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Vita e filmografia di Billy Wilder, Sintesi del corso di Storia Del Cinema

Sintesi sulla vita di Billy Wilder.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 24/02/2020

Francesco_Ezechia
Francesco_Ezechia 🇮🇹

4.6

(16)

40 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Vita e filmografia di Billy Wilder e più Sintesi del corso in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! PROLOGO Billy Wilder è un maestro indiscusso della commedia americana. È difficile catalogarlo tra i grandi cineasti classici della commedia americana, il suo humor è più nero e imbarazzante, rispetto ai suoi colleghi, e l’audacia con la quale, grazie ai dialoghi pieni di doppi sensi, gioca con l’ambiguità sessuale sfiora la volgarità. La sua visione del mondo è cinica. Wilder filma sempre la difficoltà d’essere, tutti i suoi personaggi finiscono per trovare il momento di verità. Wilder è fondamentalmente un moralista. BIOGRAFIA Billy Wilder nato nel 1906 è morto nel 2002 era un austriaco-ebreo, è uno dei registi più portanti e di maggiore successo degli anni 40,50 e 60. Ha iniziato la sua carriera di regista, prima faceva lo sceneggiatore, nel 1942, anno in cui ha diretto il suo primo film, in totale ha diritto 26 film fra il 1942 e il 1981. Lui è considerato uno dei grandi maestri della commedia hollywoodiana, grazie a film come "Sabrina" del 1954, "A qualcuno piace caldo" del 1959, "L'appartamento" del 1960. Però ha diretto, anche, film di argomento drammatico, per esempio "La fiamma del peccato", "Viale del tramonto”. Billy Wilder emigra ad Hollywood verso la metà degli anni 30, dopodiché prende la cittadinanza americana e trascorre tutta la sua vita e tutta la sua carriera cinematografica ad Hollywood. LA GIOVINEZZA VIENNESE Billy Wilder non è nato negli USA, bensì nella cittadina di Sucha (il 22/giugno/1906), da una famiglia ebrea di lingua tedesca. Sucha era una piccola cittadina che attualmente si trova nel sud della polonia e si chiama Sucha Beskidza, ma prima si trovava nell'impero austroungarico, in particolare faceva parte della Galizia (una delle province dell'impero asburgico). La famiglia Wilder nonostante un contesto, quello della Galizia, povero, era una famiglia benestante in particolare la famiglia della madre, (Eugenia Dittler), era una famiglia benestante, infatti la nonna materna di Billy possedeva un piccolo hotel, quindi Eugenia poté avere una buona educazione, inoltre prima di conoscere il marito andò a vivere per un periodo in America. Invece il padre di Billy, (Max Wilder), apparteneva ad una famiglia più moderata, infatti quando conobbe Eugenia faceva il capocameriere in un ristorante. Il padre e la madre di Billy si sposano nel 1903, a distanza di un anno nasce il fratello Willy, che come Billy va a vivere da grande in America e che come Billy svolgerà la carriera di regista seppure con un successo e con una notorietà inferiore. Con la nascita del primo figlio Max sente la necessità di migliorare la propria condizione economica e quindi prende in gestione una catena di piccoli caffè che erano situati nelle stazioni della ferrovia locale, uno di questi caffè si trovava proprio nella cittadina di Sucha, infatti Billy nasce quasi casualmente in questa cittadina dove non è mai vissuto. Il suo vero nome è Samuel, deriva, come da tradizione ebraica, dal nome di un caro defunto, ma già da piccolo la madre cominciò a chiamarlo Billie in omaggio a Buffalo Bill. La famiglia Wilder non era una famiglia di ebrei praticanti, fatta eccezione per la nonna materna. Dopo la nascita di Billy il padre, Max, fa un ulteriore passo avanti nella sua scalata sociale, quindi abbandonò l'attività dei caffè e si trasferisci a Cracovia, dove Billy passa i primi anni della sua vita (infanzia e adolescenza) (10 anni circa). A Cracovia il padre apre un hotel-ristorante nel centro cittadino. Billy nelle interviste si descrive da piccolo quasi come un delinquente, o comunque un bambino molto vivace è irrequieto con una forte tendenza nel mettersi nei guai e a compiere piccole azioni disoneste. Billy aveva la "passione" e la propensione al mentire, tanto che tutti i suoi aneddoti vanno presi con le pinze, sotto questo punto di vista può essere accostato a Federico Fellini e Orson Welles. Dopo Cracovia si trasferisce a Vienna circa nel 1916, perché a un certo punto gli affari del padre non vanno più bene e quindi decide di trasferirsi. A Vienna Billy viene iscritto alle superiori, frequenta un ginnasio statale non particolarmente prestigioso, ma neanche malfamato. A scuola Billy non era 1 particolarmente brillante, era però particolarmente interessato alla storia e alle materie letterarie, ma non andava bene in matematica, nella scienza e nelle lingue. Comunque, non ha difficoltà a diplomarsi e si diploma nel 1924. Subito dopo il diploma, sotto pressione della madre, si iscrive alla facoltà di legge, ma abbandona dopo aver frequentato pochissime lezioni. Poco prima del suo diploma la sua famiglia aveva avuto un tracollo economico per due motivi, in primo luogo nel 1918 era finita la 1° guerra mondiale con conseguente scomparsa dell'impero Austro-Ungarico, e con conseguentemente impoverimento della popolazione tra cui la sua famiglia, in secondo luogo il padre di Billy una volta arrivato a Vienna si fa coinvolgere in operazioni finanziarie sbagliate, perde molto denaro e quindi è costretto ad abbandonare l'appartamento in centro storico di Vienna ed a trasferirsi in una casa brutta in periferia, in questa situazione Billy sente l’ esigenza di rendersi indipendente sul piano economico. Per far ciò tentò la strada del giornalismo. A Vienna in quel periodo esistevano molti giornali prestigiosi, ma avevano un'impostazione molto professionale, esisteva però un giornale di recente fondazione, nel 1923,"Die Stunde" che aveva un'impostazione molto più spregiudicata e moderna degli altri giornali viennesi. Die Stunde era di proprietà dell'imprenditore ungherese Imre Békessy che possedeva anche il settimanale "Die Buhne? "del 1924. Proprio nel 1924 Billy scrive una lettera al proprietario di Die Buhne, ma riceve come risposta un cortese rifiuto, ma non si dà per vinto e in breve tempo riesce ad entrare in redazione, inizialmente scrivendo piccoli articoli secondari, ma dopo inizia a farsi strada e a farsi stimare dai suoi superiori e già nel 1925 riesce a scrivere articoli di una certa consistenza su entrambi i giornali. Nel 1926 la sua condizione migliora, comincia a guadagnare bene, però in tale anno esplode un grave scandalo che mette a repentaglio l'esistenza di queste due testate giornalistiche, e mette anche a rischio la carriera di giornalista di Billy, infatti Imre viene accusato di usare le sue testate giornalistiche a scopo di ricatto, soprattutto nell'ambito della ristorazione. Dopo questo fatto Billy sente l'esigenza di cambiare aria è l'occasione gli si presenta quando a Vienna arriva in tournée per una serie di concerti un famoso jazzista americano Paul Whiteman. Billy essendo un appassionato di jazz chiede ed ottiene dai suoi superiori il consenso per realizzare un servizio su questi spettacoli, quindi Billy riesce ad introdursi nell'entourage di Paul, a conoscerlo personalmente e a conquistare la sua simpatia e la sua fiducia tanto che, Paul, gli chiede di fargli da accompagnatore nella tappa successiva della sua tournée, che era a Berlino. Billy accetta, però senza dire che nella vita non era mai stato a Berlino, ma non riesce a nasconderlo una volta arrivati, quindi Paul va su tutte le furie e lo licenzia. Una volta Berlino però Billy decide di restare per cercare fortuna. LA BERLINO DEGLI ANNI FOLLI Berlino, in quel periodo, era una città molto diversa da Vienna, si può dire che Vienna e Berlino erano agli antipodi l'una rispetto all'altra. Vienna era l'antica capitale dell'impero Austro-Ungarico, una città piena di maestosi monumenti e caratterizzata da un forte tradizionalismo, era una città piuttosto immobile e in qualche modo bloccata nella contemplazione del suo passato glorioso, che si concluse con la fine della 1° guerra mondiale, al contrario Berlino era una città di fondazione relativamente recente che ebbe un grande sviluppo nell'epoca moderna e contemporanea, cioè a partire dalla seconda metà del 700, ma soprattutto nella seconda metà dell’800 e all'inizio del 900, periodo durante il quale era diventata una metropoli è una importante capitale, e quindi era una città dinamica, moderna e quindi orientata verso il futuro. Questa contrapposizione era proprio alla base di alcuni aforismi di Karl Kraus: -Ogni viennese è un monumento, ogni berlinese un mezzo di trasporto; -In verità vi dico che si abituerà prima Berlino alla tradizione che Vienna alla macchina; -A Berlino si muove così tanta gente che non si incontra nessuno, a Vienna si incontra così tanta gente che non si muove nessuno. Questa differenza tra Berlino e Vienna viene mostrata anche in alcuni film, per esempio "Berlino-Sinfonia di una grande città" di Walter Ruttman del 1927. Questo film muto che attraverso le inquadrature, le immagini della città, il montaggio in certi casi estremamente accelerato, celebra la città di Berlino come simbolo della metropoli moderna. Inoltre, questo film non ha un 2 dell’azione. Per completare il discorso sulla sceneggiatura dobbiamo parlare di uno strumento importante per la realizzazione di un film, lo STORYBOARD, ovvero una serie di disegni che illustrano, inquadratura per inquadratura, le sequenze principali del film. Normalmente viene anche definita come una <<sceneggiatura disegnata>>, ma è una definizione scorretta, perché lo storyboard non sostituisce la sceneggiatura scritta, ma in qualche modo la dettaglia. Non tutti però le utilizzano. Esistono 3 tipi di sceneggiatore: -SCENEGGIATORE PROFESSIONISTA -SCRITTORE SCENEGGIATORE -REGISTA SCENEGGIATORE “IL REPORTER DEL DIAVOLO” Questo film nasce casualmente, perché un famoso produttore hollywoodiano, Carl Laemmle, che era a capo dell'Universal, aveva aperto una filiale dallo studio in Germania e voleva produrre un film, che doveva essere prodotto dal nipote Ernst Laemmle e doveva essere interpretato da Eddie Polo (attore americano di origine austriaca, specializzato in film avventurosi e d’azione). Billy ha parlato sempre in maniera molto autocritica del suo periodo tedesco, ma nel caso di questo film l'ha proprio definito una bullshit, una stronzata. UOMINI DI DOMENICA Molto più importante è il film cui collabora subito dopo intitolo "Uomini di domenica" uscito nel 1930 e diretto da Robert Siodmak ed Edgar G. Ulmer. Questo film è molto originale e molto interessante, tanto che oggi è considerato un classico del cinema muto tedesco. TRUP A questo film lavorano: - Robert Siodmak regista (diventerà importo importante regista hollywoodiano); - Curt Siodmak sceneggiatore (diventerà regista e sceneggiatore hollywoodiano); - Edgar G. Ulmer regista (diventerà regista di serie b in America); - Fred Zinnemann assistente regia (diventerà un importante regista hollywoodiano); - Eugen Schufftan direttore fotografia (inventore dell'effetto Schufftan, che permetteva di combinare in maniera realistica all'interno della stessa immagine gli attori è un fondale ricostruito in miniatura, usato in "Metropolis". TRAMA Questo film è un film molto originare per quell'epoca tante che è stato considerato dalla critica come un precursore del neorealismo italiano, dei film girati in Italia dopo la 2° guerra mondiale da De Sica, Rossellini, eccetera, perché è un film caratterizzato da un realismo quotidiano assoluto, un film che descrive in termini assolutamente realistici le attività domenicali di 4 ragazzi berlinesi appartenenti alla working class (tassista, la commessa di dischi). La domenica questi ragazzi si incontrano per andare insieme a un lago situato nei dintorni di Berlino che era una meta di villeggiatura per i berlinesi durante il week-end, questo film racconta le attività dei personaggi e ovviamente anche le dinamiche amorose che si creano tra questi personaggi, e le vicende di questi personaggi sono alternate da delle sequenze di tipo fortemente documentaristico che mostrano gli svaghi domenicali berlinesi. Quello che lega questo film a quelli neorealisti italiani è il fatto che è interpretato da attori non professionisti. - 5 Grazie a questo film, quindi dal 1930, Billy riesce a lavorare continuativamente come sceneggiatore per il cinema tedesco. Nel 1931 scrisse la sceneggiatura per un altro film di Robert Siodmak "L'uomo cerca il suo assassino" che è una strana mescolanza tra thriller, musical è commedia, che non ha per niente successo. Nonostante questo insuccesso però Billy si introduce stabilmente all'interno dell'industria cinematografica tedesca, quindi inizia a lavorare come sceneggiatore per l'UFA, alle dirette dipendenze di Erich Pommer, uno dei più grandi produttori tedeschi cinematografici del periodo del muto e dai primi anni del sonoro e che dirigeva le produzioni dell'UFA. Nel periodo che va dal 1931 al 1933 Billy scrivere la sceneggiatura per ben 10 film, tra questi film quello più interesse è "La terribile armata" tratto da un romanzo per ragazzi scritto da Erich Kästner e diretto da Gerhard Lamprecht. Questi film per i quali Billy scrisse la sceneggiatura non sono film particolarmente significativi, importanti, e non sono a sulla assolutamente diretti dai registi più importanti del cinema tedesco dell'epoca, e comunque questi film sono prevalentemente delle commedie musicali, delle operette che erano generi molto diffusi nel cinema tedesco nei primi anni del sonoro. -"C'era una volta un valzer” (1932); -“Scampolo” (1932); -“Sogno biondo” (1932). Lavorando come sceneggiatore Billy si accorge che questo lavoro in fruttava molto più denaro di quanto gliene fruttasse fare il giornalista, quindi decide di lasciare il giornalismo e di dedicarsi solo alla sceneggiatura, e curioso però che gli ultimi articoli che pubblicò erano relativi al cinema. Inoltre, questa era la prima volta, da quando lasciò la famiglia, che guadagna bene, infatti affittò un appartamento, comprò un’auto sportiva e inoltre cominciò a spendere tantissimo denaro in vestiti. Questo periodo è anche importante per la sua vita sentimentale perché si fidanza con una ragazza che si chiama Ella Artvig in maniera fissa. Quindi si tratta di un periodo positivo per la vita e la carriera di Billy che con quello che guadagna può anche dedicarsi ai divertimenti, andare nei locali notturni e vivere la vita notturna berlinese di quel periodo. Tutto questo viene però interrotto bruscamente dall'avvento del nazismo, infatti il 30 gennaio del 1933 mentre è in villeggiatura Billy apprende dalla radio che Hitler è stato nominato cancelliere, quindi a partire dagli anni 30 in Germania la situazione politica era progressivamente peggiorata, il partito nazista aveva un’ascendente sempre maggiore nella popolazione tedesca e alle elezioni politiche aveva portato risultati sempre più consistenti fino a diventare il più grande partito, di maggioranza relativa, però questa situazione era meno percepita a Berlino rispetto al resto del paese, perché Berlino era una città aperta e liberale dove le attività politiche di sinistra erano ben radicate e dove i nazisti erano meno potenti. Molte persone come Billy in quel periodo erano indotte a rimuovere la realtà che si stava affermando nel paese, a condurre la propria vita chiudendo un po' gli occhi sulla realtà politica che si stava affermando. Questa situazione a Berlino è ben rappresentata dal film "Cabaret" del 1972, che, appunto, è ambientato a Berlino prima della guerra dentro un cabaret, ispirato ad un cabaret realmente esistente chiamato Eldorado. Quando Billy apprende la notizia che Hitler è stato nominato cancelliere torna a Berlino, ritira il denaro che aveva in banca, fa le valigie, raccoglie gli oggetti a cui teneva particolarmente e sale su un treno e fugge insieme alla fidanzata a Parigi. Questa partenza, però, può sembrare improvvisa perché nonostante fosse di sinistra Billy non si era mai schierato pubblicamente e attivamente in politica, ma va considerato che lui era ebreo, inoltre va considerato che, come visto dal passato, per lui emigrare non era una cosa particolarmente drammatica. 6 SCALO A PARIGI Billy arriva a Parigi nel 1933 con poco denaro e con nessuna prospettiva di lavoro, senza contare la difficoltà di confrontarsi per la prima volta in un paese straniero. Billy conosceva un po' in francese, una volta arrivato a Parigi si stabilisce in un in un hotel non particolarmente costoso che era in quel periodo occupato da moltissimi altri esuli provenienti dalla Germania scappati in seguito all'avvento del nazismo. AMORE CHE REDIME A Parigi inizia subito a lavorare alla sceneggiatura di un film. Questo film esce in Francia nel 1934 e s’intitola "Amore che redime”, questo film è importante perché è il primo film girato da Wilder, oltre che sceneggiato, con la collaborazione di Alexandre Esway. La sceneggiatura di questo film Billy la scrisse con altri tre esuli, poi ricevettero un grande finanziamento per farlo e decisero che Billy avrebbe dovuto girarlo oltre ad aver fatto la sceneggiatura, ma questo passo spaventa Billy perché sapeva di non avere alcuna esperienza sul piano pratico e sul piano tecnico della regia, e inoltre si trovava in un paese straniero e quindi doveva dirigere gli attori in una lingua non sua. Quindi accettò di dirigere il film a condizione che fosse affiancato da un altro regista più esperto e venne, appunto, contattato un regista di origine ungherese chiamato Alexandre Esway, che aveva già diretto 5/6 film. Questo film però era un caso isolato, infatti quando Billy si trasferì ad Hollywood continua a fare lo sceneggiatore, solo nel 1942 esordì realmente è definitivamente nella regia e divento un regista a tempo pieno. IL CAST Come interprete principale viene scelta Danielle Darrieux(Jeannette) e Pierre Mingand (Henri Pasquier). TRAMA "Amore che regime" racconta una storia abbastanza singolare, il protagonista è un ragazzo di buona famiglia, figlio di un medico, che ha una grandissima passione per le automobili, quindi il padre per contrastare questa ossessione decide, contro la volontà del figlio, di vendergli l’automobile, allora non potendo rinunciare alla guida il protagonista ruba un’auto e poi entra a far parte di una banda molto vasta e organizzata di ladri di automobili. Innamoratosi di Jeannette, ladra anche lei, i due però vengono traditi dal loro boss. Così decidono di lasciare il Paese e rifugiarsi a Casablanca per rifarsi una vita. Nella seconda parte il film diventa un film di soggetto criminale/poliziesco. RIPRESE La troupe aveva poco denaro per girare il film, quindi non poterono noleggiare uno studio cinematografico, e dovettero girare il film in ambienti reali, soprattutto in esterni, perché ci sono moltissime sequenze automobilistiche. Le scarsità economiche comportarono che le sequenze in automobile non poterono essere girate con la tecnica abituale di quell’epoca, ovvero quella della Back Protection. Per girare una scena in automobile nel cinema di quegli anni normalmente si collocavano gli attori in un'auto ferma all'interno dello studio che restava immobile e dietro ai finestrini veniva collocato uno schermo su cui venivano proiettati immagini di paesaggio in movimento riprese realmente da un'auto in corsa, ma dopodiché una macchina da presa riprendeva l’insieme con la visione dei finestrini. Per questo film non poterono usare questa tecnica, quindi tutte le riprese del film di corsa in auto sono riprese con le macchine realmente in movimento e l'operatore situato realmente sopra l'auto in corsa o su un’altra auto che l’affiancava, ma questo fa sì che le scene fossero più realistiche di quelle girate in quegli anni. Comunque, questo film per le sue riprese in esterna è caratterizzato da uno stile realista che ricorda un po' quello di “Uomini la domenica". Il film viene proiettato nelle sale nel 1934, ma in quella data Billy non è più a Parigi infatti, infatti il 22 gennaio 1934 Wilder s’imbarca sul transatlantico Aquitania diretto negli USA. 7 La ballerinetta Eva Peabody (Claudette Colbert) è incaricata di sedurre un giovane divenuto amante di una ricca signora. Riuscirà nell'intento e poi sposerà un taxista. - Billy aveva una enorme stima per Lubitsch a differenza di Leisen, perché Luisen modificava sempre le sceneggiature e a Billy non andava, e da allora maturò l'idea di diventare regista. "La signora di mezzanotte" ha un grandissimo successo tanto da venire considerato uno dei classici degli anni 30. NINOTCHKA "Ninotchka" del 1939 è un'altra commedia romantica scritta da Wilder e Charles e diretta Lubitsch. È uno dei film più famosi di Lubitsch ed è considero uno dei grandi classici della commedia hollywoodiana. Il film nasce per rilanciare la carriera dell'attrice Greta Garbo, che era un'attrice svedese chiamata ad Hollywood nella seconda metà degli anni 20, ed era divenuta la più grande star del cinema hollywoodiano della fine degli anni 20 e dell'inizio degli anni 30, poi però alla fine degli anni 30 cominciò a subire la concorrenza delle attrici più giovani, quindi si sentiva la necessità di rilanciarla e si decise di rilanciarla facendole interpretare per la prima volta un ruolo in una commedia. TRAMA Il film è una commedia molto insolita per gli argomenti trattati, in quanto contiene dei forti elementi di satira politica. Il film racconta la storia di tre funzionari sovietici che vengono mandati a Parigi per trattare la vendita di una collezione molto preziosa di gioielli che sono stati confiscati dallo stato a una contessa russa, i tre però appena arrivati a Parigi si lasciano corrompere dal clima godereccio della capitale francese, quindi si stabiliscono in una suite lussuosissima di un hotel cinque stelle e poi cominciano a frequentare ristoranti, locali notturni, eccetera, la notizia, però, arriva a Mosca quindi viene mandata una funzionaria di livello superiore incaricata di riprendere in mano la situazione e riportare a l’ordine i tre. Questa donna, Ninotchka, sembra perfetta per il ruolo, ma durante il soggiorno parigino si trasforma perché inizia a frequentare un giovane nobile che inizia a farle la corte. A un certo punto lei si concede e subisce una totale trasformazione. (fece una risata). - Negli anni 40 Bracket e Wilder, dopo Ninotchka, scrivono una commedia per Leisen "Arrivederci in Francia". Nel 1941 Bracket e Wilder scrivono un'altra sceneggiatura per un'altra commedia chiamata "Colpo di fulmine" diretta da Hawks. Quindi come si vede i due si sono specializzarti nella commedia, ma allo stesso tempo il 1941 coincide con la 2° guerra mondiale, quindi le tematiche e i soggetti dei film girati negli USA diventano meno leggeri e quindi tematizzano in maniera esplicita la guerra, le vicende belliche o comunque la situazione degli USA durante gli anni della guerra. Nel 1941 l’ultima sceneggiatura che Billy e Charles scrivono insieme, prima che Wilder esordisca come regista, è quella di un film drammatico chiamato "La porta d'oro" diretta da Leisen. Questo film è interessante perché inizia in uno studio di Hollywood dove c'è il regista, che è interpretato dal vero regista del film, poi si tratta di un film basato su una storia parzialmente autobiografica, perché uno dei protagonisti è un immigrato che vuole entrare negli USA e che per il momento si stabilisce in una cittadina messicana al confine con la California, come fece Wilder. Il soggetto non era originale, ma basato su una storia che parlava della sua immigrazione. Questo è l'ultimo film per cui Wilder scrive solo la sceneggiatura, l'anno successivo infatti Billy esordisce nella regia con una commedia "Frutto proibito”. DALLO SCRITTO ALLO SCHERMO Wilder andando avanti aveva sempre più la voglia di dirigere i suoi film, perché era sempre più intollerante verso le modifiche o i tagli alle sue sceneggiature, che venivano imposte dai registi tipo Leisen. Nel cinema 10 hollywoodiano classico il caso della figura dello sceneggiatore-regista è molto rara e questo perché il sistema produttivo hollywoodiano era basato su una rigorosa suddivisione del lavoro secondo la quale il ruolo del regista e quello dello sceneggiatore dovevano essere svolte da persone diverse, c'erano però delle eccezioni, e un’eccezione importante, precedente all'esordio di Wilder, che sicuramente ha influenzato Billy nel prendere questa decisione, è quella del regista Preston Sturges. Preston Sturges era un importante sceneggiatore, che nel 1940 decise di passare alla regia e da quel momento scrisse e diresse i propri film. Preston lavorava alla Paramount, come Billy, quindi il suo fu un esempio molto vicino che ebbe un ruolo importante nel prendere questa decisione, decisione che però era osteggiata dai produttori dello studio che ritenevano che si trattasse di un capriccio, e quindi erano convinti che se avesse girato un film, questo, non avrebbe avuto successo e Wilder sarebbe tornato al suo ruolo di sceneggiatore. FRUTTO PROIBITO (The major and the minor) Inizialmente non gli si voleva concedere la possibilità di passare alla regia, poi fu tale la sua insistenza che riuscì a spuntarla. Il primo film che Billy dirige negli USA si intitola "Frutto proibito" viene distribuito nel 1942 ed è una commedia che ha come titolo originale "The major and the minor". CAST La protagonista femminile e Ginger Rogers (Susan Applegate), divenuta famosa negli anni 30 con dei musical insieme a Fred Astaire. Negli anni 40 però interruppe la collaborazione con Fred Astaire e comincio a recitare da sola all'interno di film musicali, commedie e dramma, dimostrando gran capacità nella recitazione tanto che nel 1940 vinse un oscar. Il protagonista maschile si chiama Ray Milland (Kirby) , lo stesso di “Giorni perduti”. TRAMA La protagonista fa la massaggiatrice a new York, dopo aver ricevuto le pesanti avances di un cliente decide di abbandonare il lavoro e di tornare al suo paese, soltanto che i biglietti ferroviari sono aumentati quindi non ha abbastanza soldi per comprare un biglietto, allora per pagarlo ridotto si viste da bambina, ma viene scoperta dei controllori e si nasconde nella cabina del protagonista maschile, e fra i due nascerà un flirt e alla fine si sposeranno. PROBLEMI Questo soggetto inizialmente sembrava ai produttori della Paramount inoffensivo, ma dopo che la sceneggiatura fu scritta vennero sollevate problematiche di tipo morale, in particolare l'ufficio incaricato di controllare se i film erano conformi al Codice HAYS, proposero di fare delle modifiche al prologo o/e addirittura chiesero a Wilder di tagliarla completamente, questo perché all'epoca risultava un po' scabrosa. Però Billy tenne duro, si rifiutò di apportare modifiche al film il quale poi fu approvato e distribuito nelle sale senza problemi. Frutto proibito comunque è una buona commedia è ben recitata ed è un film molto riuscito a patto che lo spettatore sia un po' incredulo. I CINQUE SEGRETI DEL DESERTO Il secondo lungometraggio diretto da Billy Wilder esce nel 1943 e s’intitola "I cinque segreti del deserto", ed è un film completamente diverso dal precedente, infatti è un film drammatico e si colloca a metà strada tra il film bellico è il film di spionaggio. TRAMA È ambientato in nord africa durante la 2° guerra mondiale, e per l'esattezza si svolge all'interno di un hotel situato all'interno di una cittadina che si trova in Egitto. I personaggi principali sono 3, un soldato britannico, una cameriera francese e un personaggio storico realmente esistito il generale Erwin Rommel. Il 11 sottufficiale inglese si sostituisce a una spia al servizio dei tedeschi. Scopre così dove si trovano i depositi di carburante che i tedeschi avevano predisposto addirittura prima della guerra per rifornire i propri carri armati. Questa scoperta permette all'esercito inglese di neutralizzare la minaccia tedesca e di vincere una battaglia decisiva per le sorti del conflitto. CONCLUSIONI Negli anni 40 a Hollywood però vennero prodotti numerosi film bellici o comunque incentrati sulla tematica della guerra, che univano assieme intrattenimento e propaganda, come il film qui sopra, anche se nel suo intento non si può dire pienamente riuscito, in quanto, infatti, è considerato un film minore. Presenta però due elementi importanti, la presenza nel ruolo di Rommel interpretato da Eric von Stroheim. Eric era nato a Vienna, ma era emigrato da giovanissimo e quindi non aveva svolto come gli altri l'inizio della carriera in Europa, ma direttamente negli USA, un grande regista del film muto, il suo film più famoso è "Femmine folli" del 1921. Come attore Stroheim era divenuto un divo nonostante interpretasse solamente personaggi cattivi. Era un grande regista, ma per i produttori americani aveva un grosso difetto perché spendeva troppo per i suoi film. Stroheim concluse la sua carriera di regista con l'avvento del sonoro, ma continuò a fare l’attore. Quindi il secondo punto forte, del secondo film di Wilder, fu proprio l’interpretazione di Stroheim. LA FIAMMA DEL PECCATO (“Double Indemnity”, 1944) “La fiamma del peccato” è un film girato nel corso del 1943 e distribuito nel 1944. Parlare del “La fiamma del peccato” implica necessariamente di parlare di un genere cinematografico, il noir. Il noir è un fenomeno cinematografico che risulta assai difficile da circoscrivere, non tanto dal punto di vista cronologico, ma soprattutto dal punto di vista dei alle sue caratteristiche generali. Nel 1943, Wilder non ha immediatamente in mente di girare un film noir, al contrario accarezza l'idea di girare un musical. In un primo momento sembra che la sua ispirazione gli provenga da un film, che all'epoca era in lavorazione, è che poi uscirà nel 1944, che è "Fascino". Però presto Billy si rende conto che un musical firmato da lui non sarebbe mai stato in grado di competere con una pellicola di successo come "Fascino" e come altri titoli musicali che escono in questo periodo, e quindi in maniera veramente paradossale alla fine, invece, finirà per dirigere un torbido noir, che tuttavia però avrà un grandissimo successo, lo stesso Billy dirà più volte che “La fiamma del peccato” è uno dei suoi film preferiti. CHE Cos’è IL NOIR? Il termine noir non è un termine anglofono, ma francofono, che tradotto significa nero. Si tratta di un termine che ha avuto una larghissima diffusione, che è finito per indicare una variante del film poliziesco/criminale. Questo termine viene coniato da un critico cinematografico attivo in Francia negli anni 40 e 50 di nome Nino Frank. Si inizia a parlare di film noir non quando questi film, così definiti, sono usciti, ma si inizia a parlarne in Europa a partire dal 2° dopoguerra in ambito critico. Tant'è che lo stesso Wilder dirà a posteriori: <<Non avevo mai sentito quell'espressione, film noir, quando ho fatto la fiamma del peccato… ho semplicemente fatto i film che avrei voluto vedere. Quando sono stato fortunato, i miei gusti hanno coinciso con quello con quelli del pubblico. Con la fiamma del peccato sono stato fortunato.>> È molto importante ricordare che la definizione noir viene data retrospettivamente, in ambito critico, per indicare film polizieschi particolari usciti all'inizio del anni 40, per dire la verità i film noir non sono circoscrivibili nei primi cinque anni del decennio, molti importanti film noir saranno diretti in America anche nel 2° dopoguerra, e ancora il noir continuerà a sopravvivere se pur con caratteristiche in parte modificate anche negli anni 50 e 60. Questo perché il film noir è stato molto apprezzato e quindi è stato soggetto nel corso del tempo a continui revival. Il termine noir per la verità non viene neppure inventato da Nino Frank, 12 non piacque questo finale, e, oltre al pubblico, non piacque neanche all’ Ufficio Hays. Allora i due sceneggiatori lo ripensano, con Keyes che raggiunge Walter mentre stava concludendo la sua confessione in ufficio. Walter supplica Keyes di dargli un’opportunità di fuga, in modo da raggiungere la frontiera, Keyes lo lascia andare ma Walter è troppo debole, perché Phyllis gli ha sparato, e si accascia nel tentativo di raggiungere l’ascensore, allora Keyes lo raggiunge e questa volta è lui che aiuta Neff ad accendere una sigaretta. TRUP Il direttore della fotografia è John F. Seitz. Lo scenografo è Hal Pereira. Il compositore e Miklos Rozsa. SCENOGRAFIA Nel film le riprese in esterni sono tutte girate in ambientazioni autentiche, reali, mentre gli interni sono tutti teatri di posa creati negli studio della Paramount. BILLY MA COME HAI FATTO? È un documentario del 1992 diretto da Folker Slandorn, il quale in questo docu-film molto semplicemente intervista Billy Wilder sulla sua carriera cinematografica, il film è organizzato in ordine cronologico, partendo dal suo esordio come regista, Wilder, viene intervistato su tutti i suoi film. GIORNI PERDUTI (“The Lost Weekend”, 1945) “Giorni perduti" e tratto dal romanzo "The lost weekend" pubblicato nel 1944, quindi un anno prima dell'uscita del film. Questo romanzo è stato scritto da Charles Jackson. Quando Jackson pubblica questo romanzo aveva già superato i 40 anni, ma era comunque il suo primo romanzo. Il libro, come il film, racconta le disavventure di un alcolizzato, e dopo la sua pubblicazione ottiene un grandissimo successo tanto da venire tradotto in varie lingue. In seguito al successo del romanzo, Jackson venne ripetutamente intervistato, e ogni volta gli chiedevano se il libro fosse autobiografico, visto la minuziosità della descrizione della psicologia di un alcolista, ma Jackson rispondeva sempre negativamente, perché, a detta sua, è ispirato solo per 1/3 sulla sua esperienza personale. In realtà poi confessò che il libro era interamente autobiografico. Dopo questo romanzo Jackson pubblicò altri romanzi che però non ebbero lo stesso successo. Billy legge il libro nel 1944, mentre è su un treno verso new York e ne rimane entusiasta, quindi decide subito di trarne un film, convincendo prima i dirigenti della Paramount che erano riluttanti ad acquistarne i diritti per l'adattamento cinematografico del film, e poi convince il suo socio in sceneggiatura, Bracket, a scrivere insieme a lui il copione. Billy nella sua vita non aveva mai avuto problemi di alcolismo, ma aveva appena vissuto l'esperienza piuttosto negativa con lo scrittore Raymond Chandler per "La fiamma del peccato". Chandler era un ex-alcolizzato e ricadde nell'alcolismo proprio mentre stava scrivendo con Billy "La fiamma del peccato". Quindi è probabile che Billy, nella scelta di trattare questo argomento, sia stato influenzato da questa esperienza che lo aveva turbato. Neanche Bracket aveva alcun tipo di problema con l'alcol, però pare che la moglie ne avesse e, inoltre, lavorava con molti scrittori che avevano questo problema. Wilder e Bracket cominciano a scrivere la sceneggiatura all'inizio di maggio del 1944 e alla fine di settembre dello stesso anno iniziano le riprese. Anche se, insolitamente, quando iniziarono le riprese la sceneggiatura non era completa. Questo fece irritare sia la produzione, sia chi doveva far rispettare il codice Hays. Ma questa fu una strategia per impedire che qualcuno apportasse modifiche al copione. TRAMA Danny Birnam è un alcolizzato quasi senza speranza. Sarebbe uno scrittore, ma naturalmente non ha la lucidità per fare qualcosa di buono. Sopravvive grazie al fratello che lo ospita e lo cura, e all'amore di una ragazza quasi masochista che gli perdona tutto e lo sostiene in tutti i modi. Nel suo quotidiano Danny ha un solo scopo: procurarsi liquori, con ogni mezzo. Ha messo a punto delle strategie geniali: come farsi dare 15 dieci dollari dalla governante, come nascondere le bottiglie, come ottenere credito al bar, come sfruttare la simpatia di una donna. Condotto in un ospedale per alcoolizzati assiste a delle lugubri scene di delirium tremens ed egli stesso è colto dal delirio. Naturalmente la situazione peggiora, la spirale è irreversibile. Lo si capisce quando Danny va a riscattare una pistola che aveva precedentemente impegnato, per compiere l’insano gesto, ma, ancora una volta, l'amore della sua ragazza lo salva. Danny si riscatterà tornando a scrivere. La sua sofferenza personale sarà praticamente il soggetto del film. In prospettiva l'argomento potrebbe essere quasi una metafora della droga. Il problema alcool, per quanto presente, può essere considerato nei film obsoleto, ma allora Giorni perduti sconvolse non solo gli alcolizzati. L'efficacia impressionante del linguaggio di Wilder costrinse tutti a considerare il problema. Fra le sequenze fondamentali, mai più ripetibili, il delirio di Milland che vede scarafaggi e pipistrelli uscire da un buco nella parete. Wilder non si preoccupò di fare mediazioni a favore del pubblico, cercò di raccontare la realtà in modo crudo, quasi violento, in una chiave realistica quasi europea, con una sola eccezione: il finale davvero troppo "lieto". AMBIENTAZIONE Wilder, per un'esigenza di realismo, decide di girare gli esterni del film a new York in ambienti reali, e questa era una scelta molto inconsueta per il cinema americano dell'epoca, perché a quell'epoca si usava girare tutto in studio. Questo infastidì gli Studios. La presenza degli esterni reali è percepibile soprattutto nella lunga sequenza, per esempio quando cerca di impegnare la sua macchina da scrivere. Qui, per queste riprese Wilder usa delle tecniche di tipo documentaristico. I due luoghi che ricorrono maggiormente all'interno del film sono prima di tutto, ovviamente, l'appartamento del protagonista e poi il bar di Nat, dove il protagonista entra diverse volte bevendo e intrattenendosi con il barista. Poi ci sono tutta una serie di luoghi che compaiono una volta soltanto nel corso del film, tra cui, per esempio il teatro Metropolitan di new York, nella sequenza dove il protagonista assiste a una messa in scena della Traviata, e anche il Belview Hospital di Manhattan. Sul piano temporale si svolge nell'arco di un weekend lungo, perché l'azione inizia un giovedì pomeriggio e si conclude il lunedì mattina. Poi però ci sono due flashback che ci mostrano degli avvenimenti passati, il primo mostra il primo incontro fra Dan e Helen durante una rappresentazione della Traviata, e il secondo racconta l'episodio in cui Dan deve incontrare i genitori di Helen, però invece di intrattenersi con loro se ne va via e si ubriaca. DIFFERENZE ROMANZO/FILM Il film segue molto l'intreccio del romanzo, infatti sono presenti nel film tutti gli episodi principali del libro, il furto della borsetta in un locale, il tentativo di impegnare la macchina da scrivere, il ricovero in ospedale e anche il delirium tremens, con l'allucinazione del pipistrello che uccide il topolino. Tuttavia la sceneggiatura introduce delle differenze molto importanti, la prima è il fatto che nel romanzo l'alcolismo del protagonista ha a che fare con la sua omosessualità, e in effetti in alcuni flashback presenti nel libro apprendiamo che il protagonista all'epoca della scuola aveva avuto dei rapporti sessuali con i compagni di scuola e che soprattutto durante l'università era stato espulso dalla confraternita perché appunto era diventato noto che si era innamorato di un altro ragazzo appartenente alla stessa associazione. Questi episodi nel libro hanno una certa importanza e ci indirizzano verso l'interpretazione che l'omosessualità latente o repressa è considerata, tradizionalmente, una delle cause dell'alcolismo. L'omosessualità però era un argomento taboo per il codice Hays, quindi in quel periodo della storia di Hollywood era vietato, impossibile, mostrare esplicitamente sullo schermo un personaggio omosessuale, quindi questo elemento venne eliminato totalmente dalla sceneggiatura. Nel film la causa dell'alcolismo di Birnam è meno chiara, in prima luogo è legata al blocco dello scrittore, elemento che non è presente nel libro. In generale l'alcolismo di Birnam è legato alla sua fragilità psicologica che lo porta a sfuggire a ogni responsabilità. Seconda importante differenza è che Helen nel romanzo compare fisicamente soltanto nell'ultimo capitolo e prima viene solo 16 nominata, al contrario nel film è presente dall'inizio e ha molta più importanza. Terza differenza è che il romanzo si conclude con un finale estremamente pessimistico, il protagonista prende la pelliccia di Helen e la porta al banco dei pegni e con il denaro ricavato dalla vendita della pelliccia e con un altro po' di denaro che aveva in tasca compra sei bottiglie di whisky e le nasconde in casa, poi si mette a letto aspettando il ritorno del fratello dalla vacanza, quindi non c'è alcun tentativo di smettere di bere, quindi non c’è neppure un piccolo tentativo del protagonista di smettere di bere. Al contrario il finale del film lascia aperta la possibilità che il protagonista possa decidere di smettere di bere, infatti anche nel film Dan porta la pelliccia al banco dei pegni ma non per acquistare un'altra bottiglia ma per scambiarla con una pistola con la quale ha deciso di suicidarsi, ma viene dissuaso da Helen che lo convince a non suicidarsi, quindi Dan decide di smettere di bere e di scrivere il suo romanzo sull'alcolismo, e fa un gesto simbolico spegne la sigaretta all'interno del bicchiere di whisky. Abbiamo poi una quarta differenza altrettanto importante che non riguarda tanto il plot, ma lo stile della narrazione, il romanzo è narrato in terza persona, ma adotta il punto di vista del personaggio principale, fornendoci i suoi pensieri eccetera, al contrario nel film non è presente il voiceover di Dan né la voce narrante, il risultato è che possiamo accedere ai pensieri del personaggio soltanto tramite il dialogo, la mimica, le azioni e la musica. Billy disse infatti che il film sarebbe stato muto per il 70%. SIMBOLOGIA E ANALOGIE “Giorni perduti” fa parte di una serie di film costruiti secondo lo schema della "passione di cristo", perché mostrano un percorso di sofferenza di un personaggio, punteggiato da una serie di tappe che sono stazioni della via Crucis e che espongono il personaggio a situazioni di sofferenza sempre maggiori. Però a differenza della via crucis che è basata geometricamente su una riga retta che porta alla morte, questo film è basato su un cerchio, il simbolo della dipendenza. Il simbolismo del cerchio è visibile in molti particolari del film per esempio i cerchi sul bancone del bar, mentre parla proprio del circolo vizioso dell’alcol, poi il bicchiere nel quale la macchina da presa quasi entra dentro, poi l'occhio di Dan al suo risveglio, le tre sfere del banco dei pegni, l'orologio, il lampadario in cui nasconde la bottiglia, il paralume della lampada rovesciata, e infine lo specchio in cui si rispecchia la pistola. Lo stesso film ha una struttura narrativa circolare, infatti confrontando la scena iniziale e quella finale vediamo che nella scena iniziale sì ha un movimento laterale da destra verso sinistra che mostra lo skyline di new York fino ad arrivare alla finestra con la bottiglia appesa sino ad entrare all’interno della stanza, poi alla fine abbiamo un flashback che ci riporta alla scena iniziale e la macchina fa un movimento opposto tipo un rewind. CAST Per quanto riguarda i personaggi abbiamo: -Dan Birnam, è il protagonista maschile, che è interpretato da a Ray Milland. Come attore principale del film, Billy, avrebbe voluto utilizzare un’interprete sconosciuto per raggiungere un maggior effetto di realismo, però i dirigenti della Paramount lo convinsero a usare un divo di Hollywood abbastanza noto, e quindi Wilder scelse Ray, che aveva già interpretato un ruolo nel suo primo film da regista. Ray era un attore di origine inglese, che iniziò la sua carriera in gran Bretagna, poi negli anni 30 si trasferì a Hollywood, dove interpretò molti film di registi, anche importanti, sicuramente, però, la sua interpretazione più importante è quella per "Giorni perduti", per la quale vinse il premio oscar come miglior attore protagonista. -Helen, è la fidanzata del protagonista, che è interpretata da Jane Wyman. Jane è un’attrice abbastanza nota, che all'epoca era sposata con l'attore Ronald Reagan, che poi diventerà il presidente degli Stati Uniti per tutti gli anni 80. -Wick Birnam, è il fratello dai il protagonista, che è interpretato da Philip Terry. TRUP 17 SCANDALO INTERNAZIONALE “Scandalo internazionale”, è un film non perfetto per quanto riguarda la sceneggiatura, ma sicuramente un film interessante. Questo film riprende un pochino l'intreccio di “Ninotchka” adattandolo al contesto della Berlino post-bellica. TRAMA Il film è una commedia amara, con risvolti un po' drammatici, che racconta la storia di una rigida senatrice americana, imbevuta di moralismo, che viene inviata ad ispezionare le truppe di stanza a Berlino nell'immediato dopoguerra e rimane scandalizzata dall'eccessiva fraternizzazione che c'è tra occupanti e occupati. In particolare, di un capitano dell'esercito americano che si trova a Berlino a comando delle truppe alleate, che ha una relazione amorosa con una cantante tedesca e ex-nazista che, si scoprirà durante il film, aveva rapporti amichevoli con Hitler. CAST Questa cantante chiamata Erica è interpretata da Marlene Dietrich, attrice nata a Berlino, che nel 1930 aveva raggiunto un grande successo con il film “L'angelo azzurro” e si trasferì in America. Era fortemente antinazista. Essendo l'attrice anche una cantante il film contiene scene nelle quali proprio lei canta, e le canzoni che canta sono composte da un musicista, anche lui esule tedesco, Frederich Hollander, che tra l'altro scrisse anche le canzoni del film “L'angelo azzurro” e compare anche nel film nel ruolo di pianista. Gli aspetti interessanti, affascinanti di questo film sono due, da una parte la presenza di Marlene con le sue canzoni, dall'altra parte la presenza delle rovine di Berlino. Altri film ambientati nelle rovine di Berlino in quegli anni: - “Gli assassini sono tra noi”. - “Germania anno zero”. - “Il treno ferma a Berlino”. VIALE DEL TRAMONTO (“Sunset Boulevard”, 1950) Billy Wilder aveva iniziato già negli anni 40 a pensare ad un film su una grande diva del muto costretta, in qualche modo, ad un pensionamento controvoglia prima di essere effettivamente invecchiata. Questa idea gli era venuta passeggiando per Sunset Blvd, che intorno agli anni 20 era diventata una delle zone di Los Angeles in cui si concentravano, non soltanto degli stabilimenti cinematografici, ma soprattutto delle residenze lussuose, era una delle arterie stradali intorno a cui buona parte della unità hollywoodiana si era stanziata, conducendo un'esistenza all'insegna dell'edonismo, del consumo, tant'è che lo status simbolo della piscina è un po' l’oggetto del desiderio del protagonista maschile del film. HOLLYWOOD ON HOLLYWOOD MOVIES Pur nella loro diversità, "Viale del tramonto" e "Singining in the rain" sono due grandi Hollywood on Hollywood movies. COSA SI INTENDE CON QUESTA DEFINIZIONE? Per Hollywood on Hollywood movies intendiamo un cinema che porta pragmaticamente lo spettatore "dietro le quinte", che può essere dall'allestimento delle attrezzature, alla preparazione dell'attore, al momento del provino e poi naturalmente anche le vicissitudini umane e sentimentali della gente dello show business. Pur restando, però, un cinema profondamente narrativo. Fin dai tempi del muto, il cinema, autoriflessivo tende a porre al centro del racconto la figura della diva. 20 COME MAI QUESTA PREDILEZIONE PER LA DONNA NEL CINEMA? Le ragioni sono tante, intanto possiamo dire che il divo, a prescindere dal suo sesso, è l'elemento più immediatamente riconoscibile nel film e soprattutto nel caso del cinema hollywoodiano è anche l'elemento su cui si è sempre più puntata l'attenzione del pubblico, al tempo stesso , però, dietro a questo interesse che Hollywood a per il femminile ci sono anche delle preoccupazioni che in qualche modo non riguardano solo l'industria del cinema ed eventuali interessi su quali tipo di storie possono appassionare il pubblico. Fin dall'età del muto, negli stati uniti, attorno al divismo femminile si sviluppa un grande dibattito, in qualche modo la figura della star, essendo una figura che presenta degli effetti anche eversivi rispetto al tradizionale ruolo femminile di quel momento, è una figura che chiaramente affascina e preoccupa allo stesso momento. Dobbiamo tenere presente che all'inizio del 1900 moltissime donne i in America abbandonano le loro case natali per trasferirsi in California e tentare la carriera nel cinema, chiaramente l'idea di donne non sposate, vulnerabili, giovani e attraenti che scelgono questa carriera destano preoccupazioni, da un lato la figura dell'aspirante star è una figura che viene percepita dall'opinione pubblica come una figura eversiva è emancipata, dall'altro ci sono degli atteggiamenti di biasimo e di preoccupazione, anche perché per tutta l'età del muto Hollywood e avvertita da tutto il paese come un luogo di possibile e probabile perdizione. Con "Viale del tramonto" la diva è ormai una ex-diva, una donna di mezza età, teniamo conto che nell’America degli anni 50 avere 50 anni per una donna significava essere anziane. Questo interesse per l'anzianità tutto sommato non è causale, perché gli anni 50 sono il decennio in cui la Hollywood classica entra in crisi, quindi molti studiosi hanno notato una sorta di specularità tra la crisi di Hollywood e l'anzianità della diva raccontata nel cinema autoriflessivo. Facendo una sintesi possiamo dire che tutto il cinema autoriflessivo americano ha sviluppato dei grandi temi nei quali si contrappongono due versioni di Hollywood. 1° grande tema: Hollywood come sogno vs. Hollywood come incubo. Infatti, nei primi decenni della storia del cinema tende a prevalere una lettura più rosea della vita all’interno dello show business, ma , soprattutto a partire dagli anni 50, quando Hollywood entra in crisi, l’industria del cinema è sempre più spesso raccontata in maniera cupa con i toni che possono essere proprio quelli di un incubo. 2° grande tema: (dagli anni 50) Star nascenti (vincitrici nella carriera, ma sconfitte nel privato) vs. Star in declino (sconfitte sia nella carriera sia nel privato). 3° grande tema: divismo del muto vs. divismo del sonoro LA GENESI DEL FILM "Sunset Boulevard" è una grande arteria stradale collegata a Hollywood sin dal 1911, ma solo negli anni 20 Sunset boulevard diventa una zona più lussuosa, grazie agli studio, teatri di posa, eccetera, piena di villetta con piscina. Negli anni 40 quando Wilder arriva in America, rimane colpito da questa ostentazione del lusso dell'industria del cinema, già all'inizio del decennio Billy spesso visita questa via e osserva queste ville appartenenti a ex grandi star del muto, e comincia a chiedersi come questi ex idoli passano le loro giornate. Da qui nasce il film. La prima ispirazione è proprio fare il film su una grande donna estromessa 21 dall'industria. Per questo personaggio, Billy, non vuole cominciare da zero, quindi comincia a cercare degli aneddoti su queste silent star. Tra le donne che hanno ispirato Billy nella creazione di Norma abbiamo alcune grandi star, per esempio Mary Pickford, alla quale verrà proposto anche di interpretare Norma. LA SCENEGGIATURA La sceneggiatura viene scritta da Wilder e Bracket, una prima bozza era presente già nel 1948, quindi ingaggiano Marshman Jr., ovvero un giornalista che assumono perché, mentre lavoravano a il “valzer dall'imperatore”, gli aveva fatto una critica che aveva migliorato il film. Il trio vincerà l'oscar per la miglior sceneggiatura. TRAMA Mentre il suo cadavere galleggia nella piscina di una villa, la voce fuori campo dello sceneggiatore Joe Gillis (interpretato da William Holden) ripercorre la storia della sua relazione con Norma Desmond (interpretata di Gloria Swanson), anziana "stella" del cinema muto che vive isolata insieme al maggiordomo, immersa nel culto del passato e nella vana attesa di un ritorno sul set. Joe Gills, sceneggiatore e soggettista cinematografico, si trova in difficili condizioni economiche. Per sfuggire ai creditori lancia a gran velocità l'automobile e, dopo una lunga corsa, giunge ad una vecchia villa, apparentemente abbandonata. Nella villa abita invece una vecchia diva del cinema muto, Norma Desmond. Joe è in crisi d'ispirazione e, conosciuta la donna, viene convinto a scrivere una sceneggiatura per lei, anche se nessuno, ormai, intende veramente darle credito nell'ambiente cinematografico. I tempi del muto sono ormai passati, e così anche la sua speranza è in realtà vana. La donna finisce per innamorarsi del giovane, che affascinato dalla sua ricchezza, ne diventa il mantenuto e l'amante. Nel momento in cui inizia a frequentare la giovane Betty, di cui si innamora, la gelosia inizia a rodere la Desmond; la convivenza va allo sfascio quando Joe, costretto a lasciare Betty, decide di andarsene dalla lussuosa dimora. La decisione manda l'attrice su tutte le furie; quest'ultima impugna la pistola, insegue il convivente e gli spara. Alle cinque del mattino la polizia recupererà il corpo dell'uomo e a Norma, ormai in preda alla pazzia, non rimarrà che scendere le scale convinta di esser tornata una celebrità, per l'ultima passerella, prima dell'arresto. CAST -Norma Desmon, è il personaggio principale, interpretato da Gloria Swanson, scelta dopo i rifiuti di Greta Garbo e Pola Negri. Gloria Swanson è un'attrice americana, che fu una figura titanica del cinema degli anni 20, la sua carriera inizia nel 1914 e debuttò inizialmente nel cinema comico in ruoli secondari. La svolta nella sua carriera si verifica nel 1919, quando firma un contratto con la Paramount, e da questo momento in poi diventa una diva specializzata in ruoli drammatici è soprattutto una diva che veste ruoli da protagonista. Nel corso del film la transizione che Gloria Swanson ha vissuto nella sua carriera, da ruoli comici e di secondo ordine a ruoli drammatici da protagonista è raccontata. Il primo personaggio che Norma interpreta per intrattenere Joe è la figura della "Bothing beauty " (ovvero delle giovani donne che spesso avevano una funzione di contorno nel cinema comico muto, oppure venivano immortalate come materiale promozionale che andava a corredo di queste pellicole). Nel film imita eccellentemente Chaplin, questo dimostra la sua completezza in carriera sia in forma drammatica che in forma comica. Quella delle imitazioni era una skill presente in molte silent star. Molte attrici comiche volevano diventare attrici drammatiche sia per il salario sia perché venivano considerate meno affascinanti dal pubblico, questo si vede proprio con Gloria che è stata soggetta a questi pregiudizi sino a quando non è divenuta una diva internazionale firmando il contratto per la Paramount e recitando in film drammatici. Gloria deve molta della sua fortuna al regista Cecil B. De Mille che le fa fare da protagonista in alcuni dei suoi film. -Cecil B. De Mille, è un personaggio che interpreta sé stesso nel film, è appunto il pigmalione di gloria, e Billy in viale del tramonto lo chiama a interpretare sé stesso. Norma è ossessionata di tornare davanti la macchina da presa per farsi dirigere dal suo mentore in una sceneggiatura scritta da lei stessa che si spira 22 mi disse: <<Sai Charlie, penso che dopo questo film non dovremmo lavorare più insieme. Penso che sarebbe meglio se ci separassimo>> Non riuscì a dire niente. Fu uno shock.>> In un'intervista Billy disse sulla questione: <<è come con i fiammiferi. Ne prendi uno lo strofini contro la scatola e c'è sempre fuoco, ma poi un giorno ti accorgi che è rimasto solo un angolino della carta abrasiva per accendere fiammifero. È andata così: la scintilla non scattava più.>> All'uscita di "Viale del tramonto" i due sapevano già che non avrebbero più lavorato insieme. Dopo di questa rottura Bracket lascia la Paramount e passa alla fox, dove lavora sia come sceneggiatore sia come produttore. Da lì il film più importante per il quale lavorerà è "Niagara" del 1953. L’ASSO NELLA MANICA (“The Ace in the Hole”, 1951) La nuova fase della sua carriera si apre nel 1951 con “L'asso nella manica”, un film che si inserisce nel ciclo di film altamente drammatici diretti da Wilder nella prima parte della sua carriera, fra la metà degli anni 40 e inizio anni 50, possiamo dire che c'è una progressione drammatica tra un film e l'altro di questo ciclo, e forse "L'asso nella manica" è il più amaro, drammatico, crudele. Prima abbiamo "La fiamma del peccato", poi “Giorni perduti", poi “Viale del Tramonto”, e a concludere il ciclo “L’asso nella manica”. Questo film presenta molti punti in comune con i film precedenti, e in particolare sul piano narrativo presenta grossi punti di contatto con "La fiamma del peccato". È un film che si lo colloca in continuità rispetto ai film precedenti, ma presenta anche delle forti novità, la prima novità è che il primo film di diretto da Wilder dopo la collaborazione con Bracket. LA SCENEGGIATURA L'idea di partenza di questo film viene suggerita a Billy da Walter Newman, che era uno sceneggiatore radiofonico. Il soggetto su cui è basato il film è ispirato a due avvenimenti di cronaca realmente accaduti, il primo è l'incidente avvenuto nel 1925 a Floyd Collins, Floyd era un esploratore di caverne che durante una delle sue esplorazioni, nel 1925 in Kentucky, rimase imprigionato all'interno di una galleria a causa di una frana, venne organizzata una spedizione di soccorso, venne scavata una galleria laterale per raggiungere Floyd dal momento che il percorso che aveva utilizzato era inagibile, però quando i soccorsi arrivarono a destinazione lo trovarono già morto, questo incidente fu un gigantesco evento mediatico fra le due guerre mondiali, tanto da attirare sul posto tanti curiosi e i media del tempo, inoltre, in particolare la vicenda venne trattata da un giornalista chiamato William Burke Miller, il quale scrisse tutta una serie di articoli per raccontare la vicenda su un giornale locale, riuscì anche a comunicare con Floyd, e ad intervistarlo prima che morisse, quindi venne considerato dall'opinione pubblica un eroe, e nel 1926 vinse il premio Pulitzer. Un secondo episodio a cui il film si spira è un episodio analogo, ma più recente, avvenuto in California nel 1949, e questa volta la vittima fu una bambina di tre anni Kathy Fiscers, che accidentalmente cadde all'interno di un pozzo abbandonato, anche in questo caso chiamarono i soccorsi, anche in questo caso si radunò una folla di curiosi, e anche in questo caso la bambina morì, ma convolse Hollywood che prestò i suoi potenti riflettori per illuminare la zona, inoltre i nani di un circo si offrirono di salvarla. Wilder sceglie Newman come co-sceneggiatore del film. Con la supervisione di Wilder, Newman, scrive un primo adattamento per il film intitolato "The human interest story", titolo che rimanda ad un dialogo del film, nel quale il giornalista protagonista spiega che il pubblico, i lettori, si interessano soltanto alle tragedie individuali, non a quelle collettive, perché sono interessati agli aspetti umani dalla tragedia. A Newman viene poi affiancato un secondo sceneggiatore, con una preparazione teatrale, chiamato Lesser Samuels, incaricato di migliorare la sceneggiatura, perfezionare i dialoghi, eccetera. Quindi alla fine la sceneggiatura del film risulta firmata da tre personaggi. 25 TRAMA Charles Tatum è un giornalista di talento ma la sua quasi totale mancanza di scrupoli gli fa perdere il lavoro. Costretto a ripiegare su un piccolo giornale di provincia, Charles aspetta nell'ombra di cogliere lo scoop sensazionale che gli permetta di risalire l'onda. Un giorno, mentre sta facendo un servizio sulla caccia dei cobra, viene a sapere che Leo, il figlio del proprietario di una stazione di servizio, è rimasto intrappolato in una cava di sabbia a causa di una frana. Tatum si accorda perché la squadra di soccorso trovi il ragazzo il più tardi possibile, con lo sceriffo, un uomo senza scrupoli, e con la moglie di Leo, Lorraine, una donna molto bella che odia in maniera assoluta e viscerale suo marito. Mentre sul luogo accorrono curiosi e giornalisti, Tatum pensa di poter trarre i maggiori benefici dall'incidente, ma non ha calcolato la salute di Leo. Non serve a nulla affrettare le ricerche, il ragazzo sta per perdere la vita. CAST -Per il ruolo principale maschile viene scelto Kirk Douglas (Chuck Tatum), uno dei più grandi divi del cinema hollywoodiano di tutti i tempi. Douglas era nato da una famiglia ebraica di origine russa e aveva esordito al cinema nel 1946 interpretando soltanto particine, ed era divenuto famoso nel 1949, interpretando il pugile protagonista del film "Il grande campione". Kirk è un attore che ha avuto una lunghissima carriera con ruoli di primo piano negli anni 50, 60,70, un po' a metà tra la nuova e la vecchia Hollywood, è stato molto versatile interpretando ruoli sia positivi che cattivi. Ancora in vita ha 103 anni. -Per il ruolo femminile principale viene scelta Jan Sterling (Lorraine Minosa), attrice che fino al a quel momento non aveva mai interpretato una parte in film importanti, ma la sua carriera non sarà così brillante. RIPRESE Per le riprese in esterni usano delle location autentiche. La parte iniziale è girata nella città Albuquerque, la location principale è situata in un grande set costruito in Messico dalla Paramount per l'occasione, questo posto contiene i CLIFF-DWELLING (villaggi preistorici costruiti in caverne naturali nei canyon) non autentici, l’enorme parte pianeggiante del parcheggio, e poi il locale aria di servizio e negozio di souvenir. La Paramount definì questo set il più grande in assoluto per un film non bellico. Durante la parte centrale del film quando l'incidente attira una folla sempre più numerosa vennero utilizzati più di un migliaio di comparse e circa 400 automobili. TRUP Cambia anche il direttore della fotografia con Charles Lang Jr., anche il compositore dalla colonna sonora è nuovo Hugo FriedHofer. IL FLOP Riprese del film furono effettuate è concluse nell'estate del 1950 e il film fu distribuito nel 1951, dal punto di vista commerciale fa un flop e ciò demoralizza Wilder. Wilder ne restò così traumatizzato che non lavorò più ad un soggetto originale fino all'inizio degli anni 60. Anche la critica accolse questo film con una certa freddezza, probabilmente questo insuccesso è dovuto anche al coincidersi con il culmine della guerra fredda, cioè fu percepito come un film antiamericano, anche perché è l’unico film di Wilder di questa serie che rinuncia totalmente ad una regola ferrea del cinema classico hollywoodiano, ovvero della presenza nel plot di un personaggio positivo. Oltre all'insuccesso commerciale diede anche via a una vicenda legale, infatti dopo l'uscita del film fecero causa alla Paramount e a Wilder per plagio, perché nel 49 avevano presentato alla Paramount un soggetto basato su Floyd. In primo piano furono assolti, perché Floyd non è un personaggio inventato e poi perché non c'è nulla di scritto, infatti propone alla Paramount tutto per telefono. La parte lesa ricorse in appello e la corte gli diede ragione, è nel 1956 questo Victor ricevette un indennizzo di 140.000 $. NEWSPAPER MOVIE 26 Se dobbiamo collocare "L'asso nella manica" all'interno di un genere cinematografico dobbiamo collocarlo nel cosiddetto Newspaper Movie, il film cioè sul giornalismo e sui giornalisti. Il Newspaper Movie più che un genere deve essere definito un filone, in quanto il film sul giornalismo sono molto diversi l'uno dall'altro e non presentano delle caratteristiche fisse, costitutive che caratterizzano i generi cinematografici hollywoodiani, molto spesso, infatti, i film sul giornalismo appartengono a generi diversi. Il Newspaper Movie è molto diffuso sia nel cinema hollywoodiano classico che in quello contemporaneo. Per esempio "Prima pagina "del 1931, "Quarto il potere" del 1941, "L'unica minaccia" del 1952, "Piombo rovente" del 1957, "Tutti gli uomini del presidente" del 1976, "The post" del 2017. Indipendentemente dai film appartenenti a questo filone, comunque, la figura del giornalista è una figura molto presente nel cinema americano classico, per esempio nella commedia "Vacanze romane". Anche se in alcuni film il giornalista è caratterizzato in maniera positiva, il più delle volte viene caratterizzato come una figura fortemente negativa, le cui caratteristiche principali sono cinismo, spregiudicatezza, l’assenza di scrupoli, infatti anche nella commedia spesso è tratteggiato come una simpatica canaglia. Questa tendenza viene portata alle estreme conseguenze da Wilder nel film "L'asso nella manica". Nello specifico come regista Wilder ha trattato il tema del giornalismo in due film, cioè in chiave drammatica in "L'asso nella manica" e in chiave satirica e di commedia nel 1974 con "Prima pagina". INCIPIT L’ASSO NELLA MANICA La prima immagine del film “L'asso nella manica” ci mostra il protagonista a bordo di un'auto in panne trainata da un carro attrezzi, questo va un po' in contrasto con l’essenza stessa del personaggio che è dinamica. Possiamo dare tre diverse spiegazioni: 1) Questa immagine significa che il personaggio è rimasto a piedi , nel senso che è appena stato licenziato dal giornale newyorkese per cui lui lavorava, e quindi stava cercando lavoro in un giornale di provincia. 2)Questa immagine ci dice che il protagonista non si lascia abbattere dalle avversità, bensì sa sfruttarle. 3)Questa immagine ci dice che il giornalista, a differenza dello sceneggiatore, in generale non è autosufficiente. RIFLESSIONI Quindi il film sviluppa una riflessione sul mestiere del giornalista, sulla sua finalità, sui suoi limiti etici, eccetera. In una serie di passaggi molto importanti nel film, il protagonista, Tatum, espone al ragazzino, il giornalista alle prime armi che nel corso del film diventerà il suo aiutante, Erbie, la sua idea del giornalismo, le sue verità relative al lavoro di giornalista. Secondo Tatum il giornalismo sì apprende per strada, e dice che le cattive notizie vendono di più, perché le buone notizie non sono notizie. Altra sequenza, Tatum spiega il concetto di human interest, che tra l'altro è il titolo della prima stesura della scenografia, e dice proprio che se una cosa succede ad una persona sola ti interessa, invece se succede a un gruppo non ti tange. Quindi nel corso del film il personaggio di Tatum svolge il ruolo di cattivo maestro nei confronti di Erbie, che viene iniziato alle regole del cattivo giornalismo. Tuttavia, il bersaglio di Wilder all'interno del film non è soltanto il cattivo giornalista, ma anche il cosiddetto "DARK TOURISM", ovvero la pratica di recarsi in visita ai luoghi di tragedia, quindi in qualche modo anche al pubblico. ANALOGIE Anche nella prima scena di questo film ci sarebbe dovuto essere una bara come in "Viale del tramonto”, ma assomigliando troppo, appunto, a quella di viale del tramonto, Wilder, scarto la scena e decise di non usare la voce narrante del protagonista. Esistono molte affinità fra “La fiamma del peccato” e "L'asso nella manica", infatti il triangolo che si crea tra il protagonista, la moglie di Leo e Leo stesso assomiglia moltissimo al triangolo tra Walter Ness, Fillis Dicktrison e il marito di Fillis, perché in entrambi i casi fanno un accordo per sfruttare a proprio vantaggio le sofferenze del marito di lei, anche se nel "l'asso della manica" manca il movente sentimentale, passionale, quindi risulta più cinico e più freddo. In secondo 27 fine venne scelto Humphrey Bogart, una delle star maschili più in voga e pagate dei tempi, cominciò la sua carriera con ruoli da cattivo che poi andò scemando in ruoli più eroici. RIPRESE Se escludiamo le sequenze ambientate a Parigi nella parte iniziale, quando Sabrina si reca in Francia per il corso di cucina, e se escludiamo le parti ambientate a Manhattan, dove è collocata la sede della ditta dei Larabee, la maggior parte dell'azione si svolge a Long Island, una grossa penisola che si trova nello stato di new York, nella quale si trova la villa dei Larabee. Per quanto riguarda le riprese Wilder adotta la soluzione mista, che troviamo già nei suoi film precedenti, gli interni vengono girati negli studi ad Hollywood, mentre gli esterni vengono girati in luoghi reali, quindi all'inizio delle riprese la troupe si trasferisce nello stato di new York per girare una parte degli esterni. Va detto però che la tenuta dei Larabee da una parte è stata ripresa utilizzando un vero edificio, dall'altra parte però non si trova nello stato di new York ma in California. Le riprese iniziano a fine settembre 1953 e finiscono a inizio dicembre 1953, sono molto difficile e faticose per due motivi: 1) Humphrey Bogart, che sin da primo momento non ha apprezzato il film e aveva una forte antipatia per Audrey e quindi cominciò a comportarsi come un divo capriccioso, e si sentì isolato dal cast per via delle amicizie dagli altri componenti. 2) La stesura della sceneggiatura, perché a partire da “Giorni perduti”, Wilder aveva la brutta abitudine di cominciare le riprese senza aver ancora terminato la sceneggiatura, concludendolo quindi parallelamente alle riprese. Questa prassi nel caso di “Sabrina” è stata portata alle estreme conseguenze, visto che di giorno gira e la notte scrivere la sceneggiatura del giorno dopo. Alla fine delle riprese Lemon ebbe un forte esaurimento nervoso. TRUP -Il direttore della fotografia è lo stesso del film "L'asso nella manica" Charles Lang Jr. -Il compositore è un vecchio collaboratore di Wilder, che come lui ebreo-tedesco emigrato negli USA per via del nazismo, chiamato Friedrich Hollander. Aspetto interessante della colonna sonora di “Sabrina” è che la maggior parte è formata da arrangiamenti musicali di canzoni già esistenti. Il tema musicale risulta associato all'amore “adolescenziale” che prova Sabrina per David. Lo stesso tema compare in altri momenti del film per esempio la scena dopo il ritorno di Sabrina dalla Francia, nella quale David rimane ferito dai bicchieri che si rompono nelle tasche, Sabrina lo aspetta nel campo da tennis coperto, ma al suo posto arriva Linus con il quale lei balla e durante il ballo si risente “It isn't romantic”. La seconda canzone ricorrente nel film è "La vie en rose", che si sente nel momento del passaggio tra il ritorno da Parigi è l'arrivo negli USA, e poi è anche il brano dominante nella seconda parte del film e che accompagna la nascita del flirt tra Sabrina e Linus, che poi avrà come esito la partenza per Parigi di entrambi nel finale. CONCLUSIONI Le cose migliori del film si trovano nella prima parte, infatti raggiunge il culmine nei primi 15 minuti, per esempio quando Billy adotta il punto di vista soggettivo di Sabrina, tant'è che c'è il voiceover della stessa. “Sabrina” nonostante i problemi/inconvenienti sorti durante la lavorazione è stato un film di grande successo, tanto da essere diventato un classico hollywoodiano. È stato distribuito nell'autunno del 1954 e ottiene successo sia dal pubblico che dalla critica. Vince solo un oscar per i costumi, ma ha tante nomination. È l'ultimo film diretto da Wilder per la Paramount. ROTTURA CON LA PARAMOUNT Dopo “Sabrina” Wilder comincia a lavorare per altre case di produzione come la Fox. La rottura con la Paramount avviene quando un dirigente della stessa chiede a Wilder l'autorizzazione di apportare delle 30 modifiche alla versione tedesca del film "Stalag 17", in particolare viene chi chiesto di cambiare la nazionalità della spia, per questa cosa Billy va su tutte le furie. Dopo queste richieste chiede delle scuse ufficiali, ma non le riceve, quindi chiudere i rapporti con la Paramount. “Sabrina” è forse l'unico film di Wilder del quale è stato realizzato un remake contemporaneo, infatti è stato rifatto nel 1995, ma naturalmente non è fedele al 100% all'originale. QUANDO LA MOGLIE È IN VACANZA (“The Seven Year Itch”, 1955) "Sabrina" è l'ultimo film che Wilder fa con la Paramount, dopo di essa non si lega per un lungo periodo di tempo con un'altra casa di produzione, infatti nei film successivi cambia ogni volta casa di produzione. Nel caso del film immediatamente successivo a “Sabrina”, "Quando la moglie è in vacanza", Wilder entra in società con un produttore indipendente che si chiamava Charles K. Feldman, che era anche l’agente di Marylin Monroe, dunque il film è coprodotto da Wilder e Charles, poi viene stipulato un contratto con la casa di produzione 20th Century Fox, che si occupa della distribuzione, sborsa il resto di denaro per la produzione, e offre i propri studi per le riprese interne. Questo si riuscì a fare grazie alla crisi che il cinema classico visse in quei anni. SCENEGGIATURA "Quando la moglie è in vacanza" è l'adattamento cinematografico di una commedia teatrale che era stata interpretata rappresentata a Broadway nel 1952 che ebbe un gran successo che si chiamava "Il prurito dal settimo anno" come il film in versione originale. L'autore della commedia George Axelrod come commediografo è famoso soltanto per questa commedia, ma fu un importante sceneggiatore cinematografico e regista. Come sceneggiatore ha scritto il copione di molti film importanti, il più famoso è "Colazione da Tiffany". Lui è uno sceneggiatore importante in quanto rappresentante di un nuovo tipo di commedia che si afferma negli anni 50, che non è più ambientato nelle ricche realtà hollywoodiane, ma è ambientato nella realtà dell'americano medio. Nella versione teatrale il protagonista era interpretato da Tom Ewell che era presente anche nel film, mentre la protagonista femminile era interpretata da Vanessa Brown, nel film sarà interpretata da Marilyn Monroe. In "Sabrina" viene citata l’opera teatrale. La sceneggiatura viene firmata da Wilder e da Axelrod, l'autore della commedia. TRAMA Rimasto a Manhattan dopo aver spedito la moglie Helen e il figlio nel Maine per le vacanze estive, il direttore di una piccola casa editrice, Richard Sherman, marito esemplare da sette anni, si trova alle prese con l'avvenente ed ingenua nuova vicina di casa, la cui bellezza mette in pericolo la fedeltà coniugale di Richard. La commedia gioca sul conflitto interiore che il protagonista vive, combattuto tra la volontà di essere fedele alla moglie durante la temporanea solitudine e la tentazione di approfittare dell'occasione fortuita per sedurre l'affascinante vicina. Caso vuole che egli stia leggendo il saggio di uno psicanalista secondo il quale la maggior parte delle infedeltà coniugali si consumi entro i primi sette anni dal matrimonio, quella crisi a cui si riferisce il titolo originale del film, che si può tradurre con "il prurito del settimo anno". Alcune scene rappresentano i voli di fantasia del protagonista, dove fantastica di riuscire a conquistare la ragazza, ma pure di venire tradito dalla moglie con un amico, dopo aver scoperto che un loro vicino di casa si trova in villeggiatura nella medesima località vacanziera. CAST -Per quanto riguarda il cast per il ruolo maschile principale viene scelto Tom Ewell(Richard Sherman), anche se inizialmente Wilder non era proprio convinto. -Marilyn Monroe al momento delle riprese del film era già una star di primo piano, nasce a Los Angeles, si chiama Norma Jeane Mortenson Baker, a trascorso un'infanzia e adolescenza difficile visto che non si conosce il padre e la madre aveva problemi psitici ed economici, quindi passò l'infanzia tra orfanotrofi e 31 amici. La sua carriera professionale inizia nell'immediato dopoguerra, durante la guerra lavorava in una fabbrica di aerei militari, poi cominciò a fare la modella, nel 1947 interpreta il suo primo ruolo cinematografico, ma la sua ascesa come attrice di successo è piuttosto lenta e difficile, l'anno in cui la sua carriera decolla è , infatti, il 1952, quando appare sulla copertina di LIFE e appare nel film " a confessione della signora Doyle” dove non è protagonista ma interpreta un ruolo più importante rispetto ai precedenti, ma il film che la lancia come star di primissimo piano è "Niagara" del 1953, la cui sceneggiatura fu scritta da Bracket, “Niagara” è un film noir nel quale Marylin interpreta una dark lady molto malvagia, ed è famosa per aver indossato un provocante abito rosso. Il 1953 è un anno importantissimo per la sua carriera, perché è presente anche in altri due film molto famosi: "Gli uomini preferiscono le bionde" e "Come sposare un milionario”. "Gli uomini preferisco le donne bionde" è un musical nel quale è presente forse il suo più celebre numero musicale. RIPRESE Le riprese vennero effettuate in parte in esterna, e in parte negli studio della Fox, le ambientazioni autentiche sono quelle degli esterni newyorkesi, quindi la troupe si sposta a new York. Le principali difficoltà nelle riprese sono legate al comportamento di Marylin Monroe. La famosissima scena della gonna del film viene rifatta in studio. Questo è il secondo film di Wilder a colori ed è il primo film con formato panoramico. DIFFERENRE CON LA COMMEDIA Differenze e analogie tra la commedia e la sceneggiatura del film. Nella biografia di Wilder ci sono due cose sulle quali il prof non è d'accordo: 1)dice che è un film il minore, ma per il prof è un film sensazionale nella storia del film della commedia hollywoodiana. 2) il film è molto fedele alla commedia di Axelrod, sì certamente la sceneggiatura del film rispetta molti degli elementi presenti nella commedia, lasciando da parte l'ambientazione, i personaggi e i temi che sono chiaramente gli stessi, abbiamo due elementi che sono già presenti al suo interno e che vengono ripresi tali e quali da Wilder nel film: 1)monologo, pressoché ininterrotto, del protagonista che quando è da solo parla in continuazione esprimendo i suoi pensieri, sentimenti, timori, fantasie, elemento che viene ripreso e quasi un po' accentuato dal testo teatrale. 2)la presenza continua di scene soggettive che mostrano ricordi o fantasie del personaggio principale. Poi però abbiamo una serie di elementi differenti, in primo luogo nella commedia svolge un ruolo importante il personaggio del Dr. Brubaker, uno psichiatra che sta pubblicando un suo saggio per la casa editrice per cui lavora il protagonista e che nella commedia si presenta ripetutamente non invitato a casa del protagonista dando origine a delle scene di dialogo abbastanza lunghe e neanche tanto interessanti ne divertenti, quindi è abbastanza giustificata l'eliminazione di queste scene da parte di Wilder, che comunque fa vedere questo personaggio, ma solo in una sequenza, mentre nel film il personaggio con le caratteristiche del dottore è il custode del palazzo, che suona nei momenti meno indicati. Il dottore compare solo in una sequenza molto importante nell'ufficio, nella quale spiega il "prurito". Poi la commedia si svolge interamente nell'appartamento del protagonista, mentre il film ha diverse sequenze ambientate al di fuori dell'appartamento. Poi aspetto interessante nel film vengono introdotte numerose citazioni cinematografiche, che sono quasi totalmente assenti nella commedia, la citazione più esplicita è quella che riguarda "Da qui all'eternità". Viene citato anche "picnic" con la scena del carro del fieno, poi abbiamo "Il mostro bella laguna nera” scena dopo il film. Poi abbiamo un film citato indirettamente sia nel film che nella commedia, ed è "Breve incontro" che racconta anch'essa una storia da adulterio, che è il tema musicale. 32 TESTIMONE D’ACCUSA (“Witness for Prosecution”, 1957) "Testimone d'accusa” del 1957, qui l'attrice troppo anziana e Marlene Dietrich. Questo film è tratto da un testo teatrale, omonimo, scritto da Agatha Christie, chiamato "Play" del 1953, che a sua volta e tratto da un racconto breve sempre di Christie del 1925. La commedia a Londra debutta nel 1953 e ottiene un grande successo, nel 1954 viene riproposta negli stati uniti a Broadway, dove ottiene un successo ancora più elevato. In seguito a questo successo, un produttore americano indipendente, Edward Small, acquista i diritti per la trasposizione cinematografica, e affida la regia e la scrittura della sceneggiatura a Wilder, il quale non amava lavorare da solo e quindi propone subito un secondo sceneggiatore, Harry Kurnitz, sceneggiatore abbastanza noto, e anche scrittore di romanzi polizieschi. DIFFERENZA FRA SHORT STORY E PLAY Il racconto inizia con il colloquio, tra avvocato è imputato, dove in poche pagine ci viene detto tutto sul personaggio. Il racconto breve è il testo teatrale differiscono principalmente per quanto riguarda il finale. Nello short story il delitto rimane del tutto impunito, l'avvocato sospettando qualcosa, dopo la fine del processo si reca a casa della moglie dell'imputato, che gli rivelerà la verità. Al contrario nel play Christine Helm pugnala a morte Leonard nell'aula dove si è appena svolto il processo, dopo aver saputo che il marito intende lasciarla per una ragazza più giovane. Questo viene poi utilizzato nel film, aggiungendo il fatto che l'avvocato prende le difese di Christine. DIFFERENZA FRA PLAY E FILM Nella sceneggiatura vengono introdotti dei flashback che si riferiscono alla vita precedente di Leonard Vole. I primi tre intervengono all'inizio e descrivono la sua relazione con Emily French. Il quarto interviene più avanti e mostra il suo incontro con Christine Helm. Il quarto flashback rimanda ad alcune scene di "Scandalo internazionale" , per esempio nella parte dove la Dietrich canta davanti ai soldati, oppure la casa bombardata che somiglia moltissimo a quella di questo film. Inoltre, questo flashback è importante perché mostra un dettaglio rilevante della personalità e della psicologia di Leonard, infatti ci dice che è un personaggio estremamente furbo e calcolatore. Oltre a questi flashback, che rispetto al testo teatrale ci calano molto di più all'interno della vicenda, l'elemento in cui il film si discosta maggiormente dal testo teatrale e la caratterizzazione dell'avvocato, che si discosta da quello della Christie, partendo dalla storia corta l'avvocato era quasi inesistente, nel play il personaggio e più caratterizzato ma rimane semplicemente un abile professionista , ma non ha personalità particolare, al contrario nel film è un famoso avvocato che ritorna a lavoro per la prima volta dopo un lungo periodo di permanenza in ospedale per un infarto, quindi dovrebbe evitare di impegnarsi in cause difficile, deve astenersi dall'alcol e dal tabacco, ma poi fa tutte queste cose, e questo introduce un motivo di suspense in più. Altra innovazione, viene introdotto un nuovo personaggio, l'infermiera, miss Plimsoll, incaricata di vigilare sulla salute dell'avvocato, e le schermaglie fra i due introducono un elemento di commedia assente nel play che ha invece un registro drammatico. CAST -Charles Laughton(sir Wilfrid Robarts) attore britannico, che ha lavorato sia per il teatro che per il cinema , all'inizio della sua carriera negli anni 30 è stato attivo in gran Bretagna, poi alla fine degli anni 30 si trasferisce negli stati uniti e comincia a lavorare prevalentemente Hollywood interpretando molti film importanti, per esempio quasimodo nel "Il gobbo di Notre damme" , poi è stato anche regista, ha diretto un solo film ma molto significativo chiamato “La morte corre sul fiume". Nonostante la sua carriera fosse piena di comparse nei film quella di "Testimone d'accusa" è considerata una delle migliori interpretazioni cinematografiche. -L'infermiera era interpretata da Elsa Lanchester, la moglie di Charles Laughton, famosa per "La moglie di frankstein". -Nel ruolo di Leonard Vole abbiamo l'attore Tyrone Power, star hollywoodiana molto importante negli anni 35 30 e 40, diviene famosa all'inizio degli anni 40 interpretando "Il segno di Zorro”, era un attore specializzato da una parte in film in costume e d’avventura, dall'altra di film di carattere romantico e amoroso, quindi in questo film interpreta un ruolo insolito. Questa è la sua ultima interpretazione, infatti nel 1959 morirà di infarto. -Poi abbiamo Marlene Dietrich(Christine Helm) che all'epoca aveva 56 anni, in questo film è proprio lei ad essere l'attrice troppo anziana per il ruolo che interpreta. Marlene Dietrich era nata a Berlino e aveva iniziato a lavorare nel cinema, con dei ruoli secondari, dagli anni 20, quindi all’epoca del cinema muto. Era diventata una star internazionale con il film "L'angelo azzurro” e in seguito a questo successo si era trasferita a Hollywood e negli anni 30 era divenuta una delle maggiori star femminili del cinema americano. Durante la seconda guerra mondiale si impegna tantissimo in prima persona, da una parte nella accoglienza dei profughi provenienti dall’Europa a causa della guerra, e dall’altra svolge spettacoli per intrattenere le truppe americane impegnate nella seconda guerra mondiale, per questo suo impegno era considerata in Germania come una traditrice. Nel dopoguerra continua a lavorare a Hollywood interpretando ruoli in film importanti, ma nella seconda metà degli anni 50, quando viene ingaggiata da Wilder per il film "Testimone d'accusa", era già una diva sul viale del tramonto, infatti aveva già 56 anni, quindi veniva chiamata sempre meno, infatti si può dire che quello in "Testimone d'accusa" è il suo ultimo ruolo importante. Lei con questo film sperava di guadagnarsi un premio oscar, ma non ci riuscì. RIPRESE Il film rispetta totalmente l'origine teatrale dal testo da cui è tratto, e quindi si svolge quasi interamente in interni, sono rari i brevi passaggi in cui si vedono degli esterni. Le ambientazioni principali del film, sostanzialmente, sono due, in primo luogo l'ufficio/studio/abitazione di Sir Wilfrid Robarts, che si trova all'interno della Lincoln’s Inn a Londra. L’autore delle scenografie è Trauner. La seconda location principale del film è l'Old Bailey, il tribunale penale centrale della città di Londra. Trauner ricostruì l'aula a grandezza reale, con vero legno. Le riprese non comportarono particolari problemi, però Wilder fece tutto il possibile per evitare che venisse divulgato il colpo di scena finale prima dell'uscita nelle sale, e quindi distribuì a tutti gli interpreti la sceneggiatura senza le ultime pagine. Poi aggiunse nei titoli di coda un intervento in voiceover che pregava agli spettatori di non divulgare il finale. Gli stessi espedienti furono utilizzati da Wilder in "Viale del tramonto". CONCLUSIONI Wilder ha un po' minimizzato l'importanza di questo film, in quanto fedele adattamento di un testo teatrale. Gli elementi interessanti, che si possono ricollegare alla poetica di Wilder in questo film sono 2: 1)la caratterizzazione di Sir Wilfrid, personaggio che è completamente diverso da quello del testo teatrale e che diviene il protagonista del film a differenza del play e del racconto breve, contiene anche qualcosa di Don Birnam, di Giorni perduti ,nei meccanismi usati per ingannare la sua infermiera, aspetto che poi ci sarà nel protagonista di “Quando la moglie e in vacanza”. Possibile parallelo tra questo film e "La fiamma del peccato" sul cambio di malvagio, la complicità nel farlo condannare e complicità fra i due personaggi maschili nella fiamma. A QUALCUNO PIACE CALDO (“Some Like It Hot”, 1959) Siamo arrivati ad un momento importantissimo della carriera di Wilder, infatti, nell'arco dei due anni 1959 è 1960 fa due capolavori: "A qualcuno piace caldo", che è considerata da alcuni la migliore commedia hollywoodiana di sempre, è "L'appartamento". Questo film è stato prodotto da una casa di produzione di recente nascita, negli anni 50, che avrà un ruolo molto importante nella carriera successiva di Wilder, ovvero la MIRISCH COMPANY. Questa società era stata fondata da un produttore, Walter MIRISCH, che si era messo in società con i suoi due fratelli. La 36 produzione dei film era fatta in collaborazione con la United Artist, che si occupava della distribuzione, e che successivamente, all'inizio degli anni 60, si fonderà con la mia Mirisch Company. Mirisch ha un ruolo molto importante nella carriera di Wilder, perché tutti i film del regista a partire da questo sono prodotti da questa società di produzione indipendente, presso la quale il regista avrà una libertà assoluta riguardo la scelta dei soggetti, la scrittura della sceneggiatura, e quindi potrà lavorare in totale indipendenza. LA SCENEGGIATURA Qui la sceneggiatura è stata scritta da Wilder e Diamond. Questo film non è al non è tratto da un’opera teatrale, ma è tratto dalla sceneggiatura di un film precedente, ovvero "Fanfaren der Liebe", film tedesco del 1951, si tratta di una commedia di un regista non noto e con attori altrettanto non noti, nel quale i due protagonisti sono due musicisti, un contrabbassista e un sassofonista, che si travestono da donne per trovare un impiego in un'orchestra femminile. Anche il soggetto di questo film non era proprio originale, in quanto, era una sorta di rifacimento di un film francese basato sullo stesso soggetto, chiamato ”Fanfare d’amour" del 1935. Anche il titolo non è originale perché era già stato utilizzato per un film secondario della Paramount del 1939. Nonostante questi elementi uguali il film è del tutto diverso , tant’è che il plot è stato costruito dei due sceneggiatori. Un elemento tanto importante, assente nei predecessori, è l'elemento gangsteristico che Wilder volle introdurre nel film decidendo di ambientarlo , non in epoca contemporanea, ma nel 1929 all'epoca del proibizionismo. Questo elemento suscitò una grande perplessità negli autori. Billy volle introdurre questo elemento perché non gli bastava la motivazione dei protagonisti per vestirsi da donna. Per introdurre questo elemento nella sceneggiatura viene introdotto anche un evento realmente accaduto, "la strage di san valentino" del 1929, nella quale 7 membri di una gang che si trovavano in un'officina, vennero uccisi per ordine di Al capone. CAST -Jack Lemmon, che interpreta il contrabbassista Jerry, in assoluto uno dei più grandi attori comici fra la fine degli anni 50 e 60 da, lui inizia a collaborare con Wilder nel 59 con questo film ed entrambi rimangono entusiasti l'uno dell'altro, e diventerà in assoluto l'attore più presente nei film di Wilder, ben 7 film. Jack era nato da una famiglia benestante, e aveva iniziato a lavorare nel cinema all'inizio degli anni 50, il primo film in cui è presente come attore protagonista è "La ragazza del secolo" del 1954, nel 55 la sua carriera ha una svolta perché vince un oscar con il film "La nave matta di mister Roberts". -Tony Curtis, che interpreta Joe il sassofonista, sciupa femmine, attore giovane, ma è già abbastanza noto soprattutto per il suo appeal. -George Raft, che interpreta il gangster da cui i due scappano, George era un attore divenuto famoso all'inizio degli anni 30 interpretando ruoli di criminale in film di gangster, per esempio “Scarface”. Lui in “Scarface” lanciava sempre una moneta, questo elemento viene ripreso, ma soltanto che è il suo rivale a lanciare la moneta in questo film. -Joe E. Brown, interpreta il miliardario Osgood Fielding, che si innamora di Jerry in versione femminile. -E poi abbiamo Marilyn Monroe. LOCATION In questo film gli interni sono girati in studio a Hollywood, e gli esterni sono girati in location autentiche. Le immagini iniziali del film che dovrebbero svolgersi a Chicago sono state fatte a Los Angeles per comodità, la location più interessante è quella dell'hotel Seminole Ritz di Miami, dove si svolge la parte finale, che si trovava a San Diego nell'hotel del Coronado. TRUP Il direttore della fotografia e Charles Lang Jr., lo stesso del film "l'asso nella manica", la fotografia è in bianco e nero per preferenza di Wilder e per il riferimento ai film gangsteristici degli anni 30. RIPRESE 37 fatica, inizialmente, ad adattarsi al ruolo femminile e, almeno a parole, è quello che si mostra più eccitato di fronte all'intimità con le componenti dell'orchestra, tanto che rischia di perdere il controllo, facendo fallire il loro piano, cosa che preoccupa molto Joe, il quale lo riporta ripetutamente all'ordine, alla fine su suggerimento di Joe è costretto a pronunciare la frase “I am a girl". Dopo l'arrivo a Miami, Joe si traveste da miliardario per fare la corte a Sugar Key, ma il suo interesse per la ragazza si manifesta già sul treno, e quindi contraddice completamente i suoi propositi iniziali, rischiando a sua volta di fare fallire il piano, mentre Jerry sembra perdere quasi interesse verso il sesso femminile, mano a mano che subisce il corteggiamento pressante del vero miliardario Osgood, quindi abbiamo una simmetria fra le due situazioni , Joe che corteggia Sugar Key travestito da miliardario, e Jerry che si fa corteggiare da un vero miliardario, da ciò ne deriva come questa commedia, nonostante sembri sgangherata, si, invece, molto simmetrica. Una scena che dimostra questa simmetria si ha quando Joe corteggia Sugar nello yacht, mentre Jerry balla il tango con Osgood, la seconda scena termina in quella con le maracas. <<Billy mi mise in mano una coppia di maracas e io pensai che fosse impazzito. Se non mi avesse fatto danzare di gioia per la stanza, la maggior parte del dialogo sarebbe andato perduto. Ogni volta che pronunciamo una battuta mi mettevo a danzare agitando le maracas, mentre Tony mi guardava come se avessi perso la ragione>> (Jack Lemmon). Questo, come disse Wilder, fu fatto per fronteggiare la perdita di forza delle battute. In questa scena si vede perfettamente la perdita dell'identità sessuale di Jerry, che pensa sia possibile addirittura il matrimonio con il miliardario, ma esso viene poi riportato alla realtà da joe, stavolta facendogli ripetere il motto "I am a boy", in perfetta simmetria a prima. Nelle interviste sia Diamond che wilder hanno sempre negato, o comunque minimizzato le implicazioni omosessuali nella vicenda. L’APPARTAMENTO (“The Apartment”, 1960) LA SCENEGGIATURA L’appartamento è il primo film di Wilder basato su una sceneggiatura totalmente originale dai tempi del film "L'asso nella manica" del 1951 . Pur essendo basato su una sceneggiatura originale, questo film, almeno nella sua idea, nel suo progetto si basa su alcuni spunti, che poi Billy ha raccontato nelle interviste. Tra questi spunti c'è un classico del cinema britannico intitolato "Breve incontro" del 1945. -"Breve incontro" racconta di una relazione clandestina di un uomo e di una donna entrambi sposati con figli, che si incontrano casualmente in una stazione di e si innamorano l'uno dell'altra, cominciano a frequentarsi ma, ma non consumano sul piano sessuale il rapporto, e decidono consensualmente di lasciarsi e di non rivederti mai più. In questo film c'è una scena molto importante, nella quale i due personaggi stanno per consumare il rapporto, ma un contrattempo glielo impedisce, l'uomo decide di portare la ragazza in un appartamento, appartenente a un suo amico, del quale possiede le chiavi, quindi i due si incontrano all'interno di questo appartamento, ma ad un certo punto il proprietario dell'appartamento torna improvvisamente, perché ha cambiato i suoi programmi. La donna riesce ad andar via prima di essere scoperta, mentre l'uomo rimane lì con grande imbarazzo e la reazione del proprietario non è affatto amichevole. -Tra le fonti dalla sceneggiatura del film c’è, anche, un fatto di cronaca, uno scandalo avvenuto a Hollywood nel 1951. Walter Wanger era un famoso produttore indipendente, sposato con Joan Bennet, una nota diva hollywoodiana, a un certo punto Wanger scopri che la moglie, che ha comunque sempre negato, lo tradiva con il suo agente Lang. Dopo essersi convinto della cosa Wanger si presentò armato da Lang e gli spara un colpo di pistola senza ucciderlo, procurandogli solo una ferita non molto grave. Questo fatto ha in comune con il film il fatto che secondo la stampa dell'epoca Bennet e Lang si incontravano in un appartamento di Beverly Hills, che Lang si era fatto prestare da un suo dipendente per l'occasione. 40 -Poi bisogna ricordare, anche, tra le fonti un altro film "La folla” del 1928, uno dei più importanti film muti americani della fine degli anni 20. Il film racconta la storia di una giovane che dalla provincia arriva a New York con grandi aspettative di lavoro, intenzionata ad emergere e diventare qualcuno, ma trova lavoro come impiegata in un grande ufficio, descritto in modo simile all'ufficio che vediamo nell'appartamento. -----Infine, Tony Curtis essendo un donnaiolo, era solito andare, per rapporti occasionali, con attrici, comparse, eccetera, e una volta si fece prestare da un amico consenziente il suo appartamento, quindi lui sostiene che questo film si ispiri a lui e alla sua esperienza. Per quanto riguarda la sceneggiatura, un altro aspetto importante è che inizialmente Wilder voleva trarre da questo soggetto un testo teatrale, però non lo fece perché ha dichiarato che a teatro non si poteva rendere la differenza dimensionale fra le due location principali, l'ufficio è l'appartamento, infatti mentre l'appartamento era adatto per una messa in scena teatrale, non sarebbe stato possibile ricostruire le dimensioni gigantesche dell’Ufficio. CAST -Jack Lemmon-C.C. BAXTER, quella già presente in "A qualcuno piace caldo", a Billy piacque in quel film quindi lo scelse per quello dopo e costruì il personaggio su di lui. -SHIRLEY MACLAINE-FRAN KUBELIK, protagonista femminile, attrice presente per la prima volta in un film di Wilder. Al momento del film era conosciuta, ma non era ancora una star, il suo primo film era “La congiura degli innocenti", poi sempre nel 1955 recito in "Artisti e modelle", poi ancora nel 1958 recito in un film importante per la costruzione del suo personaggio, ovvero "Qualcuno verrà”, nel quale interpreta una prostituta, ruolo che gli rimarrà addosso. Nel corso della sua carriera ha vinto un oscar per il film "Voglia di tenerezza". Lei ha interpretato due film diretti da Wilder: "L'appartamento" e "Deliziosa Irma la dolce " nel quale interpreta un ruolo affiancato a Jack Lemmon. Wilder ebbe un ruolo molto importante nella sua carriera , nonostante ciò lei non parla in buona maniera di Wilder, perché a quanto pare Wilder dava più attenzioni a Lemmon che a lei. -FRED MACMURRY-JEFF D. SHELDRAKE, protagonista del film "La fiamma del peccato", che ha recitato due volte per Wilder, lui non sapeva se partecipare in quanto poco prima partecipò in un film della Disney per ragazzi, e temeva che questo film lo danneggiasse. -Per quanto riguarda i personaggi secondari sono interpretati da bravissimi caratteristi, in particolare ricordiamo Jack Kruschen che fa il dottore, un aspetto interessante di questo personaggio e che Wilder per il per la prima volta in un suo film introduce un personaggio caratterizzato in modo esplicito come ebreo. SCENOGRAFIA: Le riprese del film iniziano nel novembre del 1959 e Wilder si reca con la troupe a New York per aggirare gli esterni del film, però da una parte le condizioni atmosferiche non erano al loro favore, quindi decise di rigirare tutto a Hollywood in uno studio cinematografico, quindi anche la maggior parte degli esterni è stata ricostruita in studio. Si nota che Wilder a differenza del passato, preferisce girare più scene in interno. Le scenografie vengono realizzate da Alexandre Trauner. Wilder non disponeva di uno studio abbastanza grande per l'ufficio, quindi uso la falsa prospettiva . Il compositore del film è Adolph Deutsch, ma il tema è Jealours Lover ed era stata composto da Charles Williams per il film "The romantic age" del 1949. L'appartamento è in assoluto uno dei film di maggiore successo di Wilder, sia dal punto di vista commerciale e che dal punto di vista critico, ed è stato anche premiato con ben cinque premi oscar, miglior film , miglior montaggio, miglior sceneggiatura originale, miglior regia è migliore scenografia. UNO, DUE, TRE Dopo il successo del “L’appartamento”, Wilder, che ormai dirige solo commedie, passa dalla Sex comedy "A 41 qualcuno piace caldo" e del "L'appartamento”, alla comedy politica con il film "Uno, due, tre" del 1961. SCENEGGIATURA Questo film è un liberissimo adattamento di una commedia teatrale del 1929 scritta da Ferenc Molnár. La storia oltre a essere modificata, trattata molto liberamente, viene attualizzata e ambientata a Berlino a inizio degli anni 60. Contrapponendo il mondo capitalista occidentale a quello comunista dell'Europa orientale, il film ricorda un pochino, sotto diversi aspetti, "Ninotchka". CAST Il protagonista è interpretato da James Cagney, che è in assoluto uno dei più grandi attori del cinema classico hollywoodiano. James inizia la sua carriera all'inizio degli anni 30, interpretando il ruolo del gangster, soprattutto in un classico del genere gangsteristico, che si chiama "Nemico pubblico", però è un attore che ha recitato in film di tutti i generi. TRAMA Il signor MacNamara, direttore della Coca Cola di Berlino Ovest, viene avvertito dal suo direttore generale dell'arrivo della figlia Rossella, che si tratterrà a Berlino con i MacNamara un paio di settimane. In realtà, la ragazza si ferma due mesi e proprio quando stanno per giungere i suoi genitori che vengono a riprenderla, sparisce inspiegabilmente. MacNamara riesce a ritrovare la ragazza ma scopre anche che si è segretamente sposata con un insopportabile comunista di Berlino Est e che sta per partire con lui alla volta di Mosca. RIPRESE Berlino nel 1961, ovviamente, non è più occupa dagli alleati, come invece era nel film precedentemente girato a Berlino da Wilder "Scandalo internazionale", ma è diviso in due, a est si ha la capitale della Germania orientale comunista, e Berlino ovest appartiene alla Germania occidentale democratica filoamericana capitalista. All'epoca in cui viene scritta la sceneggiatura e inizia la lavorazione del film, la situazione a Berlino è molto tranquilla, e la possibilità di attraversare il confine e passare da Berlino est a Berlino ovest e viceversa e ancora praticabile, sia per gli stranieri che per i berlinesi, la cosa interessante di questo film è che la situazione cambia durante la lavorazione, infatti, il 13 agosto 1961 viene costruito muro di Berlino, e quindi il passaggio viene vietato a tutti. Il film, quindi, viene prodotto durante questo cambiamento drammatico della politica del governo della Germania orientale rispetto alla circolazione all'interno di Berlino, e quindi esce a Dicembre del 1961, quando il muro ormai era stato completato. Ovviamente questa sceneggiatura che comporta passaggi da est a ovest della città con riprese in esterni autentici, crea in realtà molti problemi alla troupe, perché inizialmente le autorità della Germania orientale avevano dato l'autorizzazione a girare nel settore appunto orientale, poi in realtà vengono creati degli ostacoli a Wilder e alla troupe e quindi Billy Wilder, come in altri casi, ma questa volta per ragioni non dipendenti dalla sua volontà, inizia con l'idea di girare molte parti del film in esterni, e poi, invece, alla fine e costretto a girare delle scene in studio con scenografie ricostruite piuttosto malamente all'interno di uno studio cinematografico situato a Monaco di baviera. CONCLUSIONI Si apre con voiceover, e il protagonista è un responsabile di una filiale della coca cola di Berlino ovest. "Uno, due, tre" sul piano degli incassi non è proprio fortunato, esattamente il contrario del film successivo "Irma la dolce", uno dei film più importante di Wilder. IRMA LA DOLCE SCENEGGIATURA "Irma la dolce” del 1963 ripropone la coppia Jack Lemmon e Shirley MacLaine. La storia si svolge a Parigi e la MacLaine interpreta una prostituta. Questo film è tratto da una commedia musicale francese di tipo teatrale, l’autrice delle canzoni è francese ugualmente all'autore del libretto. Quest'opera venne trasmessa 42 Lemmon, anche se non si fatta di un film perfetto, perché ha un finale piuttosto irrisolto, poco convincente. LA VITA PRIVATA DI SHERLOCK HOLMES Dopo questo film Wilder dirige "La vita privata di Sherlock Holmes" del 1970, con il quale concretizza un progetto a cui lavorava da molti anni, addirittura il progetto originale risale alla fine degli anni 50 anche se per vari motivi il regista l'aveva sempre posticipato, dando la precedenza ad altri progetti. SCENEGGIATURA La sceneggiatura del film utilizza i personaggi creati da Sir Arthur Conan Doyle, in particolare Sherlock Holmes e il suo fedele assistente Watson, ma racconta, però, una storia totalmente originale, che non è basata sui romanzi, o racconti, di Conan Doyle appartenenti al ciclo di Sherlock Holmes, e in questo senso potrebbe essere paragonato al film "Sherlock Holmes" del 2009 con Robert Downey Junior. RIPRESE Questo film è uno dei più costosi che Wilder ha diretto durante la sua carriera, anzi probabilmente il più costoso, l'alto budget è giustificato dalle ricostruzioni scenografiche, curate come al solito da Alexander Trauner, e giustificato dai costumi, dagli effetti speciali e anche dalla estrema lunghezza della durata nel film, infatti nella versione originale durava 3:20, ma i produttori temendo un totale fallimento del film imposero a Wilder di ridurre la durata, cosa che Wilder fu costretto a fare. Il film fu girato interamente in gran Bretagna, in studio è in location reali, ed utilizza quasi esclusivamente attori britannici. Sherlock Holmes e il dottor Watson sono interpretati rispettivamente da Robert Stephens e Colin Blakely, due attori inglesi piuttosto noti e di formazione teatrale. Il film esce nelle sale nel 1970, quindi a distanza di quattro anni dal film precedente, perché la sua lavorazione è molto lunga e travagliata, e nonostante sia stato ridotto alla durata di sole due ore, il film è ugualmente un totale insuccesso sul piano commerciale. Il difetto del film è che l'intrigo poliziesco al centro del film non è sufficientemente appassionante e risulta un po' pretestuoso, infatti, Wilder è molto più interessato ad approfondire alcuni aspetti della psicologia del personaggio di Conan Doyle che erano stati censurati nelle versioni cinematografiche precedenti, o che addirittura non erano stati trattati, erano passati sotto silenzio nei romanzi, nei racconti dallo scrittore stesso. Per esempio l'uso da parte di Sherlock di droghe, ma soprattutto ciò che interessava più a Wilder è il rapporto di Holmes con le donne, elemento totalmente assente con Conan Doyle, infatti, Wilder, inizialmente, ha sempre dichiarato di volare caratterizzare esplicitamente Sherlock Holmes come gay, giocando con la sua convivenza con il dottor Watson e del suo apparente totale disinteresse del sesso femminile, in realtà poi questo elemento viene accantonato, perché nel film vediamo il personaggio attratto, seppur in maniera platonica, da una donna che poi si rivelerà una spia tedesca, però questo tema rimane, in maniera ironica, in una delle sequenze più divertenti del film, nella quale il protagonista assiste assieme a Watson ad un balletto a teatro e, e dopo la fine dello spettacolo viene chiamato in camerino dalla ballerina principale. Anche questo film sul piano commerciale è un totale insuccesso. CHE COSA È SUCCESSO FRA MIO PADRE E MIA MADRE Quindi Wilder nel 1972 ritorna su un terreno a lui più familiare, quello della commedia, dirige quindi un film interpretato ancora una volta dall'attore Jack Lemmon come protagonista maschile , e che nell'edizione italiana si intitola "Che cosa è successo fra mio padre e tua madre" mentre nell'edizione originale si intitola "Avanti". Questo titolo si spiega con il fatto che è ambientato in Italia, quindi ci sono dei dialoghi in italiano e una delle gag ricorrenti all'interno del film è l'uso linguistico italiano (permesso, risposta, avanti). SCENEGGIATURA Questo film è tratto da una commedia teatrale di scarso successo scritta da Samuel Taylor, lo stesso 45 autore drammatico, sceneggiatore hollywoodiano, autore della commedia da cui è tratto il film Sabrina, soltanto che Sabrina era stato un grande successo a Broadway, mentre, invece, questa seconda commedia non aveva avuto un particolare successo. Anche qua, però, come sempre con Wilder, ci ritroviamo davanti a una totale riscrittura del testo di partenza. TRAMA Il protagonista, Jack Lemmon, è un ricco industriale americano che improvvisamente riceve la notizia che il padre è morto in un incidente d'auto a Ischia, e quindi parte per l’Italia dove poi scoprirà che il padre aveva una doppia vita e era una persona totalmente diversa di quella che i familiari immaginavano. CAST -Il film è interpretato da un'attrice poco nota Juliet Mills, che Wilder scelse accuratamente e di cui fu soddisfatto sul piano della recitazione, ciononostante questa commedia, che sul piano del plot è molto forte, è un po' sbilanciata sul versante dell'attrice femminile. -Jack Lemmon. RIPRESE Il film è ambientato totalmente in Italia ed è girato in location nell'isola d’Ischia e in studio a Roma. Dal momento che all'interno del film ci sono numerosi personaggi italiani, quindi ci sono parti di dialogo recitate in italiano, Wilder si serve sul piano linguistico, come consulente, di un importante sceneggiatore italiano, Luciano Vincenzoni. Sono italiani anche il direttore della fotografia e l'arrangiatore delle musiche, Carlo Rustichelli. Il film utilizza nei ruoli minori numerosi attori italiani tra cui Pippo Franco. Il film viene distribuito nel 1972 e va male sia sul piano della critica che sul piano degli incassi. PRIMA PAGINA (“The Front Page”, 1974) Dopo “Avanti” Wilder dirige "Prima pagina" del 1974 , questo film non è basato su una sceneggiatura originale, ma è l'adattamento di un testo teatrale, fortemente modificato e riscritto da Wilder e Diamond. SCENEGGIATURA Il soggetto del film e basato su una famosissima commedia del 1928 intitolata "The front page", che era stata rappresentata a Broadway alla fine degli anni 20 e aveva avuto un grandissimo successo. Il testo è scritto da Ven Hecht e Charles MacArthur. Hecht è un personaggio importantissimo, ha lavorato per il teatro e soprattutto è stato uno dei più grandi sceneggiatori cinematografici della Hollywood classica, ha scritto la sceneggiatura di film importantissimi, anche lui era di origine ebraica, ma era più vecchio di Wilder. -Prima del remake di Wilder questa commedia ha avuto altri due adattamenti cinematografici, entrambi di successo, il primo del 1931 e diretto da Luis Milestone ed è la versione cinematografica più fedele al testo teatrale di partenza. -Poi ne esiste una seconda versione del 1940 diretta da Howard Hawks che invece modifica fortemente la caratterizzazione dei personaggi, lasciando però immutato il plot, scelta non del tutto convincente. L’ interprete della protagonista femminile e Susan Sarandon, una celeberrima attrice hollywoodiana dagli anni 80 in avanti, ma non al tempo del film. -Wilder e Diamond riscrivono totalmente la sceneggiatura, le due principali modifiche sottolineate da tutta la critica sono: intanto il fatto che rispetto al testo degli anni 20, che era già testo crudo, viene riscritto utilizzando un linguaggio ancora più crudo e volgare, poi per spezzare la monotonia della dell'unica ambientazione della commedia vengono introdotte anche scene che si avvalgono di altri ambienti. La vicenda è ambientata a Chicago sia per il testo che per l'adattamento, ma vengono aggiunti 46 degli esterni e delle scene ambientate in luoghi diversi dalla sala stampa. Un'altra differenza è quello che riguarda l'epoca in cui la vicenda ambientata, che nel testo teatrale era di ambientazione contemporanea, la prima versione cinematografica anche, ugualmente la versione del 1940, al contrario il remake di Wilder è girato a metà degli anni 70 ed è ambientato all'inizio degli anni 30, quindi c'è un'ambientazione retrò nei costumi, negli arredi, e questo è interessante perché il film di Wilder si inserisce nella tendenza degli anni 70 che è quella delle ambientazioni in un passato recente della storia degli Stati Uniti, con un approccio nostalgico nella ricostruzione del passato. Il primo film che inaugura questa tendenza all'interno del cinema americano, fra fine anni 60 e inizio anni 70, è il famoso film "Bonnie and Clyde" del 1967, che lancio la moda di usare lo stile degli anni 30. Anche questo film andò piuttosto male sia dal punto di vista della critica che dal punto di vista degli incassi. PRINCIPALI DIFFERENZE CON LA COMMEDIA Le principali differenze fra il film e la commedia teatrale di "Prima pagina" sono: •il linguaggio viene <<modernizzato>>, ovvero reso più crudo e volgare; •la commedia si svolge interamente nella sala stampa del penitenziario di Chicago, mentre il film utilizza altre location. •la vicenda che nel play e contemporanea, nel film rimane ambientata alla fine degli anni 30 e quindi si svolge nel passato. ANALOGIE Il regista riprende, in chiave comico-satirica, alcuni dei temi principali centrali del film "L'asso nella manica", infatti in "Prima pagina" abbiamo delle battute che rievocano chiaramente delle battute presenti in "L'asso nella manica ", d'altra parte anche al centro di "Prima pagina" troviamo il cinismo e l'assenza di scrupoli dei giornalisti, e la manipolazione, la falsificazione della realtà da parte della stampa, per esempio a un certo punto uno dei giornalisti dice che il giornale del giorno prima viene usato per incartare la trippa, e Chuck Tatum nel "L’asso nella manica" diceva che il giornale del giorno prima viene usato per incartare il pesce, e poi quando gli altri giornalisti fella sala stampa deridono il giovane giornalista principiante per il fatto che ha frequentato una scuola di giornalismo, viene in mente Tatum con il suo giovane allievo, anche lui qui lo deride, lo critica, perché gli dice che il giornalismo non si impara a scuola ma si impara sulla strada, e poi, soprattutto, c'è una scena in cui Walter Burns fa riferimento al concetto di human interest, che è un concetto centrale nel film "L’asso nella manica ",e che viene teorizzato da Tatum, l'idea che il pubblico si interessa agli avversari drammatici soltanto quando sono dotati di un interesse umano. FEDORA Dopo "Prima pagina", Wilder dirige il suo penultimo film "Fedora" che viene distribuito nel 1978. "Fedora" è il film più europeo di Wilder, non tanto nello stile e nell'ambientazione, Fedora è ambientato interamente in Europa, prevalentemente su un'isola greca, ma è il più europeo sul piano produttivo, in quanto il regista scrive la sceneggiatura per l’Universal, però, poi la casa di produzione decide di non produrre il film, allora Wilder riesce a girarlo realmente utilizzando dei capitali tedeschi, quindi il film , possiamo dire, è una coproduzione tedesco-americana, e Fedora è molto interessante perché è l'unico film dell'ultimo periodo di Wilder che è basato su un soggetto melodrammatico, e quindi interrompe il ciclo delle commedie che caratterizzano la filmografia di Wilder a partire dagli anni 50. ANALOGIE Fedora è stato accostato dalla critica a "Viale del tramonto", in quanto presenta almeno quattro elementi in comune, anche se la storia è completamente diversa, in primo luogo l'ambientazione cinematografica, Fedora è ambientata nel mondo del cinema come "Viale del tramonto", poi la costruzione in flashback con la voiceover in prima persona del protagonista maschile che racconta la storia, poi la presenza come 47
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