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VI canto dell'inferno della Divina Commedia, Appunti di Italiano

VI canto dell'inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri con analisi e parafrasi del testo

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 26/09/2023

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Scarica VI canto dell'inferno della Divina Commedia e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! VI canto -inferno Cerchio dei golosi Canto V caratterizzato da stile elevato, tragico e all’interno di questo canto Dante aveva recuperato caratteristiche letteratura cortese, invece in canto VI tono si abbassa notevolmente, stile anti-epico di tipo comico/mezzano Figura principale =Cerbero, rivisitato da Dante che mantiene alcune caratteristiche che aveva già con Virgilio e in più rende questa figura simile a bestia. Non ha caratteristiche simili a demoni Minosse-Caronte —>è cane rabbioso con 3 teste solo dedito al cibo, ha solo interessi bassi che lo spingono a zittirsi di fronte a manciata di terra che Virgilio gli getta in bocca. Canto si apre con sottolineatura di ambiente inquietante: all’interno di questo cerchio cade pioggia mista a grandine, sporca-puzzolente, anime continuamente colpite con forza da grandine, etterna-maladetta-fredda-greve ]pioggia secondo Dante e ogni aggettivo indica una caratteristica della zona + hanno connotazioni psicologiche-morali: • Etterna: non smetterà mai di cadere + eterna perché sentenza di Dio è irrevocabile • Maladetta: priva di grazia + non c’è intervento grazia • Fredda: fredda come egoismo caratterizzante i personaggi che si trovano in questa cerchia + uomini concentrati solo su se stessi senza pensare ad altri • Greve: pesante materialmente + peccato gola in medioevo molto grave, perché corrisponde a perdita di controllo su di sè e ciò li rende simili ad animali Analogia e antitesi rispetto a peccato: uomo goloso simile a maiale e vive in porcile, zona sporca + se prima anime erano ingorde ora sono diventate prede di un ingordo=Cerbero perché continuamente graffiate-ferite da cane che non riesce a fermarsi VI canto —>focus= tema politico, attraverso climax rappresenta politica di Firenze Ciacco=protagonista, non è personaggio noto, si fa fatica a capire chi sia e a individuarlo all’interno della società. A un certo punto lui cerca di farsi riconoscere ma Dante non riesce a ricordare. Tra di due nasce breve dialogo su sorti Firenze e si ha vera prima profezia post-eventum. Ciacco è privo di rilievo storico perciò diventa rappresentazione cittadino medio comune di Firenze, uno che fa parte massa, che si ritrova a riflettere con Dante su perdita di moralità di tutti i cittadini. Contemporaneamente è anche portavoce pensiero di Dante, che sarà a un certo punto costretto ad allontanarsi dalla sua patria. 1 Al tornar de la mente, che si chiuse 2 dinanzi a la pietà d’i due cognati, 3 che di trestizia tutto mi confuse, 1 Quando ripresi i sensi, che avevo perso 2 dinanzi alla pietà che avevo provato per Paolo e Francesca, 3 che mi aveva confuso e angosciato, 4 novi tormenti e novi tormentati 5 mi veggio intorno, come ch’io mi mova 6 e ch’io mi volga, e come che io guati. 4 nuovi tormenti e nuovi tormentati 5 vedo intorno, comunque mi muovi 6 comunque mi giri, e dovunque guardi. Evidente sin dall’inizio che si è di fronte a canto anti-epico, stile non più elevato Anafora (figura etimologica) + figura etimologica Anafora Descrizione sensazioni visive Dante osserva cambiamento notevole Precisazione spaziale: mi trovo al terzo cerchio, caratterizzato dalla pioggia Figura retorica climax Ciò che caratterizza cerchio: buio, precipitazioni atmosferiche (non esistono precipitazioni nell’inferno, quelle che ci sono volute dalla giustizia divina per i peccati) Sensazioni uditive Virgilio presenta Cerbero con serpi attorno a tre gole e si addolcisce solo quando gli vengono lanciate focacce, qua invece sembra talmente bramoso da non rendersi conto di cosa mette in bocca. Caratteristiche demone: • Occhi rossi: che indicano irascibilità-brama irosa • Barba unta e nera: indica ingordigia • Ventre largo: indica deformazione fisica dei peccatori di gola • Mani unghiate: indicano avidità-violenza Similitudine zoomorfa (animali) Scena: grandine che scende + Cerbero che li graffia —>disperati provano a proteggersi l’un l’altro e si girano di frequente per evitare il dolore. Espressione utilizzata per descrivere Lucifero —>ha caratterizzazione del demone. Incapacità di controllo tipica anime dei golosi. 7 Io sono al terzo cerchio, de la piova 8 etterna, maladetta, fredda e greve; 9 regola e qualità mai non l’è nova. 7 Io sono al terzo cerchio, della pioggia 8 eterna, maledetta, fredda e pesante; 9 ritmo di caduta e la natura non cambiano mai. 10 Grandine grossa, acqua tinta e neve 11 per l’aere tenebroso si riversa; 12 pute la terra che questo riceve. 10 Grossi chicchi di grandine, acqua sporca e neve 11 si riversano attraverso l’aria buia; 12 puzza la terra che riceve questa mistura. 13 Cerbero, fiera crudele e diversa, 14 con tre gole caninamente latra 15 sovra la gente che quivi è sommersa. 13 Cerbero, animale crudele e mostruoso, 14 urla come un cane con tre gole 15 sulla gente che qui è sommersa. 16 Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra, 17 e ’l ventre largo, e unghiate le mani; 18 graffia li spirti ed iscoia ed isquatra. 16 Ha gli occhi rossi, la barba unta e nera, 17 la pancia grossa, le mani dotate di unghie; 18 graffia gli spiriti, li squoia e li squarta. 19 Urlar li fa la pioggia come cani; 20 de l’un de’ lati fanno a l’altro schermo; 21 volgonsi spesso i miseri profani. 19 La pioggia li fa urlare come cani; 20 si fanno schermo l’un l’altro; 21 si girano spesso i miseri peccatori. 22 Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo, 23 le bocche aperse e mostrocci le sanne; 24 non avea membro che tenesse fermo. 22 Quando ci vide Cerbero, il gran verme, 23 apri le bocce e ci mostrò le zanne; 24 non aveva membro che lasciasse fermo. forza del papa }marzo-aprile 1300 hanno la meglio i bianchi fino al 1302 poi i neri li sconfiggeranno grazie all’appoggio del papa (perifrasi). I neri staranno a lungo al potere opprimendo i bianchi, sebbene quando erano al potere i bianchi erano sdegnati dell’atteggiamento violento che loro stessi ora attuano. 2. Sono giusti in pochi (due) e non vengono capiti. 3. Le tre faville che hanno i cuori rappresentano le classi sociali: i nobili sono superbi, i borghesi che hanno accumulato denaro sono avari e cercano di tenerlo per sé, il popolo invidia nobili e borghesi. 79-81 Dante chiede a Ciacco dove sono alcuni personaggi non particolarmente noti: Farinata, il Tegghiaio, Jacopo Rusticucci, Arrigo e il Mosca che si impegnarono a fare del bene per la città. Doppia antitesi: paradiso-inferno, addolcire-amareggiare Fine discorso Ciaccio 90, fine 2 sequenza 93 Metafora: sono privati della luce della grazia-luce divina + non vedono perché a testa in giù. 76 Qui puose fine al lagrimabil suono. 77 E io a lui: "Ancor vo’ che mi ’nsegni 78 e che di più parlar mi facci dono. 76 Qui smise di parlare. 77 E io a lui: “Vorrei ancora che mi spiegassi qualcosa 78 e mi faccia dono di parlare ancora. 79 Farinata e ’l Tegghiaio, che fuor sì degni, 80 Iacopo Rusticucci, Arrigo e ’l Mosca 81 e li altri ch’a ben far puoser li ’ngegni, 79 80 81 82 dimmi ove sono e fa ch’io li conosca; 83 ché gran disio mi stringe di savere 84 se ’l ciel li addolcia o lo ’nferno li attosca”. 82 dimmi dove sono andati a finire e fai in modo che io possa conoscere la loro sorte; 83 perché ho un grande desiderio di sapere 84 se sono addolciti dal paradiso o amareggiati dall’inferno”. 85 E quelli: "Ei son tra l’anime più nere; 86 diverse colpe giù li grava al fondo: 87 se tanto scendi, là i potrai vedere. 85 E lui: “Sono tra le anime più nere; 86 schiacciate al fondo da diverse colpe: 87 se vai verso il basso, li potrai incontrare nei cerchi più profondi. 88 Ma quando tu sarai nel dolce mondo, 89 priegoti ch’a la mente altrui mi rechi: 90 più non ti dico e più non ti rispondo”. 88 Ma quando sarai tornato sulla terra, 89 ti prego di riportare alla memoria degli altri: 90 non ti dico più nulla e non ti rispondo più”. 91 Li diritti occhi torse allora in biechi; 92 guardommi un poco e poi chinò la testa: 93 cadde con essa a par de li altri ciechi. 91 Gli occhi diritti li rigirò; 92 mi guardò un po’ e si accasciò: 93 e cadde al pari degli altri ciechi. 94 E ’l duca disse a me: "Più non si desta 95 di qua dal suon de l’angelica tromba, 96 quando verrà la nimica podesta: 94 E la mia guida mi disse: “Non si sveglierà più 95 prima del suono dell’angelica tromba, 96 quando giungerà il nemico dei dannati: 3 sequenza di tipo teologico Vanno verso la perfezione, non la raggiungeranno mai —>comporta un aumento del dolore-sofferenza 97 ciascun rivederà la trista tomba, 98 ripiglierà sua carne e sua figura, 99 nudirà quel ch’in etterno rimbomba”. 97 ciascuno rivedrà la sua miserabile tomba, 98 riprenderà il suo corpo e la sua immagine, 99 udirà quello che risuona in eterno”. 100 Sì trapassammo per sozza mistura 101 de l’ombre e de la pioggia, a passi lenti, 102 toccando un poco la vita futura; 100 101 102 103 per ch’io dissi: "Maestro, esti tormenti 104 crescerann’ei dopo la gran sentenza, 105 o fier minori, o saran sì cocenti?”. 103 A quel punto io dissi: “Maestro, queste pene 104 cresceranno dopo la sentenza del giudizio universale, 105 saranno minori, o saranno altrettanto dolorose?”. 106 Ed elli a me: "Ritorna a tua scïenza, 107 che vuol, quanto la cosa è più perfetta, 108 più senta il bene, e così la doglienza. 106 E il maestro a me: “Torna alla tua filosofia, 107 che vuole, quanto più la cosa è perfetta, 108 più senta sia il bene sia il dolore. 109 Tutto che questa gente maladetta 110 in vera perfezion già mai non vada, 111 di là più che di qua essere aspetta”. 109 Sebbene queste anime dannate 110 non possono mai giungere in piena perfezione, 111 tuttavia aspettano di essere più perfette di prima”. 112 Noi aggirammo a tondo quella strada, 113 parlando più assai ch’i’ non ridico; 114 venimmo al punto dove si digrada: 115 quivi trovammo Pluto, il gran nemico. 112 Noi continuammo la strada girando intorno al bordo del cerchio, 113 dicendo più cose di quelle che io riferisco; 114 giungemmo al punto dove si digrada: 115 qui vi trovammo Pluto, il grande nemico degli uomini.
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