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vita di pericle riassunto, Sintesi del corso di Storia

riassunto schematico della vita di pericle di plutarco, libro che confronta pericle e Fabio massimo

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 02/12/2022

frenki00
frenki00 🇮🇹

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Scarica vita di pericle riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! PLUTARCO - VITA DI PERICLE 1. Gli obiettivi di Plutarco Plutarco pone Pericle affianco a Fabio massimo, l’elemento unificate va ricercato sia nel carattere dei due personaggi, che nel fine morale dello scrittore. Le biografie pongono un accentuato rilievo alle qualità morali dei protagonisti, l’introduzione alla coppia ha la funzione di predisporre il lettore a cogliere l’intento principale della biografia, portarlo a riflettere sulle buone azioni e ammirarle. Secondo l’autore la mente si nutre nel contemplare azioni che hanno origine nella virtù, essa ci porta a desiderare di imitare determinati comportamenti virtuosi. Durante gli ultimi anni di vita di Plutarco, uomini provenienti da città greche cominciavano ad essere ammessi alla carriera equestre , chi si occupava delle tensioni al tempo sapeva di non poter modificare le condizioni della vita politica e doveva provvedersi delle qualità necessarie a resistere e trionfare sulle pressioni esterne. Pericle viene definito come un uomo con grandi qualità: autocontrollo, dignità, integrità, estraneità a scandali e a fatti di corruzione politica, Menemaco, come quest’ultimo, doveva trattare con il demos, le cui pretese irrazionali di sempre maggior benefici dovevano essere controllate con abilità e pazienza; come Pericle, doveva evitare di fare tutto da solo, delegando i suoi poteri così da permettere ad altri di svolgere ruoli attivi. L’autocontrollo mostrato da egli nel trattare con gli oppositori impediva che questi divenissero nemici giurati e allentava la tensione di velenosi conflitti. L’uomo politico deve conoscere i limiti posti al proprio potere, non si può migliorare il demos in un colpo solo. L’onestà e il disinteresse nel maneggiare il denaro hanno grande importanza, l’uomo politico non deve affrontare la sua carriera con la prospettiva di arricchirsi. Un comportamento virtuoso, però , non è sempre sufficiente, deve esercitare il potere, sebbene non sia necessario che abbia una magistratura. La praotes viene definita da Aristotele come il punto medio fra la passione e l’apatia, è la virtù di chi ha emozioni forti ma le tiene sotto il controllo dell’intelletto. Pericle sopportò i suoi attacchi con pazienza, impersonava la virtù dell’autocontrollo. Secondo Plutarco i primi anni della guerra del Peloponneso, hanno rappresentato il momento migliore della vita di Pericle. 2. Struttura e tecniche retoriche Plutarco doveva persuadere il lettore che le azioni di Pericle erano basate sulla virtù e che l’accusa di demagogia (portata avanti da Platone) era ingiusta. La sfida non era solo di natura storica ma anche retorica: questa è l’arte e tecnica della persuasione, che aveva costituito la base dell’istruzione del mondo antico per molti secoli prima di Plutarco. Non sorprende che egli usi le regole della retorica per l’organizzazione, la selezione e l’enfasi nel presentare gli atti e gli aneddoti della sua vita. Il lettore è invitato a considerare se Pericle abbia usato il potere con metodi da aristocratico o demagogo; sebbene la questione sia posta esplicitamente solo in una fase avanzata della Vita, essa rappresenta il punto focale della strategia retorica. Sin dall’inizio Plutarco ha optato per le idee Tucididee. Nel testo le parti sono organizzate al fine di favorire il processo di persuasione, l’ordine e i contenuti dei primi capitoli non sono insoliti; non è possibile comprendere la ricchezza della vita se questa viene suddivisa nettamente, come certi vorrebbero, in segmenti che trattano la cronologia e l’eidologia. Neppure è possibile ricorrere a una dicotomia che contrappone Pericle il capo aristocratico a Pericle il demagogo. Compaiono elementi descrittivi e interpretativi del carattere e l’attenersi a una sequenza cronologica è relativamente poco significativo. La complessità risulta dall’integrazione di tre diversi modelli strutturali: cronologico, per argomento e retorico. Molti sono gli episodi discussi al di fuori dell’ordine cronologico. Sia lo schema cronologico, sia quello per argomento vengono adattati alle esigenze della retorica, che richiedeva fosse data da Plutarco particolare enfasi ai fattori essenziali del ritratto del suo eroe. Egli dovette inoltre adoperarsi per confutare le obiezioni della tradizione antipericlea, ad esempio delle cause della guerra del Peloponneso. Plutarco usò la sezione iniziale sulla famiglia, l’aspetto e le influenze educative per introdurre elementi atti a illuminare la personalità del soggetto. La formazione culturale la dovette ai filosofi, soprattutto Anassagora, che plasmò il suo carattere instillandogli un alto senso morale. Non possiamo considerare Pericolo come un semplice demagogo. Egli non era demotikos per natura, ma vedeva nell’alleanza col demos l’unico mezzo per conseguire sicurezza e potere. La sua condotta come uomo politico fu sempre seria e responsabile e la sua abilità come oratore fu usata per il bene della polis. Plutarco usa la retorica per preparare i suoi lettori alla formulazione esplicita della domanda principale all’inizio del capo 9. Egli ammette che Pericle appoggiò le iniziative per le quali fu criticato, ma si adopera a fornirne una giustificazione razionale. In nessuno dei due casi è Pericle a iniziare le ostilità, egli reagisce alle iniziative dei suoi avversari. I mezzi usati per ottenere il potere trovano giustificazione sia nel loro valore intrinseco sia nel modo in cui egli gestì quel potere una volta acquisito. Il resoconto delle rivalità presenta un quadro degli avvenimenti non neutrale ed è astutamente congegnato per mettere in luce le capacità di uomo di stato che Pericle rivelò persino mentre si batteva per ottenere e mantenere il potere nella città. Pericle curò i mali della città con l’oratoria usandola come un medico farebbe con le medicine; si accostò al denaro con assoluta onestà, dimostrò ambizione per la città e prudenza in questioni militari. Il momento più fulgido della sua carriera è rappresentato dalla sua condotta durante la guerra del Peloponneso, le sue azioni vengono descritte con ammirazione incondizionata. Egli resiste alla foga irrazionale della folla, agli incitamenti degli amici e agli insulti degli avversari; rifiutandosi di combattere contro gli invasori peloponnesiaci, salva la città. L’ultima parte della vita continua a rivelarci le virtù del personaggio, ma compaiono anche alcune avvisaglie della sua debolezza. Plutarco non pretende che il suo uomo di stato sia perfetto, non si vergogna di ammettere alcune cose, ma mette in risalto il controllo del suo dolore, il riconoscimento da parte del demos delle sue capacità di comando. La sua narrazione è resa incompleta dalla scarsezza di fonti, i personaggi politici contemporanei sono esclusi. È frequente la figura retorica dell’amplificazione, ovvero la dilatazione di un argomento, al fine di accrescerne l’importanza. Plutarco usa l’ethos anche come mezzo di persuasione, esso è l’elemento che concorre a convincerci della verità del ritratto stesso. Egli ci permette di formarci un’idea del carattere dell’eroe, poi su questa si fonda per spiegarci altre azioni. Così siamo portati ad accettare che Pericle non era di natura democratico, nonostante cercasse un consenso popolare. Infine si può dire che il pathos, trova posto eminente nell’epilogo, nello stupore e ammirazione che la calma di Pericle suscitano nello scrittore. 3. Il valore storico Plutarco usò materiale storico di prim’ordine, oggi quasi irreperibile, riteneva che il modo migliore per raggiungere il suo fine morale fosse di fornire tutti gli esempi di uomini veri, nel contesto in cui erano vissuti. Egli dovette ricostruire la vita di Pericle da annotazioni di fonti disparate, quasi tutte scritte per altre ragioni. È importante per noi perché preferì fonti contemporanee, le usò più frequentemente che potè per trarne aneddoti vivaci e indagare a fondo il carattere del personaggio. Tucidide è fondamentale, perché accettò l’interpretazione di quest’ultimo. Egli si rivolse a una raccolta di documenti del V secolo. Ogni tanto incorre in qualche libertà narrativa, in special modo semplificando la narrazione storica; abbiamo notato come spesso preferisca un ordinamento non per cronologia, ma per argomento. Il lettore deve essere consapevole che egli sia un letterato scaltrito e non si limita a registrare fatti od opinioni di autori precedenti. La sua scelta di interpretazione dipende dalla vita che descrive. Deve inoltre essere consapevole che possono esserci distorsioni storiche reali o apparenti, causate dal d’aglio dato alla biografia.nla sua interpretazione si basa sulla sua lettura delle testimonianze e sulla sua sensibilità nel comprendere le varie sfumature della personalità umana. Tuttora il Pericle ci fornisce un esempio stimolante di ciò che deve essere l’uomo di stato: padrone di sé, retto e lungimirante, non spaventano dalla realtà del potere, ma pronto ad affrontare il popolo e a sostenere il proprio punto di vista; un oratore persuasivo, un capo militare prudente e un cittadino che antepone al proprio benessere quello del suo paese. TESTO La nostra anima è per natura desiderosa di apprendere e volta all’osservazione, i nostri sensi sono costretti a notare ogni fenomeno. Tendiamo a un sentimento di emulazione delle azioni virtuose, vogliamo imitarle, vogliamo diventare come gli uomini che le compiono, è un desiderio bramoso. Pericle apparteneva a una famiglia nobile e aristocratica, fra le prime della città, fu istruito nella musica da Damone, ma di maggior importanza nella sua formazione fu Anassagora. Egli conferì a Pericle gravità e grandezza d’animo ed esaltò la dignità del suo carattere; prese inoltre la compostezza del volto, l’andatura calma del portamento, l’eleganza della veste e il tono di voce pacato ( una volta venne insultato tutto il giorno e riuscì a sopportarlo per tutto il tempo). Ione lo
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