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Verismo e Verga+ concezione del progresso e I Malavoglia, Appunti di Italiano

questo è un piccolo riassunto sul verismo che realizzai per la maturità e che alla fine mi ha salvato letteralmente la vita

Tipologia: Appunti

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Caricato il 02/11/2020

mariafr
mariafr 🇮🇹

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Scarica Verismo e Verga+ concezione del progresso e I Malavoglia e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! VERISMO Il verismo è una corrente letteraria che si sviluppa negli anni settanta dell'ottocento e il principale centro di diffusione fu Milano. I maggiori esponenti furono i meridionali giacché al sud si riscontravano in maniera più macroscopica le condizioni di degrado e arretratezza. Il verismo trae ispirazione dal naturalismo francese, una corrente letteraria che si oppose alla grande borghesia accusata di escludere dal potere, della politica e della cultura le classi subalterne. Secondo il teorico Hyppolite Taine, 3 sono gli elementi che regolo e condizionano l'agire umano: la razza, l'ambiente e il momento. L'autore più rappresentativo del verismo è Verga le cui opere maggiori sono ambientate in Sicilia, dando mostra che il progresso segue una legge naturale che segna la vittoria del più forte. VERGA PENSIERO E POETICA +PROGRESSO Il predominio del più forte sul più debole, la legge della sopraffazione e l'interesse individuale inducono Verga a respingere la fiducia del Positivismo nel progresso umano e il concetto di evoluzione verso un equilibrio, capace di annullare le disuguaglianze. La società sembra essere caratterizzata da un continuo progresso, dietro cui si celano il dramma individuale e collettivo. Il pessimismo verghiano si manifesta nell'accettazione fatalistica di questa realtà immutabile, alla quale nessuno può sottrarsi. Contrariamente a quanto affermavano Zola e i naturalisti francesi, che sostenevano la funzione sociale dell'arte, per Verga l'arte non è in grado di intervenire per cambiare la società e non contribuisce a risolverne i problemi. La concezione della storia e del mondo, secondo cui esiste e sempre esisterà la legge del "pesce grosso che mangia il pesce piccolo", non trova riscatto neppure nella religione. Verga, infatti, nega l'esistenza di un piano provvidenziale della storia ed esclude ogni speranza in una vita migliore nell'aldilà. Gli unici valori in cui dimostra di credere sono quelli della famiglia e degli affetti domestici. L'individuo che sceglie di allontanarsi dal proprio nucleo familiare e dal proprio ambiente d'origine, rifiutando le tradizioni e i princìpi secondo i quali è stato educato, è destinato a fallire e a perdersi: si può dunque parlare per i personaggi verghiani di una «religione della famiglia» e di un «ideale dell'ostrica», attraverso il quale si manifesta «il tenace attaccamento di quella povera gente allo scoglio sul quale la fortuna li ha lasciati cadere». Quindi l’uomo rappresentato nelle opere verghiane, è condannato alla sua posizione, al suo destino immobile e alla sofferenza. Tanto è vero che nel suo progetto del “ciclo dei vinti” Verga si proponeva di descrivere non solo la situazione immutabile dei poveri contadini siciliani, ma anche quella, ugualmente immutabile, della nobiltà cittadina.  “Il Ciclo dei Vinti” è una serie di 5 romanzi, però rimasta incompiuta, poiché Verga riuscì a completare solo i primi 2 romanzi: I Malavoglia del 1881 e Mastro Don Gesualdo del 1889 e rimasto solo abbozzato il terzo romanzo la duchessa di Laeyra. Mancano poi gli ultimi 2 romanzi: L’onorevole Scipioni ossia il romanzo parlamentare e l’uomo di lusso che è il romanzo sulla figura dell’esteta.  La sua intenzione era descrivere una corsa verso il progresso attraverso le varie classi sociali, ossia mostrate come in ogni classe sociale dalla più bassa i Malavoglia, alla più alta L’esteta o il Parlamentare si cerchi sempre di modificare la propria condizione in questa sfrenata corsa al progresso. Ma questa corsa al progresso porta inevitabilmente alla distruzione degli dei singoli piccoli ingranaggi che ne fanno parte, ossia le singole persone come la Famiglia Malavoglia o quella di Mastro don Gesualdo. Nella prefazione ai Malavoglia descrive il progresso come una fiumana inarrestabile che procede attraverso una dura lotta di selezione degli uomini, riprendendo la teoria darwiniana della lotta di selezione della specie. La corsa impetuosa di questo fiume, se vista da lontano, appare imponente e priva di fratture ma, vista da vicino, rivela tutti i risvolti negativi che porta con sé, con i soprusi che i deboli devono subire da parte dei più forti. Verga quindi si propone di osservare da vicino lo scorrere del progresso, osservandone le vittime e rendendole protagoniste di tutte le sue opere, sottolineando soprattutto le conseguenze nefaste sulla vita di coloro che dal progresso vengono sconfitti. L'autore è convinto che in questo mondo, teso verso la ricerca di beni materiali e di ambizioni sempre più elevate, l'uomo è chiuso in sé ed è affidato alle sue forze che si logorano giorno dopo giorno. Uscire dallo stato sociale in cui il destino pone l'uomo non è possibile, ed è questo ciò che avviene nei protagonisti 'Ntoni e Lia, che vedono fallire il tentativo di trovare fuori dal proprio ambiente una vita migliore; ciò avviene anche a Mastro-don Gesualdo, il mastro, che invano cerca di diventare don e che in questo vano tentativo verrà respinto sia dai suoi simili, sia da coloro che appartengono alla classe sociale a cui egli voleva accedere. Chi cerca di uscire dalla condizione in cui il destino lo ha posto non trova la felicità sognata, anzi va immancabilmente incontro a sofferenze maggiori, come succede a 'Ntoni Malavoglia ed a Mastro don Gesualdo. I Malavoglia sono appunto una famiglia che vive nella piccola città di Aci Trezza, questa è una città che vive di pesca e viene rappresentata come un luogo rimasto isolato dal mondo, mi spiego, si tratta di un luogo in cui il progresso e il grande sviluppo della società occidentale non è ancora arrivato, un luogo in cui i cittadini riescono a vivere ancora con un ritmo scandito dai cicli della natura, quindi dal passaggio delle stagioni. I Malavoglia stessi hanno una vita scandita dalla ritualità religiosa che però inizia ad essere intaccata dal progresso, che inizia ad arrivare anche qui, con espressioni come ad esempio La leva militare obbligatoria, che fino all'unità d’Italia non era mai stata vista dai siciliani, non la conoscevano neppure e questa stessa leva strapperà alla famiglia dei Malavoglia, il giovane Luca che è destinato a morire in guerra e poi N’Toni che allontanatosi anche egli per la leva obbligatoria, prenderà scelte che non lo faranno fare più ritorno a casa. ‘NTony è solo uno dei personaggi che si allontana dal nucleo familiare infatti alla fine della famiglia rimarranno solamente il giovane Alessi e Mena, gli unici che comunque sono rimasti sempre fedeli al duro lavoro della famiglia e ai suoi valori tradizionali. Hanno cercato e alla fine sono riusciti a ricostruirla, anche se a caro prezzo. Nel corso della narrazione muoiono numerosi personaggi, e tutto questo perché le loro disavventure incominciano quando i singoli componenti della famiglia Malavoglia cercano di migliorare la loro condizione sociale. Comprano un carico di lupini indebitandosi e li mandano assieme alla Provvidenza, la loro nave, sperando di riuscire a rivenderli in un paese vicino, però questo tentativo finisce letteralmente in fondo al mare, perché la Provvidenza non arriverà mai a destinazione ma naufragherà e i Malavoglia per pagare il debito, si trovano senza la loro casa sul nespolo e costretti poi a collaborare per cercare di rimettere in sesto la famiglia e ritornare a possedere almeno la loro Casa.
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