Scarica Vita e analisi del Decameron di Boccaccio e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI BOCCACCIO Nasce nel 1313; Ha come genitori Boccacino di Chellino e una donna ignota; Nasce o a Firenze o a Certaldo; Ha una prima educazione nell’ambiente mercantile; Nel 1327 va a Napoli con suo padre iniziando il suo apprendistato presso i Bardi senza ottenere successo; A 18 anni studia diritto canonico ma con esiti insoddisfacenti; Inizia a frequentare la corte angioina e si dedica alla scrittura componendo opere sia in latino che in volgare; Diventa un autodidatta e si appassiona alla letteratura cortese e stilnovistica; Crea un mito letterario: l’amore per Fiammetta (probabilmente la figlia del re Roberto d’Angiò); Boccaccio va a Firenze nel 1340; Nel 1350 si incontrò Petrarca e iniziò tra i due un’amicizia; Sopravvive alla pestilenza del 300 in cui morirono il padre e la matrigna; Subito dopo scrisse il Decameron che terminò nel 1351; Nel 1354 si trasferì ad Avignone per presentare a Innocenzo VI la situazione di Firenze e la discesa di Carlo IV in Italia; Nel marzo del 1359 va da Petrarca a Milano e passando con lui giornate intellettuali immerso nella lettura; Da varie relazioni ebbe almeno 5 figli illegittimi ma scelse la condizione di chierico; Nel 1361 si ritira a Certaldo; In seguito andò a Ravenna, Napoli, Venezia per poi tornare a Firenze; Boccaccio lesse la divina commedia (infatti essa viene definita proprio da lui divina); Muore a Certaldo nel 1375; Ha vissuto personalmente la crisi del 300; Ammiratore di Dante e amico di Petrarca; È un anti-Dante poiché il Decameron a differenza della divina commedia è un’opera umana; Nella sua opera usa un’ironia sagace e dissacrante su tutto nonostante si avvicini alla tradizione medievale; IL DECAMERON: Capolavoro letterario; Parla in prima persona solo in 3 punti: inizio (proemio) introduzione alla prima giornata, nell’introduzione alla quarta giornata e in un momento conclusivo; Nel proemio si rivolge alle donne destinatarie ideali dell’opera; Liberatosi dal fuoco amoroso che aveva consumato la sua giovinezza vuole esprimere nel proemio gratitudine a tutte le donne che in passato lo hanno consolato nei suoi dolori e nelle sue pene d’amore; Nell’introduzione alla quarta giornata (dedicata sempre alle donne) difende lo stile umile e dimesso della sua opera contro le critiche di chi lo accusa di voler troppo piacere alle donne e di metterle al centro del suo discorso; Nella conclusione (rivolta sempre alle donne) esalta la varietà delle tematiche da lui trattate (dall’amore all’amicizia, dalle beffe alle critiche contro il clero, alla mutabilità delle cose del mondo; La cornice dell’opera è la peste del 300: non è un espediente narrativo ma è parte integrante dell’intera narrazione, rappresenta la morte, il mondo della materia, la vita caotica; GIOVANNI BOCCACCIO La brigata dei protagonisti rappresenta la realtà ideale (la salvezza del vivere male); Ha un vastissimo spazio storico e geografico (Firenze e Toscana, altre regioni italiane, in Europa, nel presente o nel passato); Il mondo di Boccaccio è un mondo finto che si pone come fosse realtà che ingloba corrispondenze significative ed essenziali dell’universo circostante; LA STRUTTURA DELL’OPERA: r Il titolo significa racconto di novelle per 10 giorni; r Sono 100 novelle; r Tra il 1348 e il 1351; r I protagonisti sono 7 ragazze e 3 ragazzi che decidono di ritirarsi nella campagna fiorentina per sfuggire alla pestilenza; r Poiché annoiati e immersi nell’ambiente si dedicano all’ozio, ai balli al cibo e ai giochi; r Nel pomeriggio (ore più calde del giorno) decidono di raccontare ciascuno una novella che viene in seguito commentata; r I protagonisti non sono descritti accuratamente dal punto di vista psicologico; r L’unico descritto è Dioneo: appare come il più irriverente e malizioso della compagnia; r I nomi dei protagonisti sono ricavati dai titoli delle sue opere precedenti e dai modelli della mitologia classica; r Le novelle hanno delle tematiche per ogni giorno: o PRIMO GIORNO: tema libero; o SECONDO GIORNO: vicende di sfortunati che hanno un lieto fine; o TERZO GIORNO: narrare qualcuno che acquista o recupera attraverso l’ingegno qualcosa che desidera; o QUARTO GIORNO: amori dalla fine tragica; o QUINTO GIORNO: amori ostacolati con lieto fino; o SESTO GIORNO: chi fugge con astuzia a vicende pericolose; o SETTIMO GIORNO: beffe delle mogli ai mariti; o OTTAVO GIORNO: beffe che uomini e donne si fanno reciprocamente; o NONO GIORNO: tema libero; o DECIMO GIORNO: avventure amorose cortesi e magnanime; r I narratori assumo ciascuno il ruolo di re e regina e stabiliscono l’argomento del giorno al quale gli altri dovranno attenersi con la loro narrazione; r Il tema sottinteso è la capacità dell’individuo di superare le avversità e vincere la fortuna; r La fortuna è intesa in senso laico e quindi non subordinata alla volontà divina; r La città è un altro protagonista, ovvero la realtà in cui sono ambientate le novelle (la maggioranza); r Celebra la classe mercantile ma sottolinea i suoi limiti (eccessivo attaccamento al denaro); r L’altro tema trattato è l’amore (come dimensione carnale); LINGUA E STILE: r Il linguaggio è autoriale e presenta uno stile alto e sostenuto, ricco di proposizioni subordinate e con una sintassi modellata sula lingua latina; r Il linguaggio delle voci dei 10 personaggi presenta un registro vario e comprende molti modi di dire popolari; r Il linguaggio e le forme narrative aderiscono di volta in volta al contenuto (variano a seconda del tema trattato, delle caratteristiche dei personaggi, dell’ambiente e delle situazioni); r Attraverso la varietà di registri e intonazioni raggiunge l’eleganza formale fatta di armonia e misura (scopo della sua ricerca stilistica e dell’attività di prosatore); r Il linguaggio rispecchia l’argomento, la condizione sociale e la provenienza geografica;