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Victoria Alonso Magatti Supersocietà, Esercizi di Design

Recensione del libro "Supersocietà" scritto da Mauro Magatti e Chiara Giaccardi

Tipologia: Esercizi

2022/2023

Caricato il 26/01/2024

VictoriaAlonso
VictoriaAlonso 🇮🇹

6 documenti

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Scarica Victoria Alonso Magatti Supersocietà e più Esercizi in PDF di Design solo su Docsity! Università Iuav di Venezia Corso di Laurea Magistrale in Design del Prodotto Critica del design contemporaneo aa 2023/2024 Alonso Victoria, matricola 301140 Magatti, Mauro. Super società. Ha ancora senso scommettere sulla libertà?, Il Mulino, Bologna, 2022 ANALISI La supersocietà nasce dalla modernità liquida: un’epoca che si regge sotto le regole impostate dall’inizio dell’industrializzazione e che ha ridefinito l’approccio con cui la società affronta i diversi ambiti della vita. Il saggio “supersocietà”, composto da due parti e scritto da Chiara Giaccardi e Mauro Magatti, analizza questa trasformazione della società contemporanea ed esplora concettualmente quelle che potrebbero essere le nuove vie di uscita ai problemi posti dalla supersocietà in campi come la tecnologia, la sostenibilità, l’economia, l’educazione e il lavoro. Nella prima parte del libro si introduce il termine di “modernità liquida”, coniato da Baumen, che fa riferimento ad una società in cui le relazioni erano diventate instabili e provvisorie. Al centro di quell’ordine sociale c’era la scoperta e la liberazione del desiderio soggettivo e l’ideale della vita individualizzata. La diffusione del capitalismo neoliberalista e la globalizzazione hanno creato la società dei consumi, in cui “realizzare se stessi” non è più uno stile di vita riservato ai nobili, ma diventa accessibile a tutti, permettendo lo sviluppo del’”io pulsionale”; che dipende dalla stimolazione del mondo esterno per continuare a “desiderare”. Tuttavia, questi eccessi di opportunità spingono alla cultura della performance, l’idea che gli umani dobbiamo sempre essere la nostra versione migliore e raggiungere i nostri obbiettivi. Questo nuovo schema, secondo Magatti e Giaccardi, spiega il crescente senso collettivo d’inadeguatezza, la chiusura del sé e l’aumento dell’odio, portando a l’implosione del desiderio. Questi nuovi problemi, insieme a tanti altri, fanno prova del fatto che la supersocietà, in quanto sistema sofisticatamente creato per investire le risorsa nella crescita economica sfruttando la nozione di emancipazione individuale, abbia travolto l’equilibrio entropico della natura generando problematiche che non è più in grado di gestire. Il mondo è cresciuto così velocemente che si sono determinati degli squilibri, come l’11 settembre; crisi finanziaria; emergenza sanitaria; attacco all’Ucraina; cambiamento climatico: Tutti shock che hanno affermato come il mondo sia diventato disordinato, sfruttato e squilibrato. Nel capitolo due viene introdotto il termine “antropia”, che indica la varietà degli effetti entropici che si producono nell'era dell’Antropocene. Gli autori affermano che l’eccesso di essa sta portando la nostra società verso una nuova biforcazione: un punto di instabilità che può spingere dei profondi cambiamenti della traiettoria del sistema, aggravando l'instabilità oppure favorendo l’emergenza di un nuovo ordine, sottolineando che l’esito non è prevedibile, poiché in ogni punto di biforcazione c’è un elemento di casualità. Questa alterazione dell’equilibrio tra vita umana e ambiente naturale crea la necessità di una trasformazione nei modi di produrre, consumare e vivere, che può essere raggiunta grazie anche alla esplorazione dei diversi ruoli della tecnologia nell’ambito dell’innovazione. Sostenibilità e digitalizzazione sono dunque i driver principali della supersocietà. Nel libro si parla anche dell’"uomo neuronale”, evidenziando l'unicità dell'intelligenza umana e l'importanza di sensi e cognizione aumentati nel contesto contemporaneo. Gli autori esplorano inoltre la prova della supersocietà durante la pandemia, sottolineando il ruolo centrale della tecno- scienza. Si discute della crescita di Paesi orientali come la Cina, e della coesistenza di modelli capitalisti e collettivisti, analizzando il concetto di "capitalismo confuciano”. Si spiega che la cultura confuciana preferisce un approccio consensuale, adattivo, relazionale. È un sistema sociale che non pone l’accento sul soggetto, quanto sulla situazione. Secondo il saggio, ora ci troviamo a una nuova formazione storico-sociale in cui la tecno-economia ha cominciato a radicarsi anche in uno spirito collettivistico (confuciano) e non più solo individualistico. La seconda parte del saggio si interroga sulla validità della scommessa sulla libertà nell'era attuale. Nel sesto capitolo si esamina il concetto di libertà affermando che essa ha un’elemento intrinseco di interdipendenza fra gli individui. La supersocietà, influenzata da sostenibilità e digitalizzazione, rischia di accentuare il controllo compromettendo la libertà individuale. Sotto quest’ottica, gli autori considerano che questo percorso è pericoloso a causa del difetto cognitivo della supersocietà in quanto sistema impreparato ad affrontare gli effetti collaterali che produce, dove non ci sono più le responsabilità individuali e invece si pensa che siano i sistemi esperti i soli in grado di prendere le decisioni più opportune. Magatti e Giaccardi propongono l'interdipendenza come chiave per affrontare la supersocietà, nonostante la modernità abbia promosso l'indipendenza individuale. L'interdipendenza persiste, poiché ogni azione genera legami. L’intelligenza vivente, quella cooperativa, libera e diffusa, è la via che abbiamo per fare i conti con la supersocietà. Nelle ultime parti del saggio, si cita Marx sulla vita produttiva e si esamina il ruolo cruciale dell'educazione nella supersocietà digitalizzata. Si propone un'educazione "Epimeletica" che integri attenzione, sollecitudine, e volontà. Gli autori mettono in luce la necessità di ridisegnare il percorso formativo e promuovere la formazione permanente, criticando l'organizzazione burocratizzata della scuola. Si esamina il concetto di “organizzazioni” come laboratori di conoscenza, presentando il concetto di organizzazioni noetiche. Si evidenzia la necessità di una visione più ampia dell'impresa, collegando il successo organizzativo alla qualità delle persone e delle relazioni, mettendo al centro il welfare e l’economia circolare: il valore della azienda non si può più misurare solo attraverso il profitto ma anche mediante nuovi parametri di sostenibilità ambientale e sociale. Infine, nell’epilogo, si sottolinea l'importanza di avere un nome, che radica ogni individuo in una storia, un luogo e una rete di legami. Questo spazio personale è cruciale per sviluppare l'intelligenza vivente, l'antidoto all'entropia e all'antropia, e promuovere una vera sostenibilità nella supersocietà. COMMENTO CRITICO Supersocietà offre una immagine della contemporaneità narrata in modo elaborato ma nel frattempo concreto. Gli autori scompongono la società attraverso uno studio critico della storia ed un’analisi delle relazioni casuali che ci sono fra i diversi successi attuali e le caratteristiche della nostra epoca con le basi del mondo moderno. Lungo tutto il saggio ci sono stati diverse considerazioni che mi sono sembrate precise ed interessanti. Il primo punto che mi ha colpito è stato l’introduzione del concetto di «paternalismo libertario», termine formulato da Richard Thaler e Cass Sunstein, e che fa riferimento ad un “nuovo approccio di policy mirante a progettare ambienti decisionali in grado di migliorare la vita delle persone e insieme del sistema”. La mentalità dell'idea che piccoli cambiamenti possono determinare grandi trasformazioni comportamentali, a mio avviso potrebbe essere una soluzione promettente in quanto
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