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Vincent Van Gogh, vita, opere, stile artistico (appunti liceo linguistico), Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

vita dettagliata dell'artista, analisi dello stile e delle sue caratteristiche. analisi opere: - " i mangiatori di patate" - "interno di caffè di notte" - "stanza di Vincent ad arles" - "la notte stellata" "campo di grano con corvi" autoritratti > PERIODO PARIGINO, PERIODO di ARLES, PERIODO di SAINT-REMY

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 03/07/2024

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rebecca-della-bona-1 🇮🇹

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Anteprima parziale del testo

Scarica Vincent Van Gogh, vita, opere, stile artistico (appunti liceo linguistico) e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! Vincent Van Gogh Vita Ha attraversato diverse fasi stilistiche e per questo è difficile definire la sua arte. La vita di Van Gogh e la sua arte sono indissolubilmente legate: per lui l’arte è vita. La sua consapevolezza di avere una malattia mentale era impressionante e sa quando l’episodio delirante sta sopraggiungendo. La pittura è l’unico mezzo con cui riesce a star bene, per questo è uno degli artisti di cui abbiamo un catalogo pittorico vastissimo (+900 disegni, corpus dei dipinti supera i 1000) in soli 5 anni. È uno dei pittori olandesi più famosi. Nasce a Groot Zundert nel 1853 ed è uno di quegli artisti nati sotto il segno di Saturno, maledetti, che morirà a 37 anni in Francia Il (1890). Viaggiò molto, a Harles sarà uno dei periodi più lunghi e si vedrà uno dei più felici periodi anche se morirà li in Provenza. Accanto alla sua tomba c’è quella del fratello Theo, entrambe sono legate da un’edera. Morì il 29 luglio del 1890, la sua agonia durò tutta la sua vita, ebbe spesso attacchi autolesionisti, come ingoiare la tempera ad olio gialla sperando di trovare la gioia. Due giorni prima andò in un campo di grano e si sparò un colpo di rivoltella vicino al cuore, non morì all’istante ma si trascinò moribondo a casa e morì all’una di notte. Il suo vicino di casa trovò una scia di sangue e entrando lo trovò. Moribondo dipinse una tela e scrisse una lettera spiegando che la sua ragione era ormai naufragata. All’epoca lo studio della malattia mentale non era ancora così approfondito, quindi i suoni disturbi sono solo interpretazioni date oggi. Al di la della malattia mentale aveva una malattia fisica e questo faceva paura a chi non era istruito (es. Attacco epilettico veniva considerato posseduto). Ha sempre trascurato molto la sua salute, spesso non mangiando o bevendo (se non alcolici) dovuto alla sua difficoltà economica. C’è stato un periodo in cui si era fissato di dover fare il pastore protestante e ha preso di mira dei minatori con l’obiettivo di portarlo nella casa del padre ma non ha nessun seguito e aveva spesso dovuto al freddo la febbre e più deliri mentali. Frequentò spesso le prostitute e si innamora di Sienne, aveva avuto il vaiolo e aveva delle piaghe sul corpo. Capisce che deve redimerla e vuole sposarla ma lei capisce che le disponibilità sono poche e quindi se ne va. Per quanto riguarda la sua malattia mentale: sicuramente aveva un disturbo bipolare (schizofrenico), spesso episodi di delirio mentale allucinogeno e poi la depressione. Il ruolo del padre è molto negativo, faceva il pastore protestante e da ai suoi figli un’educazione molto bigotta e moralistica e osteggerà sempre la sua volontà di fare l’artista, la breve parabola di Vincent inizia grazie alle sollecitazioni di Theo solo dopo la morte del padre. La madre è una figura inesistente, lei c’è ma siamo in una famiglia dove la donna non aveva diritti. Il legame con la sorella Wilhelmina è molto forte, soprattutto lo è quello con il fratello Theo che fa il mercante d’arte, tante volte lo sostiene economicamente perché vede il suo potenziale. Aveva un bisogno di affetto stratosferico, quando arriva a Parigi si galvanizza e diventa molto amico di Monet (diventa ossessivo nei suoi confronti ma lui non se lo fila molto) > ha questo comportamento anche nelle relazioni amorose. Ha tanti amori, un personaggio fondamentale per Van Gogh sarà Paul Gauguin perché proprio a Parigi lo incontra in un café, opposto a lui dal punto di vista caratteriale, rimane impressionato e sviluppa un’adorazione che si trasformò in amore. La relazione non è corrisposta però quando Vincent, dopo essere stato per un periodo a Parigi, arriva ad Harles nella Casa Gialla e aspetta che arrivi Gauguin perchè avevano deciso di rivoluzionare l’arte fondando una nuova comunità di artisti indipendenti. Per qualche mese vivono insieme solo che Gauguin si rende conto di quanto sia fuori, dal 1888 gli episodi di delirio sono sempre più frequenti. Ad un certo punto decide di abbandonarlo e per questo si amputa parte del lobo dell’orecchio sinistro. Gauguin prima di prendere il treno era passato al café, cosi lui gli mostra cosa è in grado di fare per dimostrare il suo amore per lui. Affida a una prostituta l compito di portargli l’orecchio e Gauguin scappa. A questa situazione dopo episodi di deliro chiederà di essere internato nel manicomio di Saint Remì. “Notte stellata” nasce in questo periodo. Concetti fondamentali - epistolario: ha scritto più di 800 lettere, sono pagine scritte benissimo ed è lui stesso a parlarci dei suoi dipinti e delle sue esigenze artistiche. - L’opera pittorica di Van Gogh è uno stile dove l’artista stesso dichiara molte volte la necessità di essere realista, cioè dipingere la realtà. Questa esigenza si piega al realismo ma di fronte a certi spettacoli della natura si piega all’ evocazione ad altri stili. - Si è formato da autodidatta, non è mai stato in un’accademia. Anche a livello teorico è molto solida, ha una cultura artistica altrettanto solida grazie al suo andare nei musei e osservare le opere dei grandi artisti. Sa fare arte ma ha anche una cultura artistica molto solida. - Brevità della sua parabola artistica, dopo la morte del padre si sente libero a dipingere quindi dal 1885 al 1890 quando si sparerà un colpo di rivoltella al cuore. Ha realizzato una quantità di opere immensa e gli ultimi due mesi dipinge circa 80 tele (ogni giorno anche 3-4 tele) infatti si annullava per la pittura, essendo per lui lo strumento per fuggire dalla realtà. - Parola colore, nelle sue lettere appare spesso, la adora in quanto per lui esso ha una potenza straordinaria. Inizia a vedere un colore arbitrario: associare il colore a delle sensazioni che lui prova, ad esempio il verde e il rosso che rappresentano le terribili passioni umane, rispettivamente l’amore e la morte. Il colore assume un valore soggettivo. “Mi servo del colore nel modo più arbitrario possibile, per esprimermi con maggior forza”. - È un grande amante delle stampe giapponesi. “Io la pittura l’ho nel sangue” “Consacro tutte le mie energie e scavo il problema dei colori” “Io possiedo il concetto e il sentimento del colore” : da un valore simbolico al colore. I mangiatori di patate 1885 (aprile-maggio), olio su tela, Van Gogh Museum (Amsterdam) Realismo pittorico francese che si era diffuso anche in Olanda. Pennellata molto materica infatti talvolta usa la spatola, non è una campitura piatta bensì è tutto molto grezzo. Lettera che scrive appena terminata l’opera al fratello Theo : ci dice che ci sono 5 contadini, ci da un’informazione importante sul ruolo della lampada che illumina la scena ed è importante la sua espressione “noi esseri civili”. Siamo in una catapecchia, un’ambientazione molto povera, umile che denota la miseria di queste persone ma ci fa capire che in questa povertà c’è comunque una dignità e lo vediamo nei piccoli particolari che va a tratteggiare come per esempio l’orologio, crocifisso. Vediamo al centro rappresentata una tavola e attorno ad esse vediamo 5 contadini: 4 donne e 1 uomo. È sera e lo capiamo dalla lampada accesa che illumina la scena, queste figure sono riunite intorno alla tavola per consumare un misero pasto perché quello di cui loro possono cibarsi sono le patate e bevono del caffè nero perché lo zucchero costava troppo. Vincent per rendere queste figure con maggior dignità, quindi meno animalesche, fa prendere in mano una forchetta cada uno anche se devono mangiare dallo stesso piatto. C’è una struttura compositiva circolare che porta l’artista a ritrarre la fanciulla più giovane di spalle ma il motivo di questa scelta non lo esplicita. Secondo alcuni critici che la scelta sia quella di coinvolgere lo spettatore. Altri ritengono che questa figura vuole escludere lo spettatore perché non parte del loro mondo, l’idea di porre di spalle la più giovane rifletterebbe la speranza dell’artista di sperare che questo tipo di situazione si realizzi sempre meno e che está situazione di miseria possa andare a scemare terminando cosi con le generazioni del passato. Perché queste figure hanno volti deformati che richiamano i volti degli animali? Vuole dare un tono più caricaturale. Vuole sottolineare la visione dei borghesi di queste persone, li tratta come animali senza rispettare la loro dignità di essere umani. Da qui l’espressione “voluto pensare a un modo di vivere di noi esseri civili” e lui si sente come loro visti i suoi problemi. Il ruolo della luce > lampada alimentata ad olio con questa luce calda che unifica le figure ci permette di vederle ma è anche simbolica perché, pur quanto stremati, è un momento di condivisione ma l’unica cosa che li unifica è la luce, non c’è più dialogo sono alienati a causa del loro lavoro. La speranza di Vincent è quella di riportare la luce nelle loro vite, come se cercasse di ricreare le relazioni sociale che la loro misera esistenza ha distrutto. È un’opera dove c’è grande realismo anche a livello cromatico: sorta di monocromia che ricalca l’ ambientazione contadina. C’è verde acido che è presagio di morte. 1885 territorio olandese > 1888 “la casa di Van Gogh ad Arles”, inizialmente felice perché pensa che i clori della Provenza lo facciano star meglio e questa tela ce lo fa capire perché c’è un’insistenza del colore giallo distesa infinta senza la presenza umana comporta che nel suo equilibrio mentale qualcosa cambi e si spari un colpo di rivoltella. La sua agonia continua e si strascina moribondo a casa sua, uno die vicini di casa entra in casa e lo trova moribondo > in questo delirio lui termina la sua terza tela dedicata ai campi di grano. È considerato il suo testamento spirituale, perché è come se Vincent ci lasciasse un grido di aiuto inascoltato che sente solo l’artista.Vincent afferma becca lettera trovatogli addosso il 29 luglio 1890: “Per il mio lavoro io rischio la vita, e la mia ragione è quasi naufragata”. È una tela con formato particolare con sviluppo orizzontale ed è proprio una scelta di realismo quella di fare una tela orizzontale. È un’opera dove non c’è più niente del realismo, ci sono degli elementi di realismo qua e la, ma si vede che a dominare è il delirio mentale. Iconografia: è un terreno di terra battuta ma non si capisce dove inizi e dove vada a finire, sembra quasi che diventino due altri sentieri e già qua c’è un presentimento di destabilizzazione dell’artista. Quando parlava in una lettera dei campi di grano lui afferma che è il sentiero della sua vida, senza senso, non ci capisce dove vada. Sul piano simbolico i bordi sono molto importanti perchè verdi (non è un dettaglio di realismo perchè non ci puo essere l’erba) ma è chiaramente la pennellata del verde acido che rappresenta una delle terrible passioni umane, la morte. Se si guarda il campo di grano è tutta sporcata la pittura da verde acido, è come se il campo lo assorbisse. I corvi da sempre sono simbolo di morte, ed in questo è fedele alla tradizione iconografica. La pennellata nevrotica dei corvi viene ripresa anche nel campo di grano. Il cielo era azzurro ha delle nubi nere, un temporale che sta sopraggiungendo, un temporale esistenziale ossia la morte. Secondo i critici, le pennellate nere in alto al dipinto sono quelle dipinte dopo che si era sparato. Il risultato è un cielo con queste nubi che sono un vero presagio di morte, qui getta tutta la sua sofferenza, è un grido di aiuto e dolore che resta inascoltato. Autoritratti Vincent come molti artisti di questo periodo il ritratto il genere più nobile della pittura. Vuol dire che il vero valore di un artista lo si possa rilevare dalla sua capacità di fare ritratti. Di ritratti Van Gogh non ne dipinge tanti perché di Vincent avevano tutti paura e allora nessuno voleva posare per lui, motivo per cui si autoritrae guardandosi allo specchio. Per questo commette degli errori, nell’immagine allo specchio la figura viene invertita. PERIODO PARIGINO 1887, olio su tela, Van Gogh Museum (Amsterdam) Lui sta bene ed è per questo realistico nella rappresentazione di colori. Gli occhi di Vincent erano di un colore azzurro che virava al grigio, uno sguardo pungente. Sta bene perché è vestito bene ed è molto composto. La pennellata è molto ordinata e richiama la tache degli impressionisti. PERIODO di HARLES 1889, olio su tela, Courtauld Institute Gallery (Londra) Anche chiamato ritratto bendato, in quanto lo dipinge dopo essersi tagliato il lobo dell’orecchio sinistro. Commette un errore, nel riprodurre l’immagine riflessa allo specchio non tiene conto del ribaltamento dell’immagine >sembra infatti che l’orecchio bendato sia quello destro. Ci aiuta a capire che come strumento per ritrae utilizza lo specchio. Dai colori capiamo che è un periodo di grande delirio mentale, si capisce come tutto sia dominato dalle tonalità di verde, addirittura sembra che la figura dell’artista lo assuma. Addirittura l’iride dei suoi occhi (realisticamente grigi) diventa verde smeraldo. Tutta ambientazione si ammanta delle tonalità del verde, simbolico. La figura di Vincent, che rivela il suo malessere sia fisico che psicologico (di li a poco chiede di essere internato in manicomio) > si capisce dal suo volto particolarmente scavato; lo sguardo qui rivela tutta la sua fragilità, è uno sguardo ammantato di tristezza, molto malinconico; l’abbigliamento = Vincent si ritrae all’interno della casa durante il mese di luglio, percepiamo la pesantezza del tessuto di feltro ci fa capire che è uno squilibrato mentale, anche se in una lettera riferita a questo periodo dice che li aveva una sensazione di freddo interiore che non lo abbandonava mai, quindi questo abbigliamento puo essere il tentativo dell’artista di trovare un rimedio, calore a quella freddezza interiore. Ci tiene a mettere bene in evidenza la fasciatura dell’orecchio, quasi come se fosse un motivo di vanto. Ci tiene con particolare orgoglio a far capire allo spettatore che lui è un pittore e che è un uomo di cultura artistica > lo deduciamo: sulla sinistra grazie al cavalletto su cui è appoggiata una tela e sulla destra grazie alla stampa giapponese, ci fa capire come i suoi soldi li spendeva per le opere. Anche la stampa giapponese assorbe questi dettagli antinaturalistici del verde acido che indicano questa terribile passione umana che lo sta lacerando e che allude alla morte emotiva. La pennellata che lui da sul suo volto che sembrano quasi voler scavare il volto dell’artista sono sempre da associare a quel laceramento interiore. La pennellata asseconda i tratti del suo viso come se volesse scavare ancora di più. Sulla pennellata del cappotto non abbiamo certezza, ma sapendo che un questo periodo Goethe ha scritto una teoria dei colori (legame tra colori e psiche), è possibile che Vincent abbia fatto parole delle sue parole perché il cappotto è stato definito da Van Gogh con questi tratti verticali quasi come se avesse in mano un coltello con cui va a tagliare la tela, definita dalla critica PENNELLATE A PIOGGIA BATTENTE, che da Goethe era associata ad un temperamento inquieto e stava ad associare una profonda tristezza. Lo sguardo dell’autore è sfuggente e sembra che lui non riesca a dialogare con lo spettatore. PERIODO di SAINT-REMY (in manicomio) 1889, olio su tela, Musee d’Orsay (Parigi) L’autore sta bene, infatti torna ad avere un abbigliamento molto curato ed è ben pettinato, la salute mentale apparentemente sembra essersi un po rasserenata perché si mostra curato nel uso aspetto. In realtà anche se nei suoi tratti fisici è un dipinto realistico ma capiamo chiaramente che c’è qualcosa che non va ed è solo una fase di apparente serenità. Lo capiamo dalla pennellata che lui usa per lo sfondo che richiama quella a spirale (presente nella notte stellata) che sembra voler inghiottire la figura di Vincent, infatti dal punto di vista del colore l’abbigliamento e lo sfondo diventano un tutt’uno. Se è vero che nel suo proporsi allo spettatore ritorna ad avere una figura realistica e c’è tanto azzurro nelle sue tonalità più fredde , è sempre un colore che in alcuni tratti si sporca di verde, es in prossimità della fronte dove ci sono delle pennellate verdi.
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