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"Virginia" di Alfieri, parafrasi atto V scena IV, Appunti di Letteratura Italiana

Parafrasi della quarta scena del quinto atto della "Virginia" di Vittorio Alfieri

Tipologia: Appunti

2020/2021
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Caricato il 23/01/2021

FraVg
FraVg 🇮🇹

4.5

(4)

13 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica "Virginia" di Alfieri, parafrasi atto V scena IV e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Testo Parafrasi NUMITORIA Oh tradimento! Popolo Oh infausto giorno! VIRGINIA O padre, tu vivi almen; tu vivi. Ah! tu non sai…Icilio... oimè!... VIRGINIO Dite; che fia? Nol veggo. NUMITORIA Icilio muore. VIRGINIO Oh ciel! che ascolto? APPIO Audace chi fu cotanto nel difender Roma che il reo punì, senza aspettar che il danni giusto rigor di legge? NUMITORIA Iniquo! ardisci dissimular così? Con noi nel foro venìa securo in suo valor, quand'ecco a lui da fronte in atto minacciosi venir suoi fidi stessi; Aronte, Fausto, Cesonio, ed altri, in armi: Aronte grida: «Un traditor sei dunque?».... Orribilmente tutti d'ira avvampar, fremendo, i brandi tutti snudare, e addosso a lui scagliarsi, quindi è un sol punto. Icilio, a ferir presto pria ch'a parlar, rapido a cerchio ruota già il ferro acciaro in sua difesa: Aronte cade primier; cadon quant'altri han core d'avventarsegli. — Allor gridan da lunge i più codardi all'attonita plebe: «Romani, Icilio è traditor: vuol farsi in Roma re». Suona quel nome appena, che da tergo e da fianco ognun lo assale, ed imminente è il morir suo. VIRGINIO Qual morte per uom sì prode! NUMITORIA Ma d'altrui non vale brando a ferirlo; in sé volge egli il suo: e in morir, grida: >«Io, no, regnar non voglio; servir, non vo'. Libera morte impara, sposa, da me»... VIRGINIA Ben io ti udia: me lassa!... amato sposo;... e seguirotti... Io vidi ben tre fiate entro al tuo petto il brando fisso e rifisso di tua mano;... NUMITORIA Oh, che tradimento! Oh, popolo, questo è un giorno infelice VIRGINIA Oh, padre, almeno tu resta in vita! Ah, tu non lo sai...Icilio...ohimé VIRGINIO Ditemi, che succede? Non riesco a vedere NUMITORIA Icilio sta morendo. VIRGINIO Oh, cielo, cosa sto sentendo? APPIO E’ stato coraggioso chi voleva difendere Roma al punto che ha ucciso il colpevole (nemico) senza aspettare che fosse condannato dalla giusta e dura legge? NUMITORIA Malvagio! Osi fingere così? Con noi nella piazza (il foro), il suo valore era certo, quando all’improvviso arrivano i suoi stessi (amici) fidati: Aronte, Fausto, Cesonio e anche altri, armati. Aronte urla: “Sei quindi un traditore?” Tutti s’arrabbiano in maniera orribile, impazienti, con le spade sguainate e si scagliano addosso a lui, da quel momento avvenne tutto velocemente (in rapida successione). Icilio è più rapido ad attaccare che a parlare, velocemente ruota il pugnale a 360 gradi per difendersi: Aronte cade per primo, cadono tutti gli altri che hanno il coraggio di attaccarlo. Allora i più codardi urlano da lontano alla stordita plebe: “Romani, Icilio è un traditore, vuole diventare il re di Roma”. Appena udito quel nome, da dietro e dai fianchi chiunque lo attacca e la sua morte è immediata. VIRGINIO Che morte (assurda) per un uomo così valoroso NUMITORIA Ma non arriva nessuna spada altrui a ferirlo, è lui che rivolge contro di sé la sua stessa e mentre muore urla: “Io no, non voglio regnare, o servire, non voglio. La morte rende liberi, prendi esempio da me, mia sposa”... VIRGINIA Ti ho ben sentito, povera me! Adorato sposo… e ti seguirò… ho visto ben tre respiri muovere il tuo petto, la spada ferma io stesi la non tremante mia destra al tuo ferro... ma... invan... NUMITORIA La folla, e il suo ondeggiar, ritratte ci ha dall'orribil vista, e qui sospinte. VIRGINIO Cade Icilio, o Romani... Appio già regna... APPIO Romani, Icilio al suo morir sol ebbe i suoi seguaci, e la sua man, ministri. Conscio di sé, la obbrobriosa vita volle in morte emendar: morìa Romano; ma tal non visse. — Il traditor non volli punire io mai; caro a voi troppo egli era. Il tempo al fin tutto rischiara, e tolta ha dai vostri occhi la funesta benda. S'io lo dannava a morte, udiavi a prova di tiranno tacciarmi; e sì pur degno parve ei di morte a' suoi seguaci istessi. VIRGINIO Null'uom tu inganni, no; cessa: ognun vede l'autor di così orribile vendetta. Ucciso Icilio, hai la tua causa iniqua vinta omai, più che a mezzo. Appio, prosiegui; fanne udir la sentenza. — Ma, che chieggo? chi non la legge in queste armate schiere?... e nel silenzio di Roma tremante? APPIO — Perfidi, e che? dopo che invan tentaste ribellion, se i traditori vostri tradito v'han, me n'incolpate? Infidi a infido fur; qual maraviglia? — A voi, Romani veri, or parlo. Armate schiere voi qui vedete intorno intorno sparse, ma per l'util di Roma. Al vostro eccelso voler concorde havvi chi opporsi ardisca? Al certo, io no: ma, contra pochi, e iniqui, assicurar la maestà di Roma riposta in me da voi, ben io mi attento d'imprender ciò. — Ma, i traditor son forse spenti in Icilio tutti? — Olà, littori, fra vostre scuri stia Virginio acchiuso, fin che il giudicio segua. Egli a mal'opra qui vien: ragioni, ov'ei pur n'abbia, esponga; ma il tentar forza, a lui si vieti. e immobile nella tua mano;... io allungai la mia sicura mano (destra) verso la tua spada… ma inutilmente… NUMITORIA La folla e il suo avanzare ci ha sottratte a quella visione tremenda e spinte qui. VIRGINIO E’ morto Icilio, o romani, Appio è già sovrano APPIO Romani, Icilio ebbe come unici colpevoli della sua morte i suoi compagni e la sua stessa mano, Consapevole delle proprie colpe, della sua terribile vita volle rimediarvi con la morte: è morto Romano, ma non ha vissuto come tale. Io non ho mai voluto punire il traditore: lui vi era troppo caro. Ma alla fine il tempo rende tutto chiaro e ha tolto dai vostri occhi la benda atroce. Se io lo avessi condannato a morte, vi avrei udito accusarmi di essere un tiranno, ma lui sembrò meritevole di essere ucciso ai sui suoi stessi compagni. VIRGINIO Tu non inganni nessuno, no: è chiaro a tutti l’autore di una vendetta così terribile. Con l’uccisione di Icilio, tu hai ormai ottenuto già più della metà della vittoria della tua malvagia causa. Prosegui, Appio, e pronuncia il verdetto. Ma perché chiedo? Chi non è in grado di leggerla tra questi schieramenti armati? E nel silenzio di una spaventata Roma? APPIO Perfidi,e cosa? Dopo che avete inutilmente tentato una ribellione, mi incolpate se i vostri traditori vi hanno tradito? Furono infedeli verso un infedele, dov’è la sorpresa? Ora parlo a voi, veri romani. Gli schieramenti armati che voi vedete sparsi qui intorno sono per l’interesse di Roma. Al vostro altissimo volere io sono concorde, chi osa opporvisi? Di certo non io, ma io oso intraprendere ciò (muovere le armate) verso i pochi malvagi, per proteggere la maestà di Roma che voi avete riposto in me. Ma i traditori sono forse morti tutti con Icilio? Ohibò, ufficiali, tra le vostre lame venga circondato Virginio, fino a che non ci sarà il giudizio. Lui viene qui per compiere un’azione malvagia: in caso lui abbia delle argomentazioni le esponga, ma vietategli
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