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Vita di Vittorio Alfieri, poetica e opere principali (Saul e Mirra)., Appunti di Italiano

Vita di Vittorio Alfieri, poetica e opere principali (Saul e Mirra).

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 21/06/2021

myriam-merolla
myriam-merolla 🇮🇹

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7 documenti

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Scarica Vita di Vittorio Alfieri, poetica e opere principali (Saul e Mirra). e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! VITTORIO ALFIERI Vittorio Alfieri nacque ad Asti il 16 gennaio 1749 apparteneva ad una delle più ricche famiglie dell’aristocrazia piemontese il padre morì quando lui era ancora un neonato e la madre lo affidò allo zio pellegrino Alfieri che fu nominato suo tutore fino all’età di nove anni Alfieri studia in casa sotto la guida di un precettore e nel 1758 entra nell’Accademia reale di Torino in questa accademia gli studenti erano destinati poi a diventare avvocati o militari. Alfieri è un tramite tra Illuminismo e romanticismo in quanto per esempio rifiuta la scienza Innalzando però le passioni perché per lui la realtà dipende dalle emozioni che proviamo e che quindi plasmano la realtà usa la fantasia come fonte di ispirazione poetica e possiamo dire che è materialista quindi rifiuta la religione ma sia vicina alle tematiche romantiche come l’infinito. Ripone molta fiducia nel progresso economico e Alfieri disprezza la borghesia perché secondo lui ha uno spirito utilitaristico priva di ideali questo accade perché lui è un individualista e il pensiero borghese non coincide con il suo successivamente lo farà anche D’Annunzio che si eleverà al di sopra della massa innalzandosi come fa Alfieri. Possiamo dire che Alfieri sotto certi aspetti è l’incarnazione del giovin signore il protagonista del giorno di Parini infatti lui non fa assolutamente niente se non la bella vita. Tra il 1766 e il 1722 Alfieri viaggia per l’Italia per l’Europa , Giunge in Francia dove torna con l’idea in Piemonte di cominciare davvero ad acculturarsi leggendo autori classici e dell’Illuminismo francese riparti nel maggio del 1769 fino in Russia torno poi in Germania e si stabilì a Londra per quasi un anno Ebbe una storia d’amore frastagliata con una nobildonna inglese già sposata e per il grande scandalo si rifugiò in Spagna e Portogallo dove incontrò Tommaso Valperga di Caluso. Quest’ultimo sarà un grande amico e consigliere di Alfieri e lo indirizzerà verso la sua carriera letteraria. Nel 1772 torno in Piemonte e il suo regno di Sardegna era tra i più provinciali del dell’Europa settecentesca era un regno militarizzato quasi quanto la Prussia di Federico il grande però Alfieri non amava le costruzioni e per questo motivo si allontana sempre di più dal voler fare una carriera sia politica che nell’esercito si stabilì a Torino in un lussuoso appartamento dove diventa il cavalier servente e l’amante di una nobildonna torinese camera da Gabriella Faletti di Villafalletto. Inizio davvero ad interessarsi seriamente al mondo delle lettere e fondò una sorta di circolo letterario dove inizio a scrivere in francese tra il 1774 e il 1775 scrisse una tragedia Antonio Cleopatra e da lì inizia ad avvertire la necessità di perfezionare la sua pittura letteraria studio quindi i classici italiani e latini e successivamente i greci nel 1776 intraprese il suo primo viaggio letterario in Toscana scrive altre tragedie e incontra a Firenze e la contessa d’Albany moglie di Carlo Edoardo Stuart, i due inizieranno una relazione. Alfieri decise di liberarsi dei suoi doveri di suddito del re di Sardegna e allora cedette il suo titolo e tutte le sue proprietà alla sorella Giulia però in cambio doveva avere un vitalizio nel 1780 per sottrarre la contessa dal marito alla porto a Roma dove iniziarono a convivere Alfieri compose il Soul e nel 1783 però fu costretto a lasciare la città a causa di uno scandalo provocato dalla loro relazione. Nel 1789 si trova a Parigi e vide la rivoluzione francese da molto vicino si rese conto che le difficoltà materiali che era costretto a patire in quanto nobile la violenza e di cui era testimone lo spingevano sempre di più a puntare alla libertà del popolo. Nel 1792 fugge da Parigi e va a vivere sempre con la contessa Firenze dopo aver vissuto la rivoluzione francese da vicino si disinteressa alla politica e si dedica alla letteratura porta a termine il Misogallo che è un prosimetro Dove spiega tutto l’odio che aveva accumulato contro la Francia che prima l’aveva illuso e poi disilluso riguardo le possibilità di una rivoluzione antitirannica. Morì nel 1803. LA POETICA La vita di Alfieri può essere letta come un conflitto tra l’idea di libertà e l’idea di costrizione nelle tragedie nei trattati politici questo conflitto può essere riconosciuto nella lotta tra un tiranno è un antitiranno e per risolvere questo conflitto c’è solo un modo violento cioè la morte di uno dei due contendenti nella tragedia Alfieri trova il genere letterario adatto a lui per esprimere proprio quest’aspetto del suo carattere. Quasi tutto nell’opera di Alfieri autobiografia infatti il grande successo dell’autobiografia come genere letterario sia grazie anche al diffondersi della filosofia sensista sia la volontà degli uomini di trovare nella propria biografia dei tratti di un destino eroico quindi Alfieri stesso come un uomo così grande di eccezionale che è incaricato di una missione. Le tragedie di Alfieri sono impossibili da mettere in scena perché si è già argomenti che tratta il modo in cui tratta e anche il suo stile molto classico è difficile sia da leggere che da recitare infatti gli aristocratici chiamavano le compagnie Zia andrà lì proprio per le rappresentazioni private si trattava insomma di un teatro fatto per essere letto. Possiamo dire che per inquadrare le tragedie di Alfieri possiamo proprio dargli un’etichetta di sistema tragico alfieriano infatti le tragedie di Alfieri hanno tantissimi elementi in comune tra loro sia riguardo la forma e sia riguardo le idee Alfieri durante questo periodo Fai una scelta molto ardua di scrivere tragedie proprio perché la tradizione che c’era in quel periodo rendeva difficile la rappresentazione sia perché c’era il teatro greco il latino sia per il teatro tragico italiano Alfieri infine conosceva anche il teatro di Shakespeare e l’apprezzava molto ma lo trovava Troppo complesso infatti il suo teatro è più classico di quello shakespeariano e le sue trame sono ridotte all’essenziale vanno dritti al sodo ad esempio anche le azioni si svolgono in luoghi che vengono descritti in modo molto sintetico come nell’opera mirra sappiamo che si svolge nella reggia in Cipro e basta. Di francese di Alfieri sono quasi sempre ambientate nel mondo antico e questa ambientazione mira alla diciamo creazione di un tempo nuovo di un tempo astratto in cui lo spettatore e il lettore possano rivedersi in in quelle opere che vengono recitare e il fine di queste tragedie e anche trasmettere un valore di esempio per il lettore. Nelle tragedie alfieriane di solito c’è un conflitto tra un eroe positivo il mio eroe negativo Alfieri riconoscere talvolta può essere positivo anche il tiranno perché a volte ha ragione e il contrasto che oppone i due protagonisti spesso è scatenato dalle donne che creano conflitti e anche la parentela lega il tiranno e l’eroe infatti la brama di potere agisce come un motore dell’azione. Alfieri scrive gran parte delle sue tragedie tra il 1775 e il 1782 tutte queste tragedie sono divise in cinque atti in endecasillabi sciolti e tutti rispettano il principio aristotelico delle tre unità di tempo di luogo e di azione tutte sono caratterizzate da uno stile complicato e difficile ci sono dei tratti tipici del sistema alfieriano che sono: Le brachilogia che sono delle espressioni che servono a formulare un concetto utilizzando meno parole possibili poi abbiamo lì a nastro fini tipi di frasi che permettono di dare solennità al verso e anche l’uso dell’enjambement. Tutte le tragedie a partire dal Filippo sono accomunate da la composizione in tre fasi che dal fieri venivano chiamati respiri 1. la prima fase E quella dell’ideazione dove si fissano i personaggi e si scrive una breve trama in prosa che Alfieri spesso scriveva in francese 2. La seconda è la stesura dove c’è l’azione che viene distribuita in atti e scene la 3. terza e ultima è la verseggiatura e corrisponde alla stesura dei versi
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