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Vita e opere di Aristotele, Appunti di Greco

Nel documento vengono trattate la vita e le opere di Aristotele, insieme ai suoi tre tipi di filosofia; alla sua scuola; al suo stile e approfondendo anche sul suo allievo Teofrasto.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 09/07/2023

irispellegrinou
irispellegrinou 🇮🇹

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Scarica Vita e opere di Aristotele e più Appunti in PDF di Greco solo su Docsity! Aristotele Vita: Aristotele nasce nel 384 a.C. a Stagira e dopo essere rimasto orfano, viene affidato al tutore Prosseno. Nel 367 a.C entra nell’Accademia di Platone, diretta ai tempi da Eudosso di Cnido, dove scrive le sue prime opere, ispirate a Platone e una volta che quest’ultimo muore, nel 347 a.C., Aristotele lascia Atene per Asso su invito del tiranno Ermia, per cercare la sua autonomia. Alla morte i Ermia, Aristotele si trasferisce insieme all’allievo Teofrasto a Mitilene, concentrandosi sugli studi naturalistici, fondamentali per lo sviluppo del suo pensiero. Nel 343 a.C. Filippo II di Macedonia gli affida il ruolo di precettore di Alessandro, per cui comporrà varie opere politiche, destinate alla sua educazione, che hanno come temi principali il cosmopolitismo culturale e la superiorità della cultura greca. Tuttavia, Alessandro sviluppa un’idea di potere contraria a quella di Aristotele, che provoca un allontanamento tra i due definitivo nel 340 a.C. con la morte di Filippo. Tornato ad Atene, Aristotele fonda la sua scuola, il “Liceo” caratterizzato da un programma bipartito, dove la mattina era dedicata all’attività di ricerca dei discepoli interni e il pomeriggio a dei corsi aperti al pubblico. L’attività del Liceo (o Peripato, camminare) impegna Aristotele fino alla morte di Alessandro nel 323 a.C., poiché ad Atene si instaura un clima ostile verso chi è sospettato di simpatie filomacedoni. Aristotele, dopo essere stato accusato di empietà, fugge a Calcide e muore nel 322 a.C. Il corpus: Delle 150 opere aristoteliche conservate dai filologi alessandrini, ci rimangono circa 50 testi, alcuni sospettati spuri. Aristotele divide le sue opere in base alla bipartizione delle attività del Liceo e perciò abbiamo da una parte i λόγοι εκδεδομένοι, cioè delle opere destinate alla divulgazione e dall’altra dei trattati detti ἀκροαματικοί, frutto della collaborazione tra il maestro e gli allievi e destinati all’ascolto di soli quest’ultimi. Ironicamente conserviamo la maggior parte dei trattati e un solo testo essoterico. Le opere della pubblicazione: Delle opere essoteriche conserviamo principalmente i titoli e talvolta il loro contenuto, permettendoci così di capire la molteplicità di interessi specialistici di Aristotele. La loro composizione risale al periodo in cui Aristotele frequentò l’Accademia e infatti molti scritti appaiono come scritti platonici, sia nei titoli che nei contenuti; in altre opere invece, vediamo un distacco netto dal platonismo. Al periodo trascorso come precettore di Alessandro corrisponde una serie di opere politiche, che avevano la finalità di dare degli insegnamenti al principe. Contemporaneamente, Aristotele lavora a delle opere dossografiche, che raccolgono notizie sulla vita e sulle dottrine di alcuni filosofi greci e che hanno il compito di conservare un sapere antico e questo interesse verso il passato si configura in una serie di studi di carattere antiquario. Inoltre, Aristotele scrive una raccolta di 158 Costituzioni di altrettante città greche, analizzandole sia dal punto di vista storico che giuridico e ciò rivela da una parte l’approccio pratico alla teoria politica di Aristotele, dall’altro come la polis sia vista come un semplice oggetto di indagine. Delle 158 costituzioni, ci rimane solo un papiro pubblicato nel 1891 da Kenyon, che viene identificato come la Αθηναίων Πολιτεία, che ad oggi è l’unica opera essoterica pervenuta. La Costituzione degli Ateniesi è dividibile in due parti: la prima di carattere storico-diacronico che ricostruisce i regimi politici nel corso della storia di Atene e la seconda che descrive la costituzione e le magistrature ateniesi di quell’epoca. L’opera ci permette di conoscere: il metodo di Aristotele, la storia ateniese dal VI al V secolo a.C. e lo stile utilizzato nelle opere essoteriche. Le opere di scuola: Delle opere acroamatiche, al contrario di quelle essoteriche, ne conserviamo una gran parte, poiché Silla nel I secolo a.C. portò tutti i libri superstiti della biblioteca peripatetica a Roma, dove le opere tornarono alla loro origine grazie ad Andronico di Rodi, undicesimo allievo del Liceo, il cui intervento è fondamentale anche per il modo in cui la sua filosofia sarà studiata e recepita. Andronico, infatti, organizza le opere acromatiche rispettando la tripartizione della filosofia in tre materie distinte: logica; fisica ed etica e questa suddivisione, oltre a dare l’idea di un sistema filosofico rigidamente strutturato estraneo al metodo aristotelico che si fonda invece sull’organicità, tiene poco conto del ruolo che Aristotele assegna ad ogni sua disciplina nell’ambito della sua teoria della conoscenza. A dimostrazione di ciò, vi è la tradizione secondo cui Andronico, non sapendo dove sistemare le opere che Aristotele definiva “filosofia prima”, si limitò a raggrupparle “dopo gli scritti della fisica”, creando così involontariamente il termine “metafisica”. I testi acromatici sono costituiti principalmente da appunti incompleti e elaborati sommariamente sia da Aristotele che dai suoi allievi e questa collaborazione spiega l’incoerenza di alcuni passaggi, ampliata dal fatto che Andronico raggruppò più volte trattati originariamente indipendenti. La filosofia teoretica: La forma più elevata della filosofia per Aristotele è quella teoretica, che usa il pensiero per raggiungere la conoscenza vera. Aristotele nella sua indagine filosofica parte da una revisione della dottrina platonica delle Idee, rivalutando i dati dell’esperienza al fine di ricomporre l’unità del reale che Platone aveva infranto. Aristotele vede nella realtà sensibile la concretizzazione dell’Essere in una sostanza individuale, animata da una continua trasformazione. Questa continua trasformazione è dovuta alla presenza di un principio razionale, cioè la Forma, all’interno dell’elemento sensibile, la Materia. La teoria platonica è quindi calata all’interno del reale di cui costituisce il “motore”, che permette alla pura potenzialità della materia di tradursi in atto, realizzandosi come sinolo, sintesi di materia e forma. In questo modo, vediamo il mondo sottoposto all’interazione di 4 cause: materiale, formale, motrice e finale. Il mondo sensibile, essendo la manifestazione concreta dell’Essere e quindi dominio del Vero, diventa oggetto di conoscenza e di conseguenza la scienza iniziale diventa la fisica. Questa concezione è alla base degli studi naturalistici del Liceo, sia in ambito fisico che biologico. La nuova teoria del mondo sensibile di Aristotele porta il filosofo a identificare come la vera realizzazione dell’essenza dell’uomo la conoscenza. L’anima umana è infatti vegetativa, sensitiva e intellettiva ed è perciò in grado di astrarre principi dall’esperienza e poiché l’anima è causa della “realizzazione di sé" dell’individuo, il fine umano sarà appunto la conoscenza, che diventa “istinto naturale”. Appare quindi fondamentale trovare un metodo e la questione è affrontata nelle opere di logica, raggruppate nell’Organon (strumento): il pensiero, per Aristotele, si lega in primo luogo in un giudizio riconducibile a dieci categorie di base e i predicati dell’Essere. Ma per fare ciò, è necessario che essi interagiscano mediante un processo logico in grado di escludere l’errore, cioè il sillogismo. Del metodo dialettico, Aristotele si occupa nei Topici, mentre per la demolizione della falsa dialettica vengono scritti le Confutazioni sofistiche; dei livelli progressivi di astrazione che partono dall’individuo all’Essere in quanto Essere invece, Aristotele dedica i 14 libri di Scienza prima, detti poi Metafisica. La Metafisica si risolve in una sorta di teologia, che ha però come dio aristotelico una sorta di forza assoluta e statica che produce il divenire in modo passivo, come atto d’amore. L’estrema complessità dell’opera è dovuta alla sua densità concettuale, che presenta però delle aporie; tuttavia, bisogna ricordare che in quanto opera acromatica, anche essa era provvisoria.
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