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Vento e Bandiere - Montale, Appunti di Letteratura

Analisi metrico-retorica della poesia "Vento e Bandiere" di Eugenio Montale per metrica e retorica

Tipologia: Appunti

2016/2017

Caricato il 11/09/2017

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Scarica Vento e Bandiere - Montale e più Appunti in PDF di Letteratura solo su Docsity! Vento e Bandiere di Eugenio Montale, da Ossi di seppia, altri versi È la prima delle numerose poesie dedicate ad Annetta (o Arletta), una villeggiante di Monterosso con la quale il poeta ebbe una relazione negli anni Venti e il cui vero nome era Anna degli Uberti. Ella morì relativamente giovane e per sempre fu, nella mente di Montale, messaggera del mondo ctonio e simbolo di una vita vissuta. La manifestazione del ripetersi delle medesime condizioni naturali è in realtà solo apparente, perché il tempo non consente ritorni agli attimi significativi. Questo è permesso solo nella dimensione della memoria, che diventa mezzo per capire come il tempo tiri dritto per la sua strada lineare, ma frammentata. Nella poesia troviamo quindi temi che richiamano suggestioni leopardiane e bergsoniane. Le prime tre quartine hanno un andamento descrittivo, di illustrazione, quasi di ipotiposi; le ultime tre quartine si articolano con un’aura di sentenza gnomica, formando un intero epifonema. L’ultima strofa è una vera e propria sentenza nella sentenza, che ha valore di fulmen in clausula. La folata che alzò l'amaro aroma del mare alle spirali delle valli, e t'investì, ti scompigliò la chioma, groviglio breve contro il cielo pallido; la raffica che t'incollò la veste 5 e ti modulò rapida a sua imagine, com'è tornata, te lontana, a queste pietre che sporge il monte alla voragine; e come spenta la furia briaca ritrova ora il giardino il sommesso alito 10 che ti cullò, riversa sull'amaca, tra gli alberi, ne' tuoi voli senz’ali. Ahimé, non mai due volte configura il tempo in egual modo i grani! E scampo n'è: ché, se accada, insieme alla natura 15 la nostra fiaba brucerà in un lampo. Sgorgo che non s'addoppia, - ed or fa vivo un gruppo di abitati che distesi allo sguardo sul fianco d'un declivo si parano di gale e di palvesi. 20 Il mondo esiste... Uno stupore arresta il cuore che ai vaganti incubi cede, messaggeri del vespero: e non crede che gli uomini affamati hanno una festa. METRICA E RETORICA !1 METRICA Struttura metrica: sei quartine di endecasillabi. Cinque strofe con rima alternata e una strofa con rima incrociata. Rime eccedenti ai vv. 2:4; 10:12. Inarcature ai vv. 1-5-7-9-10-13-15-17-18-19-21-23. METRICA E RETORICA !2 A MAIORE A MAIORE A MINORE GIAMBICO.METR, A MINORE SINT. RIMA ECCEDENTE ANOMALO. PROM. RITMICA A MAIORE A MINORE A MINORE/MAIORE A MINORE A MAIORE. RIMA ECC. A MINORE A MAIORE. PROM RITMICA A MAIORE A MAIORE A MINORE/MAIORE A MINORE A MAIORE A MAIORE A MAIORE A MAIORE A MINORE A MAIORE; ACC. RIB. A MAIORE A MAIORE. ACC. RIB. La folata che alzò/ l'amaro aroma del mare alle spirali /delle valli, e t'investì/, ti scompigliò la chioma, groviglio breve/ contro il cielo pallido; la raffica che t'incollò la veste e ti modulò rapida/ a sua imagine, com'è tornata/, te lontana, a queste pietre che sporge/ il monte /alla voragine; e come spenta /la furia briaca ritrova ora il giardino/ il sommesso alito che ti cullò/, riversa sull'amaca, tra gli alberi, ne' tuoi/ voli senz’ali. Ahimé, non mai due volte/ configura il tempo in egual modo/ i grani! E scampo n'è: ché, se accada/, insieme/ alla natura la nostra fiaba/ brucerà in un lampo. Sgorgo che non s'addoppia/, - ed or fa vivo un gruppo di abitati/ che distesi allo sguardo sul fianco/ d'un declivo si parano di gale/ e di palvesi. Il mondo esiste.../ Uno stupore arresta il cuore che ai vaganti/ incubi cede, messaggeri del vespero:/e non crede che gli uomini affamati/ hanno una festa. A B A B’ C D’ C D’ E F E F G H G H I L I L M N N M 3.6.8.10 2.6.10 4.8.10 2.4.6.8.10 2.5.8.10 5.6.10 4.8.10 1.4.6.10 2.4.7.10 2.3.6.9.10 4.6.10 2.6.7.9.10 2.6.10 2.5.6.8.10 1.4.6.10 2.4.8.10 1.6.10 2.6.10 3.6.10 2.6.10 2.4.6.8.10 2.6.7.10 3.6.10 2.6.7.10
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