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Vita di Sandro Penna, temi, stile e sintesi di "Il viaggiatore insonne", Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Vita, poetica, temi, stile e trama delle poesie con "Prefazione a Sandro Penna" (2007) di Garboli

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 24/11/2021

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beatrice-vallisi 🇮🇹

23 documenti

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Scarica Vita di Sandro Penna, temi, stile e sintesi di "Il viaggiatore insonne" e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! SANDRO PENNA (1906 Perugia-1976 Roma) Penna resta a Perugia anche per gli studi, fino al conseguimento del diploma in ragioneria. Conduce una vita irregolare e indipendente, dedicandosi a saltuarie collaborazioni letterarie e svolgendo diversi mestieri, spesso in estrema indigenza. Per qualche tempo è anche a Milano, dove trova un impiego come commesso di libreria; si stabilisce ben presto a Roma e qui trascorre la maggior parte della vita. Invia le prime poesie a Umberto Saba, stabilendo con lui un rapporto che, trasformatosi ben presto in amicizia, resta decisivo anche sul piano dell'esperienza letteraria. Nel 1939 pubblica la prima raccolta di poesie , fino all'edizione definitiva del 1957 e del 1970 che comprende i testi precedenti più testi inediti. Muore a Roma nel 1976. POETICA L'incontro con Saba è anche il segno di una precisa convergenza sul modo d’intendere l'esercizio poetico. Anche Penna muove dalle concrete presenze di una realtà comune, rifiutando le complesse e ambigue sovrastrutture analogiche proprie dell’ermetismo; sin dall'inizio quindi si colloca al di fuori della linea poetica dominante negli anni che precedono la guerra. Il timbro realistico delle sue composizioni viene tuttavia dissolto nell’armoniosa cantabilità del verso, che riassorbe e risolve, nella semplicità della parola e della costruzione, ogni residuo riferimento ai dati dell'esperienza e del vissuto. Penna raggiunge così i risultati di una lirica sorprendentemente pura, non per una volontà di isolamento individualistico o per una ricerca di significati oscuri, separati dalla realtà, ma in virtù delle sue forme elementari e lineari, ridotte ad una essenzialità quasi trasparente, immateriale ed eterea. Come ha scritto Pier Vincenzo Mengaldo, “Penna va a raggiungere per convergenza spontanea le forme semplici archetipiche che si ritrovano ubiquamente nelle più diverse tradizioni liriche: come l’epigramma alessandrino, ad accostarlo al quale può valere pure l'affinità tematica. TEMI E STILE Alla base dell'esperienza poetica di Penna c'è infatti un ingenuo stupore per quella strana gioia di vivere (contrapposto al male di vivere montaliano), che dà il titolo a una delle sue raccolte; la sua resta sostanzialmente una poesia d’amore, rivolta alla vita e alle immagini omosessuali del desiderio (non senza una vena di sottile inquietudine, che serpeggia più evidente nelle liriche degli ultimi anni). Aveva ragione Penna ad affermare che la sua poesia non avesse uno sviluppo cronologico, ma si modulasse costantemente sul ripetuto, sul già detto. E' una fedeltà a se stessi che raggiunge, in questo modo, i risultati di una eterna limpidezza ed essenzialità. A questa poesia monotematica corrisponde l’uniformità del linguaggio, che è insieme letterario e popolare, raffinato e quotidiano. La compattezza delle liriche, dovuta spesso all'estrema brevità e concentrazione del discorso, è sottolineata da schemi ritmici e sintattici iterativi, che tendono a chiudersi entro se stessi, attraverso la riduzione fonica operata dalle riprese, dai versi similari, dal frequente uso delle rime e delle assonanze. GARBOLI Prefazione a Sandro Penna (2007) Amico di Elsa Morante e appassionato di Penna. Penna l'unico che abbia parlato a gola spiegata dicendo chiaramente chi era e cosa voleva contro la negatività montaliana. Il desiderio come vero tema di Penna. Era un poeta sapienziale mascherato da epigrammista delle sensazioni; poeta di oscure e capricciose legislazioni, come il Montale del dopo-Satura. Ma lo strano è che Penna, prigioniero di un'ossessione (pederastia cioè pedofilia) e attore (teatro che Penna pratica da giovane in modo dilettantistico) con alle spalle un limitato scenario culturale, era sapienziale senza volerlo e saperlo, per istinto lirico e musicale, persuaso e illuso di essere un poeta innamorato del mondo, felice di girare il mondo col suo bianco taccuino sotto il sole. In realtà questo costante atteggiamento nega l’altra metà del poeta, quella che trasforma il male di vivere nella luminosità narcotica, onirica dell’eros, secondo un processo opposto alla felicità naturale di cui Penna si riconosceva e voleva riconoscersi prigioniero. Sessualità come spinta energica del poeta che il poeta glorifica ma di cui è anche succube. Il conflitto tra le due personalità avviene
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