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Violenza si genere e codice rosso, Schemi e mappe concettuali di Medicina

contrasto alla violenza di genere, oltre ad essere una grande questione di civiltà e di rispetto dei diritti umani, è oggi anche una vera e propria “questione sociale”, dal momento che riguarda trasversalmente classi, famiglie e generazioni. la violenza di genere è anche un fenomeno assai difficile da contrastare, perché si annida negli interstizi della società e si manifesta silenziosamente nella vita quotidiana. VIOLENZA SULLE DONNE: I NUMERI DEL FEMMINICIDIO. DATI ISTAT 2023 Dal 1 Gennaio al 15 Ottobre 2023 sono stati registrati 266 omicidi, di cui 94 donne, 77 uccise in ambito familiare. Di queste 49 per mano di un partner. Rispetto all’anno scorso vi è stato un incremento nei numeri. Dal 5 ottobre al 15 vi sono stati altri 5 omicidi. Dal 2020 ad oggi si registrano meno casi poiché vi era solo l’attivazione del numero 20 del 15/22

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 07/11/2023

giulia-loreta-colangelo
giulia-loreta-colangelo 🇮🇹

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Scarica Violenza si genere e codice rosso e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Medicina solo su Docsity! Il eantrasto alla violenza di genere, oltre ad essere una grande questione di civiltà e di rispetto dei diritti umani, è oggi anche una vera e propria “questione sociale”, dal momento che riguarda trasversalmente classi, famiglie e generazioni. QUESTO eroe vob so del ABU Sexo Bene Umm. la violenza di genere è anche un fenomeno assai difficile da contrastare, perché si annida negli interstizi della società e si manifesta silenziosamente nella vita quotidiana. VIOLENZA SULLE DONNE: I NUMERI DEL FEMMINICIDIO. donna. liora di aura la cn DATIISTAT 2023 P_@ petemi e Brett (10 Dal { Gennaio al 15 Ottobre 2023 sono stati registrati 266 omicidi, di cui 94 donne, 77 uccise in ambito familiare. Di queste 449 per mano di un partner. Rigpetto all'anno scorso vi è stato un incremento nei numeri. Dal 5 ottobre al [5 vi sono stati altri 5 omicidi. Dal 2020 ad oggi si registrano meno casi poiché vi era solo l'attivazione del numero 20 del 15/22 2. PERCHÉ FEMMINICIDIO LA CONOSCENZA DEL FENOMENO Si definisce * quella violenza che punta a controllare il corpo delle danne, a limitarne la libertà o a rivendicare il possesso. “tutti gli atti di violenza contro il sesso femminile, che causano o sono suscettibili di causare alle donne danno o delle sofferenze fisiche, sessuali, psicologiche e che comprendono la minaccia di tali atti, la eoereizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica sia nella vita privata. È quindi considerata violenza ogni azione che comporta, o potrebbe comportare, danno fisico, psicologico o offesa alla donna, compresa la minaccia di tali azioni, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia se ciò avvenga nella vita privata che pubblica” La vilanza conti le dere è, quindi vilenza di genere e riguarda ogni abuco di potere e controlo che si manifeta atraverco un eopruao fico, psicologico, sessuale, economico. “ Toi au ati DI viownza contro IL GENERE Fetttiame ” sono due termini utilizzati come sinonimi, in realta hanno significati leggermente diversi: con il termine “femminicidio” si intende tutto l'ingieme delle violenze e delle discriminazioni operate contro il genere femminile; con il termine “femmicidio” sta a significare proprio l'omicidio di una donna fondato su motivazioni dî genere. 4 (HI QUANTO BONWA, NQ SUO PER MAN 1 PARTNER, La violenza può manifestarsi in molte forrne diverse e caratterizzare ambiti differenti della vita di una donna. La violenza di genere viene esercitata soprattutto in tre modi: - violenza psicologica. | VIOLENZA SESSUALE. La violenza sessuale è ogni forma di imposizione di rapporti e pratiche sessuali non desiderate che facciano male fisicamente e/o psicologicamente, sotto minacce di varia natura. Comprende comportamenti quali escere ingultata, umiliata o brutalizzata durante un rapporto sessuale, essere costretta ad assistere ad atti sessuali, subire un tentato stupro e/o subirlo. VIOLENZA FISICA Si tratta di ogni forma di intimidazione o azione in cui venga esercitata una violenza fisica su un’altra persona, mettendo a rischio l'integrità fisica. Essa può avvenire con contatto diretto (pugni, calei, botte, sputare, graffiare, mordere, afferrare, scuotere, immobilizzare, torcere, sbattere, provocare bruciature, soffocare, strangolare, lanciare oggetti, utilizzare armi) lasciando tracce fisiche; oppure aggressioni senza contatto diretto come ad esempio avanzare minacciosamente e fare indietreggiare la vittima. come Btigor,0 mimi rate. VIOLENZA PSICOLOGICA accompagna sempre la violenza fisica ed in molti casi la precede. È ogni forma di abuso e mancanza di rispetto che distrugge l'identità e l’autogtima della donna. Si tratta spesso di atteggiamenti che si insinuano gradualmente nella relazione e che finiecono con l'essere accolti dalla donna al punto che spesso essa non riesce a vedere quanto siano dannosi e distruttivi per la sua identità. Ul VALORE DI AUTOSTIMA DECADE, MENTRE LA DONNA GUSMECA L'ACCADUTO NORMATIVA IN MATERIA DI VIOLENZA DELLE DONNE RISPETTO DELLE PARI OPPORTUNITÀ Il Preambolo della Carta delle Nazioni Unite stabilisce qual è l’obiettivo primario della comunità internazionale, ovvero quello di “riaffermare la fiducia nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, negli uguali diritti degli uomini e delle donne” Lg, so FERLS mOALE omume, cn PER (MGERESSORE fra Leona 3 dpr che tale impegno debba essere esercitato “senza distinzioni di razza, sesso, lingua o religione”. Successivamente tali aspettative si cono concretizzato nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, adottata dalle Nazioni Unite il (O dicembre 948, la quale riconosce il diritto di ognuno a godere dei diritti umani e delle libertà fondamentali che essa stabilisce. La “Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”, meglio nota come “Convenzione di latanbul’, rappresenta il più completo e mirato strumento normativo internazionale sul tema della violenza contro le donne {Il maggio 2011) LEGGI ANTIVIOLENZA a partire dal 2001 la legge n. 154 “Misure contro la violenza intra ” ha introdotto il provvedimento di allontanamento da caga del familiare soggetto a violenze, al fine di garantirne l'incolumità. Un significativo cambiamento culturale in Italia viene impresso dalla legge sullo stupro del 1996 (n. 66 del 15 febbraio 1996]. La violenza sessuale finicce di essere conciderata un reato contro la morale pubblica e viene assunta come un reato contro la persona. Antiviolenza (Cav) si svolge lungo tre direttrici: l’accoglienza delle donne ricevute per un colloquio con le operatrici, l’attività di sostegno alle donne ospiti e l’assistenza telefonica h24 per accogliere la domanda di aiuto e rilasciare informazioni utili alle donne in difficoltà I CENTRI ANTI-TRATTA - è un progetto multipartner che prevede forme diverse di ospitalità a seconda che la donna abbia o meno formalizzato la sua presenza sul territorio e avviato un percorso di autonomia. Il lavoro che si svolge nei Centri Anti-Tratta è molto diverso da quello dei Centri Antiviolenza (Cav), per il percorso che conduce la donna vittima di violenza al Cav: è la donna infatti che sceglie di intraprendere un percorso dal momento che è consapevole delle responsabilità e dell’impegno che esso comporta. Nel caso delle donne vittime di tratta il lavoro inizia ancora prima, perché le donne vanno aiutate a formulare la richiesta stessa di aiuto. Le ospiti seguono alcuni percorsi individuali fuori dal centro. GLI SPORTELLI NEI PRESIDI OSPEDALIERI -La presenza dello sportello consente l’attivazione di una procedura specifica. Lo Sportello dispone di due entrate: una che dà direttamente sulla sala d’attesa del Pronto Soccorso e l’altra alla quale si accede dal “triage”. L’obiettivo principale consiste nel tranquillizzare la donna e farla sentire al sicuro IL NUMERO NAZIONALE ANTIVIOLENZA -Dal 2006 il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio ha attivato il 1522, il numero di pubblica utilità antiviolenza. Dal dicembre 2012 è l’associazione Telefono Rosa a gestire il 1522, attivo h24 tutti i giorni dell’anno. Il 1522 accoglie tutte le vittime di violenza avvalendosi delle competenze di numerose operatrici psicologhe, specializzate sia per rilasciare informazioni sui diritti e i servizi nazionali disponibili sia per svolgere un’attività di carattere operativo nelle situazioni di emergenza. 7. LE VIE DELLA PREVENZIONE I PER(CORSI) FORMATIVI DELLE OPERATRICI DEI CENTRI ANTIVIOLENZA Il lavoro di comunità è quel processo tramite cui si aiutano le persone a migliorare le loro comunità. Il corso di formazione è di fatto un “per(corso)” di autocoscienza, che si propone non solo di fornire una serie di conoscenze e competenze specifiche sul tema della violenza di genere, ma soprattutto di accompagnare le donne in un cammino di consapevolezza rispetto all’essere donna e alla storia di violenza che ogni donna si porta dentro. L’EQUIPE -L’équipe terapeutica, la sua cultura e la sua funzionalità rappresentano i principali fattori di efficacia terapeutica della Comunità. I principi di base che ispirano il lavoro dell’équipe sono quelli che riguardano la capacità di accoglienza e di ascolto dei problemi e dei bisogni della persona, la capacità di comunicazione, la fiducia nelle possibilità di cambiamento dei pazienti, la capacità di coordinamento e integrazione all'interno dell'équipe e la capacità di realizzare un’integrazione col territorio. È prevista la presenza sulle ventiquattro ore di personale specializzato (Psicologi, Educatori, Assistenti Sociali). L’équipe terapeutica svolge settimanalmente una riunione clinica e di programmazione-valutazione dei progetti terapeutico-riabilitativi individuali. L’équipe è inoltre in supervisione esterna con cadenza mensile. L’équipe educativa esamina le richieste di inserimento di donne o minori nella struttura, tenendo conto delle loro problematiche in relazione al contesto comunitario. L’OPERARORE SOCIALE - L’operatore è un mediatore che si approccia tra sé, altro, struttura e territorio. Il classico ruolo dell’operatore di comunità è quello di una figura di facilitatore, di guida, o di “catalizzatore”: l’operatore deve procedere con lo stesso passo del gruppo, offrendo consigli ai partecipanti su come meglio muoversi per realizzare ciò che vorrebbero. Si tratta di quello stile di intervento che viene talvolta definito “non direttivo”. L’operatore sociale è responsabile della comprensione e corretta analisi della domanda, della concretizzazione una relazione proficua, della creazione un clima accogliente. I principali operatori sociali facenti parte delle comunità sono: l’Educatore Professionale, lo Psicologo e l’Assistente Sociale. L’esperienza maturata dai territori che hanno lavorato in rete nei diversi progetti costituisce oggi un punto fermo e permette di definire meglio un modello d’intervento. Questo modello prevede la costruzione in “rete” di un percorso integrato e personalizzato che favorisca il recupero della fiducia nelle capacità personali e lo sviluppo di abilità socio-lavorative funzionali a una maggiore integrazione sociale e all’inserimento lavorativo. Il lavoro assume una valenza particolarmente significativa: non è solo uno strumento per accedere alle risorse e ai diritti di base per partecipare pienamente alla vita sociale, ma è soprattutto un mezzo per recuperare la stima di sé e la coscienza del proprio valore. Si tratta di un vero e proprio “percorso nel “percorso”, con l’obiettivo di preparare la persona alla ricerca del lavoro, all’incontro con l’azienda e al raggiungimento della propria autonomia. Per raggiungere un vero approccio di rete, in base all’esperienza condotta dagli operatori, occorre portare avanti un obiettivo preciso: parlare un linguaggio comune tra chi interviene nel percorso di uscita dalla violenza, utilizzare gli stessi strumenti di lavoro e partecipare attivamente ai tavoli di lavoro per la costituzione e il consolidamento della rete dei servizi per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere. Per attuare politiche di contrasto è necessario fare un continuo monitoraggio sul problema e solo così si può rompere l’isolamento che vive la donna maltrattata e far sì che la donna chieda aiuto. Bisogna creare una cultura e puntare a una solida piattaforma informativa che permetta il raggiungimento di elevati livelli di specializzazione, in tutti i settori interessati, per ascoltare, valutare, sostenere, proteggere e consigliare le donne, soprattutto quando decidono di interrompere una relazione.
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