Scarica Velocità - atletica leggera e più Appunti in PDF di Sport solo su Docsity! VELOCITÀ LA CORSA VELOCE 100 mt piani 200 mt piani 400 mt piani Staffetta 4 x 100 mt piani Staffetta 4 x 400 mt piani Tutte quante hanno la partenza dai blocchi, nella staffetta solo per la prima frazione si utilizzano i blocchi di partenza (seconda, terza e quarta stazione partono in posizione eretta: hanno un pre-avvio prima del passaggio di testimone). LA CORSA DI RESISTENZA MEZZOFONDO CORTO: 800 mt, 1500 mt, 3000 siepi MEZZOFONDO LUNGO: 5000 mt, 10000 mt. MARATONA: 42,196 km; percorsi cittadini con traguardo in pista. Nelle gare ufficiali (campionati europei, mondiali e Olimpiadi) partenza e svolgimento sempre su percorso cittadino ma, 600m-800m alla fine dei 42km, si ha l’ingresso nello stadio Olimpico e il traguardo è sulla pista (percorso misto). Partenza senza blocchi. L’APPRENDIMENTO TECNICO: fasi della corsa AVANZAMENTO DELL’ARTO LIBERO CON IL GINOCCHIO LEGGERMENTE FLESSO; evitando un’azione pendolare della gamba (il ginocchio non dev’essere sotto i 15° di flessione), quindi a gamba tesa. PRESA DI CONTATTO DELL’AVAMPIEDE, DELLA GAMBA ANTERIORE, DALL’ALTO VERSO IL BASSO. L’approccio non dev’essere: - Graffiato: con ginocchio alzato troppo e la gamba schiacciata, per cui l’impatto risulta sotto il sedere; - Rasente: senza spinta del piede e quindi senza fase aerea del corpo e il piede rasenta il terreno, perciò ha solamente una trazione orizzontale (NO VERTICALE). AMMORTIZZAZIONE (azione biometrica: si cade su gamba anteriore e si deve tenere) E RISPOSTA ATTIVA DEL PIEDE DI SPINTA, con ESTENSIONE DELL’ARTO E APERTURA DELL’ARTICOLAZIONE TIBIO-TARSICA (da posizione semi-flessa ad apertura: i gradi tra il dorso dell’avampiede e la pare anteriore della tibia aumentano), CHE PORTA AD UNA SPINTA VERSO L’ALTO . ANCHE «SOPRA LA SPINTA» E BUSTO ERETTO, ANCH’ESSO IN LINEA CON L’ESTENSIONE DELL’ARTO PROPULSORE. MOVIMENTO DI OSCILLAZIONE COORDINATO DELLE BRACCIA FLESSE AL GOMITO DI CIRCA 90° (angolo braccio-avambraccio): azione opposta (es. cadendo in avanti con la gamba destra, sarà il braccio sinistro a cadere in avanti) per contrapporre e ottenere una corsa lineare. IL TUTTO CON LA MASSIMA DECONTRAZIONE MUSCOLARE (tutto il corpo): con una contrazione della parte superiore del corpo la corsa viene limitata. 1 TIPOLOGIE DI CORSE: ⮚ CIRCOLARE: corse veloci, mezzofondo, rincorse cicliche nei salti e nei lanci (giavellotto). 3 fasi della corsa: 1. Ammortizzamento: il piede va ad appoggiare 10-15cm in avanti rispetto alla linea perpendicolare del bacino; la gamba è semi-flessa. 2. Sostegno: l’angolo del ginocchio aumenta con lieve abbassamento del bacino; il piede ha un’azione di rullata, il tallone si alza e il carico passa sull’avampiede. 3. Spinta: nel piede destro l’angolo del piede rispetto alla tibia si estende, pian piano, fino a raggiungere un angolo di apertura di 15° maggiore verso il terreno, si attiva la tibio-tarsica e si ha contrazione del polpaccio. Nel momento del contatto con il terreno si ha un lieve abbassamento, mentre bacino e spalle rimangono più alte (corsa di controllo, blanda). ⮚ TACCO-PUNTA Si enfatizza la differenza tra le varie tipologie di corsa. 2 Punto di riferimento: piede della gamba destra. Marcia: non è considerata una corsa ma una camminata, perché il corpo dell’atleta è sempre a contatto con il terreno (non c’è una fase aerea); nel momento in cui si spinge con il piede destro dietro, il sinistro deve già essere a contatto con il tallone al terreno che ammortizza per l’avanzamento del corpo. Fase di stacco nei salti (salto in alto e in lungo): il piede di stacco ha l’approccio sul tallone con rullata piena e poi spinta verso l’alto. Fase di spinta nei lanci (giavellotto): piede pontello della gamba sinistra arriva a piede pieno (su tallone, pianta e punta) e viene tenuto per tutta la fase di lancio. 3. Al “via” si ha la partenza: si ha la massima distensione della gamba anteriore e la posteriore è la prima di attacco dopo l’uscita dai blocchi e l’angolo di 90° si ripresenta all’appoggio della seconda gamba in pista. L’angolo del corpo del velocista è di 35-36° di inclinazione rispetto al terreno e non deve alzarsi. QUANDO SI HA UNA GARA: l’atleta si posiziona, il giudice dirà “pronti”, l’atleta si alza e prende la posizione della figura 2; al “via” (rappresentato da uno sparo o da due tavole di legno) si ha poi la corsa. Nei 200m piani il grado di uscita dai blocchi è maggiore, poiché l’atleta deve affrontare una curva: non uscirà quindi basso ma avrà un’impostazione abbastanza alta; all’uscita dai blocchi dai 36° si passa ai 41°. ERRORI TIPICI NELL’USCITA DAI BLOCCHI In alto (da sinistra a destra): - Blocco anteriore poco inclinato e blocco posteriore troppo inclinato + sguardo frontale (si deve guardare la linea). - Spalle non perpendicolari alla linea di partenza, ma lo sbilanciamento del corpo è carico sulle gambe. - Spalle non perpendicolari alla linea di partenza, ma lo sbilanciamento del corpo è carico sulle spalle. - Braccia troppo aperte: si rischia di cadere sul primo appoggio e rallentare la fase di partenza. - Posizione scorretta dei piedi sui blocchi di partenza: sospeso sul piano inclinato del blocco di partenza; il piede deve comunque toccare con la parte inferiore della scarpa e toccare la pista. - POSIZIONE CORRETTA AL “AI VOSTRI POSTI” In basso (da sinistra a destra): - Sedere troppo alto e gradi di apertura troppo elevati (capita nei velocisti alti). - Testa alta. - Blocco troppo distante dalla linea di partenza. - Blocco troppo attaccato alla linea di partenza. - Blocco troppo distante, braccia aperte e sguardo oltre la linea. - POSIZIONE CORRETTA AL “PRONTI”, con sedere all’altezza delle spalle. 5 36,2°: gradi di uscita dal blocco; al primo appoggio. 39°: al secondo appoggio. 41°: al quarto appoggio. Si raddrizza pian piano, non immediatamente altrimenti prederebbe linearità e graverebbe sull’accelerazione: LA FORZA MOTRICE DEL VELOCISTA ALL’USCITA DEI BLOCCHI IN ACCELERAZIONE DEVE RIMANERE DIETRO LE GAMBE. 100mt Fase di accelerazione La frequenza dei passi dev’essere MAGGIORE dell’ampiezza dei passi (non passi troppo lunghi, altrimenti il tempo di reazione sarebbe troppo alto). L’inclinazione del busto nei primi 6 appoggi dev’essere GRADUALE. L’azione delle braccia è INTENSA e VIGOROSA, con stessa rapidità di azione della gambe; quasi anticipando l’azione di spinta delle gambe (altrimenti si rischierebbe di cadere in avanti rallentando l’azione delle gambe). L’azione della caviglia è TESA e POTENTE (il piede non deve inclinarsi/piegarsi) per mantenere costante la frequenza dei passi: il tempo di reazione è minore e si è molto più rapidi nella spinta. Il corpo dev’essere il più LINEARE possibile, senza sbandare; le spinte dei piedi devono essere ben BILANCIATE in modo laterale: necessario trovare un giusto equilibrio tra spinta laterale e spinta frontale. L’ACCELERAZIONE È PER I PRIMI 25/30mt, poi si ha un equilibrio ottimale fra frequenza dei passi e ampiezza di quest’ultimi per ottenere una velocità ottimale. Fase dello sviluppo della massima velocità (o fase distensiva della corsa veloce) ⮚ Si stabilizza la frequenza dei passi. ⮚ Aumenta l'ampiezza dei passi. ⮚ Aumenta la decontrazione della parte superiore (si rilassa) per essere molto ampia nel movimento. ⮚ L'attacco del piede è anticipato rispetto al corpo: 50cm - quasi 100cm più avanti rispetto al bacino. ⮚ Si ricerca una linea immaginaria di avanzamento: una maggior stabilità del corpo senza sbandamenti e oscillazioni inconsuete di certe parti del corpo che possono danneggiare la corsa perfetta (dev’essere il più fluida possibile per evitare perdita di tempo); si muovono braccia e gambe ma il tronco non deve sbandare lateralmente. ⮚ Fase distensiva: 1-2 atti respiratori molto brevi. 6 Fase di mantenimento (ultimi 10-20mt) Massima decontrazione del corpo. Massimo controllo del movimento evitando sbavature (non scomporsi). Controllo respiratorio che può condizionare la decontrazione muscolare: irrigidimento della fascia addominale, degli intercostali e delle spalle dovuto dalla contrazione diaframmatica, che porta al rallentamento della corsa. Per questo motivo si cerca di non fare nessun atto respiratorio, rilassandosi e tenendo fino alla fine (per circa 1 secondo e mezzo). Dunque: - Si utilizzano FIBRE VELOCI DI TIPO II (bianche). - Metabolismo energetico: ANAEROBICO ALATTACIDO, perché sforzo breve e intenso (max.10-12 sec). - ELASTICITÀ MUSCOLARE localizzata richiesta per la fase di decontrazione/contrazione che dev’essere molto rapida. - CAPACITÀ NEURO-MUSCOLARE ELEVATA: sia per la partenza sia nella stimolazione della contrazione muscolare. 200 MT PIANI Poiché si deve affrontare una curva (tende sempre a sinistra), i blocchi sono posizionati seguendo la linea interna della corsia (leggermente in diagonale rispetto alla linea interna), non al centro della corsia e parallelamente alla linea di partenza: 7 “Pronti”: in linea a testa bassa Fase di partenza: gamba di spinta in massima estensione con la gamba anteriore che ha azione di stantuffo (richiamo e Fase distensiva: corsa circolare con il ginocchio in linea all’anca. Parte finale: gamba che va ad attaccare molto prima rispetto al ginocchio e sbilanciamento finale sul traguardo (preso in considerazione il petto). Il tempo di reazione del piede e l’ampiezza del passo (2.40-2.60m per i maschi; 2.20-2.30m per le donne) è maggiore nella fase distensiva e di mantenimento rispetto alla fase di partenza (in cui c’è alta frequenza: dove il piede è