre fare attenzione a dove cade l’accento: i primi non portano l’accento, mentre quelli separabili sono accentati: beschreiben “descrivere”, aufmachen “aprire”: prefissi accentati ® separabili prefissi non accentati ® inseparabili. Un’eccezione alla suddetta regola è costituita dai verbi col prefisso mib-, il quale, pur presentandosi talvolta accentato, va comunque considerato inseparabile. Esempio: il verbo mibachten, che può presentare doppia accentazione, rimane sempre unito alla radice: mibachten (mibachten) “disprezzare”; er mibachtet (mibachtet) “egli disprezza”; er mibachtete (mibachtete) “egli disprezzò”; er hat mibachtet (gemibachtet) “egli ha disprezzato”; zu mibachten “da disprezzare”. Il verbo mibverstehen “fraintendere”, invece, si comporta in modo quasi analogo al precedente: er mibversteht “egli fraintende”; er mibverstand “egli fraintese”; er hat mibverstanden “egli ha frainteso”; ma all’infinito si presenta così: mibzuverstehen “da fraintendere”. Vi è infine un terzo gruppo di prefissi (durch-, hinter-, über-, um-, unter-, voll-, wider-, wieder-) che possono essere usati sia in modo accentato che in modo non accentato, e quindi si comportano come prefissi separabili/prefissi inseparabili. Esempi: 5) Ich habe den Apfel mit dem Messer durchgeschnitten “Ho tagliato la mela in due parti” 6) Das Segelboot durchschneidet die Wellen “La barca a vela fende le onde”. Questi ultimi due costrutti permettono di fare un’ulteriore osservazione riguardo a tali prefissi con un doppio comportamento: in alcuni casi i verbi con prefisso accentato e separabile hanno significato spaziale - concreto, mentre quelli con prefisso atono e inseparabile hanno significato traslato. Infatti: 7) übertreten “oltrepassare” (in certi sport “andare oltre” la linea di demarcazione) 8) ein Gesetz übertreten “violare, trasgedire” (“andare oltre” fig.) Gli esempi 1), 2), 3) permettono di confermare quanto già affermato nel paragrafo relativo all’aspetto del verbo e vale a dire che in tedesco la differenza tra verbi imperfettivi e verbi perfettivi è realizzata oltre che con il diverso uso dell’ausiliare, anche morfologicamente grazie ai prefissi; in italiano, invece, ciò non è possibile in quanto i nostri prefissi non hanno la proprietà di rendere evidente l’opposizione perfettivo/imperfettivo come quelli tedeschi. A tal proposito si prenda in considerazione il verbo italiano “guarire” e gli enunciati 3) e 4) in cui tale verbo è reso ora col verbo semplice heilen ora con il verbo prefissato verheilen: 4) “La ferita è guarita” Die Verletzung ist geheilt/(verheilt) ma: 5) “Il dottore ha guarito la ferita” Der Arzt hat die Verletzung geheilt. Tra gli enunciati 4) e 5) c’è in italiano una differenza di aspetto perfettivo/ imperfettivo realizzata col solo impiego dei due ausiliari; in tedesco c’è lo stesso uso differenziato degli ausiliari per ogni enunciato, ma in più si ricorre al prefisso ver- se si vuole sottolineare la fase finale della guarigione (verheilen). Altri esempi che mostrano come l’uso di haben o sein sia in stretta relazione con la perfettività o imperfettività di un verbo sono forniti dai seguenti costrutti: 6) Die Rose hat geblüht “La rosa è fiorita” ma: 7) Die Rose ist erblüht/verblüht “La rosa è sbocciata/sfiorita ” 8) Er hat am Ufer gestanden “Egli è rimasto in piedi sulla riva” Ausiliare haben: aspetto imperfettivo Ausiliare sein: aspetto perfettivo Ausiliare haben: aspetto imperfettivo Ausiliare sein: aspetto perfettivo Ausiliare haben: aspetto imperfettivo ma: 9) Er ist aufgestanden “Lui si è alzato”. Un discorso più approfondito meritano, invece, i verbi di movimento (Verben der Bewegung) come laufen “correre”; wandern “camminare”; fahren “andare”; klettern “arrampicarsi”; schwimmen “nuotare” sono considerati perfettivi se contengono nel loro significato un cambiamento di luogo e , quindi, formano il loro Perfetto con l’ausiliare sein: il cambiamento di luogo da essi indicato, scopo o destinazione dell’azione, segnalando un’azione “limitata” nel tempo e nello spazio indica, in qualche modo, la fine dell’azione: 10) Sie ist gelaufen/gewandert/gefahren/geklettert/geschwommen “Lei è corsa/ha camminato/è andata/si è arrampicata/ha nuotato”. Quando poi il movimento espresso da taluni verbi è circoscritto e non diretto ad un punto, cioè non include un vero e proprio cambiamento di luogo, come nei verbi zittern “tremare”; strampeln “sgambettare”; zappeln “dimenarsi”, è utilizzato allora l’ausiliare haben, perché verbi indicanti una certa durata: 11) Er hat gezittert/gestrampelt/gezappelt “Lui ha tremato/sgambettato/si è dimenato. Alcuni verbi di movimento che esprimono un’azione finalizzata e con ciò chiaramente perfettiva, possono diventare imperfettivi se impiegati per esprimere un’azione che dura di più: verbi come laufen, fahren, klettern e schwimmen possono formare il loro Perfetto con haben in particolari accezioni, come si può osservare dai seguenti esempi: 12) Er hat/(ist) 800 m. gelaufen “Egli ha percorso 800 m.” 13) Als er jung war, hat er Auto gefahren “Quando era giovane, ha guidato” Ausiliare sein: aspetto perfettivo 14) Er hat/(ist) an den Seilen geklettert “Egli si è arrampicato sulle corde” 15) Er hat/(ist) viel geschwommen “Egli ha nuotato molto” 16) Sie ist über die Bühne getanzt “Lei è andata ballando sul palcoscenico” 16a) Sie hat stundenlang getanzt “Lei ha ballato per ore”. Oltre ai verbi perfettivi intransitivi ci sono anche due verbi che eccezionalmente formano il loro Perfetto con sein, sebbene siano imperfettivi o possano essere usati in tal modo. Sono questi i verbi bleiben e sein: 17) du bist gewesen/geblieben “Tu sei stato/sei rimasto”. Nel sud della Germania anche i verbi statici sitzen “sedere”; stehen “stare”; liegen “giacere”, vengono talvolta coniugati al Perfetto con sein anziché con haben. Per finire, bisogna ricordare quei verbi perfettivi intransitivi che mostrano un legame così stretto coll’ausiliare sein nella loro forma di verbo di base che mantengono lo stesso ausiliare anche come verbi prefissati transitivi: 18) Er ist das Abkommen eingegangen “Lui ha concluso l’accordo” 19) Sie ist ihn endlich losgeworden “Lei si è finalmente liberata di lui.” La differenziazione tra perfettività/imperfettività non è sempre determinante nella formazione analitica dei tempi, ma costituisce solo una regola di base. In particolare si discostano da tale regola, in base alla quale il verbo perfettivo è coniugato nei tempi composti con sein, mentre quello imperfettivo con l’ausiliare haben, alcuni verbi prefissati con auf-: Verbo intransitivo: ausiliare sein Verbo transitivo: ausiliare sein 2) Ich bin sehr stolz auf dich “Sono molto orgoglioso di te” dove l’aggettivo stolz regge l’avverbio sehr e il sintagma preposizionale auf dich e a sua volta la preposizione controlla il pronome personale all’accusativo dich. Non tutti gli elementi di una classe grammaticale possono avere la stessa reggenza. Nella classe del Verbo, ad esempio, solo una sottoclasse di verbi regge una Dativergänzung, un complemento in “a”: 3) Ich gratuliere dir “Ti faccio gli auguri/Mi congratulo con te” 4) Das Rauchen schadet der Gesundheit “Il fumo nuoce alla salute”. Lo stesso discorso è valido anche per la classe grammaticale del Nome e dell’Aggettivo. Per la classe del Nome basti ricordare, ad esempio, che solo determinati sostantivi, quali, per citarne qualcuno, Bedürfnis, Wunsch, Sehnsucht, selezionano una Präpositivergänzung, un complemento introdotto dalla preposizione nach. Esempi: 5) Das Bedürfnis nach Ruhe “Il bisogno di tranquillità” 6) Der Wunsch nach Frieden “Il desiderio di pace” 7) Die Sehnsucht nach der Heimat “La nostalgia del paese”. Tra gli Aggettivi, solo la sottoclasse comprendente interessiert, reich, gewöhnt e pochi altri regge una Präpositivergänzung, un sintagma introdotto dalla preposizione an: 8) Er war an meinem Grundstück interessiert “Lui era interessato al mio terreno” 9) Das Leben ist reich an Freuden “La vita è ricca di gioie” 10) Ich bin an dieses kalte Klima nicht gewöhnt “Non sono abituata a questo clima freddo”. Quanto è stato affermato finora a proposito di Verbo, Nome e Aggettivo ha lo scopo di dimostrare che, quando in una classe grammaticale vi è solo una sottoclasse, cioè un numero limitato di elementi di quella classe, a richiedere una reggenza specifica, si parla allora di valenza. Si potrebbe dire che la valenza è una particolare reggenza: è la “reggenza specifica” di determinate sottoclassi verbali, nominali o aggettivali. 2. 3. 2. Complementi di verbo e Aggiuntivi Il termine valenza è stato introdotto in linguista da Lucien Tesnière nel 1959 con una metafora tratta dal vocabolario tecnico della chimica: come una formula tipo H2O indica che la valenza dell’atomo di ossigeno è doppia di quella dell’idrogeno, e che, quindi, per formare una molecola d’acqua, è necessaria la presenza di due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, così per avere una frase ben formata è necessario che il verbo sia accompagnato da un preciso numero e tipo di elementi linguistici (valenza sintattica). Chiariamo con qualche esempio: un verbo come “temere”, nel seguente esempio 11), deve essere accompagnato necessariamente, affinché la frase abbia senso compiuto, da “due” gruppi nominali, l’uno con funzione di soggetto l’altro di complemento diretto: 11) Gianni teme la guerra. Se uno dei due gruppi rimane inespresso, allora la frase risulta agrammaticale sul piano sintattico e incomprensibile sul piano comunicativo: 11a) *Gianni teme. Gli elementi che “saturano” la valenza di un verbo, cioè quelli che obbligatoriamente devono ricorrere insieme ad esso, sono definiti da Tesnière attanti. Altri linguisti hanno definito diversamente gli attanti di Tesnière: Harris e sulla sua scia, più recentemente, Graffi li definiscono argomenti; in Elia, Martinelli, D’Agostino sono definiti complementi pertinenti di verbo; il linguista Engel, alla cui teoria valenziale questo mio lavoro si riferisce, parla di Ergänzungen. In base alle differenti valenze di un verbo Tesnière distingueva quattro classi di verbi: · verbi avalenti (senza alcun attante: piovere, nevicare) · verbi monovalenti (con un solo attante: camminare) · verbi bivalenti (con da due attanti: osservare) · verbi trivalenti (con tre attanti : dire, dare). Engel non adotta questa terminologia, risalente al linguista francese, per definire il vario comportamento sintattico dei verbi: non parla di verbi avalenti, monovalenti, bivalenti, trivalenti, ma di un verbo ci fornisce l’indicazione di “quali” e “quanti” complementi esso necessita. Engel sostiene che i verbi, in base al loro significato, possono essere completati da una, due o tre Ergänzungen. Così il verbo schlafen “dormire” prevede la realizzazione obbligatoria del solo Subjekt mentre schreiben “scrivere” ha la valenza “Subjekt, Akkusativergänzung” e geben “dare” “Subjekt, Akkusativergänzung, Dativergänzung”. Come si può notare anche il soggetto è incluso in quest’indicazione. Infatti, secondo il linguista tedesco, e in generale secondo la Grammatica della dipendenza, il Verbo, centro sintattico della frase (Regens) da cui dipendono tutti gli altri elementi, decide la struttura sintattica di una frase (Satzbauplan): è il Verbo che programma il suo contorno sintattico e ha la capacità di selezionare i suoi complementi, le sue Ergänzungen. In conformità a ciò anche il soggetto è ritenuto elemento linguistico dipendente e deve essere incluso quando si determina la valenza di un verbo. 15c) Si le ho ammirate, in cui il complemento diretto è realizzato tramite il pronome “le”. Engel ha individuato nella lingua tedesca odierna undici Ergänzungen, per ognuna delle quali Engel indica: - l’abbreviazione - la definizione - l’anafora - gli esempi. Tali Ergänzungen sono state identificate non in base a criteri semantici, ma in base al criterio dell’anafora (Anapher): sostituendo i complementi con una forma pronominale o avverbiale Engel ha individuato i vari complementi. Tale criterio non è completamente applicabile all’italiano, come è stato dimostrato recentemente dagli studi valenziali di Bianco1996; la nostra lingua non possiede pronomi e avverbi distintivi di un solo complemento, perciò accanto al criterio anaforico è adottato un test interrogativo come test integrativo di riconoscimento. I due schemi, che di seguito qui sono riprodotti, si riferiscono a Bianco 1996, la quale ha adottato anche per l’italiano lo schema dei complementi di Engel 1996, operando, tuttavia, una distinzione. Lo schema engeliano prevedeva per la classe delle Situativergänzungen quelle temporali e quelle locative-statiche, “cioè Ergänzungen rispondenti a determinati test formali di riconoscimento e per le quali era proposta anche una individuazione semantica, in quanto “situano un fatto, una circostanza, un avvenimento in un certo luogo o in un determinato momento”. Bianco 199626 ha distinto fra loro le Situativergänzungen, creando due classi separate: una classe per il complemento temporale [Temporalergänzung (E5)]; una classe per il complemento locativo statico [Situativergänzung (E6s)], trattato insieme al complemento locativo dinamico [Situativergänzung (E6d)]. 26 Cfr. pag. 132 Ergänzungsschema Abk. Code Bezeichnung Anapher/Fragetest Beispiele Esub 0 Subjekt Personalpronomina im Nominativ wer? was? Diese Frau ist gefährlich Eakk E1 Akkusativergänzung Personalpronomina im Akkusativ wen? was? Sie fragte ihren Vater Egen E2 Genitivergänzung dessen, deren/derer wessen? Er errinnerte sich dieser Wissenschaftlerin Edat E3 Dativergänzung Personalpronomina im Dativ wem? Max ähnelt seinemVater Eprp E4 Präpositivergänzun g Präposition + Personalpronomina im Dativ/Akkusativ da(r) + Präp. Präp.+ wen/wem? wo-(r)+ Präp. Wir verlassen uns auf euch Wir verlassen uns auf eure Verschwiegenheit Etemp E5 Temporalergänzung dann wann? Sie lebte von 1739 bis 1812 Esit E6s Edir E6d Situativerergänzung Direktivergänzung da, dort wo? hin, dahin, dorthin von dort wohin? woher? Der Verwalter wohnt in der Unterstadt Der Zug fährt nach Heidelberg Er kommt von meiner Tochter Enom E7 Nominalergänzung es, das, so, als solch- was? als was? wie? Mein Bruder ist Beamter Er hat sich als Betrüger erwiesen Eadj E8 Adjektivalergänzung es, so wie? Ihre Mutter wurde rot Sie hat sich anständig benommen Evrb E9 Verbativergänzung es (zu) geschehen; es (zu) tun; es (zu) sein dab/ob es geschieht dab/ob es so ist was...(zu) geschehen? was¼, dab es geschieht? Peter läbt die Puppen tanzen Ich frage mich, ob sie nicht doch recht hat Es heibt, er wolle zurücktreten Eexp E10 Expansivergänzung (um) so viel, so weit, so lange (um) wieviel? wie weit? wie lange? Er war einen Kilometer gelaufen Sie hat um zwei Pfund zugenommen Schema dei complementi Abbr. Codice Denominazione Anafora/test interr. Esempi CVsogg CV0 Soggetto Pron.pers.li soggetto chi? che cosa? Questa donna è pericolosa CVdir CV1 Complemento diretto Pron.pers.li atoni: mi, ti, lo/ la, ci, vi, li/le chi? che cosa? Lei interrogò suo padre CVpdi CV2 Complemento prep.le in di prep. di + pron. pers.li tonici (Num); clitico ne (N-um) di chi? di che cosa? Lui si ricordò di quella scienziata CVpa CV3 Complemento prep.le in a Pron. pers.li atoni: mi, ti, gli/le, ci, vi, loro a chi? a che cosa? Max assomiglia al padre CVprp CV4 Compl. preposizionale Prep.+ pron. pers.(Num) prep .+ pron. dimostrativo(N-um) prep.+ chi? che cosa? ciò Contiamo su di voi Contiamo sulla vostra riservatezza CVtemp CV5 Complemento temporale allora; quando? Lei visse dal 1739 al 1812 CVstat CV6s CVdin CV6d Complemento locativo statico Complemento locativo dinamico ci, vi, lì/là; dove? lì/là, ci, vi; dove? da + lì/là; da dove? L’amministratore abita nella parte bassa della città Il treno va ad Heidelberg Lui viene da casa di mia figlia CVnom CV7 Complemento nominale così, ciò, come tale che cosa? come? come che cosa? Mio fratello è impiegato Lui si è rivelato un truffatore CVagg CV8 Complemento aggettivale così come? Sua madre diventò rossa Lei si è comportata bene CVesp CV9 Complemento verbativo (di) fare ciò; che è/sia così; che succeda ciò; che succeda che cosa? di fare/succedere che cosa? Pietro fa ballare le marionette Mi chiedo se lei non abbia proprio ragione CVvrb CV10 Complemento di espansione di/(a)tanto, (fino) a tanto, di/(a) quanto? così a lungo (fino) a quanto? per quanto tempo? Egli aveva percorso un chilometro Lei è ingrassata di due chili Si dice che lui vuole dare le dimissioni “Pietro ammira l’onestà di lei”. Per gli stessi motivi la frase sopra citata: 1b) *Roma saccheggia i Vandali risulta bizzarra per due motivi: da un lato, perché il verbo “saccheggiare” richiede che il suo soggetto possieda il tratto di animatezza, cioè che “saccheggiare” selezioni un soggetto animato; dall’altro, perché la relazione di significato che sussiste tra la voce verbale e i complementi che realizzano le sue valenze costituisce un altro fatto costante: “i Vandali” indicano sempre l’autore dell’azione (l’Agente) e “Roma” indica sempre l’entità che ha subito il saccheggio (il Paziente). La considerazione di tale tratti semantici, intrinseci alle parole stesse , o tratti di selezione, nella costruzione di strutture sintattiche accettabili viene definita come valenza semantica: sotto tale termine è racchiuso il concetto che i verbi, come portatori di valenza (Valenzträger), richiedono determinati partner di contesto con determinate caratteristiche semantiche e nello stesso tempo escludono altri partner di contesto con altre caratteristiche semantiche. La valenza semantica regola in questo modo la scelta delle classi di partner, che, come abbiamo visto, sono determinati semanticamente attraverso determinate caratteristiche di contenuto. La scelta del partner di contesto “adatto” e l’esclusione del partner di contesto “inammissibile” avviene sulla base della compatibilità o incompatibilità delle caratteristiche semantiche di entrambi i partner di contesto, che non sono indipendenti dalla struttura concettuale in cui è raffigurato il sapere del mondo. Così naturalmente non è un caso che la maggior parte dei verbi del dare e del dire hanno tre complementi, poiché essi presuppongono di volta in volta un Agente, un Paziente (o il contenuto di una comunicazione), e un Destinatario dell’azione del verbo: 7) Max gibt ihrer Freundin das Buch “Max dà alla sua amica il libro” Destinatario Agente Destinatario Paziente PazienteAgente 8) Sie teilt ihm die Ankunft des Zuges mit “Lei gli comunica l’arrivo del treno”. Queste relazioni di significato che una voce verbale assegna ai propri complementi sono dette ruoli semantici o spesso anche tematici. La scelta del termine ruolo allude al fatto che ciascuno di questi complementi ha una sua funzione nella scena descritta: o di Agente, o di Paziente, o di Destinatario; il termine tematico è scelto in quanto il tema è considerato il prototipo di tali ruoli. Un preciso inventario dei ruoli tematici, cioè una specificazione di quanti essi siano e di come esattamente vadano definiti, non è stato ancora elaborato; di alcuni di essi si possono comunque dare delle definizioni informali e intuitive. L’Agente può essere definito come “l’autore di un’azione”; lo Scopo “l’entità verso cui è diretta un’azione”. Alcuni identificano lo Scopo con il Beneficiario, altri definiscono invece quest’ultimo come “l’entità che trae profitto da una certa azione”. Limitandoci alla considerazione dei soli verbi di azioni (Handlungs- o Tätigkeitverben), così come sono stati definiti sopra, diciamo che, nelle frasi esprimenti un’azione, i sostantivi, i gruppi di sostantivi e i pronomi rappresentano i seguenti ruoli semantici: Agente [Agens/ Handelnder (engl. Agent)]: “persona, che compie un’azione”, “l’essere animato istigatore del processo”. Il termine Agente era già presente nella grammatica tradizionale nella frase passiva. La definizione tradizionale identifica il ruolo tematico di Agente con la relazione grammaticale di soggetto e nella frase attiva tale corrispondenza è quasi sempre vera, ma ciò, come si vedrà, non sempre avviene. In tedesco tale ruolo può essere costituito da un sostantivo o da un pronome al nominativo; in pochi casi è rappresentato da un sostantivo o da un pronome al dativo; nella frase passiva viene designato soprattutto da un sintagma preposizionale introdotto dalla preposizione von o durch; infine va ricordata anche la possibilità che anche alcuni aggettivi o avverbi designanti istituzioni o persone in frasi passive possono esprimere l’Agente. Esempi: 9) Der Tierarzt betäubt das verletzte Tier “Il veterinario narcotizza l’animale ferito” 10) Diese Überraschung ist meinen Eltern gelungen “Questa sorpresa è riuscita ai miei genitori” 11) Ich wurde heute von einem Fremden nach dem Weg gefragt “Oggi uno sconosciuto mi ha chiesto la strada” 12) Dieses Gebäude ist baupolizeilich gesperrt “L’accesso a questo edificio è stato vietato dal genio civile”. Paziente [Patiens/ Objektiv/ Betroffener/ Affiziertes Objekt]: “la persona o l’entità che subisce l’effetto dell’azione”. Il Paziente è qualcosa che viene “colpito” cioè interessato direttamente dall’azione espressa dal verbo, per tale motivo è spesso cambiato nel suo stato o in una sua qualità. La forma più frequente e più diffusa di Paziente è il complemento all’accusativo coi verbi transitivi. Nelle frasi con significato passivo tale ruolo si trova maggiormente realizzato al nominativo. In alcuni costrutti il Paziente è espresso al dativo: per esempio coi verbi che designano un’influenza fisica o psichica anche quando il complemento diretto all’accusativo indica un oggetto dell’azione. In alcune predicazioni di registro aulico e antiquato compare anche il genitivo come Paziente. Infine questo ruolo può essere svolto anche da gruppi preposizionali: si tratta di complementi introdotti o dalla preposizione von, se solo una parte di tutta l’azione è colpita, o dalla preposizione aus, accanto all’indicazione del risultato Esempi: 24) Wir gratulieren dem Jubilar/ beglückwünschen den Jubilar “Facciamo gli auguri al festeggiato” 25) Der Dozent lehrt die Studenten Philosophie “Il professore insegna filosofia agli studenti” 26) Der Urlauber schreibt seinen Eltern/an seine Eltern “Il giovane in vacanza scrive ai suoi genitori” 27) Peter bekam ein Buch geschenkt “Pietro ricevette in regalo un libro” 28) Gestern erhielten/empfingen meine Eltern das Paket “Ieri ricevettero i miei genitori il pacco” 29) Der Störenfried erfuhr eine Abfuhr “Lo scocciatore ebbe un rifiuto”. Strumento [Instrument]: “persona o cosa che viene utilizzata in un’azione dall’agente quale strumento per il raggiungimento dello scopo dell’azione stessa”. Lo Strumento è un oggetto usato dall’agente in modo intenzionale o non, una sostanza o un materiale, la parte di corpo di un essere vivente, l’espressione di un’attività fisica o mentale, un’istituzione, un fenomeno naturale o un altro mezzo con cui viene condotta un’azione o un movimento o viene cambiato uno stato. La sua forma sintattica di designazione più frequente, soprattutto quando nella frase è indicato l’Agente, è il complemento preposizionale introdotto più spesso dalla preposizione mit, ma accanto ad essa si trovano anche le preposizioni durch, kraft, mittels (nel tedesco scritto), per (in particolare nella stampa), così come i gruppi preposizionali mit + Hilfe e unter Zuhilfenahme (+ genitivo o von + dativo). Possono designare lo Strumento dell’azione anche gli aggettivi formati con i suffissi stranieri -ell e -ös e usati solo in modo avverbiale o attributivo. La frase secondaria strumentale nella quale vengono descritti il procedimento e i metodi per la soluzione di compiti, può essere introdotta dalle seguenti congiunzioni subordinanti (Subjunktor): indem; dadurch, dab; damit, dab. Con alcuni verbi “strumentali”, quali per esempio (be)nutzen, gebrauchen, handhaben, l’indicazione dello strumento può trovarsi all’accusativo; col verbo sich bedienen si trova, invece, al genitivo. Nelle frasi di azione dove manca l’indicazione dell’agente o dove questi viene segnalato da un dativo, lo Strumento può trovarsi realizzato anche al nominativo. Infine vanno nominati quei verbi, derivati da sostantivi o aggettivi che designano il mezzo, i quali indicano contemporaneamente il mezzo e l’azione (baggern “dragare”; bürsten “spazzolare”; flöten “suonare il flauto” drahten “telegrafare”, kabeln “telegrafare per cablogramma”; knüppeln “prendere a manganellate”; überbrücken “gettare un ponte su”; auslaugen “lisciviare”; anseilen “legare con una corda”; eindeichen “arginare”). Esempi: 30) Er besteht alle Prüfungen kraft seiner Intelligenz “Lui supera tutti gli esami grazie alla sua intelligenza” 31) Güter können per Bahn/Achse befördet werden “Le merci possono essere spedite per ferrovia/via terra” 32) Baumwolle wird maschinell geerntet “Il cotone viene raccolto per mezzo di macchine” 33) Das Gerät, mit dessen Hilfe diese Havarie behoben werden kann, gibt es nur in einer Spezialwerkstatt “Quest’apparecchio, con l’aiuto del quale quest’avaria può essere eliminata, si trova solo in un’officina specializzata” 34) Wir werden die Grünanlagen unter Zuhilfenahme eines Rasenmähers leicht pflegen können “Potremo curare facilmente il verde pubblico con l’ausilio di una falciatrice” 35) Man linderte die Schmerzen des Patienten dadurch, dab/indem man ihm eine Spritze gab “Si allievarono i dolori del paziente facendogli una siringa” 36) Die Wagendeichsel diente dem Kutscher als Hebel “Il timone del carro serviva al cocchiere come leva” 37) Pfeffer würzt den Gulasch “Il pepe condisce il Gulasch” 38) Der Schüler kann schon den Taschenrechner hand haben “Lo scolaro sa già usare la calcolatrice” 39) Der Holtelgast bediente sich des Fahrstuhls “L’ospite dell’hotel si servì dell’ascensore” 40) Der Traktorist pflügt und eggt den Acker in einem Arbeitsgang “Il trattorista ara e erpica il campo in una fase del lavoro”. Locativo [Lokativ/Ort/Raum; nelle lingue antiche, per esempio come residuo in latino, era un caso grammaticale: il locativus]: “luogo o spazio nel quale si svolge un’azione”. Per Locativo si può definire una dimora o residenza, il punto di partenza di un cambiamento di luogo o anche un percorso o uno spazio nell’ambito del quale si ha il movimento. Tre gruppi di mezzi di espressione linguistica compaiono in tedesco per la realizzazione di questo caso semantico: i complementi preposizionali con preposizioni di significato locale; gli avverbi locativi con la semantica di direzione; gli avverbi interrogativi e relativi wo? (dove?), woher? (da dove?), wohin? (verso dove?) e con essi le frasi relative che questi introducono. Esempi: 2) Max lädt den Wagen “Max carica la macchina” 2a) Max entlädt den Wagen “Max scarica la macchina” 3) Die Polizei griff den Dieb “La polizia acciuffò il ladro” 3a) Die Polizei ergriff den Dieb “La polizia acciuffò il ladro” 4) Er schrieb einen Entschuldigungsbrief “Lui scrisse una lettera di scuse” 4a) Er beschrieb seine Eindrücke “Lui descrisse le sue impressioni”. Oltre al cambiamento semantico prodotto dai prefissi e che si registra per alcuni di questi verbi, è necessario notare che a livello sintattico i prefissi ver-, ent-, er- non hanno provocato alcun tipo di mutamento nella struttura sintattica: ehren, laden, greifen sono verbi che prevedono la realizzazione di due complementi pertinenti, il soggetto e il complemento all’accusativo, e lo stesso contorno sintattico è attuato dai verbi prefissati verehren, entladen, ergreifen. Tale mancanza di cambiamento sintattico è da registrare anche nelle seguenti coppie di verbi: jdn/etw.loben; jdn beloben “lodare qd/qc” jdn/etw. kennen “conoscere qd/qc” etwas bekennen “confessare qc” etw.finden “trovare qc” etwas erfinden “scoprire qc” jdn/etw.merken “notare qd/qc” bemerken “accorgersi di qc” etw.halten/behalten “tenere qc” b) Verbi prefissati col be- che selezionano un complemento non all’accusativo All’interno del gruppo dei verbi prefissati col be- ve ne sono alcuni, tra cui diversi riflessivi, che sono costruiti con un complemento non all’accusativo: ad esempio i verbi bedürfen “necessitare di, avere bisogno di” o sich befleibigen “ingegnarsi, studiarsi” richiedono un complemento al genitivo. Si possono trovare anche verbi realizzati con complementi preposizionali, come si verifica con sich befassen “occuparsi, interessarsi di”, e sich behelfen “accontentarsi” che richiedono entrambi un complemento introdotto dalla preposizione mit. Esempi: 5) Er bedarf seiner Hilfe “Lui ha bisogno del suo aiuto” 6) Du hast dich eines guten Stils befleibt “Ti sei sforzato per trovare un buono stile” 7) Die Eltern befassen sich viel mit ihren Kindern “I genitori si occupano molto dei loro figli” 8) Ich behelfe mich mit wenigem “Io mi accontento di poco”. c) Transitivizzazione di verbi coi prefissi ver-, er-, ent-, durch- Il fenomeno della transitivizzazione non è una peculiarità sintattica ristretta al prefisso be-. Altri prefissi, quali ver-, er-, ent-, durch-, possono produrre tale fenomeno uniscondosi ad una base verbale intransitiva: 9) Ich gehe “Io vado” 9a) Ich gehe die Strabe durch “Io percorro la strada” 10) Die Sache eilt “La questione urge” 10a) Ein Mibgeschick ereilte ihn “Una disgrazia lo colpì” 11) Hier staubt es “Qui c’è polvere” 11a) Elisa entstaubt die Möbel ihres Zimmer “Elisa spolvera i mobili della sua stanza” 12) Er schwieg “Lui tacque” 12a) Er verschwieg uns die Wahreit “Lui ci tacque la verità”. d) Verbi prefissati col be- che solo in determinate accezioni richiedono l’attuazione di un complemento all’accusativo In molti casi è opportuno considerare di un verbo prefissato tutte le sue accezioni, in quanto alcuni verbi col be- in alcune accezioni prevedono la sola attualizzazione di un complemento all’accusativo, mentre in altre accezioni richiedono la realizzazione di un complemento indiretto, accanto a quello diretto. Valga come esempio il seguente costrutto: 13) Er behält das Geschenk “Lui si tiene il regalo” dove il verbo behalten seleziona, oltre al soggetto, un complemento all’accusativo poiché in questo caso ha l’accezione di festhalten, in seinem Besitz lassen, nicht hergeben “mantenere, lasciare in possesso di qualcuno, non restituire”. Quindi dal passaggio del verbo semplice halten a quello prefissato behalten si è prodotto il fenomeno sintattico della transitivizzazione, peculiare della maggior parte dei verbi col be-. 3) Sie lacht “Lei ride” 3a) Sie belacht mich “Lei mi deride” 4) Dein Sohn grübt nie!29 “Tuo figlio non saluta mai!” 4a) Wir begrüben ihn “Noi lo salutiamo/Noi gli diamo il benvenuto” 5) Wir tanzen “Noi balliamo” 5a) Wir durchtanzten die Nacht “Noi trascorremmo la notte ballando” 6) Wir schreien30 “Noi gridiamo” 6a) Wir überschreien die Musik “Noi gridiamo più forte della musica” 7) Er geht “Lui cammina” 7a) Er begeht ein Verbrechen “Lui commette un omicidio” 8) Ich arbeite “Io lavoro” 8a) Ich erarbeite den Aufsatz “Io elaboro l’articolo/ il tema”. Dagli esempi risulta evidente quanto già accennato sopra, cioè che non è solo il prefisso be- a rendere transitivi costrutti sintattici intransitivi: questa peculiarità si estende anche ad altri prefissi, quali appunto ver-, durch-, über-, er-. 29 Il verbo grüben può essere selezionare un complemento all’accusativo: Grüb deine Eltern (von mir) “Saluta i tuoi genitori da parte mia”. 30 Di tale verbo si è considerata la variante intransitiva e si è esclusa quella transitiva in quanto non pertinente al discorso: es. Er schrie seinen Namen “Lui gridò il suo nome”. b) accusativizzazione del complemento preposizionale retto da un verbo semplice La Präpositivergänzung del verbo di base, introdotto da preposizioni diverse, è trasformato dalla prefissazione in una Akkusativergänzung. A conferma di ciò valgano i seguenti costrutti: 9) Ich wohne in dem Haus “Abito in quella casa” 9a) Ich bewohne das Haus “Abito quella casa” 10) Der Schüler antwortet auf die Frage “L’alunno risponde alla domanda” 10a) Der Schüler beantwortet die Frage “L’alunno risponde alla domanda” 11) Ich steige auf den Berg “Salgo sulla montagna” 11a) Ich besteige den Berg “Io scalo la montagna” 12) Er lacht über sie “Lui ride di lei” 12a) Er verlacht sie “Lui si prende gioco di lei” 13) Sie ziehen in eine neue Wohnung “Si trasferiscono in un nuovo appartamento” 13a) Sie beziehen eine neue Wohnung “Essi si trasferiscono in un nuovo appartamento” 14) Er trat in das Zimmer “Lui entrò nella stanza” 14a) Er betrat das Zimmer “Lui entrò nella stanza” 15) Sie wartet auf einen Brief von ihrer Mutter “Lei aspetta una lettera di sua madre” 15a) Sie erwartet einen Brief von ihrer Mutter “Lei aspetta una lettera di sua madre”. c) accusativizzazione del complemento al dativo retto da un verbo semplice Il complemento al dativo del verbo di base diventa complemento all’accusativo: 16) Er folgt mir “Lui mi segue” 16a) Er verfolgt mich “Lui mi insegue (mi perseguita)” 17) Man droht ihm “Lo si minaccia” 17a) Man bedroht ihn “Lo si minaccia” 18) Er diente dem König “Servì il re, fu al servizio del re” 18a) Es bediente uns ein mürrischer Kellner “Ci servì un cameriere imbronciato” 19) Die Mutter fehlte dem Kind “Il bambino sente la mancanza di sua madre” 19a) Der Schüler verfehlte das Thema “Lo studente uscì fuori tema”. 4. 2. Cambio dell’oggetto 26) Wasser über/auf jemanden spritzen “Spruzzare acqua su qualcuno” 26a) jemanden mit Wasser bespritzen “Spruzzare qualcuno con acqua” 27) Steine auf den Wagen laden “Caricare pietre sulla macchina” 27a) den Wagen mit Steinen beladen “Caricare la macchina con pietre”. 4. 3. La riduzione dei complementi pertinenti di verbo I complementi pertinenti di verbo (Ergänzungen), come già si è detto33, sono quei complementi selezionati da una specifica sottoclasse verbale che devono essere obbligatoriamente espressi affinché la frase sia accettabile. Per riduzione dei complementi si intende la diminuzione del numero dei complementi obbligatori previsti dalla valenza sintattica di un verbo: alcuni prefissi rendono possibile il “risparmio” di un costrutto preposizionale: 31) Der Mann schlägt ihn “Quell’uomo lo picchia” 31a) Der Mann schlägt zu “Quell’uomo mena botte/picchia” 32) Er trinkt Wasser “Lui beve acqua” 32a) Er ertrinkt “Lui affoga” 33 Cfr. sottocapitolo 1. 3. 1. 33) Ich blase durch ein Röhrchen “Soffio in una cannuccia 33a) Ich blase durch “Io soffio” 34) Der Dekorateur malt an die Wand und hängt dort Bilder und Schilder auf “Il decoratore dipinge alla parete e appende lì quadri e disegni” 34a) Der Dekorateur bemalt, bebildert und beschildert die Wand “Il decoratore dipinge alla parete e appende lì quadri e disegni”. Casi di riduzione di valenza possono essere considerati anche i seguenti: 34) Er lädt die Pakete auf den Wagen “Lui carica pacchetti sulla macchina” 34a) Er belädt den Wagen (mit Paketen) “Lui carica la macchina (con pacchetti)”. Un verbo come laden “caricare”, se prefissato, può fare a meno di un complemento. La lingua tedesca presenta anche altri casi di riduzione di complementi, resa possibile proprio dal fatto che i prefissi verbali in questa lingua sono semanticamente pieni. Esempi: 35) Er spielt und verliert beim Spiel ein Vermögen “Lui gioca e perde una fortuna giocando” 35a) Er verspielt ein Verniögen “Lui perde al gioco una fortuna”. 4. 4. Ampliamento di valenza Fenomeno opposto a quello della riduzione delle Ergänzungen è l’ampliamento di valenza. Se è corretto il segmento: V 3 (laden) ® V 2 + (1) (beladen) laden (laden) (laden) (laden) (laden) Er lügt “Lui mente (in questo momento)/Lui è un bugiardo” non lo è invece: *Er belügt che richiede necessariamente l’attualizzazione di un complemento all’accusativo come previsto dalla funzione sintattica del prefisso be-: Er lügt “Lui mente” Er belügt sie “Lui le mente”. Lo stesso si può osservare con il verbo stehlen/bestehlen: se è accettabile il costrutto Er stiehlt “Lui ruba” non lo è *Er bestiehlt ma Er bestiehlt sie (um mehrere tausend Mark) “Lui la deruba (di parecchie migliaia di marchi)” che è comunque “prospettivamente” diverso da Er stiehlt ihr um mehere tausend Mark “Lui le ruba parecchie migliaia di marchi”. V 1 (lügen)®V 2 (belügen) (belügen)(belügen) V1 (lügen)® V2 + (1) (belügen) Cap. 5. Mutamenti semantici connessi alla prefissazione I prefissi premessi ai verbi di base li modificano, oltre che sintatticamente, come abbiamo visto sopra, anche semanticamente; anzi, attraverso la prefissazione si verifica, di solito, accanto ad un cambiamento sintattico, soprattutto un cambiamento semantico del verbo di base. Ciò comporta l’aumento delle possibilità espressive del tedesco, nonché l’arricchimento dell’apparato verbale linguistico; e non meraviglia che per questo sono presenti in tale lingua circa due dozzine di prefissi. Essi apportano caratteristiche di contenuto, che rendono possibile un’opposizione paradigmatica rispettivamente tra verbo di base e verbi prefissati, in altre parole permettono il confronto semantico di un verbo di base rispetto ad un verbo prefissato così come il confronto dello stesso verbo prefissato con le altre possibili prefissazioni dello stesso verbo di base: ad esempio il verbo erblühen “sbocciare” si oppone sia al verbo di base blühen “fiorire” che verblühen “appassire”, un’altra prefissazione dello stesso verbo semplice; e lo stesso vale per (jdn) belügen “mentire (a qc.)” che si oppone sia a lügen “mentire” sia a (etwas) erlügen “inventare qc.” che a (sich) durchlügen “aiutarsi con bugie”. Si viene a creare in questo modo un sistema di gradazioni semantiche del verbo di base, realizzate appunto per mezzo di prefissi antonimici. Al contrario, non è riscontrabile nessun caso di opposizione, ma piuttosto di concorrenza tra i verbi erblühen “sbocciare” e aufblühen “sbocciare” così come tra (jdn) belügen “mentire a qc.” e (jdn) anlügen “mentire a qc.”: cioè diversi prefissi compaiono legati con la stessa base e sono scambiabili in uno stesso contesto senza alcuna sostanziale differenza di informazione, in quanto sinonimici tra di loro, in modo parziale o abbastanza completo. Bisogna comunque dire che la maggior parte dei prefissi con funzione distintiva sono usati per lo più in senso di economia linguistica per la differenziazione semantica dei fatti oggettivi della realtà: das Gebäude ersteht “l’edificio sta sorgendo”/der Kranke steht auf “il malato si alza”. Ci sono, quindi, non solo prefissi dal significato in opposizione, ma anche taluni dal significato simile.Va rilevato a tal proposito che è più frequente il caso di concorrenza funzionale tra prefissi accentati e separabili con quelli atoni e inseparabili (verblühen/abblühen “sfiorire”), che di concorrenza funzionale tra prefissi atoni e inseparabili (erlöschen/verlöschen “spegnersi, estinguersi”) o tra i Verbzusätze (abblühen/ausblühen “sfiorire, appassire”). Inoltre va notato che esistono molteplici relazioni semantiche di tipo sinonimico-antonimico tra i cosidetti Verbzusätze ab-, an-, auf-, aus-, bei-, ein-, fehl-, los-, nach-, vor-, zu- e i classici prefissi verbali be-, ent-, er-, ver-, zer-, ge- e mib-. Formazioni verbali prefissate sinonimiche: Concorrenza tra prefissi Prefisso sinonimo con ver- ab- verfassen/abfassen “redigere,stendere”; verblühen/abblühen “sfiorire, appassire”; verpacken/abpacken “impacchettare” auf- verquellen/aufquellen “gonfiarsi (per l’umidità); verschieben/aufschieben “rimandare, spostare” be- verdecken/bedecken “coprire”; verkleben/bekleben “incollare su, attaccare a” er- verlöschen/erlöschen “spegnere,-rsi; cancellare; vermahnen/ermahnen “esortare, ammonire” zer- verreiben/zerreiben “triturare”; erstä u ben/zerstä u ben “polverizzare, nebulizzare”; verstreuen/zerstreuen “spargere, sparpagliare” zu- verbringen/zubringen “trascorrere, passare”; verkorken/zukorken “tappare, turare con un sughero”; verschlieben/zuschlieben “chiudere” mib- verachten/mibachten “disprezzare”; verbilden/ mibbilden “deformare”; verstimmen/mibstimmen “irritare, mettere di malumore” be- aus- beflaggen/ausflaggen “imbandierare” er- besteigen/ersteigen “scalare” über- begieben/übergieben “versare su”; “bedachen/ überdachen “coprire con un tetto” um- begehen/umgehen (Feld) “percorrere/girare intorno a (un campo)”; bemänteln/ummänteln “mascherare” ent- ab- entsagen/absagen “rinunciare/disdire”; entlocken/ ablocken “strappare, carpire”; entlisten/ablisten “carpire, ottenere con astuzia” an- entfachen/anfachen “attizzare, ravvivare”; entzünden/anzünden “accendere” er- auf- erbauen/aufbauen “innalzare, erigere, edificare”; erblitzen/aufblitzen “lampeggiare, balenare”; erbrausen/aufbrausen “ribollire, spumeggiare”; errichten/aufrichten “erigere/sollevare, rialzare” aus- ersinnen/aussinnen “ideare, escogitare; erdenken/ ausdenken “ideare, escogitare; errechnen/ausrechnen “calcolare/immaginare” ab- aus- abheilen/ausheilen “cicatrizzarsi, risanare, rimarginarsi, guarire completamente” los- abkaufen “comperare/loskaufen “riscattare”; ablösen/loslösen “staccare”; abreiben/losreiben “strappare” Entrambi sono resi in italiano con il verbo “minacciare”, ma in tedesco i due verbi non sono interscambiabili poiché il significato di drohen può essere avvicinato a quello di warnen “avvisare, mettere in guardia”, mentre quello di bedrohen, invece, significa già quasi angreifen “assalire/aggredire”34; per evidenziare nella nostra lingua questa differenza semantica, occorre precisare il tipo di minaccia con un aggiuntivo. Analogo fenomeno si registra tra le coppie di verbi raten/beraten e auftragen/beauftragen: 2) Der Rechtsanwalt hat ihr geraten, ein Testament zu machen “L’avvocato le ha consigliato di redigere un testamento” 2a) Er hat sie bei der Abfassung ihres Testaments beraten “Lui l’ha consigliata nella stesura del testamento”. Nell’esempio 2) l’avvocato ha semplicemente consigliato di stendere un testamento; nell’esempio 2a), invece, egli l’ha praticamente aiutata nella stesura del documento, fornendole delle direttive continue e sistematiche. Si consideri ancora: 3) Er hat mir aufgetragen, Sie zu grüben “Lui mi ha incaricato di salutarLa” 3a) Er hat mich beauftragt, Ihnen folgendes zu sagen “Lui mi ha incaricato di dirLe quanto segue”. Anche in questo caso in italiano non riusciamo a percepire la differenza perché abbiamo un solo lemma verbale per coprire i due termini tedeschi, i quali però si distinguono in tedesco perché il primo vale poco più di un bitten35 “pregare qd. (di far qc.)”, mentre il secondo è un comando per ragioni di servizio. Un simile fenomeno di sfumature semantiche, recate dai prefissi, è fornito da quei verbi che, come verbi di base, selezionano complementi preposizionali: antworten auf /beantworten; wohnen in /bewohnen. Prendiamo in considerazione la prima coppia di verbi: 34 Schmitz 1995, pag. 69 e segg. 35 Cfr. Nota 12 4) auf eine Frage antworten “rispondere ad una domanda” 4a) eine Frage beantworten “rispondere ad una domanda”. Le due espressioni ricevono una stessa traduzione in italiano, come si può ben vedere, ma per il parlante di madrelingua tedesco è possibile fare una sottile distinzione: nel primo caso, con antworten auf, si risponde in qualche modo, forse anche diplomaticamente o in modo deviante. Al contrario, nel secondo caso, con eine Frage beantworten, c’è il senso che chi ha fatto una domanda riceve “la risposta” pertinente alla sua domanda. A conferma di ciò, si riporta ciò che lo scrittore Lessing disse litigando al pastore Goetze: “Eines ist, auf eine Frage antworten, ein anderes eine Frage beantworten”. Si considerino ancora i costrutti: 5) Wir wohnen in einem Landhaus “Noi abitiamo in una casa di campagna” 5a) Wir bewohnen ein Landhaus “Noi abitiamo in una casa di campagna”. Il costrutto 5) lascia aperta la questione se in quella casa abitano anche altre persone; il costrutto 5a), invece, fa intendere che siamo noi da soli ad abitare quella casa. L’espressione col verbo transitivo mostra anche nei seguenti esempi come sia più precisa di quella col costrutto preposizionale: 6) Wir stiegen auf einen Berg “Noi salimmo sulla montagna” non dice fino a che punto “salimmo”; invece 6a) Wir bestiegen den Berg “Noi scalammo la montagna” ha chiaramente il significato di salire sulla montagna fino alla sua cima. A conclusione di questa trattazione di verbi prefissati che rappresentano una modificazione semantica nel senso di una intensificazione semantica del verbo di base, dello spingere fino ad un certo punto l’azione del verbo di base, si propongono qui di nuovo alcune coppie di verbi di cui si è già fatta menzione nella sezione relativa ai cambiamenti sintattici e che riguardano ancora casi di intensificazione semantica. In 7) Er ehrt seine Eltern “Lui onora / rispetta i suoi genitori” il verbo ehren, che appartiene ad un registro più elevato, indica un “rispettare” formale, invece in: 7a) Er verehrt seine Eltern36 “Lui adora i suoi genitori” il verbo verehren indica “un’ammirare” affettuoso di qualcuno fino ad “adorarlo”. In generale si può dunque formulare l’ipotesi che la forma con preposizione (Präpositivergänzung) è più debole e più vaga della forma con complemento all’accusativo (Akkusativergänzung). La preposizione per così dire si interpone tra l’oggetto e l’azione del verbo e la indebolisce. Con la forma transitiva col be- l’azione, invece, incontra direttamente l’oggetto per cui essa appare nel significato più precisa e nell’espressione più forte. Infatti: 8) Er betrat das Zimmer “Lui entrò nella stanza” indica un “entrare” più energico di quello più neutrale: 8a) Er trat in das Zimmer37 “Lui entrò nella stanza” e 36 Schröder 1992 pag. 12 37 Cfr. Nota 31
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