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Verga e la questione meridionale, Tesine di Maturità di Italiano

Breve descrizione sulla questione Meridionale nelle opere di verga, in particolare dei Malavoglia.

Tipologia: Tesine di Maturità

2020/2021
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Caricato il 06/02/2021

Haidy22
Haidy22 🇮🇹

4.4

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7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Verga e la questione meridionale e più Tesine di Maturità in PDF di Italiano solo su Docsity! I Malavoglia e la questione meridionale. Nella maggior parte dell'opera i Malavoglia si riflette sulla questione meridionale, ovvero l'attenzione nei confronti dei problemi del Mezzogiorno che riguardano gli anni successivi all'unità d'Italia. I contadini del Sud speravano che con la rivoluzione garibaldina avrebbero tenuto una riforma agraria che li avrebbe resi proprietari delle terre in cui lavoravano, invece, si trovarono ad affrontare nuovi problemi come la leva militare che sottraeva braccia al lavoro. Per questo la questione meridionale diviene tema di dibattito politico negli stessi anni in cui viene pubblicata l'opera di Verga. E queste problematiche si trovano riflesse nei Malavoglia: l'usura, la cattiva amministrazione pubblica, le imposte municipali, il contrabbando. Già nel primo capitolo appare la questione della leva obbligatoria. Nel secondo capitolo si parla dell’inferiorità dei pescatori siciliani rispetto a quelli del nord. Nel terzo si parla della tassa di successione e del sale. Nel quarto è ripreso l'argomento delle tasse. Nel sesto capitolo è dedicato alla rivoluzione contro il dazio sulla pece. Il punto di vista di Verga è che il lavoro di padron ‘Ntoni e della sua famiglia è compromesso dal fatto che l'attività si fonda solo sulla pesca. Se lo scrittore francese Èmile Zola era a favore del rinnovamento della Francia in senso democratico e repubblicano, Verga guarda con sospetto il processo di industrializzazione in atto a spese del Mezzogiorno italiano. Il progresso per Verga è una “fiumana in progresso” che può sembrare grandiosa se lo si contempla da lontano ma se lo si osserva da vicino si colgono egoismi, lotte feroci e si rischia di esserne travolti. I MALAVOGLIA In questo romanzo, pubblicato nel 1881, il Verga narra la storia di una famiglia di pescatori, i Toscano, detti i Malavoglia per il costume degli abitanti dei piccoli centri di indicarsi reciprocamente attraverso dei soprannomi. La famiglia, che vive ad Aci Trezza, piccolo borgo marinaro, sito nella costa orientale della Sicilia, si compone del vecchio padron’Ntoni, del figlio di questi Bastianazzo, della nuora Maruzza, e dei nipoti ‘Ntoni, Luca, Mena, Alessi, Lia. Il loro patrimonio è costituito dalla casa del “Nespolo”, e da una barca, la “Provvidenza”. La loro vita è fatta di stenti, di sacrifici e di impegni. L’unica loro risorsa è rappresentata dalla attività marinaresca. La famiglia subisce, però, la perdita di due braccia da lavoro, quando il giovane ‘Ntoni viene chiamato a prestare servizio militare. I Malavoglia, nella speranza di poter vivere meglio, tentano la via del commercio. Acquistano una partita di lupini, facendosi prestare i soldi da un usuraio, zio Crocifisso. Ma la Provvidenza, che doveva trasportare il carico, naufraga e Bastianazzo muore in mare. Dolore e miseria piombano nella casa. Gli abitanti seguono le vicende della famiglia Malavoglia con un’attenzione particolare, suscitata o dalla curiosità o dalla compassione o dall’egoismo (ecco perché il romanzo è detto corale). Le disgrazie continuano; il nipote Luca, arruolato in marina, e la nuora Maruzza muoiono e la casa del Nespolo deve essere venduta perché i Malavoglia sono pieni di debiti. Ritorna dal servizio militare il giovane ‘Ntoni, che non vuole più vivere di stenti e di miseria, sogna l’agiatezza, si dà al contrabbando e, scoperto, viene incarcerato. Lia , giovane e bella, fugge di casa per andare in città e si abbandona a una vita corrotta, mentre Padron ‘Ntoni, distrutto dal dolore e dal male, muore in ospedale. Solo Alessi, ultimo della famiglia, con un impegno esemplare, lavora per ricomprare la casa del Nespolo, sposa una compaesana e riacquista la casa. Nel romanzo il Verga ha voluto rappresentare l’epica della povera gente che, avendo scoperto che si potrebbe star meglio, tenta, a prezzo di durissimi sacrifici, di conseguire un po’ di benessere. Ma, come una fatalità, si abbatte la disgrazia sui Malavoglia, e la speranza di un affare (l’acquisto di una partita di lupini da rivendere) che li allontani dalla miseria, si ribalta in una sventura. Intorno ai Malavoglia si muove il mondo, fatto di tanti piccoli egoismi e meschinità, degli abitanti di Acitrezza, che osservano e commentano le disgrazie della sfortunata famiglia di pescatori, ma restando sostanzialmente indifferenti. Due personaggi della famiglia si offrono all’attenzione del lettore a rappresentare, con i loro due opposti modi di vedere, la vita: Padron ‘Ntoni ed il giovane ‘Ntoni. Il vecchio crede nei valori tradizionali, a cominciare dalla famiglia ed è depositario dell’antica saggezza popolare; il giovane è mosso dall’insoddisfazione per la vita di stenti che si conduce nella sua famiglia e che lo fa allontanare dalla casa paterna, provocando la sua rovina. La famiglia resta però l’unica forza per i deboli, e quando l’ambizione, il desiderio di far fortuna porta alcuni dei Malavoglia lontano dalla casa del Nespolo, essi, sradicatisi, vanno irrimediabilmente incontro alla sconfitta. Ne consegue, in questo romanzo, una prospettiva dominata da un senso di secolare immobilità e di sconfitta, qui la secolare arretratezza del mondo meridionale e contadino dà la convinzione che lì nulla possa mutare e che ogni tentativo sia destinato solo a liquidare quel mondo, a travolgerne e spazzarne via cultura, affetti e valori. CONTESTO STORICO-SOCIALE E CULTURALE I PROBLEMI DEL DOPO- UNITA’ IN ITALIA In Italia tra il 1870 e il 1890 circa, quando da poco si era conclusa la fase risorgimentale e il nuovo Regno italiano si trovò subito alle prese con gravi difficoltà e con notevoli problemi. Le varie regioni della penisola, che erano rimaste divise per tanti secoli, differivano profondamente fra loro per leggi, tradizioni, condizioni economiche. Dopo l’unificazione le differenze fra le varie aree geografiche non si attutirono; anzi in certi casi finirono per venire esasperate. Le regioni centro- settentrionali, specialmente il Piemonte e la Lombardia, proseguirono sulla strada dello sviluppo industriale, ma il sud rimase in condizioni di grande arretratezza, povertà ed ignoranza. Nei primi anni dopo l’Unità, esplose nelle campagne del Mezzogiorno il Brigantaggio, una vasta rivolta popolare dei briganti ( delinquenti, ex soldati del regno borbonico, contadini esasperati dalla miseria), che si battevano contro lo Stato unitario in nome del re Francesco II di Borbone. Anche il Papa appoggiava tali rivolte, in quanto era decisamente ostile all’unità italiana e avrebbe voluto continuare ad avere per sè la sovranità sullo stato territoriale di Roma e del Lazio. Non solo il Brigantaggio era il più chiaro sintomo di un diffuso malessere sociale, cui il governo italiano rispose con una violenta repressione militare, ma ne nacque una vera e propria “Questione Meridionale” e una “Questione Contadina”, con una fase di lotte e di insurrezioni di braccianti e contadini vessati da tasse insostenibili e per questo costretti anche ad un’emigrazione massiccia verso le Americhe. Che cosa è la questione meridionale? La questione meridionale fu un grande problema nazionale dell'Italia unita. Il problema riguardava le condizioni di arretratezza economica e sociale delle province annesse al Piemonte nel 1860-1861 (rispettivamente gli anni della spedizione dei Mille e della proclamazione del Regno d'Italia). I governi sabaudi avevano voluto instaurare in queste province un sistema statale e burocratico simile a quello piemontese. L'abolizione degli usi e delle terre comuni, le tasse gravanti sulla popolazione, la coscrizione obbligatoria e il regime di occupazione militare con i carabinieri e i bersaglieri, creò nel sud una situazione di forte malcontento. Da questo malcontento vennero fuori alcuni fenomeni: il brigantaggio, la mafia e l'emigrazione al nord Italia o all'estero. Il brigantaggio: la risposta violenta alla politica sbagliata del governo Dopo l'unità d'Italia vi fu un rigetto nei confronti del governo da parte della povera gente del meridione. Tale rigetto si manifestò fra il 1861 e il 1865 con il fenomeno del brigantaggio. Il brigantaggio era localizzato in Calabria, Puglia, Campania e Basilicata dove bande armate di briganti iniziarono vere e proprie azioni di guerriglia nei confronti delle proprietà dei nuovi ricchi. I briganti si rifugiavano sulle montagne ed erano protetti e nascosti dai contadini poveri; ma
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