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Viaggio al centro della terra- da cap 1 a 18, Sintesi del corso di Pedagogia

riassunto del libro '<viaggio al centro della terra' di Verne da cap. 1 a 18 utilizzato per esame di storia della letteratura

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021
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Caricato il 12/03/2021

marika0194
marika0194 🇮🇹

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Scarica Viaggio al centro della terra- da cap 1 a 18 e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA di Giulio Verne • Collana biblioteca utile = l’intento dell’autore era quello di fornire un testo di facile lettura che fornisse nozioni utili nella vita quotidiana, non era un libro di puro intrattenimento ma un libro che avrebbe portato al lettore conoscenze utili. Nella stessa collana sono presenti libri più famosi scritti da Verne come per esempio “cinque settimane in pallone” e il “giro del mondo in 80 giorni” ; è contenuta anche la “storia dei grandi viaggi dei grandi viaggiatori” ( = unione della parte fiction e quella informativa ). Il 1874 non è l’anno dell’edizione originale, avvenuta all’incirca dieci anni prima, per questo motivo l’anno preciso della prima edizione in autori come Verne non ha molta importanza perché ogni anno si scoprono nuove edizioni dato che uscivano in modalità diverse ( es. fascicoli, lunga o corta tiratura … ). Oggi i libri per un’utenza media ( = libri di consumo e di intrattenimento ) sono scritti nella lingua in cui si parla comunemente all’interno di una nazione, questo fatto non esisteva nell’Ottocento, esisteva solo per le classi alte, per i lettori popolari la lingua dei libri era diversa da quella parlata quotidianamente ( = la scrittura era un mondo alto ). • “Ragazzi” ® indica che fanno parte della letteratura destinata ai giovani, sia per la componente avventurosa sia per quella informativa. Un lettore dell’Ottocento poteva leggere questo libro già con conoscenze abbastanza aggiornate di geologia, oppure partendo da zero. Verne sa benissimo che l’uomo al centro della terra non può vivere a causa delle alte temperature, ma dato che su questo argomento c’era ancora un dibattito aperto Verne prova comunque ad immaginare che l’uomo possa recarsi al centro della terra e che ma mano che ci si avvicina al nucleo le temperature terrestri non aumentino. Verne si ispira alle conoscenze scientifiche del suo tempo e agli aspetti che lasciavano aperto un dibattito per sviluppare delle storie fantastiche; l’idea era quella di mostrare cose che oggi ( = inteso come 1870 ) non si potevano sperimentare, ma in un futuro si. Lo scopo era quello di nutrire nell’uomo la fiducia verso le nuove scoperte. I CAPITOLO I testi di Verne iniziano in modo tranquillo e domestico, con la descrizione dei personaggi colti nella loro vita quotidiana. • Umorismo ® è sempre presente infatti i suoi personaggi hanno sempre qualche caratteristica buffa; questo è un modo di creare simpatia nei confronti del lettore, perché se il protagonista è irraggiungibile non suscita identificazione nel lettore, ma è anche per rendere ancora più alla portata di tutti l'idea che l'uomo può fare grandissime imprese quando conosce pur essendo una persona con delle debolezze e/o particolarità. La scena iniziale è molto familiare: la narrazione viene collocata in modo preciso, ossia il 24 maggio 1863 ( = una domenica ) ad Amburgo, città molto ricca e florida già da tempi precedenti sia sul commercio navale sia sul campo delle esplorazioni, è situata nel nord della Germania. La casa è borghese, il professore non è una persona ricca ma riesce comunque a permettersi Marta, la domestica, che gli prepara da mangiare e svolge le faccende domestiche. L’autore riprende la tradizione nordica, ossia il fatto di preparare il pasto nel pomeriggio. Þ Lidenbrock = protagonista è un professore, è lo zio di Axel. È colui che genera e guida la spedizione. Rappresenta lo stereotipo del classico professore senza moglie e figli che si dedica completamente al suo sapere personale, ma ospita in casa solamente il nipote Axel e successivamente una ragazza ( diventerà la morosa di Axel ). È un uomo comune, ossia quando torna a casa vuole trovare la cena pronta, altrimenti si agita. Lidenbrock era una persona stravagante, questo incarna lo stereotipo dello scienziato ( = usato da Verne per generare simpatia nel lettore ). Þ Axel = cooprotagonista, ma è l’eroe vero e proprio della vicenda. Era un bambino orfano e aiutava lo zio nel preparare le sue esperienze. Verne utilizza all’interno del testo delle battute: egli era un autore francese e scriveva per il popolo francese, ma in questo periodo il rapporto tra Francia e Germania era molto teso, viene esposto così in modo scherzoso perché in questi anni una delle due nazioni voleva espandersi a danno dell’altra ( = il tutto scoppia con la guerra franco- prussiana, perdita della Francia ). Egli non vuole prendere delle posizioni ma vuole semplicemente esporre in modo scherzoso lo sguardo dei francesi sui tedeschi che è sempre sarcastico. “in mineralogia … “ escamotage con cui Verne riesce a tirare dentro alla narrazione parole scientifiche con termini delle varie discipline, con l’obbiettivo di sedurre il lettore e di generare curiosità di conoscenza verso le cose che lui cita. Lidenbrock non possedeva una pronuncia chiara e corretta della lingua quando parlava in pubblico e per questo nella città era nota questa sua infermità. Egli era un vero scienziato e nonostante il suo difetto era visto come una persona onorevole nei ginnasi e nelle associazioni nazionali, infatti molte persone quando passavano per Amburgo andavano a fargli visita. La ragazza, Graüben, che viene considerata irlandese in realtà proviene dalla zona dell’Este ossia dai paesi all’est di Amburgo ( = infatti la parola irlandese è un errore di stampa poiché nel testo originale si faceva riferimento alle zone orientali ). II CAPITOLO Anche qui Verne coglie il momento per esporci la meraviglia delle scienze: ancora una volta tutti questi nomi di minerali servono per incuriosire il lettore e dare l’idea che il mondo della scienza non è arido e noioso bensì è pieno di sensazioni nuove. Axel racconta che a differenza dei bambini della sua età egli non giocava ma cresceva in mezzo a quei meravigliosi minerali della geologia. Axel entra finalmente nello studio ( = gabinetto ) dello zio e non pensava ci fossero delle meraviglie degne di essere chiamate così. NB. L’avventura e il mistero sono spesso contenuti all’interno dei libri, nelle mappe, nelle pergamene, nelle isole ( = romanzo l’isola del tesoro, ambientato ai tempi dei pirati del 1600 ); il professore ha in mano un libro scritto in runico che gli provoca turbamento, egli collezionava libri non solo per un contenuto intrinseco ma anche il gusto di possedere libri antichi, ricercati. Il linguaggio che Verne attribuisce al professore, anche se non si è ancora nella parte scientifica del libro ma siamo nell’ambito della bibliofilia ( = ossia del collezionismo ), è un linguaggio tecnico molto accurato ( pg 5 ultimo dialogo ). È evidente la passione del libro come un oggetto e il professore, pur essendo un geologo, per questo motivo vuole conoscere anche delle caratteristiche della lingua islandese che anch’essa prevede i tre generi ( = maschile, femminile e neutro ). • Odino = divinità più potente e principale del Pantheon scandinavo, paragonabile quindi a Zeus. Secondo la tradizione si pensa che i runici, ossia i caratteri di scrittura, furono inventati da lui. Il tema è come quello della mappa: ad un certo punto dal libro cadde una pergamena, oggetto che suscita fascino date anche le sue scritte da interpretare ( = da qui scatta l’enigma, ossia bisogna interpretare ciò che è scritto sulla pergamena ). Il professore era così interessato a scoprire cosa ci fosse scritto sulla pergamena che all’arrivo di Marta decise di non andare a mangiare; questo agli occhi di Marta e di Axel fu molto strano in quanto il professore era una persona che si agitava se non mangiava o se il cibo non era pronto. Axel decise così di mangiare anche il pranzo del professore, successivamente venne chiamato da quest’ultimo e dalla sala tornò immediatamente al gabinetto ( = ossia allo studio ). III CAPITOLO Il professore dice che i caratteri erano evidentemente Runici e chiese ad Axel di scrivere sotto dettatura ogni lettera dell’alfabeto che gli veniva detta dal professore, la quale corrispondeva a ciascun carattere irlandese, cosicché da tradurre la pergamena. Quando il lavoro terminò, il professore riprese il foglio sul quale era stata fatta la traduzione e lo esaminò a lungo con attenzione. Il professore riesce a capire solo a firma che risalirebbe a: • “Arne Saknussemm” = scienziato e alchimista islandese del XVI secolo. Egli era un uomo colto e per questo motivo non scriveva nella sua lingua madre, ma in quella universale adottata dagli scienziati, ossia il latino. La forma della frase non era corretta, infatti si pensava che bisognava spostare le lettere per decifrare cosa ci fosse scritto sulla pergamena. Axel successivamente fa un sogno mentale dove si immagina lui e Graüben fidanzati. Lo zio riporta Axel alla realtà dicendo che la pergamena va letta in verticale e non in orizzontale come era di consueto. Axel ebbe il compito di scrivere le lettere in verticale e preso dal sogno scrisse “io ti amo assai mia piccola Graüben” e il professore chiese ad Axel se provasse davvero questo sentimento per la ragazza. Ritornati entrambi alla realtà riprovarono ma i tentativi di trovare altre informazioni sono nulli , infatti il professore si irrita e se ne va dallo studio. IV CAPITOLO Qui il professore, senza mangiare e senza bere, parte e lascia Axel e Marta soli. Axel è considerato un apprendista, in quanto impara dallo zio a tutte le nozioni scientifiche; egli, essendo nello studio dello zio, si immedesima in lui sedendosi sul seggiolone e prendendo una pipa ( = adolescente che fuma; fumare era un’attività che dava un tono all’uomo maturo, il fumo dava un contegno e un’importanza all’uomo ). Grazie la curiosità scatenatasi in Axel, egli riesce a decifrare completamente il biglietto. Con il foglio di carta si fa vento e dal rapido movimento della mano, l’occhio gli cadde su delle parole latine scritte all’interno del foglio ( = capisce che le parole non devono essere lette da sinistra verso destra ma nel senso opposto ) come “craterem” e “terrestre”. Axel capisce che il professore aveva ragione sella disposizione delle lettere e per la lingua in cui il documento fu scritto ( = si accorse che il documento era scritto in latino e non in un’altra lingua in voleva sapere se fosse disponibile il libro di Arne Saknussem e dopo averlo entrambi elogiato egli rispose che le sue opere non sono disponibili perché fu perseguitato come eretico e nel 1753 le sue opere furono arse a Copenaghen infatti dovette nascondere il suo segreto in un criptogramma. Molti dotti contribuirono all’esplorazione dell’Islanda. Lo zio è desideroso di cominciare i suoi studi dal vulcano Sneffels spento da 500 anni, vogliono arrampicarsi e studiarlo. Il signor Fridriksson voleva accompagnarli ma non poteva a causa del lavoro, chiese però come pensavano di raggiungere quel luogo, lo zio rispose via mare ma non avevano un canotto allora decisero via terra, strada più lunga ma curiosa. Il dottore gli volle suggerire una guida, un cacciatore di eider che parla benissimo il danese che arriverà l’indomani. Il discorso finì tra i ringraziamenti tra i due. XI CAPITOLO Axel dopo aver fatto una passeggiata sulle spiagge di Reykjiawik si mise a dormire. Sentì nell’altra stanza lo zio parlare per cui lo raggiunse. Parlava in danese con un uomo alto e forzuto. Si capiva che egli lavorava a modo suo e che nessuno avrebbe potuto turbare la sua filosofia. Ascoltava in modo appassionato e rigido, le braccia in croce, spostava la testa per dire no e si inchinava per dire si. Scopri che era un cacciatore di professione dal signor Fridriksson, è un cacciatore di eider. Nei primi giorni d’estate l’eider femmina costruisce il nido, tra le rocce dei fiordi dove la costa è frastagliata, e lo ricopre di piume che si strappa dal ventre. Quando non ha più piume tocca al maschio le cui piume sono più ruvide, non hanno valore così il cacciatore non le può più prendere. Questo cacciatore era Hans Bjelke ed era la loro futura guida. Andava d’accordo con lo zio nonostante un contrasto tra caratteri. Han li accompagnava fino al villaggio di Stapi sulla costa meridionale della penisola dello Sneffels, viaggio secondo lo zio fattibile in 2 giorni ma poi si rese conto che diventeranno 7-8 a causa delle asperità della via. Viaggiavano con 4 cavalli. La guida doveva essere pagata ogni sabato sera. La partenza era fissata per il 16 Giugno, mancavano 48 ore che vennero spese per i preparativi. Tra gli strumenti c’erano: 1-termometro centigrado di Eigel graduato fino a 150 gradi 2-manometro ad aria compressa per indicare la pressioni superiori a quelle dell’atmosfera al livello dell’Oceano. 3-cronometro di Boissonas junore di Ginevra regolato con il meridiano di Amburgo 4-due bussole 5-un cannocchiale da notte 6-due apparecchi di Ruhmkorff che per mezzo di una corrente elettrica dovevano fornire una luce portatile (torcia) Inoltre, delle armi che non servivano ma lo zio era legato al suo arsenale e al cotone fulminante inalterabile all’umidità. Axel si occupò anche di una farmacia portatile. Lo zio non dimenticò le scorte di tabacco, polvere da caccia e di esca ed una cintura di cuoio che portava intorno ai reni con dentro monete d’oro, d’argento e di carta. La sera mangiarono a casa del barone Trampe, con il podestà Reekjawik e il dottore Hyaltalin. Fridriksson era in disaccordo con il governatore per una questione amministrativa per cui non era tra i commensali. Lo zio parlò senza riposo. L’ultima sera la passarono con il signor Fridriksson poi segui un sonno agitato da parte di Axel. Alle 5 di mattina venne svegliato dal nitrire dei cavalli. Hans stava terminando di caricare i bagagli. Alle 6 partirono e il signor Fridriksson per salutare recitò un verso di Virgilio “Qualunque strada il destino assegnò, seguiamola”. XII CAPITOLO Erano partiti con un tempo annuvolato ma stabile. Axel cominciava a darsi pace perchè sapeva che non rischiava nessun male. Hans avanzava a passo costante, i cavalli lo seguono. L’Islanda è una delle grandi isole d’Europa, i geografi l'hanno divisa in 4 regioni e bisognava attraversare quasi obliquamente quella che porta il nome di Paese del quarto Sud-Ovest. Le catene di rocce aride facevano una punta verso il mare e si spingevano fino sul pascolo ma comunque rimaneva spazio per passare. I cavalli sceglievano istintivamente i luoghi propizi in cui passare senza mai rallentare il passo. Il paese era deserto, qua e là qualche fattoria e casa di bӧer. In questo paese leer. In questo paese le strade non esistono e la vegetazione cancellava i passi. Gli strati orizzontali di rocce sovrapposte, chiamati trapps in lingua scandinava, di ogni materiale vulcanico. Due ore dopo aver lasciato Reykjawik, giunsero al borgo di Gufenes, chiamato Aoalkirkja o chiesa principale. Qui Hans si fermò, divise il pasto e rispose alle domande dello zio. Alla domanda di dove volesse passare la notte rispose solo: Gardär, una borgata sulla riva dell’Hvalfjord. Tre ore dopo girarono intorno al Kollarfiord, entrarono in un pingstaœr, luogo di giurisdizione comunale, chiamato Ejulberg. Qui fu dato da mangiare ai cavalli, poi giungemmo in breve all’aoalkirkja di Brantar e un miglio più oltre a Saurboer “Annexia” chiesa annessa, posta sulla zona meridionale dell’Hvalfiord. Il fiord era largo mezzo miglio in questo punto. I cavalli erano intelligenti quindi Axel sapeva che sarebbero riusciti ad attraversare da soli un braccio di mare. Lo zio lo spronò ma il cavallo dopo poco si arrestò. Hans pensò allora di attraversare con una barca ma bisognava aspettare la giusta marea, ovvero quando il mare giunto alla giusta altezza non sale e non scende. Il momento giunse alle 18 per cui partirono con questa barca bassa e fragilissima. Ci servì più di un’ora per attraversare il fiord. Mezz’ora dopo toccarono l’aoalkirkjia di Gardar. XIII CAPITOLO Doveva farsi notte ma sotto il sessantacinquesimo parallelo il chiarore diurno dalle regioni polari non doveva farli meravigliare. Avevano freddo e fame. Ma un boer gli aprì le porte della sua casa. Al giorno d’oggi gli stili di vita si sono un po’ più uniformati, ma nei paesi nordici i saluti sono rimasti sempre in forma breve , ci si saluta con un “ei” indipendentemente dalla gerarchia o dalla posizione sociale, questo viene rappresentato dal contadino che li ospita per quella notte. Axel dice che naturalmente la casa non era stata progettata dallo zio o addirittura per lo zio in quanto i soffitti erano troppo bassi ( = lo zio era molto alto ) perché nei paesi nordici si tende a fare le case basse di modo da poterle riscaldare più velocemente. La camera era quindi accuratamente arredata secondo tecniche costruttive adatte al tempo della vicenda ( = es. membrane di montone al posto dei vetri, letto di fieno, etc ). La cucina premoderna era formata da un focolare al centro della stanza e sul tetto un caminetto per far uscire il fumo. Il cacciatore ( = Hans ) che accompagna la spedizione di Axel e dello zio , si è occupato dei cavalli che pascolavano sul muschio e sulle rocce. Il mattino dopo alle 5 salutarono il contadino e alle 6 Hans diede il segnale della partenza. Dopo poco il terreno cominciò a diventare pantanoso. La solitudine diventa sempre più profonda, videro un'ombra umana che invece di venirgli incontro si allontanava, era un lebbroso, una malattia non contagiosa ma ereditaria, a loro il matrimonio è proibito. Verne da’ lo spunto sulla lebbra per stimolare l’interesse del lettore della situazione sanitaria di quella terra. Presto attraversarono piccoli fjords , e la marea gli consentì di passare e di giungere al casale di Halftanes. La sera la passarono in un casolare abbandonato. La sera dopo avevano percorso la metà della distanza e dormirono nella annexia di Krosbolt. Il 19 giugno attraversarono un terreno di lava, è detto hraun. Ma presto riapparve il terreno pantanoso. Erano diretti verso l'ovest dove la doppia metà bianca dello sneffels sorgeva nelle nuvole a meno di 5 miglia di distanza. Axel cominciava ad essere stanco ma lo zio no. Sabato 20 giugno alle 18 furono a Budir dove Hans voleva la sua paga. Ci fu offerta ospitalità della famiglia dello stesso Hans. Furono ben accolti ma si rimisero subito in viaggio. Il terreno attestava la vicinanza delle montagne e loro giravano intorno alla base del vulcano. Dopo 4 ore di viaggio i cavalli si arrestarono alla porta del presbitero di Stapi. XIV CAPITOLO Stapi è una borgata dove la natura procede geometricamente e lavora alla maniera umana. Arrivarono la porta della casa del rettore dove si vide un uomo intento a ferrare dei cavalli col martello in mano e col grembiule di cuoio, avevano a che fare con un fabbro, un pescatore, un cacciatore e un legnaiuolo. I preparativi della partenza furono fatti il giorno dopo del loro arrivo Stapi. Hans procurò tre islandesi per sostituire i cavalli nel trasporto dei bagagli ed una volta arrivati in fondo al cratere questi indigeni dovevano di tornarsene e abbandonarli. Lo zio informa il cacciatore di come aveva intenzione di continuare la spedizione e Hans non fece altro che chinare la testa. Qui ormai l’accostamento del vulcano è quasi completato e sta per iniziare la spedizione vera e propria. Per Verne non è interessante solo la spedizione in sé, ma anche il viaggio, come ci si arriva, le conoscenze che preparano all’avventura e tutto ciò che ne consegue. Axel viene colto da ragionevoli dubbi, ossia si chiede se il vulcano eruttasse quando si troveranno ai suoi piedi o molto vicini al cratere, che vengono sciolti dallo zio che fa ricorso alle sue conoscenze scientifiche. La spedizione nasce sotto il segno della scienza e sotto il generale ottimismo che non è abbastanza per placare i dubbi di Axel, questo è uno dei momenti tipici delle narrazioni di Verne dove viene offerta questa rassicurazione nella validità della scienza ma anche, utilizzando il personaggio di Axel, viene posta una sorta di ironia rispetto alla sicurezza degli scienziati e il fatto che l’uomo è sempre portato a dubitare. XV CAPITOLO Camminavano in fila, preceduti dal cacciatore, in sentieri stretti. Al di là della muraglia basaltica dei fiords di Stapi, si imbatterono in un terreno di erbacce dell'antica vegetazione dalle paludi della penisola. Axel osservava con interesse le curiosità mineralogiche. L’isola evidentemente era uscita dal fondo delle acque in un tempo relativamente moderno. L’islanda si compone solo di tufo vulcanico. Prima dell’esistenza dei vulcani era fatta d’una massa sollevata per opera delle forza centrali, più tardi un largo crepaccio si aprì diagonalmente dove si versò tutta la pasta trachitica. Con tale versamento l’isola crebbe al pari con la sua resistenza. La potenza dei gas diventò tale da aprire enormi sfiatatoi, i vulcani, al cui interno si crearono dei crateri. I fenomeni eruttivi succedettero i fenomeni vulcanici. Esaurita la l’eruzione basaltica, il vulcano, da passaggio alla lava e ai tufi di cenere e scorie. Questa successione di episodi costituì l’Islanda. La strada si faceva sempre più difficile ma Hans avanzò tranquillamente, a volte si arrestava e disponeva le rocce in modo da fare una stradina per il ritorno. Fecero colazione poi cominciarono a salire l’erta dello Sneffels. Axel e lo zio stavano vicini e si davano aiuto a vicenda. dopo un’ora gli si aprì dinanzi una scalinata formata da torrenti di pietre rovesciate chiamata slina. Salivano facilmente. Avevano sorpassato il limite delle nevi perpetue, faceva freddo ed Axel non aveva più forze. Ma dovevano proseguire, cominciarono a girare intorno al cono del cratere di sbieco in modo da facilitare la strada. La tromba d’aria si rovesciò contro la montagna che tremò, loro erano dalla parte opposta e non correvano nessun pericolo. Alle 11 di sera raggiunsero lo Sneffels e videro il “sole di mezzanotte”. XVI CAPITOLO Axel e lo zio sono finalmente giunti in Islanda, dove vengono ospitati dalle famiglie locali islandesi ( = pretesto per mostrare con gli occhi dei protagonisti le usanze e i costumi di questo popolo, poiché gli europei continentali non le conoscevano ). Essi si recano a piedi sulla cima del vulcano Sneffels e da qui inizia la vera e propria esplorazione: si accampano su di essa nell’attesa di scendere. Dentro al cratere principale c’è più di una bocca che ti permette di scendere all’interno del vulcano; il messaggio di Saknussemm che era stato interpretato contiene le 9 indicazioni per trovare la strada giusta ( = queste indicazioni sono sotto forma di indovinello per mettere l’eroe alla prova, prevedono quindi un esercizio di abilità di intelligenza di modo da scegliere veramente chi è l’eroe che riesce a risolvere il quesito ). Il rappresentare Hans e gli islandesi tranquillamente seduti sulle isolette in mezzo al magma ( = rappresentarli tranquilli in un ambiente molto selvaggio ) è sempre un accentuare quello che è il rapporto con il nativo del posto e la natura che lo circonda. • Plutone = nella mitologia greca era il dio degli inferi, colui che stava sotto la terra. Era il re dell’inferno greco, luogo dove ci andavano i morti. 1° prova da superare è quella di capire la strada giusta per scendere all’interno del vulcano, come riconoscerla ? negli ultimi giorni del mese di giugno la posizione del sole contro la parete della montagna fa si che un picchio rifletta la luce sulla strada da seguire. Axel ha paura di scendere perché se il sole dovesse mancare loro non troveranno la strada e per questo motivo dice che si può fare l’anno dopo, al contrario lo zio non vuole perdere l’occasione di questa esplorazione. XVII CAPITOLO Il vero viaggio comincia. Axel non voleva sembrare meno coraggioso di Hans per cui si fa forza e prosegue. Si mise sopra una roccia e il senso di vuoto si impadronì di lui, stava per cadere ma Hans lo afferrò. Per proseguire lo zio si adoperò di una grossa corda, una metà la legò intorno ad una roccia e l’altra metà la fece cadere. Scendevano raccogliendo le due metà e dovevano ripetere questo esercizio all’infinito. Ognuno di loro aveva un bagaglio con oggetti fragili (lo zio gli strumenti, Hans gli utensili e Axel le armi) mentre i bagagli con i vestiti vennero lasciati cadere sul fondo. Axel aveva il timore che non ci fosse punto di appoggio. Ad ogni ostacolo Hans urlava “attenzione!”. Lo zio continuava senza alcun indugio, faceva osservazioni e dava ragione alla teorica di Davy. Axel teneva conto delle manovre con la corda in modo da farsi un’idea della profondità e del tempo trascorso. Erano partiti all’una e in quel momento dovevano essere le 23. Arrivati al fondo cenarono. XVIII CAPITOLO Axel sempre più spaventato viene incoraggiato dallo zio, dovevano essere arrivati alla superficie dell’isola. Recuperarono i bagagli impigliati in una roccia e ripartirono. Fatta la colazione lo zio scrisse i suoi le sue osservazioni su un taccuino. Da qui comincia davvero il percorso verso le viscere della terra così entrarono nella galleria. Nell’ultima eruzione del 1229 la lava aveva aperto questo tunnel. Le difficoltà del cammino si riducono. La lava prendeva l’aspetto di ampolle arrotondate sospese come lampadari, sembrano accendersi al loro passaggio. Axel ammirava con stupore questo spettacolo e lo zio lo incoraggia convincendolo che vedrà altri spettacoli simili, anche più belli. Si lasciavano andare senza fatica, era il “facilis descensus Averni” di Virgilio. La
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