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Verga, I Malavoglia, Dispense di Letteratura Italiana

I Malavoglia di Verga. Testo per esame di letteratura italiana 2, lettere moderne.

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 26/02/2021

sanmariella
sanmariella 🇮🇹

4.5

(4)

24 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Verga, I Malavoglia e più Dispense in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! I MALAVOGLIA INTRODUZIONE di Sergio Campailla Nel 1874 Verga pubblicò la novella Nedda sulla “Rivista italiana”. La lettera a Treves dimostra come i futuri Malavoglia nascano da un iniziale bozzetto, ma questa volta di non argomento contadino ma marinaresco. Verga è assai cauto, e la sua cautela è determinata dal fatto che si avventura in un “genere diverso”. È cauto e anche insoddisfatto. Da quella lettera si comprende che per V. il testo è scolorito e quindi lo riscrive di sana pianta. Padron ‘Ntoni è il protagonista: il rappresentante di un mondo e l’indizio di una genesi. L’intento di poetica dell’autore è di essere “più semplice, più breve e più efficace”. La fantasia che domina Verga è evidentemente legata al mare. Questa fantasia è esattamente una “fantasmagoria della lotta per la vita”, dal livello più umile a quello più elevato. Nel Padron ‘Ntoni la “lotta” è limitata al “pane quotidiano”, quello che si invoca nella preghiera del Padre Nostro. I Malavoglia sono un romanzo di attualità, che rappresenta l’urto della storia con un tempo mitico. Dal passato deriva l’incertezza della selezione, ma la certezza di una famiglia unita. Due sono gli elementi dinamici: 1.’Ntoni, il maggiore dei nipoti, viene chiamato per la “leva di mare”. È una svolta per gli affetti e per la prosperità della famigliola. Quando egli parte incominciano i guai. Arriva a Napoli e inizialmente ha una buona impressione infatti le prime lettere erano scritte con molto entusiasmo, ma poi nelle lettere successive l’atmosfera cambia e inizia a lamentarsi della vita militare. 2. L’annata è magra e le esigenze aumentano. In queste condizioni matura il disegno di tentare la speculazione con i lupini, concessi a credito dall’usuraio zio Crocifisso. Ma la barca, la Provvidenza, naufraga, Bastianazzo annega e questo è un disastro per la famiglia. Due energie e due ragioni si confrontano e si scontrano: quella di Padron ‘Ntoni e quella di ‘Ntoni il giovane. Padron ‘Ntoni è uno di quelli che protegge i Borboni, ma è lui che regge la famiglia, che si sostituisce al figlio defunto e che cerca in tutti i modi di assicurare un buon futuro. ‘Ntoni invece vuole uscire dal paese e dalla Sicilia e non si accontenta, vuole sempre di più e che si apre al nuovo e al rischio. È un contrasto tra nonno e nipote. Il dilemma è partire o restare? Verga dice che bisogna restare, opta per la tradizione e non per il cambiamento. V. è il profeta della conservazione, dell’immobilismo. PREFAZIONE di G. Verga Nei Malavoglia troviamo ancora la lotta per i bisogni materiali. Soddisfatti questi, la ricerca diviene avidità di ricchezze. Dal più umile al più elevato, tutti hanno fatto parte nella lotta per l’esistenza, per il benessere, per l’ambizione. Inoltre, V. afferma che chi osserva questo spettacolo non deve giudicarlo ma deve guardarlo coi colori adatti, tale da dare la rappresentazione della realtà com’è stata o come avrebbe dovuto essere. CAPITOLO PRIMO Questo capitolo parla di quando ‘Ntoni dovette partire per la leva e che Padron ‘Ntoni cercò di fare di tutto per non farlo partire, ma con scarsi risultati. ‘Ntoni inizialmente era felice, soprattutto della città di Napoli, ma poi iniziò a mandare lettere dove si lamentava della vita dura da soldato. Inoltre, questo capitolo narra anche di quando Bastianazzo parte con la Provvidenza con i lupini per questo nuovo negozio, anche se La Longa non era molto d’accordo per questa nuova “avventura”. CAPITOLO SECONDO La Provvidenza prende il largo. Verga introduce gli altri personaggi come il farmacista don Franco, il vicario don Giammaria, maestro Silvestro e Zuppidda. Padron ‘Ntoni dice che vuole utilizzare i soldi del ricavato dei lupini per la dote di Mena, dato che la vuole far sposare col benestante Brasi Cipolla anche se lei è innamorata di Alfio. Queste cose però non vengono dette dal narratore ma dai personaggi che dialogano e spettegolano. CAPITOLO TERZO Durante la notte si scatena una terribile tempesta e tutto il villaggio capisce che questo significa che molto probabilmente la Provvidenza ha fatto naufragio. Zio Crocifisso, allora, insiste per fare in modo che padron ‘Ntoni ammetta di fronte a testimoni di aver preso il carico a credito. Anche in questo caso è il coro di voci popolari ad informarci degli eventi e della disperazione della famiglia Tocano (quella di Padron ‘Ntoni). CAPITOLO QUARTO Tre giorni dopo la tempesta ogni speranza si è spenta e così Aci Trezza si stringe intorno ai Malavoglia partecipando, per compassione o per proprio tornaconto personale, alla commemorazione per Bastianazzo. Tutti hanno qualcosa da dire sulla sorte dei Toscano che si trovano con un debito da saldare, trovare un marito per Mena e importanti difficoltà economiche da affrontare legate alla carenza di pioggia. CAPITOLO QUINTO Alfio Mosca informa Mena delle intenzioni del nonno che vuole darla in sposa al figlio del possidente padron Fortunato, Brasi Cipolla. Intanto due eventi danno di nuovo la speranza alla famiglia: il ritrovamento sulla spiaggia della Provvidenza, che verrà sistemata, e il ritorno di ‘Ntoni, che ha ottenuto la lettera di congedo. Luca, intanto, decide di partire al posto del fratello. CAPITOLO SESTO ‘Ntoni torna a casa e scopre che la ragazza di cui era innamorato (Sara di comare Tudda) è stata data in sposa a un vedovo. Il debito dei Malavoglia, intanto viene ceduto per finta a Piedipapera perché zio Crocifisso teme essere eccessivamente malvisto in paese. La famiglia non cessa di darsi da fare per ripagare il prestito: se non ci riuscirà l’usuraio si impossesserà sia della barca che della casa del nespolo. In realtà, però, la legge è dalla parte dei Toscano che, come spiega loro l’avvocato, non devono dare niente a zio Crocifisso dato che il prestito non è mai stato messo per iscritto e che la casa fa parte della dote della Longa. Nonostante questo, però, padron ‘Ntoni decide comunque di voler rispettare la parola data. Le cose però stanno per precipitare: la Longa viene convinta a rinunciare alla dote da Don Silvestro (che prova risentimento verso ‘Ntoni per faccende di cuore). CAPITOLO SETTIMO
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